Recensione Game of Thrones 5x10
Recensione Game of Thrones 5x10

Recensione Game of Thrones 5×10 [Season Finale] – Mother’s Mercy


'Mother's Mercy' è un season finale di tutto rispetto, con almeno un paio di scene che sono state dei veri e propri pugni nello stomaco.
Voto: 9/10

Dove eravamo rimasti: The Dance of Dragons

A Mereen Daenerys ha riaperto le fosse di combattimento per tenere a bada i famigerati Figli dell'Arpia: mentre Tyrion siede al suo fianco in qualità di primo consigliere e Daario le guarda le spalle, nell'arena appare la figura granitica di Jorah Mormont che, dopo essere stato esiliato un'altra volta ha deciso di rimanere come schiavo della sua regina, piuttosto che andarsene. Alla fine dei giochi, però, è proprio Jorah a svelare un attentato ai danni della Madre dei Draghi, salvandole momentaneamente la vita. I Figli dell'Arpia, lungi dall'essere domati, cercano in ogni modo di uccidere Daenerys, mentre la regina vede il suo sposo venire ucciso e tenta la fuga, protetta da Daario e Jorah. Quando però le cose sembrano mettersi veramente male, dal cielo piomba un'ombra. E' Drogon, il drago nero di Daenerys, che uccide molti dei nemici, prima di portare via sua madre, caricandola sulle sue ali in una delle scene più belle di questa stagione. Intanto, mentre a Dorne Jamie riesce a convincere Doran a "ridargli" Myrcella – con il patto che Trystane potrà andare con loro – a Bravoos Arya continua il suo addestramento, finendo per incrociare la strada di Ser Meryn, uno degli uomini che Arya sogna di poter uccidere. A Bravoos l'uomo si dimostra anche pedofilo, andando alla ricerca solamente di prostitute-bambine e la rabbia di Arya cresce a dismisura. Intanto, a metà strada tra Castle Black e Winterfell, Stannis si rende conto che la sua avanzata contro i Bolton è più difficile di quanto previsto. La nebbia e la neve sono fitte e anche i beni alimentari cominciano a scarseggiare. Allora Stannis decide di mandare via Ser Davos, rispedendolo alla Barriera per chiedere aiuto. In effetti, l'allontamento del Cavaliere delle Cipolle ha il compito di distrarre l'uomo dalla terribile decisione che Stannis ha preso: dare ascolto a quella megera di Melisandre e uccidere Shireen per sacrificare il suo sangue di re al Dio del fuoco. La bambina muore tra urla e richieste d'aiuto a suo padre. Ma è inutile: la piccola Shireen, sopravvissuta persino al Morbo Grigio, spira tra le fiamme.

Cosa vedremo: Mother's Mercy

Con Mother's Mercy arriviamo così al finale della quinta stagione di Game of Thrones, una stagione partita piuttosto sottotono, che si è risollevata dall'episodio otto, verso un finale da togliere il fiato. Daenerys è scappata da Meereen con Drogon, ma ora si ritrova su un'altura, senza cibo, e con un drago ferito. Prima che possa decidere il da farsi, però, viene accerchiata da una tribù Dothraki, le cui intenzioni non sono affatto chiare. Nel frattempo, a Meereen, dopo aver bisticciato un po' come due innamorati che si contengono la stessa donna (cosa che, effettivamente, corrisponde alla verità), Jorah e Daario decidono di partire per cercare la loro regina, mentre Tyrion e Verme Grigio rimangono in città per cercare di sanare i danni. In loro aiuto arriva anche Varys che mette a disposizione del folletto la sua rete di spie. Intanto, a Bravoos, con un sotterfugio, Arya decide di uccidere Ser Meryn, togliendo al Dio dai mille Volti la vita che aveva chiesto: quando torna al tempio, la ragazzina viene sgridata da Jaqen che le spiega che ora il Dio ha bisogno di un'altra vita e si fa credere morto. Un attimo dopo, però, Arya è testimone della vita (o non-vita) di Jaqen, che padroneggia alla grande l'arte di cambiar volto. Ma Arya deve essere punita e, allo stesso tempo, educata: deve diventare nessuno e, per far questo, viene privata del suo senso più sviluppato: la vista. Ad Approdo del Re, intanto, Cersei stanca dell'umiliazione, confessa il suo crimine con Lancel all'Alto Passero, sebbene rifiuti categoricamente l'accusa di incesto. Dopo la confessione chiede di poter vedere suo figlio Tommen e l'High Sparrow glielo concede per premiare la su buona condotta. Però ad una condizione: Cersei dovrà percorrere la strada che la divide dalla Fortezza a piedi, nuda, tra la folla infuriata e seguita da una septa che le ricorda, a intervalli regolari, "vergogna". Una volta giunta a "casa", sporca e umiliata, con i piedi coperti di sangue, Cersei scopre che la Montagna è viva ed è completamente al suo servizio. Ma è a Nord che succedono i fatti più eclatanti: l'omicidio di Shireen ha creato una spaccatura all'interno dell'esercito di Stannis.

Gli uomini che lo avevano sempre seguito con cieca fedeltà hanno deciso di disertare. La neve sembra sul punto di sciogliersi – come se l'assassinio di Shireen avesse funzionato – ma le cose vanno sempre di male in peggio. Persino Selyse, la moglie di Stannis, decide di togliersi la vita per essersi resa complice di una crudeltà e di una vigliaccata senza precedenti. Melisandre, finalmente, capisce – passateci il termine – di non aver capito una mazza e prima di essere presa per i capelli e sacrificata lei stessa nel fuoco della rabbia, decide di darsela a gambe e si dirige alla Barriera. Qui Jon Snow viene chiamato fuori dal suo "ufficio" con la bugia che qualcuno ha scoperto il destino di suo zio Benjen. Ma all'aperto il comandante dei Guardiani viene condotto davanti ad una tomba con su scritto traditore e prima che possa porre anche solo una domanda viene pugnalato varie volte con il motto "per la barriera": alla fine è Olly a infliggergli il colpo di grazia e Jon Snow muore sulla neve. Infine, mentre Jamie è costretto a stringere tra le braccia il corpo morente di Myrcella, uccisa da un bacio avvelenato di Ellaria, Reek salva Sansa e l'aiuta a scappare (scappando con lei). Purtroppo fuori le mura ad aiutarla non c'è Brienne: la Vergine di Tarth ha abbandonato la sua postazione (perdendosi, così, anche la candela con cui Sansa chiedeva aiuto) per andare alla ricerca di Stannis e vendicare, finalmente, la morte di Renly.

Il destino di Jon Snow

Il finale di Mother's Mercy è stato forse uno dei più traumatizzanti, forse anche più della scena delle pioggie di Castamere. Specie se rientrate nelle schiere di coloro che hanno preferito vedere la serie tv piuttosto che leggere i libri, perchè questa scelta vi ha portato ad essere completamente impreparati a quanto accaduto sul finale. Jon Snow che muore. Dopo quella scena sono stati in molti a dichiarare che, per loro, Game of Thrones finiva lì, che senza il bastardo di Ned Stark non aveva più senso guardare la serie. Subito dopo, in rete, sono cominciate a fioccare dichiarazioni degli autori, secondo cui Jon Snow è morto. E tutti a piangere, a disperarsi, ad arrabbiarsi per questa frase. Ora, per quanto è in nostro potere, noi vorremmo tranquillizzare in minima parte gli spettatori più disperati. La frase "Jon Snow è morto" può fare male, ma non è così orribile come potreste pensare. Tralasciando il fatto che Martin ha dichiarato in modo cristallino che, nei libri, il suo personaggio preferito non morirà, il fatto che Jon Snow è morto non significa affatto che questa sua condizione sia perenne. Dal momento che gli autori di Game of Thrones non sono bimbetti che mettono le cose a caso, vi hanno lasciato già un bell'indizio nell'aver fatto vedere Melisandre arrivare alla Barriera. La morte, in questa serie, è una cosa che può essere spezzata e invertita e siamo pronti a scommettere che sarà il destino di Jon Snow. Anche perchè non solo è vero che la serie perderebbe molto senza il suo paladino della giustizia – e lo diciamo noi che questo personaggio non lo amiamo particolarmete -, ma soprattutto non abbiamo mai scoperto niente su questo ragazzo e raramente le domande su un passato oscuro rimangono senza risposte. Quindi, per favore, non disperatevi prima del tempo. C'è ancora speranza. Detto questo, la scena della morte di Jon Snow è stata straziante anche per chi – come dicevamo qualche riga più sopra – non ha riconosciuto nel bastardo di Ned Stark il proprio favorito. Ci si è spezzato il cuore per due ragioni principali: la prima è quella di aver visto la speranza negli occhi del ragazzo alla notizia di poter scoprire finalmente qualcosa sul destino di Benjen (su cui siamo curiosissimi anche noi), la seconda per lo sguardo di Jon Snow quando capisce che ad ucciderlo saranno i suoi compagni e che la mano letale è quella di un ragazzino troppo piccolo per il mondo, che stringe la lama con la rabbia di un orfano, senza vedere nulla al di là del proprio dolore.

A walk to remember

Eppure, la scena che ci ha sconvolto di più in Mother's Mercy non è stata quella dell'omicidio di Jon Snow, quanto la lunga camminata che Cersei ha dovuto fare per tornare a casa. Nel corso di queste cinque stagioni Cersei è stato il male in terra: per il proprio tornaconto e la propria ambizione non si è fatta scrupoli nel ferire, uccidere e ingannare. Non è mai stata un esempio di buona condotta  e raramente ha mostrato lati del suo carattere che suscitassero altro che odio. Anche nel suo ruolo di madre – ruolo dove forse è più sincera – raramente l'abbiamo vista fare qualcosa che non disprezzassimo. Cersei è un villain di prima categoria, o almeno lo è stata. Dalla morte di Joffrey in poi – con il culmine raggiunto dalla morte di Tiwyn – l'abbiamo vista scivolare sempre più in basso, in balia dei suoi oscuri scopi, finendo con lo scavarsi la fossa da sola. E allora all'odio si è sostituito un sentimento più infame: Cersei era diventata di colpo patetica e ridicola, una pallida ombra della Regina che era stata e, soprattutto, meritevole di tutto quello che le stava accadendo. D'altra parte è stata lei stessa ad armare la mano del Credo, no? E allora che ne paghi le conseguenze! Questi sono sentimenti che sono stati condivisi quasi all'unanimità del fandom. Eppure in questo episodio, mentre Cersei veniva sbeffeggiata, resa bersaglio di oscenità nel vento, con gente che le mostrava il proprio pene, non siamo potuti restare indifferenti. Al di là dell'odio che si può provare, un'umiliazione come quella, sul corpo di una donna, è un pugno difficile da incassare. La stessa Cersei ci prova, cercando di mantenere il cipiglio regale che l'ha resa tanto odiosa, ma alla fine – naturalmente, comprensibilmente – qualcosa in lei si spezza. E alla fine, quando dentro le mura della sua fortezza scoppia a piangere noi proviamo un sentimento nuovo: odiamo ancora Cersei per quello che ha fatto, ma nel momento in cui un sorriso le danza sul volto nell'udire che qualcuno la vendicherà, noi la capiamo.

Cosa ci è piaciuto:

– Quasi tutto. Episodio vicino alla perfezione.

Cosa non ci è piaciuto:

– Come sempre, il trattamento destinato a Dorne e ai suoi personaggi.

Valutazione di Erika Pomella: 9 su 10
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