Recensione Magic in the Moonlight
Recensione Magic in the Moonlight

Recensione Magic in the Moonlight


Magic in the Moonlight porta di nuovo sul grande schermo uno dei registi più famosi al mondo, Woody Allen. Questa volta però facendo un passo indietro rispetto al precedente Blue Jasmine, una pellicola decisamente superiore.
Voto: 6/10

Magic in the moonlight è la nuova commedia, ambientata di nuovo in Europa, scritta e diretta da Woody Allen. Uno dei più prolifici registi di sempre, con almeno un film l'anno in uscita, Woody ha, negli ultimi anni, sempre più spostato le sue ambientazioni dagli Stati Uniti al vecchio continente, prevalentemente per i costi di produzione più bassi, ma ha saputo comunque coinvolgere appieno il luogo scelto come setting, nonostante non fosse la sua da sempre amata New York, città natia. Così dopo aver utilizzato Londra, Parigi, Barcellona e Roma è ora la volta del sud della Francia. Il cast è come sempre di prim'ordine e protagonisti della pellicola sono Colin Firth e Emma Stone, una coppia inedita ma affiatata.

Alla fine degli anni Venti un famoso illusionista inglese, Stanley, nome d'arte Wei Ling Soo (Colin Firth) viene portato nel sud della Francia da un suo vecchio amico con la scopo di smascherare una giovane ragazza, Sophie (Emma Stone) che professa di essere una potente sensitiva. Stanley è un uomo tutto d'un pezzo, che crede solo a ciò che vede e vive nel pessimismo cosmico, credendo fermamente nella razionalità ed essendo certo che nulla esiste al di là della vita stessa. Per la prima volta nella sua vita l'uomo è messo di fronte a un qualcosa che non riesce a spiegare e tutte le sue certezze iniziano a vacillare. Sophie sembra essere una vera sensitiva e più tempo passa con la ragazza più la sua corazza inizia a sciogliersi e il suo cuore ad aprirsi.

Per la seconda volta Woody Allen decide di scrivere una storia ambientata in Francia, dopo Midnight in Paris, e per la seconda volta ci troviamo catapultati negli anni Venti, decennio evidentemente caro al regista che lo collega sempre alla Francia. In entrambi i casi la magia (qui presente anche nel titolo) è un elemento chiave della storia. Magia vera o presunta, amore magico, magici incontri ma soprattutto luoghi magici e romantici per eccellenza come sono quelli francesi scelti dal regista. Il tutto perfettamente amalgamato da una chimica vincente tra i due protagonisti che sullo schermo sfornano duetti magici, per restare in tema, anche grazie a battute e dialoghi ironici e intelligenti.

Al di là di questo però Magic in the Moonlight è decisamente un film minore all'interno dell'enorme lista dei lavori del regista americano. È carino, si lascia guardare, ha momenti divertenti ma nel complesso cade spesso nel già visto e non mette in scena nulla di nuovo o di originale. La storia è piatta e non ha mai momenti veramente alti o che fanno decollare il film. Guardando questa pellicola si ha come l'impressione che Woody sia un po' a corto di idee, considerando che anche le sue classiche battute sarcastiche sanno di già sentito e sono volte sempre ad attaccare gli stessi soggetti, come ad esempio la Chiesa o l'upper class. Dopo il decisamente migliore Blue Jasmine, Woody realizza un film di medio valore che non regala nulla di nuovo.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 6 su 10
Magic in the Moonlight
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