The Program, Stephen Frears e Ben Foster presentano il Film a Roma
The Program, Stephen Frears e Ben Foster presentano il Film a Roma

The Program, Stephen Frears e Ben Foster presentano il Film a Roma


Stephen Frears e Ben Foster presenti a Roma per la presentazione di The Program.

Il 29 ottobre a Roma si è tenuta la conferenza stampa del film The Program di Stephen Frears, la pellicola che racconta la storia sportiva di uno dei più importanti ciclisti della storia, Lance Armstrong, che uscirà nelle sale italiane l'8 ottobre distribuito da Videa in circa 250 copie. Erano presenti per rispondere alle domande dei giornalisti il regista Frears e l'attore protagonista  Ben Foster.

D.: Cosa sapeva sulla vicenda di Lance Armstrong prima di decidere di girare questa pellicola e cosa l'ha attratta in particolare?

Frears: Non sapevo nulla prima ma leggo i quotidiani e tutto ciò che so lo imparo così. Ho anche letto il libro di Tyler Hamilton, The Secret Race, ciclista statunitense che ha partecipato alle gare in quadra con Lance, anch'esso corridore dopato. L'ho trovato estremamente interessante. Come il fatto che qualcuno è riuscito a rubare il titolo del Tour de France per ben sette volte.

D.: Ha mai provato ad avvicinare Lance per parlare con lui riguardo alle motivazioni psicologiche che lo hanno spinto a comportarsi così?

S.F.: No, ovviamente non ho mai provato ad avvicinarlo o contattarlo perché lui è una persona che mente. Sarebbe stato inutile. Da quello che ho sentito su di lui è una persona che tende molto a controllare gli altri e quindi sicuramente non avrebbe gradito come poi la sua figura è venuta fuori nel film. Perciò non avevo nessun interesse a contattarlo.

D.: Credo che questo sia un film che voglia parlare di un qualcosa che va oltre il mondo del ciclismo, in un mondo in cui tutti fanno finta di essere qualcos'altro. È corretta questa impressione?

S.F.: Ogni giorno leggi in tutto il mondo di fatti di corruzioni enormi, inverosimili, sembra quasi un romanzo, ma purtroppo è la realtà. Tutto questo è tremendo. Poi voi siete italiani e nel vostro cinema ce ne sono tanti di film che parlano di queste cose, soprattutto nel passato, come quelli di Francesco Rosi e io ho imparato tanto da loro.

D.: Come definirebbe Lance? Come un eroe machiavellico?

S.F.: Lance era allo stesso tempo estremamente intelligente e anche estremamente stupido. Ha entrambi gli aspetti, due anime. Da una parte un uomo che è sopravvissuto al cancro e che ha donato molti soldi per la ricerca, dall'altra parte mentiva e imbrogliava tutti.

D.: E' vero che si è dopato per entrare meglio nel personaggio e provare quelle sensazioni che Lance provava?

Ben Foster: A differenza di Stephen Frears io ho cercato di contattare Lance ma lui non ne ha voluto sapere nulla di parlare con me. Per quanto riguarda il doping , io avevo sei settimane per prepararmi per il ruolo. Non ero mai stato appassionato di bicicletta, avevo molto da apprendere, gli aspetti legati alla nutrizione e tutto quello che poteva aiutarmi a somigliare a Lance. Quindi sì, ho assunto doping, anche perché ero interessato, anche dal punto di vista personale, a capire fino in fondo la persona. Ho seguito un programma di doping ovviamente è stato fatto tutto sotto stretto controllo medico e monitorato attentamente.

D.: Ha trovato difficoltà ad interpretare un personaggio come questo che di positivo ha ben poco?

B.F.: Non sono d'accordo. Lui non era solo cattivo. In quel periodo erano molti i corridori dopati che furono scoperti perciò tutti mentivano. Erano tutti personaggi oscuri. Bisogna anche dare atto al fatto che Lance ha raccolto più di mezzo miliardo di dollari a favore della ricerca per il cancro e credo l'abbia fatto in modo sincero, quindi non tutto quello che ha fatto era negativo. Credo che Stephen nel film abbia voluto fare non un atto di accusa nei confronti del singolo ma della società. Siamo stati noi, in quanto società, a creare Lance Armstrong.

D.: Il fatto che Lance fosse così popolare negli USA e che di conseguenza la vicenda doping abbia avuto un risalto maggiore in quel paese l'ha spinta maggiormente ad accettare la parte?

B.F.: Ammetto che io, prima del film, sapevo veramente poco sia di ciclismo che di Lance, se non le cose principali. Quindi all'epoca non ho prestato molta attenzione alla vicenda.

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