Poster La candidata ideale

La candidata ideale (2019)

The Perfect Candidate
Locandina La candidata ideale
La candidata ideale (The Perfect Candidate) è un film del 2019 prodotto in Germania e Arabia Saudita, di genere Drammatico diretto da Haifaa Al-Mansour. Il film dura circa 101 minuti. Il cast include Mila Al Zahrani, Nora Al Awadh, Dae Al Hilali, Khalid Abdulrhim, Shafi Al Harthy. In Italia, esce al cinema giovedì 3 Settembre 2020 distribuito da Academy Two.

Maryam è una giovane e ambiziosa dottoressa che lavora in una piccola clinica in Arabia Saudita. Nonostante le sue qualifiche, deve guadagnarsi giorno dopo giorno il rispetto dei colleghi maschi e l'accettazione dei pazienti. Quando, per un problema con i documenti, le viene impedito di volare a Dubai per un convegno ed è costretta a misurarsi con la burocrazia, si imbatte per caso nel modulo di candidatura alle elezioni cittadine e decide di parteciparvi. Mentre il padre musicista è in tour lontano da casa per la prima serie di concerti pubblici autorizzati nel Regno da decenni, Maryam arruola le due sorelle più giovani per gestire la raccolta fondi e organizzare la sua campagna elettorale. In ogni momento le tre sorelle si troveranno ad affrontare le restrizioni imposte dal ruolo tradizionalmente riservato alle donne nel Regno, ma l'audace candidatura di Maryam prende slancio e sfida la comunità conservatrice. È un testa a testa all'ultimo volto fra lei e il suo sfidante maschio: Maryam e la sua famiglia dovranno mettere in campo tutta la loro determinazione e la loro creatività per il progresso della loro società tradizionalista.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 3 Settembre 2020
Uscita in Italia: 03/09/2020
Genere: Drammatico
Nazione: Germania, Arabia Saudita - 2019
Durata: 101 minuti
Formato: Colore; Formato 2.39:1
Produzione: Al Mansour Establishment For Audiovisual Media, Razor Film, Norddeutscher Rundfunk (in cooperazione con), Filmförderungsanstalt (con il supporto di), Medienboard Berlin-Brandenburg (con il supporto di), Mitteldeutsche Medienförderung (con il supporto di), General Culture Authority Of The Kingdom Of Arabia Saudita (con il supporto di)
Distribuzione: Academy Two

Cast e personaggi

Regia: Haifaa Al-Mansour
Sceneggiatura: Haifaa Al-Mansour, Brad Niemann
Musiche: Volker Bertelmann
Fotografia: Patrick Orth
Scenografia: Olivier Meidinger
Montaggio: Andreas Wodraschke
Costumi: Heike Fademrecht

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Ole Nicolaisen (Produttore esecutivo), Roman Paul (Produttore), Gerhard Meixner (Produttore), Haifaa Al-Mansour (Produttore), Brad Niemann (Produttore)


Truccatore: Dorothea Wiedermann | Mixer di registrazione: Uve Haubig | Sound Designer: Sebastian Schmidt | Mixer di ri-registrazione: Olaf Mehl.

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI REGIA

La candidata ideale ha al centro un medico donna saudita che sfida il sistema patriarcale candidandosi alle elezioni municipali.
La strada d'accesso al pronto soccorso della clinica in cui lavora è spesso allagata e questo rende complicate le operazioni di soccorso. Decide così di candidarsi alle elezioni municipali con il solo l'obiettivo di far riparare la strada. Attraverso questa sua avventura, voglio offrire una visione ottimistica del ruolo che le donne possono rivestire nella società saudita e del contributo che possono dare, diventando sempre più artefici del proprio destino. Voglio incoraggiare le donne saudite ad affrontare le sfide e ad affrancarsi dal sistema che per tanto tempo ci ha tenute prigioniere. Il cambiamento deve partire e deve essere portato avanti dalle donne che sentono la necessità di avere più libertà di movimento nella loro vita quotidiana. L'altro messaggio del film riguarda la necessità di celebrare e onorare le nostre tradizioni culturali e artistiche perché possano essere l'arte e la cultura a guidare le iniziative volte a sviluppare e modernizzare il Paese. Tutte le rappresentazioni artistiche pubbliche sono state proibite nell'era moderna dello sviluppo del Paese. Ora che sale da concerto, cinema e gallerie d'arte stanno ricominciando ad aprire in tutto il Regno, è importante riscoprire la ricca tradizione artistica che abbiamo rischiato di perdere per sempre. La nostra storia è ricca di musica splendida e di arte sontuosa che dobbiamo rivivere, rinnovare e rinvigorire. Le donne ora hanno l'opportunità di contribuire e partecipare ad una società che per generazioni le ha tenute in disparte. Adesso, la cosa più difficile per le donne è vedere al di là delle antiquate norme sociali e degli obiettivi limitati che fino ad oggi hanno visto possibili per la loro vita, infrangere i tabù che le imprigionano e decidere di aprire nuove strade per se stesse e per le loro figlie.

Che cosa l'ha riportata in Arabia Saudita per raccontare una nuova e commovente storia sull'autoaffermazione femminile?
In questo momento nella mia patria, l'Arabia Saudita, si stanno verificando incredibili cambiamenti, e ho sentito di voler davvero contribuire ai miglioramenti che ne stanno derivando. Abbiamo attraversato un periodo così lungo durante il quale nulla è cambiato, durante il quale sembrava che anche le più piccole aperture o i più piccoli allentamenti delle rigide norme culturali in cui vivevamo fossero impossibili. Ma ora i cambiamenti avvengono molto rapidamente ed è difficile tenere il passo, e la sfida, adesso, è incoraggiare le persone a darsi da fare e sfruttare al meglio le opportunità che finalmente possiamo cogliere. Specialmente per le donne, occorrerà un drastico cambiamento di mentalità per comprendere appieno e abbracciare le libertà che ora hanno l'opportunità di esplorare. Insomma, volevo davvero raccontare una storia che avesse per protagonista una donna tradizionale, culturalmente conservatrice, che decide di abbracciare questi cambiamenti, mettersi alla prova e afferrare il momento. La realtà è che il suo viaggio sarà difficile, e molte persone criticheranno le sue scelte, ma in ultima analisi questo viaggio le aprirà un mondo completamente nuovo. Voglio sottolineare quanto sia importante, per le donne dell'Arabia Saudita, superare i propri limiti e rischiare anche se non si ha la minima esperienza di come farlo. È ancora difficile per le donne saudite esporsi al mondo, le preoccupa l'idea di fare cose che non hanno mai fatto, come guidare, viaggiare o scoprire i loro volti. Volevo anche celebrare la tradizione artistica e culturale del mio paese, e raccontare una storia che mettesse in evidenza quanto è importante che usiamo quelle tradizioni come fondamenta per lo sviluppo della nostra società. Tanta parte della nostra musica, del nostro teatro, delle nostre storie e di tutte le forme di espressione artistica è stata quasi cancellata interamente, e sentivo il bisogno di una storia che ricordasse alle persone quanto sono solide e ricche di valore le nostre tradizioni artistiche, e come esse possano aiutarci ad avanzare verso un futuro entusiasmante.

L'Arabia Saudita ha visto cambiamenti significativi da quando lei ha diretto La bicicletta verde, il primo film girato interamente nel Regno. In che modo è diversa oggi la sua situazione come cineasta saudita, rispetto a sette od otto anni fa?
I cambiamenti sono straordinari per i cineasti locali. È stato incredibilmente difficile girare il film nel 2011, e le persone erano ancora molto caute nell'abbracciare qualsiasi forma di espressione artistica. I film, in particolare, erano visti come un tabù, e l'idea di aprire dei cinema era diventata una specie di riga di demarcazione rossa che gran parte di noi pensava che non sarebbe mai stata attraversata. Naturalmente ora è tutto cambiato, e i cinema stanno spuntando in tutto il Regno. Rimane però il problema più ampio delle carenze strutturali nel settore cinematografico. Abbiamo parecchio lavoro da fare per creare gli strumenti e le risorse necessarie per realizzare film di qualità. Non abbiamo ancora molte persone con esperienza in questo campo, e quindi mettere insieme una troupe e l'attrezzatura giusta è ancora molto difficile. Anche disporre della formazione e dell'istruzione che sono necessarie per ideare e dare forma alle nostre storie è un'area chiave che abbiamo ancora bisogno di sviluppare. Ma le cose stanno cambiando rapidamente, e credo che nei prossimi anni vedremo molti più film sauditi.

Lei ha diretto le sequenze di La bicicletta verde dallo spazio confinato di un furgone, per non dover entrare in contatto con gli uomini presenti sul set. Per questo film, le cose sono state diverse?
È stato meraviglioso poter uscire dal furgone! E poter stare liberamente insieme alla mia troupe ed essere completamente immersa nella produzione è stato straordinario. È stato davvero elettrizzante avere tanti giovani ed entusiasti sauditi al lavoro sul set, sono loro il futuro del settore, vederli impegnati al massimo per contribuire alla realizzazione del film ed esserne parte integrante. Come ho detto, abbiamo ancora molta strada da fare per costruire competenze e troupe qualificate, ma si costruisce proprio su questo entusiasmo. È un momento straordinario per essere un cineasta in Arabia Saudita!

La professione di medico di Maryam, la protagonista, si collega ad altre tematiche più ampie del film. Quanto è normale l'interazione ravvicinata di uomini e donne sul luogo di lavoro?
Ci sono molte professioni che sono viste come tabù per le donne saudite, specialmente se il lavoro richiede alle donne di entrare in contatto con uomini che non fanno parte della loro famiglia. Sebbene ci siano donne che la considerano una professione inadatta a loro, quella del medico è una professione che viene scelta persino da molte donne generalmente conservatrici, per il prestigio che è associato a questa carriera. Volevo creare un personaggio che fosse molto rappresentativo della mentalità più diffusa fra le donne saudite. Maryam si copre il volto e segue le norme culturali della sua società, ma finisce per superare i limiti imposti perché vuole fare bene il suo lavoro. Le restrizioni che le impediscono di svolgere il suo lavoro nel modo che andrebbe a maggior vantaggio della società rappresentano per lei una frustrazione e la spingono a pensare al di fuori degli schemi. Non è una ribelle per partito preso – è una donna che sa che il suo lavoro può rendere il suo Paese un luogo migliore e vuole semplicemente eliminare le barriere che le impediscono di realizzare la sua missione. Credo fermamente che sia questo il modo in cui si verifica un vero cambiamento all'interno di una società, attraverso persone che lavorano sodo e semplicemente vogliono essere in grado di raggiungere il loro più alto potenziale.

Come ha assegnato le parti a Maryam e alle sue sorelle? È diventato più facile il lavoro di casting di ruoli femminili?
In generale, il lavoro di assegnazione delle parti è diventato più facile con il passare del tempo, ma rimane ancora una grande sfida, specialmente quando si tratta di parti femminili. Avevo già visto lavorare Mila Al Zahrani e Dhay, ed ero elettrizzata all'idea di fare un provino ad entrambe e verificare come potevano interpretare i ruoli. È stato bello parlare con attrici che avevano un po' di esperienza, sia nei media tradizionali che nei social media – Dhay per esempio è una star dei social media ed una grande influencer in Arabia Saudita. Insomma, erano entrambe attrici, capaci di creare sullo schermo i personaggi di due giovani donne e di trasmettere l'energia che richiedevano quei ruoli.

In entrambi i film, La bicicletta verde e La candidata ideale, osserviamo le donne in due dimensioni molto diverse, quella privata e quella pubblica. Potrebbe parlarci un po' di più di questo loro mondo privato?
Il mondo privato delle donne saudite è molto particolare, in quanto le loro vite pubbliche sono così incredibilmente limitate. In pubblico, le nostre identità sono completamente nascoste, e i nostri movimenti sono sempre stati limitati e controllati. In privato invece, a casa o in raduni fra sole donne, possiamo liberarci delle coperture e possiamo godere di quel senso di rilassamento e libertà da tutte le pressioni a cui siamo sottoposte all'esterno. La casa è davvero un santuario per le donne, e mi piace sempre mostrare i nostri forti legami familiari. Le feste nuziali, anch'esse segregate in base al sesso nel Regno, sono un'altra occasione in cui le donne possono lasciarsi andare ed essere se stesse, quindi questa è un'altra ambientazione che viene messa in evidenza nel film. Voglio mostrare al mondo come sono le donne saudite quando possono essere semplicemente se stesse, ballare, essere sfrontate, insomma essere qualsiasi cosa desiderino.

Che cosa ha ispirato il personaggio e la storia del padre di Maryam? Che ruolo ha la musica nella cultura dell'Arabia Saudita?
C'è un forte parallelismo fra il viaggio di Maryam per trovare la propria voce e lo scopo della sua vita, e il lungo viaggio di suo padre nel mondo dell'arte. Il nostro Paese si trova ad un crocevia, e oggi abbiamo l'opportunità di partecipare ai cambiamenti che andando avanti plasmeranno la nostra società. Maryam è arrivata a provare risentimento per la carriera musicale dei suoi genitori, perché è sempre stata una carriera tabù nella cultura saudita. Ha fatto della sua famiglia una famiglia di esclusi, e le ha impedito di essere accettata dalla gente normale. Ma non si rende conto che proprio l'atteggiamento di sfida dei suoi genitori, quell'inseguire i loro sogni a dispetto della disapprovazione della società locale, è esattamente l'equivalente del suo desiderio di fare il suo lavoro arrivando ai più alti livelli professionali. I suoi genitori volevano rendere migliore il loro Paese attraverso l'arte, e lei vuole farlo attraverso la medicina. Desidero che i sauditi vedano il valore delle tradizioni che siamo stati sul punto di perdere, e capiscano quanto saranno essenziali come fondamenta per il nostro futuro.

Quale crede che potrebbe essere l'elemento più sorprendente del film per il pubblico occidentale?
Scoprire quanto possano essere determinate e dirette le donne saudite. C'è questa percezione che noi donne saudite siamo deboli e timide, che abbiamo paura del mondo, e che siamo solo delle vittime rassegnate alle circostanze limitate e restrittive imposte dalla nostra cultura. È decisamente una percezione sbagliata! Le donne saudite sono forti, combattive, divertenti e e anche molto sagge. Spero che con questo film sia riuscita a raccontare la passionalità e il coraggio delle donne del mio Paese. Raccontare le loro storie è l'onore e il privilegio della mia vita.

Che impressione le fa sapere che il suo film potrebbe essere proiettato nei cinema del suo Paese natale?
L'idea di vedere il mio film proiettato nei cinema del mio paese è stato un enorme incentivo nel realizzarlo. Se devo essere onesta, non ho mai sognato che nella mia vita avrei visto dei cinema aprire in Arabia Saudita, quindi si tratta davvero di un sogno insperato che diventa realtà. Il primo cinema che ha aperto i battenti nella provincia orientale, dove sono cresciuta, ha allestito un enorme cartellone teatrale con sopra la mia fotografia. Essere celebrata pubblicamente nel mio Paese, come artista e come donna, è qualcosa che ancora faccio fatica ad accettare come una realtà. Sono così emozionata di poter proiettare là il mio film!
Può parlarci di alcune delle iniziative che sta portando avanti per sostenere e sviluppare il cinema, l'arte e la cultura nel Regno?
L'anno scorso ho avuto l'incredibile privilegio di essere chiamata dal Ministro Saudita per la Cultura e l'Informazione a far parte del Consiglio di Amministrazione dell'Autorità Generale per la Cultura del Regno. È stato davvero emozionante vedere tutti i cambiamenti e gli sviluppi in corso nell'ambito della sfera culturale del Paese. Credo però che la mia missione principale sia quella di cineasta, di raccontare storie e creare film che viaggino per il mondo e portino la voce saudita al di fuori di questa regione. Voglio contribuire con i miei film a gettare le fondamenta di un vero settore cinematografico nel Regno e a mostrare al mondo che abbiamo storie che meritano di essere raccontate.

Qualche mese fa, un decreto reale ha eliminato l'obbligo per le donne di avere l'autorizzazione di un tutore per poter viaggiare all'estero, proprio l'elemento catalizzatore per la sua storia. Quanto crede sia importante questa innovazione?
Tutte le recenti innovazioni relative alle donne in Arabia Saudita sono importanti e rappresentano enormi movimenti sismici per la regione. Proprio per questo ho deciso di iniziare il film con la sequenza della protagonista alla guida di un'auto. Si tratta di qualcosa che sarebbe sembrato impossibile anche solo un anno fa. Ora sta alle donne accettare questi cambiamenti nella loro vita, e accettare i rischi che sono insiti nel provare qualcosa di nuovo. Spero che più donne inizino a guidare, e a lavorare al fianco di uomini, o a viaggiare, o semplicemente a fare le cose che le rendono felici. È questo il momento di farlo!

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