Locandina Sette Minuti dopo la Mezzanotte
Locandina Sette Minuti dopo la Mezzanotte
Sette Minuti dopo la Mezzanotte (A Monster Calls) è un film del 2016 prodotto in USA e Spagna, di genere Drammatico e Fantasy diretto da J.A. Bayona. Il film dura circa 108 minuti. Tratto dall'omonimo romanzo di Patrick Ness (anche autore della sceneggiatura), pubblicato nel 2011 e tradotto in quasi quaranta lingue. Da una idea originale di Siobhan Dowd. Il cast include Lewis MacDougall, Sigourney Weaver, Felicity Jones, Toby Kebbell, Ben Moor, James Melville, Oliver Steer, Liam Neeson, Geraldine Chaplin, Dominic Boyle, Jennifer Lim, Max Gabbay. In Italia, esce al cinema giovedì 18 Maggio 2017. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 12 Ottobre 2017. Al Box Office italiano ha incassato circa 54614 euro.

Conor è un ragazzino che vive una vita difficile: sua madre sta morendo di cancro terminale, a scuola è vittima di bullismo e ha una pessima relazione con la nonna e il padre. L'unica cosa che gli dà felicità è il disegno. Una notte Conor viene visitato da un mostro, un'enorme essere simile a un albero umanoide, venuto per raccontargli tre storie e averne in cambio una da Conor, legata alla sua verità. Inizia così un legame che aiuterà il bambino a superare la sua infelicità.

7 minuti dopo la Mezzanotte racconta la commovente storia dell’incontro tra il dodicenne Conor, (Lewis MacDougall) vittima di bullismo a scuola e costretto a vivere con una nonna fredda e distante (Sigourney Weaver) a causa della malattia della mamma (Felicity Jones), e la creatura fantastica che il ragazzo invoca nei suoi sogni per sfuggire alla solitudine del suo mondo reale. E la creatura si manifesta, ogni sera, 7 Minuti dopo la Mezzanotte, per raccontare a Conor delle storie, frammenti di un viaggio emotivo alla ricerca della verità. Un film che emoziona e intenerisce, la vicenda di un ragazzino di dodici anni costretto a crescere troppo in fretta e del meraviglioso rapporto con la creatura fantastica, che lo aiuterà nel suo percorso di crescita. Suo padre (Toby Kebbell) si è rifatto una vita in America, e Conor ha un disperato bisogno di qualcuno che si occupi di lui. Senza volerlo, evoca un alleato improbabile che emerge, in tutta la sua terrificante magnificenza, da un antico e imponente albero: una creatura alta 12 metri (incarnata dalla straordinaria performance di Liam Neeson) che si manifesta alla finestra della sua stanza da letto, ogni sera, 7 minuti dopo la mezzanotte. Il Mostro racconta tante storie: Conor le ascolta e riesce a immaginarle. Piano piano le sue paure lasciano posto all’intraprendenza e all’introspezione: il Mostro infatti ha stabilito che, quando avrà finito di raccontare le sue storie, sarà Conor a raccontare qualcosa. Antico, selvaggio e inesorabile, il Mostro guida Conor in un viaggio all’insegna del coraggio, della fede e della verità.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 18 Maggio 2017
Uscita in Italia: 18/05/2017
Data di Uscita USA: venerdì 23 Dicembre 2016
Prima Uscita: 07/10/2016 (Spagna)
Genere: Drammatico, Fantasy
Nazione: USA, Spagna - 2016
Durata: 108 minuti
Formato: Colore
Produzione: Apaches Entertainment, La Trini, Monster Calls, A, Participant Media, River Road Entertainment
Box Office: USA: 2.110.842 dollari | Italia: 54.614 euro
Note:
Presentato il 9 settembre 2016 al Toronto International Film Festival.
Soggetto:
Tratto dall'omonimo romanzo di Patrick Ness (anche autore della sceneggiatura), pubblicato nel 2011 e tradotto in quasi quaranta lingue. Da una idea originale di Siobhan Dowd.
Classificazioni per età: USA:PG-13
In HomeVideo: in DVD da giovedì 12 Ottobre 2017 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: J.A. Bayona
Sceneggiatura: Patrick Ness
Musiche: Fernando Velázquez
Fotografia: Óscar Faura
Scenografia: Eugenio Caballero
Montaggio: Bernat Vilaplana, Jaume Martí
Costumi: Steven Noble

Cast Artistico e Ruoli:



Voci italiane (doppiatori):
Giulio Bartolomei (Conor), Ada Maria Serra Zanetti (Nonna), Alessandro Rossi (Il Tasso (il mostro)), Valentina Favazza (Madre), Andrea Mete (Padre)


Produttori:
Belén Atienza (Produttore), Patrick Ness (Produttore esecutivo), Jeff Skoll (Produttore esecutivo), Bill Pohlad (Produttore esecutivo), Jonathan King (Produttore esecutivo), Mitch Horwits (Produttore esecutivo), Patrick Wachsberger (Produttore esecutivo), Enrique López Lavigne (Produttore esecutivo), Ghislain Barrois (Produttore esecutivo), Álvaro Augustín (Produttore esecutivo), Sandra Hermida (Coproduttore)


Casting: Shaheen Baig | Sound Designer: Oriol Tarragó | Trucco e Parrucco: Marese Langan | Special Make Up Effects: David Martí, Montse Ribé.

Recensioni redazione

Sette Minuti dopo la Mezzanotte, Recensione
Sette Minuti dopo la Mezzanotte, Recensione
Erika Pomella, voto 8/10
A metà strada tra il genere fantasy e il dramma di un bambino che si affaccia per la prima volta sul baratro degli orrori "quotidiani" della vita, 'Sette Minuti dopo la Mezzanotte' è un film che andrebbe visto senza saperne nulla, un viaggio che si estende quasi fino ai sensi.
Sette minuti dopo la mezzanotte, Recensione 2
Sette minuti dopo la mezzanotte, Recensione 2
redazione, voto 7/10
il regista catalano prende ispirazione dal libro 'A Monster calls' per andare a fondo sulla tematica profonda della pre adolescenza in relazione al lutto.

LA PRODUZIONE

7 minuti dopo la Mezzanotte ha avuto inizio con il libro omonimo, pubblicato per la prima volta nel 2011. Sergio Sánchez, sceneggiatore dei film The Orphanage e The Impossible, aveva consigliato all’amico regista J.A. Bayona la lettura del romanzo 7 minuti dopo la Mezzanotte, di cui si era appassionato.
Nel libro, Bayona ha subito individuato la presenza di argomenti che aveva già esplorato in The Orphanage e The Impossible: “Personaggi che si trovano in una situazione particolarmente intensa, su cui incombe la morte. Secondo me, questa storia doveva essere rappresentata al cinema perché è ricca di contenuti importanti, e racconta un’avventura che può interessare chiunque”.
Milioni di lettori concordano. Il romanzo, scritto da Patrick Ness su ispirazione di un’idea dell’autrice Siobhan Dowd, è stato pubblicato in quasi 40 lingue. 7 minuti dopo la Mezzanotte si è aggiudicato premi prestigiosi in tutto il mondo, compresa la Carnegie Medal e la Kate Greenaway Medal, assegnata all’illustratore Jim Kay. Bayona spiega: “Stava diventando un romanzo iconico, apprezzato da tutti, e volevo rendergli giustizia”.
Anche Belén Atienza, che ha prodotto i primi film di Bayona ed è stata produttore esecutivo del pluripremiato film vincitore Oscar® Il labirinto del fauno (Pan’s Labyrinth), ha apprezzato il libro. “Sia io che Belén ce ne siamo innamorati”, dichiara il regista, aggiungendo che sapeva che sarebbe stata una sfida persino maggiore di The Impossible.
Atienza riflette: “Come tutti i buoni libri, gli argomenti trattati non sono solo quelli più ovvi. Uno dei temi chiave è l’elaborazione del dolore e la perdita dei propri cari. Questo è ciò che colpisce la prima volta in cui si legge il libro, ma nel rileggerlo, ci si accorge che l’autore esplora anche il modo in cui la fantasia fa parte della natura umana e di come le favole possono aiutarci ad affrontare la vita.
“Quando inizi a leggere il libro e a sentire la voce di Conor, l’effetto è trascinante. Questa storia bellissima, preziosa e delicata mi è rimasta dentro per tanti mesi”.
La storia nasce da un’idea dell’autrice Siobhan Dowd che, dopo averla iniziata a scrivere, purtroppo è morta di cancro. Ness riflette: “Siobhan scriveva libri magnifici, per gli adolescenti; 7 minuti dopo la Mezzanotte sarebbe stato il suo quinto libro. Aveva scritto l’inizio, 1000 parole, aveva già impostato la struttura e ideato qualche personaggio”.
Quando Dowd l’aveva contattato per adattare la sua idea, Ness inizialmente era stato reticente, ma alla fine aveva accettato. Il suo interesse nei confronti della storia cresceva, e voleva contribuire a darle risalto. Ha confezionato un adattamento cinematografico molto fedele al romanzo. Spiega: “Per me questa è una storia che parla della paura della perdita. Stavo cercando prima di tutto di trasmettere la verità dei sentimenti di Conor, evitando di mentire o di edulcorarli o di sentimentalizzarli… volevo mostrare la sofferenza di questo tipo di situazioni”.
Il produttore e il regista sentivano che questa storia si sarebbe prestata a una trasposizione cinematografica senza perdere la sua forza emotiva. Atienza osserva: “Bayona è una persona in contatto con le proprie emozioni. Ha ritrovato molto di sé nel bambino del film, nel modo in cui Conor si avvicina alla fantasia in un momento difficile della sua vita. Poiché nei suoi film Bayona ama parlare al pubblico attraverso generi diversi, questo era il materiale perfetto per lui. Ha iniziato a pensare a come rendere il romanzo, a come adattarlo al proprio stile”.
Il regista osserva: “Ho riflettuto sul motivo per cui raccontiamo le storie e ho iniziato a leggere opere di mitologia di esperti del calibro di Joseph Campbell”. Dopo aver ultimato The Impossible, un film che ha commosso il pubblico di tutto il mondo, Bayona ha ricevuto la sceneggiatura di 7 minuti dopo la Mezzanotte da parte del suo agente. La società spagnola Telecinco Cinema, che aveva sostenuto i primi film di Bayona, si è fatta avanti per finanziare anche questo progetto. Dichiara Atienza: “Con il sostegno incondizionato dei nostri fidati soci in affari, abbiamo potuto preparare il film in modo adeguato”. Insieme a un’altra società spagnola, La Trini, e alle prestigiose società statunitensi Participant Media e River Road Entertainment, alla fine abbiamo trovato la strada verso la realizzazione cinematografica.
“Fin dall’inizio ci siamo resi conto di come River Road e Participant avessero percepito chiaramente i nostri obiettivi creativi” – osserva Atienza – “Hanno capito che per noi il film doveva essere un’esperienza significativa, qualcosa che rimane dentro dopo averlo visto, un prodotto rivolto al grande pubblico”.
Bayona e Ness si sono incontrati a Barcellona. “Per Bayona, 7 minuti dopo la Mezzanotte era il completamento della sua trilogia sul rapporto fra madri e figli” –   spiega l’autore – “Mi sono reso conto che sarebbe stato il narratore ideale per questa storia. Una cosa che mi piace di lui, che forse è la cosa più importante di tutta la mia scrittura, è che prende sul serio i sentimenti di un bambino. Non considera il bambino come un essere umano in attesa di diventare grande, ma come una persona che vive a pieno, che sperimenta tutti i sentimenti, il dolore, la gioia, la paura, la fiducia, i problemi e la felicità”.
I due filmmaker hanno curato ogni dettaglio per riuscire a trasferire la storia dalla pagina scritta al grande schermo. “Non volevamo fare un melodramma” – dichiara Bayona – “Era necessario integrare i vari elementi del libro: il legame fra Conor e sua madre, il rapporto con la nonna, l’elemento soprannaturale della storia. Per realizzare il mostro di 12 metri, abbiamo utilizzato e integrato tecniche di animazione in 2D e 3D. Un’altra chiave della storia è che Conor ama disegnare; questo elemento fa da collegamento con tutto il resto, e mi coinvolge personalmente perché da bambino anche io adoravo disegnare.”
Dice Bayona: “Il libro parla della morte in modo più diretto e oscuro rispetto al film; nel film ho voluto trascendere ciò che sappiamo che avverrà – e cioè la morte della madre di Conor – cercando di unire la necessità che questo ragazzo ha di disegnare con il bagaglio che gli lascia sua madre. La luce alla fine della storia riguarda l’idea che l’arte guarisce. La sceneggiatura di Patrick ha aggiunto altri temi, pur restando fedele al romanzo; nel film sono stati esplorati più a fondo alcuni elementi del libro”.

Come di consuetudine, durante la preparazione del film, il regista si è occupato di tutto, dall’arte concettuale al casting del protagonista.  Per realizzare 7 minuti dopo la Mezzanotte, ha voluto accanto a sé una serie di collaboratori: “Professionisti che avevano già lavorato con me, alcuni dei quali hanno frequentato con me la scuola di cinema”.
Spiega Atienza: “Óscar Faura è il nostro direttore della fotografia; i montatori sono Bernat Vilaplana e Jaume Martí; Fernando Velázquez ha composto la musica: insieme hanno formato una squadra affiatata che ha saputo far fronte a qualsiasi sfida tecnica, restando sempre in sintonia con l’intimità delle storie raccontate da Bayona”.
La squadra creativa di 7 minuti dopo la Mezzanotte comprende anche lo scenografo Eugenio Caballero, premio Oscar® per Il labirinto del fauno (Pan’s Labyrinth), nonché precedente collaboratore di Bayona in The Impossible, e il costumista Steven Noble, che aveva già lavorato con Felicity Jones nel film per cui l’attrice ha ottenuto una candidatura all’Oscar, La teoria del tutto (The Theory of Everything). Bayona afferma: “Ho avuto a disposizione le risorse migliori, dal punto di vista dei collaboratori”.
In tutte le fasi della produzione, Bayona chiama Belén Atienza “la sua ombra”, e dichiara: “È stata un sostegno costante, non solo nell’organizzazione delle riprese, ma anche dal punto di vista creativo. Belén è stata cruciale nel processo di realizzazione del film” – e infine – “Abbiamo cercato di portare questo romanzo sul grande schermo nel modo migliore e più fedele possibile, arricchendolo anche della nostra visione personale.”
Mentre il progetto prendeva corpo, all’inizio i filmmaker hanno avuto difficoltà per individuare l’attore adatto a interpretare Conor. Atienza osserva: “Conor, in pratica, appare in ogni scena del film, e per trovarlo abbiamo visto quasi 1000 ragazzi”.
Ness afferma: “Ero preoccupato di non riuscire a trovare il ragazzo in grado di esprimere tutto il peso emotivo del suo personaggio e di trascinare la storia”.
Nel corso del casting, a un certo punto, è stato fatto il nome di Lewis MacDougall, che aveva appena terminato di girare il suo primo film, Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (Pan).  Ness ha visto l’audizione di MacDougall: “Il ragazzo era una rivelazione, un attore estremamente autentico e focalizzato. Si riusciva a leggere tutto sul suo viso”.

Bayona era d’accordo, e racconta: “Alla fine c’erano un paio di candidati molto promettenti, ma Lewis riusciva a esprimere anche il conflitto interiore. Questo era un elemento importante perché Conor vive un conflitto interiore che non è capace di esternare. Lewis ha fatto un provino straordinario”.
Atienza conferma: “Il suo primo video ci ha catturato. È molto ricco dentro ed è capace di mostrare ciò che vuole. I suoi occhi parlano. Il suo modo di reagire, nelle scene, è sempre imprevedibile. Abbiamo sentito subito un legame con Lewis”. Dopo aver fatto uno screen test a Barcellona, si è aggiudicato il ruolo”.
Il progetto ha cominciato ad attrarre tanti validi attori adulti, che ruotano intorno al giovane attore. “Dopo aver letto il copione, ho aderito subito alla produzione” –  dichiara Toby Kebbell, che interpreta il padre di Conor – “Ho reagito in modo emotivo alla sceneggiatura. Dopo averla letta, mi ha fatto riflettere; ho capito che anche chi ha avuto la fortuna di avere i genitori, ha bisogno di tanto tempo per elaborare ciò che è accaduto da piccolo”.
L’attrice candidata all’Oscar® Sigourney Weaver è stata scritturata per il ruolo della nonna materna di Conor. “Sono un grande fan dei primi film di Bayona, li trovo molto intensi”, rivela. “Ho letto il copione di Patrick e l’ho trovato avvincente e commovente. Ho pensato subito che sarebbe stato in buone mani con questo regista, che infatti è riuscito a trovare un equilibrio fra la realtà della situazione e il mondo immaginario in cui Conor si rifugia.
“Sia nel libro che nel copione, c’è molto rispetto per i bambini; per ciò che vivono, per ciò che sentono, per ciò che temono. La storia non risparmia momenti drammatici ma è anche piena d’amore”.
Weaver aveva un’idea chiara di come interpretare il suo personaggio: “7 minuti dopo la Mezzanotte è il mio sesto ruolo di nonna” – spiega – “Nel libro e nel copione, Conor dice che sua nonna non sembra affatto una nonna, quindi per me questo è stato uno splendido inizio!
“La nonna del libro è piuttosto spaventosa. Mi piaceva la sfida di interpretare un personaggio che non attira simpatie, cercando di trovare la sua umanità. Ma allo stesso tempo, il suo punto di vista è rilevante. Conor non apprezza che la nonna sia così diversa da sua madre, che abbia tante regole. Infatti sua nonna è una donna dispotica; essendo anch’io una madre, sono stata spesso accusata di questo, quindi mi sento dalla parte di questa nonna e penso che abbia sempre ragione …”
Forse la cosa importante da notare è che Weaver si rende conto delle ripercussioni che la storia ha anche sul suo personaggio. Questa storia mostra cosa si prova a perdere un familiare – nel suo caso, la sua unica figlia – a causa di una malattia. Il suo rapporto con Conor cresce nel corso del film.
Commenta Atienza: “Nonostante non avesse mai interpretato un ruolo di questo genere, Sigourney Weaver porta in questa storia ciò di cui aveva bisogno il personaggio della nonna: forza interiore e fisica, rigidità ma anche tenerezza”.
Cruciale nella dinamica familiare è anche la figlia di questa donna, che nel film è interpretata da Jones. Quando Bayona ha visto Felicity Jones nel suo ruolo di esordio in Like Crazy – dato che la sua performance da Oscar ne La teoria del tutto (The Theory of Everything) non era ancora apparsa sullo schermo – si è reso conto di aver trovato l’attrice giusta per il ruolo. “Nel talento di Felicity e nella sua presenza scenica ho visto la luce che avrebbe portato al suo personaggio”, osserva.
Atienza spiega: “La mamma di Conor lo ha avuto a 18 anni, rinunciando così al sogno di diventare un’artista. Lei e suo figlio sono vicini di età, quindi hanno un rapporto speciale, amichevole. L’attrice ha dato totale risalto al loro legame”.
Jones ha preso a cuore il suo personaggio. Afferma: “Lizzie è una donna vibrante e attiva che non ha mai smesso di amare l’arte. Nella sua casa ci sono creazioni artistiche e artigianali che rivelano il suo spirito creativo. È felice di essere la mamma di Conor, ma allo stesso tempo è anticonformista.
Il fatto che sia una madre single – dato che il rapporto con il padre di Conor è finito – rende la storia ancora più interessante per via del forte legame che ha creato con il suo unico figlio. La cosa più difficile per Lizzie e Conor è proprio accettare il fatto che sta per morire.”
Quando la nonna assume un ruolo attivo nella vita di sua figlia e di suo nipote, Jones si è rivolta a Weaver per esplorare insieme la dinamica dei loro personaggi. Spiega: “Sigourney ed io eravamo desiderose di scoprire la sfumatura del rapporto fra madre e figlia. Lizzie è un po’ ribelle, ha avuto Conor quando era giovanissima. È impulsiva e questo atteggiamento spesso è stato difficile da gestire per sua madre. Fra loro c’è tensione.
Ciò che Lizzie desidera per Conor è che viva in modo indipendente quando lei non ci sarà più. Gli dice: “Non devi essere definito da nessun altro che da te stesso”. Si augura che si senta libero, perché anche Lizzie in fondo non è riuscita a esserlo. Non è stata realmente capace di emanciparsi da sua madre quindi desidera che suo figlio invece ci riesca. C’è un amore immenso fra madre e figlia ma, come in ogni dinamica familiare, è complicato”.

Weaver rivela: “Prima di girare, abbiamo provato e quindi abbiamo esplorato a fondo le scene e i vari rapporti. Fin dall’inizio, io e Felicity abbiamo creato un rapporto di grande fiducia, siamo riuscite a inscenare in modo realistico anche i nostri litigi. Il rapporto fra madre e figlia è molto toccante, e Felicity dà molto in queste scene”.
“Felicity è sempre una garanzia” – assicura Kebbell – “Dà il massimo per rendere la performance autentica”.
Aggiunge Weaver. “Ognuna di noi, a modo proprio, si è messa completamente in gioco nelle scene che mostrano le dinamiche familiari. Abbiamo svolto ricerche sulla malattia di Lizzie e sugli effetti che produce sul corpo. La ricerca è come una valigia: non fai altro che riempirla. Mi ha aiutato molto.
Per noi era importante trovare la chiave giusta, raccontare questa storia nel modo più vero, con amore e rispetto, specialmente per gli spettatori che hanno vissuto un’esperienza simile insieme ai suoi cari”.
Jones racconta: “Per esprimere la malattia nel migliore dei modi, mi sono rivolta ad alcuni oncologi per avere una prospettiva medica, sapere esattamente che tipo di cure si fanno, e il modo in cui la gente cerca di combattere la malattia.
La cosa incredibile era parlare con le persone che stavano facendo la chemioterapia. Ho incontrato donne molto sincere rispetto alla loro esperienza, che mi hanno mostrato come cercavano di gestire la malattia a livello quotidiano. Dopo aver assorbito ciò che potevo, ho coordinato il mio lavoro con la troupe, per documentare il declino di Lizzie”.
Il trucco e le cuffie per mostrare la testa priva di capelli, sottolineano il modo in cui la malattia prende il sopravvento. Sempre al fianco di Noble, Jones ha studiato anche il modo in cui i vestiti di Lizzie non le stanno più bene a causa della cospicua perdita di peso. L’attrice ha deciso di “dimagrire appositamente per mostrare gli effetti del cancro sul corpo del suo personaggio. Volevo mostrare come cambia il respiro e come il corpo diventa sempre più debole e alterato. Nel leggere il copione, ho individuato quattro cambiamenti specifici nella sua fisicità e quindi volevo mostrare queste alterazioni nel modo più autentico e sottile possibile”.
C’è una scena molto toccante in cui madre e figlio si rannicchiano insieme per guardare King Kong, il film del 1933. Questo classico della cinematografia ha fornito ai filmmaker di 7 minuti dopo la Mezzanotte la chiave per creare il proprio Mostro. Infatti, come osserva Atienza: “Sarebbe stato molto più facile, e d’altronde prevedibile alla luce dell’attuale tecnologia, creare il mostro al computer. Abbiamo riunito una bravissima squadra CG ma ci siamo anche resi conto del fatto che il pubblico ormai è stanco di vedere esclusivamente effetti generati al computer. È molto meglio una realtà tangibile, che aggiunge calore e anima a una creatura minacciosa”.
Quindi è stata costruita una versione fisica del Mostro. Bayona commenta: “È stato un altro modo di allearci con King Kong; la zampa gigantesca che afferra Conor e lo trascina fuori dalla sua stanza da letto, il piede enorme con cui viene a contatto, la testa immensa che fa capolino dalla sua finestra. Tutto questo è reale, ed è il risultato di un lavoro manuale.
Non c’è nulla che non possa essere fatto con gli effetti visivi, ma credo che gli effetti realizzati dalla prima generazione di filmmaker avessero il vantaggio di coinvolgere maggiormente il pubblico, e anche gli attori possono sperimentare una maggiore interazione”.
Il mostro animatronico e le sue parti mobili sono frutto delle speciali creazioni di trucco realizzate dai vincitori del premio Oscar® per Il labirinto del fauno (Pan’s Labyrinth), Montse Ribé e David Martí, con la loro società DDT. Il duo ha pianificato tutto insieme a Bayona e Caballero, il loro collega premio Oscar® per Il labirinto del fauno.
Nel corso di tre mesi, 30 artisti e 4 esperti di meccanica, hanno creato la testa, le spalle, le braccia, le mani e i piedi del Mostro. Spiega Martí: “Nel suo collo sono state inserite parti meccaniche, affinché potesse muoversi; queste parti vengono azionate da una persona collocata in una postazione remota. Inizialmente è stata scolpita la testa di cui abbiamo realizzato un calco, che in seguito è stato copiato e pitturato. La testa, le spalle, il piede, le braccia e i rami sono di polistirolo. Abbiamo dovuto intagliare, bruciare, dare forma e consistenza per realizzare tutte le parti del Mostro che assomigliano a un albero. La sfida che ci siamo posti era quella di renderlo realistico utilizzando materiali basilari”.
Spiega Bayona: “Abbiamo realizzato circa 200 disegni del Mostro. Più erano simili al genere fantasy, meno erano interessanti per i miei gusti. Alla fine ci siamo avvicinati ai disegni iconici di Jim Kay presenti nel libro”.
Aggiunge Atienza: “Con i suoi disegni, Jim non solo ha ispirato l’aspetto del Mostro, ma si è guadagnato anche un coinvolgimento personale nella produzione, infatti gli abbiamo commissionato alcuni disegni preliminari e concettuali per il film”.
Diverse società di effetti visivi hanno collaborato per creare gli elementi digitali del Mostro. La post produzione è durata un anno, perché “è stato complicato definirlo digitalmente” – spiega il supervisore effetti visivi Félix Bergés, della società El Ranchito, che, insieme al supervisore effetti speciali Pau Costa, ha vinto un Visual Effects Society (VES) Award per The Impossible – “Questa creatura doveva avere la rigidità e il peso del legno e muoversi in modo convincente. Abbiamo progettato, composto e girato cento riprese del Mostro, interagendo con il ragazzo. È stato un progetto complesso!”.
Ness rivela: “Il Mostro appartiene alla leggenda inglese dell'”Uomo Verde”. È una sorta di paesaggio personificato, che si erge dalla terra per narrare storie. È una forza della natura”. “Il Mostro rappresenta anche quel lato della nostra personalità di cui non ci capacitiamo”, aggiunge Bayona.
Attore di grande statura professionale e dalla voce inconfondibile, Liam Neeson è l’artista a cui i filmmaker hanno pensato fin dall’inizio per interpretare il Mostro, sia per la performance – capture che per il doppiaggio. Neeson, candidato all’Oscar®, ha provato subito interesse per la storia, che considera “una favola sulla complessità delle nostre emozioni, e sul modo in cui gestiamo queste emozioni durante la crescita”.
Per fornire un contesto geografico e ambientale sia al Mostro che alla famiglia di Conor, i filmmaker hanno fatto riferimento a una descrizione presente nella seconda storia raccontata nel film: «150 anni fa questo paese era diventato un posto industriale. Le fabbriche nascevano come funghi…»
Ed è così che la direttrice di produzione Margarita Huguet è partita per perlustrare il nord dell’Inghilterra, antico motore della rivoluzione industriale dell’intero paese. Ha cercato le location principali del film, trovando la collina adatta su cui posizionare l’albero di tasso che nella storia si erge nei pressi di una chiesa e di un cimitero.
Atienza racconta: “Huguet ci inviava immagini della campagna vicino Manchester, erano bellissime, con campi verdi e paesaggi ventosi, cottage di pietra; allo stesso tempo però evocavano una realtà industriale, sotto forma di fabbriche abbandonate, grandi camion ed edifici dai mattoni rossi. Abbiamo pensato che la regione fosse molto bella e soprattutto adatta a ospitare la storia e il background della famiglia di Conor”.
L’area geografica di 7 minuti dopo la Mezzanotte comprende diverse location, fra cui alcune cittadine vicino Manchester e Huddersfield, nel West Yorkshire. La collina è situata a Rivington Pike, vicino Bolton, nel Lancashire. Il dipartimento artistico, grazie all’aiuto della gente del posto, ha costruito e posizionato un albero di tasso dall’aspetto secolare.
Vicino Delph, nel Lancashire, sono stati trovati anche la chiesa e il cimitero. Quel fazzoletto di terra era rimasto intatto da anni, infatti non c’era neanche una sola tomba nuova. Dato che la location poteva accogliere una quantità limitata di attività e di visitatori, Caballero e Costa ne hanno commissionato una riproduzione in un teatro da posa in Spagna.
In effetti, la presenza del cimitero nell’incubo ricorrente di Conor necessitava un set vero e proprio, costruito su una piattaforma sopraelevata, azionata da un sistema meccanico. La troupe di Costa ha costruito le lapidi che poi ha rovesciato, scavando il terreno per creare buche e avvallamenti. Sono state costruite riproduzioni della chiesa e del cimitero in scala maggiore rispetto ai luoghi autentici.
Caballero osserva: “Le riproduzioni dovevano essere precise, i dati sono stati elaborati al computer. Questo è l’ennesimo esempio di come, per questo progetto, sia stato necessario abbinare la tecnologia più sofisticata agli effetti speciali tradizionali. La nostra troupe si è rimboccata le maniche per utilizzare tecniche ormai in disuso, con calchi e gessi, che hanno dato carattere ai set”.
Atienza elogia l’accuratezza delle location scelte per ambientare le sequenze degli incubi. Rivela: “Metà film è stato girato nelle location, in cima alla collina e nella chiesa; l’altra metà è stata girata in studio a Barcellona, ma tutto è stato amalgamato in modo da creare una perfetta continuità”.
Lo scenografo si è trattenuto a Manchester il più possibile; è rimasto colpito dai mulini, dai mattoni rossi e dall’architettura vittoriana che gli ricordavano le favole illustrate da Arthur Rackham e Edmund Dulac, favole che aveva già in mente mentre creava gli elementi fantastici di 7 minuti dopo la Mezzanotte. Questo perché, spiega: “La fantasia permea la realtà di Conor. Guardando bene, si trovano molti elementi in comune, questi due mondi sono sempre collegati. Una delle idee principali di questa storia è che la fantasia nasce dalla necessità, e specialmente dalla necessità di speranza.
Secondo me, gli spazi stessi devono riflettere ciò che accade ai personaggi e nella storia in quel momento. La casa della madre di Conor è disordinata, accogliente, allegra e variopinta. La casa della nonna è più severa e sottoposta a un rigido ordine. Ogni oggetto ha un suo collocamento e questo è frustrante per un ragazzino abituato a vivere all’insegna della libertà più assoluta”.
La decoratrice del set Pilar Revuelta, vincitrice di un Oscar® per Il labirinto del fauno (Pan’s Labyrinth), ha ‘peggiorato’ il soggiorno di Conor nella casa della nonna. Caballero spiega: “Pilar ha usato colori spenti, aumentando le dimensioni dell’arredamento interno per fare in modo che il ragazzo si senta ancora più a disagio. Ha aggiunto una gran quantità di angoli e linee rette per creare una certa ostilità intorno e dentro di lui. Per l’abitazione materna, invece, abbiamo creato un ambiente opposto; tutto è arrotondato, per farlo sentire avviluppato”.
L’esterno di pietra della casa di Conor, con il suo cortile incolto e trascurato dove lui si siede insieme al Mostro, è stato creato in un parcheggio presso gli Studios spagnoli. Gli esperti del verde hanno cancellato qualsiasi traccia di automobili, piantando l’erba alta portata dall’Inghilterra per conferire l’effetto di trascuratezza. Inoltre hanno costruito una casupola di legno che contiene un mobilio ‘invecchiato’ a regola d’arte.
Essendo anche lei inglese, Felicity Jones ha elogiato i set definendoli “perfetti”: “Sono rimasta senza parole” – afferma – “non c’era nulla che non sembrasse veramente inglese, con tanti dettagli che evocano il mondo di fantasia in cui vive Lizzie. Era davvero strano arrivare nello studio di Barcellona con un sole che spaccava le pietre, ed entrare in un teatro di posa che simulava il cielo plumbeo dell’Inghilterra del nord!”.
Gli attori e la troupe sono rimasti sorpresi anche dal fatto che il regista muove molto la macchina da presa, e di conseguenza i set sono stati concepiti per essere il più possibile versatili e flessibili. “Bayona racconta la storia attraverso la macchina da presa” – spiega Atienza – “Con la camera riesce a creare emozioni, usando il movimento e l’inquadratura. La sua cinepresa parla costantemente, attraverso il linguaggio del film”.
Affinché Bayona potesse utilizzare la cinepresa su una gru, i muri dei set erano mobili, potevano essere ripiegati a scomparsa oppure venire aperti come porte. In questo modo la macchina da presa riusciva ad arrivare ovunque e a inquadrare qualsiasi cosa, dando modo a Caballero e alla troupe di Revuelta di riempire di oggetti la stanza di Conor fino a “farla scoppiare”.
La flessibilità riguardava anche l’illuminazione dei set, che sono stati illuminati con un’intensità che non sarebbe stato possibile ottenere esclusivamente dalla luce naturale. Durante la fase di pre – produzione, il direttore della fotografia Óscar Faura ha ideato il progetto di illuminazione dei set che erano sempre predisposti per fare in modo che lui e Bayona potessero spostare la macchina da presa da un ambiente all’altro a loro piacimento.
Bayona osserva: “C’è stata una grande preparazione, assolutamente essenziale per un film tanto complesso dal punto di vista tecnico come questo. Era affascinante ricreare, nei set interni, il tipo di luce particolare di Manchester. Persino gli esperti non saranno in grado di distinguere le scene girate all’interno degli studi di Barcellona da quelle girate nelle location a Manchester”.
Il regista riflette: “Io e Óscar abbiamo voluto che questa storia fosse ancorata alla realtà. Sin dall’inizio delle riprese, Óscar ha individuato l’atmosfera giusta, l’equilibrio giusto fra luce e oscurità per ogni sequenza. Finora abbiamo girato tre film insieme e ancora non so come fa. Ha l’istinto dei filmmaker di una volta, quelli del “grande cinema”.
Lavoriamo così bene insieme perché io cerco sempre l”incidente’, l’evento inaspettato generato dall’improvvisazione, mentre Óscar è l’esatto contrario, vuole che tutto sia sempre programmato. Mi aiuta a restare con i piedi per terra mentre io lo incoraggio a essere ancora più audace e a correre più rischi. Sono orgoglioso del risultato che abbiamo ottenuto in 7 minuti dopo la Mezzanotte; visivamente questo è il film più bello che abbiamo fatto insieme”.
Atienza osserva: “Il legame fra Bayona, Caballero e Faura si è consolidato dopo The Impossible. Ognuno rende l’altro migliore, insieme creano qualcosa di meraviglioso”.
Caballero osserva: “Quando lavoro con Bayona, mi sento libero perché ci fidiamo l’uno dell’altro. La cosa importante è chiedersi sempre ‘Cosa vogliamo trasmettere, cosa vogliamo che la gente percepisca?’. Cerchiamo di generare una reazione emotiva. Bayona ha l’abilità di portare le emozioni sullo schermo. È un dono.
Dato che 7 minuti dopo la Mezzanotte è una storia molto sentita, è ricorso a tutte le tecniche a disposizione affinché i suoi attori riuscissero a entrare in contatto con le emozioni dei loro personaggi. La maggior parte del tempo il set diffondeva noti brani di musica da cinema per evocare l’atmosfera giusta: le colonne sonore di Ennio Morricone e Jerry Goldsmith erano le sue preferite. Ha lasciato girare la macchina da presa, durante le diverse scene, senza interruzioni di ciak!”.
Felicity Jones afferma: “Quando qualcuno grida ‘Azione!’ proprio mentre stai per girare una scena commovente, non è il massimo. Bayona aiuta l’attore a scoprire la profondità emotiva della scena e del personaggio. Infatti l’attore dimentica la macchina da presa. Si immedesima completamente, entra sempre di più nel personaggio e questo è ciò che vuole il regista. Lavorare con lui è un’esperienza unica”.

“Mi ha coinvolto molto”, dice Toby Kebbell. “Ho sentito un legame umano con lui, e con gli altri attori”.
“Bayona è un vero talento cinematografico”, afferma Liam Neeson. “Può succedere di lavorare con registi che amano ciò che fanno, e Bayona è uno di loro. Mangia, dorme e beve film. In questo senso è un po’ come Martin Scorsese. È anche molto sensibile. Si prende cura degli attori, li guida, li valorizza e questo è quello che secondo me un regista dovrebbe fare sempre. Ti permette di sperimentare, quindi insieme si può arrivare alla verità di una scena, e ti concede tutto il tempo necessario. Adoro lavorare con gente come lui”.
Seguendo il consiglio di Bayona, Neeson ha collaborato con Lewis MacDougall   affinché entrambi potessero essere protagonisti delle scene girate insieme. Neeson riflette: “Ho lavorato con bambini che sono stati sommersi dall’industria e che hanno perso la loro innocenza. Lewis invece è ancora integro, malgrado possieda una grande forza”.
Il giovane attore, che durante le riprese aveva 12 anni, la stessa età del protagonista del film, ha dovuto gestire diverse difficoltà in 7 minuti dopo la Mezzanotte, fra cui il fatto di dover recitare insieme a un attore che in realtà utilizzava la performance – capture.
MacDougall spiega: “È stato difficile perché erano scene molto tecniche. Io mi trovavo da una parte della stanza e Liam dall’altra. Ma nel montaggio ci hanno messo l’uno di fronte all’altro. Liam è stato sempre disponibile con me in ogni scena che abbiamo girato insieme”.
Tuttavia, per le sequenze esterne, persino più ambiziose, MacDougall spesso ha dovuto recitare con un pupazzo animatronico che incarnava il Mostro; a volte non c’era neanche il pupazzo, bensì soltanto un segno che indicava dove sarebbe stato posizionato il Mostro.
Per le sequenze dell’incubo sono state necessarie corde e imbragature, nonché la presenza di una squadra di stuntmen, che hanno lavorato per diversi giorni al freddo e sotto la pioggia.
“Ho una grande ammirazione per Lewis: ha lavorato per ore, perché praticamente è presente in ogni scena”, lo elogia Sigourney Weaver. “È un attore pieno di talento, un professionista e un lavoratore infaticabile. Il ruolo di Conor era molto impegnativo, sia dal punto di vista fisico che emotivo. Lewis è stato coraggioso, presente, e autentico. Ho imparato molto dalla recitazione di Lewis, perché è molto presente a se stesso”.
“Lewis aveva già un grandissimo talento quando abbiamo iniziato a girare con lui”, dice Belén Atienza. “Aveva un ottimo istinto e nel corso delle riprese ha imparato ad avere una presenza più diretta. Lo abbiamo visto crescere davanti ai nostri occhi, in ogni senso”.
Bayona afferma: “Lewis era l’attore perfetto per interpretare Conor. Possiede una meravigliosa vulnerabilità, ma anche una grande forza che trascende la sua età, e queste caratteristiche appartengono anche al suo personaggio. Può essere paragonato a un attore adulto per la straordinaria abilità con cui si prepara a una scena.
Nella scena dell’ospedale con Felicity, ha girato un paio di riprese in cui era diviso fra la volontà di essere forte e il dolore che prova. Vederlo recitare questa scena è stato da brividi. Era totalmente compenetrato in questa lotta interiore, e tutte le emozioni che prova traspaiono sul suo volto”.
MacDougall afferma: “La cosa bella di lavorare con Bayona è che mi ha sempre incoraggiato a fare meglio e poi alla fine di ogni scena mi abbracciava e mi diceva ‘Grazie’“.
Il regista ha scelto di non dare al suo giovane protagonista la pagina del copione che descrive l’ultimissima scena di 7 minuti dopo la Mezzanotte, perché voleva che MacDougall avesse la reazione più naturale e autentica possibile.
“E Lewis ci ha regalato una performance unica”, conclude Bayona.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Sette Minuti dopo la Mezzanotte disponibile in DVD da giovedì 12 Ottobre 2017
info: 18/05/2017.

Puoi vedere Sette Minuti dopo la Mezzanotte su queste piattaforme:
Nota: "Sette Minuti dopo la Mezzanotte" potrebbe non essere più disponibile sulle piattaforme indicate. | "Sette Minuti dopo la Mezzanotte" risulta su Prime Video incluso con Prime dall'ultima verifica: disponibilità effettivà verificabile direttamente nella pagina del titolo su Prime Video.
Puoi cercare "Sette Minuti dopo la Mezzanotte" nelle principali piattaforme di VOD: [Apri Box]
DVD E BLU-RAY FISICI:
"Sette Minuti dopo la Mezzanotte" disponibile su supporto fisico da giovedì 12 Ottobre 2017, puoi aprire i risultati di una ricerca su Amazon.it: [APRI RISULTATI].
Impostazioni privacy