John Wick
John Wick

John Wick, la recensione


'John Wick' segna il ritorno di Keanu Reeves in un film di genere che guarda palesemente alle produzioni degli anni '90 che vengono riproposte in maniera così attenta che la pellicola risulta poco originale, sebbene la regia sia efficace e solida.
Voto: 6/10

John Wick (Keanu Reeves) sembra un uomo come tutti gli altri, un puntino anonimo sullo sfondo di un'umanità fin troppo vasta, che porta sulle proprie spalle il peso di un lutto che ha reso anonima la sua vita, salvata solo dalla compagnia di un amico a quattro zampe. Ma John Wick, in realtà, non è affatto quello sembra: ex killer e mercenario al soldo di un mafioso russo (Michael Nyqvist), nemico giurato del rampollo del criminale (Alfie Allen), geloso delle attenzioni del padre, John Wick sarà presto costretto a rivedere le sue linee guida, a riscoprire il suo passato e a dare il via ad una vera e propria caccia all'uomo quando il passato irrompe nella sua vita sottoforma di un dispetto infantile. Da quel punto in poi per l'uomo non esiste altro che la vendetta.

John Wick è il nuovo film dei registi Chad Stahelski David Leitch è un perfetto prodotto di genere, che sembra essere uscito da vecchie produzioni anni '90 che ultimamente – complice forse la mancanza di idee in quel di Hollywood – sembrano essere tornate di moda. I molti richiami a pellicole come Il giustiziere della notte o prodotti simili sono lampanti sin dalla prima scena, trasportando il film in una sorta di dimensione parallela, seghettata a metà tra passato e presente. E, in effetti, il primo problema legato a questo voler omaggiare un determinato tipo di cinema fatto e finito è il fatto che in John Wick è perennemente permeato da un senso continuo di già visto. 

Lo spettatore riesce con facilità a prevedere le mosse e le svolte della trama, anticipando il protagonista, e trovandosi così privato dello stato d'attesa che film di questo genere dovrebbero sempre garantire. La pellicola, di fatti, sembra mancare di quel pathos e di quella tensione ritmata che dovrebbe tenere il pubblico incatenato alla poltrona, assetato di conoscenza, curioso di scoprire come un uomo solo può ergersi contro la criminalità ben organizzata. Il furore e l'(anti)eroismo del protagonista John Wick appaiono, però, scontate e quindi di fatto la pellicola si lascia guardare, senza però che ci sia quella partecipazione che sarebbe buono aspettarsi.

Detto questo, però, va riconosciuto a John Wick il merito di realizzazione. I due registi, infatti, dimostrano di aver piena conoscenza del prodotto che hanno tra le mani, e realizzando una pellicola che – a dispetto della mancanza di originalità di cui abbiamo parlato – si mostra solido, efficace, visivamente accattivante. Stahelski e Leitch fanno a meno di fronzoli o facili artifizi e cercando di arrivare al cuore della vicenda, a quest'uomo che esplode perchè, alla fine dei conti, non ha nient'altro da perdere. E' un piacere vedere l'interprete Keanu Reeves tornare in un film in cui si sente visibilmente a suo agio, avvolto in una fotografia fredda e molto spesso virata verso i toni più cupi. Alla fine dei conti, dunque, John Wick è un buon prodotto di genere, finemente realizzato, che mostra la zoppìa di una sceneggiatura priva del guizzo necessario a diversificare il prodotto da tutti quelli che lo hanno preceduto, ma che rimane comunque una piacevole evasione senza troppe pretese.

Valutazione di Erika Pomella: 6 su 10
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