Locandina Dove bisogna stare

Dove bisogna stare (2019)

Dove bisogna stare
Locandina Dove bisogna stare
Dove bisogna stare è un film del 2019 prodotto in Italia, di genere Documentario e Drammatico diretto da Daniele Gaglianone. Il film dura circa 97 minuti. Il cast include Jessica Cosenza, Lorena Fornasier, Georgia Borderi, Elena Pozzallo, Andrea Franchi, Jahanzeb Momand. In Italia, esce al cinema giovedì 17 Gennaio 2019 distribuito da ZaLab.

Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po' più sostanziosa. E' ancora lì. Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell'alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte, concretamente, una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall'altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 17 Gennaio 2019
Uscita in Italia: 17/01/2019
Genere: Documentario, Drammatico
Nazione: Italia - 2019
Durata: 97 minuti
Formato: Colore
Produzione: ZaLab, Medici Senza Frontiere (MSF) (in collaborazione con), Rai3-Doc3 (in collaborazione con)
Distribuzione: ZaLab

Immagini

[Schermo Intero]

Note di Regia

Questo documentario racconta di una possibile risposta a questi tempi cupi. Non racconta l'immigrazione dal punto di vista di chi sceglie di partire o è costretto a farlo: è innanzitutto un film su di noi, sulla nostra capacità di confrontarci con il mondo e di condividerne il destino.

Note di produzione

C'è un paese raccontato come terrorizzato dalle migrazioni e violentemente ostile nei confronti dei migranti. Su questa narrazione, una parte del ceto politico continua a costruire la propria identità e le proprie fortune elettorali. Un'altra parte del ceto politico sembra invece incapace di parlare a un paese spaventato e sempre più aggressivo. Ma esiste anche un altro paese, che pratica solidarietà e lotta per i diritti ogni giorno, in maniera spesso informale e non strutturata. Non è professionismo, e a volte non è nemmeno esattamente militanza. Dove bisogna stare racconta quattro donne, di età diverse, che in luoghi diversi sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune o quello spacciato come tale. Donne che appaiono fuori luogo rispetto alla narrazione dominante, quasi incomprensibili. Ascoltando i loro racconti e restituendo il loro quotidiano scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità. Scopriamo che non stanno fuori luogo, ma in un luogo molto reale, nel luogo in cui sentono di avere bisogno di stare. In opposizione alla retorica folle dell'invasione e della chiusura, e a quella dei raffinati ragionamenti dei benpensanti per mestiere, ci sono persone come Elena, Georgia, Jessica, Lorena e c'è la speranza di provare a uscire assieme dai problemi e dalle tensioni causate da un fenomeno epocale come le migrazioni, fenomeno che fa emergere con forza le contraddizioni e le ingiustizie della nostra società.

Note di fotografia

Dal punto di vista fotografico le riprese si dividono lungo quattro dimensioni narrative complementari, tese a restituire la complessità emotiva, riflessiva e d'azione delle quattro protagoniste del film:

OSSERVAZIONE: la macchina da presa utilizzata sempre come macchina a mano ci accompagna dentro alle quattro storie seguendo il punto di vista delle protagoniste, muovendosi con loro nei mondi e nelle relazioni che costruiscono la loro scelta di vita, accompagnando lo spettatore a scoprire lentamente il contesto in cui si muovono, attraverso la mediazione unica di quello sguardo.

RIFLESSIONE: in alcuni luoghi centrali per l'esperienza raccontata nel film la macchina da presa, anche qui utilizzata come macchina a mano, si ferma in inquadrature fisse ma instabili, che lasciano trasparire il respiro dell'operatore, suggerendo non più il punto di vista diretto delle quattro donne, bensì un punto di vista esterno che si pone in una relazione di ascolto. In questi momenti le protagoniste si raccontano attraverso un soliloquio, una voce interiore su ciò che stanno vivendo o hanno vissuto in relazione a quel luogo. Si tratta di una voce del pensiero che non ha un interlocutore diretto, come in una classica intervista, ma diventa piuttosto uno spazio di riflessione intima e individuale.

INTERVISTE: lo spazio per la memoria è restituito attraverso quattro lunghe interviste girate in luoghi intimi per le quattro donne, tutte girate con una macchina fissa in cavalletto che lascia la stabilità e il tempo di un confronto lento tra l'esperienza delle quattro diverse storie. Le quattro interviste sono fotografate e illuminate tutte nello stesso modo, in un momento serale nella penombra di quegli spazi privati per permettere in montaggio di muoversi tra un racconto e l'altro costruendo così un dialogo diretto tra le quattro storie.

Medici Senza Frontiere

In un periodo in cui chi opera per salvare le vite di persone costrette a fuggire dalla guerra e dalla miseria subisce forti pressioni, culminate in procedimenti giudiziari nei loro confronti, questo documentario è uno strumento necessario a cambiare la narrazione dominante sulla percezione che gli italiani hanno riguardo la presenza di persone migranti nel nostro Paese.

Medici Senza Frontiere (MSF), organizzazione medico-umanitaria indipendente che opera in 72 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie, ha collaborato all'ideazione e alla realizzazione del film."In un periodo in cui chi opera per salvare le vite di persone costrette a fuggire dalla guerra e dalla miseria subisce forti pressioni e chiari episodi di criminalizzazione, questo documentario vuole cambiare la narrazione dominante sulla percezione che hanno gli italiani riguardo la presenza di persone migranti nel nostro Paese." dichiara Claudia Lodesani, medico infettivologo e presidente di MSF in Italia. Sono almeno 10.000 le persone in Italia, in prevalenza richiedenti asilo e rifugiati, che vivono senza un tetto, cibo sufficiente e un adeguato accesso alle cure mediche, come denunciato da MSF nel rapporto "Fuori campo", frutto di un lavoro di monitoraggio compiuto nel 2016 e nel 2017 in circa 50 insediamenti informali in tutta Italia. MSF lavora in Italia dal 2002 con diversi progetti di assistenza sanitaria e psicologica a migranti, rifugiati e richiedenti asilo. A Roma MSF gestisce un centro di riabilitazione per i sopravvissuti a tortura e per le vittime di trattamenti crudeli e degradanti. A Torino, nelle palazzine dell'Ex Moi, e a Palermo, nel quartiere Ballarò, MSF promuove l'accesso di rifugiati e migranti ai servizi sanitari pubblici territoriali, superando le barriere linguistiche e amministrative.

Le protagoniste

Elena, Ulzio – Val Susa. L'inizio ideale di questo viaggio parte dalla terra di confine dove in questo momento la tensione è più alta: la zona tra Bardonecchia e Briançon. Ultimo lembo della Val di Susa nella parte italiana, in questo tratto della frontiera occidentale dall'inizio dello scorso inverno, molti migranti che non trovano la possibilità di attraversare il confine blindato di Ventimiglia/Menton si sono riversati a Bardonecchia per tentare di giungere in Francia passando per le montagne. Chi conosce la Valle non si stupisce affatto della risposta immediata a questa emergenza, perché si tratta di una zona abituata da sempre a mobilitarsi per lotte vecchie e nuove e ad affrontare con movimenti nati dal basso situazioni difficili. Elena, donna che vive ad Ulzio, in alta val di Susa, è figlia di questa valle e della sua cultura. Come per molte altre persone, per Elena occuparsi del nuovo fronte aperto a Bardonecchia è fisiologico. Elena lavora presso un istituto superiore che si occupa di formazione, e conduce una vita intensa e impegnata, ma nonostante tutto non si è tirata indietro quando si è trattato di affrontare forse uno dei casi più difficili: un giovane camerunense salvato in extremis da alcuni volontari sulle montagne ha corso il rischio dell'amputazione dei piedi per congelamento e dopo una degenza in ospedale, che non poteva protrarsi ancora, occorreva trovare una soluzione temporanea ma stabile. Elena ha aperto la sua piccola casa a questo ragazzo decidendo di ospitarlo e seguirlo fino a quando non riuscirà a trovare almeno una sua autonomia di movimento.

Georgia, Como – Como è terra di frontiera, la Svizzera è appena fuori dal centro cittadino. È una frontiera che non si percepiva da almeno quarant'anni: oltre confine si parla italiano; molti dei cittadini lavorano in Svizzera, per i salari più alti; e molti svizzeri vengono a fare la spesa in città per i prezzi più bassi. Anche negli ultimi anni era un passaggio relativamente tranquillo per persone di origine straniera – con diritto d'asilo o senza – che andavano verso il Nord Europa. A luglio 2017 la guardia di frontiera svizzera cambia politica, e comincia a respingere sistematicamente. Nel giro di pochi giorni, fra la stazione ferroviaria di Como San Giovanni ed il parco antistante cominciano ad accamparsi i migranti bloccati. Georgia ha 26 anni. Faceva la segretaria in uno studio medico; saputo dell'arrivo dei primi migranti in stazione ha allungato per comprare una decina di spazzolini e qualche tubetto di dentifricio; si è trovata davanti 80 persone. Ha deciso di spenderci le ferie. Da quel momento, sostanzialmente, non ha più smesso.

Lorena, Pordenone – Lorena, 64 anni, psicologa clinica e psicoterapeuta, ha diretto per molti anni il servizio adozioni dell'ASL di Pordenone. Da poco più di due anni è in pensione. Da vent'anni convive con Andrea Franchi, un ex professore di filosofia bolognese di 84 anni. Incontriamo Lorena e Andrea nella prima periferia di Pordenone, di fronte ad una vecchia area industriale ormai vuota da anni, che tutti chiamano "jungle". È uno dei luoghi in città in cui trovano riparo Pakistani, Afghani e Bengalesi che non riescono ad entrare nei percorsi di accoglienza istituzionali. Sono per lo più ragazzi tra i 18 e i 25 anni. L'area è delimitata da alte reti di alluminio in cui dei piccoli cartelli bianchi vietano l'accesso per pericolo di crollo. Nonostante l'età, Lorena e Andrea scavalcano con agilità e ci invitano a seguirli. Nella jungle incontriamo una decina di ragazzi per lo più pachistani che li accolgono con grande affetto. Lorenza diventa fondamentale, portando aiuti, informazioni e attenzione a chi deve rifugiarsi nella jungle.

Jessica, Cosenza – Jessica è la più giovane delle quattro. Ventidue anni, minuta, è il centro di gravità di una grossa occupazione abitativa a Cosenza. In via Savoia, dentro un edificio abbandonato che ospitava gli uffici dell'ATER, vivono quasi ottanta persone. Famiglie, singoli, gambiani arrivati da poco in Italia, marocchini che ci stanno da vent'anni, italiani. Bambini, adulti ed anziani. Non fa alcuna differenza. Per Jessica non ci sono italiani e stranieri: ci sono persone che condividono un bisogno radicale, il bisogno abitativo, e che si organizzano per risolverlo dialogando con gli altri abitanti del quartiere e con le autorità. Non c'è umanitarismo nelle motivazioni di Jessica: se occupa non è per dare una mano a qualcuno più sfortunato di lei; è perché lei stessa ha questo bisogno. Casa sua è una stanza al primo piano, un bagno condiviso con altri tre nuclei, lo spazio comune dell'occupazione, che è una stanzetta in cima alle scale, un vasto cortile di cemento, e la guardiola all'ingresso in cui a turno gli occupanti stanno di guardia, cantano, chiacchierano e fumano sigarette, per non farsi trovare impreparati da un possibile sgombero.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:

Puoi cercare "Dove bisogna stare" nelle principali piattaforme di VOD: [Apri Box]
DVD E BLU-RAY FISICI:
Non abbiamo informazioni specifiche ma puoi aprire i risultati della ricerca di DVD o Blu-Ray per "Dove bisogna stare" o correlati su Amazon.it: [APRI RISULTATI]
Impostazioni privacy