Locandina L’ospite

L'ospite (2018)

L'ospite
Locandina L'ospite
L'ospite è un film del 2018 prodotto in Italia e Svizzera, di genere Drammatico diretto da Duccio Chiarini. Il film dura circa 94 minuti. Il cast include Daniele Parisi, Silvia D'Amico, Anna Bellato, Federica Victoria Caiozzo, Sergio Pierattini, Milvia Marigliano, Daniele Natali, Guglielmo Favilla, Tatiana Winteler, Anahì Traversi, Francesco Lagi, Nicola Mastroberardino. In Italia, esce al cinema giovedì 22 Agosto 2019 distribuito da Mood Film. Al Box Office italiano ha incassato circa 80391 euro.

Guido pensava di avere una vita tranquilla fino a quando, in un pomeriggio d'inverno, un imprevisto sotto alle lenzuola non arriva a turbare la sua relazione con la fidanzata Chiara. Diretti in farmacia per comprare la pillola del giorno dopo, Guido le propone di non prenderla e Chiara si trova costretta a confessare i suoi recenti dubbi sul loro rapporto. È l'inizio della crisi e Guido è presto costretto a fare le valigie e ad andarsene di casa, ma per andare dove? Incapace di stare da solo, chiede ospitalità nelle case dei genitori e degli amici più cari trovandosi a naufragare da un divano all'altro nell'insolito ruolo di testimone delle loro vite e dei loro grovigli amorosi.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 22 Agosto 2019
Uscita in Italia: 22/08/2019
Genere: Drammatico
Nazione: Italia, Svizzera, Francia - 2018
Durata: 94 minuti
Formato: Colore
Produzione: Mood Film, Rai Cinema, Cinédokké, RSI Radiotelevisione svizzera per la Svizzera, House on Fire per la Francia, Relief (in associazione con), Lazio Cinema International (con il sostegno di), MIBACT Direzione Generale Cinema (con il sostegno di), Eurimages (con il sostegno di), UFC Ufficio Federale della Cultura (con il sostegno di), Fondo bilaterale per lo sviluppo di coproduzioni di opere cinematografiche italo-francesi MIBACT-CNC (con il sostegno di), TorinoFilmLab (con il sostegno di)
Distribuzione: Mood Film
Box Office: Italia: 80.391 euro
Note:
La sceneggiatura del film è stata finalista al Premio Solinas e il progetto è stato sviluppato nell'ambito di Cinefondation Le Residence e del TorinoFilmLab Frame Work ed è stato selezionato al Berlinale Co-Production Market, al Locarno Alliance for Development e al Venice Gap Financing Market.

Cast e personaggi

Regia: Duccio Chiarini
Sceneggiatura: Duccio Chiarini, Roan Johnson, Davide Lantieri, Marco Pettenello
Musiche: Tyler Ramsey
Fotografia: Baris Ozbicer
Scenografia: Laura Boni
Montaggio: Roberto Di Tanna
Costumi: Kay Devanthey

Cast Artistico e Ruoli:
foto Tatiana Winteler

Tatiana Winteler

Professoressa Anichini
foto Roberta Fossile

Roberta Fossile

Dottoressa Pronto Soccorso
foto Igor Horvat

Igor Horvat

Neurologo
foto Brunori Sas

Brunori Sas

Cantante Locale
foto Luca di Giovanni

Luca di Giovanni

Agente Immobiliare
foto Alberto Chiarini

Alberto Chiarini

Professor Ciminieri
foto Bianca Ceravolo

Bianca Ceravolo

Studentessa Universitaria
foto Dario Mannini

Dario Mannini

Dottore Pronto Soccorso
foto Giacomo Valeri

Giacomo Valeri

Bambino Piscina
foto Enrico Saccà

Enrico Saccà

Segretario Scuola
foto Sveva Cedro

Sveva Cedro

Studente
foto Marie Caravano

Marie Caravano

Bambina Parco
foto Pietro Caravano

Pietro Caravano

Bambino Parco
foto Alessandro Fiorelli

Alessandro Fiorelli

Bambino Parco
foto Francesco Palmieri

Francesco Palmieri

Bambino Parco
foto Paolo Proto

Paolo Proto

Bambino Parco
foto Francesco Proto

Francesco Proto

Bambino Parco



Produttori:
Tommaso Arrighi (Produttore), Michela Pini (Coproduttore), Vincent Wang (Coproduttore), Frédéric Bellaïche (Coproduttore), Valentina Avenia (Produttore associato), Anita Voohram (Produttore associato), Livia Cortese (Produttore delegato), Francesca Zanza (Produttore delegato, Produttore esecutivo)

Immagini

[Schermo Intero]

Le riprese del film L'ospite sono iniziate nel mese di novembre 2017 a Roma dove sono proseguite fino al 15 dicembre.

L'OSPITE ha avuto la sua premiere mondiale a inizio agosto 2018 al Locarno Festival nella sezione Piazza Grande. Successivamente è stato presentato in Nord America allo Chicago International Film Festival, nella sezione Spotlight Comedy a cui è seguita anche la partecipazione al Seattle International Film Festival nella sezione Cinema Italian Style. Parallelamente il film ha partecipato a concorsi e rassegne di cinema italiano all'estero tra cui Annecy Cinéma Italien, Festival du Film Italien de Villerupt, Festival du Film Italien a Aiacciu, Quinzaine du Cinéma Italien a Chambérly, Mittle Cinema Fest di Budapest e Bratislava, Semana de Cine Italiano Buenos Aires, Cinema Made in Italy a Londra. Con la selezione nella sezione Festa Mobile / TorinoFilmLab al Torino Film Festival il film debutta anche in Italia nel novembre 2018.

NOTE DI REGIA – Duccio Chiarini

L'idea di questo film è quella di raccontare quel passaggio della vita legato alla fine di un amore in tutta la sua dolorosa ed anche ironica complessità. Dal tentativo di arrestare il corso degli eventi, convinti che ci sia un gesto che possiamo compiere, o una frase che possiamo dire per riavere con noi la persona amata, all'affannosa ricerca di questo gesto nei consigli degli altri (che ci appaiono improvvisamente saggi ed illuminati quando invece hanno i nostri stessi problemi e insicurezze). In questo percorso siamo spesso portati a mutare il nostro sguardo sulla nostra esistenza: ci vediamo improvvisamente persi e smarriti e cerchiamo così di ridefinirci e migliorarci in tutti gli aspetti che ancora possiamo controllare, come se quel gesto sospeso per non perdere l'altro potessimo ancora compierlo per recuperare noi stessi. Un percorso che assomiglia molto a quello dei viaggi più avventurosi quando da un luogo conosciuto ci inoltriamo verso l'ignoto con in testa solo una meta vaga, come la ricerca della felicità; un viaggio pieno di battute d'arresto nel quale tuttavia ogni passo compiuto ci aiuta a comprendere qualcosa di più su noi stessi e nel quale un contributo fondamentale arriva dalle persone che incontriamo sul cammino, capaci di donarci un punto di vista diverso sulle cose per aiutarci ad arrivare a quella "guarigione" che all'inizio sembrava tanto lontana.

Sin da quando ho iniziato a pensare a questa storia di separazione e rinascita ero guidato dalla sensazione che qualcosa stesse accadendo un po' troppo tardi nella vita del protagonista Guido, come se vi fosse una leggera discronia tra i tempi della sua crescita interiore e psicologica e quelli del suo ciclo biologico. Questa sensazione di malinconica verità che sentivo e sento tuttora molto vicina al mio vissuto e a quello di molti coetanei, mi ha dato l'intuizione che forse un "romanzo di formazione tardivo" potesse essere un modo vero e sincero per raccontare alcune caratteristiche della generazione "iper-formata" alla quale appartengo, una generazione che ha passato anni a specializzarsi teoricamente in mille discipline universitarie e che tuttavia stenta a trovare lo spazio per esercitare concretamente le proprie conoscenze, come se avesse sempre bisogno di nuove conferme prima di prendere una decisione che potrebbe poi rivelarsi sbagliata.
Da questa intuizione iniziale ho successivamente maturato l'idea di raccontare questo momento di crescita in un uomo che si avvicina alla quarantina provando ad avvicinarmi ed osservarlo da tanti punti di vista diversi, uno per ogni lato della sua personalità; ho iniziato così a pensare alle conseguenze della crisi della sua relazione sentimentale in relazione alle sue insoddisfazioni lavorative ma soprattutto in relazione alla sua dimensione di figlio. Nascendo questa storia da un desiderio di paternità non corrisposto dalla sua compagna, mi sembrava interessante andare ad osservare le conseguenze di questo mancato passaggio all'età adulta anche osservando la vita di Guido nella sua dimensione di figlio di due genitori che stanno lentamente ma inesorabilmente invecchiando; nel passaggio dal ruolo di figlio privo di responsabilità a quelle di adulto chiamato a prendersi cura dei propri genitori sentivo infatti uno spunto emotivo che mi emozionava sinceramente.

Anche se in maniera meno evidente rispetto al mio primo film "Short Skin", anche questo film è caratterizzato dal desiderio di affrontare il tema della complessità delle relazioni sentimentali utilizzando il punto di vista di un uomo fragile. Guido, seppure quasi quarantenne, sembra soffrire delle difficoltà che caratterizzano la vita quotidiana di molti suoi coetanei, uomini che non riescono a definirsi bene nei confronti dell'altro sesso, orfani di una maniera tradizionale di essere maschio e alla ricerca di un nuovo modo di vivere la propria identità sessuale di fronte a figure femminili sempre più distanti da quelle delle loro madri. Mi sembrava da questo punto di vista interessante l'idea di raccontare il desiderio di genitorialità attribuendolo alla figura maschile della coppia e ribaltando così degli stereotipi che solo fino a qualche anno fa sembravano immutabili; questo non tanto per un criterio di originalità narrativa ma appunto per un desiderio di rappresentazione delle dinamiche relazionali che stanno affermandosi oggi.

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