Locandina italiana

Avengers: Endgame (2019)

Avengers: Endgame
Locandina Avengers: Endgame
Avengers: Endgame è un film del 2019 prodotto in USA, di genere Azione e Avventura diretto da Anthony Russo, Joe Russo. Il film dura circa 183 minuti. Basato sulla serie di fumetti Marvel pubblicata per la prima volta nel 1963. Il cast include Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Brie Larson, Paul Rudd, Don Cheadle, Karen Gillan, Danai Gurira, Gwyneth Paltrow. In Italia, esce al cinema mercoledì 24 Aprile 2019 distribuito da The Walt Disney Company Italia. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 4 Settembre 2019, in Digitale da mercoledì 14 Agosto 2019. Al Box Office italiano ha incassato circa 30265374 euro.

Epico finale della Saga dell'Infinito, in una drammatica resa dei conti che vede gli Avengers contro Thanos. Devastanti eventi hanno spazzato via metà della popolazione mondiale e disperso i loro ranghi, gli eroi rimasti lottano per andare avanti, ma devono farlo insieme per ripristinare l'ordine nell'universo e salvare i propri cari.

Il film Marvel Studios Avengers: Infinity War ha visto gli Avengers e i loro alleati ancora una volta impegnati a proteggere il mondo da sfide troppo grandi per essere affrontate da un singolo eroe, ma una pericolosa minaccia è emersa dai meandri del cosmo: Thanos (interpretato da Josh Brolin). Despota famigerato in tutta la galassia per la sua malvagità, Thanos non si ferma di fronte a nulla pur di conquistare le sei Gemme dell’Infinito e ottenere un potere che gli permetterà di imporre la sua contorta volontà su tutto il genere umano. In Avengers: Endgame, il capitolo finale dell’Infinity Saga, gli eroi sopravvissuti allo scontro con il titano pazzo Thanos affrontano un’epica battaglia per salvare la metà della popolazione dell’universo. Ai volti ormai noti del cast si aggiunge Brie Larson, nei panni della supereroina Captain Marvel.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 24 Aprile 2019
Uscita in Italia: 24/04/2019
Data di Uscita USA: venerdì 26 Aprile 2019
Prima Uscita: 26/04/2019 (USA)
Genere: Azione, Avventura, Fantasy
Nazione: USA - 2019
Durata: 183 minuti
Formato: Colore
Produzione: Marvel Studios, Walt Disney Pictures
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Budget: 356.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 857.916.768 dollari | Italia: 30.265.374 euro
Note:
Avengers: Endgame è il proseguimento delle epiche avventure cinematografiche raccontate in Iron Man, L'Incredibile Hulk, Iron Man 2, Thor, Captain America – Il Primo Vendicatore, The Avengers, Iron Man 3, Thor: The Dark World, Captain America: The Winter Soldier, Guardiani della Galassia, Avengers: Age of Ultron, Ant-Man, Captain America: Civil War, Doctor Strange, Guardiani della Galassia Vol. 2, Spider-Man: Homecoming, Thor: Ragnarok, Black Panther, Ant-Man and The Wasp, Avengers: Infinity War, Captain Marvel e Spider-Man: Far From Home. Avengers: Endgame è il 22esimo film dell'Universo Cinematografico Marvel.
Soggetto:
Basato sulla serie di fumetti Marvel pubblicata per la prima volta nel 1963.
In HomeVideo: in Digitale da mercoledì 14 Agosto 2019 e in DVD da mercoledì 4 Settembre 2019 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA The AvengersSAGA Marvel Cinematic Universe in ordine cronologico

Cast e personaggi

Regia: Anthony Russo, Joe Russo

Cast Artistico e Ruoli:

Recensioni redazione

Avengers: Endgame, la recensione
Avengers: Endgame, la recensione
Erika Pomella, voto 9/10
Con 'Avengers: Endgame' finisce un lungo percorso che ha cambiato un certo tipo di cinema, ma anche il nostro sguardo: i Vendicatori tornano per l'ultima volta sul grande schermo, per combattere contro l'annientamento e l'oblio. Nonostante qualche errore di troppo, la pellicola dei fratelli Russo è uno di quei film che ci ricorda quanto la settima arte possa essere grandiosa.

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Immagini

[Schermo Intero]

L’UNIVERSO CINEMATOGRAFICO MARVEL: UN SUCCESSO DA RECORD

Nel 2008 l’Universo Cinematografico Marvel ha avuto inizio con l’uscita di Iron Man. Il film fu un blockbuster internazionale che riscosse un grande successo sia tra i fan sia tra i critici e per anni ha rappresentato la pietra miliare su cui Marvel Studios ha costruito un impero che ha dato vita ad alcuni dei film con l’incasso più alto di tutti i tempi.

Negli 11 anni trascorsi dall’uscita del film, sei lungometraggi prodotti da Marvel Studios hanno incassato oltre 1 miliardo di dollari. Complessivamente, i 21 film prodotti dallo studio hanno incassato più di 19 miliardi di dollari al box office internazionale. Inoltre, nel corso degli anni i film dell’Universo Cinematografico Marvel sono stati acclamati anche dalla critica. Nel 2019 Marvel Studios ha ottenuto diverse candidature all’Oscar® per Avengers: Infinity War e Black Panther, che è diventato il primo film sui supereroi a ottenere una nomination come miglior film: inoltre, Black Panther ha vinto tre Oscar per i migliori costumi, le migliori scenografie e la miglior colonna sonora originale.

Nel 2018 Avengers: Infinity War ha conquistato il box office battendo il record del miglior opening di tutti i tempi, totalizzando un incasso di 620 milioni di dollari nel week-end d’apertura. Il film è stato molto amato sia dai critici sia dagli appassionati e ha battuto numerosi record al botteghino, diventando il film sui supereroi con l’incasso più alto di tutti i tempi. Inoltre, è attualmente il quarto film con l’incasso più alto di tutti tempi con oltre 2.048 miliardi di dollari. La scena presente nei titoli di coda del film ha preparato la scacchiera per il lancio di Captain Marvel che,uscito a marzo 2019, ha dato inizio alla prima franchise al femminile dell’Universo Cinematografico Marvel. Il film ha aperto al primo posto attorno al mondo, totalizzando un incasso di 455 milioni di dollari al box office internazionale nel primo week-end e diventando il settimo film Marvel a incassare oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo.

A febbraio 2018 il film Marvel Studios Black Panther è divenuto un gigantesco fenomeno culturale oltre che un grande successo, registrando il quinto maggiore incasso d’apertura di tutti i tempi con 202 milioni. Il film ha incassato più di 1.2 miliardi di dollari in tutto il mondo.

Secondo il co-presidente di Marvel Studios e produttore esecutivo Louis D’Esposito questo successo ininterrotto si deve in parte alla variabilità dell’Universo Cinematografico Marvel e alla sua abilità di seguire di pari passo i cambiamenti della società. Inoltre, i film Marvel sono ricchi di personaggi e storie che riflettono la varietà e la natura inclusiva del mondo attuale.

“Facciamo sempre del nostro meglio per creare personaggi con i quali il pubblico cinematografico possa identificarsi”, afferma Louis D’Esposito. “Nei nostri film abbiamo sempre avuto dei personaggi femminili forti, a cominciare da Vedova Nera in Iron Man 2. Inoltre Agent Carter è stata la nostra prima serie televisiva sui supereroi ad avere un personaggio femminile come protagonista. In Ant-Man and The Wasp la protagonista femminile compare già nel titolo insieme al protagonista maschile. E ora con lo straordinario successo di Captain Marvel siamo riusciti una volta per tutte a sfatare il mito secondo cui un film incentrato su una supereroina non possa avere successo”.

D’Esposito prosegue: “Possiamo raccontare storie interessanti con donne, uomini, persone di colore e individui di qualsiasi etnia e religione e quindi continueremo a farlo. Viviamo in un mondo molto variegato e facciamo del nostro meglio per realizzare film che rispecchino la nostra società. Lo abbiamo dimostrato con Black Panther. Per noi è davvero soddisfacente rompere queste barriere e ormai non abbiamo più limitazioni. Siamo elettrizzati davanti alla prospettiva di esplorare supereroi dotati dei background più disparati in futuro. Vedendo Infinity War ed Endgame ci si rende realmente conto che l’Universo Cinematografico Marvel è popolato da una gamma estremamente variegata di personaggi. Ce n’è per tutti gusti ed è tutto collegato all’interno di un mondo che appare autentico e reale”.

“Come ogni altra cosa presso Marvel Studios, la mappa del nostro universo è stata già tracciata nei fumetti”, aggiungi Kevin Feige. “Marvel Publishing sta celebrando il suo 80º anniversario: continua a esistere da tutti questi anni perché le storie si evolvono e cambiano continuamente. E i personaggi presenti in quelle storie cambiano e si evolvono in modo magistrale nel corso dei decenni”.

Per concludere Feige spiega che fin dal suo arrivo in Marvel nel 2000 il suo compito preferito è stato guidare i film, la visione generale e la direzione dell’Universo Cinematografico Marvel. “È stato il lavoro dei miei sogni. Sembra che sia passato pochissimo tempo e invece sono trascorsi quasi vent’anni. È davvero divertente dare vita a questi personaggi e cercare di rendere giustizia a Stan Lee, Steve Ditko, Jack Kirby e tutti gli altri artisti e autori che hanno creato questi personaggi”.

“Ma alla fine l’elemento più importante sono le persone, la squadra di Marvel Studios, i cast che mettiamo insieme, i filmmaker e le squadre produttive con cui lavoriamo. Sono tutti questi elementi a rendere divertente il nostro lavoro. Ovviamente film di queste dimensioni comportano un certo grado di pressione, ma alla fine la cosa più importante è riuscire a lavorare con persone fantastiche con le quali condividiamo il medesimo obiettivo: offrire al pubblico qualcosa di unico e superare le sue aspettative”, conclude Feige.

I REGISTI APRONO LA STRADA

Due dei registi più rispettati e di successo dell’ultimo decennio, Anthony e Joe Russo, tornano per dirigere il loro quarto film dell’Universo Cinematografico Marvel, oltre che il loro secondo film della franchise di Avengers. Il primo film Marvel dei registi, Captain America: The Winter Soldier, ha rappresentato un momento determinante per l’Universo Cinematografico Marvel. Con il suo stile da thriller politico degli anni ’70 e le sue scene d’azione viscerali, il film ha ridefinito il personaggio di Steve Rogers per la gioia dei fan e dei critici, conducendo la franchise nel mondo moderno e alterando per sempre la direzione e il tono dell’Universo Cinematografico Marvel.

Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War hanno riscosso un successo commerciale da record, ottenendo anche il plauso della critica. I filmmaker e il cast spiegano come mai i fratelli Russo siano diventati un punto di riferimento per i blockbuster cinematografici guidati dalla storia: film dotati di personaggi profondamente stratificati, cuore, emozioni e umorismo mescolati con scene d’azione al cardiopalma e momenti spettacolari in grado di tenere gli spettatori con il fiato sospeso.

“Anthony e Joe Russo sono degli autentici visionari”, afferma Kevin Feige. “Sono dei filmmaker coraggiosi dotati di un gusto immacolato e non hanno paura di superare i limiti quando si tratta di sovvertire le aspettative del pubblico. Lo avete visto in Civil War. Lo avete visto in The Winter Soldier e ovviamente anche in Infinity War, e ora lo vedrete in Endgame che a mio parere è il loro capolavoro”.

Proseguendo, aggiunge: “Sono dei narratori dotati di un grande spirito artistico, che sanno esaudire e sovvertire le aspettative del pubblico correndo dei grandi rischi. Con grande lungimiranza, hanno deciso di concludere Infinity War con la sconfitta degli eroi, riuscendo a catturare l’immaginazione del mondo e scatenando un evento culturale”.

“Ho avuto il privilegio di lavorare con Joe e Anthony sin dai tempi di Captain America: The Winter Soldier e ho continuato a collaborare con loro anche in Civil War“, afferma la produttrice esecutiva Trinh Tran. “Sono nati per dirigere questi due film di Avengers perché amano questi personaggi e conoscono ogni loro sfumatura. Amano il lavoro che fanno e l’Universo Cinematografico Marvel e questo è chiaramente visibile sullo schermo. Endgame è il film più colossale che Marvel Studios abbia mai realizzato. È dotato di dimensioni sconvolgenti, ma i fratelli Russo sono in grado di comprendere tutti i personaggi a un livello molto profondo e per questo sono riusciti a riempire il film di emozioni, cuore e umorismo, raccontando una storia magistrale. Sono i migliori nel proprio lavoro e sono bravissimi a integrare tutti questi personaggi e questi archi narrativi all’interno di una storia armoniosa e coesa”.

Per il cast del film, lavorare con i fratelli Russo è stata un’esperienza molto positiva e collaborativa. Chris Evans afferma: “Anthony e Joe Russo sono dei veri cinefili e conoscono benissimo il mondo del cinema. Il loro stile di regia è profondamente legato alle loro conoscenze cinematografiche: sono in grado di ispirarsi ad altre opere, più di qualsiasi altro regista con cui io abbia mai lavorato”.

“Riescono immediatamente a farti capire cosa stanno cercando in una determinata scena. Sono anche dei ragazzi incredibilmente simpatici e il loro atteggiamento crea una sorta di leggerezza sul set, dando vita a un ambiente lavorativo aperto e collaborativo in cui tutti giocano di squadra”, conclude Evans.

“Sono incredibilmente legati a questi personaggi e non so come riescano a gestire e seguire gli archi narrativi di tutti questi protagonisti”, afferma Karen Gillan che torna a interpretare Nebula, il ruolo a cui aveva dato origine nel film Marvel Guardiani della Galassia. “Sono estremamente collaborativi quando si tratta di creare la storia e sono prontissimi a dare a ciascuno di questi personaggi il suo momento di gloria. Ci sono tantissimi momenti del genere in questo film, perché i Russo vogliono dare spazio a tutti e investono molto tempo nella creazione di questi momenti insieme agli attori”.

Per i registi Anthony e Joe Russo, lavorare con Kevin Feige è stata una grande opportunità e un’esperienza impagabile. “Kevin è geniale. È un produttore capace di cambiare la storia e un anticonformista che con la sua straordinaria forza di volontà è riuscito a reinventare la narrazione cinematografica su scala mondiale”, afferma Joe Russo. “Ha creato, ideato e supervisionato ogni atomo della più grande franchise della storia del cinema. Con Endgame Kevin porterà a compimento la prima fase del suo acclamato esperimento narrativo che va avanti da più di un decennio”.

INFINITY WAR: L’INIZIO DELLA FINE

Il pubblico di tutto il mondo ha apprezzato molto il culmine del primo decennio dell’Universo Cinematografico Marvel, conducendo Avengers: Infinity War a registrare l’incasso d’apertura internazionale più alto di tutti i tempi. Secondo lo sceneggiatore Stephen McFeely gli incassi da record ottenuti dal film sono stati una grandissima ricompensa al duro lavoro svolto per dare vita all’Universo Cinematografico Marvel in questi ultimi anni.

“È stato uno dei momenti migliori della mia carriera e una grande vittoria”, afferma McFeely. “Mi sono commosso per un minuto e poi mi sono messo a ballare nella mia camera da letto. Durante il week-end siamo stati in diversi cinema per vedere il film con il pubblico, e mentre uscivamo dalla sala sono stato davvero entusiasta nel sentire che la gente citava alcune battute dei personaggi. È stato davvero surreale notare che il film stava diventando parte della cultura popolare: tutti parlavano del film e del finale”.

A proposito del finale…

In Avengers: Infinity War i fratelli Russo hanno scelto di percorrere una strada anticonvenzionale, creando un finale che ha dato vita a conversazioni interminabili fra gli spettatori. Il produttore esecutivo Louis D’Esposito spiega: “In questo genere di film non succede spesso che il cattivo ottenga una vittoria così schiacciante, riuscendo a sterminare metà dei supereroi e di tutti gli esseri viventi dell’universo. Non eravamo molto sicuri riguardo a questo finale e temevamo che gli spettatori si sarebbero rivoltati contro di noi. Alla fine è stata una scelta un po’ controversa e molti hanno amato e odiato questo finale al tempo stesso. Ogni spettatore ha avuto una reazione diversa, ma il risultato è stato lo stesso: tutto il pubblico ha avuto una grande reazione emotiva. Siamo andati in una direzione completamente diversa. Il cattivo vince. Gli eroi perdono. E ora che cosa accadrà?”.

“Alcune persone mi ha raccontato che, all’anteprima di Infinity War, il loro accompagnatore si è messo a piangere alla fine del film. All’inizio hanno pensato la cosa potesse metterli in una situazione imbarazzante di fronte agli altri spettatori. Ma poi si sono guardati intorno e hanno notato che anche tutti gli altri stavano piangendo”, aggiunge Kevin Feige. “Sono un cinefilo e quindi so che, quando un film ti coinvolge emotivamente, significa che sei stato completamente assorbito dalla storia. Mi hanno raccontato che, per consolarli, alcune persone hanno fatto notare ai loro figli o ai loro amici che era stato già annunciato un sequel. È stato un viaggio fantastico per i nostri fan e per le persone che amano andare al cinema. La loro reazione ci ha dimostrato che il mondo si era affezionato tantissimo a questi personaggi e questo è il più grande complimento che potessimo ricevere”.

Per i filmmaker, decidere quali personaggi sarebbero morti non è stato semplice, come spiega la produttrice esecutiva Trinh Tran. “Sapevamo di dover essere meticolosi nella scelta di quali personaggi sarebbero scomparsi”, afferma Tran. “Abbiamo effettuato una scelta scrupolosa per ciascun personaggio, anche nei riguardi di chi sarebbe rimasto in vita. Ma è stato anche un po’ spaventoso, specialmente quando si è trattato di eliminare personaggi che ci accompagnavano da diversi film”.

Tran prosegue: “È il primo film Marvel in cui il cattivo vince ed è stato davvero elettrizzante fare qualcosa di diverso. È dolceamaro e sconvolgente: è la prima volta che i nostri eroi vengono sconfitti ma è stata anche una cosa positiva perché nessuno se lo aspettava. Gli spettatori erano tristi ma anche contenti che avessimo deciso di correre quel rischio”.

Per il cast vedere Avengers: Infinity War per la prima volta è stata un’esperienza elettrizzante, che ha preparato la scacchiera per quello che sarebbe stato il film più atteso dell’Universo Cinematografico Marvel.

“Gli ultimi otto minuti di Infinity War sono probabilmente gli otto minuti migliori nella storia dell’Universo Cinematografico Marvel”, esclama Robert Downey Jr. “È stato davvero divertente vedere ciascun personaggio coinvolto in uno scenario diverso. Ero felicissimo”.

“Sono rimasto sconvolto di fronte all’importanza culturale assunta da questo film”, aggiunge Mark Ruffalo. “L’ho visto con mio figlio e i suoi amici in una piccola cittadina post-industriale del Connecticut. Non ho mai visto una reazione del genere al finale di un film. La gente urlava e gridava. Un ragazzino si è tolto la maglietta e ha iniziato a saltare sulle poltrone gridando ‘È una vera stronzata!’. Alcune persone discutevano riguardo al significato del finale e altre piangevano. È stato un momento molto profondo. Penso sia grandioso far parte di una cosa del genere: non capita spesso di partecipare a un’opera capace di sconvolgere i fan in questo modo”.

Secondo Scarlett Johansson la conclusione è stata altrettanto drammatica anche sul set sia per lei che per i suoi colleghi attori. “La devastazione provata dagli spettatori in sala è stata altrettanto palpabile anche sul set: è per questo motivo che il finale risulta così sconvolgente”, afferma l’attrice. “Vedendo quella sequenza sul grande schermo si percepisce il peso e l’importanza che riveste, non soltanto per la storia ma anche per le nostre vite: è un capitolo della vostra vita che giunge al culmine, proprio come accade nel film”.

Secondo il regista Anthony Russo, il rischio corso è stato ampiamente ricompensato. “Sapevamo che era una grande scommessa perché si trattava di un finale molto difficile”, afferma Russo. “Sapevamo che, per continuare a sorprendere noi stessi e condurre i personaggi in luoghi che il pubblico non si sarebbe aspettato, avremmo dovuto prendere delle decisioni difficili e fare una sorta di salto nel buio con la storia. Non eravamo sicuri che il pubblico avrebbe accettato questo finale. Fortunatamente, gli spettatori hanno compreso il valore e il significato del finale proprio come speravamo. Da un certo punto di vista è stato sorprendente per noi, perché non si può mai essere sicuri di ottenere la reazione sperata. Ma guardando la situazione da un altro punto di vista, non è stato affatto sorprendente che gli spettatori abbiano avuto la nostra stessa reazione”.

L’unico microscopico bagliore di speranza per i fan è presente dopo i titoli di coda del film, in una scena che anticipa l’arrivo di Captain Marvel nella squadra degli Avengers in Avengers: Endgame e fornisce agli spettatori un piccolo sollievo dalla loro rabbia. “Quando abbiamo effettuato le prime proiezioni di prova, la scena dopo i titoli di coda non era ancora presente: per questo motivo il finale del film era davvero difficile da digerire”, afferma Louis D’Esposito. “Non potevamo lasciare la sala nel silenzio, privando gli spettatori di qualsiasi speranza dopo la devastante sconfitta degli Avengers da parte di Thanos. Inoltre rappresentava l’introduzione perfetta per Captain Marvel, in cui la scena dei titoli di coda viene spiegata in modo perfetto e utilizzata per preparare la scacchiera per Endgame“.

ENDGAME: LA FINE FA PARTE DEL VIAGGIO

Mentre gli spettatori si riunivano per processare la scomparsa di metà degli amati personaggi dell’Universo Cinematografico Marvel, i filmmaker erano impegnati a creare il nuovo attesissimo capitolo della saga, Avengers: Endgame. Fin dall’inizio i filmmaker hanno deciso di rendere le storie dei due film indipendenti l’una dall’altra.

“Abbiamo deciso fin da subito che non volevamo girare un film molto lungo e dividerlo in due”, afferma Feige. “Volevamo realizzare due film molto diversi dotati di storie uniche e autonome, ed è per questo motivo che abbiamo eliminato la dicitura ‘parte 1’ e ‘parte 2’ che avevamo annunciato all’inizio. Volevamo che gli spettatori vivessero un’esperienza completa con ciascun film. Alcuni potrebbero affermare che Infinity War avesse un finale in sospeso, perché tutti gli spettatori amavano questi personaggi e sapevano che ci sarebbe stato un altro film. Ovviamente capiamo questo punto di vista, ma non la vediamo allo stesso modo”.

Feige spiega: “Consideriamo Infinity War un film autoconclusivo in cui Thanos vince. Ecco perché il film non si conclude con la scena in cui gli Avengers vengono sconfitti e Cap esclama ‘Oddio!’. Le ultime immagini del film ci mostrano Thanos che ha affrontato le pene dell’inferno ma è soddisfatto di aver portato a termine il proprio obiettivo. Il film era una storia autoconclusiva incentrata sul viaggio di Thanos”.

“Kevin Feige voleva a tutti costi far sì che questi due film fossero molto diversi tra loro sia nella storia sia nei toni”, prosegue la produttrice esecutiva Trinh Tran. “Uno dei motivi dietro a questa scelta risiede nel fatto che non tutti conoscono davvero le storie dei fumetti e in ogni caso noi non stiamo realizzando trasposizioni fedeli dei fumetti. Non volevamo creare una storia e interromperla a metà. Volevamo che Infinity War ed Endgame apparissero collegati ma allo stesso tempo molto differenti tra loro. Infinity War era un film d’azione rapido in cui l’obiettivo era trafugare alcuni oggetti di valore, dotato di emozioni amplificate e di un finale tragico. Con Endgame volevamo affrontare un genere diverso e impiegare toni differenti”.

Anche se questi due film sono dotati di un inizio e di una fine ben distinti, per i filmmaker una delle più grandi sfide è stata dover concepire e girare Avengers: Endgame diversi mesi prima del completamento e dell’uscita nelle sale di Avengers: Infinity War.

“Solitamente portiamo a termine le riprese di un film e poi, dopo averne smaltito gli effetti, decidiamo come andare avanti”, spiega Anthony Russo. “Stavolta il processo è stato molto diverso. Sostanzialmente abbiamo dovuto concepire entrambi i film nello stesso momento. Anche se li abbiamo sempre considerati due film distinti, nel quadro completo erano anche un’unica espressione coerente del nostro pensiero. A mio parere tutti i film dell’Universo Cinematografico Marvel sono imparentati tra loro: c’è un senso di continuità tra The Winter Soldier e Civil War, che a sua volta è anche interconnesso con Infinity War“.

Prosegue: “È stato molto complicato realizzare questi due film simultaneamente. Solo una squadra esperta come quella che abbiamo in Marvel e nel nostro team produttivo poteva essere in grado di fare una cosa del genere. Le storie sono estremamente complesse e la scala produttiva è enorme. Serviva una macchina ben oliata per gestire simultaneamente due film di questo tipo”.

I filmmaker non sapevano assolutamente come il pubblico avrebbe reagito di fronte al finale di Infinity War: secondo Joe Russo questa incertezza ha rappresentato uno degli ostacoli più grandi per la realizzazione di Endgame. “Una delle sfide più grandi che abbiamo dovuto affrontare era l’impossibilità di sapere come i fan avrebbero reagito a Infinity War: quando lo abbiamo saputo, avevamo già girato il 90% di Endgame“, afferma Joe Russo. “La reazione del pubblico ci ha permesso di modificare soltanto in minima parte la storia, che ormai era stata già girata. Non ci aspettavamo che il finale di Infinity War avrebbe scatenato una reazione emotiva così grande negli spettatori”.

Il regista racconta: “C’è un ricordo che conservo di una cosa avvenuta nel corso della sessione di Q&A svoltasi dopo la prima proiezione. La prima domanda c’è stata rivolta da un bambino di 10 anni in lacrime, che ci chiedeva perché avessimo ucciso Spider-Man. Questa reazione non ha riguardato soltanto i bambini di 10 anni: per questo sapevamo che Endgame avrebbe avuto una posta in gioco mai vista prima nell’Universo Cinematografico Marvel”.

Il compito di scrivere Avengers: Endgame è ricaduto sulle esperte spalle di Christopher Markus e Stephen McFeely, che grazie alla loro lunga storia con Marvel Studios e i fratelli Russo sono riusciti a semplificare il processo di scrittura.

“È da quattro anni che lavoriamo a questi due film”, afferma Kevin Feige. “Durante le riprese di Civil War, Christopher Markus, Stephen McFeely, Joe Russo, Anthony Russo e Trinh Tran stavano parlando di questo film in una sala conferenze ad Atlanta. Il processo è andato avanti per tutto il periodo trascorso tra l’uscita di Civil War e l’inizio delle riprese di Infinity War. Il tempo trascorso in quella stanza, dotata di un’energia creativa straordinaria, è stato uno dei periodi più belli che io abbia mai vissuto presso Marvel Studios: si trattava del culmine di una storia che andava avanti da 20 film, una serie cinematografica senza precedenti. Stavo lavorando con delle persone che in questi ultimi anni hanno svolto un lavoro straordinario per noi. Christopher e Stephen hanno iniziato a collaborare con noi nel primo film di Captain America, mentre Joe e Anthony Russo sono con noi fin dal secondo film di Captain America. Amano queste storie e non hanno paura di correre dei rischi”.

“Gli anni che abbiamo trascorso in trincea con Markus e McFeely si sono dimostrati inestimabili”, afferma Anthony Russo. “Siamo come una band musicale ben affiatata che suona insieme da anni: possiamo inventare nuove idee e improvvisare con grande facilità. Questa è la chiave della nostra collaborazione. Siamo immersi in queste storie e in questi personaggi da moltissimi anni ormai. E la storia che abbiamo vissuto insieme dà i suoi frutti in Endgame. Tutto il lavoro creativo e le esplorazioni che avevamo svolto nel corso degli anni hanno avuto un grande impatto sulla realizzazione di questa sceneggiatura, pur non avendo trovato spazio nei film precedenti. Abbiamo potuto fare affidamento su un grande calderone creativo pieno di idee ed esplorazioni che andavano avanti fin dal 2012″.

“Markus e McFeely sono stati dei collaboratori incredibili in tutti i nostri quattro film: hanno sceneggiato più film di chiunque altro per l’Universo Cinematografico Marvel”, afferma Joe Russo. “Possiedono una conoscenza enciclopedica di questi personaggi. Man mano che l’Universo Cinematografico Marvel prosegue, il lavoro di noi registi diventa sempre più complesso. A volte bisogna volare a 40.000 piedi per osservare il quadro completo. In Endgame stavano volando a 70.000 piedi e di conseguenza avevamo bisogno di un’incredibile squadra di collaboratori che ci consentissero di focalizzarci. Con Markus, McFeely e il resto della talentuosa squadra creativa al nostro fianco, siamo riusciti a concentrarci sul quadro completo e ricevere informazioni da tutti i lati dell’Universo Cinematografico Marvel”.

Secondo lo sceneggiatore Stephen McFeely il processo creativo con i fratelli Russo è sempre stato estremamente collaborativo. “Joe e Anthony sono due persone fantastiche”, afferma McFeely. “Ognuno di loro ha dei pregi diversi. Joe è come il coniglietto delle batterie Duracell: non si ferma mai, ha sempre nuove idee. Anthony è molto più metodico e preciso nelle proprie scelte. Nei nostri meeting le conversazioni sono sempre molto simili: Joe ci incoraggia mentre Anthony mostra sempre un po’ più di resistenza. Anche Chris Markus e io abbiamo una dinamica simile: Chris è più simile a Anthony mentre io sono un po’ più come Joe, ma alla fine della fiera si tratta soltanto di trovare l’idea migliore. Abbiamo continuamente moltissime idee ma alla fine scegliamo sempre la direzione più giusta. Questo processo ha portato degli ottimi risultati fin dal nostro primo incontro nel 2012”.

Per trovare il punto di partenza e sviluppare la storia di Avengers: Endgame, lo sceneggiatore Christopher Markus aveva un asso nella manica che è stato utilizzato come punto di riferimento. “Avevamo il vantaggio di sapere fin da subito che Infinity War sarebbe terminato con lo schiocco delle dita: in questo modo avremmo potuto sviluppare Endgame con un po’ più di libertà. Non era un seguito diretto di quegli eventi, ma ne mostrava le conseguenze. Non volevamo un film diviso in due parti e mentre sviluppavamo la storia dei due film ci siamo accorti che Endgame possedeva una struttura e delle atmosfere molto diverse”.

Lo sceneggiatore prosegue: “Infinity War era principalmente il film di Thanos. È strutturato attorno al suo arco narrativo e termina con il suo successo. In Endgame torniamo a concentrarci sugli Avengers, sui loro punti di vista e sulle loro emozioni dopo che metà del genere umano è stato spazzato via. Dal punto di vista strutturale Endgame ha un percorso più tortuoso: non mi spingerei a definirlo filosofico, ma a differenza del primo film non è costruito attorno alla minaccia imminente di Thanos e di conseguenza ha più spazio per respirare”.

Dopo aver eliminato metà della popolazione del mondo, Thanos ha portato a termine la propria missione facendo qualcosa di impensabile e questo avrà delle conseguenze per il geniale villain. “Nei limiti del possibile, volevamo dare a Thanos una ragione logica per commettere un genocidio di massa”, afferma Joe Russo. “Ma volevamo che questo avesse anche una risonanza emotiva. Infinity War era strutturato attorno a lui: in un certo senso era l’eroe del film e gli eroi devono affrontare delle prove e fare dei sacrifici per ottenere ciò che desiderano. Quando per ottenere ciò che vuole deve uccidere Gamora, l’unica persona che abbia mai amato, lo spettatore non può fare a meno di soffrire per lui: sa che è una persona cattiva, ma sa anche che per lui è stato incredibilmente difficile uccidere sua figlia. Siamo tristi per lui. È per questo che è un cattivo così riuscito: non crede di essere cattivo”.

In Avengers: Endgame gli Avengers sopravvissuti sono completamente disperati e devono gestire la propria sconfitta. “Thanos ha portato a termine il proprio obiettivo e questa è una delle ragioni per cui non consideriamo Infinity War un film con un finale in sospeso”, afferma Kevin Feige. “Alla fine del film Thanos si trova su un altro pianeta ed è seduto a osservare un panorama talmente idilliaco da essere scioccante. Ha avuto successo ed è soddisfatto. Non credo che sia preoccupato riguardo agli Avengers sopravvissuti e pensa che ormai non possano fare più nulla per contrastarlo”.

“Abbiamo deciso di mantenere vivi determinati personaggi alla fine di Infinity War perché il nostro obiettivo era mostrare gli Avengers originali che affrontavano e gestivano ciò che era appena successo”, aggiunge Trinh Tran. “Gli Avengers originali hanno fatto questo viaggio insieme a noi negli ultimi 10 anni e dunque volevamo esplorare il loro stato mentale dopo le azioni compiute da Thanos”.

All’inizio di Avengers: Endgame, gli Avengers che sono ancora sulla Terra si ritrovano di nuovo insieme per provare a scendere a patti con ciò a cui stanno assistendo. “Gli Avengers non riescono in nessun modo a razionalizzare ciò che è appena successo. Si trovano in una situazione in cui tutte le qualità che li rendevano degli eroi, ossia i loro superpoteri e la loro determinazione, sono completamente inutili. Non possono rimediare in alcun modo”, spiega Christopher Markus. “È una situazione affascinante da cui far partire il nostro film. È il modo più sincero per dare inizio a una nuova storia ed esplorare questi personaggi come mai prima d’ora”.

“Credo che ciascun eroe sopravvissuto gestisca gli eventi alla fine di Infinity War in modo diverso”, precisa Kevin Feige. “Tutti loro sono abituati a gestire traumi diversi, ma nessuno di loro aveva mai vissuto una sconfitta così schiacciante da parte di un singolo antagonista. Dunque devono riunire la squadra rimasta e decidere se c’è qualcosa che possano fare per aiutare il mondo ancora una volta”.

IL CAST: L’ULTIMA BATTAGLIA

Mentre gli Avengers rimanenti si riuniscono al quartier generale, Tony Stark (Robert Downey Jr.) si trova ancora su Titano a gestire altri problemi, tra cui una premonizione di distruzione che incombeva su di lui da molto tempo.

“Tony Stark temeva che potesse verificarsi qualche cataclisma fin dal primo film di Avengers“, afferma Kevin Feige. “In Infinity War soffriva di disturbo da stress post-traumatico. In Age of Ultron voleva costruire un’armatura intorno al mondo, un’intenzione che sfortunatamente lo ha spinto a creare Ultron. Tony Stark è un visionario. Si prepara sempre per il futuro. Vede cose che altre persone non vedono: ha previsto che qualcosa di terribile sarebbe successo e non ha potuto fare nulla per fermare Thanos. È stato un colpo devastante per lui”.

“Dopo tutto ciò che è successo, Tony è ancora su Titano, quindi il suo obiettivo è capire come tornare a casa”, spiega Robert Downey Jr. “L’ultimo vero trauma vissuto da Tony è stata l’apertura del portale in The Avengers. Dunque la sconfitta per mano di Thanos, a causa del quale Peter Parker si è trasformato in cenere fra le sue braccia, è stata un vero pugno nello stomaco per lui. Anche se non è esattamente una persona sdolcinata, voleva un gran bene a questo ragazzino e lo rispettava per via delle sfide che aveva affrontato in Spider-Man: Homecoming e Infinity War“.

Downey aggiunge: “Se una persona ti considera un mentore o un punto di riferimento tu lo diventi quasi automaticamente e questa può essere una cosa positiva, perché ti spinge a diventare una persona migliore. Inizialmente Tony riflette molto sul da farsi e da un certo punto di vista non vuole correre il rischio di provare a cambiare le cose: in fondo è uno dei pochi fortunati che sono sopravvissuti. Ma sente di avere un obbligo morale e vuole trovare una soluzione a tutta questa distruzione”.

“Tony Stark è il personaggio più complesso dell’Universo Cinematografico Marvel”, afferma Joe Russo. “È il personaggio più ricco di difetti e secondo me è questa caratteristica a renderlo così interessante. Tutti noi amiamo personaggi che esprimono la propria umanità attraverso le scelte difficili che tutti noi siamo costretti a compiere”.

Condividendo i propri pensieri sulle riprese di Avengers: Endgame, Downey afferma: “È fondamentale essere a proprio agio nel ruolo, specialmente quando si girano due film uno dopo l’altro. In entrambi i film, mi sono goduto ogni momento. Penso che dopo aver lavorato insieme per tutti questi anni ci sentiamo tutti estremamente fortunati e grati di essere qui e di aver condiviso questa esperienza negli ultimi 10 anni, sostenendoci l’un l’altro in ogni momento”.

Mentre Tony è ancora nello spazio e cerca di trovare un modo per tornare sulla Terra, Steve Rogers (Chris Evans) si trova nel quartier generale degli Avengers, dove sta cercando di scendere a patti con ciò che è successo.

“All’inizio del film vediamo molte persone spezzate”, afferma Chris Evans. “Marvel è bravissima in questo. Ci hanno completamente distrutto, non soltanto letteralmente ma anche moralmente e fisicamente. Steve ha voltato le spalle agli altri Avengers dopo gli eventi vissuti in Civil War, ma dopo lo schiocco di dita di Thanos e la scomparsa di tutte queste persone, sta cercando di ritrovare il proprio ottimismo e riscoprire la propria lealtà nei confronti di un bene superiore: deve farlo perché è l’unico modo per rimanere a galla. Sarebbe molto più facile arrendersi, ma questo non è nella sua natura. Penso che lo sappia, dunque la domanda che si pone è soltanto una: si può continuare a essere un leader anche nelle situazioni peggiori?”

Anthony Russo afferma: “Quando abbiamo iniziato a lavorare con il personaggio di Captain America sapevamo che si trattava di un individuo estremamente tosto. Il suo codice morale è molto forte e bisogna lavorare duramente per trovare il suo lato debole, perciò è stato fantastico poter iniziare questo film in un momento in cui è estremamente vulnerabile”.

“Siamo molto legati al personaggio di Captain America”, aggiunge Joe Russo. “Siamo anche molto legati a Chris come amico e collaboratore. Dunque siamo fieri di poter osservare il viaggio affrontato dal personaggio da un’altra prospettiva: penso che Tony sia uno dei personaggi più complicati dell’Universo Cinematografico Marvel, ma a mio parere Captain America è quello con l’arco narrativo più interessante. Oltre a essere uno dei film più importanti dell’Universo Cinematografico Marvel, The Winter Soldier ha modificato il tono di tutti i film iniziando a sovvertire radicalmente questo universo. In quel film Steve Rogers aveva dovuto mettere in discussione la propria identità e combattere contro il Paese che gli aveva fornito quell’identità. È un tema davvero stratificato e penso che Steve porti con sé la tematica più profonda”.

“Il viaggio di Steve Rogers attraverso l’Universo Cinematografico Marvel è stato davvero meraviglioso”, aggiunge Kevin Feige. “Anni fa ci fu molto scetticismo quando annunciamo la realizzazione di un film su Captain America: molte persone pensavano che sarebbe stato un film diretto soltanto agli americani e incentrato su un personaggio eccessivamente patriottico. Fortunatamente Chris Evans ha accettato il ruolo e si è calato nei panni di quest’icona, esplorando il personaggio e rendendolo sia una nobile figura mitologica sia un personaggio tridimensionale ed estremamente umano”.

Feige prosegue: “Captain America ha diversi momenti memorabili in Infinity War, ma in quel film aveva un ruolo tutto sommato secondario rispetto ad altri personaggi. In Endgame è sempre al centro dell’azione e questo è entusiasmante, dato che molti fan volevano che Cap fosse più presente anche in Infinity War“.

A differenza di Steve Rogers, Thor (Chris Hemsworth) aveva avuto un ruolo memorabile in Infinity War. “Rispetto agli altri personaggi, Thor aveva uno degli archi narrativi migliori nel film precedente: aveva viaggiato fino a Nidavellir e incontrato i Guardiani per la prima volta, tutti momenti estremamente importanti”, afferma la produttrice esecutiva Trinh Tran. “Uno dei momenti più belli mai visti è quello in cui Thor atterra nel Wakanda con Stormbreaker in pugno e Groot e Rocket al suo fianco, pronto a uccidere Thanos. Ha la sua opportunità per farlo ma fallisce: questo ha un effetto tremendo su di lui. È devastato. Sente di aver deluso il proprio popolo. Ha deluso se stesso e non è riuscito a salvare l’universo sconfiggendo Thanos”.

Chris Hemsworth afferma che interpretare questo personaggio nel corso degli anni gli ha permesso di affinare le proprie capacità recitative. “Thor: Ragnarok ha rappresentato il momento più stravagante per Thor, mentre in Infinity War il personaggio era più eroico che mai. All’inizio di Endgame Thor si trova nel suo momento peggiore”, afferma Hemsworth. “È distrutto da ogni punto di vista: mentalmente, emotivamente, fisicamente. È smarrito e incerto. Dunque si tratta di un viaggio decisamente nuovo per lui: mi sembrava di interpretare un personaggio completamente diverso. Mi sono sentito libero come mai prima d’ora perché a questo punto non ci sono più regole. Mi ha offerto l’opportunità di dare il massimo: credo che non sarei riuscito a interpretare questa versione del personaggio due o tre anni fa. È successo in un momento perfetto per quanto riguarda il mio sviluppo sia come essere umano sia come attore. Sono stato in grado di utilizzare alcuni elementi che prima non avevo considerato. È stata un’esperienza grandiosa”.

“Quando abbiamo iniziato a pensare al percorso di Thor in questo nuovo film, abbiamo preso in considerazione la tremenda perdita che aveva subito”, spiega Joe Russo. “Ha perso più cose rispetto agli altri personaggi: Asgard è stata distrutta e ora deve affrontare anche la sconfitta per mano di Thanos. Abbiamo iniziato a chiederci come si sarebbe comportata una persona che aveva subito due sconfitte così devastanti. Sta soffrendo più di chiunque altro. Come avrebbe gestito questa sofferenza? Questa tensione e la luce interiore che brilla ancora dentro di lui crescono nel corso del film in modo davvero entusiasmante. Probabilmente, si tratta della parte migliore del film per Joe e per me”.

Come Chris Hemsworth, anche Scarlett Johansson è riuscita a crescere insieme al proprio personaggio nel corso degli anni, partendo dall’introduzione di Vedova Nera nel film del 2010 Iron Man 2. “Quando abbiamo girato Iron Man 2 non sapevo se i fan e il pubblico avrebbero accettato la mia interpretazione del personaggio”, ricorda Johansson. “Sapevo che saremmo potuti andare in varie direzioni narrative, ma in quel film il personaggio veniva semplicemente introdotto. È stato solo con The Avengers che ho avuto l’opportunità di lavorare su questa caratterizzazione e sviluppare il passato del personaggio nel modo che preferivamo”.

“È molto facile tracciare l’arco narrativo di Vedova Nera da The Winter Soldier a Endgame“, afferma Anthony Russo. “È un personaggio solitario che fatica a fidarsi del prossimo. Captain America non sa se fidarsi di lei oppure no, quindi Vedova Nera non fa parte della famiglia perché ha imparato a contare soltanto su se stessa. Vede il mondo in modo scettico e cinico e pensa che la verità sia relativa. Man mano che cresce nel corso dei vari film, in The Winter Soldier Steve Rogers le insegna alcune cose e lei gliene insegna altre: lentamente, impara a fidarsi degli altri. In quel momento inizia finalmente a capire che gli Avengers sono la sua famiglia. E in Civil War per cercare di proteggere questa famiglia prende una decisione difficile che poi capisce essere quella sbagliata: forse è necessario abbandonare la famiglia per proteggerla. In Endgame vuole riportare indietro tutti gli Avengers, che rappresentano il legame emotivo più intenso che lei abbia mai avuto”.

Per il regista Joe Russo questo personaggio ha sempre contribuito a stabilizzare Steve Rogers e il resto della squadra. “Credo che Natasha sia leggermente diversa dal tipico supereroe: il suo codice morale potrebbe essere difficile da comprendere perché è diverso da quello degli altri personaggi”, spiega Joe Russo. “Capisce che nel mondo esiste un equilibrio tra l’oscurità e la luce e che per mantenere quest’equilibrio bisogna fare dei sacrifici da entrambi i lati. Alcuni degli altri personaggi fanno fatica a mandare giù quest’idea, ma non penso che Vedova Nera debba avere la stessa mentalità di Steve Rogers per lavorare insieme a lui. Vede il mondo in modo diverso e non prende nulla sul personale. Si limita a vedere le cose in modo molto strategico. È semplicemente pragmatica”.

Secondo Johansson la natura metodica del personaggio si addice perfettamente alla struttura del film. “In questo film il mio personaggio ha molti momenti per riflettere”, afferma Johansson. “Il pubblico deve comprendere il ragionamento dietro alle nostre decisioni: è per questo che il film è pieno di momenti significativi che contribuiscono a portare avanti la storia, una cosa che non capita spesso in film di questo genere. È una monumentale impresa di montaggio e narrazione che a mio parere non ha precedenti”.

Secondo Louis D’Esposito la natura clandestina del personaggio è sempre stata interessante. “Vedova Nera è sempre stata un personaggio misterioso: non si capisce mai da che parte stia”, afferma D’Esposito.

“L’interpretazione offerta da Scarlett nel ruolo di Vedova Nera si è evoluta tantissimo rispetto a quando l’abbiamo incontrata per la prima volta in Iron Man 2“, afferma Feige. “In The Avengers Joss è riuscito in modo grandioso a raccontare il suo passato traumatico, la scelta difficile che le era stata imposta nella stanza rossa e le azioni che ha compiuto lavorando come spia e di cui non va molto fiera. In Infinity War la vediamo affrontare cattivi molto più potenti di lei senza arrendersi, una caratteristica che secondo me accomuna tutti gli Avengers. All’inizio di Endgame tutti i personaggi stanno cercando di raccogliere i pezzi e andare avanti dopo aver perso quasi tutto: le prime scene del film seguono il punto di vista di Natasha”.

Per Johansson l’opportunità di rivisitare spesso questo personaggio nel corso degli ultimi 10 anni è stata molto gratificante. “Continuare a interpretare un personaggio che amo così tanto e fare parte dell’Universo Cinematografico Marvel per 11 anni è stata un’opportunità incredibile”, afferma Johansson. “È molto raro avere l’opportunità di esplorare le sfumature di un soggetto nel corso di un lasso di tempo così esteso: da molti punti di vista questo personaggio rispecchia me stessa, la mia crescita personale e le mie sfide. Credo che un’esperienza del genere sia un dono incredibile per un attore. In questo film abbiamo la sensazione di fare qualcosa di straordinario”.

Johansson prosegue: “Durante le riprese ci capitava spesso di guardarci intorno sul set e notare che la squadra originale si era riunita. Abbiamo parlato spesso dell’inizio del viaggio e delle diverse esperienze che abbiamo condiviso insieme. Abbiamo condiviso moltissimi cambiamenti negli ultimi 10 anni, sia nelle nostre carriere sia nelle nostre vite personali. Ogni volta che giriamo un film di Avengers ci sembra di tornare a casa dalla nostra famiglia per le vacanze, ripartendo da dove c’eravamo fermati. Siamo tutti molto legati perché abbiamo trascorso tantissimo tempo insieme e condiviso tantissime esperienze: da molti punti di vista quella dinamica è visibile nel film”.

Le sensazioni espresse da Johansson sono condivise da Mark Ruffalo, che interpreta ancora una volta il ruolo di Bruce Banner. “Onestamente, la cosa che preferisco di questi film è la gente con cui lavoro”, afferma Ruffalo. “Il viaggio fondamentale di un attore rispecchia quello di un vagabondo. È un lavoro fatto di momenti fuggevoli. Sei spesso da solo e non frequenti molte persone. Questa esperienza è stata completamente diversa. Abbiamo costruito una bellissima famiglia insieme. Questo mi commuove davvero. Siamo cresciuti insieme e abbiamo condiviso un’esperienza meravigliosa. Nel corso di questi anni abbiamo avuto dei figli, ci siamo sposati o abbiamo divorziato, ma ogni volta ci ritrovavamo tutti insieme: un gruppo di persone con personalità, background e interessi completamente diversi. Siamo molto simili agli Avengers in questo: siamo molto diversi ma formiamo un bellissimo organismo singolo”.

Ruffalo spiega perché si è divertito così tanto a interpretare il personaggio nel corso degli anni. “Sono diventato un attore perché non volevo fare sempre lo stesso lavoro”, afferma. “Fortunatamente Banner ha avuto una traiettoria piuttosto folle. Le persone cambiano nel corso di 10 anni ed è davvero bello che anche questo personaggio sia cambiato”.

Ruffalo prosegue: “Inoltre è fantastico interpretare un personaggio capace di rendere la scienza interessante agli occhi dei bambini. L’impatto culturale che questi film hanno avuto è davvero meraviglioso. Gli Avengers sono eroi che combattono per il bene. Usano la scienza, usano la ragione e sono dei nerd. È stato grandioso far interessare i giovani a questi argomenti”.

“Il Banner che vediamo in Infinity War è molto diverso da quello che abbiamo visto negli altri film”, afferma Kevin Feige. “È stato interessante perché in un certo senso viene sconfitto due volte. Hulk viene battuto da Thanos all’inizio del film. Poi Banner indossa la Hulkbuster e viene nuovamente sconfitto da Thanos alla fine del film. È interessante vedere il modo in cui gestisce questa sconfitta e si risolleva nel corso di Endgame“.

Avengers: Endgame vede il ritorno di un membro della squadra che non era apparso in Infinity War: il tiratore scelto Occhio di Falco, che ha vissuto una vera e propria trasformazione. L’attore Jeremy Renner descrive la situazione in cui si trova il personaggio all’inizio del film.

“Dopo essere stati sconfitti da Thanos, gli Avengers hanno vissuto dei cambiamenti davvero importanti”, afferma Renner. “Ritroviamo Clint in una grande sequenza di combattimento girata in modo fantastico e ambientata a Tokyo. Vedova Nera incontra Clint in una scena epica ma anche intima, sottile, dolorosa e bellissima. E tostissima. È un modo fantastico e unico per reintrodurre il personaggio. Scoprirete subito cosa è successo a Clint e da quel momento la sua storia proseguirà”.

“Schioccando le dita, Thanos ha cambiato in modo irrevocabile il destino di tutti i nostri personaggi”, afferma Joe Russo. “Volevamo condurre gli spettatori in un luogo spiacevole, spingendoli a chiedersi cosa sarebbe successo a questi personaggi dopo aver vissuto perdite così sconvolgenti. Come avrebbero reagito emotivamente e psicologicamente?”.

Per Renner l’opportunità di interpretare un lato completamente diverso del suo personaggio è stata davvero incredibile. “È stata una cosa davvero entusiasmante che sognavo di fare da molto tempo. Rispetto ai film precedenti ci sono state molte sfide fisiche ed emotive in più. Nel corso del suo viaggio il personaggio ha infranto le regole, è cresciuto e ha creato dei rapporti con gli altri membri della squadra: in questo film il viaggio vissuto finora da Clint si conclude in un modo grandioso”.

Proseguendo, l’attore parla dello stretto e longevo rapporto tra il suo personaggio e Vedova Nera. “Il suo arco narrativo e la sua storia sono profondamente legati a Vedova Nera”, afferma Renner. “In Endgame il loro rapporto continua a diventare più profondo e questo è davvero fantastico, perché il rapporto era iniziato nello stesso modo. Il rapporto tra Occhio di Falco e Vedova Nera è una delle cose più importanti per Clint all’interno della squadra degli Avengers. Clint possiede tantissima umanità perché è un militare e non ha nessun superpotere. Possiede soltanto una volontà molto forte e delle abilità particolari. La forte amicizia con Vedova Nera contribuisce a tenerlo con i piedi per terra: in questo film il loro rapporto verrà finalmente espresso in modo bellissimo”.

James “Rhodey” Rhodes (Don Cheadle) è uno dei membri originali dell’Universo Cinematografico Marvel e ha sempre rivestito un ruolo importante per gli Avengers. Cheadle esprime il proprio apprezzamento nei confronti dell’evoluzione del personaggio nel corso degli anni. “Noi attori non abbiamo sempre l’opportunità di esplorare un personaggio come desideriamo, ma penso che in Endgame vedremo tanti lati diversi di Rhodey”, spiega Cheadle. “In questo film vedrete chiaramente le difficoltà, le sofferenze e tutto ciò che il personaggio ha dovuto affrontare per rimettersi letteralmente in piedi, sia emotivamente sia fisicamente. Tutto ciò crea un arco caratteriale davvero bello che è stato molto divertente da interpretare”.

Un altro personaggio molto amato dell’Universo Cinematografico Marvel è Pepper Potts, l’ancora di salvezza, il cuore e l’anima di Tony Stark, che è apparsa in svariati film nel corso degli anni. Gwyneth Paltrow parla dell’evoluzione vissuta dal personaggio a partire da Iron Man. “Da molti punti di vista io e Pepper abbiamo vissuto un viaggio parallelo molto simile”, afferma Paltrow. “Nel primo Iron Man si trovava in una fase molto diversa della sua vita. Nel corso dei vari film è riuscita a diventare una leader. Da un certo punto di vista sono diventata come lei e lei è diventata come me. Sono molto affezionata a Pepper. È sicuramente il personaggio più longevo che io abbia mai interpretato: mi accompagna da più di 10 anni. La amo davvero molto”.

Un altro aspetto che ha conquistato gli spettatori è la relazione decennale tra Pepper Potts e Tony Stark. “Una delle cose più belle di questi film è il modo in cui la loro relazione si è evoluta da un film all’altro nel corso degli anni”, afferma Anthony Russo. “Hanno vissuto un viaggio incredibile sia come individui sia come coppia. Vederli crescere e cambiare è la cosa più elettrizzante che ci sia per il pubblico. È molto raro che gli spettatori abbiano l’opportunità di assistere a una storia d’amore così completa. Si sono incontrati, hanno gestito le complessità della loro relazione e sono arrivati al punto in cui si trovano in Endgame. Con questi due personaggi siamo riusciti a mettere in scena un arco caratteriale incredibile”.

“Robert è la mia co-star, sia sul set sia nella vita”, afferma Paltrow. “È sempre sorprendente e non sai mai cosa stia per fare. Con lui una giornata di lavoro diventa estremamente divertente e dinamica. Ricordo che nel primo Iron Man abbiamo improvvisato tantissimo. Robert ha praticamente creato il film sul momento. Mi ha insegnato moltissime cose sull’improvvisazione. È una persona davvero unica e brillante. Quando lavori con lui sei sempre sulle spine e questo ti aiuta a mantenere vivo lo spirito creativo”.

“Gwyneth è un patrimonio nazionale della recitazione”, afferma Downey. “Ha interpretato una Pepper estremamente industriosa, intelligente, tosta e premurosa. Pepper incarna il lato migliore di Tony e rende il loro rapporto estremamente credibile e umano”.

“Quando recitano, riescono a fare affidamento sulla speciale alchimia che li lega”, aggiunge Joe Russo. “È uno strumento davvero speciale quando si tratta di creare delle storie significative per gli spettatori. Robert e Gwyneth sono degli attori meravigliosi e quando appaiono insieme sul grande schermo possiedono qualcosa in più”.

Scott Lang (Paul Rudd) ha completamente evitato la devastazione scatenata da Thanos. Paul Rudd spiega come Ant-Man sia riuscito a evitare la furia del cattivo più temibile del mondo Marvel. “Nel periodo in cui si svolgeva Infinity War, Scott Lang si trovava nel Regno Quantico”, spiega Rudd. “Quando riemerge dal Regno Quantico, inizia a scoprire cos’è accaduto e va a cercare Natasha e Captain America per vedere se può aiutarli in qualche modo”.

È la seconda volta che il personaggio appare in un film insieme agli altri Avengers e per l’attore si è trattata di un’esperienza estremamente positiva da tutti i punti di vista. “Il modo in cui Marvel gira i propri film è diverso da qualsiasi altro studio con cui io abbia mai lavorato”, afferma Rudd. “Si sforzano a tutti i costi di rendere i loro film inventivi ed emozionanti. Ci riesco in tanti modi diversi ed è un processo di cui ho imparato a fidarmi. Ora riesco a comprendere un po’ meglio il funzionamento di questa macchina e la mia relazione con lo studio e con Marvel è maturata. È davvero entusiasmante lavorare in questo modo”.

Rudd aggiunge: “Lo stesso discorso può essere applicato al mio rapporto con gli altri Avengers. Quando abbiamo girato Civil War io avevo già girato Ant-Man, ma era la prima volta in cui ero insieme a tutti loro e pensavo ‘Oddio, sono tutti qui’. Durante le riprese di Endgame, invece, non mi sentivo più come qualcuno che si era imbucato a una festa: stavolta mi sembrava di essere uno degli invitati. È stato bello”.

Thanos è riuscito a sconfiggere gli Avengers ma a caro prezzo: per farlo ha dovuto uccidere Gamora e per questo motivo Nebula (Karen Gillan) lo odia ancora di più. Spiegando la situazione del proprio personaggio dopo gli eventi raccontati in Avengers: Infinity War, Gillan afferma: “Nebula ha sempre avuto un rapporto molto burrascoso con Thanos. È un rapporto molto complicato perché suo padre è sempre stato crudele con lei. È un mix di rabbia totale, odio e risentimento… ma allo stesso tempo Nebula vuole accontentarlo e ricevere la sua approvazione. Si trova a dover gestire costantemente questo strano miscuglio di emozioni. Credo che per la maggior parte del tempo sia estremamente combattuta sul da farsi”.

Gillan prosegue: “All’inizio di Endgame, dopo il finale del film precedente, Nebula è ridotta davvero male dal punto di vista emotivo. Aveva appena iniziato a creare un legame con sua sorella, una cosa che desiderava da tutta la vita. Quel rapporto stava finalmente nascendo ma poi sua sorella è stata uccisa da Thanos. Era la sua unica famiglia quindi ora si sente completamente sola, smarrita e indifesa”.

Il personaggio di Nebula è uno dei preferiti da interpretare per Gillan, nonostante l’assenza di capelli e il laborioso processo di trucco. “È incredibilmente soddisfacente riuscire a esplorare tanti lati nascosti di questo personaggio attraverso svariati film e franchise”, afferma Gillan.

“Solitamente un arco narrativo del genere occuperebbe un film solo. Ma la storia di Nebula si dipana attraverso vari film e questo è davvero interessante: il personaggio cambia continuamente e come attrice non mi sembra mai di ripetermi. È come se stessimo imparando qualcosa di nuovo ogni singola volta. All’inizio sembrava un personaggio tosto e gelido, ma poi abbiamo iniziato a esplorare la sua vulnerabilità e il suo desiderio di avere una famiglia”.

Per i fratelli Russo dare a Nebula un ruolo più grande era il passo più logico per proseguire l’evoluzione del personaggio in Endgame. “Quando arriva il momento di parlare del percorso dei personaggi in questi film io, Anthony, Markus e McFeely ci sediamo in una stanza e incolliamo le foto di tutti personaggi su un tabellone. Iniziamo letteralmente a parlare del modo in cui questi personaggi potrebbero potenzialmente entrare in conflitto con l’obiettivo del cattivo. È un processo arduo che solitamente richiede diversi mesi. Ma quando siamo alle prese con un personaggio come Nebula, uno dei figli di Thanos, è impossibile non darle un ruolo fondamentale nella storia primaria o un legame emotivo con essa”.

In risposta alla chiamata di emergenza ricevuta da Nick Fury, Captain Marvel (Brie Larson) fa la sua comparsa nel quartier generale degli Avengers. “Alla fine dei titoli di coda di Infinity War, c’è una scena con Maria Hill e Nick Fury, in cui quest’ultimo fa qualcosa che non gli avevamo mai visto fare: appare spaventato e nervoso quando Maria Hill scompare di fronte ai suoi occhi”, afferma Kevin Feige. “Le persone che conoscono questo universo cinematografico e i fumetti si sono accorte che il simbolo che appariva sul cercapersone di Fury era il logo di Captain Marvel. Il film di Captain Marvel parla proprio di questo. In Captain Marvel raccontiamo il viaggio di questa donna meravigliosa che diventa il personaggio più potente del nostro universo cinematografico”.

I filmmaker hanno dovuto affrontare una grande sfida: includere il personaggio di Captain Marvel nella storia di Avengers: Endgame in un periodo in cui le riprese di Captain Marvel non erano ancora iniziate. “Avevamo già fatto qualcosa di simile introducendo Black Panther e Spider-Man in Civil War“, spiega Stephen McFeely. “Ma in questo caso abbiamo dovuto scrivere il personaggio e girare il nostro film prima delle riprese e dell’uscita di Captain Marvel. Quindi abbiamo dovuto inserirla nella nostra sceneggiatura, assicurandoci allo stesso tempo di lasciare agli sceneggiatori del film a lei dedicato l’opportunità di creare il personaggio e scrivere il suo passato nel modo che preferivano”.

Per Larson, incontrare gli Avengers è stata un’avventura a sé stante. “Mi stavo preparando a girare Captain Marvel e una volta arrivata sul set di Avengers: Endgame ho compreso la portata di ciò che stavo facendo”, afferma Larson. “Continuavo a guardarmi intorno perché non riuscivo a credere di essere nel film. Era il mio primo giorno nell’Universo Cinematografico Marvel ed ero insieme agli Avengers. Stavamo girando una scena tutti insieme. Mi sembrava di far parte della compagnia teatrale più grande del mondo”.

LA REALIZZAZIONE DI ENDGAME: PREPARARE IL PALCOSCENICO

Anche se le riprese si sono parzialmente svolte in numerose location reali, la maggior parte del film è stata girata presso i Pinewood Studios di Atlanta, che sono stati scelti anche come base della produzione.

“Considerando le dimensioni colossali di Infinity War ed Endgame, poter realizzare entrambi i film presso i Pinewood Studios di Atlanta è stata una straordinaria risorsa che ci ha permesso di girare il primo film mentre stavamo già preparando il secondo”, afferma Joe Russo. “Ci ha consentito di lavorare con la stessa squadra e muoverci con facilità da un set all’altro: in questo modo abbiamo avuto la possibilità di girare inquadrature che non eravamo riusciti a filmare o sequenze di cui abbiamo scoperto di aver bisogno soltanto in fase di montaggio. Avere i teatri di posa, le sale di montaggio, gli uffici della produzione e tutta la nostra squadra sotto lo stesso tetto era l’unico modo per girare due film come questi uno dopo l’altro. Non riesco a immaginare un altro modo per riuscirci. I Pinewood Studios di Atlanta sono una struttura fantastica e un partner grandioso per noi”.

Le prime scene di Avengers: Endgame sono state girate però nel Regno Unito nello stesso periodo in cui veniva girato Avengers: Infinity War. Dopo aver ripreso alcune sequenze di Avengers: Infinity War a Edimburgo, la produzione si è spostata a sud per realizzare alcune scene di Avengers: Endgame a St. Abbs, sulla costa meridionale della Scozia, e Durham, in Inghilterra, presso la Cattedrale di Durham.

“La Cattedrale di Durham è una delle cattedrali più spettacolari d’Europa”, afferma Joe Russo. “È meravigliosa. Siamo stati davvero fortunati di riuscire a girare lì perché fornisce alla scena una dimensione incredibile senza bisogno di utilizzare molta CGI: la maggior parte di quello che vedrete sullo schermo è la vera cattedrale. Essere in grado di camminare in una location di queste dimensioni per capire come eseguire e girare la scena è una risorsa inestimabile per un regista: rende il nostro lavoro molto più specifico e fornisce anche un realismo alle interpretazioni, perché gli attori non stavo lavorando di fronte a un green screen. È qualcosa di tangibile”.

Andrew Tremlett, decano della Cattedrale di Durham, parla della storia della cattedrale. “Ci vollero circa trenta o quarant’anni per costruirla: queste cose non accadevano in un giorno”, afferma Tremlett. “La caratteristica straordinaria di Durham è che la struttura principale della cattedrale che vedrete nel film è cambiata molto poco rispetto al periodo della costruzione: tutti i pilastri sono originali e realizzati a mano. Lo stile gotico dell’architettura conferisce alla cattedrale una qualità oscura e minacciosa ma al contempo molto luminosa. La produzione ha illuminato la cattedrale in un modo davvero potente. Tutte le persone che lavorano qui, e anche i nostri figli, hanno detto che aveva un aspetto magnifico”.

L’aspetto della cattedrale è stato arricchito dallo scenografo Charles Wood, che ha costruito muri e strutture all’interno dell’edificio per completare il look del set. “Ci voleva una persona talentuosa come Charles Wood per capire cosa potessimo utilizzare all’interno di uno spazio del genere”, afferma Anthony Russo. “È riuscito a capire quali dettagli architettonici sarebbero stati più fedeli alla mitologia e cosa aggiungere alla struttura già esistente. È un processo molto complicato”.

“Entrare nella cattedrale e cercare di capire come si sarebbe adattata alle esigenze del film è stato un po’ spaventoso”, afferma Wood. “Durham è una cattedrale piuttosto inusuale perché possiede un’atmosfera più monastica che ecclesiastica. Quindi abbiamo cercato di dividere le aree in cui avremmo potuto costruire delle estensioni per il set”.

Wood prosegue: “Le pareti della cattedrale hanno delle rifiniture molto sofisticate, dunque le nostre estensioni dovevano armonizzarsi perfettamente con le decorazioni già esistenti: altrimenti, in uno spazio storico come questo, gli spettatori avrebbero capito subito quali elementi erano stati aggiunti da noi. C’è voluto molto tempo per riuscirci. Volevamo semplicemente dare vita a un ambiente dall’aspetto significativo, scegliendo una gamma cromatica molto tenue. Non volevamo assolutamente rendere questo luogo troppo carico ed eccessivo. Anzi, in realtà stavamo cercando di attenuarlo un po’ dandogli una personalità piacevole. Penso sia una delle cattedrali più belle del mondo ed è stato un vero privilegio poter lavorare in un luogo come questo”.

Il lavoro svolto da Wood sul set era talmente dettagliato che persino le persone che lavoravano nella cattedrale non riuscivano a capire quali elementi fossero stati aggiunti dalla produzione. Wood e la sua squadra hanno svolto alcuni calchi delle pietre dell’edificio e poi si sono recati da un tagliapietre locale per capire quali tecniche venivano usate dai tagliapietre per restaurare la cattedrale. Dunque, quando hanno costituito il set, i calchi si armonizzavano perfettamente con le pietre reali.

“In termini di narrazione e dimensioni, lo scenografo Charles Wood aveva il ruolo più importante di tutti nella nostra squadra”, afferma Joe Russo. “Ha svolto un lavoro spettacolare unendo molteplici location, stili, toni e universi differenti all’interno di un insieme coerente. È riuscito a creare un look che non si era visto spesso in altri film, utilizzando uno straordinario numero di location completamente uniche. È fantastico. È davvero geniale”.

Lo scenografo Charles Wood e la sua squadra hanno trasformato anche un’altra location reale: una strada situata nel centro di Tokyo in cui è stato girato l’intenso ritorno in scena di Occhio di Falco. “Vestito da Ronin, Occhio di Falco sta scatenando il caos in Giappone con la scusa di mantenere l’ordine”, spiega Stephen McFeely.

“È una sequenza aggressiva e questo mi piace perché credo che catturerà l’attenzione del pubblico”, aggiunge Joe Russo. “Abbiamo capito che sarebbe stata una scena molto intensa soltanto dopo aver iniziato a girarla. Penso che la scena rappresenti in modo perfetto il dolore provato da Clint”.

L’intensità della scena è stata arricchita dal nuovo look di Occhio di Falco, che mette in evidenza il suo lato più oscuro. La costumista Judianna Makovsky descrive l’evoluzione di questo nuovo look. “Il costume di Ronin proviene indubbiamente dai fumetti”, afferma Makovsky. “Ho lavorato a stretto contatto con Ryan Meinerding per mantenermi fedele allo spirito originale di Ronin. Tuttavia, il costume originario di questo personaggio non era esattamente facile da indossare quindi è passato attraverso numerose variazioni. Ma il concetto dietro di esso non è mai cambiato, perché si tratta di un’immagine molto specifica che volevamo mantenere a tutti i costi”.

Makovsky aggiunge: “Fra tutti i personaggi del film, Occhio di Falco è quello che cambia maggiormente in termini di personalità e il suo costume riflette questo cambiamento. Diventa un costume molto più semplice con uno stile che ricorda quello di un ninja. Sbuca dal nulla e inizia a combattere, quindi il costume doveva essere molto comodo e riuscirci non è stato facile. La mia squadra è riuscita a costruire il costume in modo brillante”.

“Il lavoro di Judianna mi lascia a bocca aperta”, afferma Anthony Russo. “È una delle persone più talentuose e capaci che io e Joe abbiamo mai incontrato nelle nostre carriere. Questi costumi sono incredibilmente difficili da progettare e costruire. Riesce sempre a trovare il giusto equilibrio, riuscendo a far apparire i costumi fantastici e realistici al tempo stesso. Io e Joe amiamo questo equilibrio e ci sforziamo sempre di trovarlo in questi film. Il design dei costumi è un processo incredibilmente divertente e stimolante”.

L’energia della scena introduttiva di Ronin è stata ulteriormente amplificata dal lavoro di Charles Wood e della sua squadra, che sono riusciti a creare un Giappone dall’aspetto e dalle atmosfere post-apocalittiche. Quando è arrivato sul set per la prima volta il regista Joe Russo è rimasto a bocca aperta. “Charles Wood ha superato se stesso con il design del set, che ha contribuito ad amplificare l’intensità della scena”, afferma Joe Russo. “Il livello dei dettagli è sconvolgente. Non si tratta semplicemente di Tokyo. È la città di Tokyo dopo che la Terra è stata colpita da un gigantesco cataclisma. È una versione unica di Tokyo. È ispirata alla realtà ma si avventura anche nel regno della fantasia. Charles e la sua squadra sono riusciti a comunicare perfettamente quest’idea”.

La sequenza è stata arricchita anche dal casting dell’attore Hiroyuki Sanada, dotato di anni di esperienza nel campo delle arti marziali. “Avere a disposizione uno spadaccino abile come Hiro era un requisito fondamentale per la riuscita della sequenza”, afferma Joe Russo. “Sarebbe stato impossibile raccontare la storia in una sola inquadratura senza un attore in grado di tenere il passo di uno dei più grandi stuntman al mondo. Abbiamo girato per 10 volte la stessa sequenza, in cui Hiro combatteva sotto la pioggia nel bel mezzo della notte per più di un minuto utilizzando numerose coreografie complesse. E continuava a migliorare con ogni nuova ripresa”.

“Joe e io amiamo mettere in evidenza le abilità di ciascun performer”, afferma Anthony Russo. “Quindi anche se amiamo l’azione e trascorriamo parecchio tempo a ideare e costruire l’azione e le emozioni, vogliamo sempre sfruttare al massimo le abilità di ciascun performer. Il nostro lavoro è tirare fuori il meglio da ogni attore, sia per quanto riguarda le emozioni sia per l’azione. E quando arriviamo sul set cerchiamo di utilizzare le abilità degli attori per raccontare la storia, amplificare i conflitti ed emozionare il pubblico. È uno dei requisiti fondamentali per riuscire a girare una scena di questi film”.

Coordinare le calamitanti scene d’azione e le battaglie di Avengers: Endgame non era un’impresa semplice, soprattutto in una storia dotata di una posta in gioco così alta. Questa responsabilità è ricaduta sulle spalle dell’abile Monique Ganderton, che aveva già svolto il ruolo di assistant stunt coordinator in Avengers: Infinity War ed è stata promossa al ruolo di stunt coordinator in Avengers: Endgame dopo che l’abituale collaboratore dell’Universo Cinematografico Marvel, Sam Hargrave, è stato scelto per dirigere le sequenze d’azione di seconda unità del film.

Ganderton è stata incoraggiata dalla reazione dei suoi colleghi. “Sul set i miei colleghi, sia uomini che donne, venivano da me per dirmi che erano davvero felici che il lavoro fosse stato affidato a una donna. Mi hanno fatto sentire fiera di essere lì e poter potenzialmente aprire la strada a tante altre donne. Alcune colleghe mi hanno detto che forse un giorno anche le loro figlie avrebbero potuto svolgere lo stesso lavoro. Ma il fatto di essere una donna che lavora come stunt coordinator passa in secondo piano per me: sto semplicemente svolgendo il mio lavoro”.

“Il nostro rapporto con Monique si è evoluto nel corso di svariati film”, afferma Anthony Russo. “È l’unico modo per imparare a fidarsi dei propri collaboratori. Nel corso del tempo gli obiettivi, la sensibilità creativa e il modo di lavorare iniziano a coincidere. La nostra esperienza con Monique possiede la stessa profondità. È una stunt coordinator davvero brava: si tratta di un lavoro molto difficoltoso perché bisogna gestire tante esigenze diverse”.

Approfondendo, aggiunge: “Devi prendere in considerazione le esigenze del regista e capire come coordinare quelle esigenze con ciò che gli stuntman sono in grado di fare. È un equilibrio molto difficile da raggiungere, perché a volte noi registi tendiamo a immaginare cose impossibili da realizzare nel modo che desideriamo. Monique si mantiene sempre calma e concentrata: in questo modo riesce sempre a realizzare queste idee nel modo migliore”.

RICORDANDO COME TUTTO È INIZIATO: IRON MAN E ROBERT DOWNEY JR.

L’Universo Cinematografico Marvel è cresciuto vertiginosamente raggiungendo dimensioni colossali: attualmente comprende nove franchise che arriveranno a quota 12 nel 2020, ma questo grandissimo successo si può far risalire al primissimo film, Iron Man, e alla sua dinamica star Robert Downey Jr.

“Il casting dei nostri film ci rende sempre molto fieri e la scelta di Robert Downey Jr. è stata probabilmente la decisione di casting più importante che abbiamo mai preso”, afferma il produttore esecutivo Louis D’Esposito. “Oltre a essere un attore straordinario, ha mostrato al mondo la nostra serietà nei confronti degli attori che scegliamo per questi iconici ruoli. Il suo successo nel ruolo ha fatto sì che tanti altri attori grandiosi decidessero di unirsi al nostro universo: se Robert Downey Jr. aveva accettato la parte, anche loro potevano farlo”.

“Non ci sono dubbi a riguardo: senza Robert Downey Jr. l’Universo Cinematografico Marvel non esisterebbe”, dichiara Kevin Feige. “È un dato di fatto. Robert ha dato vita allo studio, stabilendo insieme a Jon Favreau il tono di Iron Man e le caratteristiche del personaggio. Ha combattuto per ottenere il ruolo perché era convinto di poter aggiungere qualcosa, non soltanto al film ma anche al modo in cui avremmo potuto espandere l’universo, un’idea che in quel periodo sembrava ancora un sogno irrealizzabile. È stato in grado di vedere il quadro completo e quello che avremmo potuto offrire al mondo del cinema e agli spettatori, superando e sovvertendo le aspettative legate ai supereroi. Fino alla fine dei tempi, ogni attore che si troverà a interpretare un ruolo iconico dovrà misurarsi con ciò che Robert Downey Jr. è riuscito a fare con Tony Stark”.

I co-protagonisti di Downey spiegano come mai l’attore è considerato l’indiscusso “padrino” dell’Universo Cinematografico Marvel. “Non è difficile avere un ottimo rapporto con Robert Downey Jr. sia sullo schermo sia nella vita”, afferma Chris Evans. “È un tipo affabile e penso che abbia compreso perfettamente la grande responsabilità che accompagna questi film. È riuscito a capire che quando qualcuno di noi trionfa allora trionfiamo tutti. Dunque ha dato il massimo per aiutarci a trovare la nostra strada, non soltanto nei film degli Avengers ma anche nelle nostre franchise individuali. Sentivo di avere il suo appoggio anche quando non era sul set. Le riprese del primo film di Captain America sono state un momento critico per me. Senza il suo sostegno credo che avrei faticato davvero molto. Non appena lo incontri ti accorgi che possiede un’energia straordinaria”.

L’attore prosegue: “È molto serio in quello che fa. Come risultato di ciò nei primi tempi ha preso sotto la sua ala protettiva molte persone che avevano già recitato in altri film ma non avevano mai preso parte a un progetto così colossale, come per esempio Chris Hemsworth e me, per assicurarci che stessimo andando tutti nella stessa direzione. E prima che ce ne accorgessimo, siamo diventati una squadra di canottieri che remavano nella stessa direzione”.

“Robert ci ha aperto la strada come un vero leader e un campione”, afferma Chris Hemsworth. “È sempre stato al nostro fianco per incoraggiarci e consigliarci. Ci osserva sempre, non perde un colpo. È sempre la prima persona a dirti ‘È stato fantastico, funziona davvero bene’. Quando ho iniziato a recitare in questa franchise ricevere la sua approvazione mi ha fatto sentire parte del club. Ma la cosa che mi colpisce di più è che, dopo tutti i successi ottenuti in questi undici anni conserva sempre lo stesso atteggiamento. È una vera e propria dimostrazione della sua umiltà e del suo amore per questa franchise e questi personaggi. È più che consapevole della straordinaria opportunità che gli è stata offerta. Sono davvero grato di aver potuto trascorrere tanto tempo con lui durante la realizzazione di Endgame, sia sul set sia fuori”.

Parlando delle esperienze più belle che ha vissuto in questi undici anni interpretando l’iconico personaggio di Tony Stark, Robert Downey Jr. afferma: “Faccio tesoro delle memorie condivise con i miei colleghi e di tutti i momenti e i giorni che abbiamo trascorso dentro e fuori dal set durante le riprese”, afferma Downey. “Ricordo ancora la sequenza in cui Tony atterra nel bel mezzo del deserto della Sierra orientale dopo essere fuggito dalla grotta. Ero sepolto nella sabbia fino al collo mentre una gigantesca tempesta di stava per raggiungerci. Avevamo solo un paio di minuti per portare a termine questa ripresa e grazie al cielo siamo riusciti a completare la sequenza che è finita nel film”

Aggiunge: “È stato davvero fantastico potersi ispirare alla versione di Tony Stark creata da Stan Lee, che era molto legata alla mia generazione e all’atteggiamento anti-establishment nato in opposizione alla guerra del Vietnam, riuscendo allo stesso tempo a rievocare i miliardari eccentrici del passato come Howard Hughes”.

Come pensiero finale, Downey aggiunge: “I miei valori hanno influenzato il contenuto di questi film e sono stati influenzati a loro volta da esso. Ho cercato di infondere parte delle mie esperienze in questi film. Stiamo parlando di un decennio della mia vita. La vita è effimera ma talvolta un decennio sembra durare una vita”.

ENDGAME: LA FINE È UN NUOVO INIZIO

Per il cast e i filmmaker, partecipare alla realizzazione di Avengers: Endgame è stato un grande viaggio che hanno condiviso insieme: non vedono l’ora che i fan vedano il film. Robert Downey Jr. esprime questo sentimento nel modo migliore dicendo: “Non vedo l’ora che il pubblico lo veda al cinema e si lasci sbalordire. Questo è l’unico film al quale ho partecipato in cui, lo posso garantire, non c’è alcun modo di prevedere cosa sta per succedere”.

Aggiunge: “Amo il cinema perché adoro essere trascinato in un viaggio inaspettato. Adoro essere sorpreso, elettrizzato e deliziato e imparare anche qualcosa su di me. Sono sicuro che questo film offrirà al pubblico tutto questo e anche di più”.

La produttrice esecutiva Trinh Tran aggiunge: “Quando Tony esclama ‘Ogni cosa ci ha condotto a questo momento’, è vero. È la resa dei conti più grande ed epica di tutti i tempi e gli spettatori proveranno una gamma di emozioni estremamente diverse: a questo film non manca nulla”.

“In fin dei conti, una storia deve essere piena di rischi per risultare significativa”, conclude Joe Russo. “Avengers: Endgame è il capitolo finale di un mosaico narrativo senza precedenti che va avanti da undici anni e comprende nove franchise. Gli spettatori devono prepararsi a vivere una conclusione entusiasmante, potente ed emozionante di una delle saghe cinematografiche più di successo nella storia del cinema”.

Avengers: Endgame rappresenta la fine di un viaggio entusiasmante, emozionante e pieno di emozioni, ma cosa riserva il futuro per i fan dell’Universo Cinematografico Marvel?

Il produttore Kevin Feige afferma: “Abbiamo appena concluso il primo decennio di Marvel Studios e vogliamo proseguire sulla stessa linea non soltanto facendo evolvere e crescere i personaggi che abbiamo già introdotto, ma portando sullo schermo nuovi eroi e nuove tipologie di eroi e offrendo un livello di rappresentazione culturale che le persone non hanno mai visto prima. È accaduto in tutti i nostri film e soprattutto con protagonisti come Black Panther e più recentemente Captain Marvel. E questo continuerà anche dopo Avengers: Endgame, cosicché i nostri film possano diventare uno specchio del mondo e dare spazio a tutte le tipologie di eroi che esistono attorno al globo”.

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Avengers: Endgame disponibile in Digitale da mercoledì 14 Agosto 2019 e in DVD da mercoledì 4 Settembre 2019
info: 24/04/2019.

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