Locandina Beautiful Boy (2018) Felix Van Groeningen

Beautiful Boy (2018)

Beautiful Boy
Locandina Beautiful Boy
Beautiful Boy è un film del 2018 prodotto in USA, di genere Biografia e Drammatico diretto da Felix Van Groeningen. Il film dura circa 120 minuti. Il film è tratto da due bestseller firmati da David e Nic Sheff. Il cast include Timothée Chalamet, Maura Tierney, Steve Carrell, Amy Ryan. In Italia, esce al cinema giovedì 13 Giugno 2019 distribuito da 01 Distribution. Disponibile in homevideo in Digitale da giovedì 26 Settembre 2019. Al Box Office italiano ha incassato circa 70885 euro.

Nicolas Sheff ha 18 anni ed è un bravo studente: scrive per il giornale della scuola, recita nello spettacolo teatrale di fine anno e fa parte della squadra di pallanuoto. Ama leggere e possiede una spiccata sensibilità artistica; in autunno andrà al college. Da quando ha 12 anni però, ama sperimentare le droghe; da qualche tempo ha provato la metamfetamina e, come lui stesso dichiara, "Il mondo, da bianco e nero, improvvisamente è diventato in Technicolor". In breve tempo Nic, da semplice adolescente che fa uso sporadico di stupefacenti, si trasforma in un vero e proprio tossicodipendente. Beautiful Boy è la storia, tanto onesta quanto spietata, di una famiglia che accompagna il proprio figlio nella lotta contro l'assuefazione. Basato sull'omonimo bestseller del noto giornalista David Sheff e sull'apprezzata autobiografia di suo figlio Nic, il film descrive il potere distruttivo della droga e la forza rigenerante dell'amore. Angosciante, struggente, ma anche ricco di gioia, di amore e di speranza, Beautiful Boy racconta il baratro in cui Nic sprofonda, le sue assenze, le promesse tradite, la rabbia, e il modo in cui David si adopera per salvare il suo "bellissimo figlio" dalle conseguenze della dipendenza.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 13 Giugno 2019
Uscita in Italia: 13/06/2019
Data di Uscita USA: venerdì 12 Ottobre 2018
Prima Uscita: 12/10/2018 (USA)
Genere: Biografia, Drammatico
Nazione: USA - 2018
Durata: 120 minuti
Formato: Colore
Produzione: Amazon Studios, Big Indie Pictures, Plan B Entertainment
Distribuzione: 01 Distribution
Box Office: USA: 7.019.669 dollari | Italia: 70.885 euro
Soggetto:
Il film è tratto da due bestseller firmati da David e Nic Sheff.
Classificazioni per età: ITA: 18+
In HomeVideo: in Digitale da giovedì 26 Settembre 2019

Cast e personaggi

Regia: Felix Van Groeningen

Cast Artistico e Ruoli:

Immagini

[Schermo Intero]

Note di Regia

Quando, nel 2014, ho letto i libri di memorie scritti rispettivamente da David Sheff, il padre, e da suo figlio Nic, sono rimasto molto colpito, a livello quasi viscerale. Ciò che David e Nic hanno scritto, si basa sulle proprie esperienze personali, fatte di miglioramenti e ricadute, ma anche di gioia, innocenza, e amore. All'inizio, pensano di possedere tutti gli strumenti necessari per gestire la dipendenza di Nic, per "risolverla". In realtà non è così, ma impareranno molto nel corso di questa esperienza. Col passare del tempo, ci sono momenti in cui perdono il controllo, in cui si rendono conto che il problema della tossicodipendenza minaccia di intaccare ogni fibra della loro vita. Avevo già pensato di fare un film in lingua inglese ma nulla mi aveva colpito come la storia della famiglia Sheff. Le dinamiche familiari, l'illusione di poter controllare la situazione, il tempo che passa: questi sono i temi che emergono spesso nei miei film. Avevo già trattato l'argomento dell'uso di stupefacenti, ma le forti emozioni suscitate dalle storia degli Sheff, e il modo in cui la raccontano, mi ha toccato profondamente. Questa famiglia crede nell'amore incondizionato, ma deve accettare che non ci sono risposte semplici, e che la gestione della dipendenza dalla droga è completamente irrazionale. Ero quasi spaventato dalla portata di questa storia, le cui vicende coprono un arco molto lungo, ma ho percepito l'urgenza e la necessità di raccontarla. Per questo, insieme ai soci di Plan B, ho deciso di dedicare vari anni della mia vita, per riuscire a portarla sullo schermo. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato un percorso così strabiliante. Gli Sheff mi hanno aperto le porte della loro vita e sono stati incredibilmente disponibili nei miei confronti, nel corso di questa esperienza. Hanno condiviso con me la loro storia con grande sincerità, rivelando anche le loro paure più recondite e i sentimenti di vergogna. Per me, è stato straordinario entrare nella loro vita e capire quanto siano legati. Nonostante provenga da un contesto molto diverso, quando David e Nic descrivono la loro vita, ne avverto una certa familiarità. Sono cresciuto in una famiglia molto diversa, ma riesco a relazionarmi benissimo all'affetto che esiste fra loro. Sono rimasto conquistato dalla loro bella famiglia, che viene messa alla prova tanto duramente, e dal loro sostegno reciproco. Faccio film perché, in un certo senso, mi obbligano a elaborare le mie esperienze personali e ad affrontare le mie difficoltà. Quando decido di esplorare una storia particolare, e trattare temi come l'elaborazione del passato, della perdita, ecc., imparo moltissime cose: imparo ad affrontare la vita, e quindi ad apprezzarla sempre di più. Ho perso mio padre quando avevo solo 26 anni ma lui continua a vivere in me attraverso i miei film. Questo è anche il motivo per cui sono attratto dalle storie incentrate sul rapporto fra padre e figlio. Attraverso i miei film desidero celebrare la vita. Cerco di comprendere intimamente il tipo di esperienza che compiono i miei personaggi, e mi auguro che l'empatia che provo sia percepita dagli spettatori. Dai libri di David e di Nic ho capito che sia io che la mia famiglia nutrivamo dei pregiudizi rispetto ai tossicodipendenti. Non ci rendevamo conto di come bisogna gestire la dipendenza, dei tanti modi che esistono per aiutare. La loro storia ci ha ispirato a fare un film che, anche se in piccola parte, mi auguro possa dare voce alle tante persone che lottano contro la dipendenza dalla droga. Il nostro obiettivo è mostrare, con semplicità, onestà e anche con una certa crudezza, la complessità di questa malattia. Quando abbiamo ultimato il film e sono tornato in Belgio, sono diventato padre per la prima volta. È incredibile la gioia che si prova nell'amare così tanto un altro essere umano. Spero che questo film aiuti le persone a comprendere che esistono punti di vista diversi, e che possa aprire il loro cuore e la loro mente, così come è successo a me quando ho conosciuto la storia degli Sheff. 

LA PRODUZIONE

Nel 2005, l'apprezzato giornalista David Sheff ha scritto un articolo intitolato "My Addicted Son", pubblicato dal New York Times Magazine. È il doloroso, sincero e indimenticabile racconto, vissuto in prima persona, della battaglia di suo figlio Nic contro la dipendenza dalla metamfetamina, e dell'impegno di un padre, durato quasi dieci anni, per salvare la propria famiglia, composta dalla seconda moglie Karen e da altri due figli più piccoli.

Due anni dopo, il produttore Jeremy Kleiner di Plan B Entertainment è venuto a sapere che Sheff aveva scritto un libro sulla lunga battaglia di Nic, dal titolo Beautiful Boy, mentre lo stesso Nic aveva raccontato la sua terribile esperienza di quegli anni, all'interno di un proprio libro di memorie, dal titolo Tweak: Growing Up on Methamphetamines. Questi due libri, che sono stati pubblicati contemporaneamente, forniscono un resoconto emozionante e complesso, di una famiglia in crisi. Kleiner ha quindi deciso di presentare questi due libri ai suoi soci di Plan B, i produttori Dede Gardner e Brad Pitt, fornendo loro uno scenario alquanto insolito. Ogni libro racconta, a modo suo, una storia di grande impatto, che suscita commozione, ma il valore aggiunto è dato proprio dalla loro combinazione. Avrebbero potuto fare un film che univa entrambe le narrazioni in modo coerente e strutturato? "Tutti e due i testi ci avevano conquistato", dice Gardner. "Abbiamo pensato che riunire, all'interno del film, entrambe le prospettive della stessa storia, sarebbe stato ancora più avvincente".

Per dare vita a una storia basata su un materiale tanto sensibile, i produttori hanno pensato che sarebbe stato necessario affidarsi a uno scrittore non convenzionale e a un regista in grado di dare forma alla storia, unendo i punti di vista di Nic e David. "Ci siamo resi conto che sarebbe stato un film unico nel suo genere, perché basato su due storie che raccontano vari anni della vita di una famiglia", spiega Kleiner. "La storia doveva esprimere il loro dolore, ma essere anche edificante, e in ultimo trasmettere ottimismo, mentre il pubblico assiste ai lunghi anni in cui la famiglia lotta, insieme al proprio figlio, per farlo uscire dal tunnel della droga". Kleiner e Gardner avevano visto un film in lingua fiamminga diretto dal filmmaker belga Felix van Groeningen ed erano rimasti affascinati dal suo stile cinematografico. "Quando abbiamo visto Alabama Monroe – Una storia d'amore, abbiamo percepito l'atmosfera che avrebbe dovuto avere Beautiful Boy", dice Kleiner. "Il nostro film è una storia epica, ma anche straordinariamente intima, in cui la bellezza della vita e le sue difficoltà sono inseparabili, perché parti integranti dell'esperienza umana. Il film di Felix ha una struttura innovativa, quasi indescrivibile, che trascende le regole cinematografiche perché assomiglia in tutto e per tutto alla vita". Alabama Monroe – Una storia d'amore racconta una storia tragica e Gardner afferma: 'Nonostante non sia una visione facile, il mio scopo è che lo spettatore viva questa esperienza insieme ai personaggi'. Questa prospettiva era esattamente ciò che stavamo cercando".

Van Groeningen aveva girato cinque lungometraggi in fiammingo, quando il suo quarto film, Alabama Monroe – Una storia d'amore, che racconta uno struggente dramma familiare, è stato nominato agli Oscar 2014, van Groeningen è diventato un filmmaker di fama internazionale nonché ospite fisso nei festival di tutto il mondo.

Non sorprende quindi che, mentre collezionava premi ed elogi da parte della critica, sia stato subissato di proposte per dirigere il suo primo film in lingua inglese. Nonostante fosse intrigato all'idea di lavorare con star internazionali che ammirava da tanto tempo, e di ampliare il suo pubblico, il regista ha atteso il progetto giusto per fare il suo ingresso a Hollywood. "Ho letto copioni eccellenti, ma non ero sicuro di essere il regista più adatto per quei progetti", racconta. "Non è facile trovare un materiale a cui ci si sente davvero affini, ma a un certo punto ho letto Beautiful Boy. Ovviamente c'era anche il valore aggiunto di avere Plan B a sostegno del progetto, ma la cosa principale è che ho sentito che fosse il film giusto per me".

La vita confortevole degli Sheff nella Contea di Marin era geograficamente e culturalmente lontana dal background del filmmaker, tuttavia il forte legame fra i componenti della famiglia, è l'elemento a cui si è subito relazionato. "Gli Sheff sono una bellissima famiglia", spiega. "Ognuno di loro vuole essere presente per aiutare gli altri. Il desiderio di una famiglia di questo genere, ha sempre avuto una grande importanza nei miei film. È una situazione che mi ha sempre toccato profondamente".

Gardner e Kleiner hanno contattato van Groeningen per la prima volta nel 2014. Quando gli hanno parlato di Beautiful Boy, il regista ha colto molti dei temi a lui cari e già esplorati nei suoi film precedenti: i conflitti familiari, la perdita del controllo, le emozioni profonde, il passaggio del tempo, e una narrazione attraverso le immagini. "L'obiettivo di Felix era prima di tutto trovare un'espressione sincera: non tollera gli artifizi ed è un regista estremamente paziente e delicato, con i suoi attori, il testo, con i tanti modi in cui il tempo e la memoria si fanno strada nella narrazione. La sua tranquilla ferocia riflette il profondo rispetto che nutre nei confronti della storia che sta raccontando", dice Gardner.

Van Groeningen afferma che i libri di Sheff, ricchi di particolari suggestivi, si sono prestati molto bene a venire adattati per lo schermo. "Erano pieni di dettagli interessanti", dice il regista. "Forse perché sia David che Nic amano il cinema, e quando scrivono, descrivono immagini e situazioni in modo cinematografico, come la scena in cui fanno surf. Improvvisamente è buio, c'è la nebbia e David perde di vista suo figlio. Questa è una metafora incredibile di tutto il film. La storia assomiglia a un mito, è universale, e pensavo valesse la pena dedicarle tre o quattro anni della mia vita".

Un'altra cosa che rende i libri unici, dice van Groeningen, è il modo in cui ognuno descrive l'indistruttibile legame fra Nic e suo padre. "Il loro rapporto offre uno spunto molto bello", dice. "E' stato interessante mostrare questo legame speciale, ciò che condividono e ciò che rischiano di perdere. È straziante, specialmente perché è una famiglia piena d'amore, in cui nessuno riesce a capire cosa stia realmente accadendo. "Non è la storia di un'unica persona", continua. "Nic e David sono presenti nello stesso modo, nel corso dell'intera vicenda. Spesso i film sulla tossicodipendenza raccontano di persone che escono dai centri di riabilitazione e ricominciano a vivere. Oppure parlano dell'esperienza della droga, con tutti gli alti e bassi. Non avevo mai visto un film che racconta l'esperienza di un'intera famiglia che vive un vero e proprio calvario. È un argomento duro eppure l'oscurità è contrastata dall'amore per la vita, e i momenti di gioia sono molto intensi".

Gardner afferma che l'errata, seppur comune, convinzione che la tossicodipendenza sia maggiormente diffusa in ambienti poveri e degradati, viene sfatata in Beautiful Boy: "E' un fenomeno molto democratico che non tiene conto dei soldi, dell'amore, dei titoli di studio di una persona ", dice il produttore. "Non conosco nessuno che non abbia avuto a che fare, anche lontanamente, con il problema della droga. È straziante vedere la discesa nel baratro di un ragazzo di buona famiglia, circondato da persone che fanno del proprio meglio per aiutarlo, proprio perché tutto ciò sovverte i pregiudizi relativi alla tossicodipendenza, ed è proprio questo il nostro punto di partenza".

Al posto di cercare le responsabilità della dipendenza di Nic, Beautiful Boy osserva con occhio intimo e sincero, una famiglia alle prese con un fenomeno crescente e devastante. "In passato (ma accade anche oggi), la tossicodipendenza veniva percepita come il risultato di una personalità fallita o la conseguenza di abusi e disfunzioni familiari", dice van Groeningen. "I drogati venivano tenuti a debita distanza. Ma ora sappiamo che può accadere a chiunque, ovunque".

Una coppia di best-seller
David Sheff spiega di non aver mai avuto il progetto di pubblicare il suo libro. Scrivere, inizialmente, era un modo per combattere il caos e l'incertezza in cui la sua vita era piombata, in quel periodo. "Quando non riuscivo a dormire, mi sedevo e mi mettevo a scrivere", ricorda. "Quando ho riletto gli appunti che avevo preso durante quelle notti insonni, mi sono ricordato di quanto sia stato terribile, di quanto dolore abbiamo provato".
Nic ha iniziato a scrivere le sue memorie dopo l'ennesimo fallimento presso un centro di recupero. Quando è stato allontanato da una struttura riabilitativa nel Nuovo Messico, è scomparso e non ha dato notizie di sé per quasi 18 mesi. "Mio padre e io non ci siamo parlati per tanto tempo", dice. "Non mi sono più fatto vivo perché non volevo deludere nessuno. Quando sono riuscito a non drogarmi per sei mesi, abbiamo stabilito di nuovo un contatto. Anche lui in quel periodo ha scritto un libro di memorie. Mi ha chiesto di mandargli il mio libro e lui mi ha inviato il suo".

David è rimasto scioccato nel leggere il libro di suo figlio. "Ho pianto mentre lo leggevo", dice "Pensavo di sapere cosa avesse passato, ma in realtà era peggio di quel che immaginavo". Anche Nic è stato colpito dalla prospettiva di David. Dice di non essersi mai reso conto di quale subbuglio avesse provocato nella sua famiglia. "Per la prima volta ho compreso

la sua esperienza", dice il giovane Sheff. "Ho sempre pensato che se la droga mi avesse ucciso, sarebbe stato un mio problema. In quel momento invece ho capito che la mia situazione toccava ogni aspetto della sua vita. Mio padre aveva sofferto tanto e non ne avevo idea. Allo stesso modo, lui pensava che io non facessi altro che divertirmi, mentre a quel punto ha capito che anche io stavo malissimo".

Padre e figlio sono rimasti entrambi sorpresi nel vedere il consenso nazionale ottenuto dai loro libri, che infatti sono diventati dei best seller. "Nessuno di noi era preparato a questo successo", dice David. "Le persone leggono i nostri libri e li considerano un pugno nello stomaco. Abbiamo raccontato una storia che non era stata ancora mai raccontata. In effetti, non esistevano autobiografie sulla tossicodipendenza narrate dal punto di vista di un ragazzo dell'età di Nic. È così viscerale, così fresca. La mia versione della storia, invece, racconta il travaglio di un'intera famiglia".

La proposta dei filmmaker di adattare entrambi i libri, ha convinto gli Sheff rispetto all'idea di trasformarli in un film. "Sapevo che unire i libri sarebbe stato difficile", dice David. "Se avessero scelto di raccontare la storia da un'unica prospettiva sarebbe stata abbastanza facile. Ma la storia in realtà è composta da due diverse esperienze della stessa vicenda, e questo è proprio ciò che mi piaceva".

David Sheff sottolinea che la tossicodipendenza è spesso fraintesa, perché cela una malattia le cui vittime sono spesso riluttanti a parlare. David spera che Beautiful Boy possa dare il via a un dialogo di cui c'è molto bisogno. "Giudichiamo le loro scelte sbagliate. Giudichiamo le loro famiglie. Giudichiamo noi stessi. Abbiamo stigmatizzato la tossicodipendenza. Il giudizio degli altri è duro e per questo i tossicodipendenti tendono a nascondersi e quindi a isolarsi. Pensiamo sempre che sia qualcosa che può accadere solo agli altri, ma è difficile trovare una famiglia che non abbia avuto a che fare con la dipendenza dalle droghe".

Un equilibrio delicato
Sia Nic che David ammettono di aver provato una certa trepidazione durante lo sviluppo e la lavorazione di Beautiful Boy. Stavano affidando a persone appena conosciute, il racconto dell'esperien

storia venisse in alcun modo banalizzata o falsificata", spiega Nic. "Sono tante le famiglie che affrontano problemi simili. Volevamo garantire che il tema della tossicodipendenza e della guarigione fossero trattati in modo realistico, con tutte le sue sfumature e complessità. Parlando con Jeremy e Dede, abbiamo capito che avevano compreso il materiale e che ci avrebbero protetto, pur preservando tutta la verità della storia. Erano entusiasti all'idea di raccontare bene la storia, evitando qualsiasi sensazionalismo". David concorda: "Era chiaro che si trattava di persone che avrebbero trattato il soggetto e la nostra famiglia in modo degno di assoluta fiducia".

Dopo aver inviato a David e Nic il film Alabama Monroe- Una storia d'amore, i produttori hanno fatto incontrare van Groeningen e la famiglia Sheff proprio all'inizio della lavorazione del film, perché era importante che conoscessero l'uomo che avrebbe raccontato la loro storia. Il regista si è subito guadagnato la loro simpatia. "Ci siamo presi immediatamente", dice il regista. "Ho capito di aver ottenuto la loro fiducia perché avevano visto i miei film precedenti ed erano certi che fossi la persona giusta per raccontare la storia. Tuttavia, nel corso del tempo, abbiamo costruito un legame molto personale". David racconta che dopo aver visto i film precedenti di van Groeningen, ha capito che avrebbero lavorato insieme a un artista. "Ci siamo sentiti onorati che fosse così interessato a fare questo film". Gli Sheff hanno invitato il regista a casa loro, a Inverness, per osservare da vicino la loro vita. "Abbiamo passato insieme diverse ore", dice David. "Ha dormito sul pavimento del bungalow, abbiamo passeggiato sulla spiaggia, siamo usciti insieme, abbiamo cenato insieme e conversato senza sosta. Gli abbiamo mostrato tutte le foto e i video della nostra famiglia e lui ci ha fatto mille domande".

David si è convinto che van Groeningen volesse fare un film che riflettesse in modo autentico le loro esperienze comuni. "Ho percepito la sua passione e il suo impegno a raccontare una storia vera", dice. "Una delle cose che ho apprezzato da subito, è stato il suo desiderio di mostrare l'assuefazione alla droga, in tutta la sua complessità".

Il tempo trascorso con la famiglia Sheff ha permesso a van Groeningen di comprendere a fondo il rapporto fra padre e figlio e di stabilire con loro un forte e duraturo legame. "Nic e David sono stati molto disponibili", dice. "Sono stati onesti, malgrado le loro paure più profonde e l'imbarazzo. Non avevamo l'intenzione di diventare per forza amici,

invece è successo. Siamo rimasti in contatto anche dopo la fine delle riprese. L'anno successivo mi sono trasferito a Los Angeles, e Nic è stato il mio maestro di surf".

Van Groeningen generalmente scrive sceneggiature personali e molto eleganti per i film che dirige, ma stavolta i suoi impegni non gliel'hanno permesso e i produttori volevano iniziare il prima possibile. "Non riusciva a concepire l'idea di girare un film che non fosse stato scritto da lui", dice Gardner, "quindi gli abbiamo chiesto di valutare l'ipotesi di dirigere un film basato su una sceneggiatura altrui, per poi collaborare insieme allo scrittore e apportare tutti i cambiamenti del caso".

Lo sceneggiatore Luke Davies, nominato agli Oscar per il suo lavoro in Lion, ha incontrato i produttori nel 2014 per parlare con loro di come adattare i due libri in un'unica sceneggiatura. Davies ha una storia personale di tossicodipendenza, essendo sopravvissuto a quasi dieci anni di eroina. Ha scritto un romanzo, Candy, che parla di un'intensa storia d'amore fra due drogati, che nel 2006 ha adattato, insieme a Neil Armfield, in un film interpretato da Heath Ledger e Abbie Cornish. "All'inizio non sapevo se tornare a trattare questo tema", dice Davies. "Ma poi mi sono reso conto di non aver mai analizzato il modo in cui miei problemi si siano riversati anche su mio padre. In qualche modo, mi stavo riconciliando con lui e stavo cercando di capire come si fosse sentito durante gli anni della mia tossicodipendenza. Questo pensiero ha cambiato completamente la mia predisposizione verso questo film".

Davies e van Groeningen si sono incontrati per la prima volta nel paese natale di Davies, l'Australia, dove hanno trascorso il tempo a parlare di libri. In seguito, hanno incontrato la Plan B a Los Angeles per riuscire ad amalgamare i punti di vista di Nic e David. Davies racconta: "I libri sono complementari perché mentre Nic vive la sua esperienza distruttiva, suo padre attraversa momenti devastanti. Il problema era unificare questi percorsi a livello emotivo. Non volevamo creare un film non omogeneo che salta da una prospettiva all'altra".

Mescolare i punti di vista di David e Nic non è stato facile ma, dice van Groeningen, è stato sicuramente uno degli aspetti più avvincenti del progetto. "Abbiamo deciso di alternare gli eventi dei personaggi in modo da venire assorbiti, a turno, da ognuna delle loro storie. Concentrarsi completamente su un singolo personaggio alla volta ci fa comprendere pienamente la loro personalità. Ad esempio quando guardiamo Nic, vediamo come e perché ricade nella droga. Dopo aver capito la situazione, la palla rimbalza a David e assistiamo alle ripercussioni di quella situazione sulla sua vita".

Ogni volta che Nic e David attraversano la fase di riabilitazione e ricaduta, cambia la percezione di se stessi e dell'altro. Dice: "I personaggi nel film hanno dovuto trovare il proprio arco narrativo", dice. "Il libro di David è scritto dal punto di vista di una persona che ripercorre gli eventi, mentre il film deve mostrare ciò che accade in quel momento. Era essenziale trovare un equilibrio e una contrapposizione fra le loro vicende personali".

I due filmmaker hanno collaborato per creare un copione che racconta la profonda esperienza emotiva di un padre e di un figlio, senza emettere alcun giudizio nei loro confronti. "Scrivere insieme può essere paragonato a un bellissimo e caotico incontro di wrestling", dice Davies. "Quando arrivavamo a un punto che non funzionava, ripercorrevamo gli eventi in ordine cronologico e ripartivamo dall'inizio. Quando abbiamo avuto l'impressione di aver ottenuto una struttura solida, Felix ha arricchito il copione con il suo punto di vista di regista, portandolo a una degna conclusione".

La sofferenza sperimentata dagli Sheff non è rara in America oggi. Ma al di là di questo, Davies è convinto che la loro storia catturerà chiunque abbia allevato un figlio, persino chi non ha mai avuto esperienze dirette di tossicodipendenza. "Crescere un figlio è una delle tappe fondamentali dell'esperienza umana", dice. "Quando il figlio diventa adulto, il genitore deve lasciarlo andare e fare in modo che il giovane se la cavi da solo. Questa storia è piena di gioia e di ansia e tutti i genitori potranno immedesimarsi."

Il film amplifica e intensifica alcune di queste ansie. Dice lo scrittore: "David si pone domande fondamentali: Sono stato un bravo padre? Riuscirò a proteggere mio figlio contro questi mostri? Perché questo è ciò che sono le forze della dipendenza che attanagliano Nic. In un certo senso, è il dramma di un padre e di un figlio contro un nemico apparentemente imbattibile".

Padre e figlio
I filmmaker si sono subito resi conto che una delle sfide maggiori riguardava la ricerca di due attori di eguale spessore, in grado di gestire la complessità emotive dei ruoli protagonisti del

film. Hanno trovato la soluzione in due attori nominati agli Oscar, due dei performer più versatili di Hollywood. Timothée Chalamet, che interpreta Nic, è andato oltre i suoi primi ruoli più convenzionali di figlio/fratello/fidanzato, per regalare un'interpretazione indimenticabile nel film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome. L'attore possiede una sensibilità, un'intelligenza e una certa sregolatezza che avvicina il pubblico al suo personaggio.

David è interpretato con eguale drammaticità, disperazione e rabbia da Steve Carell, le cui qualità comiche lo hanno reso popolare in film di cassetta quali 40 anni vergine e nella serie "The Office", prima di passare ai ruoli più maturi e prestigiosi di Foxcatcher: Una storia americana e La grande scommessa.

Al momento del casting, van Groeningen ha chiesto a Gardner e a Kleiner, che aveva lavorato con Carell ne La grande scommessa, di offrire all'attore la parte di David. Tutti erano concordi sulla sua scelta. "Il personaggio di David Sheff sembrava perfetto per Steve", dice Kleiner. "David è un padre di famiglia, e Steve incarna questo prototipo. La sua performance nel film è stupefacente. Con poco dialogo riesce a esprimere una straordinaria gamma di emozioni umane".

Carell racconta di aver esitato prima di accettare il ruolo. "La mia paura maggiore nel lavorare in un film sulla tossicodipendenza, era che potesse avere un taglio hollywoodiano e non dire la verità rispetto agli eventi reali", spiega. "Ma il copione è talmente onesto da risultare quasi brutale. Non ci sono buoni o cattivi. Riflette la vita, che tutti noi viviamo".

Quando Carell ha incontrato David Sheff prima di iniziare a girare, temeva che ci sarebbe stato un certo imbarazzo. "Non volevo parlare con lui del film come di un progetto scientifico", dice l'attore. "Ma volevo capire chi è e che cosa ha vissuto. All'apparenza gli Sheff sono una famiglia felice, anche se non perfetta. Tutti hanno le migliori intenzioni, compreso Nic".

Per David, assistere alla realizzazione di un film basato sulla propria vita, è stato un po' disorientante. Vedere Carell assumere la sua identità, è stato ancora più strano. "Steve Carell è un genio comico", dice. "Recentemente è apparso in film drammatici come Foxcatcher: Una storia americana e La grande scommessa, che ho adorato. Mi sono sentito onorato quando ho saputo che avrebbe fatto questo film"

"Steve sa cosa vuole e allo stesso tempo è un collaboratore perfetto per un filmmaker. Questa è la prima volta che ho lavorato in una lingua che non fosse la mia e con una star del cinema. Ero un po' spaventato all'idea, ma Steve è stato molto disponibile".

Carell racconta che prima di incontrare van Groeningen, gli avevano detto che "ha un quoziente intellettivo estremamente alto" e che dopo averlo conosciuto, si è reso conto che questa definizione è totalmente veritiera. "Felix è molto delicato", dice. "Non voleva semplificare le cose ed ero d'accordo. Aveva una visione molto chiara di ciò che voleva fare, specialmente rispetto a David e Nic. Ha cercato in tutti i modi di preservare la veridicità della storia".

Sul set, Carell è rimasto completamente rapito dalle immagini che venivano riprodotte sul monitor dopo ogni scena. "Felix sa come raccontare le storie a livello visivo", dice. "Ha creato immagini davvero bellissime, giocando con le metafore e l'ironia. Non si limita a montare una cinepresa e a registrare il dialogo. Cerca sempre un altro livello, in termini di inquadratura e di illuminazione".

Beautiful Boy pone tante domande importanti, osserva Carell, ma non cerca di rispondere a tutte. "Più di tutto, questa è la storia vera, di un padre e di un figlio che intraprendono un viaggio folle e terribile insieme", dice. "E' la storia di un'emergenza a cui David intende far fronte perché ama profondamente la sua famiglia, in modo viscerale. Vuole prendersi cura di loro. E la vulnerabilità fisica ed emotiva di Timothée riflettono magistralmente questa sensazione di emergenza".

Carell ha incontrato per la prima volta la sua giovane co-star quando hanno letto il copione insieme a van Groeningen. "Quando Timmy è uscito dalla stanza, i presenti si sono guardati e hanno annuito", dice. "Ho sentito subito un legame con lui. È molto aperto ed è un bravissimo ragazzo. Come il suo personaggio. Anche quando tocca il fondo, riusciamo a percepire l'essenza del ragazzo meraviglioso che tutti hanno sempre amato. C'è una luce all'interno di Timmy".

Chalamet si è imposto all'attenzione di Gardner quando questi lo ha visto a teatro a New York. All'età di soli 22 anni, Chalamet è diventato rapidamente uno degli attori protagonisti della sua generazione con ruoli in film prestigiosi fra cui Lady Bird, Interstellar e l'imminente remake di Little Women al fianco di Meryl Streep. "E' un giovane straordinario,

pieno di talento", dice Gardner. "E' un'anima antica. Si ha l'impressione che abbia vissuto tanto nonostante la sua età anagrafica. E penso che lo stesso valga anche per Nic".

E' stata Gardner a suggerire agli altri filmmaker di fare un'audizione a Chalamet per il ruolo. "Lui e Steve hanno letto insieme il copione e ogni battuta è stata perfetta", racconta van Groeningen. "Alla fine non c'erano dubbi. Timothée ha la capacità di incarnare un ragazzo dolce che ha un rapporto speciale con suo padre, ma che diventa un folle drogato di metamfetamina. Timothée è un libro aperto a livello emotivo. Si concede completamente ed è talmente presente e reale, che è impossibile non preoccuparsi per lui".

Nei panni di Nic, il giovane attore riesce a rappresentare sia il "bellissimo ragazzo" che David adora e che vuole proteggere, sia il giovane fuori controllo, senza mai perdere la simpatia del pubblico. "Timothée cattura l'essenza di Nic", dice van Groeningen. "Interpreta il personaggio come qualcuno che amiamo talmente tanto, da essere davvero spaventati per lui. La cosa triste e dolorosa è vedere che è abbastanza lucido da rendersi conto di cosa sta facendo. È intrappolato nella droga e nella situazione in cui è precipitato. Come Nic descrive così bene nel libro, è un ciclo di cui spesso ci si vergogna: ricadi, ti dispiace e quindi assumi ancora più droga; finisci i soldi e quindi rubi; la conseguenza è che devi assumere ancora più droga per dimenticare le cose orribili che hai fatto. Anche Timmy segue esattamente queste tappe".

Chalamet spiega che Tweak, il libro scritto da Nic, è stato la sua "bibbia" durante la lavorazione. "E' un ritratto struggente, doloroso, vivo, in prima persona", dice a proposito del libro. "Ogni frase, ogni momento, descrivono l'esperienza di Nic, cosa vuol dire gestire l'assuefazione dalle droghe. Da quello che capisco, quando ci sei dentro, non sei più te stesso. È come se ci fossero due Nic". L'attore scherzosamente attribuisce al regista dei "superpoteri", perché ha una profonda comprensione delle sfumature del comportamento umano. "Ha l'occhio esperto per queste cose", dice Chalamet. "Era incredibile ricevere ogni volta indicazioni così specifiche prima di girare; ogni scena è concepita nei minimi dettagli e riflette perfettamente la complessità del tira e molla di fiducia, amore e tradimento che caratterizza Beautiful Boy".

Nic racconta di aver incontrato Chalamet prima dell'inizio delle riprese. "Timothée mi ha dato l'impressione di un ragazzo dolce, sensibile e molto ansioso", dice. "Era molto rispettoso e ci teneva a presentarsi bene, aveva tante domande interessanti, specialmente sull'uso della droga".

Chalamet spiega che Tweak, il libro scritto da Nic, è stato la sua "bibbia" durante la lavorazione. "E' un ritratto struggente, doloroso, vivo, in prima persona", dice a proposito del libro. "Ogni frase, ogni momento, descrivono l'esperienza di Nic, cosa vuol dire gestire l'assuefazione dalle droghe. Da quello che capisco, quando ci sei dentro, non sei più te stesso. È come se ci fossero due Nic". L'attore scherzosamente attribuisce al regista dei "superpoteri", perché ha una profonda comprensione delle sfumature del comportamento umano. "Ha l'occhio esperto per queste cose", dice Chalamet. "Era incredibile ricevere ogni volta indicazioni così specifiche prima di girare; ogni scena è concepita nei minimi dettagli e riflette perfettamente la complessità del tira e molla di fiducia, amore e tradimento che caratterizza Beautiful Boy".

Nic racconta di aver incontrato Chalamet prima dell'inizio delle riprese. "Timothée mi ha dato l'impressione di un ragazzo dolce, sensibile e molto ansioso", dice. "Era molto rispettoso e

ci teneva a presentarsi bene, aveva tante domande interessanti, specialmente sull'uso della droga".

Tierney, vincitrice del Golden Globe per il ruolo di Helen Solloway in "The Affair", dichiara di aver apprezzato il modo in cui il copione include un problema così importante e specifico, in una storia più grande e universale. "Credo che l'assuefazione sia legata alla sensazione di essere visti o di sentirsi invisibili", dice. "Queste persone si drogano, così non devono occuparsi di nulla. Inizialmente sembra che Nic abbia solo esagerato un po' e David e

Karen affrontano subito il problema. Ma le cose non sono sempre come desideriamo che siano".

Incontrare Karen Barbour prima delle riprese le ha dato una prospettiva rispetto al personaggio che va al di là di una semplice "matrigna". "Il suo rapporto con Nic è speciale", osserva Tierney. "E' un'artista famosa e amano dipingere e disegnare insieme. Parlano francese e fanno le parole crociate. Aveva e ancora ha, un rapporto molto caldo e affettuoso con lui".

Vicki, la prima moglie di David Sheff e madre naturale di Nic, è interpretata da Amy Ryan. Vicki si è risposata e vive a Los Angeles, dove Nic trascorre le vacanze. La notizia che Nic ha un grave problema di droga, per lei è una doccia fredda. "Come Karen, anche lei è una roccia per Nic, e prende il controllo della situazione quando David non ce la fa a continuare", dice Kleiner. Ryan si è subito immedesimata nel dilemma affrontato da Vicki, David e Karen rispetto alla tossicodipendenza di Nic. In cosa hanno sbagliato? Qual è la soluzione migliore? "Un genitore si chiede sempre se gli sbagli dipendano dal suo comportamento", dice l'attrice che è stata nominata come Migliore Attrice Non Protagonista agli Oscar e ai Golden Globe per la sua performance in Gone Baby Gone. "Tutti e tre questi genitori devono gestire questo problema. A volte hanno idee diverse su cosa è meglio per Nic, ma desiderano tutti aiutare il ragazzo".

Come gli altri attori di Beautiful Boy, Ryan, dopo questa esperienza, ha sviluppato il massimo rispetto per il regista. "Felix di solito sa esattamente ciò che desidera ottenere", dice. "E nelle rare occasioni in cui non è sicuro, lo vediamo rimuginare. Altri registi fanno finta di sapere cosa fare, e si nascondono dietro una posa, un atteggiamento duro. Felix, invece, coinvolge gli attori nel processo di lavorazione. Si cerca di capire e risolvere insieme a lui".

Van Groeningen è un vero autore, dice: "I suoi film sono belli, intensi, poetici. Il modo in cui questi film sono girati, le scene che crea, il modo in cui i personaggi si muovono all'interno del loro mondo, è molto diverso da altri film. Ma c'è una sensazione di speranza che pervade tutti i suoi film".

Ryan è stato felice di ritrovare Carell, con cui ha vissuto una giocosa storia d'amore sullo schermo in "The Office". La prima scena che hanno girato insieme in Beautiful Boy, in realtà, appare solo nella seconda parte del film, ed è quella in cui Nic ha un'overdose e i suoi genitori divorziati ricadono in una dolorosa dinamica familiare.

Kaitlyn Dever interpreta Lauren, un'ex compagna di classe di Nic, anche lei tossicodipendente. Quando si incontrano nel quartiere di Haight-Ashbury, a San Francisco, lui non si droga da 18 mesi e Lauren da quattro. "Si incontrano per puro caso", spiega l'attrice. "Sono giovani e vogliono divertirsi. Hanno già assunto la metamfetamina ma mai eroina, fino a quel momento". Dopo tre settimane in cui mischia alcol, metamfetamina ed eroina, Lauren va in overdose. "In parte è lei la responsabile della ricaduta di Nic", dice Dever, "ma quando sta per morire, Nic trova la forza per cambiare vita".

Dever si è preparata al ruolo guardando documentari sull'uso di metamfetamine e dei suoi effetti sulla vita delle persone. "È stato devastante vedere come la droga distrugge intere famiglie".

Timothy Hutton è stato scritturato nel ruolo di Dr. Brown. Il personaggio di Hutton, un medico specializzato sugli effetti della metamfetamina sul cervello, incarna la summa dei vari professionisti della medicina che David Sheff ha consultato nel corso degli anni. "E' un argomento molto forte", dice l'attore premio Oscar. "Mi ha colpito la profondità emotiva della storia, in particolare il rapporto fra padre e figlio. Non è solo la storia di una tossicodipendenza, bensì di un'intera famiglia che affronta una crisi che ha effetti brutali su ognuno di loro". Andre Royo, che incarna Spencer, lo sponsor di Nic all'interno del gruppo di supporto, spiega come questo ruolo, secondo lui, abbia chiuso il cerchio, dopo la sua performance nella parte di Bubbles, il personaggio da lui recitato in "The Wire". "Bubbles era un tossicodipendente che è riuscito a smettere", spiega l'attore. "Quando ho letto il copione, ho avuto l'impressione che questo nuovo ruolo poteva rappresentare l'evoluzione di Bubbles.

"Questo copione presenta vari strati di verità e realismo", aggiunge Royo, "e racconta l'esperienza di molte persone. Spencer non sa quale impatto avrà su Nic oppure quale aiuto potrà effettivamente dargli. Sa solo quanto sia importante stare vicino a chi ha un problema".

Una splendida musica
Il libro Beautiful Boy spiega il profondo legame che Nic e David stabiliscono anche attraverso la musica, dal rock classic al punk e al grunge; quindi, creare una colonna sonora

eclettica e personale, era fondamentale per van Groeningen. All'inizio, il filmmaker aveva chiamato un compositore per affidargli la creazione della musica originale del film, ma subito dopo si è reso conto che sarebbe stato meglio un approccio meno convenzionale. Su suggerimento del montatore Nico Leunen, il regista ha deciso di costruire una colonna sonora fatta interamente di musica già esistente, che comprende alcune canzoni particolarmente significative per la famiglia Sheff.

"Ho sempre pensato di inserire alcune delle canzoni che Nic e David menzionano nei loro libri", dice van Groeningen. "Il titolo Beautiful Boy si ispira alla nota canzone di John Lennon. Ha un significato speciale per David perché all'inizio della sua carriera aveva intervistato Lennon".

David Sheff ammette di essere "un po' ossessionato" dalla musica, specialmente perché viene utilizzata nel film. "Questa musica è straordinaria", dice. "La canzone di Lennon viene inserita in un modo molto bello e sottile. Steve canta per il suo bellissimo figlio e a un certo punto lascia il posto alla voce di John Lennon, ed è un momento meraviglioso e struggente".

Una delle scene preferite di David è quella in cui lui e Nic sono in macchina e ascoltano la canzone dei Nirvana Territorial Pissing. "Nic è cresciuto con i Nirvana ed è stata la prima volta che ha educato me rispetto alla musica", ricorda. "In quella scena, Timmy si scatena mentre ascolta la musica che gli piace, e Steve lo guarda con affetto. È un momento bellissimo e la canzone trasmette una grande potenza: esprime tutta la rabbia e la forza che Nic ha dentro si sé".

Trovare le canzoni giuste, ottenere i diritti per poterle usare nel film, inserirle nelle scene con la giusta lunghezza, e amalgamarle alla trama, è stata un'impresa gigantesca ma, spiega il regista, per lui non era possibile immaginare il film senza questa musica. "Alcune di queste canzoni sono quelle che David non riusciva più ad ascoltare", dice van Groeningen. "Nel suo libro infatti avverte i genitori dei ragazzi drogati, di non ascoltare questi brani, perché fanno piangere".

Oltre a icone rock come Lennon e Neil Young, la colonna sonora presenta alcuni brani alternativi fra cui gli eterei rocker d'avanguardia islandesi Sigur Rós. "Mi piaceva la varietà delle canzoni che abbiamo selezionato perché David e Nic hanno gusti eclettici", spiega iregista. "Il brano di Sigur Rós Svefn-g-englar funziona benissimo. È musica indie pop malinconica e sognante. Il picco musicale sottolinea il momento in cui Nic si buca e ci rendiamo conto che ha ricominciato alla grande, che è proprio il contrario di quello che vorremmo vedere. La musica non ti prepara a ciò che sta succedendo e proprio per questo fa ancora più male".

Dietro la macchina da presa
Per la sua prima produzione americana, van Groeningen ha voluto con sé due collaboratori di lunga data. Il direttore della fotografia Ruben Impens ha curato la fotografia dei cinque film precedenti del regista, compresi i premiati Alabama Monroe – Una storia d'amore e Belgica. Anche per il montatore Nico Leunen questa è la quinta collaborazione con van Groeningen.

Impens e Leunen sono stati a disposizione del regista ancora prima dell'inizio della produzione, e hanno assistito alle due settimane di prove con van Groeningen e gli attori. "So che di solito negli Stati Uniti gli attori non provano, ma per me è molto importante", dice il regista. "Voglio avere tempo per esplorare le cose con gli attori mentre iniziamo a conoscerci. Mi piace provare cose diverse perché quando iniziamo a girare, il tempo corre ed è più difficile sperimentare. Avere il tempo di 'giocare' prima delle riprese, è cruciale".

Con Impens, van Groeningen decide le scene ancora prima di arrivare sul set. Qualche volta il direttore della fotografia filma persino le prove, in modo che il regista possa valutare una scena prima di ultimarla. In ogni film che lui e Impens hanno fatto insieme, dice van Groeningen, il direttore della fotografia è stato una parte essenziale del processo, a ogni livello. "Non è solo una questione di inquadratura: per noi sono importanti anche la storia, i personaggi, l'atmosfera e i luoghi" spiega il regista.

La manipolazione del tempo caratterizza lo stile di van Groeningen. Ma nonostante Beautiful Boy mostri numerosi flashback dei tempi felici in cui Nic ancora non si drogava, la narrazione è molto più diretta rispetto ad alcuni dei suoi film precedenti. "Abbiamo giocato con il tempo per catturare l'attenzione del pubblico prima di lanciarci nella storia vera e propria", spiega. "Usiamo i flashback per mostrare quello che la famiglia ha perso o sta per perdere".

Per Leunen, è un dato di fatto che un film di van Groeningen segua un percorso non strettamente lineare. "Prendiamo la storia, la demoliamo, e poi la rimettiamo insieme come se il girato fosse composto solo da elementi grezzi", spiega Leunen. "Abbiamo lavorato in questo modo sin dal nostro primo film. So che alla fine tutto si ricompone".

Il modo in cui la storia di Beautiful Boy è strutturata, dice Leunen, riflette il modo in cui funziona la memoria. "A ogni bivio della vita, ci chiediamo, come sono arrivato qui? È una riflessione naturale, quindi il pubblico comprenderà questo tipo di storia. Il segreto per farla funzionare è che l'alternanza fra scene passate e presenti, seguano una logica emotiva. La sfida più grande è stata trovare l'equilibrio fra i personaggi di David e di Nic. Il film racconta la loro storia e quindi questo equilibrio era molto importante".

Un messaggio di speranza
Ciò che differenzia questo film è il suo punto di vista. "Sembra una finestra nella malattia della tossicodipendenza, come non avevamo mai visto prima", dice Kleiner. "La dipendenza non discrimina nessuno. Siamo stati abituati ad associare la droga a uno status sociale e a un fallimento morale. In realtà l'assuefazione è una malattia radicata in circostanze non morali, ma parlarne in questo modo nella nostra cultura, è un tabù. Se la consideriamo una malattia, non può creare vergogna".

"Inoltre, la maggior parte dei film che parlano di droga, lo fanno dal punto di vista del drogato", aggiunge il produttore. "La prospettiva di un padre che cerca di tenere unita la propria famiglia, è una cosa nuova".

Complessivamente, i libri Beautiful Boy e Tweak coprono un periodo di circa 8 anni, che comprende visite in sette centri di cura e ben tredici ricadute per Nic Sheff. Mentre i libri descrivono, senza esitazioni, l'incertezza e la sofferenza che tante famiglie devono sopportare, forniscono anche un ritratto compassionevole e ottimista di un padre e di un figlio legati da un amore che trascende i loro problemi. Il film Beautiful Boy, dicono i filmmaker, sceglie di concentrarsi su questo amore.

"La tossicodipendenza è nel DNA del film", dice Kleiner. "Ma ciò che ci coinvolge è questo rapporto affettuoso seppur conflittuale, tra padre e figlio. La storia è struggente ma è anche edificante e ricca di speranza. Presenta un ideale di genitore che non si arrende di fronte alle difficoltà. Nel ruolo di David, Steve Carell incarna il genitore che tutti vorremmo essere. È

facile amare quando le cose vanno bene. È molto difficile farlo, invece, quando un figlio è alle prese con la droga".

Nic Sheff, che continua a scrivere, è anche un sostenitore delle famiglie che lottano contro la tossicodipendenza e dice che anche se Beautiful Boy è molto fedele ai racconti suoi e di suo padre, fornisce una prospettiva nuova della loro esperienza. "Guardando il film ho avuto l'occasione di rivivere il mio passato e gli eventi in un modo nuovo", dice. "Plan B, Amazon e Felix hanno dato a me e alla mia famiglia un'incredibile occasione di ripercorrere la nostra esperienza. Oltre ad apprezzare il film come un'opera d'arte, mi ha fatto sentire grato di essere vivo e vegeto. "E' stato sorprendente vedere come sia riuscito a essere veritiero e realistico", aggiunge. "Non c'è mai qualcuno che si droga perché si diverte. La droga viene dal dolore ed è importante mostrare questa cosa. Spero che la gente capisca i sentimenti che mi hanno guidato in quel periodo e che hanno spinto tanti altri a fare uso di droghe. Spero che la gente che si droga capisca di non essere sola e che c'è una via d'uscita".
David Sheff è diventato inoltre un attivista, e ha cercato di educare la gente sulla malattia della tossicodipendenza, la cura e la guarigione. "Almeno 150 persone muoiono ogni giorno per overdose", dice. "L'unico modo in cui possiamo superare questo problema è riconoscere che si tratta di una malattia. Molti ancora pensano che la tossicodipendenza sia una scelta. Ma nessuno sceglie di essere drogato".

Quando si reca nelle scuole, nelle comunità e negli ospedali, David ascolta innumerevoli storie di persone i cui figli non ce l'hanno fatta. "E' accaduto che a un ragazzo siano stati prescritti farmaci oppiacei come il Vicodin o l'OxyContin, quando si rompe una gamba", racconta. "In seguito ha iniziato a usare eroina ed è morto di overdose. Quando ho visto il film, ho pensato ogni secondo alla fortuna di avere ancora mio figlio".

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info: 13/06/2019.

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