Locandina Bombshell

Bombshell (2019)

Bombshell
Locandina Bombshell
Bombshell è un film del 2019 prodotto in USA, di genere Biografico e Drammatico diretto da Jay Roach. Il film dura circa 109 minuti. Il cast include Charlize Theron, Nicole Kidman, Margot Robbie, John Lithgow, Allison Janney, Malcom McDowell, Kate McKinnon, Connie Britton, Liv Hewson, Brigette Lundy-Paine, Rob Delaney, Mark Duplass. In Italia, esce al cinema mercoledì 1 Luglio 2020 distribuito da 01 Distribution. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 15 Luglio 2020, in Digitale da venerdì 12 Giugno 2020.

Con il Premio Oscar Charlize Theron, il Premio Oscar Nicole Kidman, il candidato al Premio Oscar John Lithgow e la candidata al Premio Oscar Margot Robbie, Bombshell, ispirato a una storia vera, mostra dall’interno il più potente e controverso impero televisivo di tutti i tempi e la vicenda delle donne che hanno distrutto l’uomo che lo creò. Diretto dal vincitore di Emmy Award Jay Roach e scritto dal Premio Oscar Charles Randolph.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 1 Luglio 2020
Uscita in Italia: 17/04/2020 (Prime Video)
Data di Uscita USA: venerdì 20 Dicembre 2019
Prima Uscita: 20/12/2019 (USA)
Genere: Biografico, Drammatico
Nazione: USA - 2019
Durata: 109 minuti
Formato: Colore
Produzione: BRON Studios, Denver and Delilah Productions, Lionsgate, Creative Wealth Media (in associazione con), Annapurna Pictures (in associazione con)
Distribuzione: 01 Distribution
Box Office: USA: 29.294.908 dollari
In HomeVideo: in Digitale da venerdì 12 Giugno 2020 e in DVD da mercoledì 15 Luglio 2020 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: Jay Roach

Cast Artistico e Ruoli:
foto Charlize Theron

Charlize Theron

Megyn Kelly
foto Nicole Kidman

Nicole Kidman

Gretchen Carlson
foto Margot Robbie

Margot Robbie

Kayla Pospisll
foto John Lithgow

John Lithgow

Roger Ailes
foto Allison Janney

Allison Janney

Seusan Estrich
foto Malcom McDowell

Malcom McDowell

Ruper Murdoch
foto Kate McKinnon

Kate McKinnon

Jess Carr
foto Connie Britton

Connie Britton

Beth Ailer
foto Liv Hewson

Liv Hewson

Lily Balin
foto Rob Delaney

Rob Delaney

Gil Norman
foto Mark Duplass

Mark Duplass

Doug Brunt
foto Stephen Root

Stephen Root

Neil Mullin
foto Robin Weigert

Robin Weigert

Nancy Smith
foto Amy Landecker

Amy Landecker

Dianne Brandi
foto Mark Moses

Mark Moses

Bill Shine
foto Nazanin Boniadi

Nazanin Boniadi

Rudi Bakhtiar
foto Ben Lawson

Ben Lawson

Lachlan Murdoch
foto Josh Lawson

Josh Lawson

James Murdoch
foto Alanna Ubach

Alanna Ubach

Giudice Jeanine Pirro
foto Andy Buckley

Andy Buckley

Gerson Zweifach
foto Brooke Smith

Brooke Smith

Irena Briganti
foto Bree Condon

Bree Condon

Kimberly Guilfoyle
foto London Fuller

London Fuller

Yardley Brunt
foto Sedona Fuller

Sedona Fuller

Yardley Brunt
foto Kevin Dorff

Kevin Dorff

Bill O'reilly
foto Richard Kind

Richard Kind

Rudy Giuliani
foto Michael Buie

Michael Buie

Bret Baler
foto Marc Evan Jackson

Marc Evan Jackson

Chris Wallace
foto Anne Ramsey

Anne Ramsey

Greta Van Susteren
foto Jennifer Morrison

Jennifer Morrison

Juliet Huddy
foto Ashley Greene

Ashley Greene

Abby Huntsman
foto Ahna O'Reilly

Ahna O'Reilly

Julie Roginsky
foto Lisa Canning

Lisa Canning

Harris Faulkner
foto Elisabeth Röhm

Elisabeth Röhm

Martha MacCallum
foto Alice Eve

Alice Eve

Ainsley Earhaardt
foto Rachael Drummond

Rachael Drummond

Moglie di Gerson
foto P.J. Byrne

P.J. Byrne

Neil Cavuto
foto Spencer Garrett

Spencer Garrett

Sean Hannity
foto Mandy Fabian

Mandy Fabian

Produttore Fox and Friends
foto Tony Plana

Tony Plana

Geraldo Rivera
foto John Rothman

John Rothman

Martin Hyman
foto John Hartmann

John Hartmann

Intervistatore
foto Deb Hiett

Deb Hiett

Intervistatrice
foto Tricia Helfer

Tricia Helfer

Allsyn Camerota
foto Marla Garlin

Marla Garlin

Persona del guardaroba
foto Lennon Parham

Lennon Parham

Impiegato di Beth
foto Trevor Guttmann

Trevor Guttmann

Yates Brunt
foto Eric Winzenried

Eric Winzenried

Direttore di Gretchen
foto Scott Roe

Scott Roe

Autista di Megyn
foto Brad Morris

Brad Morris

Factor EP
foto Ross Mackenzie

Ross Mackenzie

Produttore Hannity POD
foto Scott Beehner

Scott Beehner

Reporter Convention Washington Post
foto Ben Harris

Ben Harris

Reporter Convention MSNBC
foto Megan Grano

Megan Grano

Reporter Convention ABC
foto Todd Aaron Brotze

Todd Aaron Brotze

Uomo ben vestito
foto B.J. Bales

B.J. Bales

Dàrryl
foto Jon Gabrus

Jon Gabrus

Uomo del suono
foto Allan Havey

Allan Havey

Giocatore vittorioso
foto Allan Graf

Allan Graf

Autista di Roger
foto Faryn Einhorn

Faryn Einhorn

Assistente di Susan
foto Lawrence Dodson

Lawrence Dodson

Fotografo Hoodie
foto Joh L. Atkins

Joh L. Atkins

Andy Lack
foto Daniel Prok

Daniel Prok

Agente di Megyn
foto Savannah Judy

Savannah Judy

Figlia di Gretchen
foto Luke Judy

Luke Judy

Figlio di Gretchen



Voci italiane (doppiatori):
Chiara Colizzi (Gretchen), Roberta Pellini (Megyn), Domitilla D'Amico (Kayla), Franco Zucca (Roger), Chiara Gioncardi (Jess), Riccardo Rossi (Doug), Rodolfo Bianchi (Rupert), Alessio Cigliano (Gil), Emanuela Baroni (Susan), Laura Boccanera (Jeanine)

Recensioni redazione

Bombshell, recensione del film con Charlize Theron
Bombshell, recensione del film con Charlize Theron
Matilde Capozio, voto 6/10
Arriva su Amazon Prime Video il film con Nicole Kidman, Charlize Theron e Margot Robbie, ispirato alla vera storia degli scandali nella rete televisiva Fox News.

Immagini

[Schermo Intero]

LA PRODUZIONE

Nessuno si era accorto che qualcosa stava per accadere. Nessuno aveva previsto che il primo atto di quel movimento che avrebbe attirato l’attenzione mondiale sulla lunga storia di abusi sui posti lavoro sarebbe arrivato dal luogo meno probabile: dall’interno di quel network profondamente conservatore e fedele al governo che era Fox News. E come il mondo avrebbe presto scoperto, non si trattava di una questione di destra, sinistra o centro, ma di riparare a una lunga eredità di torti.

La miccia è stata accesa con coraggio nell’estate del 2016 da Gretchen Carlson, un tempo leale e vivace co-conduttrice dell’influente programma “Fox & Friends”. Quando, subito dopo il suo licenziamento, Carlson sfida il capo di Fox News, Roger Ailes, con una causa per molestie sessuali, in molti pensavano che ne sarebbe rimasta schiacciata. Dopo tutto, Ailes era l’intoccabile padrone del mondo dei media, pronto a usare la sua influenza e le sue risorse per sconfiggere qualsiasi avversario.

Invece, quello che è successo dopo, ha avuto ripercussioni in tutto il mondo.

In soli 16 giorni di fuoco, Ailes è stato il protagonista di una delle più eclatanti e rovinose cadute dai piani alti di una grande azienda, incapace di resistere alla forza delle tante donne che si sono fatte avanti con le loro storie, tra le quali Megyn Kelly, la giornalista star della Fox News.

Ma la questione non riguardava solo le donne della Fox. Quello che è successo in quelle due settimane – quando Gretchen Carlson, Megyn Kelly e le donne della Fox hanno lanciato il segnale della necessità di un cambiamento culturale – è diventato il segno precursore di un movimento distintivo della nostra epoca. Appena un anno dopo, nell’ottobre del 2017, il New York Times avrebbe raccontato le tante accuse contro un gigante del mondo dello spettacolo, Harvey Weinstein; una vicenda che avrebbe acceso gli animi e trasformato il pre-esistente e piccolo movimento del #MeToo, in un fenomeno globale di massa. In quel momento è apparso chiaro che il codice del silenzio che vigeva in molti luoghi di lavoro sarebbe stato spazzato via in ogni settore.

Il significato più profondamente culturale della vicenda è quello che ha intrigato maggiormente i tre produttori di Bombshell: Jay Roach, vincitore di un Emmy® (Game Change, Miglior regia per un film/miniserie del 2008; L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo), che ne è anche il regista; il premio Oscar® Charles Randolph (La grande scommessa, Miglior sceneggiatura non originale del 2015), che ha scritto la sceneggiatura; e il premio Oscar® Charlize Theron (Monster, Miglior attrice, 2003), che è anche l’interprete di Megyn Kelly.

Roach, Randolph e Theron, coscienti delle divisioni politiche, hanno condiviso l’obiettivo di non lasciare che la politica oscurasse il vero messaggio della storia. Theron spiega: “Questa storia è sulla violazione dei diritti delle persone, e questo non può essere di parte. Il messaggio di fondo è che dovremmo essere tutti liberi di avere delle ambizioni, di dedicarci alle cose in cui crediamo e di fare il nostro lavoro in un ambiente sicuro. Si possono avere divergenze, e se ne può discutere, su quale sia il modo giusto di comportarsi nel mondo delle news. Ma nessuno dovrebbe essere messo nella posizione di sentire che i propri obiettivi possono sfumare se si dice la verità su qualcuno che ha potere. Questo non dovrebbe accadere. A nessuno”.

Per Theron la decisione di interpretare Kelly è stata difficile, ha dovuto andare oltre alcuni degli aspetti più controversi di Megyn. Alla fine ha dovuto accettare la necessità di interpretare un personaggio con cui non è in sintonia e che a volte la fa arrabbiare, pur di portare questa storia alla ribalta. Questa storia lo meritava, perché si trattava di qualcosa di reale e importante.
Theron è affiancata da altri tre interpreti talentuosi e pluripremiati, ognuno dei quali capaci di portare sullo schermo personaggi fuori dall’ordinario e istantaneamente riconoscibili, e in grado di garantire grande complessità emotiva: il premio Oscar® Nicole Kidman (The Hours, miglior attrice, 2002) nei panni di Gretchen Carlson; il candidato agli Oscar® John Lithgow (Voglia di tenerezza, miglior attore non protagonista, 1983) nel ruolo di Roger Ailes; e la candidata Oscar® Margot Robbie (Tonya, miglior attrice 2017) nel personaggio di finzione Kayla Pospisil.
Questi quattro grandi attori guidano un cast eccezionale, capace di dar corpo a un’ampia gamma di sfumature umane con personaggi che rappresentano molti punti di vista, tra cui Allison Janney, Malcolm McDowell, Kate McKinnon, Connie Britton, Liv Hewson, Brigette Lundy-Paine, Rob Delaney, Mark Duplass, Stephen Root, Nazanin Boniadi, Alanna Ubach, Bree Condon, Brooke Smith, Michael Buie, Ashley Greene, Elisabeth Röhm, Alice Eve, e Spencer Garrett.
A portare gli spettatori dentro il mondo di Fox News è un team guidato dal direttore della fotografia candidato agli Oscar® Barry Ackroyd BSC (The Hurt Locker, miglior fotografia, 2009; La grande scommessa, Captain Phillips – Attacco in mare aperto), noto per il suo stile cinetico di cinema-verità; lo scenografo Mark Ricker (La vera storia di Dalton Trumbo, The Help); il responsabile del montaggio Jon Poll (The Greatest Showman), la costumista quattro volte premio Oscar® Colleen Atwood (Animali fantastici e dove trovarli, 2016; Alice in Wonderland, 2010) e il compositore Theodore Shapiro (Last Christmas). Il truccatore premio Oscar® Kazu Hiro (L’ora più buia, miglior trucco, 2017) ha portato un contributo unico al film, lavorando sui volti degli attori con protesi straordinarie, che lasciano inalterata l’espressività facciale degli interpreti.

IL SEGNALE DI INIZIO: COME È NATO BOMBSHELL

Charlize Theron ha deciso di produrre il film nel momento stesso in cui ha finito la lettura della sceneggiatura. Leggendola, si è resa conto che Randolph, che aveva già rivoluzionato il genere cinematografico sul mondo degli affari con La grande scommessa, lo aveva fatto di nuovo con Bombshell, trasformando un evento scabroso, che è diventato uno spartiacque dei nostri tempi, in un dramma umano intenso e incisivo.

“Decidere di produrre il film era scontato”, afferma Theron. “La sceneggiatura di Charles era grandiosa. C’è dietro un impressionante lavoro di documentazione e ha raccontato in una prospettiva molto ampia come si è generato il cambiamento. Ci aspettavamo qualcosa di grande ma ha superato ogni nostra aspettativa. Io soprattutto, ero molto colpita dal fatto che fosse stato un uomo a scrivere questa storia, era la prova che è un argomento che riguarda davvero tutti”.

Nonostante gli eventi siano ambientati nel ventre di un canale Tv di una parte politica, la storia non è sulla politica. Insiste invece su qualcosa di più profondo: le ragioni per le quali persone molto diverse tra loro scelgono di battersi contro un potere che sembra essere più grande di loro. Theron è sempre stata attratta da pellicole con personaggi difficili e situazioni complicate. Nel 2005, ha recitato in North Country-Storia di Josey, la storia del primo vero caso di causa contro le molestie sessuali negli USA. Eppure, la storia di come le donne di Fox News siano riuscite a travolgere il loro capo che sembrava invincibile, riesce ad andare oltre. Mostra come tre donne molto competitive, che avrebbero potuto rivoltarsi una contro l’altra, decidano invece di unirsi contro un sistema di potere.

A colpire positivamente Theron è stato anche come Randolph ha raccontato quello a cui sono dovute andare incontro le donne della Fox: i tentativi estenuanti di deviare l’attenzione dalla questione, così come la capacità di ognuna di loro di sviluppare le proprie strategie per far fronte, giorno dopo giorno, a ogni avversità, in una situazione di abuso come quella. La storia si svolge in un contesto ad alta tensione come quello di una rete di news, e si allarga al tema più generale dell’immagine pubblica e del potere dei media, ma punta il dito contro un fenomeno più ampio. Andava al centro della questione, ha sentito Theron, che era quel “Adesso basta”.

“Ho pensato – racconta Theron – fosse importante tornare sulla storia di queste donne che ci buttano dentro questo movimento che continua a crescere. È stata una delle prime cause di questo genere, contro le molestie sessuali sul posto di lavoro. È stato un anno prima che venisse fuori la vicenda di Harvey Weinstein, questa storia ne è stata il precursore. Charles gli ha dato vita con un racconto che suscita indignazione, che emoziona, ma ti fa anche ridere su alcune assurdità. Ci ho visto una vicenda umana complessa e sviluppata molto bene”.

Theron non era altrettanto convinta della scelta di interpretare Megyn Kelly. Alle prese con questa decisione, ha mandato la sceneggiatura al suo buon amico Jay Roach, al principio solo alla ricerca di uno dei suoi, sempre ben accetti, punti di vista.

Anche Roach si è appassionato subito alla sceneggiatura. E non ha potuto fare a meno di immaginare Theron nel ruolo di Kelly. Nonostante Roach conoscesse bene la distanza tra Kelly e Theron, rispetto alla visione del mondo, ha intuito che questo poteva spingere Theron su un terreno molto stimolante: esplorare le pulsioni e le contraddizioni più intime di Kelly. Roach ricorda: “Ho detto a Charlize, ‘So che interpretare Megyn Kelly non è la prima cosa che ti viene in mente, e probabilmente non sei d’accordo con lei su molte questioni. Ma questa è una storia di grande potenza, capace di raggiungere un pubblico molto ampio’. Sapevo che sarebbe stata grandiosa perché Charlize riesce sempre nelle sfide più complesse”.

Theron allora si è presa la sua rivincita. “Mi ha detto, ‘Lo faccio, ma solo se sei tu a dirigerlo”, ricorda Roach. Per Theron, il fatto che Roach abbia accettato è stata la chiave di volta. “Un attore può essere spaventato all’idea di interpretare un personaggio così diverso da sé”, ammette l’attrice, “Ma con Jay mi sono sentita al sicuro. Ho capito che se lui fosse stato al comando, mi sarei sentita a mio agio e avrei corso il rischio”.

L’impegno di Theron come produttrice e come interprete ha dato l’avvio alla produzione. “Charlize è stata davvero la forza creatrice più significativa di Bombshell”, afferma Charles Randolph. “È stata fondamentale per portare la storia sullo schermo. Anche mentre era impegnata nella sua straordinaria performance d’attrice, era costantemente impegnata anche dall’altro lato, fornendo indicazioni su ogni scena”.

Quando Randolph ha iniziato a scrivere la sceneggiatura, non poteva sapere che la questione si sarebbe traformata in un tale fenomeno culturale. Ricorda di aver avuto la percezione che qualcosa si stava muovendo sotto la superficie. Ha ascoltato i racconti delle sue amiche sulla sistematica pressione sessuale e anche sugli abusi di cui sono state vittime nei loro luoghi di lavoro, anche nel mondo delle news. Poi nel 2016 ha seguito la vicenda di Ailes, di come sia precipitato dal mondo dell’elite alla rovina, nel network che aveva contribuito a creare. Il ragionamento di Randolph è stato che se questo era potuto succedere a Fox News significava che potenzialmente stava succedendo in molti altri luoghi, e ha intuito che era un segno di ciò che sarebbe avvenuto.

Randolph era motivato ad andare ancora più a fondo e anche a ripensare a come raccontare questa storia. “Ho sentito che questa era una storia che andava raccontata non solo per le donne, ma anche per gli uomini”, spiega Randolph. “Ho pensato che se fossi riuscito a portare il pubblico maschile dentro l’esperienza soggettiva di una molestia, quello che significa e come ci si sente, sarei riuscito a fare quelllo che io amo fare in un film. Le donne si riconosceranno in questo tipo di esperienza, ma gli uomini potrebbero imbattersi in qualcosa di cui non si erano resi conto”.

Per capire meglio quale spinta muovesse le donne a denunciare, Randolph si è concentrato sul lavoro di documentazione. Ha incontrato molte donne per avere da loro racconti diretti sulle molestie sessuali nei luoghi di lavoro. Quelle esperienze personali e individuali hanno ispirato in maniera significativa la sceneggiatura. “Volevo trovare il modo di tirare fuori qualcosa di più complesso dal punto di vista morale, rispetto alle notizie che abbiamo visto nelle news. Qualcosa che fosse a volte più divertente e a altre più triste. Ero alla ricerca di una verità più ampia”.

Queste verità più profonde erano ciò che cercava Roach. Il regista predilige storie in cui si intrecciano eventi politici a momenti di verità dai risvolti più intimi, ed è noto per una serie di progetti ben riusciti basati su eventi reali, tra cui il film HBO vincitore di un Emmy®, Recount, sulle elezioni presidenziali del 2000, e Game Change sulla campagna politica del 2008 di McCain/Palin. Inoltre, a partire dalla sceneggiatura di Randolph, sentiva che questo film richiedeva un approccio stilistico in grado di abbattere muri e preconcetti, che portasse il pubblico nella vita del mondo della Fox in modi inusuali, a prescindere da come la si pensasse sul network.

Roach ha dedicato molto tempo a riflettere su quale avrebbe dovuto essere il suo approccio come uomo alla storia di queste tre donne che attinge dalle loro esperienze all’interno dello stesso luogo. “Ho un interesse sincero sulla questione della parità di genere, ma non riesco neanche a imaginare cosa voglia dire affrontare quello che succede alle donne sui posti di lavoro”, ammette apertamente Roach. “Quello che mi ha convinto non è stato tanto che Charlize me lo chiedesse e che si fidasse di me. È stata l’idea che per cambiare le cose, gli uomini dovevano iniziare a parlare di più ad altri uomini. Non ci sono abbastanza uomini in questo momento che si interrogano sul serio su queste questioni”.

Come Randolph, Roach si è immerso in prima persona in un’intensa fase di documentazione, di cui racconta: “Ho visto ore e ore di filmati, ho letto molti libri, ma soprattutto ho fatto interviste alle persone sulle loro esperienze personali, ho preso davvero molto dagli incontri con queste persone”.

Durante la progettazione del film, Roach, Randolph e Theron hanno conversato a lungo su quale dovesse essere il tono generale del film. Così come ha fatto in La grande scommessa, Randolph si è preso il rischio di scegliere una narrazione creativa, che rompesse la quarta parete e arrivasse al pubblico, utilizzando sei donne narratrici, le cui voci over servono da tessuto connettivo della storia. Roach era anche cosciente di muoversi su un terreno incerto: “Non è un film che vuole fare la morale, ma è una questione davvero importante. C’è molta ironia nella scrittura di Charles, ma i personaggi si trovano di fronte a momenti cruciali. Volevo davvero restituire lo spirito della sceneggiatura, trovare il giusto equilibrio”.

Roach, Randolph e Theron erano d’accordo sul fatto che ciò che rende davvero coinvolgente la sceneggiatura, è che non c’è un punto di vista univoco. Al contrario, la storia riflette il caotico, a volte contraddittorio, mix di motivazioni e decisioni personali che sono la parte meno considerata in momenti di cambiamento sociale. Tutti i personaggi principali partono da un punto diverso rispetto agli altri e affrontano in maniera molto personale i rischi della decisione di parlare.

“Megyn è il centro narrativo del film”, spiega Randolph. “È la nostra Dante, che ci conduce all’interno del suo mondo. Gretchen è il centro morale, inquadra il problema e fa la scelta più coraggiosa. Kayla invece è il centro emotivo della storia, quella con cui ti identifichi quando subisce la molestia. La storia di Kayla è, tra queste, la meno raccontata. Quella di una donna che si sottomette al suo molestatore, e cosa significa questo nella sua vita. Non volevo consegnare un fardello tanto pesante a qualcuno di reale, per questo ho creato un personaggio di finzione”.

Per gli autori era importante anche avere la possibilità di passare in rassegna le tante forme diverse di abusi, da quello più occasionale a quello di tipo penale. “Ci occupiamo di circa due dozzine di tipologie diverse, che vanno dal massaggio non richiesto alla proposta esplicita: avrai il lavoro se fai questo”, fa notare Randolph.

Sul set ci sono stati momenti intensi, per cui gli autori hanno cercato di creare un ambiente sicuro per delle emozioni così forti. Una scena pesante da questo punto di vista è quella dell'”audizione” di Margot Robbie, nel ruolo di Kayla, per John Lithgow alias Roger Ailes. La scena si trasforma in un incontro dalle rischiose implicazioni sessuali, basato sulla nota abitudine di Ailes di “testare” il talento delle donne, facendole roteare su sè stesse davanti a lui. Roach ricorda: “Stranamente ero dietro la macchina da presa in quella scena e guardandola attraverso le lenti c’era qualcosa che me la faceva sentire empaticamente, tremavo dall’emozione perché riuscivo a sentire cosa avevano provato quei personaggi”. Dopo, in fase di montaggio, Roach ha trovato un’inquadratura singolare che fa funzionare la scena, senza bisogno di renderla esplicita. “L’inquadratura si inclina verso l’alto e rivela che Kayla è terrorizzata esattamente come te. In quel momento Margot mostra l’orrore, l’umiliazione e la confusione che prova Kayla. È stato uno dei momenti più potenti che ho vissuto durante un film”.

È per momenti come questo che Theron è estremamente grata a Roach per essersi trovati in sintonia fin dall’inizio. “Adesso non riesco ad immaginare nessun altro con cui avrei potuto fare questo film”, dice. “Jay riesce a raccontare una storia complessa in un modo che ti trasporta nella stanza con queste persone. Ha un dono davvero potente”.

THERON su KELLY

Nell’estate del 2016 la star in rapida ascesa della Fox News era Megyn Kelly, conduttrice dello show notturno dall’alto indice di ascolti “The Kelly File”. Fiera, aggressiva, carismatica e sfacciatamente supponente, chiunque fosse la controparte, l’ex avvocato stava diventando un personaggio di successo mainstream.
Perfino quando era ancora in mezzo alla scia di polemiche, Kelly risultò essere la vincitrice culturale del confronto con l’allora candidato Donald Trump, a proposito del suo comportamento nei confronti delle donne, durante gli incontri del partito repubblicano. Kelly aveva respinto con successo le avances di Roger Ailes. Quando la causa legale di Gretchen Carlson contro Ailes dà il via a un’indagine interna, Kelly si trova, quindi, a dover fare una scelta. Sceglie di non abbassare la testa e di non difendere il suo capo, parlando pubblicamente della sua esperienza di molestie da parte di Ailes. Kelly è il fulcro di Bombshell, la persona che attira di più i riflettori, rischiando di rimanerne abbagliata.
Theron ha la capacità di sparire, trasformandosi nei suoi personaggi: dall’assassina seriale nel braccio della morte in Monster alla guerriera fantasy Furiosa, nel thriller di azione Mad Max. Prima di iniziare a girare, Theron si è immersa nella personalità di Kelly, arrivando ad ascoltare per ore le sue registrazioni mentre era in macchina. Ha scaricato un numero infinito di interviste e ha lavorato in maniera intensiva con un coach sui dialoghi. “Ho voluto fare tutte le ricerche, lavorare sulla voce, sul modo di pensare, per poi poter buttare fuori dalla finestra tutto quanto ed essere Megyn nel momento giusto” spiega Theron.
Sebbene si aspettasse già molto, Roach è rimasto impressionato da Theron, pronta ad assumere le sembianze di Kelly non solo indossando i suoi stretti abiti color confetto, ma assumendone il timbro di voce profondo e la presenza fisica. “Charlize si è dedicata al 110% al suo personaggio. Ha perso molte ore di sonno per arrivare presto sul set ogni giorno per l’applicazione delle protesi. All’inizio le ho detto, Charlize non hai bisogno di fare nulla, puoi essere Megyn solo con la tua interpretazione. Ma lei mi ha detto che aveva bisogno di guardarsi allo specchio e non riconoscersi. Che aveva bisogno che quella voce uscisse dal volto di Megyn Kelly. Charlize ha un incredibile senso del mestiere, ma lei non pensa a questo, arriva al personaggio lavorando sulla verità”.
Quello che ha colpito Theron è stato che Kelly avrebbe potuto starsene in silenzio e continuare ad avere successo e invece ha osato farsi avanti. “Era una superstar alla Fox e in una fase di rinegoziazione del suo contratto. Era in un’ottima posizione. Per lei è stato molto difficile, non si parla mai abbastanza del fatto che la scelta di una donna in queste circostanze non è mai facile, è complessa e personale”.
Theron racconta ancora di quanto Kelly fosse combattuta, provando verso Ailes anche un senso di lealtà. “Era molto combattuta perchè Roger le piaceva molto, anche se era stato abusante con lei. E questa è un’altra cosa di cui si dovrebbe parlare di più. Dobbiamo dire la verità su come può essere l’immagine di un predatore e che ci può essere una sorta di vera seduzione. Le donne si vergognano molto ad ammettere che a volte sono attirate dal loro molestatore, anche se quello che vogliono è non essere molestate”.
Nonostante avesse così poco in comune con il suo personaggio su molti aspetti, questo non ha impedito a Theron di appassionarsi alla sua storia, che è stata per lei un requisito fondamentale. “Megyn ha svolto un ruolo importante in quello che è diventato un momento cruciale della nostra epoca. Questo non cancella tutto il resto che ha detto o fatto, o le mie posizioni rispetto a questo”, afferma Theron con la sua tipica franchezza, “ma facendo quella scelta è stata parte di qualcosa di molto importante”.
Questa passione ha motivato Theron durante le ore giornaliere di trucco per assumere il profilo squadrato di Kelly. L’ideatore del trucco Kazu Hiro, che Theron ha voluto nella squadra per ideare tutte le protesi del film racconta: “Charlize passava tre ore ogni giorno al trucco, l’ha fatto perché voleva trasformarsi completamente nel suo personaggio”.

KIDMAN su CARLSON

La vincitrice di un Oscar e di 5 Golden Globe Nicole Kidman, è un’attrice che ha dimostrato grande versatilità in molti ruoli: la subdola presentatrice Tv in Da morire, l’eroina della letteratura Virginia Woolf in The Hours, la star di cabaret in Moulin Rouge, la madre con i suoi figli fantasma in The Others, la madre adottiva il cui figlio è alla ricerca della sua famiglia di origine in Lion-La strada verso casa, la moglie vittima di violenze nella serie di successo HBO Big Little Lies e la regina Atlanna in Aquaman, solo per citarne alcuni.
Si traforma ancora una volta per interpretare il personaggio di Gretchen Carlson, nata in Minnesota, ex Miss America e diventata una popolare conduttrice di Fox News, che provoca uno shock mondiale osando sfidare Roger Ailes e prendendo una coraggiosa posizione in difesa delle donne. Kidman riesce con grande talento a restituire l’umanità del personaggio di Carlson, nel momento in cui decide di prendersi la sua rivincita e rivolta il gioco di Ailes contro di lui.
“L’interpretazione di Nicole di Gretchen è straordinaria”, afferma Randolph, “miscela insieme il bisogno di approvazione di una reginetta di bellezza con quella sicurezza un po’ tipica del Midwest. Il suo personaggio è molto sicuro di sé, è convinta di potersi tirare fuori dai guai contando solo su se stessa”.
Come Theron, la Kidman si è unita al progetto portando molte idee e con un grande impegno nel cercare di cogliere l’essenza di Carlson, nonostante non avesse la possibilità di prepararsi al suo ruolo attraverso un confronto diretto con la vera Carlson, a causa dell’accordo con la Fox che lo proibiva. Roach ricorda: “Nicole aveva delle suggestioni particolari sul personaggio, legandolo soprattutto al suo ruolo di madre. Voleva che il film la mostrasse come una madre che deve sostenere la sua famiglia, a cui tiene molto. Abbiamo parlato a lungo di quanto deve essere stato difficile per lei partire da sola, senza sapere se qualcun’altra si sarebbe fatta avanti contro Ailes. Nicole ha un istinto incredibile e sapeva esattamente di cosa avesse bisogno il suo personaggio, per riuscire ad arrivare al pubblico”.
Kidman è stata di grande ispirazione sul set. “Non gira mai due scene allo stesso modo”, dice Roach. “Prova cose nuove di continuo e tutto quello che fa è autentico”. È stata catturata dalla sceneggiatura, che ha assorbito completamente. Dice Kidman della sceneggiatura: “Quello che mi ha colpito è che riesce a catturare quel momento nella storia che è poi diventato catalizzatore per il cambiamento. E anche che la narrazione assume un punto di vista femminile. Mi piace perché mette insieme la capacità di intrattenere con la forza degli eventi”.
Appena si è aggiunta al cast, Kidman ha iniziato a sondare il personaggio a suo modo, mettendone in evidenza i risvolti psicologici intimi e un umorismo malizioso. “Cerco sempre di trovare il personaggio da un punto di vista emotivo prima di tutto”, spiega del suo processo di preparazione. “Perché penso che la gente non voglia vedere un’imitazione. Ho cercato una connessione emotiva con tutto quello che ha dovuto affrontare Gretchen, il perché ha fatto ciò che ha fatto e quali erano le ripercussioni in quel momento e per il futuro”.
Continua a spiegare: “Il bello è che il suo è solo uno dei vari punti di vista, è solo una parte della storia, ma volevo che avesse il suo riconoscimento. Con i personaggi di Megyn e Kayla, si ha una visione più profonda delle molestie, mentre con la sua storia si racconta di più a cosa si deve andare incontro per provocare un cambiamento”.
Nonostante Kidman avesse una sola scena con Theron e Margot Robbie – quando le tre donne si salutano quasi senza parlarsi in un ascensore della Fox – essere parte di questo trio è stato molto importante per lei. “È stato bello unire le mie forze con queste donne per raccontare la storia comune a chiunque abbia subito una molestia o un abuso di potere. Forse potrà ispirare qualcuna a dire: non devo tollerare tutto questo. Posso avere voce, posso essere ascoltata e creduta”.

ROBBIE su POSPISIL

Il personaggio di finzione di Kayla Pospisil è stato creato dallo sceneggiatore Randolph, ed è ispirato ai racconti di molte donne di cui ha raccolto le testimonianze. Kayla è il volto californiano, giovane e fresco delle previsioni meteo, è la nuova arrivata ed è super entusiasta di entrare nello spietato mondo delle news. È pronta a qualsiasi cosa pur di emulare i suoi idoli, Gretchen Carlson e Megyn Kelly, e scalare il totem di Fox News. Ma quando Roger Ailes si mostra interessato a promuovere la sua carriera, Kayla si trova a dover affrontare una pressione a cui non era preparata.
Ad interpretare Kayla c’è una delle attrici più ricercate della nuova generazione: Margot Robbie, che si è imposta con il film di successo di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street, e ha ricevuto una nomination come miglior attrice ai premi Oscar per la sua interpretazione della pattinatrice Tonya Harding in Tonya. Robbie è tra le protagoniste di Maria Regina di Scozia, ha interpretato la leggenda dello schermo Sharon Tate in C’era una volta… a Hollywood e l’eroina dei fumetti Harley Quinn in Suicide Squad.
Roach racconta che l’approccio di Robbie è stato differente da quello di Theron e Kidman. “Margot è molto analitica, ed è arrivata con una serie di domande”, ricorda. “Al nostro primo incontro si è presentata con ogni scena differenziata per colori e varie note scritte su ogni riga del copione. Le sue domande erano così buone che ho fatto venire Charles, e con lui abbiamo continuato a esplorare ulteriormente il personaggio”.
Quando poi siamo arrivati sul set, Robbie aveva già ricreato l’intera storia di Kayla. “Aveva ideato il suo futuro, tra cui la carriera e la sessualità, fino ai suoi 60”, riflette Roach. “Mi piace molto la sua scrupolosità. E anche quando è davanti alla camera ci mette il cuore e l’anima e tira fuori le sue emozioni”.
Per Robbie interpretare Kayla era l’occasione per puntare l’attenzione su un tema su cui lei sente non si è discusso abbastanza. “Non penso che abbiamo avuto l’occasione di andare al fondo di quelle torbide zone grigie toccate dalla rivoluzione del MeToo, questo mi interessa molto”. “Mi piace di questo film che non è una storia vittimistica, tutto è molto più articolato. Mi ha colpito molto l’approccio di Charles Randolph, la sua esplorazione dei vari personaggi e di come reagiscano in maniera onesta e imprevedibile”.
Anche Randolph è rimasto colpito da Robbie. “Di Kayla ci restituisce quegli occhi spalancati dall’entusiasmo e quel nucleo di ingenuità che verranno offuscati dalle decisioni sempre più cupe che prende”, osserva.

È stata una gioia per Robbie dare corpo a una figura che potrebbe essere reale e ancora poco vista al cinema: la millenial evangelica ma non stereotipata. “Mi piace questo di Kayla”, dice Robbie. “Non è un personaggio su cui Christian ironizza e non è usato per intrattenere. Ci sono tante sfumature diverse in Kayla, e ho capito le ragioni del suo entusiasmo di stare alla Fox, il suo obiettivo principale è di dare voce alle persone come lei, che non sono rappresentate nel mondo della cultura”.
Robbie è grata a Roach per averle dato lo spazio di portare Kayla dall’apice dell’ambizione giovanile a un momento buio della sua vita. Robbie dice del regista Roach: “Capisce come rendere efficace un momento di satira così come un elemento drammatico, e fa tutto con una grande sensibilità”.

LITHGOW su AILES

Per recitare Roger Ailes – un uomo famoso sia per le sue eplosioni di rabbia che per il suo fascino personale – il film aveva bisogno di un attore di straordinarie capacità. Quando John Lithgow si è unito al cast, erano tutti molto eccitati. Due volte candidato all’Oscar per Il mondo secondo Garp e Voglia di tenerezza, Lithgow è noto anche per i suoi ruoli pluripremiati nelle serie tv: Una famiglia del terzo tipo, Dexter e la sua più recente interpretazione di un complesso personaggio storico, per cui ha vinto l’Emmy: Winston Churchill, nella serie Netflix The Crown.
Ailes incarnava quel tipo di ruolo, multicromatico e stimolante, sul quale a Lithgow piace affondare i denti. Un personaggio pieno di contrasti. Un uomo amato per la sua generosità, ma anche capace di installare telecamere a circuito chiuso per spiare i suoi impiegati. Era noto per dare una possibilità ai nuovi talenti, ma anche per voler controllare la lunghezza delle loro gonne. Riverito da alcuni come brillante stratega, e criticato da altri per aver trasformato un canale di notizie nella cassa di risonanza di una parte politica. Se veniva infastidito era capace di essere il più spietato dei nemici. Dall’altra parte, se gli piacevi, sapeva essere ugualmente pericoloso.
Nei suoi ultimi giorni alla Fox, Ailes era un’anima divisa in due. Lithgow personifica questo: un uomo al comando che sta andando in rovina, in un mix di tragedia e arroganza, e che ancora crede nel suo immenso potere, anche quando la sua truppa non gli è più fedele. Per costruire il personaggio, Lithgow è andato a cercare della documentazione su di lui, ma ha scoperto che nonostante la sua notorietà ha sempre evitato di essere filmato. (Ailes è deceduto nel maggio del 2017 all’età di 77 anni.) “Ho trovato tutti i video che c’erano, ma non erano molti. Ailes non era uno showman. Dirigeva da dietro le quinte, ma non amava essere visto”.
Lithgow ha portato un contributo di grande valore al film, anche per la sua conoscenza di lungo corso di Ailes, per il quale aveva lavorato. “Sapeva essere un’ottima compagnia, tagliente e con un grande senso dell’umorismo. Ho conosciuto un Roger Ailes completamente diverso da quello che avete visto sulla stampa. Ho imparato quanto fosse prezioso, aveva qualcosa che catturava le persone e le rendeva a lui fedeli”.
Uno degli elementi chiave dell’interpretazione versatile di Ailes di Lithgow, è la sua indignazione quando viene accusato da quelle che credeva lo adorassero ancora e gli fossero riconoscenti. “Io penso che Roger fosse orgoglioso di quello che aveva fatto per le donne. Lui pensava di stare dalla loro parte. Nel film dice con molta sincerità: ‘Ho dato a queste donne una carriera. Come fanno a dire che ho fatto loro del male?’ Io penso che lui lo credesse davvero. Ma era anche un uomo in balia delle sue compulsioni, come si vede nella scena con Kayla”.
Sebbene il personaggio fosse stimolante per Lithgow, quello che lo ha davvero attirato nel film è che non fosse la storia solo di Ailes. “La vera storia qui sono queste donne che, seguendo l’esempio di Gretchen Carlson, trovano il coraggio di farsi avanti e mettono la parola fine a quel marciume”.

Per interpretare Ailes anche lui ha dovuto farsi applicare delle protesi facciali che l’attore di solito evita. “Ho sempre pensato che sia molto importante per il pubblico poter vedere ogni muscolo del viso”, spiega. Ma, dopo l’incontro con Kazu Hiro, Lithgow si è convinto. “Kazu mi ha applicato sei pezzi, tra cui le mascelle, un grosso doppio mento, un naso finto e i lobi delle orecchie. Poi ha passato un’altra ora a truccarmi per fare in modo che tutto si attaccasse perfettamente alla mia pelle. Usa dei materiali miracolosi, le pieghe della mia faccia erano completamente coerenti con quelle delle protesi. Ero sbalordito da quanto apparissi reale dopo tutto questo”.

Ma l’emozione maggiore per l’attore è stata poter lavorare con questo cast su una storia così appassionante. “È stato il miglior cast con cui ho mai lavorato”, dice Lithgow, nonostante il lungo elenco. “Questi sono momenti bellissimi per un attore, quando sai di essere parte di qualcosa di importante, qualcosa che potrebbe cambiare realmente le regole del gioco e che diverte il pubblico allo stesso tempo”.
Per Roach, Lithgow è stata una rivelazione in questo ruolo. Dice il regista: “Si poteva interpretare Ailes come un uomo spocchioso, odioso, un predatore narcisista. Ma le nostre ricerche ci dimostravano che alla gente piaceva Roger Ailes. Non solo alle persone di destra, anche persone di sinistra ci hanno raccontato quanto sapesse essere generoso, accogliente e divertente. John è stato capace di mostrare il suo lato più violento su questa immagine affascinante. John è riuscito a farlo. È capace di affascinarti e di mostrarti il lato più oscuro”.

LE FAMIGLIE E LO STAFF ALLA FOX

A supportare i protagonisti, nel film troviamo un ensemble ricco di attori dalle straordinarie capacità, alle prese con la sfida di ritrarre personaggi reali. Per quanto riguarda le famiglie dei personaggi, nel film troviamo il marito di Megyn Kelly, Doug Brunt, interpretato dal vincitore di un Emmy, lo sceneggiatore, regista e attore, Mark Duplass (Wild Wild Country, Miglior documentario o Serie non fiction – Produttore esecutivo, 2018), che aveva già lavorato con Theron in Tully. Duplass dichiara che è rimasto catturato dalla sceneggiatura. “È una storia sull’empowerment femminile, ma con una prospettiva diversa rispetto al passato. È su queste tre donne che vivono nel mondo moderno cercando un equilibrio tra il chiedersi cos’è meglio per sé e per la propria famiglia e il rimanere fedeli ai propri valori”.
Come nel caso di Doug, a Duplass è piaciuto avere un ruolo di secondo piano. “Se fossimo negli anni ’80 Doug Brunt avrebbe avuto un ruolo da protagonista nel film, ai nostri giorni abbiamo delle protagoniste eccezionali e di grande potenza”, riflette Duplass. “Megyn e Doug sono una coppia di conservatori non convenzionale, dove i ruoli di genere sono un po’ ribaltati, Doug ha un ruolo di supporto e cerca solo di essere presente”.
Un altro importante ritratto familiare è quello della moglie di Ailes, l’editrice di giornali Beth Ailes, che difese con veemenza suo marito. È interpretata dall’attrice quattro volte canddidata agli Emmy Connie Britton, meglio nota per i suoi ruoli in Friday Night Lights e Nashville. La salda fedeltà di Beth al marito è ciò che ha intrigato Britton.
Alcuni dei membri dello staff alla Fox assumono una rilevanza personale. Quando Kayla si sposta dalla trasmissione di Gretchen Carlson allo show dai maggiori ascolti “The O’Reilly Factor”, incontra il personaggio di finzione Jess Carr, con cui inizia un’inaspettata e nebulosa relazione. Robbie afferma su questo che il suo personaggio non sa come conciliarlo con il resto della sua vita, non ci riesce. Robbie osserva “Kayla si dissocia in molti modi dalla sua sessualità”.
A interpretare questo ruolo è la star di Saturday Night Live, Kate McKinnon, che ha recitato recentemente in Ghostbusters e Il tuo ex non muore mai. In questo film McKinnon ha un ruolo più sfumato e drammatico, nei panni della lavoratrice meno probabile alla Fox: liberal e gay. “Sentendo le testimonianze dirette, era meglio non essere nessuna delle due cose se eri alla Fox”, ride McKinnon.
Eppure paradossalmente Jess è in ascesa alla Fox. “È molto brava nel suo lavoro, ma deve stare attenta a nascondere questi suoi due aspetti”, spiega McKinnon. “Quano arriva Kayla, Jess la mette in un certo senso sotto la sua ala protettrice e la introduce nell’ambiente per come lo vede lei. Tra loro nasce un’amicizia che è basata molto sull’umorismo, che allegerisce la situazione”.
Tra i membri del potente staff di Megyn Kelly c’è il suo sempre più ansioso produttore esecutivo, il personaggio di finzione, Gil Norman, interpretato dall’attore comico Rob Delaney, co-protagonista della popolare serie Amazon Catastrophe. Autoproclamatosi drogato di news, Delaney non riesce a resistere alla tentazione di stare dietro le quinte della Fox News. “La parte più eccitante per me sono le zone grigie del mio personaggio dal punto di vista morale. Gil è davvero incastrato tra due poli. Da una parte vuole proteggere se stesso e i suoi interessi ad ogni costo, ma dall’altra è cosciente di quello che sta succedendo e sa che, quando succederà, ci sarà un prezzo da pagare”.
A interpretare il ruolo di finzione della ricercatrice assistente di Kelly, Julia Clarke, è Brigette Lundy-Paine, già interprete nella serie Netflix Atypical. Questo per lei era un ruolo completamente diverso. “giovane, nevrotica, e nuova nel mondo delle news”, così Lundy-Paine descrive il suo personaggio. “Non è in grado di gestire la situazione quando tutto viene giù. Per lei lavorare per Kelly era il lavoro dei sogni, e viene buttata letteralmente dentro durante la campagna, quindi per lei è uno shock, così come per il paese, sapere che Megyn è una delle tentate vittime di Ailes”.
A completare lo staff di Kelly c’è la sua assistente e confidente, anche lei di finzione, Lily Balin, interpretata da Liv Hewson, protagonista della recente serie Netflix Santa Clarita Diet. Hewson dice che la grazia con cui lo sceneggiatore Randolph è stato capace di attraversare un campo minato qual è una questione insidiosa come questa, è qualcosa di magico. “È una storia che si svolge alla Fox News, ma riesce a rendere quanto di universale c’è in esperienze come questa, nel corso della nostra epoca”, afferma Hewson. “Il mio personaggio cerca di affrontare le cose che vengono dette su Megyn con tutto l’umorismo possibile. Fa spesso battute frivole, cerca di far vedere che è davvero tutto a posto”.

RUDI BAKHTIAR

Molto prima che Gretchen Carlson portasse in causa Ailes, un’altra dipendente della Fox aveva lanciato un segnale di allarme, su quanto strenuamente il network combattesse ogni accusa. Nel 2007 la corrispondente Rudi Bakhtiar aveva sporto un reclamo per molestie sessuali contro il capo sezione da Wahington della Fox, Brian Wilson (che aveva negato pubblicamente le accuse). Bakhtiar fu tempestivamente licenziata e, in base all’accordo stipulato, le fu proibito di parlare di cosa le era accaduto, una promessa mantenuta fino al 2016, quando lo scandalo divenne pubblico.
A interpretare questo personaggio c’è Nazanin Boniadi, nota per la serie Showtime Homeland e per la serie di Starz Network Counterpart. Come è già emerso, Boniadi conosce per davvero la vera Bakhtiar, che lavora attualmente come producer per la Reuters. “Non succede spesso che un attore si trovi a interpretare qualcuno che conosce”, riflette Boniadi. Ma il suo interesse per il ruolo andava al di là della sua relazione personale. “È una storia attuale ma anche universale. Le donne hanno dovuto affrontare cose di questo genere da sempre, era necessario che si indagassero le dinamiche di potere dietro a tutto questo”.
Boniadi vede in Bakhtiar la coraggiosa apripista che ha reso possibile la cacciata di Roger Ailes. “Si è comportata in maniera disinteressata. Non ne ha tratto alcun beneficio. Quando ho parlato con Rudi di questo ruolo, lei mi ha detto ‘Spero che reciterai con il cuore’ e io spero di averlo fatto”.
Nel film compaiono una carrellata di presentatori e anchormen della Fox News riconoscibili dal pubblico come, tra gli altri, Judge Jeanine Pirro (Alanna Ubach), Sean Hannity (Spencer Garrett), Ainsley Earhardt (Alice Eve), Geraldo Rivera (Tony Plana), Bret Baier (Michael Buie), Chris Wallace (Marc Evan Jackson), Greta Van Susteren (Anne Ramsay), Kimberly Guilfoyle (Bree Condon), Kevin Dorff (Bill O’Reilly), e Neil Cavuto (P.J. Byrne).

I MURDOCH

A osservare da vicino cosa stava accadendo quando la notizia delle accuse contro Ailes irrompe nelle news della sera, c’è qualcuno di ancora più potente di Ailes stesso, il combattivo tycoon australiano dei media, Rupert Murdoch, il vero imperatore del regno della Fox. Murdoch, dopo aver ereditato da suo padre il business della stampa, ha trasformato News Corporation in un vasto impero, capace di grande influenza politica e sociale, e di promuovere a livello mondiale una nuova ondata di populismo di destra.
È stato proprio Murdoch a scommettere su Ailes, dopo che aveva lasciato la NBC, ampiamente ripagato da Ailes, che ha contribuito a portare Fox News tra i primi canali di notizie in America. Ma nel film, Murdoch deve fare i conti con la cruda realtà: Ailes è diventato un ostacolo. A confrontarsi con l’ingombrante personaggio di Murdoch è il leggendario attore inglese Malcolm McDowell, le cui interpretazioni spaziano dal classico di Kubrick Arancia meccanica al famoso film di fantascienza L’uomo venuto dall’impossibile di Nicholas Meyers, fino ai più recenti, Mozart in the Jungle e Entourage.
McDowell osserva che non era una partita facile interpretare questo ruolo, trattandosi del magnate australiano, ma che non poteva resistere. “Murdoch è un gigante e un personaggio incredibile da interpretare”, afferma l’attore. “Non potevo di certo sembrare lui, per questo dovevo coglierne l’essenza, o almeno la sua immagine pubblica”.
Del momento in cui Ailes viene pubblicamente accusato, McDowell dice che “Murdoch sapeva bene che Roger doveva andarsene, che non c’era altro modo per venirne fuori e che non avrebbero potuto nascondersi dietro alcun intrigo”.
“Ma lui e Roger erano anche buoni amici”, continua McDowell, “e penso che Rupert fosse estremamente riconoscente a Roger per l’incredibile lavoro fatto alla Fox; per questo è stato molto interessante girare la scena in cui incontra Rupert; non poteva fare altro che licenziare l’uomo che aveva reso il suo canale uno straordinario successo”.
McDowell afferma che la protesi del mento è stata di grande aiuto per riuscire a dare un volto all’uomo, la cui espressione del viso era così riconoscibile. “Mi hanno messo questa protesi fantastica, mi ha aiutato a creare quell’immagine austera. È stato fantastico, non le avevo mai usate prima”.
Interpretano i figli di Murdoch, Lachlan e James Murdoch, la coppia di fratelli autraliani, Ben (The Good Place) e Josh Lawson (The Eleven O’Clock).

GLI AVVOCATI DELLA FOX
Le star e i dirigenti della Fox sono stati nel 2016 il volto pubblico dello scandalo, ma un ruolo importante lo ha avuto il grande staff di avvocati della rete. Il ruolo di Dianne Brandi, legale rappresentante della Fox News e una dei luogotenenti di Ailes, è interpretato da Amy Landecker, nota per la sua Sarah Pfefferman nella serie Tv Transparent. La storia ha incontrato il favore di Landecker perché è qualcosa che succede ovunque. Afferma l’attrice: “Che tu sia una lavoratrice di Walmart o una commercialista, ovunque ci sia potere e mancanza di potere, ci sono in gioco queste dinamiche”.

Landecker ha riflettuto a lungo sul perché molte donne intelligenti fossero pronte a difendere il comportamento di Ailes. “Credo ci fosse qualcosa in Roger, come essere umano, di estremamente affascinante, che ti faceva essergli fedele. È una cosa difficile da restituire, ma è quello che rende ruoli del genere così divertenti. La storia ha un tono anche melodrammatico, perché il mondo della Fox è entusiasmante e triste allo stesso tempo, emozionante ma anche controverso”.
L’avvocato personale di Ailes, Susan Estrich, professoressa di legge e frequente analista di Fox News, è interpretata dall’attrice premio Oscar Allison Janney. Janney ha vinto il premio nel 2017 come migliore attrice non protagonista per il film Tonya, con Margot Robbie, ed è amata per il suo ruolo di lungo corso nella serie The West Wing-Tutti gli uomini del presidente. Sebbene Estrich e Ailes si fosssero ritrovati per anni su posizioni opposte durante le campagne politiche, Ailes le era rimasto accanto durante una malattia, e secondo Janney, lei si sentiva in debito con lui. “Susan è complicata perché è una femminista, è sopravvissuta a uno stupro, è autrice di libri contro le molestie sessuali, dalla parte dei diritti delle donne. Eppure fa la scelta di difendere Ailes”. Riflette Janney: “Io credo che non stesse solo saldando un debito, è anche una donna molto intelligente ed è tosta, è una che se qualcuno le dicesse un no, sarebbe capace di dirgli: “Davvero? Ma lo sai chi con chi stai parlando?!”
L’altro difensore personale di Roger Ailes è l’ex sindaco di New York e procuratore generale della corte degli Stati Uniti, Rudy Giuliani, interpretato da Richard Kind (Innamorati pazzi, e Argo), somigliante all’originale, grazie all’effetto delle protesi facciali.
Tra gli altri protagoniti della Fox che compaiono nel film troviamo Irena Briganti, reponsabile dell’ufficio stampa di Fox News, interpretata da Brooke Smith (Il silenzio degli innocenti); Bill Shine, che si occupa del management giornaliero alla Fox News, interpretato da Mark Moses (Duck Phillips in Mad Men); e Bill O’Reilly, interpretato dall’ex autore televisivo e vincitore di un Emmy per “Late Night with Conan O’Brien” Kevin Dorff (Brooklyn Nine-Nine).

DENTRO LE STANZE DELLA FOX: la fotografia e le scenografie.

Bombshell porta il pubblico proprio nel cuore del caos di una rete di news h24, con tutta la tensione, la velocità e la follia delle cose reali. Per raggiungere questa immersione totale e dare al pubblico un contesto reale da cui partire verso la commedia e il dramma, Jay Roach ha potuto contare su una squadra di pofessionisti pluripremiati.
Il direttore della fotogafia è il candidato Oscar Barry Ackroyd, il cui stile è tra i più riconoscibili e influenti nel mondo del cinema, con il suo realismo cinematogafico e le sue riprese multi-camera, Ackroyd è stato fondamentale in molti film, da The Hurt Locker di Kathryn Bigelow a Il vento che accarezza l’erba di Ken Loach, da United 93 a Captain Phillips – Attacco in mare aperto di Paul Greengrass. Ha anche lavorato in La grande scommessa, per questo Roach lo ha chiamato.
“Ho studiato per anni il lavoro di Barry perché amo le riprese in soggettiva”, dice Roach, “e amo il suo uso dello zoom, perché riflette il modo in cui il cervello umano si focalizza su ciò che ritiene più interessante. Con Barry si lavora sull’istinto. Non usa una lista di riprese, ma io mi fido totalmente del suo occhio e della sua capacità di entrare in empatia con gli attori. A volte sembrava che riuscisse a leggergli nella mente e sapeva dove stessero andando, prima ancora che lo facessero. È fantastico vederlo lavorare”.
Quello che ha catturato l’attenzione di Ackroyd è stata la sfida di come trasformare un ordinario luogo di lavoro, in uno spazio visualmente dinamico: il regno della competizione, degli intrighi e della lotta per la sopravvivenza. “La maggior parte del film si svolge in interni, in spazi che visivamente potrebbero essere convenzionali e limitanti, per cui l’idea è stata invece di renderli eccitanti e accativanti. Charles ha scritto una sceneggiatura così bella che volevamo tutti renderla viva”.
Uno dei modi distintivi dello stile di Ackroyd, è quello di avvicinarsi molto ai personaggi e lasciare che la camera reagisca direttamente all’azione, più che viceversa. In Bombshell ha impiegato una serie di mini-camere Arri Alexa che gli permettevano di avere una molteplicità di operatori (lui stesso era uno di questi) che si muovono durante la scena. “Girando all’interno di un ufficio con una sola camera, riprendi solo ciò che hai di fronte”, spiega Ackroyd, “non riesci a creare un’energia al di là di ciò che esiste. Per questo abbiamo utilizzato tante camere, ad esempio una in un armadio, l’altra nell’ingresso e una al muro. Questo ha dato la possibilità, al regista e al montatore, di scegliere poi quale fosse la ripresa migliore, per ogni momento del film, per raccontare quel mondo”.
Per girare con le Arri Alexa ha utilizzato lenti Angenieux, molto diffuse nei documentari. Ackroyd osserva: “Come direttore della fotografia quello su cui posso incidere maggiormente, viene dall’uso delle lenti, attraverso le quali io cerco sempre una certa autenticità. Mi piacciono gli obiettivi. Mi piace il modo in cui dirigono lo sguardo e le emozioni, puoi zoomare e abbandonare lo sfondo, in modo da favorire la concentrazione su un particolare. Credo sia molto simile a come funziona l’occhio umano”.
Inusuale per un film, Ackroyd è riuscito ad utilizzare il suo approccio stilistico documentaristico. Per introdurre al pubblico gli uffici di Fox News, ad esempio, Charlize Theron / Megyn Kelly accompagna la camera in un tour attraverso l’edificio, parlando direttamente in camera. “È diventato un bel modo per introdurre l’edificio, lo spazio e il personaggio”, dice Ackroyd.
Ackroyd, alla sua prima collaborazione con Roach, si è trovato in sintonia con il regista. “Il nostro macchinista aveva un bel modo di descrivere la nostra esperienza. Diceva che era come surfare. Era tutto molto fluido. Questa cosa ha molto a che vedere con la passione che ci mette Jay”.
Ackroyd è molto riconoscente allo scenografo Mark Ricker per aver creato un set realistico e curato nei dettagli, da poter esplorare con le camere. Ricker, che aveva già lavorato con Roach in L’ultima parola-La vera storia di Dalton Trumbo e in All The Way, si è lanciato con entusiasmo in Bombshell, per cui ha realizzato più di 100 set. “All’inizio ho pensato che era solo un film girato in un ufficio, ma poi, ho iniziato a immaginarlo come il disegno di un incredibile puzzle”, ricorda Ricker, “ho capito che la sfida era dare una personalità unica all’edificio della Fox, per metterci dentro tutti questi piccoli pezzi che la compongono e che ricreano il quadro generale”.
Senza accesso agli studi della vera Fox News, Ricker ha ricreato la maggior parte degli interni, compreso lo studio delle dirette news, all’interno degli uffici di un altro gigante dei media, il palazzo in centro città che era stata la sede del Los Angeles Times. “Chris Baugh, il nostro responsabile delle location, è stato il primo a pensare all’edificio del Los Angeles Times”, dice Ricker, “aveva tutto quello che ci serviva, soprattutto la possibilità di fare tutto sotto lo stesso tetto”.
In ogni caso, ci è voluto un grosso sforzo per trasformare quell’edificio del 1935, in stile Art Deco, nell’elegante grattacielo della Fox a Manhattan. Il lavoro di documentazione per ricreare i luoghi, è iniziato sondando le fonti interne, perlustrando il territorio, e cercando immagini on line, in qualche post isolato su Facebook e Twitter.
Uno dei set preferiti di Ricker è il famoso semi-interrato della Fox News, il centro delle operazioni. “Mi è stato descritto come uno spazio equivalente a tre campi di football, pieno di queste cabine, che loro chiamano “capsule”, in cui ci sono assistenti alla produzione, produttori junior, sale di montaggio e uffici assegnazioni. Ho visto negli archivi fotografici che non era un luogo serioso, c’erano animali imbalsamati, palloncini, e addirittura giochi di luci. I giovani dello staff avevano personalizzato questo spazio senza finestre, nelle viscere di New York, per renderlo più accettabile possibile”.
Fa da contrasto a questa sorta di labirinto frenetico che è il semi-interrato, l’austero 17° piano, dove Megyn Kelly e gli altri potenti volti della rete hanno i loro sontuosi uffici, segno distintivo di essere al top della scala gerarchica. Questi uffici hanno le pareti decorate con i lavori dell’artista della Georgia, Steve Penley, i cui ritratti dei presidenti e i paesaggi a tema politico, sono diventati l’oggetto decorativo indispensabile di molti leader del partito repubblicano. Dato questo sfondo, ogni personaggio doveva avere il suo ufficio. “Volevamo che in ogni ufficio in cui le camere sbirciassero dentro, ci fosse qualcosa del personaggio, per questo abbiamo fatto molte ricerche”. Dice Ricker.
C’erano immagini sufficienti dell’ex ufficio di Kelly, di cui Ricker ha potuto controllare ogni dettaglio. “La scrivania, la sedia, la scarpiera, era tutto lì, grazie alla nostra decoratrice di interni, Ellen Brill, che ha creato qualcosa di molto appropriato”.
Il secondo piano è il regno di Ailes stesso, che condivide con il team di legali e gli uffici per le pubbliche relazioni. “Abbiamo trovato un articolo del ‘Hollywood Reporter’ del 2015 che aveva delle buone immagini dell’ufficio di Roger, quello è stato il punto di partenza”, dice Ricker. “E poi sapevamo che c’erano certe cose particolari nel suo ufficio, come il mattone proveniente dal compound di Osama Bin Laden e un elmetto firmato da Jim Brown. Sapevamo anche che Roger aveva nel suo ufficio una porta speciale, un livello extra di sicurezza per il suo ufficio”.
Ma alla fine, tutte le strade iniziano e finiscono all’ottavo piano, dove dominano i Murdoch. “L’ottavo piano è la sede del comando generale” descrive Ricker. “Ha uno stile molto elegante, pieno di vetrate e di luce”.
I set di entrambi i programmi Tv – quello di Megyn Kelly “The Kelly File”, e quello di Gretchen Carlson “The Real Story” – sono stati creati all’interno degli studios West Hollywood’s Quixote. Tra le altre location utilizzate ci sono l’impianto sportivo Galen Center della Università della Southern California, e il Quicken Loans Arena di Cleveland, sede del dibattito per le presidenziali e della convention nazionale del partito repubblicano; lo storico Malibu Pier, per la scena del ristorante Jersey Shore dove Megyn Kelly viene avvicinata da alcuni turisti arrabbiati mentre sta mangiando con la sua famiglia; e per finire una dimora di campagna in stile francese di 750 mq vicino alla spiaggia Zuma di Malibu per la villa di Ailes, a Bergen County in New Jersey.

COSTUMI, TRUCCO E PROTESI, MUSICA

Per ricreare quel look immediatamente riconoscibile dei volti noti della Fox, abiti rossi, blu e bianchi, corti e aderenti, e tacchi alti, Roach ha chiamato una leggenda del mondo del cinema: Colleen Atwood, dodici nomination ai premi Oscar e quattro vinti per Chicago, 2002; Memorie di una Geisha, 2005; Alice in Wonderland, 2010; Animali fantastici e dove trovarli, 2016.
L’obiettivo del film, che ha necessitato della creazione di circa 500 costumi diversi, è stato di grande stimolo per Atwood, che ha dato il meglio di sé per anni in pellicole diventate storiche. La costumista dice: “Con più di 100 personaggi, sapevo che sarebbe stato divertente e interessante. Alcuni personaggi sono in scena solo per brevi momenti, ma hanno tutti la loro importanza ai fini del quadro completo della storia”.
Per Roach poter lavorare con Atwood è stato emozionante. “Collen è una maestra”, dice il regista, “ha disegnato questi incredibili personaggi fantasy; qui era diverso, si trattava di cogliere l’immagine di persone che sono al lavoro. Ma una volta capito quanto il look fosse una componente essenziale della Fox e come fosse imposto, Colleen ha compreso che era una parte importante della narrazione e ha lavorato su questa idea”.
Atwood era al corrente di questa sorta di uniforme, stile Fox News, che indossavano le donne durante l’era di Roger Ailes. “Non era propriamente un look, ma una sorta di immagine standard, che prevedeva pelle abbronzata, capelli biondi, colori accesi, vestiti aderenti e gambe lunghe”, osserva, “alcune star del network hanno cominciato a introdurre uno stile più personale, per esempio Megyn, che ha contribuito a quell’estetica con uno stile più raffinato. Ma avevano tutte quest’aria elegante in un modo familiare”.
La Atwood aveva la possibilità di rivelare di più sui personaggi quando erano fuori dal lavoro. “Le presentatrici non se ne vanno in giro tutto il giorno nella vita reale in questi abiti rosso acceso”, puntualizza Atwood. “Per questo potevamo tirar fuori ulteriori sfaccettature dei personaggi con gli abiti al di fuori del lavoro. Ho lavorato a stretto contatto con Charlize, Nicole e Margot, per capire meglio come vedevano i loro personaggi, al di fuori dei loro ruoli televisivi”.
La Gretchen Carlson di Kidman cambia il suo look dopo aver lasciato la Fox. “Il suo stile si addolcisce rispetto a quello perfettamente riconoscibile dello schermo e assume dei tratti più morbidi; in quel momento è una persona molto vulnerabile, quindi per lei ho scelto dei colori soft”.
Per Megyn Kelly, Atwood era intrigata dall’idea che non è solo un personaggio influente della Tv, ma anche una madre con una sua vita al di fuori. “Ha la sua famiglia, e ho pensato fosse importante vedere il suo lato più rilassato. Quando è fuori dall’ufficio ha uno stile un po’ più casual, ma sempre elegante, in ogni foto che ho visto Megyn è sempre in ordine”.
Atwood ha avuto più libertà con il personaggio di finzione di Kayla, considerato che andava creato da zero. “È il personaggio che decide di stare al gioco, ma sarà un gioco che la farà a pezzi. Abbiamo pensato di darle all’inizio un look più puro e soft, considerando anche la sua provenienza dal sud, per poi trasformarsi in uno stile più composto e cosmopolita”.
Sul set il ritmo dei cambi costume era snervante, ma anche esilarante. “Ogni giorno avevamo anche cinque o sei cambi per i personaggi principali, anche solo stare dietro a tutto questo era una vera sfida”, afferma Atwood.
I costumisti hanno lavorato anche su alcuni personaggi che necessitavano di protesi sul corpo, soprattutto Kidman e Lithgow, che avevano dei supporti estensivi. “Nicole ha un corpo molto diverso, così abbiamo costruito un corpo adatto a lei con fianchi e busto più grandi, facendola sembrare più bassa. Anche John Lithgow indossa una tuta che lo ha aiutato a dare vita al personaggio”.
Trasformare dei volti così noti, come quelli degli attori, in altrettanto volti noti come quelli dei personaggi, ha richiesto il talento e la grande competenza di un team concentrato su trucco e acconciature. A capo di questa squadra la supervisore Vivian Baker (Dive per sempre, Una serie di sfortunati eventi dai libri di Lemony Snicket), mentre il premio Oscar Kazu Hiro (noto per aver trasformato Gary Oldman in Winston Churchill nel film L’ora più buia) era responsabile del trucco protesico.
Baker era entusiasta di lavorare con Hiro e affascinata da come riuscisse a creare protesi che hanno un aspetto così umano, tali da non riuscire a dire dove finisce la protesi e inizia la pelle vera. “Kazu ha creato un lavoro di alto livello”, dice Baker. “Ama concentrarsi sui dettagli, lo faccio anch’io, siamo riusciti a lavorare insieme e sembrava fosse il lavoro di una sola mano. Mi sono divertita, è stato molto stimolante”.
Per quegli attori che avevano bisogno di una trasformazione fisica, non solo Kidman, Theron e Lithgow ma anche McDowell nel ruolo di Murdoch, Richard Kind per Rudy Giuliani e Tony Plano per Geraldo Rivera, per citarne alcuni, l’intero processo è iniziato con una scannerizzazione facciale in 3D e dei calchi in gesso. A partire da questi Hiro ha modellato delle applicazioni in silicone, da applicare ai volti degli attori. Tra i personaggi principali, quella che ha avuto bisogno di maggior intervento, è stata la Kidman, a cui sono state applicate le palpebre, la punta del naso, il mento, e parti della mandibola. Theron aveva protesi più sottili e indossava delle lenti per gli occhi blu scuro di Kelly. Lithgow indossava protesi per le guance, il collo, il naso e i lobi delle orecchie.
Hiro dice che la sottigliezza è stata la cifra del suo lavoro. “Sono attori famosi e tutti conoscono la loro imagine, per cui l’idea era che avremmo aggiunto solo un aiutino della persona che interpretavano, ma qualcosa di delicato, per permettere loro di esprimersi con il viso”, dice, “il mio lavoro aiuta gli attori ad andare più in profondità nei loro personaggi e aiuta il pubblico ad immergersi nella storia”.
Hiro continua: “Non voglio che le protesi vengano vissute come un ostacolo per gli attori. La parte più difficile è capire come farli sentire come i loro personaggi, Charlize come Megyn e Nicole come Gretchen, senza che questo impedisca i movimenti del volto”.
Gli attori hanno apprezzato molto la sensibilità di Hiro per il loro lavoro. Theron dice: “Hiro dà al suo lavoro lo stesso valore che gli do io, non vogliamo che il pubblico veda i meccanismi che ci sono dietro. Cerca qualcosa di puro”.
Dopo l’applicazione delle protesi di Hiro, Baker proseguiva il lavoro con il trucco. La truccatrice afferma: “Non si trattava solo di mettere delle ciglia o aggiungere rossetto. Facevamo cose come cancellare le sopracciglia per poi ridisegnarle completamente diverse. Il tipo di cose che noi artisti del trucco amiamo fare”.
Baker ha visionato molti filmati di repertorio per studiare “le facce Fox”. “La faccia Fox ha la pelle perfetta, di solito ha le labbra lucide, ma non di un rosso intenso, e delle folte ciglia finte. Avevamo a disposizione sempre tanti set di ciglia, proprio per riuscire ad ottenere quell’immagine”.
Baker si è divertita soprattutto con Margot Robbie/Kayla, l’unico personaggio, tra i protagonisti, che non aveva bisogno di protesi. “La fisicità di Kayla cambia nell’arco del film con il cambiamento di look. Kayla arriva con la sua aria ingenua e un look semplice e ordinario, non ancora raffinato. Non appena sale di grado, e ne paga il costo, il suo look cambia. E credo che per alcuni questo sia bellissimo, mentre per altri è un po’ troppo”.
I capelli biondi, pettinati alla maniera Fox, delle donne della rete, sono un elemento fondante dell’estetica del network. Baker era felice di tornare a lavorare con la hair designer Anne Morgan (The Artist, Gangs of New York, Quando l’amore brucia l’anima), che aveva già lavorato con Jay Roach in All The Way. Morgan ha dato il tocco finale ai personaggi, utilizzando più di 45 parrucche personalizzate.
Dopo aver visionato molto materiale d’archivio della Fox News, Morgan ha notato l’evoluzione nello stile, dall’era Gretchen Carlson, a quella di Megyn Kelly. “Gretchen aveva quello stile così tanto Fox, con tantissimi capelli”, osserva “ma quando Megyn diventa la star del momento, corre qualche rischio in più”.
Morgan era attirata soprattutto dal drastico taglio corto di Kelly del 2016, proprio prima dell’inizio dei dibattiti nel partito repubblicano. “Mi sarebbe piaciuto poterle parlare e chiederle perché si era tagliata i capelli. Con la mia esperienza professionale di 30 anni, avevo la sensazione che volesse comunicare che voleva essere presa sul serio. Era la dichiarazione di una donna che stava prendendo il controllo della propria vita e dell’immagine con cui voleva essere vista”.
Per Morgan è stato piacevole anche lavorare su Margot Robbie/Kayla. Morgan dice di Kayla: “Abbiamo preso la dolce e innocente ragazza della Florida delle previsioni meteo e le abbiamo dato il look Fox, quello che io chiamo ‘il gelato’. È come un cono, con questa cascata di panna montata di capelli finti”.
Con così tanti personaggi, anche oltre a quelli principali, c’era un’ampia gamma di stili da esplorare. “Abbiamo passato in rassegna l’intera gamma, dallo stile old school di Roger Ailes, Bill Shine e Rudy Giuliani, alle conduttrici come Kimberly Guilfoyle, Ainsley Earhardt e Alysin Camerota e ai loro colleghi maschi come Bill O’Reilly, Sean Hannity, Chris Wallace e Bret Baier. Quando li avevamo tutti insieme nella stessa stanza, era fantastico da vedere. C’era un senso di rispetto verso i personaggi reali, che ci faceva essere attenti a non oltrepassare il limite, verso la caricatura”.
Dopo la fine delle riprese, il lavoro di Roach è stato altrettanto intenso. È andato al montaggio insieme a Jon Poll, con cui lavora da tempo, e al montatore addizionale Nina Kawasaki. “Jon è bravissimo a selezionare le performance migliori” dice Roach. “Spesso è lui che trova quel momento particolare che stavo cercando. Ha creato l’emozione e il ritmo del film, che è più ricco e rapido”.
Quando il film ha trovato la sua struttura dinamica, Roach ha terminato la colonna sonora con il compositore Theodore Shapiro, con cui aveva già lavorato in A cena con un cretino. Questa era una sfida completamente diversa. Coscienti dei rischi di una composizione originale, Shapiro e Roach hanno optato per una colonna sonora non convenzionale, che incorpora voci femminili, come un coro greco che commenta gli eventi.
“Teddy ha avuto l’idea di una strumentazione che è quasi tutta voci”, spiega Roach, “lavora sull’idea delle donne, sia come individui che come forza collettiva. Sono riconoscente a Teddy per aver creato una musica così incredibile”.
Il tocco finale è il brano originale di Regina Spektor One Little Soldier. Roach ricorda quando ha ascoltato il brano per la prima volta “Le ho detto: Regina, hai riassunto l’intero film, come ci sei riuscita? E lei mi ha risposto che aveva tenuto a mente quello che io le avevo detto, su cosa fosse quello che contava davvero di questa storia, l’idea di una donna che da sola, fa un passo avanti per mettere in discussione un’intera istituzione”.
In realtà, quell’idea, semplice ma molto grande, è stata fonte di ispirazione per quasi ogni elemento del film. “Credo che tutti avessimo in testa il fatto che ci sono molte donne in questa situazione proprio adesso, che stanno facendo dei passi, senza sapere se ci sarà qualcuno a sostenerle”. Afferma Roach.
Roach vede la situazione con speranza che ci sia più supporto e pensa che il cambiamento è già in corso. “C’è ancora così tanto di cui parlare, e questo film è solo una parte della discussione”, afferma il regista. “Ma non si può mai sapere, come ben mostra questa storia, a volte basta una persona a tirar fuori la voce, perché qualcosa abbia inzio”.
Bombshell è stato classificato R in Usa dalla Motion Picture Association per materiale e linguaggio a sfondo sessuale.
Il film è ispirato a eventi reali. Alcuni nomi sono stati cambiati e alcune scene, dialoghi e personaggi, sono stati creati a scopi drammatici.

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Bombshell disponibile in Digitale da venerdì 12 Giugno 2020 e in DVD da mercoledì 15 Luglio 2020
info: 17/04/2020 (Prime Video).

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