Game of Thrones 5x02 - House of Black and White
Game of Thrones 5x02 - House of Black and White

Recensione Game of Thrones 5×02 – House of Black and White


'House of Black and White' è un episodio ancora introduttivo, che però ha il merito di crescere in fatto di ritmo e di intessere la rete delle relazioni e delle trappole che verranno disseminate lungo tutta la stagione.
Voto: 7/10

Dove eravamo rimasti: the wars to come

Con The Wars to come si apre (finalmente!) la quinta stagione di Game of Thrones. Ad aprire le danze è una Cersei bambina che si imbatte in una profezia che la incorona regina, ma che la mette in guardia da una regina più giovane e più bella di lei che le porterà via tutto, compresi i figli che saranno tutti condotti alla tomba. Con questo flashback ci viene quindi mostrata la ragione che sta alla base dell'odio che Cersei prova nei confronti di Margaery, ormai ad un passo dallo sposare Tommen. Intanto al Nord, Stannis chiede a Jon Snow una prova della sua lealtà ai Sette Regni, e chiede che Mance Ryder, il re oltre la barriera, venga ucciso. Mentre Arya è su una nave diretta a Bravoos, Sansa continua il suo percorso al fianco di Lord Petyr, che le insegna a non fidarsi di nessuno. Anche Tyrion è in viaggio: finalmente raggiunge, con Varys, la città di Pentos.

Cosa vedremo: House of Black and White

Ad Approdo del Re il fantasma di Lord Tywin Lannister continua a mietere vittime: lasciata sola con se stessa e con un regno che danza su un terribile equilibrio precario, Cersei porta dei cambiamenti all'interno del consiglio ristretto, che ormai non è altro che un pallido riflesso di quello che era (o che avrebbe potuto essere) nelle passate stagioni. I pensieri della Regina Madre, però, sono occupati da quanto potrebbe avvenire a Dorne: dal Sud, infatti, Cersei riceve in dono una vipera rossa che stringe tra i denti il ciondolo che sua figlia Myrcella aveva quando lasciò Approdo del Re. Il messaggio è chiaro: il Sud – esattamente come il Nord – sembra non avere alcuna intenzione di dimenticare quanto avvenuto al principe Oberyn Martell. Jamie, allora, per far piacere alla sorella, si offre volontario per andare a Dorne e riprendersi sua figlia. Ad aiutarlo nella missione ci sarà Sir Bronn, a cui viene promessa una moglie più bella e terreni più vasti. A Dorne, intanto, Elleria Sand, l'amante di Oberyn, vuole muovere guerra ai Lannister, facendo forza su Myrcella, che nel frattempo sembra aver stretto una bella amicizia con Trystane. Il popolo è con la donna, e chiede a gran voce giustizia. L'unico volere che conta, però, è quello di Doran Martell, fratello maggiore della Vipera Rossa, che non è d'accordo con il volere della sua gente. Intanto, a Westeros, Brienne continua la sua ricerca delle figlie di Catelyn Stark: quasi non può credere ai suoi occhi quando, in una taverna in mezzo al nulla, si imbatte proprio in Sansa e in Ditocorto. Senza pensarci due volte si presenta a lei, si inginocchia e offre i suoi servigi. Sansa, però, che si ricorda di lei come di una donna dei Lannister, non intende affatto accettare la proposta e l'intera questione finisce con Brienne e fidato scudiero che sono costretti a scappare. Arya, intanto, arriva a Bravoos, dove viene condatta alla casa che da il titolo all'episodio: qui incontra un vecchio amico, l'uomo senza volto che abbiamo conosciuto come Jaqen. A Mereen, intanto, Daenerys condanna a morte un uomo, mettendo di fatto il proprio potere al di sopra delle tradizioni della città: mentre il popolo invoca pietà, però, Daenerys fa calare l'ascia. Nell'aria si diffonde il sibilo – letteralmente – del malcontento. Alla fine Drogon ritorna da sua madre, ma l'obbedienza sembra non essere più un suo tratto distintivo. Infine, alla Barriera, Jon Snow deve vedersela con sfide tutt'altro che banali. Stannis Baratheon lo tenta, dicendogli che se vuole Grande Inverno è suo: non sarà più il bastardo di Ned Stark, un'onta sulla reputazione di un uomo altrimenti purissimo. No. Sarà un Lord, un uomo in grado di salvare Grande Inverno, la sua casa, il suo Nord. Un modo, forse, per "vendicare" la morte del fratello Robb. Dall'altra parte, però, i Guardiani della Notte hanno ancora bisogno di un leader, di un Lord Comandante che faccia i loro interessi e non quelli di un qualsiasi signorotto di Westeros. A questo punto Jon Snow deve prendere la sua decisione e decidere a chi deve veramente la propria fedeltà.

Lord Comandante

Così come avveniva nei libri – difficile fare modifiche su un percorso così ben tracciato – Jon Snow viene portato da Stannis Baratheon a vacillare sulla propria decisione di essere un Guardiano della Notte. Ai suoi occhi, Stannis dipinge un futuro come Lord di Grande Inverno: il Re fa leva proprio sulla debolezza di Jon, che si è sempre sentito un po' un estraneo in casa propria, un elemento di disturbo, una nota stonata (ne è una prova anche il colore di Spettro). Il Re, ora, gli sta dando l'occasione di rimettere le cose in ordine, di prendere quello che, fondamentalmente, gli spetta di diritto. E Jon è tentato, inutile negarlo. E insieme a lui è tentato anche lo spettatore, che trova a sognare di poter rimettere piede a Grande Inverno, di rivederla ai fasti dell'inizio, quando gli Stark erano ancora tutti vivi e in grado di camminare sulle proprie gambe. Ma Jon Snow, ormai, è un Guardiano della Notte. E' una natura che non può più ignorare. E quasi cade dalla sedie quando si rende conto che intorno a lui ci sono persone che credono fortemente nella sua lealtà a questo ruolo da proporlo come Lord Comandante, nonostante la giovane età. Jon Snow, anche nei libri, è sempre stato un personaggio passivo, un essere "addormentato" che si fa trascinare nelle cose, che sembra non avere impeto. Attenzione, non vogliamo dire che non abbia fatto niente, o che se ne stia nascosto tra i fotogrammi a far solo presenza. Assolutamente. Ma tutte le decisioni importanti che lo riguardano vengono prese da altri: è il Monco che gli dice di entrare nelle retroguardie dei Bruti; è Ygritte che gli insegna l'amore e lo spinge ad abbandonarsi ad esso; sono i suoi compagni che lo spingono a ricoprire il ruolo di leader. Jon Snow sembra solo accettare il cammino che altre persone decidono per lui e questo lo rende un personaggio non poi così interessante, specie se visto al di fuori delle sue oscure e misteriose origini. Eppure, quando viene eletto Lord Comandante, un guizzo di vitalità sembra confluire i lui, dandogli una concretezza che, almeno secondo chi scrive, non aveva fino a quel momento. Speriamo che da questo momento in poi le cose migliorino per il personaggio che nella rete è stato ormai ribattezzato con l'epiteto, con tanto di hashtag, Jon Snow #mainagioia.

Cosa ci è piaciuto:

• Che ci abbiano fatto vedere Dorne, anche se per pochissimo tempo.
• L'accoppiata Jamie-Bronn. Promette di dare scintille.
• L'acclamazione di Jon Snow come Lord Comandante.
• Il messaggio con la Vipera Rossa.

Cosa non ci è piaciuto:

• La scena, abbastanza inutile, tra Brienne e Sansa.
• L'evidente smarrimento di Cersei.
• Tyrion limitato a fare da comparsa

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
Il Trono di SpadeIl Trono di Spade (stagione 5)
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