Locandina Monos – Un gioco da ragazzi Alejandro Landes
Locandina Monos - Un gioco da ragazzi
Monos - Un gioco da ragazzi (Monos) è un film del 2019 prodotto in Colombia, di genere Avventura e Drammatico diretto da Alejandro Landes. Il film dura circa 103 minuti. soggetto di Alejandro Landes. Il cast include Julianne Nicholson, Moises Arias, Sofía Buenaventura, Julián Giraldo, Karen Quintero, Laura Castrillón, Deibi Rueda, Paul Cubides, Sneider Castro, Wilson Salazar, Jorge Román, Valeria Solomonoff.

Otto adolescenti isolati dal mondo, nel bel mezzo dell'America Latina, tra le montagne e le foreste, si allenano e combattono. A prima vista potrebbe sembrare un campo estivo, un bizzarro ritrovo di ragazzi che giocano a fare i soldati. Invece si tratta dello scenario iniziale di una missione delicatissima: gli otto adolescenti hanno con sé una prigioniera, una donna americana che chiamano semplicemente "la Dottoressa". Il loro compito è proteggerla. Quando la Dottoressa fugge l'equilibrio del gruppo si sgretola e la missione più importante diventa la sopravvivenza. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita in Italia: Uscita posticipata come effetto dell'emergenza da Coronavirus
Genere: Avventura, Drammatico, Thriller
Nazione: Colombia - 2019
Durata: 103 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: I Wonder Pictures
Note:
Il film al BFI - London Film Festival 2019 ha vinto il Premio come Miglior Film, ed è stato scelto dalla Colombia come proprio rappresentante agli Oscar 2020 per la categoria Miglior film straniero.
Soggetto:
soggetto di Alejandro Landes.
Classificazioni per età: ITA: 7+

Cast e personaggi

Regia: Alejandro Landes
Sceneggiatura: Alexis Dos Santos, Alejandro Landes
Musiche: Mica Levi
Fotografia: Jasper Wolf
Montaggio: Yorgos Mavropsaridis, Ted Guard, Santiago Otheguy

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Fernando Epstein (Produttore), Santiago Zapata (Produttore)

Immagini

[Schermo Intero]

CONVERSAZIONE CON IL REGISTA E SCENEGGIATORE ALEJANDRO LANDES

COME È NATO QUESTO PROGETTO?
C'è stata una guerra civile apparentemente senza fine in Colombia, una guerra che ha coinvolto molti fronti: quelli paramilitari, i guerriglieri, i Narcos e il governo. Tutto sembra essere arrivato al limite. La possibilità di una pace è nell'aria, ma è troppo fragile, ed è passato molto tempo. MONOS – UN GIOCO DA RAGAZZI esplora questo momento attraverso il cinema.

IN CHE MODO LA SITUAZIONE IN COLOMBIA HA ISPIRATO DIRETTAMENTE QUESTO FILM?
L'ex presidente ha ricevuto il premio Nobel per la pace l'anno scorso, per aver firmato un accordo di pace con la FARC, il principale gruppo guerrigliero. Ma è stata una pace respinta attraverso un referendum e c'è stato bisogno di un decreto esecutivo da parte del Governo. L'accordo prevede che tutti i gruppi armati debbano rinunciare alle loro armi e dirigersi verso le città. Non è ancora chiaro come saranno ricevuti: saranno accolti e aiutati a ricominciare da capo oppure verranno uccisi nelle strade per vendetta o dimenticati? Questa domanda crea una bomba a orologeria.

NEL TUO FILM GETTI LO SPETTATORE A CAPOFITTO IN UN AMBIENTE NON SPECIFICATO, PRIVO DI CONTESTO.
L'idea era quella di creare un mondo atemporale, fuori posto, fuori dal tempo, lontano da tutto, con questo gruppo di ragazzi che viene addestrato e sorvegliato da una forza sconosciuta.
Sono in missione, parte di un esercito clandestino. Sono una squadra di soldati ma sono, anche, un gruppo affiatato di adolescenti. Sebbene i dettagli della guerra civile colombiana siano la fonte di ispirazione, l'idea era che il film attraversasse i confini ed esistesse come un mondo a sé stante.

IL TEMA DEI BAMBINI SOLDATO SEMBRA AVERTI AFFASCINATO MOLTO.
La maggior parte di noi ha sognato, più di una volta, di fuggire con gli amici in un posto molto lontano e di fare quello che voleva senza che nessuno lo guardasse o dicesse cosa fare. In MONOS – UN GIOCO DA RAGAZZI, i giovani sono una metafora della Colombia come nazione; è un paese giovane, ancora alla ricerca della sua identità, e il sogno di pace è fragile, incerto e ricorrente. Molto più che dei "bambini soldato", questo film parla all'adolescenza perché è proprio allora che iniziamo a lottare per capire chi siamo e chi vogliamo diventare. È come un palcoscenico della vita in cui siamo intrappolati tra la voglia di compagnia e, altrettanto disperatamente, quella di solitudine. MONOS – UN GIOCO DA RAGAZZI, quindi, cerca di evocare questa angoscia e questo conflitto.

QUAL È LA MISSIONE CHE IL GRUPPO DI GIOVANI GUERRIGLIERI DEVE AFFRONTARE?
Stanno proteggendo un prigioniero di guerra. I gruppi ribelli di tutto il mondo rapiscono prigionieri per politica, per denaro, oppure per alimentare la loro lotta. Generalmente il prigioniero è curato dal gradino più basso nella gerarchia, che tende ad essere il soldato più giovane. A volte i bambini. Questi soldati sono di solito posizionati in un avamposto remoto, ma il conflitto può essere altrettanto intenso come in trincea.

LA DINAMICA DEL GRUPPO VA OLTRE L'ALLINEAMENTO POLITICO, PERSINO       OLTRE IL GENERE…
In guerra i confini diventano sfocati. Così succede in politica. Sinistra? Destra? Dopo un po' cosa importa? Ciò è particolarmente evidente nei conflitti dove sono coinvolti molti fronti, come in Colombia o in Siria, dove la guerra apre le porte a combattimenti mercenari o puramente personali. Non c'è un singolo protagonista in questo film. Il personaggio principale è il gruppo: una squadra formata da adolescenti con il nome in codice Monos. Attraverso un punto di vista fluido, seguiamo il gruppo mentre prova a rimanere unito, anche quando le cose diventano sempre più confuse.

RAMBO, INTERPRETATA DA SOFIA BUENAVENTURA, È UN PERSONAGGIO AFFASCINANTE. SI POTREBBE DEFINIRE QUASI POST-GENDER…                                                                                                      
Nella sceneggiatura Rambo aveva un genere sessuale specifico ma durante il processo di casting, durato un anno, è diventato sorprendentemente poco importante.  Sofia, che abbiamo visto giocare a basket per la prima volta e spesso si fa chiamare Matt, ha una moralità molto profonda, oltre a caratteristiche androgine, e abbiamo capito che poteva diventare Rambo.
Devo dire che è stato affascinante vedere come, dopo una proiezione, metà del pubblico abbia visto Rambo come un ragazzo e l'altra metà l'abbia visto come una ragazza. Tutto ciò cambia le impressioni più profonde che il film suscita? Penso di no.

PERCHÉ HAI SCELTO JULIANNE NICHOLSON NEL RUOLO DELLA DOTTORESSA, UNA PRIGIONIERA DI GUERRA AMERICANA?
Anche se sappiamo poco di lei, incarna lo straniero, il nemico e la madre. Ciò che ho trovato particolarmente attraente in Julianne è la sua natura innatamente tenera e materna, che rende la sua svolta violenta ancora più interessante. Inoltre ha un aspetto molto iconico, come se fosse una Biancaneve con i suoi sette nani. Julianne è una presenza incombente: alta, scheletrica, bianca. Insieme al gruppo di giovani così turbolenti ed eterogenei crea un netto contrasto.
Il ruolo è stato fisicamente impegnativo, e la preparazione è cominciata prima dellE riprese. Julianne ha seguito una dieta molto ferrea, mettendo da parte ogni vanità, e affrontando questa sfida con coraggio. Ha deciso che non voleva nessuno che le facesse da controfigura. Ha fatto tutto da sola, come affrontare le folli correnti fluviali, scivolando giù da una collina durante una frana, in piena notte.

COME È AVVENUTA LA SCELTA DEGLI ATTORI?
Abbiamo fatto provini a 800 ragazzi provenienti da tutta la Colombia. Ne abbiamo scelti 30 per partecipare a un finto campo di addestramento in cima alle Ande. Per settimane hanno fatto esercizi di improvvisazione e recitazione al mattino, guidati dall'attrice argentina Inés Efrón, e un addestramento militare nel pomeriggio, imparando a trasportare un'arma, a fare capriole e a sparare in modo che si muovessero come veri guerriglieri. L'istruzione militare è stata impartita da un ex comandante di una temuta unità di combattimento della guerriglia, che ha abbandonato la FARC, di nome Wilson Salazar. È un uomo che, solo tre anni fa, aveva una grossa taglia sulla sua testa: vivo o morto. Siamo stati immediatamente conquistati da lui che ha finito per interpretare il ruolo del Messaggero, il principale contatto della squadra con l'Organizzazione.
Vedendo le dinamiche personali e di gruppo, emerse da questi estenuanti allenamenti, abbiamo scelto il gruppo di 8 ragazzi che è diventato MONOS. Questa fase di preparazione è stata importantissima, davvero. Far vivere insieme il cast in un ambiente remoto per settimane, in spazi molto ristretti, ha creato un'esperienza unica, e lo abbiamo fatto filmando tutto con un piccolo team e una macchina da presa: tutto ciò li ha uniti prima ancora che la produzione avesse inizio.

IL CAST È FORMATO, PER LO PIÙ, DA NON ATTORI?
Il gruppo proviene da background familiari ed esperienze di recitazione incredibilmente diverse. L'attore che interpreta Boom Boom proviene da una remota campagna, trasporta verdure per vivere, con suo padre, e non ha assolutamente esperienza di recitazione, mentre l'attore che interpreta Rambo è uno skater. Un altro membro del cast è arrivato da un programma teatrale all'interno di un severo collegio per il recupero di tossicodipendenti adolescenti. E uno di loro arriva da Hollywood: Moisés Arias, che interpreta Gambalunga, proviene da una famiglia colombiana ma si è trasferito da ragazzo in Georgia, prima di avere una carriera come attore in Hannah Montana. È un cast molto eterogeneo.

PRIMA DI QUESTO PROGETTO HAI PROGETTATO CASA BAHIA, UNA CASA MODERNISTA NELLA BAIA DI BISCAYNE IN FLORIDA, CHE HA VINTO UN PREMIO ARCHITIZER; HAI PORTATO QUALCOSA DA QUEL PROGETTO CON TE IN MONOS – UN GIOCO DA RAGAZZI?
Quando mi è stata offerta la possibilità di progettare un edificio ho colto al volo l'occasione, anche se non mi rendevo conto di quanto sarebbe stato lungo e intenso. Concettualmente, il modo in cui scrivi una sceneggiatura, è simile alla creazione di un piano di architettura. Confronti quelle idee sulla carta con la realtà della costruzione, proprio come succede quando pensi a una scena e a come dovrai girarla. Ero sul posto ogni giorno, a dirigere i lavori, con tutti gli errori che si presentavano e che ho dovuto aggiustare durante la costruzione della casa.  Proprio quello che succede quando dirigi un film. Penso che devi distruggere i tuoi piani per poter creare e ho avuto il privilegio di farlo su entrambi i progetti.

CASA BAHIA, SEBBENE LUSSUOSA, RICORDA ANCHE UNA SPECIE DI BUNKER – COME IL BUNKER DI PIETRA SULLA CIMA DELLA MONTAGNA NELLE SCENE DI APERTURA DI MONOS.
C'è un po' di grossolanità in Casa Bahia, nel modo in cui incorpora legno grezzo, pietra e cemento, e inoltre la facciata non è dipinta. In Monos – Un gioco da ragazzi, quando i personaggi – per lo più non attori, in luoghi reali, con illuminazione naturale – guardano nella telecamera durante una sequenza, ad esempio, c'è la stessa sciattezza, ma anche un'idea formale. Il film contrappone il naturalismo con un messa in scena stilizzata: la magia sta nella tensione tra le due cose, allo stesso modo in cui Casa Bahia unisce materiali pesanti e naturali, ma all'interno di ampi spazi e superfici riflettenti che conferiscono alla struttura un aspetto fluttuante, leggero. Penso che ci sia molta emozione ed è lì che vedo l'architettura e il film avere molto in comune.

DESCRIVI IL PAESAGGIO INIZIALE DEL FILM, AMBIENTATO SU UNA MONTAGNA REMOTA FUORI DA UNA CITTÀ LONTANA E SENZA NOME…
Stavamo cercando qualcosa di ultraterreno e abbiamo trovato queste monumentali strutture in pietra – resti di una miniera di cemento abbandonata – in quella che sembrava la cima del mondo. La semplice geometria ha creato un luogo dal senso così specifico ma impossibile da datare o posizionare sulla mappa. Ho capito subito che avevamo trovato il luogo perfetto dove iniziare il film.
Inoltre, questo altopiano di montagna, è un ambiente unico: una zona umida, galleggiante e amorfa. Narrativamente seguiamo il vero percorso che fa l'acqua: scende giù dalla cima della montagna, in una spirale rotolante verso il basso, fino a raggiungere un'alta pendenza nelle rapide che si trovano nella giungla sottostante.

DOVE HAI GIRATO LA SEQUENZA DI APERTURA?
Abbiamo girato a circa quattro ore di macchina fuori Bogotá, in un parco nazionale chiamato Chingaza, che è molto in alto, oltre 4000 km. È un ambiente incredibilmente fisico a causa della mancanza di ossigeno, del freddo, dell'umidità e dell'imprevedibilità del tempo. È stato anche il posto più silenzioso che abbia mai visto. Girare lì è stato davvero difficile ma la lontananza, e l'aria così rarefatta, hanno portato l'intera troupe in un diverso stato mentale, lontano da tutto.

IN CHE MODO IL SIGNORE DELLE MOSCHE HA INFLUENZATO QUESTA STORIA?
Il signore delle mosche e Cuore di Tenebra di Conrad hanno poteri allegorici che vanno ben oltre il loro tempo, i conflitti o le nazioni. Inoltre, entrambi i romanzi, hanno qualcosa che indugia nel tuo subconscio, come un totem, come una sorta di tatuaggio.

LA SECONDA METÀ DEL FILM È AMBIENTATA NELLA GIUNGLA. IN CHE MODO SI SONO SVOLTE LE RIPRESE, RISPETTO ALLE SCENE DI APERTURA?
La vastità della cima della montagna era eccezionale: è facile vedere e sentire, in questo contesto, dove ti senti un granello di sabbia nell'immensità dell'universo. Immerso nella giungla, al contrario, perdi tutto il senso delle proporzioni; diventa più difficile vedere al di fuori di te, senza contesto e prospettiva. In MONOS – UN GIOCO DA RAGAZZI volevamo che la giungla rispecchiasse questa claustrofobia e distorsione mentre il gruppo inizia a rompersi.

DOVE HAI GIRATO LE SCENE DELLA GIUNGLA?
Abbiamo girato a cinque ore da Medellín nel fiume Samaná, un luogo spettacolare che fino a poco tempo fa era completamente inaccessibile a causa dei combattimenti tra guerriglieri e paramilitari. Dal momento che non molto tempo fa era troppo pericoloso per chiunque visitarlo, l'area rimane in gran parte incontaminata, uno strano dono che viene dagli anni di violenza che abbiamo vissuto in Colombia.

LE RIPRESE NELLA GIUNGLA SONO STATE DIFFICILI?
Abbiamo camminato lungo un ripido canyon nella giungla fino al fiume, con una squadra di muli che trasportavano il nostro cibo e le attrezzature. Quindi, con l'aiuto della squadra nazionale di kayak della Colombia, siamo scesi in un campo improvvisato. C'erano tende militari, costruite per il cast e la troupe, da una grande famiglia di minatori d'oro che la quale il nostro location manager aveva stretto amicizia e assunto. Guardando indietro penso a quanto sia stato magico il modo in cui una squadra di kayakisti, cercatori d'oro e muli abbiano contribuito alle riprese, nella giungla, per più di tre settimane. Laggiù eravamo solo noi, il fiume e un telefono satellitare per le emergenze.

DESCRIVI LE RIPRESE DELLE SCENE IN ACQUA…
Abbiamo avuto poco tempo per filmare le scene sott'acqua, perché le temperature corporee degli attori, e la loro capacità di trattenere il respiro, sono diminuite rapidamente. Filmare sott'acqua è difficile, in particolare in luoghi come un fiume o un lago nella giungla, dove non puoi avere il controllo. Fortunatamente, però, abbiamo avuto l'aiuto di Peter Zuccarini, uno dei principali direttori della fotografia specializzato in riprese sott'acqua, che ha girato film come Vita di Pi e La maledizione della prima luna. Progetta e costruisce la sua attrezzatura subacquea ed è stato un privilegio averlo con noi, assieme alla sua strumentazione, per quattro giorni.

COM'ERA IL MORALE DEL CAST E DELLA TROUPE DURANTE LE RIPRESE NELLA GIUNGLA?
Penso che tutti fossero al limite estremo di ciò che potevano fare fisicamente e intellettualmente. Un giorno sono stato portato su per il canyon, su una barella, perché non riuscivo nemmeno ad alzarmi e il nostro medico era sicuro che avessi l'appendicite. Ricordo di aver pianto nella barella, non per il dolore, ma perché non sapevo quando sarei tornato e che sarebbe stato quasi impossibile ricostruire il nostro campo nella giungla. Fortunatamente, la mia appendice andava bene e sono tornato presto.
Un altro giorno, dopo un acquazzone torrenziale, stavo preparando la scena mentre gli attori arrivavano e abbiamo sentito questo rumore fortissimo in cima al canyon. Un albero ha cominciato a precipitare giù per la collina, atterrando proprio ai piedi di Rambo. Nessuno è rimasto ferito ma tutti sono rimasti scossi: l'albero era enorme ed è successo in pochi secondi. Non siamo riusciti a lavorare, quella mattina. Ma, nel pomeriggio, eravamo tutti ai nostri posti, pronti a girare. La troupe e il cast sono stati sempre molto resilienti e sono grato per quello che hanno fatto.

QUAL È STATO IL MORALE DEI MEMBRI PIÙ GIOVANI DEL CAST MENTRE GIRAVI NELLA GIUNGLA, INVECE?
Hanno affrontato ogni sorta di sfide e dolori, ma quello che ho trovato più incredibile è che loro, tra tutte le persone sul set, hanno sempre pensato di fare qualcosa di speciale. Ne erano sicuri. Hanno abbracciato questa responsabilità e sapevano cosa stavano facendo.

DESCRIVI LA TUA COLLABORAZIONE CON ALEXIS DOS SANTOS, PER QUANTO RIGUARDA LA SCENEGGIATURA…
Ho adorato l'energia e la sensibilità che Alexis ha messo in Glue. Si è avvicinato alla storia che avevo scritto in un modo completamente nuovo e apolitico, conoscendo poco della Colombia. È rimasto con me, nel mio monolocale, a guardare film, come il russo Va' e vedi. Scrivevamo separatamente e qualche volta sullo stesso schermo. Alexis ha creato delle playlist da ascoltare per noi. Più che un collaboratore, considero Alexis un caro amico.

QUALI ERANO LE TUE IDEE PER QUANTO RIGUARDA LE MUSICHE?
Il mio film precedente non aveva musica. Credo che nei film debba essere usata con parsimonia e con uno scopo ben preciso. Monos – Un gioco da ragazzi è monumentale ma anche minimale nella sua estetica e Mica Levi è rimasta molto fedele a tutto ciò con la sua musica.
È molto d'impatto anche se, in tutto, non ci sono più di 23 minuti di musica nel film.
La musica, in una storia con così tanti protagonisti, diventa importante per la creazione del personaggio. I personaggi musicali principali sono due epici fischietti, che Mica ha utilizzato soffiando dentro bottiglie vuote nel suo appartamento. Il primo è un fischio d'autorità, che è acuto e sempre lo stesso. Evoca la presenza dell'Organizzazione. L'altro è un fischio simile a un uccello che parla del legame tra i ragazzi; inizia ruvido e diventa sempre più melodico, man mano che il film procede.
Inoltre c'è un timpano che ha suona quando arriva l'autorità per stabilire "la legge". Questo è il suono della forza oscura che cerca di controllare il gruppo a distanza.
Ci sono anche dei picchi, nella musica, che agiscono come una scarica di adrenalina, direttamente ispirata dalla musica EDM.

PERCHÉ MICA LEVI È STATA IL COMPOSITORE GIUSTO PER QUESTO FILM?
Mica si è connessa e ha compreso lo spirito del film: i volti, i colori, l'estremità dell'ambiente, la mescolanza di costumi, l'assenza di un tempo, di un luogo o di una data specifici. Ha una formazione classica ma può essere ugualmente ispirata dal pop o dall'heavy metal. Tutto ciò porta una sensibilità molto particolare, un mix di strumenti, che ha creato un suono distinto, emotivo e contemporaneo.

QUESTO È SOLO IL TERZO FILM DI MICA LEVI COME COMPOSITORE, DOPO UNDER THE SKIN E JACKIE. DESCRIVI COME È STATA COINVOLTA IN QUESTO PROGETTO.
Mica è salita a bordo dopo aver visto una versione incompiuta del film; mi ha inviato per la prima volta la musica del fischio e del timpano, che ho adorato, e abbiamo iniziato a lavorare insieme. Sono andato a Londra diverse volte e ci siamo impegnati, lavorando con un grande supervisore musicale, Bridget Samuels.
Per il mix, Mica e Bridget sono venute a Buenos Aires per lavorare con me e la sound designer, Lena Esquenazi. Lena, che è cubana e ha studiato suono nell'Unione Sovietica, non parla inglese. E Mica e Bridget non parlano lo spagnolo. Ma, nonostante la barriera linguistica, ci siamo accampati in uno studio buio per settimane, intrecciando il sound design con la musica per creare un unico panorama sonoro. Sono stati giorni intensi, con discussioni controverse, arrivando ad essere uno dei momenti salienti della realizzazione di questo film.

QUAL È IL SIGNIFICATO DEL TITOLO?
È un prefisso comune in spagnolo e deriva dalla parola greca che sta per "solo", ed è il nome in codice della squadra, nel film. Pensando a come inizia il film, partiamo con una "banda di fratelli" fino ad arrivare all'"ultimo sopravvisuto" alla fine del film.

COSA HAI CERCATO DI DIRE ATTRAVERSO LA VIOLENZA CHE DESCRIVI IN Monos – Un gioco da ragazzi?
La violenza è parte integrante della guerra e, quindi, un'esperienza inevitabile per questa giovane squadra e il loro ostaggio. L'intenzione non era di rappresentare una violenza cruenta o romantica, che sullo schermo potesse apparire divertente o coraggiosa, ma piuttosto una violenza vera e agghiacciante che diventa orribile anche per l'esecutore. La guerra è dentro di noi, come specie animale.

VEDI SPERANZA PER LA COLOMBIA E PER IL MONDO IN GENERALE?
Sì ed è per questo che ho realizzato questo film. Certamente non come risposta ma come parte di una conversazione passata, presente e forse futura. È vero che, nonostante l'accordo di pace, alcuni guerriglieri dissidenti hanno rifiutato di consegnare le armi e i gruppi paramilitari continuano a uccidere gli assistenti sociali e i leader sindacali. La situazione è instabile e c'è molta rabbia in Colombia e nel mondo di oggi. Questa rabbia sembra gorgogliare in superficie, dappertutto, e forse va bene perché non puoi guardare da un'altra parte. Sei costretto a impegnarti, a porre delle domande. Monos – Un gioco da ragazzi, alla fine,  ci pone di fronte a una domanda.

HomeVideo (beta)


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