The Judge
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Recensione The Judge


'The Judge' è un film dalla doppia anima: incentrato su un dramma famigliare, con legami con l'istituzione giudiziaria, la pellicola di David Dobkin non rinuncia ad un risvolto da commedia, con una sceneggiatura che riesce a tenere il ritmo tra queste due scelte narrative. Ottimo il cast.
Voto: 7/10

Hank (Robert Downey Jr.) è un avvocato di successo, un azzeccagarbugli che si è fatto un nome, nell'ambito della giustizia, per la sua capacità di difendere i più improbabili clienti del panorama, riuscendo quasi sempre a scamparla. Dedito al dio denaro, Hank è pronto a difendere chiunque, purché sia disposto a pagare la sua alta parcella. Con questa nuova vita, Hank quasi non pensa più al paesino dell'Indiana dove è nato e dal quale è scappato. Purtroppo, però, il destino ha in serbo per lui tutta un'altra direzione: quando sua madra muore, Hank è costretto a tornare a casa dal padre (Robert Duvall), con il quale ha un rapporto burrascoso e difficile. Di certo la vicinanza di un fratello con un ritardo mentale e di un altro non proprio classificabile come bella persona non aiutano Hank a rientrare in contatto con la sua vecchia vita. Come se non bastasse il giudice Palmer viene accusato di omicidio: un ex condannato che lo stesso Palmer ha mandato in galera viene trovato morto e tutte le prove sembrano indicare Palmer come il maggior sospettato. Per Hank allora comincia una nuova sfida: difendere, in tribunale, suo padre.

David Dobkin, archiviate le commedie che lo hanno reso famoso in quel di Hollywood, torna al cinema con una pellicola dalla doppia anima. Sì perchè The Judge è, prima di tutto, un dramma famigliare. Una storia di una famiglia spezzata da un lutto inatteso (quello della madre) che deve re-imparare a convivere e ad accettarsi. In questo senso, allora, tutte le lunghe sequenze in tribunale, che sembrano voler additare un certo tipo di intendere la giustizia, non sono che intervalli più o meno interessanti che servono a smorzare quello che è il tema principale: il rapporto tra un padre e figlio che non riescono ad andare d'accordo forse perchè si somigliano più di quanto piaccia loro ammettere. Ed è proprio questo il fulcro di The Judge: i rapporti umani, il loro modo di intrecciarsi nei più svariati modi, quasi che la Natura stessa di divertisse ad intricali fili esistenziali senza nessun senso logico. Ma a questa alta tensione drammaturgica David Dobkin alterna anche una venatura più comica, che rappresenta la seconda anima della pellicola. Perchè, nonostante tutto, in The Judge si ride anche, e molto. Ne è un esempio la scena memorabile del bagno in cui Hank è costretto a salvare suo padre. Non vi diciamo di più per non rovinarvi la visione. La sceneggiatura si basa così su questi due toni quasi agli antipodi, che tuttavia riescono a coesistere con un ritmo abbastanza serrato, ben studiato, che permette alla pellicola di avanzare, sebbene è indubbio che essa sarebbe potuta durare almeno venti minuti in meno, per non costringere lo spettatore a sentire un vago senso di pesantezza verso il finale.

Ad ogni modo, il vero punto di forza di questa operazione di David Dobkin – che ha detto di aver cominciato a pensare a questo lavoro dopo aver perso la madre – è da ricercare nelle interpretazioni del cast e nel modo di questi di interagire tra di loro. Le varie chimiche istrioniche che vengono a crearsi sullo schermo appaiono sempre al massimo delle loro possibilità: mai forzate, mai false, mai meccaniche. Il pubblico, così, riesce a credere a quello che vede e finisce per entrare in empatia con i personaggi, tanto da sentirsi veramente toccato e, a tratti, commosso. Robert Duvall mostra tutta la sua abilità nell'arte della recitazione, riuscendo a restituire perfettamente l'immagine di un uomo duro, ma, al contempo, spaccato a metà, come se fosse ancora alla ricerca di un tassello mancante che possa aiutarlo a decifrare non solo la sua esistenza, ma anche il suo intero modo di stare al mondo. Al suo fianco Robert Downey Jr. non manca di irretire spettatori, come ha sempre fatto. Va ammesso che il personaggio di Hank deve molto all'eredità lasciata da Tony Stark: Hank è un personaggio brillante e sicuro di sè, sempre pronto ad arricchire il mondo con qualche battuta memorabile. Il suo sarcasmo, che in larga misura è la sua arma contro il mondo, è molto simile a quello che abbiamo visto indosso all'amatissimo Iron Man. Ma accanto a questi due interpreti di prim'ordine, si muovono attori e personaggi che non faticano affatto ad arricchire il panorama istrionico: un plauso soprattutto a Billy Bob Thornton che, dalla sua partecipazione alla serie tv Fargo, sembra aver ritrovato se stesso.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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