Game of Thrones 5x06 - Unbowed, Unbent, Unbroken
Game of Thrones 5x06 - Unbowed, Unbent, Unbroken

Recensione Game of Thrones 5×06 – Unbowed, Unbent, Unbroken


'Unbowed, Unbent, Unbroken' è un episodio che, se da una parte riesce a creare l'orrore senza mostrare nulla, dall'altro si mostra del tutto incapace di rendere Dorne e la famiglia Martell, a cui l'episodio avrebbe dovuto essere dedicato.
Voto: 7/10

Dove eravamo rimasti: Kill the Boy

A Nord Jon Snow è preso con le responsabilità derivanti dalla sua nuova posizione di Lord Comandante dei Guardiani della Notte. Ben sapendo che la sua decisione potrebbe portare ad eventi tutt'altro che positivi, decide comunque di cercare un'alleanza con i bruti, in modo da essere preparati in caso gli Estranei si presentassero a reclamare altri corpi. Intanto, a Grande Inverno, Sansa scopre che Ramsey ha "addomesticato" Theon, facendolo diventare Reek: come se non bastasse il suo promesso sposo chiede proprio a Theon Greyjoy di essere colui che accompagnerà Sansa all'altare. Durante la cena, inoltre, Roose Bolton annuncia che sua moglie porta in grembo il loro primogenito: possibile che Ramsey accetti la cosa senza colpo ferire? A Meereen, intanto, Daenerys vendica la morte di Barristan, ma ben presto la sua crudeltà scema, e la regina accetta di sposare uno dei rappresentanti delle grandi famiglie, cercando così di scendere a compromessi. Verso di lei, intanto, stanno viaggiando sempre Tyrion e Jorah Mormont, che però vengono attaccati dagli uomini di pietra, uomini cioè affetti da una malattia contagiosa che si trasmette attraverso il semplice contatto fisico. Jorah, purtroppo, viene toccato e lo spettatore può vedere già le sue vene farsi nere e la sua pelle bianca come marmo nel punto in cui è stato sfiorato.

Cosa vedremo: Unbowed, Unbent, Unbroken

Ad Approdo del Re Cersei e Petyr parlano come vecchi amici, mettendo però in mostra le loro capacità manipolatorie. In particolar modo Ditocorto non ci pensa un attimo a vendere di nuovo Sansa, in un gioco di cui ancora non capiamo bene le regole. Oltretutto Cersei deve vedersela anche con Lady Olenna, arrivata a reclamare giustizia per Loras: la Regina Madre, però, gioca a fare l'innocente, lavandosi le mani da tutte le sue responsabilità. Inizia così un'inchiesta in cui non solo Loras viene condannato, ma persino Margaery viene condotta in prigione, per essere stata complice della sadomia del fratello. Di certo, non è stato molto intelligente da parte di Cersei inimicarsi coloro da cui dipende per l'oro e per la forza militare, specie ora che Stannis Baratheon si è messo in marcia. Intanto, al Sud, Jamie e Bronn riescono ad arrivare, come se niente fosse, a Bronn, parlando con Myrcella che, però, di tornare a casa non ne ha minimamente l'intenzione, visto che è innamorata di Trystane Martell. Ne scaturisce comunque una battaglia con le Serpi del Deserto  – il cui unico scopo è quello di vendicare la morte del padre Oberyn – in cui Bronn viene ferito, ma il graffio sembra ininfluente, a meno che le lame non siano avvelenate. Ops. Intanto a Grande Inverno viene celebrato il matrimonio tra Sansa e Ramsey, ma l'unione finisce presto in tragedia quando Ramsey violenta la sua nuova moglie. E costringe Reek/Theon a guardare. Infine, mentre Arya scende ancora di più nei profondi segreti della casa del bianco e del nero, Jorah (che scopre della morte del madre) e Tyrion vengono fatti prigionieri dagli schiavisti che, se non altro, ora puntano a Meereen.

La prima notte di nozze

Cominciamo questa recensione partendo proprio dal dente avvelenato che ha fatto storcere il naso a numerosissimi fan. Partiamo col ribadire, ancora una volta, che libri e serie tv hanno ormai intrapreso strade diverse: anzi, Martin ha parlato sin dall'inizio della prima stagione di una sorta di effetto butterfly che si sarebbe manifestato più avanti. Eccola, la farfalla è arrivata. Dopo la messa in onda dell'episodio sono stati in molti a lamentarsene, definendo i minuti di chiosa un vero e proprio schifo. Persino una senatrice americana è scesa in campo per attaccare Game of Thrones dopo l'ennesimo episodio in cui viene perpetuata una violenza sulle donne. Tralasciando la facilità con cui si potrebbe dire che la violenza femminile la si combatterebbe meglio scendendo nelle strade che non sbraitando parole in croce contro uno show, Unbowed, Unbent, Unbroken è riuscita a scandalizzare tutti (o quasi). Il motivo è il cambiamento che riguarda il destino di Sansa, che ora si trova di nuovo a Grande Inverno, come promessa sposa di Ramsey Bolton, il (nuovo) pupillo della casata che ha ucciso e tradito Robb Stark. In questo episodio la vediamo prepararsi per il grande evento: il nero scivola via dai suoi capelli lasciando di nuovo il posto al rosso e al tentivo di Myranda di spaventarla, lei risponde a testa alta, dicendole che non ci riuscirà, che quella è – dopotutto – casa sua. Poi arriva il momento delle nozze, in cui Theon/Reek si presenta per accompagnarla all'altare. Sansa, però, non vuole essere toccata: ai suoi occhi quello che ha davanti, il ragazzo con cui è cresciuta, non è altro che il motivo per cui Grande Inverno è caduta e, oltretutto, Sansa lo reputa ancora responsabile della morte di Bran e Rickon, non sapendo invece che i suoi fratelli sono vivi e vegeti. Ovviamente questa reazione da parte di Sansa è più che plausibile, ci mancherebbe. Quindi è con una fierezza algida che si reca al Giardino degli Dei, dove l'unione viene consacrata.

La luce lunare è spettrale e i filtri freddi aiutano lo spettatore a entrare maggiormente in uno stato d'animo che sembra quello adatto a un incubo. L'orrore, però, arriva più tardi, nelle stanze private. Ramsey sa che la vera unione sarà consacrata solo quando il matrimonio verrà effettivamente consumato. L'erede Bolton, però, è quello che è: quindi la sua idea di "consumare" risiede nello spaventare a morte Sansa (che, lo ricordiamo, era ancora vergine) e soprattutto nell'ordinare a Theon/Reek di rimanere a guardare. Sansa, che ha già affrontato l'inferno (che d'altra parte è cominciato, in parte, anche a causa sua, non dimentichiamolo) cerca di spogliarsi lentamente per guadagnare tempo. Ramsey, però, non è un tipo paziente e così finisce con lo strappare gli abiti alla moglie e violentarla, davanti allo sguardo allucinato di Theon, che piange lacrime di dolore e vergogna. E' evidente che soffra per Sansa, ma è altrettanto evidente che soffra per se stesso, perchè è un vigliaccio che non riesce a ribellarsi al clima di terrore nel quale Ramsey lo ha relegato. Così Sansa viene stuprata, e apriti cielo. Ora, naturalmente lo stupro è una delle cose più abominevoli che un essere umano possa partorire: è una violenza estrema, una cattiveria senza fine, una tortura diabolica. In questa recensione non troverete niente che possa giustificare un simile comportamento. In nessun caso. Con nessuna scusante. Siamo inorriditi anche davanti allo stupro di Cersei, che probabilmente è uno dei personaggi più odiosi mai inventati. Perciò vedere questo destino infamante allungare le dita su Sansa non solo non ci ha fatto piacere, ma ci ha gelato il sangue nelle vene. Detto questo, perchè tanto scalpore? Coloro che seguono lo show sono stati abituati ai parti folli della creatività di Martin: questa scena agghiacciante si inserisce alla perfezione in uno scenario fatto di soprusi e violenza, di torture e malvagità. Non stona in nessuna parte con i gironi infernali in cui ormai si è tramutata Westeros. Quindi il problema non può essere questo, non solo almeno. Il problema, naturalmente,  è che si tratta di Sansa. Sansa la pura. Sansa la vergine. Sansa che non riesce a stare in pace neanche un momento. Chi scrive ha adorato il percorso di crescita di questa ragazzina (sia nei libri, che nelle serie tv), e vederla umiliata proprio nelle stanze di casa sua, di quella Grande Inverno che tutti portiamo nel cuore, è stato doloroso oltre ogni umana comprensione. Perchè il dolore lo comprendiamo, le urla allo scandalo un po' meno.

Che ci piaccia o meno ammetterlo, però, Sansa è in parte responsabile dei suoi stessi guai. Non dello stupro, ma è recidiva nel dare la sua fiducia a chi proprio non se la merita. Nella prima stagione è corsa da Cersei, piuttosto che fidarsi di suo padre, portando alla decapitazione di Ned Stark (e questo è stato il motivo per cui l'abbiamo odiata tanto a lungo); ha anteposto il suo sogno di diventare principessa a qualsiasi altra cosa, e ne sono scaturite torture e umiliazioni. E' scappata da Cersei decidendo di fidarsi di Petyr, che in un attimo l'ha già rivenduta al nemico. Ovviamente – ovviamente! – nei primi casi Sansa era solo una ragazzina con la mente piena di canti e canzoni eroiche, e si è fatta facilmente imbrogliare. Poi ha deciso di alzare la testa, di provare a rendersi più forte, di combattere e vendicarsi perchè, lo sappiamo, The North Remembers. E poi è stata piegata di nuovo. Ed ecco il dolore, le lacrime per l'ingiustizia, il fastidio per un mondo in cui i "buoni" non riescono mai a cavare un ragno dal buco. Ma, ancora una volta, perchè lo sconcerto? Perchè urlare allo scandalo tanto da chiedere di boicottare lo show? Oltretutto Ramsey è sempre stato un sadico crudele, quindi persino il suo comportamento è in linea con il personaggio. Se si fosse mostrato placato e docile e dolce e comprensivo, tutti – io per prima – avrebbero detto che Ramsey era stato snaturato, svestito delle sue caratteristiche. E' lecito arrabbiarsi per i motivi che abbiamo già citato poco sopra – la crudeltà, l'ingiustizia, il "due pesi due misure", le lacrime di Theon – ma lo scandalo, ancora una volta, all'interno di Westeros noi non lo vediamo.

Vergognosa Dorne

Vorremmo spendere solo un paio di righe per parlare della vergognosa e ignobile resa che hanno dato di Dorne. Le riprese, fatte sotto il sole dorato dell'Andalusia, sembravano promettere una resa grandiosa. Invece seguiamo Jamie e Bronn in una ricerca che si conclude in cinque minuti, senza vere e proprie spiegazioni logiche e in un combattimento che definire ridicolo sarebbe un facile eufemismo. Oltretutto il titolo dell'episodio – che si traduce in un "Mai inchinati, mai piegati, mai spezzati" – è proprio il motto della casata Martell, tanto che lo spettatore minimamente preparato dal punto di vista dell'araldistica, si sarebbe aspettato un'attenzione non solo più ampia, ma anche più degna a questo regno e a questa famiglia. Invece è stato uno spettacolo vergognoso.

Cosa ci è piaciuto:

• L'intelligenza di alcuni dialoghi.
• La capacità di creare orrore senza mostrare molto.

Cosa non ci è piaciuto:

• La scena di Dorne.
• Il destino di Sansa.
• Ancora troppi riempitivi.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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