Suburra
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Suburra, pregi e difetti dell’Italia di oggi raccontati dal regista di Gomorra – La Serie


Sette giorni in cui ogni personaggio coinvolto prova ad anticipare le mosse dell'altro scatenando una guerra senza quartiere.

E' disponibile il trailer e diverse featurette e clip per il film Suburra con cui il regista Stefano Sollima torna al cinema dopo A.C.A.B., reduce dal grande successo internazionale di Gomorra – La Serie. La nuova pellicola racconta una storia che incarna i pregi e i difetti dell'Italia di oggi, partendo dall'affresco criminale di una città unica al mondo: Roma. Il film è al cinema dal 14 ottobre.

Nell'antica Roma, la Suburra era il quartiere dove il potere e la criminalità segretamente si incontravano. Dopo oltre duemila anni, quel luogo esiste ancora. Perché oggi, forse più di allora, Roma e' la città del potere: quello dei grandi palazzi della politica, delle stanze affrescate e cariche di spiritualità del Vaticano e quello, infine, della strada, dove la criminalità continua da sempre a cercare la via più diretta per imporre a tutti la propria legge.

Il film è la storia di una grande speculazione edilizia, il Water-front, che trasformerà il litorale romano in una nuova Las Vegas. Per realizzarla servirà l'appoggio di Filippo Malgradi (Pierfrancesco Favino), politico corrotto e invischiato fino al collo con la malavita, di Numero 8 (Alessandro Borghi), capo di una potentissima famiglia che gestisce il territorio e, soprattutto, di Samurai (Claudio Amendola), il più temuto rappresentate della criminalità romana e ultimo componente della Banda della Magliana.

Ma a generare un inarrestabile effetto domino capace di inceppare definitivamente questo meccanismo saranno in realtà dei personaggi che vivono ai margini dei giochi di potere come Sebastiano (Elio Germano), un PR viscido e senza scrupoli, Sabrina un'avvenente escort (Giulia Elettra Gorietti), Viola (Greta Scarano) la fidanzata tossicodipendente di Numero 8 e Manfredi (Adamo Dionisi) il capoclan di una pericolosa famiglia di zingari.

Suburra è film di genere, un crime story che si svolge in un arco temporale brevissimo. Sette giorni in cui ogni personaggio coinvolto proverà ad anticipare le mosse dell'altro scatenando una guerra senza quartiere che finirà per coinvolgere colpevoli e innocenti, criminali, cittadini perbene, politici e cardinali. Sette giorni prima che il governo, e con esso la Suburra, crolli.

Suburra è nelle sale dal 14 Ottobre, distribuito da 01 Distribution.

"Suburra è un film che racconta un mondo e una realtà assolutamente realistica, pur non essendo una ricostruzione storica o di cronaca." racconta il regista Stefano Sollima. "È un film che vuole muoversi liberamente tra i punti di vista dei diversi personaggi, grandi e piccoli, potenti e inermi, senza giudicarli, indagandone azioni e psicologia senza pregiudizi, attraverso uno stile visivo asciutto e attento a ricercare, nelle pieghe del racconto, gli aspetti umani, terreni dei suoi protagonisti. Senza retorica, senza demagogia, senza moralismo. "Un movimento narrativo corale dove i protagonisti sono però molto attuali, sono i figli dei nostri tempi, i figli della Suburra.

"Per come l'abbiamo raccontato noi" spiega il regista del film Suburra è "principalmente un luogo dell'anima dei personaggi, ma in realtà nell'antichità era un quartiere ai piedi del Palatino, un ghetto dove c'erano bordelli e taverne, un punto di incontro tra nobili senatori e gente di malaffare: qui mondi distanti e apparentemente inconciliabili tra loro entravano in stretto contatto. La Suburra dell'Antica Roma e quella di oggi sembrano unite da un sottile filo lungo oltre 2000 anni, regolata dagli stessi immutabili meccanismi, con poteri insospettabili che continuano a garantire un equilibrio delicatissimo, tra il potere e la strada, per cercare il modo più rapido ed efficace di fare affari, di fare soldi.

Il progetto Suburra nasce perché con De Cataldo e Bonini il regista aveva già lavorato (con De Cataldo tutta l'esperienza di Romanzo Criminale – La Serie e con Carlo Bonini invece ACAB) e ha quindi avuto l'occasione di leggere le prime bozze del libro e di assistere dall'inizio alla gestazione del romanzo Suburra, rimanendone profondamente colpito. "Così ho iniziato a lavorare alla trasposizione cinematografica ben prima che il romanzo uscisse fisicamente in libreria" dice Sollima. Il romanzo Suburra descriveva una Roma a tinte fosche, "con splendidi personaggi ed un intreccio serrato, ma soprattutto era incredibilmente attuale, infatti a distanza di due anni e mezzo ci siamo ritrovati a girare il film nel pieno della tempesta giudiziaria che ha colpito Roma" dice il regista.

Per Sollima, l'aspetto più interessante del racconto è "la coesistenza in un unico spazio, cioè Roma, di mondi assolutamente distanti, dalle stanze affrescate del Vaticano alle periferie degradate, dalle case pacchiane e straboccanti degli zingari agli immobili palazzi della politica, dai sampietrini del centro storico alla sabbia del Lungomare di Ostia. Mondi diversi eppure segretamente collegati tra loro".

Il film si svolge in larga parte di notte e quasi sempre sotto la pioggia: due elementi "costitutivi del sentimento del film e quindi inevitabili" per il produttore Riccardo Tozzi. "Il centro coi luoghi del potere, Ostia, la periferia Est; case borghesi, ville da festa, Parlamento e Vaticano, baracche e stazioni. Scontri a fuoco, inseguimenti, manifestazioni. Oltre 11 settimane di ripresa, spesso in condizioni estreme, con una troupe entusiasta ma insonne. Un costo finale poco sopra i sette milioni. Poco in rapporto al valore produttivo. Molto, per un mercato come quello italiano che non consente dimensioni produttive importanti. Un rischio che abbiamo preso, sperando che la qualità trovi alla fine il pubblico e le risorse per continuare su questa strada".

In Suburra il regista racconta di avere modificato stile di ripresa e di rappresentazione: "Visto che gli innumerevoli mondi che andavamo a raccontare erano estremamente forti, caratterizzati, spesso in contrasto l'uno con l'altro, ho approcciato il film girandolo meno mosso, più fermo e utilizzando campi 'larghi'" dice Sollima. per il quale "Era fondamentale riuscire ad avere contemporaneamente, nel quadro, nel fotogramma, sia il personaggio che il suo mondo, perché ogni personaggio ti avrebbe portato in un mondo diverso e ognuno con un proprio colore dominante, un'atmosfera, un carattere preciso".

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