Shameless 4x11 - Emily
Shameless 4x11 - Emily

Recensione Shameless 4×11 – Emily


'Emily' è l'episodio che molti fans di Shameless stavano aspettando. Incentrato soprattutto su Ian e Mickey, l'episodio è in realtà un inno alla necessità dell'essere umano di sentirsi libero e a proprio agio con se stesso.
Voto: 1/10

Dove eravamo: Liver, I hardly Know Her

Nell'episodio andato in onda la scorsa settimana avevamo lasciato i componenti della famiglia Gallagher alle prese con un sorta di esame della coscienza. Fiona ha violato i termini della libertà vigilata e ha passato la notte a casa di Robbie, tra droga, alcool e musica troppo alta. L'incubo dura a lungo, finché la ragazza non viene lasciata ad un autogrill in mezzo alla neve. Un abbandono, questo, che però porterà alla tanto attesa riappacificazione tra Lip e Fiona. La lunga sparizione di Fiona, comunque, ha messo in moto tutta la famiglia Gallagher, tanto che persino Debbie è tornata ad essere la ragazzina che era e che gli spettatori tanto adoravamo.

Cosa vedremo: Emily

Emily è un episodio in cui succedono tante piccole cose. Fiona sta cominciando il suo viaggio che la porterà a 90 lunghissimi giorni di prigione per aver violato i termini della sua libertà vigilata, dopo gli eccessi avvenuti nella casa di Robbie. Vediamo la protagonista stare sul pullman con delle criminali vere, ree di atti efferati al paragone con i quali l'incidente di Fiona fa quasi ridere. La seguiamo mentre guarda esterrefatta la fila di water tutti uguali dove le detenute sono "costrette" a fare i propri bisogni in pubblico. La vediamo mentre si fa la doccia con altre donne, umiliata nel suo essere umano a vivere quasi senza alcuna comodità dettata dalla società. Nel frattempo Svetlana sta per battezzare suo figlio, non rinunciando mai al piacere perverso di minacciare Mickey con l'imminente liberazione di suo padre. Come se non bastasse Mickey è anche costretto a fronteggiare un risoluto Ian che mostra tutta la sua insofferenza per lo stato attuale delle cose.

Lip, intanto, "paga" la sua promessa verso la sua – diciamo così – compagna di stanza. Il contratto tra i due, però, presto mostra i segnali di qualcosa che va ben al di là dell'ambito degli affari (la qual cosa, lo ammettiamo, non ci ha riempito di entusiasmo). Anche Carl e Debbie sono sempre alle prese con le prime problematiche sentimentali. Il primo, sempre più innamorato di Bonnie, invita la ragazza ad abbandonare il van in cui vive con i sette fratelli/sorelle e la invita in casa Gallagher, proprio il giorno in cui arriva la visita a sorpresa dell'assistente sociale. Debbie, invece, si sorprende nello scoprire di piacere ad uno dei ragazzi più desiderati della scuola. Troppo tardi scoprirà in realtà di essere stata vittima di un crudelissimo scherzo da parte della fidanzata di Matt, che si vendica così del serpente che Debbie le aveva lasciato in macchina come avvertimento. Questo gesto malvagio, tuttavia, ha il merito di far riavvicinare Matt, che propone a Debbie di andare insieme al ballo scolastico. Infine Frank, risvegliatosi dal coma, ha dei problemi con la memoria, tanto da confondere Sheila con sua madre (lasciando intravedere l'ombra di abusi e incesti che Shameless ci aveva già mostrato) e la sua vicina di letto Emily, una bambina in attesa di un trapianto cardiaco, per Fiona, alla quale confessa i propri sensi di colpa.

"You're not free"

Si potrebbe dire, senza ricorrere ad acrobazie linguistiche, che Emily è un episodio sulla libertà: libertà di essere chi siamo, libertà di frequentare chi vogliamo. C'è la libertà che ci viene preclusa, che è quella poi rappresentata dal viaggio che Fiona deve fare verso la prigione dove dovrà scontare una pena di 90 giorni per aver violato gli arresti domiciliari. La reclusione della ragazza – dopo tanti episodi dedicati quasi esclusivamente a Fiona sembra quasi difficile vederla sfiorare appena il quadro della diegesi – diventa un viaggio alla scoperta di un mondo dove non esiste nessuna libertà. Neanche quella, che tutti diamo per scontati, di svolgere le nostre funzioni corporee in santa pace. Fiona diventa l'emblema della prigionia, che in questo episodio, però, si allarga come una profonda macchia d'olio, allungando le proprie dita anche sull'esistenza. Una prigionia che, in Emily, si riflette in tutti i personaggi. Il primo, naturalmente, è Mickey, a cui si riferisce la frase che apre questo paragrafo. Mickey – di cui parleremo ampiamente più avanti – deve subire il ritorno del padre e quindi la possibilità che tutto torni come prima, con la violenza, gli stupri e quanto di più orribile l'essere umano possa contemplare. Un mondo in cui il ragazzo è costretto a nascondere se stesso e i suoi sentimenti.

Quindi, quando Ian lo accusa, a muso duro e con  la delusione stampata sul volto, urlandogli a denti stretti "you're not free" Mickey è costretto a riflettere su queste parole, a farle sue, e a riconsiderare i dettagli della prigionia che, in qualche modo, si è autoinflitto. Poi, naturalmente, c'è Frank. Frank costretto ad un letto d'ospedale, con la memoria resa caotica dall'intervento subito e risvegliato da un gesto tutt'altro che amorevole, è prigioniero dei propri ricordi nebulosi. Ecco allora che lo vediamo confondere la vicina di letto, Emily, con la piccola Fiona. L'uomo, allora, per la prima volta mostra le cicatrici che il suo pessimo comportamento ha lasciato anche nella sua anima. Nessuna redenzione, nessun rimpianto; Frank rimane se stesso, senza che gli autori debbano ricorrere alla troppo facile e usurata "epifania" di un personaggio sfuggito alla morte. No. Frank Gallagher rimane lo stesso pessimo padre che è sempre stato; quello che scopriamo è che non è così inconsapevole dei propri errori come si era spinto a pensare. Eccolo lì, allora, intrappolato tra due mondi: l'uomo che non può smettere di essere e gli errori che si vergogna di aver commesso. Due mondi oscuri, negativi, quasi infernali. Due mondi che solo uno come Frank Gallagher potrebbe sopportare.

"I'm fucking gay"

Ma il vero punto centrale dell'episodio è, senza dubbio, rappresentato dalla coppia Ian/Mickey. Finalmente – e lo diciamo senza vergogna alcuna – è arrivato l'episodio che i fans dei due stavano aspettando più o meno dalla prima stagione. Un momento perfetto che è stato costruito nel tempo, con la pazienza di autori intelligenti e coraggiosi che sono sempre rimasti fedeli a se stessi, senza ricorrere a facili premi di consolazione che avrebbero potuto rendere felici i fans in tempi brevi, rimettendoci però la struttura generale dello show. Invece no. Shameless si è preso il suo tempo, i suoi confini, il suo lento scorrere e ha creato una relazione non solo abbastanza verosimile, ma così entusiasmante da spingere chi guarda – compresa, naturalmente, chi scrive – a fare i proverbiali salti di gioia. Per farvi capire quanto lungo ma ben ponderato sia stato il percorso dei due, prima di inoltrarci nell'analisi di questa puntata perfetta, vorrei richiamare alla vostra attenzione una frase detta nell'episodio 3×11, che si intitolava Order Room Service: Mickey, ancora spaventato dalla propria natura e schiacciato da una paternità simile a quella di un orco malvagio, pronunciava una frase in cui si celava tutta la sua paura:

"not everybody gets to blur out how they fucking feel every minute".

Mickey, in altre parole, ha sempre saputo di amare Ian. Lo sapeva persino quando, nella prima stagione, andava sempre a far rapine nel locale dove il "pel di carota" lavorava. La loro è sempre stata un'attrazione palpabile e, soprattutto, reciproca. Qualcosa che l'animo di Mickey sapeva alla perfezione, senza però che il ragazzo fosse pronto ad ammetterlo, anche solo con se stesso. Tanto che, nell'ultima puntata della terza stagione, non era riuscito neanche a fermare Ian dalla sua decisione di andare nell'esercito. Aveva fatto in tempo solo a dire un "don't" prima che la sua paura, la sua vergogna e la sua incapacità di aprire il cuore gli facessero morire le parole in gola.

Ma Mickey, nel frattempo, è cresciuto. E' maturato. Lo abbiamo capito nell'episodio sette di questa incredibile stagione, quando, guardandosi intorno nel pub dove Ian balla, si era reso conto che esisteva un mondo dove poteva essere se stesso, dove poteva restare con Ian, "together". Ma è solo in Emily che il ragazzo impara ad accettare chi è veramente. E lo fa cominciando a dire ad alta voce quello che prova. Quando Ian lo accusa di nascondersi dietro se stesso, quando gli dice "you're not free" Mickey dà finalmente voce a qualcosa che il pubblico, in fin dei conti, ha sempre saputo. "Ian, what you and I have makes me free" bisbiglia, quasi non credesse alle sue stesse orecchie, quasi fosse sorpreso che il cuore avesse trovato una via privilegiata verso le labbra. La dichiarazione – dolce e commovente al tempo stesso – però si scontra con la volontà di Ian di mettere fine a quel clima di terrore che si è reso di nuovo acuto nel momento in cui il padre di Mickey è tornato dalla prigione.

"Se mi chiedi di andarmene, non disturbarti a tornare"
-Ian

Il ragazzo, allora, mette Mickey di fronte ad una scelta, un ultimatum. "Se mi chiedi di andarmene, non disturbarti a tornare" dice Ian con lo sguardo fisso di chi sa quello che vuole. Ma negli occhi del ragazzo noi vediamo anche altro: vediamo il desiderio di vedere l'uomo della propria vita avere il coraggio di accettarsi. Ian vorrebbe solo che Mickey avesse la possibilità di capire che non c'è niente di sbagliato in lui o in quel che prova e, dunque, avere la serenità. L'ultimatum che gli porge – e che è tutt'altro che egoistico – è volto soprattutto a spingere Mickey a prendere in mano la propria vita. E per un momento tutti pensiamo che i passi che Mickey ha fatto fino ad ora si perdano nel caos dell'Alibi, dove tutti festeggiano il battesimo del figlio di Mickey. Quando Ian si allontana, triste e abbattuto, dopo che Mickey l'ha gentilmente mandato a quel paese, noi spettatori siamo lì, a mangiarci le unghie, a dire che non è giusto, che deve esserci un happy ending o, almeno, una situazione stabile. Ma poi, d'improvviso, un raggio di sole filtra in mezzo alla tempesta. E allora vediamo Mickey muoversi con la grazia di un giaguaro e chiedere l'attenzione di tutti. E alla fine, sotto lo sguardo incredulo di Ian, urla al mondo la propria verità:

"I'm fucking gay!"

Il silenzio che era calato nel bar si spezza di colpo, quando la gente torna ai propri affari. La vita va avanti, e Mickey si rende conto di aver creato problemi che, in fin dei conti, non esistevano. Questo finché suo padre non urla, rovesciando il tavolo e minacciando il figlio di ucciderlo. Ma Mickey non è più un ragazzino e si difende, con l'aiuto dell'aitante principe azzurro Ian, facendo così scatenare una rissa. Nell'inquadratura successiva vediamo la polizia sbattere fuori Mickey e suo padre che si fronteggiano e si sfidano a parole, piegati su due volanti. E, in quell'attimo, Mickey spara fuori tutto quello che ha dentro da anni. Certo, non si lancia in dichiarazioni degne di Shakespeare. No; il ragazzo si esprime con il solito stile di casa Milkovich, tra parolacce e gesti volgari. Ma il suo sproloquio è pieno di Ian, del suo amore, del suo desiderio, della sua rabbia repressa. E un attimo dopo, quando suo padre viene portato via e Mickey viene rilasciato dal buon cuore di un poliziotto gay, vediamo il confronto tra i due fidanzati. L'erede di casa Milkovich ha il volto tumefatto, ricoperto di sangue rappreso. Eppure, sotto quel sangue, brilla un sorriso a 32 denti che nessuno di noi aveva mai visto. Mickey fiorisce davanti ai nostri occhi e il suo volto viene trasfigurato da una bellezza che ha poco a che fare con la qualità dei tratti somatici. Mickey è libero e Ian lo guarda con orgoglio e tenerezza, tanto che la conversazione – degenerata in uno scambio di battute sull'omosessualità – non si conclude con un focoso bacio come quello della 4×07. No. Si conclude con l'abbraccio fiero di Ian, che un attimo dopo bacia i capelli corvini di Mickey che, nel frattempo, abbozza un sorriso sereno. Il sorriso di chi, finalmente, ha trovato il proprio posto nel mondo. Un posto che, per Mickey, ha le forme e l'odore di Ian Gallagher.

Cosa ci è piaciuto

• Con un episodio centrato quasi interamente sul rapporto tra Ian e Mickey, è difficile stilare una lista.

Cosa non ci è piaciuto

•Le compagne di scuola di Debbie.
•La consapevolezza che il prossimo sarà l'ultimo episodio della stagione.

Valutazione di Erika Pomella: 1 su 10
ShamelessShameless (stagione 4)
Impostazioni privacy