Locandina Alien: Covenant

Alien: Covenant (2017)

Alien: Covenant
Locandina Alien: Covenant
Alien: Covenant è un film del 2017 prodotto in Italia, di genere Sci-Fi e Thriller diretto da Ridley Scott. Il film dura circa 121 minuti. Il cast include Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride, Demian Bichir, Carmen Ejogo. In Italia, esce al cinema giovedì 11 Maggio 2017. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 14 Settembre 2017. Al Box Office italiano ha incassato circa 2577447 euro.

10 anni dopo la missione Prometheus la nave Covenant è in missione verso il pianeta Origae-6, ma un incidente ne devia la rotta su un pianeta sconosciuto svegliando l'equipaggio. L'atterraggio d'emergenza metterà gli uomini faccia a faccia con una letale specie aliena.

Nello spazio nessuno può sentirti urlare. Dopo quasi quattro decadi, queste parole rimangono sinonimo dell’assoluta e incessante tensione di quel capolavoro dell’orrore fantascientifico che è stato Alien di Ridley Scott. Ora, il padre del leggendario franchise, ritorna ancora una volta al mondo che ha creato per esplorarne i suoi recessi più oscuri con Alien: Covenant, una nuova avventura al cardiopalma che spinge in avanti i confini del terrore per i film vietati ai minori. A bordo dell’astronave Covenant tutto è tranquillo; l’equipaggio e le altre 2.000 anime sul vascello d’esplorazione sono profondamente addormentate nell’iper-sonno, lasciando che Walter, l’organismo sintetico a bordo, cammini da solo per i corridoi. La nave è in viaggio verso il lontano pianeta Origae-6, sul fianco estremo della galassia, dove i coloni sperano di stabilire un nuovo avamposto per l’umanità. La pacifica tranquillità del viaggio viene interrotta quando una vicina esplosione stellare distrugge le vele di raccolta di energia della Covenant, provocando decine di vittime e facendo deragliare la missione. Ben presto i membri superstiti dell’equipaggio scoprono quello che sembra essere un paradiso inesplorato, un Eden indisturbato con montagne coperte di nuvole e immensi alberi altissimi, molto più vicino di Origae-6 e potenzialmente altrettanto valido per ospitarli. Quello che hanno trovato, tuttavia, è un mondo oscuro e mortale pieno sorprese e tranelli. Messi di fronte a una terribile minaccia, al di là della loro immaginazione, gli esploratori dovranno tentare una fuga precipitosa per uscire dalla trappola. Ambientato dieci anni dopo gli eventi narrati in Prometheus (2012), altro successo di Ridley Scott, Alien: Covenant torna alle radici dell’innovativa saga ideata dal regista, con una storia assolutamente spaventosa condita da un’avventura mozzafiato e nuove mostruose creature. Con questo episodio, il sesto della serie, il visionario regista si avvicina sempre di più verso la rivelazione sulle misteriose origini della madre di tutti gli alieni, il letale xenomorfo del primo film.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 11 Maggio 2017
Uscita in Italia: 11/05/2017
Data di Uscita USA: venerdì 19 Maggio 2017
Prima Uscita: 19/05/2017 (USA)
Genere: Sci-Fi, Thriller
Nazione: Italia - 2017
Durata: 121 minuti
Formato: Colore
Produzione: Twentieth Century Fox Film Corporation, Brandywine Productions, Scott Free Productions, TSG Entertainment (in associazione con)
Budget: 97.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 72.660.985 dollari | Italia: 2.577.447 euro
In HomeVideo: in DVD da giovedì 14 Settembre 2017 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA Alien

Recensioni redazione

Alien: Covenant, Recensione del film
Alien: Covenant, Recensione del film
redazione, voto 5/10
Col capitolo 'Covenant' di Alien, Ridley Scott ritorna dietro la macchina da presa con al ferma volontà di spiegare le origini dell'alieno xenomorfo più famoso del cinema ma cade in errori elementari.

Immagini

[Schermo Intero]

BENVENUTI A BORDO DELLA COVENANT

Sin dall’inizio Ridley Scott voleva il sangue.

“Se non ricordo male la prima frase di Ridley è stata: ‘Faremo un film tosto vietato ai minori, e ci servirà un sacco di rosso, che è il nostro modo di dire: sangue.” ricorda il produttore di ALIEN: COVENANT Mark Huffam. “Questa è stata la nostra prima conversazione – la faremo fare sotto a tutti!”

Se qualcuno sa come spaventare il pubblico utilizzando una narrazione intelligente e sofisticata, quello è Ridley Scott. Il suo Alien originale resta uno dei portabandiera del genere horror, un film psicologicamente curato e insopportabilmente claustrofobico, asciutto ed efficace come la bestia strisciante e perversa che per prima ha attaccato Ellen Ripley e l’equipaggio dell’astronave Nostromo nel 1979. “E’ divertente, perché in un certo senso, ho sempre pensato ad Alien come a un B movie davvero ben riuscito.” -dice Scott- “Il sottotesto era piuttosto semplice: sette persone chiuse in una vecchia casa oscura e si trattava di chi morisse prima e di chi sarebbe sopravvissuto.”

Per ALIEN: COVENANT, il regista -già nominato all’Oscar®- ha cercato di ricostruire la stessa atmosfera di pericolo strisciante e tensione costante, offrendo anche nuove prospettive per aggiungere spessore e profondità alla più ampia mitologia di Alien. Questo approccio era necessario, afferma, per mantenere la narrazione fresca e sorprendente. “Non puoi continuare a fare inseguire gente da un mostro in un corridoio, è noioso.” -dice Scott- “Mi è venuto in mente che nessuno si era posto la domanda: chi ha fatto questo e perché. Potresti dire che sono mostri dello spazio, o divinità spaziali o ancora degli ingegneri dello spazio esterno che li hanno inventati.. non è così. ALIEN: COVENANT stravolgerà tutto.”

Il film si apre con una pacifica missione destinata a portare l’umanità oltre i confini della Terra in una colonia tra le stelle. Sulla pubblicità della nave spaziale Covenant ci sono delle coppie che popoleranno il pianeta Origae-6, insieme a dozzine di embrioni che contribuiranno a stabilire la nuova colonia. Incaricati della loro protezione è l’equipaggio della nave: il Capitano Jacob (James Franco) e sua moglie, Daniels, responsabile delle operazioni di terraforming (Katherine Waterston); il Primo Ufficiale Christopher Oram (Billy Crudup) e la moglie, biologa, Karine (Carmen Ejogo); i turbolenti piloti Tennessee (Danny McBride) e Faris (Amy Seimetz); a capo della sicurezza il sergente Lope (Demián Bichir) e il suo secondo in comando, con cui è sposato, il sergente Hallett (Nathaniel Dean). Con loro c’è anche un non umano, Walter (Michael Fassbender), il fedele sintetico della Covenant incaricato di tenere d’occhio il sonno criogenico dei passeggeri fino al raggiungimento della loro destinazione.

Quando un esplosione stellare attraversa la nave, Walter è costretto a svegliare prematuramente l’equipaggio per salvargli la vita. Tuttavia un malfunzionamento meccanico intrappola il capitano nella sua camera dell’ipersonno condannandolo a una morte orribile e brutale. L’incidente lascia al comando Oran, uomo profondamente religioso, e la Daniels tramortita dal dolore per la perdita del marito.

Daniels cerca conforto nella compagnia dell’unica altra figura solitaria della nave, Walter, che senza dubbio sarà familiare al pubblico. È l’evoluzione successiva di David, il sintetico, ossessionato da Laurence of Arabia, apparso in Prometheus interpretato da Fassbender. Benché sia tecnologicamente superiore al suo predecessore, la sua gamma emotiva è piuttosto limitata. Non può innamorarsi ed è stato programmato per essere assolutamente fedele all’equipaggio della Covenant. Fassbender lo descrive come un “super maggiordomo”.

“È lì innanzitutto per proteggere e servire, come un buon agente di polizia.” dice l’attore.
“È assolutamente logico e privo di emozioni, anche se quelli intorno a lui, in particolare Daniels, cercano una sorta di connettività emotiva con lui, ma è come se non ci fosse.”

Nonostante la sua programmazione, il rapporto di Walter con Daniels è complesso e condito da segnali di affetto. La Waterston dice di Daniels: “Inizia a contare su di lui dopo che Jacob muore. Si sente più a suo agio con lui rispetto al resto dell’equipaggio proprio perché, in un certo senso, è emotivamente limitato ed è quindi più facile per lei stare vicino a qualcuno che non capisce completamente quello che sta passando, così da poter restare sola con il suo dolore. Non ha bisogno di restituirgli dei feedback emozionali. Inoltre sviluppa un legame con lui perché sono gli unici due single sulla nave.”

Non appena la Covenant cerca di riprendersi dal disastro, viene nuovamente travolta dagli imprevisti.
Tennessee è all’esterno a riparare le vele energetiche, quando intercetta un criptico messaggio che suona come una richiesta di soccorso. L’equipaggio traccia l’origine della trasmissione che porta a un vicino pianeta e Oram, spinto dalla sua forte fede cristiana, stabilisce una nuova rotta che porterà la nave su un percorso sconosciuto verso il segnale. Il mantello della leadership non calza facilmente sulle sue spalle, si porta sempre dietro una paio di sfere di metallo antistress, che usa per calmarsi quando si sente sotto pressione.

“Non appena viene investito dalla responsabilità di queste duemila e più anime, penso che il peso diventi enorme e schiacciante.” -dice Crudup- “Si pone un’enorme quantità di dubbi sulla sua capacità di gestire le sue paure e di guidare così tante persone verso l’ignoto. Penso che sia una parte importante della storia: come si relaziona agli altri membri dell’equipaggio e come, in ultima analisi, trova un certo senso di fiducia, di chiarezza e di autorità morale nel tentativo di difenderli.”

“Nei momenti difficili quando hai paura, ti devi concentrare sulla tua fede, perché ti darà la forza e la chiarezza per essere reattivo sulle situazioni pericolose.” aggiunge Crudup.

La sua equilibrata moglie, interpretata dall’attrice britannica Ejogo, è anche l’ancora di Oram. “Oram nutre per lei un amore profondo.” -dice Crudup- “Il suo sostegno è fondamentale per consentirgli di superare gli ostacoli. Non so cosa avrebbe fatto senza di lei, soprattutto per la sua capacità di accedere a quelle parti di lui che tiene nascoste agli altri.”

Una tempesta di ioni che avvolge l’atmosfera del pianeta impedisce alla Covennat di raggiungerne la superficie, così si decide di inviare un gruppo esplorativo composto da scienziati e personale di sicurezza, mentre Tennessee pilota la nave madre in orbita. Quando McBride, attore e sceneggiatore conosciuto ai più per i suoi ruoli comici in film come Strafumati, ha inizialmente incontrato Scott per discutere la parte del Tennessee, il regista aveva un punto di riferimento molto chiaro in mente: il maggiore T.J. ‘King’ Kong nell’interpretazione di Slim Pickens nel classico della satira Il Dottor Stranamore – Ovvero come ho imparato a non preoccuparmi ed amare la bomba di Stanley Kubrick.

“Ridley ha detto che Tennessee era un omaggio a lui, quindi abbiamo lavorato per trovare il cappello da cowboy e l’abbigliamento da volo perfetto.” -dice McBride- “Ma il personaggio era così ben definito nella sceneggiatura che ho potuto capire da subito cosa doveva essere fatto. Ridley Scott trova gli attori che vuole, persone che sanno di poterlo fare da sole a cui lui poi dà le linee guida. Se vi spingete un po’ troppo lontano, vi rimette in carreggiata, ma in realtà lui sta lì per vedere quello che sei in grado di dare.”

Mentre i prescelti Daniels, Oram, Karine, Walter e Faris si dirigono verso la superficie del pianeta nel Lander della nave, insieme al team della sicurezza, Tennessee rimane al comando della Covenant con Upworth (Callie Hernandez) e suo marito Rick, esperti di navigazione e comunicazione. Ma con la tempesta che impedisce ogni reale interazione con la squadra a terra, Tennessee diventa presto inquieto, travolto da un senso di disagio. “Una delle cose più interessanti della sceneggiatura è che la nave è piena di coppie, il che aumenta istantaneamente il livello di orrore.” -dice McBride- “Perché non riguarda solo la tua sopravvivenza, ma anche quella della persona con cui sei partito.”

Dopo un lungo periodo di frustrante silenzio, devono decidere se avvicinare la Covenant al pianeta. Upworth si scontra con Tennessee sul seguire o meno il protocollo di non compromettere la Covenant e i suoi occupanti umani. “C’è una frustrante impotenza,” -spiega Hernandez (La La Land)- “perché hanno perso la connessione. Se, in qualsiasi contesto, stai cercando di metterti in contatto con un essere umano, ma stai perdendo la connessione, cerchi di ripristinarla; è quello che Tennessee sta cercando di fare.”

Manovrando attraverso la tempesta, il Lander resta danneggiato, ma la squadra arriva sana e salva sul pianeta solo per scoprire un panorama maestosamente mozzafiato. Ma c’è qualcosa di inquietante su questo magnifico territorio… l’ambiente è semplicemente troppo silenzioso. “Il pianeta è meraviglioso e spettacolare, ma è una minaccia su larga scala.” -spiega Scott- “Si trata di un pianeta morto, è come una casa infestata. Non ci sono forme di vita tranne le piante e gli alberi, nessun tipo di animale.”

Con Faris che resta al Lander per effettuare le riparazioni necessarie, Karine, accompagnata dal soldato Ledward (l’attore australiano Benjamin Rigby) come scorta, si avventura a prelevare dei campioni biologici. Il loro viaggio nel paesaggio sempre più insolito va sempre peggio, Ledward si ammala inspiegabilmente in maniera grave e Karine lotta per riportarlo nell’infermeria del Lander.

Sul Lander intanto, Faris inizia a ricevere frenetiche chiamate di soccorso dai suoi compagni. “Ridley ha girato questa scena con me sotto il Lander nel mezzo del fiordo di Milford in Nuova Zelanda.” -ricorda la Seimetz (nota per la serie TV ‘The Girlfriend Experience’)- “Sono rimasta da sola, ascoltando queste chiamate terrificanti nelle cuffie e immedesimandomi nella situazione. Non posso aiutarli, perché non so dove siano, sembrano confusi e il collegamento si sta interrompendo. Era strano, ma allo stesso tempo sbalorditivo, girare la scena in quel modo perché è stata una performance molto efficace, grazie a Ridley.”

Quando Ledward e Karine raggiungono l’infermeria, scoppia l’inferno. Quello a cui Karine assiste, alla luce dei neon, è la terribile nascita del Neomorfo, l’ultima incarnazione aliena che si unisce al pantheon di mostri del franchise. La Ejogo dice: “Karine non ha la minima idea di quello che succederà, ed è proprio questo mistero su ciò che sta accadendo la cosa più palpabile e potente. Non è come dover affrontare una tigre, dove comunque sai cosa aspettarti. Non c’è modo di negoziare con queste creature.”
“È il primo vero momento in cui il pubblico associerà le sue paure ai film della saga di Alien.” -aggiunge- “Puoi sentire che sta accadendo qualcosa che sarà così fuori al di là della nostra comprensione, da essere terrificante!”

Le cose vanno rapidamente fuori controllo con la creatura che si apre la strada attraverso il Lander, distruggendo qualsiasi cosa sul suo cammino. L’equipaggio è in preda alla disperazione, quando arriva un aiuto inaspettato arriva sotto le vesti di una misteriosa figura incappucciata, che sembra poter in qualche modo controllare i predatori. L’inatteso salvatore, si rivelerà essere David della Prometheus, che è rimasto in isolamento per circa un decennio ed in pessimo stato per l’esposizione alle intemperie.

“Quando incontriamo David in ALIEN: COVENANT vediamo che si è lasciato andare.” -dice Fassbender, che oltre a impersonare Walter, riprende anche il suo ruolo in Prometheus. “Ha i capelli lunghi, è trasandato e sta vivendo da solo su questo pianeta esplorando il lato creativo di se stesso: suona musica, dipinge e disegna.”

David scorta gli spaventati esploratori in un rifugio in una città abbandonata, ma ogni minuto che passa racconta di una nuova e più complessa minaccia. “A questo punto stiamo solo cercando di sopravvivere, ma abbiamo iniziato a perdere dei compagni e siamo senza il Lander, la nostra unica via di fuga.” -spiega Bichir (Per una vita migliore, The Hateful Eight)- “Lope deve riprendere il controllo, per mantenerli uniti non importa a quale prezzo.”

Anche per un veterano, vedere la propria squadra a pezzi, è devastante. “Nemmeno nei suoi incubi peggiori avrebbe potuto immaginare che una cosa simile accadesse a un essere umano: non sanno cosa sia, e inoltre, la persona che ama, Hallett, è in pericolo.” racconta Bichir.

Sull’autenticità del rapporto tra Hallett e Lope, Dean rivela: “Sono sposati da un bel po’ di anni, si amano e non ci importa che siano gay. Penso che sia fantastico che Ridley e i produttori abbiano inserito questo argomento in un contesto spaziale, nel franchise di Alien, perché ti fa sperare che per l’umanità, nel futuro, questo non sia più un problema. Sono delle brave persone che si amano, ma anche dei fottuti soldati bravi ad usare l’M-4!”

Bichir e i suoi compagni di plotone hanno fatto un allenamento intensivo sia fisico che nell’uso delle armi, ma oltre a questi preparativi, Bichir ha avuto la fortuna di potersi confrontare a quattrocchi con Ridley Scott per sviluppare i sentimenti di Lope. “A volte si lavora in alcuni film in cui non si prova o addirittura non parli nemmeno del tuo personaggio con il regista.” -dice Bichir- “Ci sono molti modi per approcciarsi al lavoro e ci si aspetta che tu sia pronto a risolvere qualsiasi problema in qualsiasi circostanza, ma aver avuto la possibilità di confrontarmi vis-à-vis con questo uomo, è stata una parte fantastica del processo.”

Infatti Bichir ha trovato l’esperienza di lavorare sul set con Scott assolutamente emozionante. “Il suo è uno di quei nomi che metti sempre nella tua lista dei desideri.” -dice Bichir- “Mi sarebbe piaciuto vedere come scriveva Jules Verne o lavorasse Michelangelo nella privacy del loro studio. Quando ho avuto la possibilità di lavorare con un genio del mio tempo, l’ho vista come un dono.”

“Credo che Ridley sia la conferma che i grandi maestri rendono tutto veramente facile, semplice e piacevole.” -continua Bichir- “Lui ha una grande esperienza ed è così intelligente che il modo in cui risolve tutto con naturalezza è semplice e molto facile anche nella sua complessità. Aveva più energia di tutti noi messi insieme ed è sempre lì, sempre pronto.”

Mentre per Bichir è stata una novità lavorare con Scott, ALIEN: COVENANT è stata la terza collaborazione di Fassbender con il regista dopo Prometheus e The Counselor – Il Procuratore. “Michael è un grande attore e ha un grande senso dell’umorismo.” -sottolinea Ridley Scott- “Mi sono sempre divertito a lavorare con lui, una cosa davvero importante. Per quasi tutto il tempo sto in attesa di quel suo lato con quell’umorismo sarcastico.”

Insieme, l’attore e il regista hanno esaminato tutti i complessi circuiti mentali di David, esplorando anche il suo lato malizioso e sovversivo. “Ridley e io abbiamo cercato di trovare il suo umorismo e le battute divertenti.” -racconta Fassbender- “Tutti abbassano sempre la guardia quando ridono, così è più facile sperimentare altre emozioni come lo shock o l’orrore, con un effetto maggiore di quando siamo meno ricettivi perché non c’è stato umorismo.”

Mentre il pericolo aumenta a ritmo incalzante, l’equipaggio della Covenant deve organizzare un’audace missione di salvataggio se qualcuno dei suoi dovesse riuscire a sfuggire. Facendo leva sulla sua eroina interiore, Daniels prende il comando a terra. “Il film si snoda come un videoclip impazzito.” -dice la Waterston- “I personaggi non hanno il tempo di elaborare quello che sta succedendo. Tutti sono costretti ad agire.”

Seguendo le orme tracciate dalla Ripley di Sigourney Weaver, la Waterston si è concentrata sul posto che ha Daniels nel più ampio pantheon delle eroine femminili di Scott. “Ridley è un regista che ha sempre rappresentato le donne in modo decisamente onesto e credibile, è sempre stato attratto da questo tipo di personaggi.” -dice la Waterston- “Daniels è il tipo di persona che durante una crisi diventa più efficace. All’inizio del film Daniels è capace, intelligente e brava nel suo lavoro, ma non credo che si veda come una figura eroica. Man mano che gli eventi procedono, diventa capace di agire e pensare chiaramente nei momenti di crisi. È stato più facile per me pensare che fosse in grado di realizzare di essere intraprendente e coraggiosa, anziché quella nata per la guerra. Non conosco nessuno che lo sia.”

Scott ha notato per la prima volta la Waterson nell’adattamento del libro di Thomas Pynchon fatto da Paul Thomas Anderson: Vizio di forma, il ruolo che l’ha resa famosa, e così ha pensato che sarebbe stata perfetta nel ruolo di Daniels. “Avevo bisogno di qualcuno che avesse un fisico imponente, alta, atletica e brava a recitare.” -racconta il regista- “E lei è speciale. Quello che è interessante è che, sia lei che Billy Crudup vengono dal teatro e hanno portato molto della loro tecnica, della loro conoscenza e della loro sensibilità. Quando stai facendo un film come questo, con persone che muoiono continuamente e sotto forte coercizione, bisogna mostrare sempre paura. Ci sono molti ‘colori’ per la paura come molti per il rimorso. Una persona con un background teatrale può scavare in profondità e può tirarlo fuori; questo ha aiutato enormemente.”

Anche Huffam, il produttore, è stato rapido nel lodare il lavoro della Waterston nel film. “Katherine doveva vestire degli abiti decisamente più grandi di lei e ci è riuscita benissimo.” -racconta- “Era veramente entusiasmata per questo ruolo ed era pronta ad affrontare qualsiasi sfida le proponessimo. È stata attaccata a dei fili per farla galleggiare in aria, buttata giù da piattaforme d’acciaio e coinvolta nei combattimenti. Ne godeva, si è totalmente immedesimata nell’eroina d’azione.”

La fisicità del ruolo ha richiesto che l’attrice si sottoponesse a un’ardua preparazione fisica, a una lunga formazione al combattimento e a lezioni dettagliate sull’uso delle armi. “Era come essere al parco giochi.” -ricorda la Waterston- “È stato meraviglioso imparare le coreografie di combattimento e approfondire quel lato aggressivo di me stessa che non ho modo di esplorare spesso nella mia vita personale o nei film.”

Anche se il ruolo da ‘donna tosta’ della Waterston fa parte di una lunga schiera di eroine di Ridley Scott, le mostruose minacce che dovrà affrontare sono completamente nuove, anche quando arriva il momento in cui fa il suo grande ritorno sullo schermo il classico Xenomorfo. “ALIEN: COVENANT per me è, per molti versi, come il primo Alien.” -dice Fassbender- “È crudo e oscuro, e dal momento in cui la Covenant si imbatte nella tempesta spaziale, si mettono in moto una serie di eventi che non si fermano più fino alla scena finale. Dieci minuti e il film diventa implacabile; penso che questo sia il più spaventoso di tutti.”

È vero, con ALIEN: COVENANT non c’è alcun dubbio che il visionario regista sia tornato al suo elemento, creando una coraggiosa, terrificantemente unica esperienza viscerale che si mescola con l’atteggiamento e la spavalderia di un classico film della saga di Alien. Non aspettatevi niente di meno che del terrore inesorabile, mozzafiato e vietato ai minori.

“Spero che il film metta a disagio le persone, gli faccia battere il cuore e gli faccia pompare il sangue nelle vene.” -dice il regista- “Spero che restiate con la bocca secca, ma che non riusciate a staccare gli occhi dallo schermo. Spaventare veramente a morte le persone è abbastanza difficile, ma la potenza del film gli farà venire gli incubi, e questa è una buona cosa.”

LA  PRODUZIONE

ALIEN: COVENANT è stato girato in 74 giorni nel 2016, tra gli studi della Fox in Australia e in esterna a Milford Sound, Nuova Zelanda. Scott ha affidato a Chris Seagers la realizzazione della sua visione per l’astronave del titolo.

“Le astronavi sono sempre difficili.” -rivela Scott- “La Covenant è una nave colonizzatrice simile ai vecchi schooner [i carri con cui si spostavano i coloni – n.d.t.] delle praterie del West. Questa non è una sudicia astronave, ma è una vascello da esplorazione per una missione scientifica, che trasporta persone e attrezzature per colonizzare un altro pianeta. Logicamente, è come un treno merci: è divisa in tre sezioni con giunzioni esagonali, che sono enormi container. Ogni sezione si può distaccare, una sola volta, e atterrare su dei piloni, in modo da diventare un vasto magazzino con tutta l’attrezzatura.”

“Ho raccontato a Ridley che le piattaforme petrolifere sono un po’ come navi spaziali.” -afferma Seagers (Deepwater: Inferno sull’Oceano, Fantastic 4 – I Fantastici Quattro)- “Viste dall’esterno sembrano delle grandi lattine, ma all’interno sono piene di tecnologia e non hanno necessariamente bisogno di persone. Tutto è automatizzato, un po’ come per la tecnologia spaziale. Verte tutto su guida e navigazione, e questa cosa gli è piaciuta. Quindi abbiamo iniziato a prendere molti riferimenti da quel tipo di mondo industriale.”

Come con altri elementi della produzione l’Alien originale si è rivelato un’importante pietra di paragone. Per amplificare la sensazione claustrofobica degli ambienti interni della Covenant, Seagers e il suo team hanno realizzato soffitti bassi e corridoi avvolti nell’oscurità. Realizzare il ponte della nave il più funzionale possibile per Scott era fondamentale, anche per dare un’esperienza tattile agli attori, così la squadra di progettazione e produzione ha installato più di 1.500 circuiti, in modo che ogni interruttore e manopola funzionasse.

“Sembrava di stare in un’astronave funzionante.” -dice Fassbender- “I corridoi, il ponte e la camera criostatica, tutti i loro elementi di design erano così dettagliati e sofisticati. È una cosa piuttosto insolita per i film di fantascienza o d’azione. Di solito c’è parecchio green-screen, ne abbiamo usato anche noi, ma molti degli elementi erano lì a disposizione da provare, toccare e interagire, una vera rarità al giorno d’oggi.”

“Quando siamo entrati nella nave, ti sentivi come un bambino.” -aggiunge Crudup- “Non riuscivi a credere ai tuoi occhi e ti sentivi come se fossi parte di una missione spaziale.”

Il desiderio di Scott per il realismo e la riproduzione in scala, ha eccitato il supervisore agli effetti speciali Neil Corbould. “Ridley è un regista molto visivo e ama la sua atmosfere” -spiega Corbould- “Anche quando goccia dell’acqua è molto preciso sul dove deve gocciolare e quanto. È molto meticoloso sull’aspetto di ogni più piccolo dettaglio e ama le cose fisiche, musica per le nostre orecchie, perché si arriva a costruire degli equipaggiamenti davvero grandi e set enormi.”

Due di queste cose sono delle enormi sospensioni a cardano del peso di 10 tonnellate una e 40 l’altra, costruite appositamente per supportare il Lander e il set della Covenant nelle sequenze d’azione in cui le navi devono subire danni, o per la discesa attraverso la tempesta ionica o per l’impatto con l’esplosione stellare. “La sospensione da 10 tonnellate sostiene la cabina del Lander.” –racconta Corbould- “La Covenant è su quella da 40 tonnellate, lunga circa 20 metri per 6 di larghezza. Tutta la struttura doveva essere in grado di scuotersi e tremare, una cosa non proprio semplice.”

Le scene girate sulla superficie del pianeta sono state girate a Milford Sound e nei teatri di posa della Fox Studios, con il set illuminato per imitare l’inquietante bellezza della location. “Abbiamo preso spunto dal clima di Milford Sound.” -spiega il direttore della fotografia Dariusz Wolski, che ha collaborato frequentemente con Scott- “E’ molto nuvoloso con una luce soffusa; a volte il sole riesce a trapassare la nuvole, ma quasi sempre sono le cime delle montagne che appaiono e scompaiono fra le nuvole. Pioviggina spesso e lo abbiamo ricostruito nel teatro di posa, facendo si che fosse tutto appannato e grigio, come un’alba o un tramonto costante.”

Per le scene all’interno della città abbandonata, Scott ha cercato di ricatturare l’atmosfera pittorica del 18° secolo con cui venivano riprodotte le camere, con una luce morbida che sembra provenire dalle candele. Wolski e il reparto della fotografia ha ideato un sistema intelligente ed efficace per illuminare gli attori in questo modo.

“Abbiamo creato delle luci controllate in remoto” -spiega Wolski- “Quando un attore entrava nella scena la luce si accendeva e quando ne usciva, si spegneva. All’inizio avevamo messo una persona del team degli effetti visivi a farlo, ma poi quando abbiamo deciso di automatizzarle abbiamo visto che il risultato era sempre migliore. Ci sono solo alcune scene girate in questo modo, ma sono molto efficaci.”

Alla fine gli effetti visivi sono stati utilizzati per abbellire ciò che avevamo già realizzato sul set.
Per ALIEN: COVENANT, il supervisore agli effetti visivi, Charley Henley, ha reclutato alcune delle più importanti realtà nel mondo dei VFX, tra cui la Animal Logic di base a Sydney, la MPC (Moving Picture Company) nel Regno Unito e la Framestore di Montreal, Canada. Una delle sfide più importanti per il dipartimento degli effetti è stato il gran numero di location che avrebbero dovuto ricostruire o migliorare, che andavano dallo spazio alla superficie del pianeta con il suo ecosistema, fino alla città abbandonata, ed i suoi interni, dove risiedeva David.

“Per esempio la ‘Sala delle Teste’, dove ci sono una serie di scene chiave, era un set fantastico costruito con una serie di enormi teste, ma a causa dello spazio ristretto del teatro di posa e della complessità nella costruzione materiale del tutto, siamo stati noi a estendere la parte superiore delle teste fino al soffitto.” -racconta Henley- “Tuttavia abbiamo cercato di non esagerare. Ad esempio, se stavamo girando una scena interamente in CG, abbiamo cercato di far si che la cinepresa della CG catturasse delle cose che sarebbero potute essere realizzate anche con delle cineprese reali.”

Henley, il cui rapporto con Ridley Scott risale al 2000 per Il gladiatore, dice che è costantemente colpito dall’approccio personale che ha il regista con il film. “Una delle cose sorprendenti nel lavorare con lui è che si fa da solo gli storyboard.” -racconta Henley- “Sono fantastici, incredibilmente precisi, praticamente vedi le scene come se guardassi attraverso l’obiettivo. Anche nelle tavole hai il senso di come sarà l’illuminazione.”

È stato proprio Scott che ha concepito la necessità di un Neomorfo, da far debuttare in pompa magna qui in ALIEN: COVENANT. Una nuova mortale forma di vita che si affianca alle uova aliene, al “polipo” che si attacca al viso, all’embrione che sbuca dal petto e, naturalmente, allo Xenomorfo pienamente sviluppato. Nella realizzazione dell’alieno, il regista prende spunto sia dal lavoro incredibilmente innovativo del surrealista svizzero H.R. Giger, il cui genio era dietro lo spaventoso Xenomorfo originale di Alien, sia da alcune meraviglie del mondo naturale come l’inquietante squalo goblin, una rara specie di predatore d’altura con la pelle traslucida ed una mandibola a cerniera libera.”

“È stata dura progettare il Neomorfo.” -rivela Scott- “È stata una grande sfida che si è presentata perché avevo bisogno di qualcosa in più del ‘solito sospetto’. Non lo volevo sovraesporre, l’ho voluto preservare. Il Neomorfo, in un certo senso, è la prima generazione dell’alien, ma ha bisogno di una forma di vita umana a cui fare riferimento o, se preferite, con cui mischiarsi o ibridarsi”.

Per lavorare sulle illustrazioni dell’aspetto del Neomorfo e su come si sarebbe dovuto muovere partendo dai disegni di Scott, il supervisore alla progettazione della creatura, Conor O’Sullivan, e il suo team di collaboratori, hanno interagito con Henley e il dipartimento degli effetti visivi. Henley spiega: “Il materiale di Conor e del suo team era fantastico, praticamente hanno realizzato creature di sangue e funzionalità reali. Noi abbiamo solo dovuto fare qualche miglioramento, ad esempio quando la creatura si muoveva molto, aggiungevamo il movimento dei muscoli e gli davamo la libertà di fare degli spostamenti che non potevano essere fatti nella realtà. È stata una partnership per dare il massimo realismo possibile.”

Anche il cast è rimasto impressionato dalla precisione del lavoro di O’Sullivan e del suo team. “Ci sono dettagli degli alieni che non ho nemmeno notato finché non gli sono stata vicino.” -dice la Ejogo- “La voglia di fare sempre quel qualcosa in più è stata incredibile. C’era una sorta di devozione per il retaggio ed è stata vissuta come una possibile forma d’arte, arte al più alto livello.”

Aggiunge Crudup: “La loro intelligenza è la cosa che li rende unici. Ridley ha un grande interesse nella biologia, e così tutte le componenti che contribuiscono all’alieno sono cose che ha ripreso dalla natura; così mentre c’è qualcosa di alieno nella creatura, c’è anche qualcosa di molto familiare.”

La stessa attenzione è stata dedicata ai costumi. Janty Yates, la cui lunga relazione di lavoro con Scott comprende film come Il Gladiatore, Le crociate, Robin Hood, Prometheus e Sopravvissuto – The Matrtian, ha subito capito che, per un film in cui volano proiettili e scorre un bella quantità di sangue sullo schermo, alieno o umano che sia, sarebbero state necessarie parecchie copie di ogni costume.

“Abbiamo dovuto realizzare delle copie di ogni singolo capo per le controfigure… precise sino al più piccolo buco di proiettile.” –racconta la Yates- “Ridley ha detto che a parte per gli abiti del criosonno, non voleva che nessuno indossasse le stesse cose. Così la squadra di sicurezza ha un abbigliamento tattico, stivali più aggressivi e tante armi in più. Quindi dovevamo attenerci a questo e poi procedere con le copie. Il tempo era sempre ridotto all’osso.”

E comunque la Yates è riuscita a dare un tocco arguto e intimo ai costumi, come quando Daniels in lutto a bordo della nave indossa i vestiti del marito, come se si avvolgesse nei suoi ricordi. Momenti come quelli, dice, fanno eco al primo film del franchise diretto da Scott. “Alien ha veramente rotto gli schemi, perché l’astronave era sporca, vissuta.” -dice la Yates- “I loro vestiti erano usurati. Avevano delle uniformi, ma indossate in maniera così casuale che quasi non erano riconoscibili. Si allontanava completamente dai canoni dei precedenti film ambientati nello spazio.”

ALIEN: COVENANT ha richiesto alla Yates di attingere alle sue competenze più tecniche. Per il pilota Danny McBride, lei e il suo collaboratore a al design, Michael Mooney, hanno realizzato un’elaborata tuta spaziale che hanno chiamato “Big Yella” [il giallone – n.d.t.], sagomata come un enorme vestito da palombaro. Mooney, con la sua FBFX di base a Londra, ha poi realizzato la tuta spaziale gialla, in fibra di carbonio, che vediamo nel film. “È di una bellezza assoluta e di grande verosimiglianza tecnologica.” -dice Yates- “Tennessee la indossa quando deve uscire fuori dall’astronave per le riparazioni. Si staglia perfettamente contro le enormi vele solari arruginite, è bellissima!”

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info: 11/05/2017.

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