Zona D'Ombra
Zona D'Ombra

Zona D’Ombra, recensione


Will Smith bravo in un film tratto da una dolorosa storia vera, la scoperta di un medico sui danni provocati dal football.
Voto: 7/10

Tra le polemiche di quest'anno riguardanti i cosiddetti OscarsSoWhite, ovvero l'assenza di nomi afroamericani nelle categorie principali, uno degli esempi era proprio la mancata candidatura di Will Smith per questo film. L'attore, uno dei più celebrati re del box-office USA, alterna solitamente blockbuster e popcorn movies a film più seri e drammatici come questo, tratto da una storia vera.

Smith interpreta infatti il dott. Bennet Omalu, neuropatologo nigeriano, residente a Pittsburgh, in Pennsylvania, che nei primi anni 2000 fece un'importante scoperta: indagando sulle morti sospette o misteriosamente premature, di alcuni ex campioni di football, capì che i ripetuti colpi alla testa, subiti durante il gioco, recavano danni cerebrali che portavano a una malattia degenerativa, mai diagnosticata.

Tutto ha inizio quando Mike Webster (David Morse), ex stella della squadra degli Steelers, muore per arresto cardiaco, dopo alcuni anni vissuti da senzatetto, nella sua auto, afflitto da disturbi fisici e mentali; il dott. Omalu, eseguendo l'autopsia, nota delle caratteristiche insolite, e inizia a indagare, fino ad arrivare alla diagnosi di CTE (encefalopatia cronica traumatica); con l'aiuto e la collaborazione di alcuni medici, fra cui Julian Bailes (Alec Baldwin), medico sportivo della squadra, pubblica la sua ricerca; la sua scoperta si rivela ovviamente una minaccia per l'intera National Football League, che cerca di screditare il lavoro di Omalu, il quale comincia a subire ripercussioni, sia a livello personale che riguardo alla propria carriera.

Zona d'ombra si ispira a un articolo apparso sulla rivista GQ, dal titolo Game Brain, firmato dalla giornalista e scrittrice Jeanne Marie Laskas, la quale ne ha tratto poi anche un libro, Concussion (titolo originale del film). A dirigere troviamo invece Peter Landesman (autore di Parkland, sull'omicidio di John F. Kennedy), mentre tra i produttori figura il nome di Ridley Scott.

Solitamente, i film sul football americano hanno sempre faticato un po' a farsi strada nel nostro Paese, anche se non è difficile coglierne comunque l'essenza di rito collettivo, dai campioni acclamati e idolatrati, da una nazione e particolarmente da una città, come in questo caso; d'altronde, anche il protagonista dichiara di non aver mai seguito il football e non nasconde un certo smarrimento davanti a chi lo definisce questo sport un momento di pura poesia, paragonandolo a Shakespeare.

Il film in realtà mostra soprattutto un mondo, quello dello sport professionistico, intorno a cui ruotano enormi quantità di denaro: un apparato scosso dalle fondamenta a causa della scoperta di Omalu, che mette a rischio un sistema su cui poggiano importanti investimenti economici, oltre al fattore emotivo dato dalla passione dei tifosi.

Zona d'ombra segue quindi lo schema dell'uomo solo- o quasi- contro tutti, che però, in possesso della verità, lotta per far sentire la propria voce. Una storia solida, con il plus degli eventi realmente accaduti a darle forza e fondamento, per un argomento controverso, che ancora oggi fa discutere il mondo del football negli USA.

Il film poggia sulla buona interpretazione di Will Smith, e nel complesso del resto del cast, e può contare su una bella colonna sonora del veterano James Newton Howard, oltre che sulla cupa fotografia di Salvatore Totino; la storia riesce a rivolgersi non solo agli appassionati di sport, ma una vicenda dolorosa che mette a nudo anche il volto più buio del sogno americano.

Valutazione di Matilde Capozio: 7 su 10
Zona D’Ombra
Impostazioni privacy