Escobar: Paradise Lost
Escobar: Paradise Lost

[Roma 2014] Escobar: Paradise Lost, la recensione


Escobar: Paradise Lost racconta la figura di uno dei trafficanti di droga più famosi di sempre lasciandolo però sullo sfondo e concentrandosi sulle vicende di un ragazzo che si ritrova coinvolto negli affari dell'uomo. Una buona opera prima da parte del regista italiano Andrea Di Stefano.
Voto: 7/10

Escobar: Paradise Lost è l'opera prima come regista e sceneggiatore di Andrea Di Stefano, un attore italiano trasferitosi da giovane negli Stati Uniti per studiare recitazione, ha iniziato ora una nuova carriera da regista e la sua pellicola ha partecipato in concorso alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma dove si porta a casa il premio Taodue Camera d'Oro per la migliore opera prima. La sua è una storia di orgoglio italiano visto che dopo una prolifica carriera da attore al suo debutto dietro la macchina da presa ha lavorato con un mostro sacro come Benicio Del Toro e ha come protagonista l'idolo di tutte le adolescenti del mondo, ovvero Josh Hutcherson, anche se poi il film è una produzione francese.

Nick (Josh Hutcherson) si trasferisce in Colombia con suo fratello e lì pensa di aver trovato il paradiso, spiagge incantevoli, surf, sole e libertà ma non è tutto oro quel che luccica. Dopo aver conosciuto la bella Maria (Claudia Traisac), la sua vita cambia del tutto e il paradiso presto diventa un inferno. La ragazza di cui si innamora è la nipote di Pablo Escobar (Benicio Del Toro), il più famoso trafficante di droga del paese. L'uomo è temuto ma al tempo stesso molto amato nel proprio paese perché è considerato come un moderno Robin Hood, che talvolta distribuisce denaro ai poveri in cambio di fedeltà. Nick ben presto entra nelle grazie dell'uomo ma quando inizia la fase discendente di Escobar anche lui viene trascinato giù e tutto prende una piega pericolosa.

Escobar: Paradise Lost è senz'altro un film interessante. In primis perché è un'opera prima e non lo sembra assolutamente. Sembra una pellicola scritta e realizzata da un veterano del mestiere, Di Stefano è del tutto a suo agio dietro la macchina da presa e soprattutto nella direzione degli attori. Sarà perché è anch'esso un attore ma riesce comunque ad ottenere una performance incredibile della certezza Benicio Del Toro ma anche una buona e credibile del giovane Josh Hutcherson, che fino adesso non aveva ancora dimostrato il suo talento. In secondo luogo perché non è un film biografico su un criminale realmente esistito ma è un thriller pieno di tensione, la figura di Pablo Escobar è solamente un pretesto per realizzare un'opera sulla discesa all'inferi di una ragazzo che credeva di aver trovato il suo paradiso personale.

Ci sono molte ottime scene nel film, c'è tanta azione e il regista dimostra di saper muovere la macchina da presa sapientemente. Non è sicuramente un'opera priva di difetti, ci sono momenti più deboli e scene meno efficaci ma è senza dubbio un buon film che fa ben sperare sul futuro registico di Andrea Di Stefano.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
EscobarFestival del Cinema di Roma 2014
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