Locandina Don Jon

Don Jon (2013)

Don Jon
Locandina Don Jon
Don Jon è un film del 2013 prodotto in USA, di genere Commedia diretto da Joseph Gordon-Levitt. Il film dura circa 90 minuti. Il cast include Joseph Gordon-Levitt, Scarlett Johansson, Julianne Moore, Tony Danza, Glenne Headly, Brie Larson. In Italia, esce al cinema giovedì 28 Novembre 2013 distribuito da Good Films. Al Box Office italiano ha incassato circa 808684 euro.

Jon Martello è un don Giovanni dei nostri giorni, che oggettifica tutto nella vita: a partire ovviamente dalle donne. I suoi amici lo chiamano Don Jon per la sua infallibilità nel portarsi a letto una bellissima ragazza ogni weekend: ma la sua dipendenza dalla pornografia lo ha reso insoddisfatto della sua vita, e decide allora d'intraprendere un cammino che gli resttuisca gratificazione e gioia anche dalla sua vita sessuale. Finirà con il considerare un quadro più ampio e per imparare molto sulla vita e sull'amore grazie all'aiuto di due donne. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 28 Novembre 2013
Uscita in Italia: 28/11/2013
Data di Uscita USA: venerdì 18 Ottobre 2013
Prima Uscita: 18/10/2013 (USA)
Genere: Commedia
Nazione: USA - 2013
Durata: 90 minuti
Formato: Colore
Produzione: Voltage Pictures, HitRecord Films, Ram Bergman Productions
Distribuzione: Good Films
Box Office: USA: 23.489.000 dollari | Italia: 808.684 euro

Recensioni redazione

Don Jon, la recensione
Don Jon, la recensione
Giorgia Tropiano, voto 6/10
L'attore Joseph Gordon-Levitt esordisce alla regia con Don Jon, divertente commedia scritta e interpretata da lui, a fianco di due attrice importanti come Scarlett Johansson e Julianne Moore. La pellicola è ironica, intelligente e molto provocatoria ma presenta anche punti deboli, momenti troppo ripetitivi e un finale molto convenzionale.

Note di Regia

"Ho pensato che la relazione tra un maniaco del porno e una fanatica di film d'amore fosse esilarante per una commedia romantica, centrava il punto. Così è cominciato tutto".

Stavolta Joseph Gordon-Levitt non tira pugni a nessuno, ma scrive, dirige e interpreta questa gradevole commedia, insieme provocatoria e onesta, distribuita negli Stati Uniti con un divieto ai minori. Don Jon affronta, infatti, temi spinosi: la tendenza a considerare le altre persone come oggetti, l'intimità, il valore dei media oggi, per citarne solo alcuni, e lo fa con la tenace schiettezza che contraddistingue tutte le interpretazioni del suo autore, sia l'inconsolabile outsider innamorato senza speranze in (500) Giorni Insieme, sia il sopravvissuto al cancro in 50 e 50 o il poliziotto inflessibile de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno. Don Jon, è una commedia esilarante, ma anche una dissertazione genuina e frizzante sul moderno machismo americano.

Anche se il film si presenta sulla carta come la prima commedia americana tradizionale sulla pornografia (i motivi per cui ne facciamo uso, perché continuiamo a guardarla), Gordon-Levitt si affretta a puntualizzare che il suo Don Jon non si concentra affatto sul porno: "Volevo raccontare una storia romantica", dichiara. "Ma ho notato che spesso quello che si frappone all'amore è la tendenza a trasformare l'altra persona nell'oggetto dei nostri bisogni".

Gordon-Levitt recita sin da quando era bambino e la sua celebrità è in costante ascesa, conosce quindi per esperienza la stravaganza di diventare un oggetto anche, in particolare, nelle mani della stampa: "Ma capita a chiunque, anche ai miei amici al di fuori di Hollywood. Mettiamo le nostre aspettative gli uni negli altri e piuttosto che impegnarci con qualcuno, ascoltare ciò che ha da dire, vivendo il momento, chiudiamo le persone dentro a delle scatole con sopra un'etichetta".

"La mia intenzione era anche quella di equiparare la pornografia al resto dei media, anche ai prodotti generalmente convenzionali", prosegue Gordon-Levitt. "Lo vediamo continuamente nei film, in TV o nelle pubblicità, specialmente nelle pubblicità. Una persona – spesse volte una donna – è ridotta a una cosa, a un oggetto sessuale. Non importa se l'immagine sia vietata ai minori o accessibile al grande pubblico, il messaggio è lo stesso. Ecco volevo parlare proprio di questo, scherzarci su in qualche modo".

Se da un lato Jon tratta le donne come oggetti attraverso la pornografia, d'altra parte Barbara, che ha il volto di Scarlett Johansson, si perde nelle proprie fantasie. Una bellezza mozzafiato, cattolica ma affatto puritana, Barbara ha elaborato idee molto particolari su come debba essere una relazione, molte derivate dai vari film d'amore in stile hollywoodiano. "Le donne crescendo hanno già un'idea chiara di come dovrebbe essere un uomo, magari ispirata a un film o ai genitori, oppure alle favole", afferma Johansson. "Quindi, al pari di Jon, che si è creato un mondo fittizio per sottrarsi alla realtà dei fatti, Barbara crea un'immagine sua del futuro ideale, della vita perfetta, dell'uomo e della famiglia perfetti. Le sue fantasie non lasciano spazio all'umanità di una relazione".

"Impariamo ad avere o a subire queste aspettative ovunque", aggiunge Gordon-Levitt. "In famiglia, dagli amici, nella nostra parrocchia. Le assorbiamo dai media. Una cosa che mi ha sempre affascinato".
Questa oggettivazione reciproca costituisce il cuore della storia d'amore che sta al centro di Don Jon, secondo Gordon-Levitt: "Ho pensato che la relazione tra un maniaco del porno e una fanatica di film d'amore fosse esilarante per una commedia romantica, andava dritta al punto. Così è cominciato tutto".

Se ci sono voluti quattro anni per la realizzazione di Don Jon, il desiderio di diventare un filmaker in Gordon-Levitt risale a molto tempo prima. "Ho sempre avuto con me una videocamera, anche quando ero bambino. Poi, per i miei ventun anni, ho comprato la mia prima copia di Final Cut, il software di video editing. Da allora, ho montato un mucchio di corti e di video. Un'infinità, forse un centinaio. Onestamente, non credo sarei stato capace di dirigere un film se non fosse stato per questa mia esperienza".

Dopo aver scritto una serie di sceneggiature che non hanno portato a nulla, Gordon-Levitt è approdato all'idea centrale di Don Jon e si è reso subito conto che questo era il progetto migliore per il suo debutto dietro la macchina da presa. Commenta: "Questo film è, di fatto, uno studio sui personaggi. Non ci sono inseguimenti d'auto o esplosioni, non ci sono scene in un'altra dimensione. Sembrava qualcosa alla mia portata e ho deciso pian piano di ottenere un totale controllo creativo".

Sono trascorsi due anni di meditazioni sulla storia, poi è arrivata l'idea del personaggio mitologico di Don Giovanni. La figura tragica di Don Giovanni non si pente mai del suo atteggiamento libertino e tale mancanza determina abitualmente la sua rovina. Gordon-Levitt preferiva una conclusione più positiva: "Sarà che sono un ottimista. Penso sempre che le persone possano cambiare. E poi mi piace che un film abbia il giusto equilibrio tra luce e ombra. Volevo che il film mostrasse una luce alla fine del tunnel, che ci fosse speranza".

Ma è stato a Vancouver, durante le riprese della commedia 50 e 50 insieme a Seth Rogen e a Evan Goldberg che Gordon-Levitt ha finalmente individuato il tono appropriato al suo progetto. "L'approccio di Seth e Evan in 50 e 50 è stato di grande ispirazione. Era un vero spasso, ma l'umorismo non nasceva tanto dalle gag, quanto dai personaggi. Inoltre, il fatto che fosse vietato ai minori di 17 anni ha permesso al film di essere più autentico, la gente poteva dire quello che avrebbe detto veramente e fare ciò che avrebbe fatto nella realtà. Ho trovato allora il tono giusto per la mia commedia e ho cominciato a immaginare Jon come un palestrato della East Coast, con i capelli gelatinati. L'idea di interpretare un personaggio del genere mi faceva ridere, così ho continuato".

L'unico punto fermo durante tutta la progettazione è stata l'immagine di Scarlett Johansson nel ruolo di Barbara Sugarman. Grande estimatore delle sue interpretazioni in Lost in Translation – L'Amore Tradotto e Vicky Cristina Barcelona, Gordon-Levitt ha preso un aereo per Albuquerque per incontrarla sul set di The Avengers e avere l'occasione di discutere sulla sceneggiatura prima che lei la leggesse. "Abbiamo chiacchierato a lungo sugli uomini e sulle donne, l'amore e la passione, sui legami e l'oggettivazione, e poi i mezzi di comunicazione, la famiglia, la religione, ogni cosa", ricorda Gordon-Levitt. "Poco tempo dopo, ha letto la sceneggiatura e, fortunatamente, le è piaciuta. Non so che cosa avrei fatto se non avesse accettato".

Racconta Johansson: "Sono cresciuta a New York e quando ho letto la sceneggiatura ho pensato, questo personaggio lo conosco. È una bella ragazza a modo. Ha carattere. Seppure totalmente assorbita da ciò che immagina sia suo di diritto, resta cieca davanti alle dinamiche di coppia. In questo senso non è realista".

L'altra donna nella vita di Jon, forse ancora più stravagante, è Esther, sua compagna alle scuole serali, interpretata da Julianne Moore ("Game Change", Lontano dal Paradiso, The Hours, Il Grande Lebowski). Quando Esther lo sorprende a guardare un film porno sul cellulare durante una lezione, si accende una scintilla e inizia un sincero, a volte travagliato, rapporto. Con il tempo, Esther mostra a Jon una mentalità nuova e lo sostiene in un inaspettato percorso di crescita.

La Moore ammette che all'inizio era piuttosto reticente a leggere la sceneggiatura di Gordon-Levitt; non voleva comparire di nuovo in un film sulla pornografia, dopo aver interpretato un ruolo, decisivo per la sua carriera personale, come quello di un'attrice hard in Boogie Nights – L'Altra Hollywood. Una volta letto lo script, però, ha cambiato del tutto parere. "Mi è piaciuto davvero", confessa la Moore. "Non era per niente un film sulla pornografia. Pieno di inventiva e dai risvolti completamente inaspettati. Il percorso per costruire un'intimità attraverso quel tipo di oggettivazione impone dei forti cambiamenti. Raccontarlo attraverso le lenti del porno è divertente e originale".

Moore ha vestito con particolare piacere l'invidiabile mancanza di consapevolezza in Esther. Nel film, il personaggio è afflitto da una grave perdita, ma questa ferita paradossalmente le spalanca una serie di nuove possibilità. "Esther è estremamente presente, ma non sembra avere coscienza di come presentare sé stessa", spiega Moore. "Mi piace la sua curiosità innata per il mondo e per Jon. Non ha nessun particolare programma rispetto a ciò che le capita".

Jon Senior, padre del protagonista è Tony Danza ("Taxi", "Who's the Boss?") che interpreta un operaio la cui ossessione per i programmi sportivi in TV rispecchia in pieno quella del figlio per la pornografia. "C'è una scena nel film in cui Jon Senior sta raccontando questo straordinario aneddoto sulla moglie, su quanto fosse meravigliosa all'epoca", ricorda Danza. "È un momento commovente e tutti pensano: "Oh, ma che bella storia". Poi all'improvviso, comincia a urlare rivolto alla televisione perché hanno appena trasmesso una bella azione di gioco. Non se ne rende nemmeno conto".
"Sono convinto che attraverso la performance di Tony si comprenda bene come Jon Junior abbia ereditato il vizio di evadere dalla realtà", dice Gordon-Levitt. "In un certo senso, non importa se con un porno o uno sport. È la stessa volontà di disconnettersi da quello che abbiamo di fronte".

Per il suo ruolo davanti alla macchina da presa, Gordon-Levitt ha colto l'opportunità di interpretare un personaggio che il pubblico probabilmente non si aspettava da lui. "Sapevo che se un giorno avessi mai realizzato un film mio", afferma, "sarebbe stato qualcosa che nessun altro mi avrebbe lasciato fare. Se no che senso avrebbe avuto?".

Avendo lavorato per anni allo script, il primo giorno di riprese Gordon-Levitt si sentiva molto più preparato rispetto al solito. Il personaggio aveva comportato, inoltre, anche un impegno fisico non indifferente. Per apparire credibile nei panni di uno sbruffone che si vanta del suo fisico da body builder, l'attore si è allenato in palestra cinque giorni a settimana nei sei precedenti l'inizio della produzione. "Ho mangiato una quantità assurda di pollo e ho messo su circa cinque chili di muscoli", ha dichiarato. "La gente mi chiede ogni tanto se intendo mantenere quella routine, adesso che abbiamo finito di girare…. Assolutamente no!".

Per affrontare l'impresa di dirigere per la prima volta un film, Gordon-Levitt ha attinto dalla sua esperienza sul set come attore e si è rivolto ai suoi amici registi come Christopher Nolan (Inception, La Trilogia del Cavaliere Oscuro) e Rian Johnson (Brick – Dose Mortale, Looper) per avere qualche consiglio. "Rian mi ha lasciato parecchie annotazioni sulla sceneggiatura, è andato avanti per tutta la lavorazione", afferma. "È stata la mia spalla durante le riprese e in due occasioni è venuto sul set per assistere a un paio di scene. Quando ho detto a Chris del mio progetto di dirigere qualcosa, mi ha cominciato a fare domande. In genere, domande molto specifiche su come mi sarei approcciato al progetto".

L'intero cast è rimasto positivamente sorpreso della sicurezza mostrata sulla poltrona del regista da Gordon-Levitt e della sua capacità di comprendere profondamente gli attori. "Joe è molto attento al processo di caratterizzazione dei personaggi, al tempo necessario per cercare lo stato d'animo, al beneficio di fare una ripresa in più solo per vedere cosa succede", afferma Johansson. "Lavora senza sosta e spesso ci siamo trovati a fine giornata per le prove, abbiamo cercato la forma delle nostre scene".

Danza, che ha lavorato con lui nel 1993 in Angeli (quando Gordon-Levitt aveva solo dodici anni), è rimasto meravigliato di fronte all'evoluzione del giovane regista. "È evidente come in questi anni abbia osservato e imparato parecchio, ha talento da vendere", afferma Danza. "Ha una visione chiara di ciò che vuole. È un regista molto dotato".

"Joe è una persona eccezionale, sia come attore sia come regista", fa eco Julianne Moore. "Ogni giorno con lui è stato creativo, collaborativo e divertente".

Gordon-Levitt spera che Don Jon riesca nel suo intento iniziale: intrattenere il pubblico con una risata, offrendo una buona dose di onestà e, chissà, una riflessione sul reale significato di intimità: "In fondo, il film non parla solo della nostra tendenza a oggettivare gli altri, ma anche di come riusciamo a creare una connessione e come questo sentimento sia meglio di qualsiasi altra cosa".

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