Locandina Words and Pictures

Words and Pictures (2013)

Words and Pictures
Locandina Words and Pictures
Words and Pictures è un film del 2013 prodotto in USA, di genere Commedia e Drammatico diretto da Fred Schepisi. Il film dura circa 111 minuti. Il cast include Clive Owen, Juliette Binoche, Keegan Connor Tracy, Bruce Davison, Adam DiMarco, Valerie Tian. In Italia, esce al cinema giovedì 13 Novembre 2014. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 23 Aprile 2015. Al Box Office italiano ha incassato circa 57041 euro.

Words and Pictures è una spiritosa commedia romantica, che vede come protagonista il coinvolgente duo Juliette Binoche e Clive Owen, per la prima volta insieme sul grande schermo. Jack Marcus (OWEN), insegnante d'inglese, si lamenta dell'ossessione dei suoi studenti per i media e per i voti scolastici, e li incoraggia a sfruttare il potere della parola scritta. L'uomo ha un passato di successo nel mondo della letteratura, ma non pubblica un libro da anni, preferendo trascorrere il suo tempo libero bevendo anziché dedicandosi alla scrittura. Jack incontra una degna avversaria in Dina Delsanto (BINOCHE), una pittrice astrattista e nuova insegnante nel campus, che come lui ha un passato di successo, ma nel mondo dell'arte. Fin dall'inizio i due flirtano provocandosi piacevolmente a vicenda. Jack vede il suo lavoro di insegnante improvvisamente a rischio a causa della propria condotta non esemplare e delle proprie "quotazioni" in declino con gli studenti: per riguadagnare terreno e ravvivare l'interesse dei suoi alunni nei loro studi, escogita una geniale guerra tra parola e immagine, fiducioso che la prima possa veicolare un significato più profondo rispetto alle seconda. Dina e i suoi studenti d'arte raccolgono la sfida di Jack e dei suoi studenti d'inglese. La battaglia avrà così inizio.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 13 Novembre 2014
Uscita in Italia: 13/11/2014
Data di Uscita USA: venerdì 23 Maggio 2014
Prima Uscita: 07/09/2013 (Toronto International Film Festival)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico
Nazione: USA - 2013
Durata: 111 minuti
Formato: Colore
Produzione: Latitude Productions, Lascaux Films
Box Office: USA: 538.000 dollari | Italia: 57.041 euro
Note:
Presentato al Toronto Film Festival 2013.
In HomeVideo: in DVD da giovedì 23 Aprile 2015 [scopri DVD e Blu-ray]

Passaggi in TV:
• domenica 10 Dicembre ore 22:35 su Sky Cinema Romance

Immagini

[Schermo Intero]

WORDS: LE PAROLE

Lo sceneggiatore e produttore DiPego afferma: "Si tratta di un film con dialoghi profondi e Jack Marcus ha dei lunghi discorsi riguardo al potere delle parole. Crea collage di discorsi e usa delle tecniche intriganti per veicolare il messaggio, con grande passione. Clive aveva pagine e pagine di densi dialoghi senza una pausa e ha centrato il tutto senza saltare una parola. Nella sua prima scena in classe, Clive aveva 4 pagine di dialoghi; credo li abbia ripetuti da cima a fondo 27 volte, per avere le differenti angolazioni.". Nancy Rae Stone afferma: "Clive è entrato veramente nel ruolo e la quantità dei dialoghi che riesce a memorizzare è sorprendente! Clive ha aderito al progetto sin dal principio, e non ci ha abbandonati mentre cercavamo di trovare i fondi per il progetto. Non volevamo nessun altro che lui. E' semplicemente perfetto per il ruolo. Clive è un uomo estremamente intelligente, così come Jack. Per questo motivo Clive risulta credibile quando parla di Proust e Updike". Owen dice "è difficile trovare questo tipo di dialoghi in un film; la sceneggiatura sembra quasi un plot teatrale, per via dei dialoghi brillanti e del linguaggio forbito. Questa era una delle cose che mi attraevano, perché un buon attore deve avere un'ottima padronanza della propria lingua. Alcuni film, simbolici o molto legati al potere dell'immagine, non lo richiedono, ma in questo film interpreto un personaggio che è affascinato dal mondo del linguaggio; è necessario, dunque, che i dialoghi rispecchino questo aspetto. Non avrebbe senso per Jack parlare dell'importanza delle immagini se il suo linguaggio non fosse ricercato. Jerry ha fatto veramente un ottimo lavoro, ci sono molti dialoghi, è immensamente piacevole recitare in una pellicola del genere perché si tratta di un film intelligente con un grande ritmo. Questo è quello che mi ha attratto del progetto; c'è della sostanza, qualcosa su cui mettere i denti". Dal momento che Clive Owen fu coinvolto nel progetto sin dall'inizio, ebbe modo di dire la sua anche riguardo alla sua co-protagonista. "Sono sempre stato un fan di Juliette", dice Owen. "è una delle mie attrici preferite, per cui, quando parlavamo di Dina, lei è stata sempre la mia scelta numero uno. Fui estremamente contento quando accettò la parte. Nessun'altra attrice avrebbe potuto interpretare meglio questa parte". Schepisi afferma con il suo solito sorriso: " Clive Owen e Juliette Binoche: non si può essere più fortunati di così. Non credo che ci siano due persone migliori per questi ruoli. Juliette è un'attrice dalla grande inventiva e Clive era incredibilmente ben preparato, deciso e faceva critiche costruttive riguardo al materiale. Entrambi hanno aiutato alla lavorazione e hanno fatto emergere idee che hanno contribuito a rendere migliore la scena che stavamo girando. Avevano un incredibile rapporto, vivace, intenso – ed era magnifico. Il loro feeling era evidente, fungevano da ispirazione reciproca nel buttarsi, si spronavano a far meglio, si stuzzicavano a vicenda improvvisando benissimo, tenendo ben presente il copione". Burch sottolinea: "La magia che hanno creato insieme è assolutamente sorprendente, è un miracolo averli avuti entrambi" DiPego afferma: "Owen e Binoche hanno degli approcci molto diversi. Lo stile di Juliette è più libero – potrebbe fare qualsiasi cosa di diverso in ogni scena, ma si sa già che si tratterà di qualcosa di straordinario. Entrambi centrano l'obiettivo, anche se in modo differente. Juliette provava delle cose nuove ed improvvisamente ecco un fantastico momento Binoche". Juliette Binoche descrive il lavoro con Owen come "Gioia pura, oro puro; ho riso molto. I nostri personaggi si stuzzicavano molto, e riuscivamo a farlo in modo spontaneo e non forzato. Dovevamo recitare il confronto tra un uomo e una donna – due artisti differenti, che cercano di essere artisti nel mezzo di una lotta; per questo, c'era molta ammirazione e stima, e allo stesso tempo questo scontro tra le loro personalità. Ci è piaciuto moltissimo lavorare con Fred e abbiamo trascorso un bel periodo insieme. Era un set vivace e rilassato, in cui però c'era grande concentrazione". Bruce Davison, che interpreta l'insegnante di storia Walt, dice: "C'erano molte risate sul set, Juliette è una ragazza giocosa, si diverte molto e mi faceva ridere tantissimo. Poi la vedi in video e ti toglie il fiato. Riesce a suscitare emozioni in chi la vede con piccoli gesti; riesce a commuovere anche semplicemente muovendosi da una parte all'altra di una stanza". Il personaggio di Juliette Binoche, Dina Delsanto, è un artista di successo che soffre di artrite reumatoide, una patologia infiammatoria cronica. Per ottenere il ruolo, Binoche ha incontrato numerosi pazienti affetti da artrite reumatoide e afferma in proposito: "Molte persone sono colpite da artrite reumatoide; è una malattia terribile e molto dolorosa, ci sono molti farmaci che possono cambiare il corso della malattia, ma ci sono anche alti e bassi, il corpo accetta alcune medicine, e ne rifiuta altre. Ci sono giorni buoni e altri cattivi; ci sono giorni in cui Dina riesce a dipingere, e altri in cui non riesce a farlo, sopraffatta com'è dal dolore".

NOTE DI PRODUZIONE

WORDS AND PICTURES è il primo film della Latitude Productions, società fondata da Curtis Burch. Operante nel settore da 25 anni, Burch ha lavorato con alcuni dei più grandi produttori e registi di Hollywood, incluso James Cameron, fino a quando non ha deciso di produrre in modo indipendente. "Sentivo che c'era un modo migliore di sviluppare il prodotto cinematografico, in particolare per quanto riguarda il modo in cui vengono gestiti gli sceneggiatori", ricorda Burch. "Ero anche sicuro ci fosse un tipo di film che le case cinematografiche non realizzano più, ma per cui esiste ancora una forte domanda da parte degli spettatori: film per adulti con sceneggiature intelligenti, che vedono protagoniste persone autentiche di cui vogliamo seguire da vicino le vicende". Paradossalmente, mentre Burch stava cercando il giusto materiale letterario per la Latitude, lo scrittore Gerald DiPego aveva già consegnato la sceneggiatura di WORDS AND PICTURES al suo agente. DiPego ricorda di avergli detto: "Se questo film verrà realizzato, voglio essere orgoglioso del risultato". "Mentre glielo stavo dicendo", continua DiPego, "Curtis stava cercando di contattare telefonicamente il mio agente. Aveva deciso di girare il film nel modo giusto, per così dire, stabilendo una sorta di collaborazione creativa tra tutte le parti coinvolte nel progetto. Il tutto è riuscito alla perfezione" . Burch è stato subito attirato dalla sceneggiatura di DiPego per due ragioni: "E' un film che ha come protagonisti due insegnanti, e credo che ogni generazione abbia il proprio grande film ambientato in un contesto scolastico. Questo ha la potenzialità per essere il film scolastico di questa generazione. Inoltre non c'è solo un insegnante protagonista, bensì due. Leggendo la sceneggiatura, ho intuito anche le potenzialità per raccontare una vera grande storia d'amore tra due personaggi credibili, interpretati da attori con capacità eccezionali, da vere star del cinema. Penso che mostrare sul grande schermo il modo in cui due persone si innamorano sia uno degli scopi più nobili che un film possa perseguire; dopo aver visto la performance di Clive e Juliette, posso dire che abbiamo raggiunto questo obiettivo.". Nel Maggio 2007, Burch si diresse a casa di DiPego, a due ore e mezza di auto da Los Angeles; i due passarono insieme una giornata intera per conoscersi meglio. Burks chiese a DiPego i diritti della sceneggiatura e gli fece una promessa. Burch ricorda: "Promisi a Jerry che avrei assunto un regista da lui approvato, il che non è affatto scontato, e gli assicurai anche che nessun altro scrittore avrebbe messo mano alla scenggiatura". Rinfrancato da queste promesse, DiPego acconsentì a collaborare con la Latitude di Burch allo sviluppo del progetto. "Curtis nutre un grande rispetto per gli scrittori", afferma il produttore esecutivo Nancy Rae Stone. "Ha ribadito chiaramente a Jerry che sarebbe stato parte integrante della lavorazione al film e che nessun altro avrebbe messo le mani sulla sceneggiatura. Abbiamo coinvolto Jerry già due settimane prima dell'inizio delle riprese, in modo tale che assistesse alle prove. Tutte le revisioni da apportare al copione sono state fatte da lui. E' stato un onore vedere Jerry così coinvolto e appassionato al progetto". Burch andò a Dallas e incontrò alcune persone interessate a investire nel film e che pensassero, come lui, che ci fosse un genere di film che nessuno realizza più, ma che merita di essere realizzato. "E' stato un processo lento e graduale", dice Burch, ma trovò un gruppo di investitori che, a sua detta, erano "incredibilmente interessati al nostro progetto". Gerald DiPego era convinto di non voler più scrivere sceneggiature per film, ma aveva un'idea che non riusciva a togliersi dalla testa. L'origine della storia risale a quando il giovane DiPego lavorava come insegnante in una scuola superiore. "Volevo trovare un modo per avvicinarmi ai miei studenti di letteratura inglese e di essere fonte di ispirazione per loro", ricorda DiPego. " Per fare ciò, facevo leggere loro opere di scrittori che usavano il linguaggio in modo sorprendente, perché cerchi sia di dare loro gli strumenti per saper scrivere, sia di esortarli a farlo. Ho anche avuto modo di vivere l'ambiente della sala insegnanti, e di capire il funzionamento dell'intera infrastruttura sociale e politica di una scuola. Questa esperienza mi è rimasta impressa, anche se successivamente mi sono occupato di altro". "Una delle prime idee che ebbi fu quella di usufruire di un linguaggio ricercato per creare dei personaggi sofisticati ed intelligenti, che potessero lottare, corteggiare ed sedurre stuzzicandosi e usando un eloquio di cui potessi andar fiero e che mi permettesse di veicolare il messaggio attraverso le parole. Questa, però, era solo una parte della mia idea iniziale; l'altra parte riguardava i protagonisti, che vedevo come insegnanti che stavano affrontando problematiche serie nella loro vita. Non si trattava solamente di chiedersi se i due personaggi potessero mettersi insieme, ma anche se sarebbero riusciti a superare ciò che impediva loro di vivere appieno la loro vita. Questo fu l'inizio del processo di scrittura. Pensavo che non avrei più scritto sceneggiature, ma questa idea continuava ad ossessionarmi. Dovevo scrivere questa storia e farne un film. Ci volle un po' prima che il progetto venisse realizzato, ma ne è valsa la pena". Il primo regista a cui Burch sottopose la sceneggiatura fu il regista australiano Fred Schepisi, famoso per, tra gli altri, "Sei gradi di separazione", "Plenty", "Un grido nella notte" e "Roxanne". " Fred si è dimostrato all'altezza delle mie aspettative, è un uomo incredibile e anche un regista eccezionale. Apprezzo tantissimo le sue opere, e questo film è all'altezza del resto della sua filmografia, e questo dice già tanto", dice Burch. Fred Schepisi fu subito attratto dal progetto. "Si tratta di una buona sceneggiatura, scritta in modo intelligente; merce rara al giorno d'oggi. Quando si afferma che il film parla di parole ed immagini, non si tratta di frasi fatte; le parole sono usate in modo magistrale, e c'è veramente una storia da raccontare. La sceneggiatura racconta un amore genuino, veri dilemmi e problematiche difficili da risolvere; è quindi ricca di temi. Si tratta di un ottimo soggetto e di una sceneggiatura ben strutturata. Il rischio che si corre con un soggetto del genere è quello di realizzare un film semplicistico riguardo all'arte, quando in realtà il film non parla solo di questo, ma esplora anche la vita di due persone che stanno affrontando un momento difficile della loro esistenza: lei ha dei problemi fisici che le impediscono di fare le cose che prima facevano parte della sua quotidianità, mentre lui si è reso conto di non essere lo scrittore talentuoso che pensava, e ha difficoltà nell'accettare questa realtà. Il loro incontro li fa tornare a vivere".

Clive Owen fu uno dei primi ad aderire al progetto, lavorando per ben tre anni alla realizzazione del film. Owen spiega così la decisione di partecipare al progetto: "Per me le motivazioni per aderire ad un progetto sono le stesse per ogni film: sceneggiatura e regista". Schepisi si incontrò con Owen per sottoporgli la sceneggiatura. "Sono sempre andato molto d'accordo con Fred. Quando lessi il copione, mi piacque molto. Era scritto molto bene e mi appassionò particolarmente":

Curtis Burch ricorda che Schepisi lo chiamò per informarlo del fatto che avrebbe incontrato Clive Owen: "Mi chiese se acconsentivo a sottoporgli la sceneggiatura e gli risposi "Stai scherzando? Sarebbe fantastico!". Schepisi lo richiamò qualche giorno dopo per informarlo del fatto che Owen aveva apprezzato la sceneggiatura. "Clive ha reso possibile la realizzazione del film", sottolinea il produttore. "La sua fedeltà al progetto, nel lungo periodo di tempo in cui abbiamo raccolto i fondi per realizzare il film, è stato il fattore fondamentale per far sì che il film diventasse realtà".

Juliette Binoche afferma: "Ho amato la trama. In qualità di attrice hai di fronte delle parole da recitare; ma reciti le parole o qualcosa che vada oltre queste ultime? Ho sempre pensato le parole fossero la punta dell'iceberg; devi avere profondità e quella qualità invisibile in te, che forse corrisponde proprio all'immagine. Si tratta della tua visione, di una sensazione; non riesci ancora ad esprimerla a parole, ma è già lì". Binoche è stata subito attratta dall'idea di partecipare al progetto anche per il contesto in cui il film è ambientato : "Mi piace il confronto tra professori. Non ho mai recitato il ruolo da insegnante, e mia madre lo era. Era la mia insegnante di francese e di teatro; per questo motivo percepivo un legame con il progetto. La protagonista del film, inoltre, è una pittrice e anche io a volte dipingo. Si trattava dunque di una doppia sfida, come attrice e come pittrice, il che mi piaceva molto. Si trattava di un lavoro impegnativo, ma mi piacciono le sfide nella vita". DiPego afferma: "Avevo messo i miei personaggi davanti ad un arduo percorso. Jack Marcus teme di aver perso lo stimolo alla scrittura, così come quello all'insegnamento; in un certo senso, quindi, ha perso il senso di identità. Oltre a questa paura, o forse proprio per questo, Jack è un alcolizzato, anche se nega di esserlo. Per quanto riguarda Dina Delsanto, lei è un'artista e deve affrontare una malattia, l'artrite reumatoide, che le toglie letteralmente il pennello di mano. Si tratta di battaglie ardue per entrambi, e mi piace definire il film come la storia di un amore che supera ogni dannata cosa. Non è una commedia romantica, ma c'è molto humour e Owen e Binoche recitano meravigliosamente". DiPego partecipò alle prove e fu presente sul set per le prime due settimane di riprese. "Faccio questo lavoro da tanto, da circa 40 anni", sottolinea DiPego, "e non sono mai stato circondato da così tanti grandi artisti. Considero Clive e Juliette due ottimi artisti nel campo della recitazione, e quando si ha la possibilità di vedere Fred Schepisi al lavoro e di capire come le sue idee diano forma al film dal punto di vista visivo si capisce che è un maestro nel suo campo. Patrizia Von Brandestein e Ian Baker hanno innalzato il livello della sceneggiatura, facendole fare un salto di qualità rispetto al punto di partenza. Sentivo che i personaggi erano scappati dalla mia mente e appartenevano ormai a queste persone. Mi potevo fidare di loro, fare un passo indietro e dire "Ok, ora vi occupate voi di loro".

Owen afferma: "Scrivere è tutto per Jack, ha avuto successo in passato e ha cercato di ritrovare la vena creativa degli inizi per anni, senza successo. E' un buon insegnante, ma quando ritorna a casa per scrivere ha delle difficoltà; il fatto che sia di fatto una promessa mancata del mondo della letteratura rappresenta un grosso rammarico per Jack".

"Jack è un grande insegnante, è totalmente appassionato e crede in quello che fa; ecco perché è un bravo insegnante. Crede nel valore del linguaggio e nella scrittura di qualità. La vede come qualcosa di molto importante, sia per i suoi alunni che per lui, e quando è in forma è un ottimo insegnante. Purtroppo, però, non è sempre al top: è un alcolizzato che in qualche modo riesce a condurre una vita pressoché normale".

Schepisi afferma: "Jack voleva diventare un grande scrittore, e per un breve periodo ha avuto molte idee e sembrava avesse il talento per poterle realizzare; ad un certo punto, però, si è reso conto di avere meno talento di quanto credesse. Si rende conto che è un buon insegnante e che si tratta di un'occupazione più che dignitosa. Non si rende conto di essere diventato un alcolizzato; deve rendersi conto che si tratta di un problema, non solo di un'abitudine, e che non sarà in grado di condurre una vita normale fino a quando non lo risolverà". Burch afferma: "Jack ha raggiunto il limite. Si è dato all'alcool come modo per affrontare il dolore che gli provoca l'essersi reso conto di non riuscire a scrivere come vorrebbe, cioè come faceva prima, focalizzandosi al contempo sull'insegnamento. I vertici della scuola, però, non sanno se Jack è ancora adatto per insegnare, e si trova quindi sull'orlo del licenziamento. Questo gli provoca un certo panico, e molte delle sue azioni rappresentano un tentativo di non perdere il lavoro. Lo spettatore vuole che riesca nell'impresa, perché si rende conto del fatto che Jack è un ottimo insegnante, che ha un grande ascendente sui suoi studenti. "Si tratta di una storia d'amore inconsueta", dice Schepisi. "In un film come WORDS AND PICTURES, è importante che ci sia chimica tra i due protagonisti, ed in questo caso c'è eccome. C'è un'intesa incredibile tra i due personaggi, che si percepisce in ogni scena. Traspaiono chiaramente le emozioni che l'uno suscita nell'altra. È evidente che siano fatti l'uno per l'altra e che avranno sempre un rapporto elettrizzante. Lo stesso vale per Clive e Juliette".

Il regista dice : "Sono un romantico, ma bisogna fare attenzione. Voglio che le emozioni siano autentiche, e non artificiali. Le devi sentire davvero, come succede nella vita reale".

PICTURES: LE IMMAGINI

Quando Dina Delsanto arriva a Croyden, la sua reputazione la precede. La chiamano "Ghiacciolo", e non per la sua carriera artistica. "Lei è molto bella, molto simile a una regina di ghiaccio", dice Schepisi. "Sembra dura, ma è l'artrite reumatoide a impedirle di essere l'artista che è. Non ha mai sognato di essere una grande artista, lei ha veramente grande talento e all'improvviso si ritrova non in grado di lavorare come faceva prima. Non può più esprimersi nel modo in cui vorrebbe e deve trovare un nuovo modo per poterlo fare, ma allo stesso tempo deve trovare il giusto cocktail di farmaci per alleviare le sofferenze legate alla sua malattia; la sua vita è in subbuglio". Binoche commenta: "Penso che la durezza di Dina sia una forma di protezione per non far trasparire il dramma privato che sta vivendo. Cerca di proteggersi perché è estremamente fragile, ma piano piano questa facciata si sgretola, mostrando la sua vera personalità. Dovevo analizzare a fondo la sua personalità. Quando incontra Jack, qualcosa cambia improvvisamente in lei. L'incontro con lui risveglia la sua femminilità, la voglia di ridere e il bisogno di lasciarsi andare e non essere più algida. Chi soffre di artrite reumatoide fatica ad aprirsi fisicamente; è una patologia limitante, che rende meno femminile. La scelta dei colori e del rossetto rispecchiano il personaggio. E' una facciata ed è tuttavia un'affermazione di chi sia Dina. E' così doloroso essere vista come donna quando si soffre, quando fisicamente non si è al meglio, quindi si innesca un sistema di difesa. Il gioco tra lei e Jake continua, e parole e immagini sono solo un pretesto, anche se improvvisamente tutto questo risveglia in lei la passione per l'arte e la pittura". Juliette Binoche interpreta il personaggio di Dina, ed è anche l'artista che ha realizzato i dipinti della Delsanto. Non ha dovuto solo dipingere in maniera magistrale e originale come si addice al suo personaggio, ma ha anche dovuto farlo tenendo conto delle sfide che la Delsanto deve affrontare per dipingere a causa della sua malattia. Juliette commenta: "Bisogna trovare il modo giusto per riuscire a farla dipingere, dal momento che si tratta di un'attività molto fisica, e lei ha dei limiti in questo senso per via della malattia. Bisognava trovare lo stratagemma per farla esprimere come l'artista che è". Burch spiega: "Juliette ha dovuto trovare un modo sia come attrice sia come artista per facilitare la sua arte, e, in parte, questo è ciò di cui il film tratta". Schepisi afferma: "Siamo stati fortunati, perché Juliette dipinge e lo fa in maniera eccezionale. Il film l'ha ispirata a raggiungere un livello di pittura che è superiore, perché il personaggio che interpreta deve trovare un nuovo percorso per esprimere le sue potenzialità, cosa che lei nella realtà ha fatto". Stone rivela: "Ci sentiamo fortunati ad avere un'attrice che capisca cosa vuol dire essere una pittrice. Quando nel film vedete Juliette dipingere, non sta fingendo; è veramente lei. Un giorno, sul set, durante le riprese, uno dei dipinti aveva bisogno di un ritocco, Juliette indossò il camice, andò in un'altra stanza e incominciò a dipingere. E' stato incredibile vederla creare le opere per il film. Il suo personaggio si evolve nel tempo a causa dei suoi problemi fisici. Abbiamo lavorato con lei per sviluppare la tecnica per riuscire comunque a dipingere a dispetto della malattia. In questo film, Juliette ha profuso un incredibile sforzo doppio". Binoche afferma: "Come pittrice, Dina sta attraversando delle fasi, domandandosi come dipingere. Fisicamente non riesce a farlo bene come prima, così trova un altro modo. Abbiamo trovato interessante iniziare a dimostrarlo con un'opera figurativa. Lei è frustrata perché non riesce a produrre opere figurative come una volta, e sceglie di passare all'astrattismo perché trova altri strumenti per dipingere. Ho trovato affascinante il fatto di trovare un modo per esprimere quello che Dina sta passando attraverso la pittura". I film riguardo ad artisti famosi mostrano copie dei loro lavori, con i protagonisti che cercano di riprodurre i Van Gogh o i Pollock della situazione. Dina Delsanto è un personaggio immaginario, interpretato da Juliette Binoche, che è anche un'artista dotata e pittrice delle opere di Delsanto. Ma la domanda è: i dipinti sono di Binoche o di Delsanto? Binoche risponde: "Ho cercato di creare i dipinti di Dina, ma sono stata io, così come uso me stessa per interpretare Dina. Sicuramente hai una visione del personaggio che interpreti, ma usi il tuo respiro, i tuoi pensieri e i tuoi occhi, tutto ciò che hai dentro di te; per il pittore è lo stesso. Quando vedo dipingere Dina, sento che questo non è quello che avrei voluto dipingere, ma riconosco qualcosa di me stessa, è un qualcosa di interessante, un parallelo tra attrice e pittrice. E' interessante vedere come funziona. Ho domandato a Fred di darmi alcuni precisi compiti per Dina perché mi avrebbero aiutato, ci è voluto un po' di tempo, in modo da definire realmente la progressione dei movimenti, anche perché Fred non dipinge. E' stato un processo lento, ma questa è stata la ragione per cui ho dipinto durante le riprese". Burch dice: "E' una parte fortunata di quest'impresa; ci siamo avvicinati a Juliette perché è una grande attrice e icona dello schermo e siamo venuti solo successivamente a conoscenza del fatto che sia anche una pittrice. Divenne chiaro, che non voleva dipingere solo per le riprese, ma voleva dipingere tutte le sue opere. Non c'è nessun lavoro di Dina nel film che non sia opera di Juliette. Juliette non si è solo impegnata ad interpretare questo ruolo; infatti quando non girava, rimaneva a casa a dipingere. E' stata una presenza luminosa.". Nancy Rae Stone ribadisce: " Quando ci siamo resi conto che era una brava pittrice e che voleva utilizzare le sue opere d'arte nel film, c'è stata un'evoluzione. E' stato un processo meraviglioso vedere Juliette creare le opere e sicuramente il suo personaggio cresce nonostante la malattia. Abbiamo lavorato con lei per sviluppare la tecnica e come la sua arte avrebbe dovuto progredire. Siamo stati molto fortunati ad avere un'attrice che capisca che cosa vuol dire essere un pittore". Patrizia Von Brandestein, sceneggiatrice vincitrice di un Premio Oscar, rivela: "Juliette è una ritrattista molto dotata ed è molto abile. E conosciuta per i suoi lavori a pastello, carboncino, acquarello, olio e acrilico. Per WORDS AND PICTURES, ha lavorato principalmente con dipinti in acrilico perché il programma delle riprese era molto impegnativo e richiedeva un tempo di asciugatura abbastanza veloce. Si può vedere l'evoluzione dello stile di pittura, che non corrisponde alla realtà, ma è una direzione che ha preso Juliette nel film. Non so se continuerà a dipingere in questo modo o no, ma è molto efficace, potente, forte nei colori, che Fred voleva assolutamente ottenere perché sentiva che la forza dell'immagine sarebbe stata più grande. Juliette è stata molto generosa, offrendoci il suo tempo ed il suo talento". All'inizio, nella fase di pre-produzione, Von Brandestein e Binoche hanno iniziato le loro discussioni. La sceneggiatrice voleva vedere le opere precedenti di Binoche; ne conseguirono una valanga di email, telefonate e spedizioni dalla Francia. Patrizia Von Brandestein continua affermando: "Juliette era nel mezzo di un trasloco, era molto difficile per lei, ma riuscì a spedire una grande quantità di sue opere precedenti. Si trattava di fantastici ritratti e dipinti che aveva fatto quando era una ragazza. In questo modo siamo riusciti a vedere l'intera gamma delle sue opere. Per sicurezza, parte dei suoi lavori passati fu riprodotta per poter essere usata nel film come opere giovanili della Delsanto". Von Brandestein sottolinea: "la maggior parte dell'arte vista nel film è stata creata da Juliette di persona e su richiesta e questo è molto notevole".

LA BATTAGLIA

DiPego dice: "C'è una dicotomia tra immagine e parola, noi cerchiamo di vedere come Jack sia appassionato alla scrittura e quanto Dina ami la pittura. Lo scontro è allo stesso tempo divertente e intenso, ma la vera lotta è all'interno di questi due personaggi. La maggior parte del mio lavoro riguarda la lotta: non importa cosa stanno affrontando, le persone spesso hanno paura di aprirsi agli altri e instaurare legami; sentirsi isolati dà più sicurezza. Essere isolati è una specie di morte, così si preferisce aprirsi e legarsi, ma questo fa paura. La lotta è sempre alla base del mio lavoro". Juliette dice: "Dina non si rende conto che Jack la sta spingendo a dipingere, a essere un'artista, per rivelare se stessa. Non lo vede. La prende sul personale. A volte si instaura una sorta di gioco tra le persone – un miscuglio di orgoglio, gioia, timidezza e sistemi di difesa – questa è la situazione nel film". La sfida riguarda il fatto che le parole non sono solo parole e la pittura non è solo decorativa e bella – c'è qualcosa di più profondo. Questa è la sfida degli attori, dei pittori e di chiunque altro lavori nell'ambito delle arti visive: come esprimere te stesso al di là del mezzo di espressione? Quando alle classi di Arte e di Letteratura giunge voce che gli altri studenti stanno criticando la loro forma d'arte, Jack pensa che questo potrebbe essere uno sprone per motivare ed a entusiasmare gli studenti, coinvolgendoli nella lotta tra arte visiva e parola scritta

Valerie Tian, che interpreta Emily, una studentessa di arte, afferma: "E' una specie di aiuto che Jack utilizza per avvicinarsi a Dina, ma gli studenti non lo sanno. Si tratta di una cosa nuova stimolante in una scuola rigida. Si tratta di un escamotage non convenzionale e aiuta i ragazzi a gareggiare." Per ispirare i suoi studenti, Dina afferma: "Le parole sono bugie e inganni". Schepisi ribadisce: "Questo ferisce Jack, che attacca Dina. Improvvisamente gli viene in mente l'idea della sfida tra lui e Dina, per coinvolgere gli studenti. Lui la vede veramente come una lotta con la collega, ma gli studenti sono galvanizzati da questa competizione e vi contribuiscono attivamente, il che ravviva l'ambiente scolastico". Alcuni studenti prendono parte alla sfida, altri preferiscono rimanere neutrali. Bruce Davison afferma; "Penso che Walt stia da entrambe le parti, vede gli studenti in lotta l'uno con l'altro, stimolati dalla sfida. I ragazzi se ne escono con delle idee inaspettate". Binoche dice: "Dina afferma che le parole sono "inganni", "bugie", ma possono esserlo solo se lo si crede. Le parole sono uno strumento meraviglioso se si dice qualcosa che si pensa realmente, ma non sono immortali. Per Dina, la pittura fa accedere ad un mondo dove non esistono ancora le parole. È una dimensione estremamente creativa, perché ti permette di percepire qualcosa che non è ancora stato detto. È qualcosa che arriva prima della parola. Avviene lo stesso nella poesia, in cui troviamo un connubio di parole che insieme sono portatrici di un significato superiore; non si tratta infatti di uno stimolo a livello intellettuale, bensì a livello sensoriale, ti fa sentire cosa vuol dire essere umano e vivere un'esperienza come tale. È affascinante".

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Words and Pictures disponibile in DVD da giovedì 23 Aprile 2015
info: 13/11/2014.


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