The 100 2x06 - Fog of war
The 100 2x06 - Fog of war

Recensione The 100 2×06 – Fog of war


Con 'Fog of war' siamo davanti ad un episodio dove tutti sono in guerra con tutti. A poche puntate dal finale di metà stagione, 'The 100' alza il tiro, aggiungendo al suo sviluppo narrativo tematiche forti come il razzismo.
Voto: 8/10

Dove eravamo rimasti: Human Trials

Nel quinto episodio della seconda stagione di The 100 abbiamo assistito ad un paio di reunion piuttosto attese. Dopo la morte di Anya, Clarke viene portata al campo Jaha e riconosciuta da sua madre. Abby può finalmente riabbracciare sua figlia, sebbene debba aspettare che la ragazza si risvegli dal suo momento di riposo. Clarke, nonostante la stanchezza e lo smarrimento, non perde tempo e annuncia a tutti che i veri nemici non sono affatto i grounders bensì gli umani che vivono al Mount Weather, dove stanno andando avanti strani esperimenti. Tentativi scientifici nei quali inciampa Jasper, quando accetta di donare il proprio sangue per salvare Maya, che è stata esposta alle radiazioni. Il gesto galante di Jasper, però, ha il merito (?) di far scoprire all'equipe scientifica di Mount Weather che il sangue dei 47 ha il potere di modificare il DNA degli umani, di modo da non renderli più schiavi delle radiazioni. Jasper, tuttavia, non è l'unico ad essere sottoposto ad esperimenti dubbi: nel sottosuolo, infatti, Lincoln viene in qualche modo torturato da Cage, il figlio del boss di Mount Weather, e ben presto la sua umanità sembra scivolare in un antro buio da dove è difficile recuperarla. Nel frattempo al campo Jaha Bellamy e Clarke si sono rincontrati (il nostro cuore ancora batte all'impazzata ripensando al loro abbraccio!) e i due decidono di partire alla ricerca di Finn e Murphy, che si erano addentrati nel bosco alla ricerca della stessa Clarke. Ora i due sono al villaggio di Lincoln e tengono in ostaggio tutti, compreso il guaritore Nyko. Quando poi Finn trova le giacche dei suoi compagni dà letteralmente fuori di testa e comincia ad uccidere tutti, proprio nel momento in cui Clarke fa la sua apparizione (insieme a Bellamy, ça va sans dire) e annuncia, con fare quasi eroico, "Ti ho trovata". Infine Kane, partito in avanscoperta per una sorta di missione diplomatica, finisce per essere imprigionato dai terrestri: nella gabbia, però, trova una sorpresa. Ad attenderlo c'è Jaha.

Cosa vedremo: Fog of War

L'episodio si apre con Bellamy e Clarke seduti insieme ad un tavolo. La scena, di per sé, sembra rimandare l'idea di un appuntamento, cosa assai surreale nell'universo distopico della serie. Eppure, vedendoli insieme, non possiamo toglierci dall'idea che quella sia un'uscita a due adattata per le esigenze dell'ambiente ostile. Al tavolo Bellamy annuncia che se Abby non organizzerà presto una missione per andare a salvare coloro che sono rimasti a Mount Weather, lui partirà da solo. A questa dichiarazione di coraggio e lealtà, Clarke risponde "Non saresti solo," lasciando intendere che lei è pronta a partire con lui, concedendo al nostro cuore un altro leggero infarto. Nel frattempo, però, arriva Finn a rovinare il momento: il ragazzo è ancora alla ricerca del perdono da parte di  Clarke, che sembra incapace anche solo di guardarlo negli occhi. Nel frattempo Raven – che come tutti è leggermente sconvolta dal sentiero intrapreso da Finn – ha scoperto e divulgato la notizia secondo cui sono stati gli umani dentro a Mount Weather a far cadere la navicella dell'esodo. La ragazza allora capisce che, con l'aiuto di una radio, potrebbe comunicare con altre navicelle e magari con altri loro simili di modo da poter fare fronte unito contro mietitori e terrestri. Intanto Jaha e Kane sono tenuti prigionieri e ai due viene detto, quasi in una rilettura della profezia di Harry Potter, che nessuno può vivere se l'altro sopravvive. In altre parole uno dei due deve uccidere l'altro. Nella gabbia insieme a loro c'è anche un'altra ragazza che fa da spettatrice ai molteplici dilemmi etici e morali dei due uomini. Alla fine Kane chiede a Jaha di ucciderlo e quando lui non lo fa, Kane decide di uccidersi da solo. Tralasciamo l'idiozia di tentare la morte attraverso un taglio sul braccio. Avrebbe avuto più senso tagliarsi le vene, o infilzarsi da qualche parte nell'addome. Ma siccome nessuno di noi è ancora pronto a fare a meno di Kane, la cosa ci va bene. Jaha chiede aiuto alla ragazza sconosciuta, affinchè gli dia una mano nel soccorrere Kane. Ci vuole molto poco affinchè Jaha – così come lo spettatore – scopra che la ragazza che tiene sotto tiro come un ostaggio e che pensava essere povera e sprovveduta è in realtà il leader dei grounders. Alla fine dell'episodio Jaha riemerge dalla boscaglia e va incontro ad Abby, dicendole che i terrestri hanno dato loro un ultimatum: se ne devono andare entro 48 ore, altrimenti per loro sarà la morte. Infine Bellamy e Octavia si muovono in un sotterraneo oscuro, illuminato solo dai fasci di luce provenienti dalle armi. Nell'aria soffia una nenia natalizia che risulta decisamente inquietante vista la situazione: in questa oscurità i fratelli Blake si imbattono in Lincoln, che ormai è diventato un vero e proprio Mietitore, senza coscienza di sé, tanto che Octavia è costretta ad atterrarlo.

I dilemmi di Mount Weather

Man mano che gli episodi aumentano appare quanto meno evidente il ruolo centrale giocato da Mount Weather, una sorta di dimensione parallela che risponde a regole proprie. Come già visto anche in altre serie tv, il bunker scavato nel terreno, che separa gli umani dal mondo circostante, ha anche lo scopo di dimostrare alcuni punti deboli dell'umanità. Da una parte c'è Cage, che non vede l'ora di fare esperimenti sui 47 – di fatto condannandoli a morte – per far sì che lui e la sua gente possano finalmente uscire dalla prigionia coatta. Dall'altra invece c'è suo padre che presenta problematiche etiche legate al sacrificio di questi ragazzi. L'uomo, infatti, vuole tornare a vivere all'aria aperta, gustando colori e odori di un mondo che per lui sta diventando sempre più evanescente. Quello che però non può accettare è l'idea che per il suo benessere debbano soffrire e morire degli innocenti. Discorso, questo, che appare quanto meno paradossale, visto che l'uomo ha sempre avallato vari esperimenti, non ultimo quello che ha portato Lincoln a diventare un Mietitore. Emerge così un'altra tematica che the 100 decide di affrontare: il razzismo, così come la lotta di classe. Lo spettatore, infatti, si trova davanti ad un uomo che riesce a distinguere il valore delle vite, che si arroga il diritto di creare una dicotomia tra vita da serie A e vite da serie B. I ragazzi che ha ospitato sono da salvaguardare, mentre i terrestri – molto spesso, oltretutto, sono anche di colore – sono anime facilmente sacrificabili, senza perdere il sonno. Questa riflessione arricchisce ancora di più l'impianto narrativo di The 100 che pur essendo nato come prodotto che mira ad un target decisamente giovanile, decide di non tirarsi mai indietro.

Cosa ci è piaciuto:

• La scena iniziale tra Bellamy e Clarke.
• L'intelligenza di Raven.
• Tutta la sequenza nei sotterranei con Bellamy e Octavia.

Cosa non ci è piaciuto:

• Finn, come sempre. Da personaggio inutile si è ormai trasformato in un'anima smarrita che non sa affrontare le conseguenze delle sue azioni. La sua redenzione sembra sempre più lontana.
• Abby. Comincia ad essere veramente fastidiosa.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
The 100The 100 (stagione 2)
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