La famiglia Fang
La famiglia Fang

La famiglia Fang, Recensione


Nicole Kidman e Jason Bateman protagonisti di una storia tragicomica sul rapporto tra genitori e figli e il valore dell'arte.
Voto: 6/10

Due genitori piuttosto stravaganti e due figli traumatizzati da un passato che non accenna a lasciarli in pace: ecco il ritratto de La famiglia Fang, al centro del nuovo film di Jason Bateman.

Caleb e Camille Fang sono una coppia di artisti concettuali, noti per le loro performance d'avanguardia, spesso controverse a causa di un senso dell'umorismo piuttosto macabro; queste esibizioni richiedono spesso la partecipazione di Bambina A e Bambino B, ossia i loro due figli, Annie e Baxter, oltre all'inconsapevole coinvolgimento di un pubblico ignaro di essere filmato.

Anni dopo, Annie (Nicole Kidman) è diventata un'attrice la cui carriera si trova in una fase di stallo, e Baxter (Jason Bateman) uno scrittore in crisi d'ispirazione, quando i loro genitori (Christopher Walken e Maryann Plunkett) rimangono vittime di un misterioso incidente: in loro assenza, i due figli dovranno tentare di capire se si tratti dell'ennesima interpretazione ben congegnata, o se scrollarsi definitivamente di dosso i loro nodi irrisolti.

La famiglia Fang è tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore americano Kevin Wilson, molto apprezzato dalla critica in patria, mentre l'adattamento per il grande schermo è firmato dal commediografo e sceneggiatore David Lindsay-Abaire (scelto personalmente da Nicole Kidman, che qui è anche produttrice, e che aveva già recitato da protagonista nel suo Rabbit Hole).

Al centro della storia, la rappresentazione di una famiglia altamente disfunzionale come punto di partenza per osservare le complesse dinamiche del rapporto tra genitori e figli, e i danni inflitti, più o meno consciamente, alle persone che si amano: rispetto al romanzo, sono state alleggerite le vicende personali di Annie e Baxter, dei quali si mostra la mancanza di stabilità e, di conseguenza, la faticosa ricerca della propria identità.

Il film esplora anche i confini, a volte labili, tra la vita e l'arte, chiedendosi se sia l'una a imitare l'altra o viceversa; questo porta a una riflessione sulla qualità spesso ambigua dell'arte (e della vita) e sul metro di giudizio con cui se ne giudica il valore.

Con La famiglia Fang, Jason Bateman si cimenta per la seconda volta nella regia (dopo Bad Words, da noi inedito, ambientato nel mondo delle gare di spelling) prendendo dichiaratamente a modello lo stile eccentrico e surreale di certe commedie di Paul Thomas Anderson, David O. Russell e i fratelli Coen: dimostra di avere gusto per l'immagine, dalla fotografia denaturata all'uso di diversi tipi di pellicole per ricreare le performance dei Fang; in certi momenti, però, manca un po' di ritmo e di scioltezza nella narrazione, evidenziando una stravaganza del racconto che in alcuni punti diventa poco plausibile.

Il risultato è un film più malinconico che ironico, una sorta di fiaba dark con alcuni spunti interessanti e una storia non convenzionale, ma che non lascia del tutto soddisfatti.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
La famiglia Fang
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