Humandroid (2015)

Chappie
Locandina Humandroid
Humandroid (Chappie) è un film del 2015 prodotto in USA e Messico, di genere Azione e Thriller diretto da Neill Blomkamp. Il film dura circa 120 minuti. Il cast include Hugh Jackman, Dev Patel. In Italia, esce al cinema giovedì 9 Aprile 2015. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 22 Luglio 2015. Al Box Office italiano ha incassato circa 1141142 euro.

Ogni bambino viene al mondo pieno di promesse, e cosi è per Chappie che è straordinariamente dotato, unico nel suo genere, un prodigio. Come ogni altro bambino Chappie dovrà farsi strada nel mondo con il cuore e con l'anima, tra influenze buone e cattive, per trovare la sua strada e diventare un uomo. Ma c'è una cosa che rende Chappie diverso da ogni altro bambino: Chappie è un robot. Il primo...

Dal regista di District 9 ed Elysium, arriva Humandroid, con Sharlto Copley, Dev Patel e con Sigourney Weaver e Hugh Jackman. Ogni bimbo viene al mondo pieno di promesse e nessuno più di Chappie: lui è un talento, è speciale, un prodigio. Come ogni bambino, Chappie verrà influenzato dagli ambienti che lo circondano – alcuni buoni, altri meno – affidandosi al cuore ed all’anima per trovare la sua strada nel mondo e diventare un uomo. Ma c’è una cosa che rende Chappie diverso da chiunque altro: è un robot. Il primo ed unico robot in grado di pensare ed avere sentimenti. L’idea è alquanto pericolosa – ed è una sfida che metterà Chappie di fronte a potenti forze distruttive, impegnate a porre fine alla sua specie.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 9 Aprile 2015
Uscita in Italia: 09/04/2015
Data di Uscita USA: venerdì 6 Marzo 2015
Prima Uscita: 06/03/2015 (USA)
Genere: Azione, Thriller
Nazione: USA, Messico - 2015
Durata: 120 minuti
Formato: Colore
Budget: 49.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 28.300.000 dollari | Italia: 1.141.142 euro
Classificazioni per età: ITA: 16+
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 22 Luglio 2015 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: Neill Blomkamp

Cast Artistico e Ruoli:

Recensioni redazione

Recensione Blu-ray di Humandroid
Recensione Blu-ray di Humandroid
Redazione, voto 1/10
Universal propone Humandroid in blu-ray con audio e video perfetti, a cui si aggiunge il valore aggiunto della masterizzazione 4k. Con oltre 1 ora di contenuti extra, svelati tutti segreti dietro il mondo di Chappie.

Immagini

[Schermo Intero]

IL FILM

Nei suoi film District 9 e Elysium, il regista Neill Blomkamp ha invitato il pubblico ad immaginare il nostro mondo in una veste diversa. In quei film, Blomkamp ha unito azione, ritmo e coscienza sociale, rendendo entrambi i film indimenticabili. Nel suo nuovo film, Humandroid, Blomkamp tenta di ripetere l’impresa. Ambientato soltanto a pochi anni di distanza dalla nostra attualità, il mondo è sotto il controllo di droidi della polizia autonomi, chiamati Scouts. “Con loro ci si può ragionare, ma non ci puoi negoziare, non li puoi comandare”, dice Blomkamp.

Con l’intera città sotto la cosiddetta “protezione” dei droidi poliziotti, arriva sulla scena una creazione interamente nuova Chappie, il primo robot dotato di libero arbitrio che prova emozioni. Anch’esso, a sua volta poliziotto, Chappie viene rapito e programmato per una serie di scopi diversi. Ci sono persone, come Vincent Moore (Hugh Jackman), che vedono il robot pensante come la fine della razza umana, dopo tutto, se una macchina riesce a pensare, a cosa potrebbe servirgli un umano? Ma ci sono altre persone, come il creatore di Chappie ad esempio, Deon Wilson (Dev Patel), che vedono Chappie come una forma di vita che vive e respira – oltre che come ultima speranza per l’umanità, anche se non si sta parlando di un umano.

“L’idea era di trovare qualcosa di inumano come un robot – in special modo un robot poliziotto – e dotarlo di caratteristiche umane, al punto di farlo diventare più emotivo degli stessi personaggi umani del film”, dice Blomkamp. “Quello è il punto nevralgico dell’ironia del film – un droide poliziotto che diventa senziente e inizia a mostrare caratteristiche che sono più morali, etiche e coscienziose rispetto a quanto tendano a fare gli esseri umani”.
Nel film Blomkamp racconta la storia di un giovane dalla mente suggestionabile – il robot Chappie – che viene cresciuto all’ombra di improbabili influenze. “Chappie viene trascinato ben presto nello squallido mondo della malavita di Jo’burg, cresciuto da due genitori – uno buono e l’altro cattivo”, dice Blomkamp. Da qui in poi, Chappie si troverà a dover scegliere tra due forze potenti – e quando queste forze si affronteranno, una città intera si troverà a camminare in bilico su una corda.

Simon Kinberg, produttore del film insieme a Blomkamp, fa notare che Humandroid affronta diversi temi perché Blomkamp fa ciò che gli riesce meglio: il film combina le grandi idee che ossessionano il regista, ossia una storia divertente e piena di azione come nessun’altra. “Ha realizzato un action movie che contiene anche una storia drammatica dei personaggi, ma che è anche uno studio su cosa significhi essere umano, cosa significhi essere dotato di intelligenza. La cosa più importante del film è il fatto che il pubblico si innamorerà di Chappie, soffriranno quando Chappie sarà ferito e gioiranno quando uscirà vittorioso. Farete il tifo per questo robot. Nel film ci sono anche altre cose diverse, realizzate in un modo che solo a Neill riesce”.

“Il film solleva questioni – quando possono i robot essere considerati umano?” si domanda Sharlto Copley, interprete di Chappie nel film. “Può esserlo quando è in grado di dipingere o di gradire un certo tipo di musica? Per noi umani lo diventerebbero se avessero dei sentimenti, se potessimo connetterci con una macchina allo stesso modo con cui ci connettiamo con le persone. Penso che questo potrebbe essere il motivo per cui le persone definirebbero le macchine ‘viventi – se potessero provare emozioni allo stesso modo in cui le proviamo noi”.

Il ruolo principale di Chappie – uno Scout al quale viene fornita la coscienza per mezzo dell’intelligenza artificiale – è affidato a Sharlto Copley. Copley ha recitato veramente davanti alla macchina da presa, lavorando in ogni scena di fronte agli altri personaggi del film. Questo ha permesso a Chappie non solo di sentirsi un personaggio vero ed autentico, ma ha aiutato anche gli altri attori a recitare al loro meglio. In seguito, in postproduzione, Blomkamp ha lavorato con i maghi dello studio di effetti visivi Image Engine per portare alla vita Chappie, costruendo digitalmente il robot Chappie sulla recitazione di Copley e adattando i movimenti del robot a quelli dell’attore. Le espressioni di Copley sono state di grande aiuto per realizzare il robot – il modo in cui Chappie si muove, o si siede, o tiene la testa… perfino le orecchie di Chappie.

In molti film che prevedono la presenza di personaggi creati in computergrafica, i registi scelgono di girare le scene solo con gli attori reali, che devono recitare rivolti verso un punto fisso. Questo non è mai successo in Humandroid. “Non abbiamo mai girato una scena in cui il personaggio era rappresentato soltanto da una palla da tennis”, dice Kinberg. “Abbiamo sempre girato in maniera realistica e sul momento”.

“La recitazione di Sharlto è la cosa che da vita a Chappie”, continua Kinberg. “Lo fa in maniera così umana e triste, toccante e vulnerabile. Lo si capisce dal linguaggio del corpo e dalla voce – tutto prende spunto dalla performance di Sharlto. Il modo in cui il robot muove gli occhi, le orecchie e sicuramente dal modo in cui muove il corpo – tutto è dettato dalla recitazione di Sharlto”.

Kinberg dice anche che la performance di Copley ha aiutato tutti gli altri attori. “Per il resto del cast, interagire con una persona vera rende tutto più reale, umano, strutturato e bilanciato”, spiega.

Copley dice che per certi versi, il suo ruolo era come tanti altri. “Neill mi ha detto ‘Tu fai solo il tuo ruolo poi noi ci aggiungiamo il robot'”, spiega l’attore. “Il film dovrebbe funzionare anche soltanto con me vestito con la tutina grigia – la gente potrebbe comunque commuoversi vedendo il film in questa maniera”.

Copley nota che Chappie non assomiglia a nessuno degli altri ruoli da lui interpretati in precedenza. “Per me è stato interessante dal punto di vista dei movimenti”, dice. “Ho dovuto prestare particolare attenzione ai gesti. L’essenza di Chappie è il modo in cui si muove e in cui reagisce – non necessariamente ciò che dice”.

Sebbene non lo vedremo mai in scena, Copley ha indossato un costume in due pezzi per avvicinarsi al suo personaggio. “Ho indossato una placca sul petto per mantenere le proporzioni tra il mio petto e la schiena, proprio come Chappie”, nota. Questo ha consentito a Copley di capire le dimensioni degli spazi in cui doveva muoversi e come il robot si sarebbe seduto o rimasto in piedi in alcune situazioni. In questo modo, quando un attore afferra Chappie per le spalle o per il petto, le mani dell’attore sono nel punto esatto quando Copley viene rimpiazzato da Chappie per mezzo del computer.

Ma la placca sul petto non era tutto. “Ho indossato una tuta grigia con sensori di tracciamento per gli animatori. Era stretta come una seconda pelle e i vestiti così aderenti non fanno molto gangster”, dice. Avendo la necessità di qualcosa che lo facesse sentire come un gangster, Copley ha aggiunto un paio di pantaloncini ed una cinta. “Durante le scene in cui interpretavo un gangster, mi allentavo la cinta e calavo i pantaloncini a metà del sedere. Quello è stato il mio piccolo trucco per trasformarmi da uomo in tuta grigia in Chappie. Questo mi ha aiutato a creare i movimenti consoni ad un gangster”.

Copley dice che lo stile non convenzionale di girare ad animare il film, si è rivelato di grande beneficio. “Gli animatori sostengono che c’è una grande differenza tra lavorare su un disegno e lavorare su quanto girato da un attore”, dice. “Per loro è molto più semplice creare un personaggio in movimento se la base è già esistente. Ovviamente, è anche molto meglio per gli altri attori interagire con un attore presente sul set”.

“Gli animatori di Chappie sono straordinari”, aggiunge Copley. “Sono riusciti a catturare e trasferire ogni singola sfumatura della mia interpretazione. Inoltre, si sono trovati di fronte al problema di provare a trasferire i miei movimenti facciali su Chappie, che quasi non ha viso. Hanno fatto un lavoro incredibile. Ho la sensazione che abbiano anche migliorato quello che avevo fatto io e insieme abbiamo dato vita ad un essere unico”.

A interpretare il ruolo del cattivo del film, Vincent Moore, troviamo Hugh Jackman. Un ingegnere molto contrario all’idea di intelligenza artificiale, Vincent prende i cambiamenti di Chappie in maniera personale, come spiega Simon Kinberg. “Vincent è uno scienziato contorto, di stampo militare, aggressivo, insicuro e brillante, convinto che il mondo abbia bisogno della potente arma da lui creata”, dice Kinberg. “Ha sacrificato ogni cosa per questo programma. Ex soldato, per ottenere quello che vuole utilizza tattiche estreme e folli. Darebbe fuoco alla città per arrivare al suo scopo”.

“Credo di non essermi mai divertito così tanto come mi è capitato nell’interpretare il personaggio di Vincent Moore”, dice Jackman. “Lui è Australiano, quindi è stato bello poter usare il mio accento. La chiave per capire chi sia Vincent è che lui non perde mai. Anche quando le probabilità gli sono avverse, anche quando i segnali puntano verso tutt’altra direzione, quello è il momento in cui comincia a picchiare più duro. Sente che quello che fa è importante, che non può accettare le direttive di chiunque e perfino il fatto che possano vincere gli altri”.

Visto che raramente interpreta il ruolo del cattivo, Jackman si è divertito ad interpretare un cattivo realistico con un suo punto di vista giustificabile. “I migliori cattivi non sanno di esserlo”, dice. “Lui mette sul piatto un argomento genuino ed è convinto che ciò che sta facendo è giusto e necessario. Quello che lo rende un cattivo è la sua incapacità di perdere. Questa è la molla che lo fa diventare molto distruttivo, molto arrabbiato e vendicativo”.

Kinberg, che di recente ha anche prodotto i film di X-Men, ha lavorato con Jackman in quattro film. “Ha quel magnetismo delle grandi star del cinema”, spiega il produttore e: “L’aveva già nel primo film di X-Men, l’ho notato sul set. In questo film, ovviamente ne è ancora dotato ma è completamente diverso, visto che interpreta il cattivo. Penso che Hugh fosse contento di interpretare un australiano, un certo archetipo di bullo australiano atletico, ciò che esattamente è riuscito a interpretare. Per lui questa è stata un’opportunità di mettere in mostra un lato della sua recitazione completamente differente”.

Opposto a Vincent troviamo Deon Wilson, il creatore di Chappie, interpretato da Dev Patel. Un giovane ingegnere impegnato nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, è l’esatto contrario del Vincent interpretato da Jackman. “Più di ogni altra cosa, Vincent odia l’intelligenza artificiale”, dice Jackman. “Pensa che giocare a essere Dio sia umano. Sostiene che il crimine sia imprevedibile, quindi un problema umano, e che sia fondamentale che ogni arma venga controllata da esseri umani”.

Secondo Blomkamp, Deon rappresenta la nuova generazione di programmatori. “In lui c’è la fiamma che arde nei giovani”, dice lo sceneggiatore/produttore/regista. “Volevo che fosse un prodigio, uno studente ricercatore dell’intelligenza artificiale di Oxford e del MIT sul quale la compagnia mette le mani, ma che scopre da subito che gli scopi della compagnia non corrispondono esattamente ai suoi – e quindi dedica il suo tempo libero alla sua vera grande passione”.
“Il vero amore di Deon è creare intelligenza artificiale – essere parte nella creazione del livello avanzato dell’evoluzione– ma credo che dipenda anche dal fatto che ha solo voglia di avere un compagno”, dice Kinberg. “Non si relaziona con molte persone – vive solo con le sue fantasie in testa e con il suo computer. Si innamora certo, ma come un fratello, un amico e come mentore di Chappie”.

Patel dice che il personaggio è cambiato da quando è stata scritta la sceneggiatura a quando sono iniziate le riprese. “Quando l’ho pensato, ho fatto soprattutto affidamento sul suo cuore. Sapevo che era appassionato di intelligenza artificiale, ma ero preoccupato che in alcune scene poteva apparire troppo passivo. Pertanto, sono andato sul set ed ho conosciuto Sharlto e NINJA e YO-LANDI. Dopo averli incontrati, la mia naturale reazione è stata quella di dare al personaggio una certa dose di carattere, che potesse essere più difensivo e aggressivo nel suo lavoro”.

Cosa sapevo di NINJA e YO-LANDI? “In realtà non li conoscevo affatto prima dell’inizio delle riprese; avevo solo sentito delle voci su questa pazza band Sudafricana, Die Antwoord”, ricorda. “Sono assolutamente affascinanti; interpretano una versione di loro stessi, in tutta sincerità. Sono il più possibile grezzi ed organici. Portano loro stessi in questo film creando una giustapposizione selvaggia”.

Recitando accanto a Copley, Patel lo ha osservato nella creazione di un personaggio totalmente originale. “Sharlto è un po’ come Deon – è così appassionato che quando lo incontriamo ne veniamo travolti”, dice. “Sebbene sarebbe diventato un personaggio creato in computergrafica, era proprio espressivo. La sua dizione, il tono di voce, le sue scelte per il personaggio. Recitare al suo fianco è stato davvero facile. Sharlto è molto più grande di me, ciononostante ho interpretato una figura paterna per lui, un fatto un po’ strano. Penso che Deon abbia veramente a cuore questo robot; vuole che abbia successo ed è per questo motivo che continua a frequentare il covo di Ninja e Yo-Landi”.

Kinberg dice che Patel e stata la prima e definitive scelta per interpretare questo ruolo. “La realtà del mondo è che oggigiorno un gruppetto di ragazzi sta realizzando nei garage la tecnologia che trasformerà il nostro mondo. Quindi, quando abbiamo iniziato a discutere la candidatura per Deon, eravamo tutti d’accordo che dovesse avere meno di 30 anni – e per Neill, la sua prima scelta era Dev. Dev è intelligente, ma anche molto dolce ed umano, un viso genuino, anche un po’ ferito. Il pubblico potrà identificarlo così e non come uno scienziato sfigato che probabilmente rimarrà da solo, con il bisogno di fare amicizia, di venire riconosciuto. Alla fine, ho parlato con l’agente di Dev e gli ho detto, ‘Questa è un’opportunità che non capita a molti agenti, ma lui è l’unica opzione per questa parte e quindi la deve fare'”.

Alla supervisione di questo duello tra i programmi della compagnia Tetra Vaal, troviamo il CEO Michelle Bradley, interpretato da Sigourney Weaver. “Per lei tutto ciò che conta è il risultato”, dice Kinberg. “A lei non interessa la tecnologia o se la stessa sia d’aiuto o dannosa per combattere il crimine; lei vuole solo fare più soldi. Neill potrebbe anche fare delle considerazioni su questo amministratore generale, credo però che trovi più che altro assurdo e comico la sua noncuranza”.

Cosa prova Blomkamp per la Weaver – una delle sue eroine dei film di fantascienza – e la sua performance in questo film? “Sono sempre sorpreso quando riesco a scritturare persone che stimolano i miei interessi creativi – e in qualche modo la mia infanzia – e lavorare con loro nei film che voglio fare”, dice lui. “Perciò, averla sul set è stato curioso ma anche molto naturale. Comunicare con lei è molto facile ed ha anche molto talento. Non mi sono dovuto sforzare molto, ma poi ogni tanto mi sembrava di avere veramente Ripley sul set e questo era sconvolgente”.

Per la Weaver, il sentimento di rispetto è stato reciproco. “Lui ha proprio un gran cervello”, dice lei. “Ha familiarità con ogni tipo di tecnologia – non solo con quella classica dei film di fantascienza, ma anche con quella attuale. Mi ha fatto vedere delle cose sui robot che sono in costruzione oggigiorno veramente strabilianti – e noi pensiamo ancora che certe cose siano il futuro. Inoltre è folgorante dal punto di vista visivo, ma il motivo per cui amo lavorare con lui è il fatto che sia rilassato e cha sa esattamente quello che vuole. Questo facilita molto il lavoro degli attori – ti guida nell’esatta direzione in cui vuole che tu vada”.

Dopo che Chappie viene dotato di coscienza dal nuovo programma di Deon, cade nelle mani sbagliate – NINJA e YO-LANDI VI$$ER. Nel film, sono gangster di basso livello, in cerca della svolta che li renda ricchi, ma nella vita reale sono un duo rap che non ha uguali, i Die Antwoord. “Sfuggono ad ogni definizione e spiegazione”, dice Kinberg. “Bisogna vederli per comprendere bene di cosa stiamo parlando, sono più unici che rari. Sono un gruppo rap, un fenomeno culturale, sono artisti pazzoidi”.

Nel film, i loro personaggi hanno i loro stessi nomi. “I personaggi di Ninja e Yo-Landi sono ex musicisti costretti a diventare criminali per sopravvivenza”, spiega Kinberg. “Non vogliono vivere così, vorrebbero fuggire da Johannesburg ma non hanno molte altre scelte”.

Per due attori esordienti che interpretano personaggi con il loro stesso nome, non è sorprendente notare che abbiano similitudini con la loro realtà– ma, come dice Kinberg, ci sono delle differenze. A proposito dei personaggi dice, “Ninja ha un’aura forte ed aggressiva, mentre Yo-Landi è più dolce, ma entrambi sono tipi tosti che sono a loro agio anche nei luoghi più spaventosi di Johannesburg. Nella vita reale, NINJA e YO-LANDI sono persone intelligenti – si sono ricavati un loro posto nel mondo– mentre nel film, sono vittime del mondo. Sono meno coscienti e meno in controllo del loro destino”.

Dei loro personaggi, NINJA dice che nel film i robot sono oppressivi. “Abbiamo una battuta che recita ‘Maledetti robot, sono ovunque’. Non possiamo fare le nostre cose perché i robot controllano ogni cosa”. Questo ci porta al momento in cui i personaggi rapiscono un droide poliziotto che diventerà Chappie.

NINJA dice che lui e YO-LANDI volevano fare parte del film soprattutto per la possibilità di lavorare con Neill Blomkamp. “Neill è il nostro regista preferito”, dice NINJA, “così, quando ci ha chiesto se volevamo fare parte del film, è stato come toccare il cielo con un dito. E inoltre ci ha chiesto di recitare noi stessi, che è come veder realizzato un sogno”.

“Il motivo per cui amiamo così tanto District 9 è perché in Sudafrica non è stato mai realizzato niente del genere”, dice YO-LANDI. “In genere i film Sudafricani sono noiosi. Questo era qualcosa di nuovo, fatto a regola d’arte ed era un prodotto di Hollywood ma con un sapore che riconduceva al Sudafrica”.

Blomkamp ha incoraggiato le star a dare tutto di loro stessi alla parte. Non solo ha lasciato scegliere a NINJA e YO-LANDI le pistole che volevano, ma anche l’influenza dei colori. “Abbiamo detto, ‘Possiamo verniciare le pistole in rosa e giallo brillante? Possiamo colorare la pallottole come fossero caramelle?'” Ninja ricorda. “Ci ha chiesto quale auto volevamo ed io ho risposto, ‘Posso avere la mia auto, un po’ modificata?’ E Neill mi ha accontentato”.

Le parti sono state create ad hoc per gli interpreti. Quale sono le differenze tra NINJA e YO-LANDI come rapper e i Ninja e Yo-Landi nel film? Sul palco, dice YO-LANDI, “Solitamente ho uno stile punk e più di un atteggiamento. Per il film, Neill ha insistito per la mia parte più dolce, il mio lato materno, non proprio punk, verso Chappie. Esplorare questo mio lato è stato divertente e diverso – Non l’avevo mai preso in considerazione. Questo è un altro lato di YO-LANDI mai esplorato prima e si è rivelato un aspetto divertente ed inatteso”.

NINJA dice che in realtà questo aspetto a volte esce fuori nella vita reale. “YO-LANDI ha un pit bull di nome Angel”, dice lui. “Quando si rivolge ad Angel dice – ‘oh, sei così carino’ – detto con quella voce dai toni alti. Le ho detto che avrebbe dovuto parlare così anche a Chappie. Così, ha iniziato a parlare al robot con quella voce carina dai toni alti”.

LA CREAZIONE DI CHAPPIE E DELL’ALCE

L’avventura di Blomkamp nella creazione di Humandroid ha avuto inizio oltre 10 anni fa. Giovane regista e artista di effetti speciali, Blomkamp ha realizzato un promo contenente false pubblicità da mostrare agli agenti e dimostrare così le sue capacità produttive. “Mi stavo guardando intorno e poi, nel 2003, ho progettato quel robot in Lightwave”, spiega. “Ho preso spunto da parecchi disegni manga e anime giapponesi; ora non sono più interessato a quelle cose, però ho voluto dare vita ad un film per rimanere fedele a ciò che era – uno spot pubblicitario bizzarro, falso e strano. Volevo che Humandroid somigliasse molto a quel lavoro”.

Pertanto, molto prima che cominciassero le riprese principali, la produzione si è impegnata a fondo nella progettazione dell’aspetto di Chappie per il grande schermo. Lo sviluppo dell’idea fu affidato a due compagnie: la Image Engine, in cui la supervisione degli effetti visivi è stata affidata a Chris Harvey, e la WETA Workshop, con a capo del team degli artisti visivi Joe Dunckley. Tutti insieme, ispirati dal robot progettato da Blomkamp 10 anni prima, hanno realizzato un progetto del robot che avrebbe funzionato sia al computer che come marionetta fisica.

Due anni e mezzo prima che iniziassero le riprese, i produttori hanno girato delle riprese di prova a Johannesburg, per dimostrare che il loro piano avrebbe funzionato. Dopo il successo di questo test e avuto il via libera dalla produzione, la Image Engine ed il team della WETA Workshop hanno iniziato a lavorare in tandem, rifinendo e perfezionando il progetto. “Per noi il processo di lavorazione è stato diverso”, dice Harvey. “Per Elysium, tutto veniva costruito alla WETA e poi consegnato alla Image Engine per la realizzazione digitale. In questo film, Neill ha avuto un approccio differente. Neill ha passato diversi mesi lavorando fianco a fianco con la WETA e poi consegnato i progetti alla Image Engine, sotto forma di bozzetti in 2D. Da quei bozzetti è realizzato il personaggio in tre dimensioni. Siamo riusciti a risolvere numerose animazioni meccaniche prima che fosse costruito il modello fisico e siamo anche riusciti a rifinire il progetto così da convincerci che il progetto avrebbe funzionato”. Da quel momento , la Image Engine ha condiviso i modelli digitali con la WETA Workshop, lavorando a stretto contatto per rifinire il progetto, così che il team della WETA potesse realizzare un modello vero.

Dunckley sostiene che l’idea di Blomkamp al progetto di Chappie, fosse quella di puntare alla realtà. “Voleva che sembrasse vero, non gli importava che fosse tecnicamente al massimo della qualità”, dice. “Non servivano raggi laser che spuntavano ovunque. Doveva essere tosto ma anche sembrare qualcosa di cui il governo avesse potuto disporre di lì a breve”.

Il progetto dell’Alce, un robot eccessivamente meccanizzato, proposto come alternativa ai robot poliziotti Scouts, ha subito lo stesso processo di realizzazione, anche se l’approccio alla progettazione è stato completamente differente. “L’Alce è la creatura di Neill”, dice Dunckley. “Ne siamo molto orgogliosi, perché dal punto di vista ingegneristico, funziona molto bene”, aggiunge Dunckley. “Ha un aspetto bellissimo e sembra poter funzionare veramente – sembra quasi possa prendere vita ed attaccarti”.

Blomkamp ha progettato l’Alce per renderlo irrealistico. “È satirico, è ciò che le forze di polizia fanno con mezzi estremamente costosi, inefficienti e ingombranti facendo pagare tasse enormi ai contribuenti. Era il progetto più sfacciato, problematico e pazzo che mi potesse mai venire in mente. E lo abbiamo realizzato nello stesso modo con cui venivano realizzati gli effetti visivi negli anni ’60, ’70 e ’80: i modellisti componevano i personaggi con pezzi disegnati in precedenza di tecnologia di vita reale, praticamente la stessa cosa che ho fatto io al computer. Da quel punto, la WETA Workshop e la Image Engine lo hanno rifinito fino a che ogni giuntura e ogni dispositivo rotabile fosse completamente animabile, dopodiché la WETA ha costruito un modello alto tre metri e mezzo”.

Per la forza di polizia costituita da 110 Scout, la WETA Workshop ha costruito 11 manichini. “Li abbiamo resi individuali”, dice Dunkley. “Ognuno ha il suo numero, così da poterli cambiare in base alle necessità dell’invecchiamento – possiamo usare uno Scout nuovo di zecca oppure usare uno vecchio di cinque anni che necessita manutenzione. Questi sono gli strumenti che abbiamo usato così che il pubblico riesca ad identificare Chappie – lui è Scout 22 ed ha un orecchio danneggiato, rimpiazzato da un orecchio di prova color arancione. Rimane facile seguire quell’orecchio arancione in mezzo a tutti gli altri “.

Dunckley sostiene che quelle orecchie non sono soltanto marchi identificativi, per come sono progettate danno agli animatori la possibilità di mostrare i sentimenti di Chappie. “Appare più ovvio nelle orecchie” dice. “Le posizioni diverse indicano le differenti espressioni “.

Man mano che Chappie subisce danneggiamenti nel corso del film, il team della WETA Workshop è riuscita a cambiare il suo aspetto. “Chappie è composto in otto fasi”, dice Dunckley. “Abbiamo realizzato tre scheletri di Chappie ed otto set di pannelli che rappresentano ogni fase. Quando viene danneggiato al petto, abbiamo rimosso il pannello esterno e rimpiazzato con uno della fase seguente. Viene assalito, bruciato, sparato e sparato di nuovo, coperto di graffiti da Ninja e Yo-Landi, e così via. Lo sviluppo fisico ha richiesto un lavoro enorme; l’aspetto complicato era che tutto quanto veniva girato sul set con i manichini – il Chappie fisico – doveva essere relazionato al personaggio al computer e bisognava seguire la continuità, quindi abbiamo collaborato a stretto contatto con la Image Engine per identificare ogni fase e proseguire con una ripresa strutturata affinché si potesse mappare ogni singola fase”.

Anche il manichino dell’Alce ha richiesto attenzioni simili. “Il modello è funzionale alla prospettiva del set, sebbene sia così grande, lo potevamo smontare e portarlo fuori dal set in 30 minuti”, continua Dunckley. Ad ogni modo, portarlo e montarlo sul set è stato un impegno notevole. “Neill voleva che l’Alce fosse in una posa minacciosa verso avanti, il che lo rendeva alquanto instabile. Quindi abbiamo dovuto zavorrare le zampe, affinché ci consentisse di centrare il peso in quell’atteggiamento. Pesava circa una tonnellata, un’Alce di una tonnellata”.

Nonostante provenga dagli effetti visivi, Harvey sostiene che ci sono numerosi vantaggi nell’avere modelli fisici sul set – il primo dei quali è il fatto che il robot appare in campo quando è richiesto. “Se il robot è inanimato in una ripresa– se è spento o in manutenzione – non lo dobbiamo aggiungere”, dice. Inoltre, il modello fisico può servire come riferimento per una ripresa di effetti visivi che verrà aggiunta in seguito. “Lo possiamo illuminare e muoverlo con la macchina da presa dalla sua prospettiva”, dice. “C’è una scena in cui vediamo Chappie sotto la pioggia; è stato molto utile vedere la reazione della pioggia sulla sua testa e i riflessi della luce sotto questa condizione; siamo riusciti a portare queste informazioni in ufficio e le abbiamo studiate. Ci ha fornito una rappresentazione visiva reale di come sarebbe apparso se si fosse trovato in quella situazione”.

LA PRODUZIONE

Per questo film, Blomkamp ha fatto ritorno alla natia Johannesburg, già ambientazione del suo film d’esordio, District 9. “Inizialmente non volevo girare il film lì solo perché ci avevo girato District 9“, dice. “Abbiamo tentato di ambientarlo in America. Ma non ho avuto la stessa sensazione di unicità. I temi del film si adattano a Johannesburg in modo molto reale”.

Sharlto Copley dice che ogni aspetto del film è stato influenzato dall’ambientazione. “Dal punto di vista creativo, come artista, Neill attinge alla sua educazione ed alle sue esperienze. Questo è ciò che facciamo nel film – e certamente anche quello che faccio con questo personaggio. Ho coinvolto la gente della comunità. Ci sono milioni di cose nel film che sono state ispirate da Johannesburg; è una parte critica del film”.

James Bitonti, primo aiuto regista e coproduttore del film, dice, “Il film è stato scritto per Johannesburg, perché è il mondo che Neill conosce davvero. Quando abbiamo iniziato le ricerche delle location, ne abbiamo viste alcune di cui ci aveva già parlato – il covo, i ponti – e ne siamo rimasti intrigati. Ha dato risalto alla sceneggiatura. Molto spesso una sceneggiatura viene scritta per città anonime, perciò scendere dall’aereo e vedere i luoghi descritti da Neill, ha reso la sceneggiatura ancora migliore”.

Jules Cook, scenografo del film, era responsabile dell’aspetto del film, a stretto contatto con l’architetto Daniel Birt. “Un gran numero di film come questo, hanno utilizzato location di Johannesburg, alcune delle quali sono state molto difficili da rintracciare”, dice Cook. “Molte delle quali erano migliori dei set che intendevamo costruire”.

Ad esempio, il covo di Ninja e Yo-Landi. “Inizialmente abbiamo cercato una casa e ne abbiamo viste alcune. Poi Neill si è innamorato di uno spazio nel quale potessero vivere, fare le loro cose e nascondersi. Per quanto mi riguarda, io sono un grande fan degli spazi abbandonati”, dice Cook. “La difficoltà era fare tutto quel lavoro nel loro nascondiglio, ma farlo sembrare come fosse la loro casa. Quindi, Ninja ci ha dato una mano, hanno riempito casa dei loro disegni e del loro stile, stile che deriva dai loro video musicali. Hanno reso quello spazio il loro stesso”.

Per la decorazione del covo, Birt dice di aver preso spunto da un mix fra NINJA e ¥O-LANDI e la vita reale e dai personaggi di Ninja e Yo-Landi descritti nel film. “Ho condotto molte ricerche su loro e sui loro video – qualunque cosa sia riuscito a trovare in rete”, dice Birt. “Poi ho provato a metterci del mio per renderli diversi nel film, più aderenti alla sceneggiatura di qualunque altra cosa abbia mai fatto prima. Sembravano già cool perché lo sono sempre – ho aggiunto solo un ritocco a quel che facevano da sempre. Li guardi sullo schermo e ti viene da pensare, ‘Chi sono queste persone? Che posto è quello?’ Se non conosci già NINJA e ¥O-LANDI prima di vedere il film, il set ti fa un corso accelerato su quei due”.

La stanza di Chappie all’interno del covo, afferma Birt, è un mix delle sue influenze. “Chappie impara da Deon, ma anche da Ninja e Yo-Landi”, nota. “Pertanto l’approccio all’arredamento della sua stanza è stato usare ciò che Chappie ha appreso. Ha replicato il letto in cui dorme Yo-Landi, ma nel suo stile e con quello che è riuscito a trovare. Il disegno di una famiglia fatto con il gesso, è un tentativo di replica a quello che si trova in camera di Ninja”.

Per molte location, il team della produzione ha fatto affidamento alla personale conoscenza della città di Blomkamp. “Mentre cercavamo un luogo in cui creare la tana di Hippo, Neill ci ha menzionato la sua vecchia casa. Così siamo andati a vederla ed abbiamo capito subito che era il posto ideale per girare”, ricorda Cook. “Abbiamo trasformato quella casa semi derelitta in un covo di gangsters, riempiendo la piscina di pistole – abbiamo demolito tutto. Quando Neill e sua sorella sono arrivati, credo siano rimasti sconcertati”.

Un’altra di queste location era l’autostrada teatro dell’inseguimento e della sparatoria. Abbiamo scoperto che già molti anni prima, Blomkamp e Copley sognavano di farla chiudere per girare una scena di inseguimento tra le auto e Chappie, il sogno è diventato realtà. “Se hai un’idea nascosta nella mente per tanto tempo, alla fine ritorna a galla”, dice Blomkamp. “Crescendo da queste parti, il pensiero di chiudere un’autostrada nazionale per girare la scena di una rapina, sembrava una cosa impossibile. Fare riprese su quella particolare autostrada, fa sembrare il fatto criminoso unico per una città come Johannesburg, ed è per questo motivo che volevamo farlo. Esserci riuscito con questo film è una sensazione fantastica”.

Uno degli obiettivi di Cook era il contrasto tra gli Scouts e l’Alce, piazzandoli in diversi ambienti. “Lo abbiamo pensato come uno spazio grande per l’Alce ed uno più piccolo per gli Scouts”, spiega – sebbene gli Scouts siano un programma pronto all’uso e l’Alce una visione futuristica di Vincent. “La stanza degli Scout è un ambiente funzionante– hanno già i contratti e stanno costruendo robot– mentre l’Alce è in fase di ricerca e sviluppo e sta cercando di vendere il progetto. Stanno investendo soldi in questo mostro assurdo. Suppongo che le due stanze riflettano il carattere di Vincent e Deon, in un certo senso: lo spazio di Deon è umile e pronto al funzionamento, mentre quello di Vincent è enorme”.

Cook è stato anche responsabile della progettazione dell’interfaccia che consente a Vincent di manovrare l’Alce. “Io e Neill abbiamo parlato su come dovessimo manovrare la sedia dell’Alce – quanto dovesse passare per il casco neurale e quanto sarebbe stato fisico. Avremmo potuto fare entrambe le cose mentalmente, ma non è detto che avrebbe funzionato nel film – il pubblico deve vedere come lo controlla. Quindi, abbiamo aggiunto joystick e monitor che facessero vedere agli altri ciò che lui vede per mezzo del casco”.

GLI STUNTMEN

Per le scene di azione, Blomkamp ha collaborato a stretto contatto con il coordinatore delle controfigure Grant Hulley, con il quale aveva già lavorato in District 9. “Neill aveva già in mente le scene di combattimento e di azione e ci ha permesso di lavorarci su”, dice Hulley. “Voleva che ci spingessimo al limite delle nostre possibilità”.

Hulley sostiene che l’esperienza di Blomkamp nel campo degli effetti visivi sia stato di grande aiuto per il film – e non perché il regista fa affidamento soltanto agli effetti visivi. “Il vecchio adagio che recita ‘Lo sistemiamo in postproduzione’, non ha funzionato per questo film”, dice Hulley. “Lui sa benissimo cosa fare in postproduzione e cosa catturare con la macchina da presa. Lo esige dagli attori e dai tecnici”. Un ottimo esempio, dice Hulley, è stato un particolare salto con la bicicletta. “Bisognava fare questa evoluzione, fuoco in scena, un droide che sbatte il ciclista giù dalla bicicletta mentre questa continua a girare”, fa notare. “Lo avremmo potuto realizzare in postproduzione, invece abbiamo agganciato lo stuntman e la bicicletta a dei cavi. Abbiamo dovuto fare due volte la scena, però l’abbiamo realizzata dal vivo”.

Dato che il film contiene molte scene di azione – elicotteri, auto che si ribaltano, per non parlare degli stuntmen in tuta che sarebbero stati sostituiti in CG– il team degli stuntmen ha usufruito di scene in miniatura costruite dall’art department, per pianificare nel dettaglio le complicate sequenze.

Parte del lavoro di Hulley consisteva nel lavorare con la controfigura di Copley – proprio così, una controfigura per un attore che sarebbe stato ricostruito in computergrafica. “Potreste pensare che in quella parte poteva esserci chiunque, ma non è così. Gli effetti visivi sono basati su Sharlto ed i suoi movimenti – il suo personaggio arriva di conseguenza. La sua controfigura, Ian Stock, ha dovuto replicare i movimenti di Sharlto. Dovevamo riuscire a sentire il personaggio di Sharlto “.

Infatti, trovare le controfigure adatte per ogni personaggio è stata una sfida impegnativa. Le controfigure debbono essere più o meno della stessa taglia degli attori che stanno sostituendo – e avere lo stesso taglio di capelli e gli stessi tatuaggi. “Le acconciature estreme in questo film– Ninja, Yo-Landi, Yankie, Hippo – erano difficili da replicare”, sottolinea, “E inoltre anche i tatuaggi. Non so nemmeno quanti ne abbia NINJA– Non saprei neanche come contarli. Ogni mattina la sua controfigura doveva farsi fare tutti quei tatuaggi”.

La scena di apertura del film è stata forse la più impegnativa. “C’erano tre elicotteri, con a bordo di due di essi droidi e poliziotti. Sul terzo era montata la macchina da presa. Lavoravamo con deceleratori, una rampa di tubi per uno dei veicoli, un mucchio di armi da fuoco, biciclette – e poi dovevamo metterci in mezzo gli attori. E poi, Brandon Auret, interprete di Hippo, non indossa la camicia, perciò abbiamo dovuto trovare un modo per nascondere le protezioni per garantire la sua sicurezza– visto che ha dovuto saltare attraverso delle finestre. E poi il furgone di Ninja e Yo-Landi che si ribalta– i ragazzi degli effetti speciali lo hanno dovuto fare usando un cannone. Durante quella settimana è successo di tutto, ma tutto è andato a meraviglia”.

I COSTUMI

Diana Cilliers, che aveva già collaborato con Blomkamp in District 9, ha supervisionato i disegni dei costumi. Dice che nonostante l’ambientazione avvenga nella stessa città, i costumi hanno un’estetica completamente diversa. “In District 9, avevamo lo stile specifico del centro di Johannesburg. In questo film, Neill non voleva assolutamente ripeterlo; abbiamo quindi usato un look alla American gangster della costa est”. La Cilliers ha anche collaborato ai costumi di Chappie, assieme al reparto attrezzeria, quando i gangsters danno al robot le catene e la gioielleria.

Deon, dal canto suo, ha un look specifico. “C’è una parte specifica di Johannesburg, Kempton Park, frequentata da molte persone che lavorano nell’industri della difesa”, dice. “Indossano abiti old fashion – non proprio vintage, ma di sicuro conservatori, che non ostentano – persone che provano ad essere invisibili, in un certo senso”.

Anche Vincent ha un guardaroba che deriva dal suo carattere. “Neill ha descritto il personaggio come un allevatore australiano, che ha un passato nelle forze armate”, dice la Cilliers. “Hugh è stato impegnativo. Abbiamo iniziato a lavorare come ad una caricatura per poi arrivare ad un look più reale ed unico per Hugh. La sua acconciatura è particolare, così come i pantaloncini ed i calzini”.

Un modo per dimostrare le differenze con cui i costumi possano definire un personaggio, è nelle differenze di guardaroba tra Yankie – parte del trio gangster insieme a Ninja e Yo-Landi – e Hippo, il boss. “Abbiamo cercato di dare a Yankie un aspetto alla gangster di Los Angeles – specificamente non sudafricano. Quindi, abbiamo svolto numerose ricerche e noi tre, io, Neill e Jose, abbiamo collaborato al look finale Sarah Rubano, del reparto trucco e acconciature, ha aggiunto alcuni tatuaggi straordinari. Hippo, dall’altro lato, è molto sudafricano, molto Johannesburg, quindi l’acconciatura ed i tatuaggi di Sarah hanno colto nel segno. Abbiamo anche cercato di non esagerare con il guardaroba, così da non interferire o diventare eccessivo. In entrambi i casi i tatuaggi sono stati creati appositamente per i personaggi”.

Naturalmente i personaggi con il look più originale sono quelli di Ninja e Yo-Landi. “Il loro aspetto è già noto, e Neill ha voluto che impersonassero loro stessi. Per questo motivo abbiamo ingaggiato Gabby De Gersigny, che ha curato lo stile di tutti i loro video musicali. Era fondamentale mantenere quello stile per il senso dei personaggi”.

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