The Father - Nulla è come Sembra
Locandina The Father - Nulla è come Sembra
The Father - Nulla è come Sembra (The Father) è un film del 2021 prodotto in USA, diretto da Florian Zeller. Il film dura circa 97 minuti. Tratto dall'opera teatrale 'Il padre' (Le père) scritta da Florian Zeller e andata in scena per la prima volta a Parigi nel 2012. Il cast include Olivia Colman, Anthony Hopkins, Mark Gatiss, Olivia Williams, Imogen Poots, Rufus Sewell. In Italia, esce al cinema giovedì 20 Maggio 2021 distribuito da BIM Distribuzione. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 15 Settembre 2021, in Digitale da giovedì 2 Settembre 2021.

Anthony ha 81 anni. Vive da solo nel suo appartamento londinese e rifiuta tutte le persone che sua figlia Anne cerca di imporgli. Presto però Anne non potrà più andarlo a trovare tutti i giorni: ha preso la decisione di trasferirsi a Parigi con un uomo che ha appena conosciuto.

Anthony ha 81 anni. Vive da solo nel suo appartamento londinese e rifiuta tutte le persone che sua figlia Anne cerca di imporgli. Presto però Anne non potrà più andarlo a trovare tutti i giorni: ha preso la decisione di trasferirsi a Parigi con un uomo che ha appena conosciuto… Ma se è così, allora chi è l’estraneo che piomba all’improvviso nel soggiorno della casa di Anthony, sostenendo di essere sposato con Anne da oltre dieci anni? E perché afferma con tanta convinzione che quella dove vive è casa sua e della figlia? Eppure Anthony è sicuro che quello sia il suo appartamento. Sembra esserci nell’aria qualcosa di strano, come se il mondo ad un tratto avesse smesso di seguire le regole abituali. Smarrito in un labirinto di domande senza risposta, Anthony cerca disperatamente di capire che cosa stia succedendo attorno a lui.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 20 Maggio 2021
Uscita in Italia: dal 20 Maggio 2021 al cinema in lingua originale, dal 27 Maggio 2021 al cinema in versione italiana; in TVOD dal 2 Settembre 2021
Nazione: USA - 2021
Durata: 97 minuti
Formato: Colore
Produzione: Trademark Films
Distribuzione: BIM Distribuzione
Soggetto:
Tratto dall'opera teatrale 'Il padre' (Le père) scritta da Florian Zeller e andata in scena per la prima volta a Parigi nel 2012.
Conosciuto anche come: The Father - Nulla E' Come Sembra [Italia]
In HomeVideo: in Digitale da giovedì 2 Settembre 2021 e in DVD da mercoledì 15 Settembre 2021 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: Florian Zeller
Sceneggiatura: Christopher Hampton, Florian Zeller

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
David Parfitt (Produttore), Jean-Louis Livi (Produttore), Philippe Carcassonne (Produttore), Christophe Spadone (Produttore per Les Films du Cru), Simon Friend (Produttore per SFE), Paul Grindey (Produttore esecutivo per Viewfinder), Daniel Battsek (Produttore esecutivo per Film4), Lauren Dark (Produttore esecutivo per Film4), Ollie Madden (Produttore esecutivo per Film4), Héloïse Spadone (Produttore esecutivo per Les Films du Cru), Alessandro Mauceri (Produttore esecutivo per Les Films du Cru), Hugo Grumbar (Produttore esecutivo per Embankment), Tim Haslam (Produttore esecutivo per Embankment), Zygi Kamasa (Produttore esecutivo per Lionsgate)

Recensioni redazione

The Father, la recensione del film con Anthony Hopkins
The Father, la recensione del film con Anthony Hopkins
Matilde Capozio, voto 7/10
Anthony Hopkins premiato con l'Oscar per il ritratto di un uomo afflitto dallo scorrere del tempo, mentre lui e la sua famiglia si trovano di fronte a cambiamenti irreversibili e dolorosi.

Immagini

[Schermo Intero]

Curiosità

The Father – Nulla è come Sembra è tratto dall’opera teatrale ‘Il padre’ (Le père) scritta da Florian Zeller e andata in scena per la prima volta a Parigi nel 2012, conquistando un premio Molière per la Miglior commedia, prima di debuttare a Broadway e nel West End londinese, dove ha ottenuto premi Tony e Olivier per il Miglior attore (rispettivamente a Frank Langella e Kenneth Cranham).

A PROPOSITO DI ‘The Father – Nulla è come Sembra

È un ineluttabile fatto della vita che in ogni rapporto tra un genitore e un figlio arrivi il momento in cui il figlio o la figlia diventa un/una badante e il genitore una persona non autosufficiente.
Questa realtà è il nucleo centrale di The Father – Nulla è come Sembra. Una drammatica storia famigliare splendidamente cesellata che unisce gli attori premio Oscar Anthony Hopkins e Olivia Colman nello struggente racconto di quello che accade quando un rapporto che per decenni ha colorato ogni singolo momento di vita all’improvviso cambia in modo irrevocabile.
Al suo esordio alla regia cinematografica il pluripremiato drammaturgo francese Florian Zeller che firma la sceneggiatura insieme al suo collaboratore di lunga data e traduttore Christopher Hampton. Florian dirige un sensazionale cast capitanato da Anthony Hopkins e Olivia Colman nei panni dell’anziano padre e della figlia di mezza età che lottano per adattarsi alle mutate circostanze di vita.
Florian Zeller, che è passato al cinema dal mondo del teatro, è abituato a costruire con il pubblico un rapporto che egli descrive ludico e giocoso. Lontano dal consueto ruolo di mezzo d’espressione naturalistico, il film consentirà agli spettatori di scoprire che quello che vedrremo sullo schermo non necessariamente ci restituirà una versione autentica del mondo.
In The Father – Nulla è come Sembra percepiamo la realtà attraverso il prisma dello stato confusionale del personaggio di Anthony, man mano che la sua demenza mette in moto un graduale declino che coinvolge ogni aspetto della sua vita quotidiana. Ma non si tratta solo di un film sulla demenza senile e Anthony è molto più di un inaffidabile narratore. È al centro di una lotta che regala a The Father – Nulla è come Sembra elementi sia del thriller che dell’horror – con la mente d Anthony nel ruolo di un’incessante nemesi. Nelle parole del regista, il pubblico dovrebbe provare la sensazione di “cercare a tastoni la strada in un labirinto”.
Malgrado un tema apparentemente cupo, The Father – Nulla è come Sembra è costruito su fondamenta di empatia umana, con momenti di ilarità e persino con un senso di gioia. Il film celebra l’indissolubile legame che esiste tra un genitore e una figlia mentre partono abbracciati per un viaggio verso l’ignoto.

DICHIARAZIONE DEL REGISTA-SCENEGGIATORE FLORIAN ZELLER

Il padre” esiste innanzitutto come opera teatrale. L’ho scritta nel 2012 per Robert Hirsch che ha magistralmente impersonato il protagonista sul palcoscenico per oltre tre anni. Sono rimasto al suo fianco per tutto quel tempo e oggi sono in grado di affermare che conosco questa storia dall’interno e che non ignoro alcuno dei percorsi che intraprende o dei sentimenti che evoca. Da allora è andata in scena in oltre 35 paesi diversi e ho avuto la grande fortuna di seguire la maggior parte di queste produzioni.
Quello che mi ha davvero colpito, in qualunque paese, è stata la straordinaria reazione del pubblico alla pièce. Affronta un argomento che malgrado sia doloroso, riguarda ciascuno di noi. Tutti noi abbiamo intravisto in un nonno, in un genitore o in una persona altrettanto cara, le prime inquietanti avvisaglie della perdita della ragione. E a quel punto chi di noi, con il cuore pesante, non si è fatto domande sul passare del tempo e su quello che comporta a livello personale?
Ma sono anche convinto che la reazione del pubblico sia stata così forte perché l’opera utilizza una strategia narrativa originale: gli spettatori si trovano dentro la mente del protagonista, ma se ne rendono conto solo gradualmente.
Dunque anche nella versione cinematografica, il pubblico sarà invitato a essere testimone in prima persona dell’esperienza della demenza. Ci tenevo che il film preservasse questa immediatezza per gli spettatori. Inoltre, dal momento che mi stava a cuore che sia il film sia la sceneggiatura fossero esuberanti, ho chiesto a Christopher Hampton di adattare il testo per il grande schermo. Sono convinto che il film non farà che amplificare ed estendere l’inedita narrazione di forte impatto emotivo proposta in primo luogo dalla sceneggiatura teatrale.
Il film sarà quasi interamente girato in un teatro di posa. L’appartamento di Anthony diventerà uno dei personaggi principali. Via via che la storia si dipana, subirà una serie di trasformazioni, spiazzando ulteriormente sia il pubblico che il protagonista. La vicenda ruoterà attorno agli stessi spazi e a spazi analoghi (e la scelta dell’inquadratura, come pure del modo in cui ci muoveremo in questi spazi, enfatizzerà questa sensazione), ma ogni dettaglio sembrerà indicare che i personaggi non si trovano nello stesso appartamento (gli arredi, il mobilio…). Queste trasformazioni si moltiplicheranno e produrranno un ambiente che potremo facilmente identificare come una residenza assistenziale.
Il film si aprirà su un registro simile a quello del thriller e uno dei principali punti di forza sarà la suspense. Ci porremo le stesse domande che si pone il protagonista: “che cosa sta succedendo attorno a me?”. Tuttavia la preoccupazione spesso cederà il passo a momenti di comicità e assisteremo all’energica e a tratti crudele ed esilarante lotta di un uomo convinto di essere ancora lucido e più che mai determinato a contrastare chiunque creda che non lo sia.
Se la tendenza estetica sarà inequivocabilmente realista, la costruzione del film non seguirà una realtà costante: coesisteranno vari livelli di realtà, molte azioni saranno in contraddizione e i personaggi non appariranno avere sempre la stessa identità. Chi sta realmente parlando? Chi esiste veramente? E chi è questa donna che sostiene di essere sua figlia?
Voglio che questo film eviti ogni forma di ottusità e spero al contrario che possa ispirare un’immensa lucidità e un profondo senso di umanità. Porteremo il pubblico a provare la costernazione del protagonista e a commuoversi per il suo sgomento e per la vulnerabilità e insicurezza che ciascuno di noi sperimenterà quando si avvicinerà la fine della nostra vita.
Infine, mi sia permesso citare alcuni film per una migliore descrizione dell’universo che vorrei creare, che vorrei evocare e per favore perdonatemi se menziono solo autentici capolavori: AMOUR di Haneke, per la semplicità e la violenza dell’emozione suscitata; ROSEMARY’S BABY di Polanski per il coinvolgente clima di stranezza che impone in uno spazio unico; e MULHOLLAND DRIVE di David Lynch, per l’inventività narrativa che fa coesistere numerose realtà contraddittorie e pone attivamente gli spettatori in una posizione in cui possono scoprire le proprie ragioni all’interno del film. [ Florian Zeller, maggio 2019]

LO SVILUPPO DI ‘The Father – Nulla è come Sembra

Nel trasferire la visione di Zeller dal palcoscenico al grande schermo è stato cruciale il ruolo dei produttori David Parfitt, Phillippe Carcassonne e Jean-Louis Livi. Phillippe e Jean-Louis si sono occupati dell’acquisizione dei diritti cinematografici e dello sviluppo iniziale del progetto in Francia mentre Parfitt si è unito al team per contribuire a traghettarlo oltre Manica e nella fase produttiva. In passato Liv aveva prodotto un cortometraggio diretto da Zeller e quando si è sparsa la voce della versione cinematografica della pièce Il padre, i due sono stati felici di lavorare di nuovo insieme. The Father – Nulla è come Sembra sarebbe stato il primo lungometraggio firmato da Zeller in qualità di regista, ma i produttori e altri attori coinvolti erano certi che grazie al suo talento e al suo personale legame con il progetto Zeller fosse l’unica scelta.
A chi ha la memoria lunga non occorre ricordare che David Parfitt ha creato sia la Compagnia Teatrale Renaissance sia successivamente la Renaissance Films insieme a Kenneth Branagh. Considerando il background di Parfitt in teatro, si potrebbe pensare che sia stato l’unico artefice della trasposizione di Il padre dal palcoscenico allo schermo. Tuttavia, egli sostiene di aver avuto un ruolo minore nelle prime fasi di sviluppo del progetto.
Parfitt dichiara “Molti miei lavori nascono in teatro e ancora oggi produco spettacoli teatrali. Avevo visto la pièce nel West End e ogni scena mi aveva sorpreso e stimolato. La narrazione mira a confondere il pubblico, ma quello che mi aveva colpito erano gli elementi del thriller. La progressiva presa di coscienza era magistrale, ma come Anthony lo spettatore non deve trovare la via d’uscita dal labirinto. Sapevo che i diritti cinematografici non erano disponibili dunque non mi sono interessato, ma ho capito subito che l’opera si prestava a un adattamento cinematografico”.
Secondo Parfitt, il successo della trasposizione è in gran parte merito della chiarezza della visione di Zeller e Carcassonne concorda. “Florian ha la straordinaria capacità di adattarsi a qualunque circostanza in cui si trovi”, dichiara. “Ha dato prova di una resilienza che tutti noi sappiamo essere una dote essenziale per sviluppare un film e ha avuto un ruolo chiave nell’attrarre il meglio del talento attoriale britannico in The Father – Nulla è come Sembra. È grazie alla sua passione e alla qualità della sceneggiatura che siamo riusciti ad avere le persone che volevamo nei ruoli principali. E abbiamo ottenuto grossi nomi in ruoli relativamente piccoli”.
Dopo che i tre produttori si sono assicurati i giusti attori e tecnici, la produzione si è svolta senza intoppi nelle cinque settimane di riprese. “Girare un film è un’esperienza piuttosto normale in qualunque parte del mondo uno si trovi”, continua Carcassonne. “Ma l’atmosfera sul set di The Father – Nulla è come Sembra era estremamente gradevole. Non eravamo molto preoccupati per la mancanza di esperienza di regia di Florian, perché per un regista l’esperienza può essere tanto una maledizione quanto una benedizione. Ma è stato un viaggio molto confortevole. Penso che quello che conta sia la natura dei personaggi che vediamo: persone normali che cercando di affrontare questioni di vita essenziali. Io non ho mai vissuto in prima persona una situazione di declino mentale e confusione cognitiva in età avanzata, ma mia madre ha novant’anni e malgrado sia molto arzilla, presto potrei trovarmi ad affrontare quest’ultima prova. Inoltre, non penso che in realtà il tema del film sia la demenza. Ha più a che vedere con il perdono e il cambiamento del rapporto che abbiamo con i nostri genitori”.

FLORIAN ZELLER & CHRISTOPHER HAMPTON

Durante le riprese Parfitt ricorda un’atmosfera molto amichevole, in particolare per quanto riguarda lo stretto rapporto che lega da tempo i collaboratori nella scrittura e traduzione Florian Zeller e Christopher Hampton. Il progetto non sarebbe stato possibile senza l’intuizione di Christopher Hampton che Zeller, autore relativamente sconosciuto fuori dalla nativa Francia, sia un talento internazionale. Zeller rende spesso pubblicamente omaggio al lavoro di Hampton e gli rende merito per averlo fatto conoscere al pubblico anglofono.
“Il mio curriculum vitae evidenzierebbe che The Father – Nulla è come Sembra non è la mia prima collaborazione con Florian”, afferma Hampton con un sorriso. “Ho iniziato la mia carriera in teatro lavorando con scrittori scomparsi come Laclos, l’autore di Le relazioni pericolose. Ho visto la pièce di Florian La verità (La vérité) e mi sono reso subito conto che era un autore da tenere d’occhio. Poi ho letto buone recensioni di Il padre (Le père) e quando l’ho visto in scena sono rimasto incantato. Ho incontrato Florian e gli ho chiesto il permesso di tradurlo, dal momento che mi è sembrata la pièce ideale con la quale presentare Florian agli spettatori britannici. Florian si è sempre fidato di come adatto i suoi lavori”.
I due collaboratori si trovano ad affrontare sempre il solito dilemma ogni volta che creano una nuova produzione: l’ambientiamo a Londra o a Parigi? Nella scelta della location di The Father – Nulla è come Sembra non c’era un contesto a guidarli. Osserva Hampton: “Per Le fils (lett. Il figlio) eravamo convinti che fosse necessaria un’ambientazione francese per via delle differenze che esistono nei sistemi sanitari francese e inglese nel trattamento della depressione e Le fils doveva riflettere quella differenza”. Malgrado scelgano di ambientare la pièce di Il padre a Parigi e il film a Londra, non temono che questo renda più difficile l’accesso al pubblico. Come dice Hampton: “I lavori di Florian trovano un pubblico in tutto il mondo”. Si tratta di emozioni e sentimenti umani, di rapporti e legami umani e di empatia umana: la collocazione geografica è più che mai irrilevante.
Nell’esordire nella regia cinematografica con un suo adattamento di un suo lavoro teatrale di grande successo, Zeller si è cimentato in questa nuova disciplina con un atteggiamento tranquillo e affascinante. Il suo desiderio è giocare con gli spettatori cinematografici nel modo in cui ama pilotare un pubblico teatrale. Descrivendo The Father – Nulla è come Sembra, sostiene che “In un certo senso è un thriller. Chiede al pubblico di partecipare alla storia costruendo una narrazione, come ho fatto io in teatro. Volevo che il pubblico si sentisse più vicino ai personaggi. Con Anthony Hopkins nei panni del protagonista Anthony, abbiamo un attore che ha sempre avuto una potente presenza scenica. Ma per me è stato affascinante osservarlo lavorare con Olivia (Colman) che a mio giudizio è la più grande attrice in attività in questi anni. La storia parla del momento in cui un figlio diventa il genitore del proprio genitore e Anne, interpretata da Olivia è il fulcro della narrazione. È costretta a scegliere se vivere la sua vita o la vita di suo padre”.
Continua: “Per me scrivere è molto simile a sognare ed è stato solo quando ho visto le mie opere teatrali in produzione che mi sono reso conto di quello che avevo scritto. Il teatro e il cinema ti fanno ricordare che sei parte di qualcosa di più grande di te. Malgrado le caratteristiche del labirinto, la pièce possiede anche un preciso senso di gioia che ho voluto conservare”.
Hampton è anche attento a sottolineare il fatto che The Father – Nulla è come Sembra non è un trattato di medicina. “Non parla di una patologia medica e delle persone che ne sono affette”, spiega. “The Father – Nulla è come Sembra cerca di trovare un modo artistico di presentare il modo in cui la demenza impatta sulle persone che ruotano attorno al paziente, coloro che subiscono il ribaltamento della situazione. Sostengo anche che la sceneggiatura è sorprendentemente divertente.” Parfitt concorda e descrive il film come “quasi una black comedy in alcune parti”.

IL CAST

“Quando ho iniziato a lavorare all’adattamento della mia pièce, il volto che continuavo mentalmente a visualizzare era sempre quello di Anthony Hopkins”, ricorda Zeller. “Avevo la profonda convinzione che sarebbe stato molto efficace e sconvolgente in questo ruolo. È stato all’origine del mio desiderio di realizzare questo film e l’unico motivo per cui ho deciso di girare in inglese: era un modo per arrivare a lui. In questo senso, ha fatto parte del mio sogno. Ecco perché il nome del protagonista è Anthony”.
Il rapporto tra Christopher Hampton ed Anthony Hopkins risale a più di quarant’anni fa, agli inizi degli anni ’70 e al film AMORE E RABBIA. Zeller e Hampton si recano a Los Angeles per parlare con Hopkins del ruolo di Anthony. “Lo abbiamo avvicinato e lui ha accettato di interpretarlo quasi immediatamente”, ricorda Hampton, “ma poi abbiamo dovuto attendere pazientemente che fosse disponibile per girare!”
Tra Hopkins e Zeller si crea subito un buon rapporto. “Conoscevo Christopher Hampton perché avevo lavorato con lui diverse volte in passato. Sapevo che sarebbero stati un cast e una troupe relativamente piccoli. Tutto era molto compatto: avevo quasi la sensazione di lavorare a una produzione artigianale. Sono stato felice di apprendere da Florian che la sceneggiatura di The Father – Nulla è come Sembra era stata scritta pensando a me. Se è così, mi sento molto lusingato e onorato.”
“Lavorare a questo film”, continua, “mi ha fatto concentrare sulla mia mortalità. In un certo senso, tendo quasi a pensare che forse eviterò di soffrire di demenza perché ho impersonato un malato! Ci siamo molto divertiti sul set a cercare di memorizzare lo stile colloquiale dei dialoghi di Florian. Per certi versi, quando le macchine da presa si accendevano su di me, non avevo più bisogno di recitare!”
“Ho ottantadue anni e sono riuscito a superare l’età che aveva mio padre quando è morto. Penso di aver capito Anthony fin dall’inizio: per certi aspetti è stato come interpretare mio padre”. Quando gli chiediamo della sua età e di un possibile ritiro dalle scene, la reazione di Hopkins è tipicamente forte: “Morirei se smettessi di lavorare. Penso di essere un vecchio guerriero! Un sopravvissuto!”.
Avendo lavorato a stretto contatto con Anthony Hopkins, Olivia Colman osserva: ” È un uomo estremamente vitale. È un gran chiacchierone, ma non appena chiamano “azione!” è pronto a lavorare. Sono d’accordo con lui che siamo stati molto fortunati a recitare in The Father – Nulla è come Sembra. È stato un vero lusso”.
Benché il riconoscimento internazionale del suo straordinario talento sia emerso solo in tempi relativamente recenti, nel Regno Unito sono molti anni che Olivia Colman offre interpretazioni poliedriche e acclamate dalla critica. La sua costante ascesa a livello mondiale è culminata nel 2019 con l’Oscar come Migliore attrice ricevuto per il suo personaggio nel film La Favorita. Dal ruolo che l’ha resa famosa in Tirannosauro, è difficile scegliere un’interpretazione degna di nota, considerando l’eccellente livello che caratterizza da sempre il suo lavoro. Ha l’impressionante capacità di raggiungere il cuore di un personaggio portando con sé il pubblico, un pubblico che si fida del fatto che sarà autentica in tutto quello che farà e dirà. È una dote che solo pochi attori possiedono e questa ricerca della verità è accompagnata da una toccante modestia riguardo al suo modo di lavorare, una franchezza che gli spettatori percepiscono e che crea un legame tra loro e l’attrice. Dunque non stupisce che Colman sia considerata un tesoro nazionale sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. La serata del conferimento dell’Oscar l’ha lanciata in un’orbita completamente diversa. Eppure lei è come di consueto arguta e modesta rispetto ai risultati che ha conseguito e a quello che potrebbe riservarle il futuro.
È anche molto diretta nel suo elogio della scrittura di Zeller e del cast del film: “Adoro questa storia al 100%. È una delle sceneggiature su questo argomento scritte in modo più bello e la prospettiva di lavorare con Anthony è stata un’ulteriore ragione che mi ha spinta ad accettare il ruolo. Peraltro, lavorare con Rufus Sewell che interpreta Paul, mio marito, non è stata esattamente una fatica! Il copione mostra molto bene come deve essere vivere la vita di un uomo che soffre di Alzheimer e alterna momenti di lucidità a momenti di buio totale. Anne desidera prendersi cura di suo padre, ma deve anche vivere la sua vita. È costretta a prendere delle decisioni molto difficili”.
Parlando di cosa l’ha attratta in particolare in The Father – Nulla è come Sembra, Colman dichiara: “Per me, è sempre la scrittura a far scattare la scintilla. Se la sceneggiatura è buona, accetto la proposta”. E aggiunge: “Alcuni registi esordienti a volte fanno un po’ i preziosi riguardo al loro lavoro. Ma Florian è l’esatto contrario: è estremamente generoso, gentile e comprensivo. È un uomo davvero delizioso ed è l’unico che comprende appieno che cosa succede nel film. Anche Christopher Hampton, che ha co-scritto e tradotto la sceneggiatura, è stato di grande aiuto. È stato molto piacevole lavorare con un gruppo di persone così carino”.
Una delle idee espresse nel copione di The Father – Nulla è come Sembra è la sua valenza universale e il fatto che solo pochi di noi potranno verosimilmente evitare di vivere in prima persona i temi del film. È un aspetto che ha molto colpito Colman. “La mia adorabile mamma era un’infermiera specializzata nell’assistenza geriatrica e ricordo che da bambina la osservavo con i suoi pazienti. I miei genitori sono ancora abbastanza giovani da essere autosufficienti e non c’è ancora stata un’inversione di ruolo. Ma ho osservato mia madre prendersi cura di mia nonna e so che non passerà molto tempo prima che tocchi a me entrare in quella parte”.
Parlando del modo in cui l’ambientazione e la sceneggiatura inducono il pubblico a mettere in discussione la ‘realtà’ che sta osservando, Colman continua: “L’utilizzo del set è stato brillante. All’inizio vediamo Anthony comodo e a suo agio nel suo appartamento, ma gradualmente si rende conto che è in atto una serie di piccoli cambiamenti crescenti. È terrorizzante pensare che il tuo mondo si sposti sotto i tuoi piedi quando perdi la capacità di comprendere il cambiamento. Ho letto la sceneggiatura decine di volte e malgrado tutta la sua complessità penso che nella sua essenza sia molto semplice. Parla di perdita e di amore e di quanta sofferenza si prova quando la persona amata non ti conosce più. Il copione è molto ben scritto ed è molto commovente. Lavorare a un progetto come The Father – Nulla è come Sembra è stata la realizzazione di un sogno. Lo avrei fatto gratis! Ma non ditelo ai produttori!”.
La presenza di interpreti di rilievo come Hopkins e Colman ha attratto altri nomi di alto profilo del piccolo cast corale. Rufus Sewell, attore idolo delle donne sin dalle sue prime folgoranti apparizioni nella miniserie della BBC Middlemarch e nel dramma di Tom Stoppard Arcadia al National Theatre nel 1993, stava girando in Canada quando lo ha raggiunto l’offerta di unirsi al cast di The Father – Nulla è come Sembra.
“Mancavo da Londra da così tanto tempo che non avevo avuto occasione di vedere alcuna delle produzioni teatrali di Il padre“, spiega. “Non conoscevo la pièce, ma quando ho visto alcuni dei nomi già coinvolti nel progetto, ho capito che volevo assolutamente farne parte. Il mio film preferito da bambino era Magic – Magia, interpretato da Anthony Hopkins, e per molti versi avevo già un legame con Christopher Hampton e il suo lavoro, per esempio il suo film CARRINGTON in cui avevo fatto un’apparizione. La sceneggiatura di The Father – Nulla è come Sembra era meravigliosa ed ero felice di essere stato interpellato”.
Il personaggio di Sewell è uno degli uomini del film, che generalmente risponde al nome di Paul. “Secondo me vediamo Paul attraverso una specie di lente incrinata”, sostiene Sewell. “Apparentemente è un marito affettuoso per Anne. Non è scortese, ma è preoccupato per sua moglie e non dà sempre il meglio di sé. Quindi ho avuto modo di impersonare una versione più minacciosa e una più affabile dello stesso personaggio.”
“Trovo sempre che il lavoro che mi piace di più è qualunque cosa io faccia in quel determinato momento. Qualunque cosa io stia facendo è la scelta migliore che io possa aver compiuto. È molto difficile capire perché scegliamo di fare una cosa piuttosto che un’altra. Ciò nonostante lavorare su questo set è stato facile. Non voglio suonare presuntuoso, ma quando reciti con brave persone ti diverti perché non si instaurano gare di egocentrismo. In realtà, ho continuato a dimenticarmi che le persone con cui stavo lavorando, compreso Anthony, sono i miei eroi da tutta la vita!”.
Anche Imogen Poots descrive il set come un’esperienza divertente, ricordano “le risate e la leggerezza, malgrado si trattasse di una tematica complessa. Mi hanno fatto sentire parte della famiglia. La loro compassione e generosità come persone è bellissima, hanno semplicemente una grande classe”.
Poots interpreta Laura, che si presenta per assistere Anthony quando le sue condizioni iniziano a peggiorare. La sua presenza per lui è come una porta verso la sua gioventù passata di cui riaffiorano ricordi felici e dolorosi. Poots ha spesso sentito il suo personaggio come qualcuno che “cammina sui gusci delle uova, su una fune sospesa nel vuoto”, spesso incerto di come Anthony si comporterà o reagirà ai suoi improvvisi cambiamenti di umore. “Laura vorrebbe che lui sentisse di potersi fidare di lei, ma senza usare toni paternalistici”, dal momento che spesso il minimo pretesto può accendere la paura e l’angoscia che assalgono Anthony in più occasioni.
Per Poots il film “a volte si situa su un piano intermedio tra realtà e fantasia” e tuttavia “l’affascinante scorcio della vita di un uomo che soffre di demenza e delle ripercussioni della malattia sulla sua famiglia invita gli spettatori a fare una profonda esperienza umana. Questa storia strappa il cuore ed è incredibilmente importante”.
Ritiene che Zeller “fosse la persona perfetta per fare” il film dalla pièce Il padre. “Conosceva il materiale meglio di chiunque altro, era capace di dare un senso all’esperienza non-lineare e tuttavia voleva lo stesso che ciascun momento consentisse un approccio fresco e autentico e aveva il massimo rispetto per i suoi attori e i suoi tecnici. Io avevo un numero limitato di pose nel film, ma questo non gli ha impedito di assicurarsi che io mi sentissi completamente preparata”.
Malgrado sia uno sceneggiatore, un attore e uno showrunner, nonché uno dei responsabili delle serie di successo della BBC Sherlock e Dracula, Mark Gatiss non ha avuto un attimo di esitazione quando i produttori gli hanno chiesto di unirsi al piccolo cast selezionato di The Father – Nulla è come Sembra.  Gatiss è un fan sfegatato di Hopkins e la prospettiva di lavorare con lui è stata irresistibile.
Per quanto riguarda il suo personaggio, Gatiss interpreta l’uomo che di solito risponde al nome Bill. “Strettamente parlando”, spiega, “ogni personaggio che appare nel film dovrebbe avere un nume completo, ma in questo caso abbiamo fatto un’eccezione ed è essenziale rispetto a come il film ti induce a mettere in discussione l’identità di ciascuno personaggio”.
Grande appassionato di cinema Gatiss ripensa a L’invasione Degli Ultracorpi o Angoscia “quando il marito è intento a spingere la moglie verso la follia. Ma ci sono anche tocchi di una commedia della minaccia e la frammentazione di una commedia della minaccia. È come se il cervello di Anthony iniziasse ad andare in pezzi. È terrorizzato perché non sa chi sono e io divento un personaggio minaccioso. Mi si confonde per Rufus Sewell e lo trovo estremamente lusinghiero!”.
Gatiss ha ormai raggiunto un’età alla quale i parenti anziani reclamano più del suo tempo. “Mio padre ha ottantotto anni ormai e comincia a essere un po’ senile, il che può essere piuttosto divertente quando saltano i filtri e si sente libero di dire quello che vuole. Ha completamente perso la cognizione del tempo”. E aggiunge: “Quando vidi Il padre in teatro nel West End, non seppi bene cosa pensare. Ricordo che mi colpì molto la sua stranezza. Ma sono sicuro che il pubblico troverà il film incredibilmente toccante. È stato entusiasmante farne parte “.
Come Gatiss e molti attori e tecnici, anche Olivia Williams percepisce un’eco personale con la tematica. Ricorda che suo padre le ha raccontato che sua nonna gli aveva detto che “assomigliava a suo figlio, ma in realtà era un impostore” e anche di essere “convinta che le cose che mancano sono state rubate”. Olivia Williams considera la storia perfettamente accessibile e profondamente tragica: “Chiunque può raccontare di una persona amata che ha attraversato questa confusione. Per quanto possa essere divertente o spassoso per chi osserva, immaginate quale sgomento debba provare la persona a cui succede”.
Varcare la barriera dall’osservazione all’esperienza è, per Williams, quello che “rende straordinario questo film. Sposta la prospettiva dalla famiglia che osserva un suo componente scivolare nella demenza a vedere il mondo attraverso gli occhi di quella persona. Lo spettatore si sente confuso e disorientato tanto quanto il malato”.
È anche sensibile agli aspetti da thriller del film, avendo osservato suo padre riprendersi da un intervento chirurgico guardandola come se fosse una perfetta sconosciuta. “Quello sguardo di paura e vacuità nei suoi occhi solitamente amorevoli e curiosi e quel momento in cui mi guardò come se fosse terrorizzato da me… Vivere con una persona affetta da demenza è come vivere costantemente in un film dell’orrore: non sai mai chi varcherà quella porta”.
Williams è prodiga di elogi nei confronti dei suoi colleghi attori e dei membri della troupe, che descrive come “straordinariamente sensibili ed empatici”. È convinta che siano state la comprensione e la professionalità dei tecnici a contribuire a far sentire Zeller libero di immergersi “in ogni dettaglio delle interpretazioni”, una concentrazione di capitale importanza considerando che “ogni sfumatura di confusione è essenziale alla costruzione del film.”
Altrettanto vitale al riuscito coinvolgimento con il materiale originale, sostiene Williams, è stato Anthony Hopkins, e Olivia ha gradito la sfida di stare al passo con la sua energia e il suo vigore. “Tony è una persona incredibilmente attiva e sempre sul pezzo. Non sta mai fermo e interpreta un uomo che è stato divertente e spiritoso, amato, birichino e pieno di difetti e riesce a rendere tutte queste sfumature. Ma ci sono anche dialoghi straordinariamente densi, spesso fatti di ripetizioni, di cose che sono quasi identiche ma leggermente diverse. Spesso Tony deve ripetere le mie battute quindi io dovevo essere estremamente precisa!”.
“È importante compensare la difficoltà del materiale con il senso dell’umorismo. Le emozioni di tutti sono a fior di pelle e le risate e le lacrime sono una presenza costante”. Williams adora la varietà nella gamma di emozioni che spesso è più evidente nel ruolo della figlia e descrive Olivia Colman come una “attrice assolutamente abilissima in quel ruolo. Ti fa davvero capire che cosa sente nell’anima.”
Williams è da molto tempo una fan di Christopher Hampton. Ha da poco finito di recitare nella produzione del National Theatre di Il Tartuffo e commentando le sue due traduzioni dell’opera di Molière lo considera “un maestro assoluto”. Il suo romanzo preferito è Le relazioni pericolose e sostiene che il suo adattamento teatrale ha fatto sì “che diventasse anche la mia pièce (e il mio film) preferiti!”.
Descrive la sceneggiatura di Hampton e Zeller per The Father – Nulla è come Sembra come “struggente” ed è in larga parte il risultato del loro “profondo legame” e lo è soprattutto “per quello che non viene detto a parole. È sconvolgente da leggere e non vedo l’ora di vedere il film finito”.

L’UNIVERSO DI ‘The Father – Nulla è come Sembra

C’era un grande interesse e si rincorrevano molte voci nell’industria sul progetto di The Father – Nulla è come Sembra. La tematica coinvolgeva le persone e aveva tutti i presupposti per diventare un film originale, potente e riuscito. Essenziale a tale scopo sarebbe stata l’immagine. La scenografia diventa un altro personaggio con una propria storia da raccontare. A volte è accogliente e confortante, altre volte è fredda ed estranea, ma di sicuro è sempre mutevole e in movimento attorno ad Anthony.
Peter Francis è il responsabile del reparto scenografie e ha lavorato al fianco del direttore della fotografia Ben Smithard, della costumista Anna Mary Scott Robbins e dell’ideatrice delle acconciature e del trucco Nadia Stacey. L’esperienza di questo film sembra aver segnato tutti loro.
“Era un sabato sera quando il mio agente mi mandò una copia della sceneggiatura”, ricorda Peter. “In seguito incontrai Florian e mi feci un appunto mentale per ricordare a me stesso che l’intera storia si svolge in un appartamento che cambia dal momento che sapevo che questo avrebbe rappresentato una sfida sul piano tecnico. Florian mi parlò dell’atmosfera degli ambienti e di quello che desiderava. Era così affabile che sentivi di potergli chiedere qualsiasi cosa. Ha un temperamento molto accogliente e ha reso l’intera esperienza molto facile ed estremamente gradevole”.
“Ho parlato con gli attori e sul set ciascuno aveva la sua opinione e una reazione diversa agli spazi. Ho dovuto tener presente fin dall’inizio che un posto doveva fungere da molti posti. Abbiamo deciso di modificare gradualmente i colori e le sfumature dall’oro, crema, giallo e marrone verso i toni del blu”.
La costumista Anna Mary Scott Robbins era determinata a lavorare con Zeller. “Avevo sentito parlare del lavoro di Florian”, ricorda, “e non appena ho letto il copione, ho capito che volevo farlo. La scrittura era così piena di sentimento, così complessa, spiazzante e avvincente. Ho dovuto leggerla tre o quattro volte per conoscerla ragionevolmente bene, anche se in quella fase non riuscivo bene a darle un senso logico”.
Analogo entusiasmo è stato espresso dal direttore della fotografia Ben Smithard che ha fatto una certa fatica ad ottenere una copia della sceneggiatura. ” È stata un’esperienza affascinante”, dichiara. “Avevo sentito parlare del progetto di The Father – Nulla è come Sembra, ma all’inizio mi era stato detto che Florian avrebbe lavorato con un direttore della fotografia francese, quindi mi ero messo il cuore in pace. Tuttavia ci tenevo assolutamente a leggere il copione e quando ho scoperto che era così originale, interessante e complesso ho detto al mio agente che volevo a tutti i costi lavorare al progetto!”.


Extra dal pressbook del film

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STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
The Father – Nulla è come Sembra disponibile in Digitale da giovedì 2 Settembre 2021 e in DVD da mercoledì 15 Settembre 2021
info: dal 20 Maggio 2021 al cinema in lingua originale, dal 27 Maggio 2021 al cinema in versione italiana; in TVOD dal 2 Settembre 2021.

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