Oblivion - The Human Jukebox
Oblivion - The Human Jukebox

Oblivion – The Human Jukebox: il capolavoro che (forse) non ti aspetti


In scena fino al 15 Maggio, al Teatro Sistina di Roma, gli Oblivion, con il loro ultimo spettacolo 'The Human Jukebox'. Uno spettacolo che, se volete bene a voi stessi, non dovete perdervi.
Voto: 1/10

Quando ci è stato comunicato di essere stati invitati alla prima di Oblivion: The Human Jukebox, che rimarrà in cartellone al Teatro Sistina sino al 15 Maggio, non sapevamo molto degli artisti che si celavano dietro questo nome. Da bravi professionisti, però, abbiamo fatto i compiti a casa e ci siamo informati su quello che (forse) stavamo andando a vedere. Tra le nostre ricerche ci siamo imbattuti, in particolar modo, in due video su youtube, uno su Shakespeare e uno su I promessi sposi. Richiami colti, aulici, di inaspettata intelligenza: a far partire i video, poi, ci si è accorti che l'intelligenza è sfociata a tempo di record nella genialità e da che non sapevamo nulla degli Oblivion ci siamo trasformati in fan sfegatati, tanto che all'ingresso in platea le nostre aspettative avevano raggiunto le stelle. Questa premessa serve, in realtà, a consigliarvi di non fare il nostro stesso errore: se per vostra colpa (come fu la nostra) non conoscete gli Oblivion, non andatevi a informare. Non vedetevi (troppi!) video. Lasciate che sia la sorpresa di questa genialità a rapirvi, a trascinarvi in un mondo dove l'Arte ha ancora un suo peso, dove l'arte non è il parto di qualche creativo improvvisato, ma il risultato di un talento messo al servizio di un lavoro duro, puntiglioso. E per questo perfetto.

Poco prima dello spettacolo, prima persino di mettersi a sedere al posto assegnato, veniamo colpiti da un cartello dalle dimensioni importanti, posto sotto al palco, in cui viene ordinato di segnare su dei foglietti il nome del proprio cantante preferito e di metterlo in una sfera di vetro. Per essere sicuri che tutto vada come deve andare, alcuni componenti del gruppo camminano nella sala, assicurandosi che tutti facciano il proprio dovere. E questo semplice elemento, da solo, riesce a far intendere quanto sia importante per questo spettacolo la partecipazione e la complicità del pubblico. Perché The Human Jukebox è fatto da e per il pubblico. La particolarità di questo spettacolo, infatti, è la sua natura in continua evoluzione, il suo continuo cambiare faccia. La scaletta non è altro che un canovaccio da seguire a braccio, con una libertà che solo un immenso talento potrebbe giustificare. E di talento, sul palco degli Oblivion, ce n'è così tanto che due mani non sembrano in alcun modo sufficienti a sottolinearlo. L'applauso – che arriva spesso, a scena aperta – sembra sempre troppo blando e troppo calmo per rendere giustizia a quello che avviene sul palco.

Lo spettatore viene condotto in un percorso musicale rivisto e corretto, dove a farla da padrone è una riscrittura sagace e divertentissima. Sappiamo che l'utilizzo di questo superlativo può sembrare banale, se non addirittura stantìo, ma il numero di risate in cui vi perderete nel corso dei 90 minuti di durata è davvero qualcosa di incredibile. Sul palco si affronta di tutto: Sanremo, X Factor, passando per grandi protagonisti della musica italiana come Claudio Baglioni, Marco Mengoni, Albano e Romina … e tutto è realizzato con così tanta maestria da far sembrare facile qualcosa che facile davvero non lo è. Sul palco succede di tutto: chi canta da tenore, chi riesce a mimare Tiziano Ferro, chi interpreta "Elio"; c'è tempo per le scene monovocali e di certo chi scrive non ha mai visto una "vocalist" tanto brava. Lo spettacolo è pieno di colpi di genio, di improvvisazioni inaspettate, e gli Oblivion non si risparmiano niente: corpo, voce, movenze. Tra cantanti e mimi, tra attori e interpreti circensi, Graziana Borciani, Davide Calabrese,  Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli e la new entry Clara Maselli sembrano voler riscrivere direttamente la definizione di bravura; cose che, a confronto,  quando Mina cantava  Brava! Brava! Sono tanto brava! Brava! Sono tanto brava, sono brava sono tanto brava faccio quasi tutto con la voce sembrava quasi una dilettante. Gli Oblivion funzionano meglio di Shazam e Spotify messi insieme: con la consulenza registica di Giorgio Gallione e i loro stessi arrangiamenti, gli Oblivion vi guideranno in uno spettacolo che vorreste non finisse mai, uno spettacolo in cui, alla fine, starete ancora sperando di veder venire estratto il vostro foglietto (noi, con un po' di insolenza, avevamo scritto Cristina d'Avena!) e a chiedere un tris, dopo il bis che viene concesso. The Human Jukebox è un capolavoro, non ci sono molte altre parole per descriverlo. Perciò fatevi un favore e andatelo a vedere. Vi farà bene al cuore

Valutazione di Erika Pomella: 1 su 10
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