Locandina Jason Bourne

Jason Bourne (2016)

Jason Bourne
Locandina Jason Bourne
Jason Bourne è un film del 2016 prodotto in USA, di genere Azione e Thriller diretto da Paul Greengrass. Il film dura circa 123 minuti. Il cast include Matt Damon, Tommy Lee Jones, Alicia Vikander, Vincent Cassel, Julia Stiles, Riz Ahmed. In Italia, esce al cinema giovedì 1 Settembre 2016 distribuito da Universal Pictures. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 14 Dicembre 2016. Al Box Office italiano ha incassato circa 2683237 euro.

Il più pericoloso ex-agente CIA è costretto ad uscire dall'ombra.

Quasi due decenni fa, un brillante giovane soldato si era offerto come volontario per un programma dalle opportunità particolari dopo aver appreso che suo padre era stato ucciso dai terroristi. Gli era stato promesso che avrebbe potuto far onore alla sua famiglia e al suo paese migliorando un intelletto già impressionante, e aumentando le proprie abilità e le capacità di adattamento oltre ogni immaginazione. Era tutto falso. Sottoposto ad un training brutale che lui non ricorda, da parte di persone che non poteva all'epoca identificare, l'assassino addestrato da un'elite e conosciuto col nome di Jason Bourne si è trasformato in un'arma umana da 100 milioni di dollari che, secondo i suoi progettisti, mostra dei difetti di funzionamento. Quando Bourne rintraccia i suoi creatori per scoprire il fine della loro operazione, loro cercano di eliminarlo e gli portano anche via l'unica donna che abbia mai amato. Dopo essersi vendicato, aver scoperto la sua vera identità e quello che crede essere l'obiettivo dei suoi creatori, Bourne sembra aver trovato un po' di pace e scompare di scena per sempre … o così sembrava. Ma viene attivato un nuovo programma – sviluppato da una struttura di potere globale più intricata e ambigua rispetto al periodo delle super potenze in cui Bourne è stato creato – così viene gettato allo scoperto da una rete molto più funzionale e più pericolosa di qualsiasi singolo governo. L'obiettivo unico di questo agglomerato di potere è quello di utilizzare a proprio favore il terrorismo, la tecnologia e l'insurrezione per portare a termine il suo piano finale. Mentre i suoi inseguitori credono che Bourne si presenterà per farsi ricondizionare se in cambio gli offriranno ciò che più desidera al mondo, l'arma più elitaria che sia mai stata progettata sa una cosa che i suoi inseguitori non riescono ad afferrare: anche i soldati più addestrati difendono gli innocenti dal potere incontrollato.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 1 Settembre 2016
Uscita in Italia: 01/09/2016
Data di Uscita USA: venerdì 29 Luglio 2016
Prima Uscita: 29/07/2016 (USA)
Genere: Azione, Thriller
Nazione: USA - 2016
Durata: 123 minuti
Formato: Colore
Produzione: Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
Budget: 120.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 161.301.540 dollari | Italia: 2.683.237 euro
Classificazioni per età: PG-13
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 14 Dicembre 2016 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA Bourne

Cast e personaggi

Regia: Paul Greengrass
Sceneggiatura: Paul Greengrass, Christopher Rouse

Cast Artistico e Ruoli:
foto Matt Damon

Matt Damon

Jason Bourne
foto Tommy Lee Jones

Tommy Lee Jones

Direttore CIA Robert Dewey
foto Alicia Vikander

Alicia Vikander

Heather Lee
foto Julia Stiles

Julia Stiles

Nicky Parsons
foto Riz Ahmed

Riz Ahmed

Aaron Kalloor



Produttori:
Matt Damon (Produttore), Paul Greengrass (Produttore), Frank Marshall (Produttore), Jeffrey M. Weiner (Produttore), Ben Smith (Produttore), Gregory Goodman (Produttore)

Recensioni redazione

Jason Bourne, Recensione
Jason Bourne, Recensione
redazione, voto 7/10
Jason Bourne conferma la vera potenza della saga sotto ogni aspetto, e riesce a intrattenere con scene di azione estrema.

Immagini

[Schermo Intero]

LA PRODUZIONE

Jason Bourne è in gioco: L'agente segreto ritorna

Nel mondo della coreografia dell'azione, degli inseguimenti e delle sequenze complesse, i film della serie Bourne – con la loro storia e la loro struttura innovativa, hanno stabilito nuovi standard per un intero genere. Per quasi 10 anni, il pubblico ha espresso il desiderio che Greengrass e Damon si riunissero per un nuovo capitolo di questa serie che bilancia sapientemente intelletto, spionaggio e azione.
Nel mondo sono successe molte cose da quando l'agente segreto Jason Bourne è uscito di scena alla fine di The Bourne Ultimatum nel 2007 – ed è proprio il tempo trascorso a consentirne il ritorno. I registi attendevano il verificarsi di una serie di eventi socio-politici che rappresentassero un palcoscenico mondiale ideale per far proseguire la storia dell'iconico Bourne, e questi eventi hanno cominciato a verificarsi nel 2014.
Il produttore Frank Marshall – che ha fatto parte della squadra Bourne sin dal primo film – dice: "Abbiamo finalmente trovato la storia attuale e rilevante per giustificare il ritorno di Bourne. Tutti noi, insieme a Paul, Chris e Matt, abbiamo preso in considerazione tutta una serie di evoluzioni possibili e, alla fine, abbiamo trovato quella giusta. Una delle cose che desideravamo era di fare non solo un altro sequel dell'ultimo Bourne, ma di basarci su uno dei grandi cambiamenti del mondo moderno che fosse rilevante e che ci ispirasse a raccontare una nuova storia.
"Abbiamo tutti constatato il drastico cambiamento che si è verificato a livello mondiale, e questo ci ha ispirato a scrivere una storia attuale riferita a ciò che sta accadendo realmente oggi", continua. "Questa serie cinematografica è veramente speciale per me, perché ne sono stato parte fin dal primissimo momento, quando abbiamo preso l'idea da un libro di Robert Ludlum – all'inizio si trattava una storia ambientata nel periodo della Guerra Fredda – e l'abbiamo trasportata nel mondo del 21° secolo. Sono felice di far parte della squadra anche per questo 5 episodio, e anche di sapere che gli spettatori siano ancora curiosi di sapere cosa ne sarà di Bourne".
Il produttore Gregory Goodman afferma che ciò che Greengrass e il suo collaboratore di lunga data Christopher Rouse hanno creato con la loro sceneggiatura, non sia solo attuale, ma propulsivo: "Credo che l'attesa sia stata una cosa positiva, perché ha concesso al film la possibilità di raccontare problemi molto più seri e di farlo in maniera onesta. Un sacco di paranoie e di preoccupazioni raccontate nei film precedenti sembrano oggi quasi ingenue rispetto a quello con cui abbiamo realmente a che fare nel mondo del post scandalo WikiLeaks, portato alla luce da Snowden – oltre alla sensazione che esista realmente un governo segreto che opera a nostra insaputa dietro le quinte. Quello che trovo interessante è che anche il comportamento dei cosiddetti cattivi sia basato su argomentazioni valide. Per me è chiaro, come cittadino e al di là di questo film, che come società ci troviamo a dover compiere delle scelte difficili per mantenere un certo equilibrio tra il nostro bisogno di sicurezza con il nostro diritto alla trasparenza e alla riservatezza. Questo film esplora tale concetto, in un contesto di azione adrenalinica".
Sulla perdurante popolarità del personaggio cui ha dato vita, Matt Damon commenta: "Lo amiamo proprio come tutti gli altri, e siamo stati attenti a non mettere il carro davanti ai buoi e a non fare un altro film di Bourne semplicemente perché avevamo pronta una buona storia – volevamo invece aspettare che il mondo cambiasse un po'. Io e Paul ne abbiamo discusso spesso, e l'unica cosa che gli ho sempre detto è che avrei fatto il film fatto se lo avesse fatto anche lui. Abbiamo discusso spesso di tanti altri progetti e, nel frattempo, abbiamo fatto un altro film insieme. Passava un po' di tempo e tornavamo a parlare di Bourne, ma non ne è venuto fuori nulla di concreto fino a circa 18 mesi fa".
Il primo e più ovvio problema da affrontare era "dove è stato Bourne tutto questo tempo?" Secondo i tempi stabiliti con Ultimatum, l'agente segreto era uscito di scena alla fine del 2004. "E dunque che cosa ha fatto per 12 anni e come è ora la sua vita?", continua Damon. "Questa era la domanda più importante e più complessa cui dovevamo rispondere. Una volta stabilite queste due cose, il resto della storia ha cominciato a prendere rapidamente forma".
Non solo Bourne è stato assente, ma il mondo che si è lasciato alle spalle per tutti questi anni è ora molto diverso. Christopher Rouse, collega sceneggiatore di Greengrass da lungo tempo e premio Oscar per il montaggio di The Bourne Ultimatum, aggiunge: "Al centro di ogni film della serie Bourne c'è un personaggio patriota. Si è arruolato per difendere il suo paese ed è stato tradito dalle istituzioni al potere nelle quali lui credeva. Questi sono sentimenti molto palpabili nel mondo di oggi. Se si guarda alla crisi finanziaria e cosa è successo con la NSA, credo che alcune persone si sentano ingannate dal loro governo e stanno reagendo".
Rouse e Greengrass sono entrambi affascinati dalle questioni legate all'equilibrio che si cerca di mantenere tra la privacy mondiale e la sicurezza dello Stato, quindi ritanevano importante che Bourne fosse ossessionato dalle conseguenze delle azioni da lui compiute nell'ultimo film. Spiega Rouse: "Bourne aveva esposto il programma Blackbriar alla fine di Ultimatum, un'azione che per lui in quel momento aveva perfettamente senso. Tuttavia sono sicuro che la cosa debba avergli provocato dei ripensamenti da allora. E' un uomo di coscienza, ed è pieno di dubbi e rimpianti".
I realizzatori sostengono che il desiderio dei fan di sapere come continua la storia di Bourne ha giocato un ruolo importante in questa ultimo film della serie. Ma ammettono anche che altrettanto si debba dire del loro attore protagonista e del personaggio da lui creato in maniera così indelebile. Osserva Greengrass: "Un film della serie Bourne è come una famiglia. Tornano tutti. Adoro la cosa. La maggior parte delle persone non pensava che sarebbe successo, invece è stato proprio così. E 'un po' come una rock band che si riforma per un tour e propone nuovi brani insieme ad alcuni dei classici".
Goodman è d'accordo: "Matt fa del personaggio di Bourne un uomo qualunque col quale diventa facile identificarsi. E' un uomo che è riuscito a districarsi in una difficile situazione e che lotta per trovare la sua verità … un equilibrio personale. Inoltre, credo che semplicità e il realismo del film lo rendano diverso dagli altri dello stesso genere, e ciò contribuisce a far si che gli spettatori si convincano della veridicità della storia. Questa sensazione di guardare qualcosa di così realistico e la facilità di relazionarsi con Matt sono due caratteristiche avvincenti che rendono il pubblico interessate alla storia".
Tuttavia, senza una trama avvincente in cui immergere il personaggio, Bourne sarebbe rimasto al palo, cinematograficamente e non. Sottolinea Damon: "L'intero concetto dietro a questa quarta arena per la guerra informatica è quanto è successo recentemente in campo tecnologico, cosa che è decisamente davanti agli occhi di tutti – la nostra vita digitale, le nostre libertà civili, e fino a che punto siamo osservati. Bourne si ritrova in questo nuovo mondo".
Mentre il thriller tocca questioni politiche attuali, certamente il mondo ha sviluppato un certo cinismo e una certa stanchezza nei confronti delle persone alle quali abbiamo affidato il compito di amministrarlo per noi. Spiega Goodman: "Gli anni trascorsi dall'ultimo Bourne ci hanno portato a guardare il nostro modo in maniera molto diversa. C'è stato un sacco di trepidazione e preoccupazione per alcune delle scelte che la nostra società ha fatto a livello globale ".
Anche se chiaramente vi è la continuazione della storia di Bourne e della sua ricerca della verità, questo capitolo potrebbe anche funzionare come episodio a se. Spiega Marshall: "Si entra immediatamente nel mondo precedente di Bourne – quello dello spionaggio e degli agenti segreti, e oggi con i satelliti, la sorveglianza e tutte le informazioni facilmente accessibili, le persone hanno maggiore familiarità con questo mondo. Quando il pubblico comprende il mondo in cui vive Jason e quello che lui sta cercando di fare, entra subito nella storia anche se non ha visto i film precedenti. Mentre quelli che conoscono Jason e la sua storia desiderano conoscere quale sarà la sua prossima mossa e si godono altrettanto appieno lo spettacolo".
Questo spettacolo ha molto a che fare con chi è a condurlo, e Greengrass conosce a fondo il personaggio e il suo mondo. E' una partita giocata tra sostanza e stile. Il regista spiega: "Fare un film significa essere fedeli al tuo modo di vedere il mondo. Una delle cose che deve fare un regista è condurre l'orchestra – creare una sintesi – e parte del suo ruolo di conduttore è quello di dare il tempo.
"C'è il ritmo delle riprese, che è il ritmo con cui si gira", continua il regista. "Alla troupe piace quando si stabilisce un obiettivo preciso e le cose si muovono al giusto passo in quella direzione. C'è anche il ritmo interiore del film – inquadratura per inquadratura, e qual è quel ritmo? Si muovono tutti abbastanza in fretta o sono troppo veloci? E' la dinamica del coordinamento della macchina da presa, del suono, delle performance e della scena – tutto procede secondo il ritmo stabilito? Controllare tutto questo e stabilire i ritmi giusti già dall'inizio è una parte fondamentale di quello che stai cercando di fare".
E' questa dinamica che costituisce la sfida e il pregio dei progetti di Greengrass'. "Gli attori devono essere pronti. Devono conoscere le battute e sapere di cosa stanno parlando, perché a Paul piace girare in tempo reale e fare riprese lunghe", osserva Marshall. "Ci sono un sacco di pagine, quindi è una sfida per gli attori, ma funziona bene perché restano nella parte. Ed otteniamo un sacco di girato che risulta molto realistico ".
Discussioni stilistiche a parte, Damon afferma: "La ragione numero uno per cui abbiamo fatto il film è che la gente voleva vederlo. Sia che mi trovi in aeroporto, per strada o in qualsiasi altro posto la gente mi ferma e prima di tutto mi chiede: 'Farai un altro film di Bourne?' Da una parte la cosa è gratificante, ma ci mette un po' sotto pressione, perché un nuovo film deve essere all'altezza dei precedenti. Siamo tutti estremamente orgogliosi degli altri tre film, e vogliamo che questo nuovo si integri nella serie alla perfezione. Siamo emozionati e ansiosi, e sicuramente sentiamo il peso della responsabilità al riguardo, ma crediamo di sapere cosa il pubblico ami di questi film e stiamo facendo del nostro meglio per non deludere le sue aspettative.
Fa una pausa e poi aggiunge: "Sono sicuro che sarò sempre associato a questo personaggio anche se recito un sacco di altri ruoli. Quando interpreti lo stesso ruolo in quattro film è abbastanza inevitabile. Ma la cosa non mi crea problemi perché mi piace molto Jason Bourne".
Continuando su questo tema, Greengrass afferma: "La verità è che quando abbiamo iniziato non sapevamo ancora quale sarebbe stato il titolo del film. Lo chiamavamo Progetto Senza Titolo Bourne. Poi lo studio, ha detto, 'Che ne direste di chiamarlo Jason Bourne?' Ho subito pensato che fosse una fantastica idea, perché era classico, ma originale".
Con la sua squadra di base di nuovo riunita, Marshall osserva: "Il personaggio di Jason Bourne è ciò a cui il pubblico risponde. Stabiliscono con lui una certa empatia e desiderano che se la cavi. Credono in ciò che crede anche lui. E se potessi avere Matt Damon in ogni film, sarei felice. E' un essere umano sincero, gentile, dolce e meraviglioso, e un attore professionista molto collaborativo e con un grande senso dell'umorismo".

Scontro tra gli agenti: Si gettano luci ed ombre

Nel periodo in cui Bourne è stato fuori scena, sono cambiate molte cose. Spiega Greengrass: "Troviamo Bourne al confine greco / macedone, è tormentato e noi non sappiamo perché. E dunque, che cosa è accaduto a Bourne negli ultimi 10 anni e perché non ha trovato un po' di pace? La nostra storia racconta cosa dovrà fare per riuscirci".
Damon aggiunge: "Quello che scopriamo è che si è ripreso la sua libertà. Si è liberato dall'identità di Jason Bourne, ma questo non gli ha fatto trovare alcuna pace. E' un individuo tormentato, e all'inizio del film lo troviamo in preda ad una grande sofferenza".
Una delle costanti della sua vita frammentata è la sua collega Nicky Parsons, che indica a Bourne un possibile percorso per uscire da quel buio dell'anima. Rimasta anch'essa nell'ombra dopo il loro ultimo incontro, la Parsons ricompare all'improvviso tra la folla e consegna a Jason un biglietto in cui gli chiede un incontro. E' riuscita a penetrare nel sistema informatico che racchiude i dossier di tutte le operazioni segrete della CIA degli ultimi 30 anni. Una delle poche persone di cui Bourne si sia mai fidato, la Parsons ha esaminato i dossier top secret che lo riguardano.
La Parsons è interpretata ancora una volta da Julia Stiles, che ci racconta qualcosa che molti non sanno riguardo al suo personaggio: "Nel progetto originale alla fine di The Bourne Identity, Nicky finiva contro un muro e si rompeva l'osso del collo. Ma, fortunatamente per me, il film è stato rimontato e, 15 anni dopo, eccomi qui".
"Quando mi hanno scelta per la parte", continua l'attrice," ricordo di aver pensato, ma senza dirlo ad alta voce, 'Sono troppo giovane per essere nella CIA'. All'epoca avevo 19 anni", spiega la Stiles. "Così pensavo a Nicky come ad una ragazza molto ansiosa di far bene il suo lavoro, quasi fosse una perfetta assistente, molto dedicata. Con il passare del tempo diventata sempre più disillusa, in particolar modo a causa della sua personale connessione con Jason. Si preoccupa per lui perché sa cosa il programma abbia fatto alla sua psiche e alla sua vita. Quando la lasciamo in Ultimatum, anche lei è costretta a sparire di scena. La cosa ha cambiato drasticamente la sua vita. Sono felice che in questo nuovo film si ribelli, non abbia più paura e si arrabbi con l'agenzia. Lei non ha più nulla ed è stanca di fuggire. C'è una certa libertà nel non avere nulla da perdere. Così, si decide a rendere pubbliche le malefatte dell'organizzazione, non importa quale sia il costo, anche se significa esporsi ed essere costretta ad uscire dalla clandestinità".
Rouse spiega perché la Parsons sia così fondamentale per la storia: "Nicky ha scelto di agire. E' entrata a far parte di un collettivo di hackers e ha deciso di provare a cambiare le cose che secondo lei sono sbagliate. Bourne, d'altra parte, non vuole essere coinvolto, ma Nicky si rende conto che lui non ha scelta. E' uno che non può vivere senza un obiettivo e senza impegnarsi per raggiungerlo. E' proprio per questo che è entrato nel programma, ed è questo ciò che lo ha spinto a difendere il suo paese".
Col trascorrere del tempo ci sono stati dei cambiamenti ai vertici dell'agenzia. Ora al comando delle operazioni c'è il direttore della CIA Robert Dewey, un veterano e uno stratega raffinato. "Una delle più grandi sfide", spiega Greengrass, "è stato trovare un potente antagonista per Bourne. Abbiamo avuto dei grandi personaggi dall'altro lato della barricata, interpretati da Brian Cox, Chris Cooper e David Strathairn. E questa volta siamo stati incredibilmente fortunati ad avere Tommy Lee Jones per quel ruolo. E' entrato subito nel personaggio ed ha abbracciato in pieno il nostro metodo di lavoro – la nostra folle routine non è esattamente ciò cui era abituato, ma lo ha fatto con molto umorismo e sembrava anche divertirsi un sacco".
Jones si è dimostrato del tutto convincente nel pronunciare le battute che Greengrass e Rouse avevano scritto per il suo personaggio. Racconta l'attore: "Mi sono sempre divertito tanto a guardare questo tipo di film, e ho pensato che sarebbe stato piacevole fare uno. Era venuto il momento di tornare al lavoro, e conoscevo Matt da tanto tempo. Così tutto mi ha spinto ad accettare la parte. Ma soprattutto il fatto che sembrava che ci saremmo divertiti durente le riprese".
Detto questo, "divertente" sarebbe probabilmente l'ultimo aggettivo che chiunque utilizzerebbe per descrivere il personaggio del direttore Dewey. Racconta Jones: "Il mio personaggio vuole l'accesso ad un nuovo sistema della rete che consentirebbe l'accesso all'agenzia agli archivi informatici e alle comunicazioni di praticamente chiunque nel mondo". Sulla necessità o meno di considerare Dewey un personaggio "cattivo", Jones afferma candidamente: "Ma certo che è un cattivo. Sta cercando di uccidere il buono".
Marshall però non ne è così convinto. Spiega il produttore: "Un sacco di ciò che viene tirato in ballo in questi film e in particolare in questo, non è esattamente bianco o nero. Al centro della storia ci sono il patriottismo e la difesa del paese. Ma il personaggio di Tommy Lee Jones è molto molto complesso".
Aggiunge Goodman: "Dewey è un pragmatico e un duro che si sente nel giusto e che pensa che se lungo il percorso si romperanno un paio di uova non è poi così grave, e si deve comunque procedere. Lo spettatore può non essere d'accordo con lui, io posso non essere d'accordo con lui, ma capisco il suo punto di vista".
Senza dubbio, uno dei più grandi sviluppi degli ultimi dieci anni è stata l'importanza sempre maggiore dei servizi segreti informatici. Marshall spiega che se tale ramo dei servizi segreti esisteva già all'epoca di Ultimatum, non era certamente nulla di simile a ciò che è oggi. Commenta: "Uno degli elementi più importanti nei film di Bourne è che un sacco di personaggi non si fidano l'uno dell'altro. L'unico legame basato sulla fiducia è quello tra Bourne e Nicky. D'altra parte, cioè dalla parte della CIA, nessuno si fida di nessuno, e ciò aggiunge spessore al mistero e alla suspense".
Per garantire l'attualità del film, Greengrass e Rouse hanno creato il personaggio di Heather Lee, uno dei membri chiave del team di Dewey, interpretata dal premio Oscar Alicia Vikander. Una hacker dalle capacità straordinarie, è in grado di analizzare e prevedere, utilizzando i social media, i possibili conflitti in diverse parti del mondo – e quindi influenzarli o addirittura controllarli.
Goodman ci racconta del personaggio che sospetta che la Parsons sia alla ricerca di Bourne: "Heather è una giovane donna che si è laureata a Stanford ed è stata reclutata da molte organizzazioni. Avrebbe potuto scegliere il settore privato e guadagnare milioni, ma è chiaro che si tratta di una persona intelligente e consapevole di ciò che conta nella sua vita. Non è solo ambiziosa, vuole anche lasciare il segno; sente che passerà alla storia se riporterà Bourne all'agenzia. Avevamo bisogno di un attrice piuttosto forte, in grado di contrastare Tommy; il loro rapporto è sicuramente molto conflittuale".
Esperta in contro-insurrezioni e in attacchi con i droni – e un agente con grande esperienza in operazioni estremamente strategiche – la Lee chiede che le venga assegnata questa missione e promette di scovare la Parsons e Bourne. Da Atene a Berlino a Londra e Las Vegas, la Lee li rintraccia in tutto il mondo. E quando comincia a credere che Bourne potrebbe essere preso e ricondizionato, commette gli stessi errore mortali di quelli che l'hanno preceduta.
Per Rouse, che ha collaborato alla realizzazione di tutti i film sin dall'inizio, era fondamentale che nel mondo creato insieme a Greengrass entrasse un personaggio femminile giovane e deciso. Spiega: "Uno dei punti chiave della serie cinematografica è che Bourne è un personaggio che scava nel passato per cercare di comprendere il suo presente e il suo futuro. Quindi è stato fondamentale avere un personaggio che lo trascinasse nel futuro. Volevamo qualcuno che non avesse un bagaglio come Dewey, che è una delle reliquie della CIA – ma qualcuno che guardasse avanti e che ponesse a Bourne dei quesiti".
Greengrass afferma: "Questo personaggio doveva possedere distinte capacità individuali oltre a quelle di cui la nuova generazione è in possesso. Avevo visto Alicia in Ex Machina e in The Danish Girl, ed era magnifica in entrambi. Ma, in tutta onestà, non credevo che avrebbe accettato. Per me, quando sei nella fase iniziale della produzione di un film, la prima volta che offri a qualcuno di interpretare una parte è fondamentale, perché la prima reazione è quella che ti fa mettere i piedi per terra . Così, l'ho invitata a pranzo".
Quel pranzo si è rivelato un momento importante per l'attrice. Spiega la Vikander: "Quando ho pranzato con Paul, gli ho raccontato una cosa che probabilmente avrà creduto che abbia inventato espressamente per il nostro incontro. Invece, era tutto vero! Quando sono arrivata a Londra, ho condiviso un appartamento con tre ragazze, non lontano da dove ci siamo ritrovati a girare, nel quartiere di Paddington. Eravamo così squattrinate che ci scambiavamo i vestiti; dividevamo i letti. La domenica, quando non avevamo abbastanza soldi per andare al pub, ci chiedevamo: 'Guardiamo Bourne?' Ed è proprio quello che abbiamo fatto. Abbiamo guardato e riguardato il film tante volte. Dopo il mio incontro con Paul, le mie vecchie coinquiline sono state le prime persone cui ho telefonato".
Sul perché amasse così tanto i precedenti film di Bourne, la Vikander aggiunge: "Sono cresciuta guardando i film di spionaggio, e mi ero abituata ad una certa omogeneità nel genere. Improvvisamente, mi sono trovata di fronte a qualcosa di completamente nuovo, e mi sono chiesta, 'E se Bourne esistesse davvero? E se veramente si trovasse in azione sulle nostre strade?' Mi piaceva l'idea che desiderassi che fosse tutto vero. Ho apprezzato molto l'integrazione nella storia dei vari aspetti sociali e politici, perché rendono il film intelligente, pur mantenendo alto il livello di intrattenimento".
Ben presto, la Vikander è entrata a far parte della produzione di Jason Bourne. "Lavorando con Paul", spiega, "beh, si ha la sensazione di far parte di un meccanismo ben oliato. C'erano un sacco di maschi sul set. C'erano un sacco di dialoghi molto tecnici da imparare, ed è stato un po' faticoso. Ma non appena ho superato quello scoglio, ho cominciato a divertirmi un sacco".
Damon racconta che, aggiungendosi agli intricati retroscena e alle amicizie di lunga data dei film precedenti – la Vikander e Jones sono stati un meraviglioso acquisto per la famiglia. Spiega l'attore: "Alicia ha portato alla storia questo elemento giovanile, e Tommy Lee è un mito. In sostanza, tutti i film sono incentrati sul ritorno del figliol prodigo che, in preda alla rabbia e alla frustrazione, affronta suo padre. Se osservi la trilogia, quello è l'arco narrativo che il film segue. Adesso viene rivelata la profonda connessione che esiste tra il mio personaggio e quello di Tommy Lee. C'è un fatto che tormenta Bourne nel profondo, ed è indispensabile una resa dei conti".
Questo filo della storia lega anche Dewey e Heather. Racconta Jones: "Ti fai l'idea che Dewey sia stato un mentore per lei nel corso della sua carriera. E come accade nei confronti di qualsiasi figlio, ecco che affiora un certo risentimento. C'è un parallelo tra il personaggio di Jason Bourne e quello di Heather Lee. Questa è una delle loro caratteristiche comuni: l'aver avuto un pessimo padre".
Dove esistono nuovi metodi di condivisione e di furto di informazioni segrete, ci sono anche nuovi re. Uno di questi individui dallo spirito imprenditoriale è Aaron Kalloor, fondatore e C.E.O. del social network Deep Dream -descritto come un luogo sicuro in cui gli utenti possono esprimersi, esplorare idee e scambiarsi merci e servizi. Si differenzia dagli altri molti siti simili perché si basa sul principio della tutela assoluta della privacy per i suoi utenti. Un tale tesoro si rivela irresistibile per le menti brillanti che spiano quelli che credono di non venire osservati.
Nel ruolo di Kalloor troviamo l'attore inglese Riz Ahmed, noto per il suo lavoro ne Lo sciacalloNightcrawler e in Four Lions. Parlando del suo personaggio, l'attore spiega: "Aaron è un personaggio comprensivo, ma è anche un po' furbetto. E' interessante mettere in una buona luce un tale personaggio, sottolineandone l'altruismo e i nobili obiettivi, ma anche il fatto che non disdegni le complicazioni e che esista la possibilità che forse stia agendo per il proprio interesse personale".
Ahmed ha definito la sceneggiatura di Greengrass e Rouse ricca di personaggi complessi,con gli indizi di quello che sarebbe poi accaduto sparpagliati ovunque. "Ogni battuta è un invito a scavare un po' più a fondo e ad entrare nella tana del coniglio", spiega l'attore, "per cercare di saperne di più sul mondo in cui vive questo personaggio. Ho letto un sacco di articoli sul business della Silicon Valley, per farmi un'idea più precisa dell'atmosfera e dell'ethos di quell'ambiente. Ci sono un sacco di geni, e sembra un luogo idilliaco. Ma è anche un posto dove regna il capitalismo ma che è tuttavia pervaso da un senso di sfiducia nelle capacità del governo di realizzare 'grandi cose'. Lì vogliono fare le cose a modo loro".
A Vincent Cassel, che interpreta l'enigmatico personaggio di The Asset, interessava di più lasciarsi coinvolgere nella produzione e nel processo creativo di Greengrass, che non il ruolo particolare che avrebbe dovuto interpretare. Cassel spiega cosa significhi seguire le orme dei grandi cattivi di Bourne come Clive Owen e Edgar Ramírez: "Ogni serie cinematografica ha il suo stile, e sicuramente esiste uno stile Jason Bourne. Anche se il numero di eventi che si verificano in un così breve lasso di tempo potrebbe minarne la credibilità, la storia è raccontata con uno stile realistico, grazie a Paul. Le immagini del film sembrano rubate dalla realtà".
Spesso, quando Cassel discuteva con Greengrass del suo personaggio, insisteva molto sul suo modo di muoversi e di comportarsi. Spiega l'attore: "E 'attraverso l'azione e l'evoluzione della storia che comprendiamo le motivazioni di questi personaggi. Abbiamo spesso usato l'aggettivo 'squalo'. Ogni volta che mi muovevo e recitavo in maniera troppo contenuta, mi diceva di essere più' squalo. Non ho molte battute e ciò, a volte, rendeva la cosa piuttosto impegnativa, perché la nostra tendenza naturale è quella ad interagire con altri attori. Per The Asset invece, si trattava perlopiù di andare dritto all'obiettivo in ogni scena".
E 'stato l'aspetto più viscerale della serie cinematografica ad intrigare l'interprete di Django Unchained Ato Essandoh che interpreta il ruolo di Craig Jeffers, vice del direttore Dewey. Racconta Essandoh: "Quello che mi piace di questa serie cinematografica è che ti chiede 'Come usciresti tu da una situazione impossibile?Beh, Jason Bourne ci riesce'. E' realistico, grintoso, e io adoro il corpo a corpo. Non erano solo calci, pugni, rumori e simili. Quelle scene ti catturano … sono molto realistiche".
Parlando degli agenti suoi omologhi nella vita reale e delle scelte difficili che devono compiere ogni giorno, Essandoh commenta: "Avventurarsi in situazioni oscenamente pericolose ti scatena tutta una serie di emozioni, ed è necessario riuscire a bloccare queste emozioni in modo da poter fare il tuo lavoro. Penso che se credi nella tua causa, e se conosci bene la tua missione, devi convincerti – a torto o a ragione – che quello che stai facendo lo stai facendo per il bene della popolazione. Se riesci a convincerti di questo, allora puoi fare qualsiasi cosa".
Il personaggio di Christian Dassault si è convinto che la sua violazione al sistema informatico a livello mondiale sia avvenuta per il bene della società – ed è proprio in virtù di queste sue grandi capacità di hacker che Bourne lo cerca per avere delle risposte. Dassault è interpretato dall'attore tedesco VINZENZ KIEFER, che stava per partire per le vacanze di un mese in India (si era persino rasato la testa!), quando gli è arrivata la richiesta di inviare un provino registrato. Così ha chiesto alla fidanzata da fargli da operatore ed ha recitato la scena. E ad una settimana dalla partenza per l'India gli hanno comunicato che aveva ottenuto la parte.
L'attore ci racconta qualcosa del suo personaggio: "Per Dassault", spiega Kiefer, "probabilmente all'inizio era solo un gioco ed utilizzava la sua abilità di hacker solo per dar fastidio a qualcuno. Ora, invece, ha una missione. Per lui è diventato molto importante rivelare al mondo le informazioni che vengono deliberatamente tenute nascoste. Ritiene che viviamo nell'oscurità, noi che facciamo parte della massa, e che l'informazione sia ovunque, nei telegiornali, sulla stampa, in internet, in TV, sul telefono, sul tablet, sul computer e noi ci fidiamo di quello che leggiamo e sentiamo. Ma in realtà, sono tutte menzogne utilizzate per farci agire nella maniera che alcuni desiderano, per farci pensare quello che vogliono farci pensare, per farci essere come vogliono loro. E' tutto nascosto, e Christian vuole fare un po' di luce su tutto questo".
La Vikander trova che tra i personaggi da entrambi i lati della barricata ci siano delle similitudini, quando osserva: "La caratteristica comune a tutti i personaggi nei film Bourne è che sono tutti molto, molto dedicati e, di conseguenza, estremamente soli. Lavorano tutti molto intensamente in solitudine – puntano al loro obiettivo e non vedono nient'altro. Credo che ciò li renda incapaci di fidarsi della gente e così finiscono con l'isolarsi completamente".
Greengrass afferma che gli attori hanno dato la falsa impressione che il loro lavoro sia stato facile: "Questi ruoli sembrano abbastanza facili dal punto di vista della recitazione, ma non lo sono affatto. Sono un'immensa sfida attoriale a 360 gradi. Questi film della serie cinematografica sono dei veri mondi, e gli spettatori amano il mondo di Bourne. E tutti i nuovi personaggi devono fare la loro parte per garantire al pubblico questo punto di vista privilegiato. Quindi, qualsiasi attore o attrice di questo film deve centrare bene il suo personaggio, e poi affinarlo in relazione a Bourne. Perché, alla fine, tutti sono alla ricerca di Jason Bourne. A tutto questo vanno aggiunti i retroscena della storia e la fisicità della recitazione. Se non riesci a fare tutto questo il film non funziona. E' una sfida enorme, e l'intero cast è riuscito a vincerla".

Costruire un arma da 100 milioni di dollari: Gli spostamenti della produzione

Rimbalzare in giro per il mondo durante le riprese di un grande film d'azione richiede un immenso lavoro di pianificazione. Qualsiasi tipo di sforamento nel rullino di marcia relativo alla progettazione, all'organizzazione, allo sviluppo e alla costruzione, con conseguenti anticipazioni o posticipazioni, rappresenta un problema enorme per ogni produzione cinematografica. Ma non per Greengrass e la sua squadra.
Il regista spiega umilmente: "In ambito cinematografico, Jason Bourne è un peso medio non un peso massimo, tuttavia si lavora su scala reale. Girare in scala nei film significa dover riuscire a giostrare un sacco di elementi tutti allo stesso tempo, con folle, acrobazie, veicoli, luoghi, effetti, quindi il periodo di preparazione è fondamentale. Per questo film abbiamo dedicato tantissimo tempo alla preparazione, inoltre avevamo una squadra tecnica fantastica e quindi tutto ha funzionato perfettamente. La realizzazione di un film coinvolge tanta gente. Parliamo di 300 persone, che lavorano insieme, stabilendo un rapporto altamente collaborativo e che devono comprendere alla perfezione cosa facciano tutti gli altri. Riuscire a procedere secondo i tempi stabiliti genera fiducia. E' proprio come qualsiasi altra attività; come lo sport … è la stessa cosa. All'inizio ci possono essere degli intoppi, ma poi tutti agiscono in perfetta sintonia".
Tra gli incredibili tecnici su cui Greengrass e i suoi colleghi produttori hanno potuto contare per il film, c'è il regista della seconda unità SIMON CRANE, che ha collaborato alla realizzazione di alcuni tra i maggiori film d'azione degli ultimi trent'anni. Parlando del suo lavoro, Crane spiega: "Mi piace la sfida a dover trovare nuove soluzioni, ed è esattamente quello che i film di Bourne richiedono. Si prende una scena comune, la si modifica e alla fine si ottiene qualcosa di originale, ma, al tempo stesso, di realistico. Non puntiamo alla spettacolarità delle scene in quanto tale, perché tutto deve essere Bourne-centrico, cioè ottenuto realmente e non con effetti speciali. Non facciamo saltare automobili nel vuoto per centinaia di chilometri – tutto è più basato sui personaggi, e gli attori hanno fatto un lavoro incredibile".
Un altro fattore cui è legato il successo della serie cinematografica di Bourne sono le diverse location reali in cui vengono girati i film, come alcune zone di Tenerife (la più grande delle Isole Canarie, al largo delle coste del Marocco), Londra, Berlino, Washington e Las Vegas. È vero, alcune riprese sono state realizzate nei teatri di posa, ma secondo Marshall: "abbiamo filmato perlopiù nei luoghi reali che la gente vuole vedere".
Il calendario della produzione di Jason Bourne comprendeva 85 giorni di riprese dell'unità principale, oltre a 30 giorni di riprese della seconda unità – poiché l'idea di base era quella di girare le scene del film perlopiù in sequenza. Per tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo film di Greengrass, i cambiamenti sono stati all'ordine del giorno – scene modificate, nuove coreografie nella lotta, aggiunte di cose completamente nuove – tutto ciò che era necessario per assicurare al film il senso di attualità. Capacità e flessibilità sono stati quasi sempre ricompensati.
Ahmed parla forse per tutti gli attori, quando dice: "Paul ha questa straordinaria capacità di cambiare le cose mentre le sta facendo e riesce letteralmente a scrivere le scene mentre è sul set. Non si preoccupa se le idee gli vengono di botto e comportano magari dei cambiamenti impegnativi. Non crede in un unico modo di fare le cose, ed invita continuamente tutti ad offrire opinioni e a collaborare. Più volte mi sono ritrovato a girare una scena che aveva scritto solo il giorno prima. E visto che tutto quello che fa è studiato con grande attenzione, preciso e basato sulla realtà – e avevo già imparato le scene e mi ero preparato sul resto – non mi sentivo perso quando ricevevo una versione diversa di una scena. Lui le perfeziona in continuazione". (In effetti, in occasione di uno dei momenti più emozionanti per Ahmed – la conferenza in occasione del convegno EXOCON – Greengrass gli ha consegnato una versione totalmente nuova del suo discorso la mattina stessa delle riprese).
C'è un motivo se Marshall lavora così spesso con il regista: "E' un modo meraviglioso di realizzare un film. Non hai paura di esprimere un parere perché qualcuno potrebbe pensare male di te. Nessuno si sente insicuro nell'affrontare le questioni importanti. In alcune scene abbiamo introdotto modifiche fino all'ultimo minuto, perché quando arrivavamo al dunque qualcosa non filava bene, oppure a Matt non sembrava giusto, per esempio. Così andava da Paul e gli diceva, 'non credo che Bourne farebbe mai una cosa simile', e Paul era d'accordo. Alla sceneggiatura di Paul e Chris venivano continuamente apportate delle modifiche – perché tutti volevano che il film fosse perfetto".
Greengrass spiega che c'è comunque un metodo nella follia: «Senza un'adeguata preparazione non è possibile fare dei grandi film, perché si creano troppi problemi. Ma non si deve perdere la capacità critica e di modificare le cose dicendo, 'Beh, questo non funziona abbastanza,' così da cercare un'alternativa che potrebbe essere più efficace –lo hai pensato in un modo, ma vuoi provare qualcosa di diverso. Alla fine, tutti amano questo tipo di esperienza – è quello in cui tutti quelli che lavorano nel cinema credono: l'idea semplice".
La preparazione, anche se su scala minore, ha anche coinvolto i singoli attori, e per Damon – che ha deciso di non utilizzare una controfigura nelle sue scene di lotta – ciò ha significato allenare molto il fisico. Racconta l'attore, "Sono un po' più vecchio adesso di com'ero nei precedenti film, quindi mi ci è voluto un po' più di tempo. Mi sono allenato molto con i pesi, nel cross-training e nella boxe, oltre ad aver osservato una dieta rigorosa. Volevo continuare ad essere credibile in questo ruolo, quindi avevo bisogno di concentrarmi e prendermi cura di me".
Prima di interpretare The Bourne Identity nel 2002, all'attore era stato fatto notare che la boxe avrebbe influenzato la camminata del personaggio e anche il suo portamento, così Damon si è allenato nella boxe ogni giorno per sei mesi, partendo dalle basi e dal gioco di gambe, e da allora ha continuato ad allenarsi in questo sport. "All'epoca avevo 29 anni, adesso ne ho 45, quindi sono 16 anni che pratico questo sport che amo. Trovo che sia molto utile per questo personaggio in particolare, perché è un ruolo così fisico. E mi sono reso conto che continuare con la boxe fino a questo film sia stata una delle migliori forme di preparazione per poter interpretare questo ruolo".
Il personal trainer JASON WALSH ha lavorato con Damon sulla forza e sulla tonicità e, dal momento che l'attore era già in buona forma dopo i suoi due precedenti progetti, Walsh definito quello che hanno fatto come "un perfezionamento mirato", utilizzando un reverse climber per impegnare la parte superiore e inferiore corpo. Per quanto riguarda la situazione emotiva del personaggio di Bourne all'inizio del film, si è ritenuto che il suo crollo psicologico lo avesse lasciato stressato e chiuso in se stesso. Così è stata presa la decisione di super allenare l'attore così da ottenere l'aspetto desiderato per le scene chiave che coinvolgono la boxe a mani nude.
Una volta raggiunta la condizione fisica ottimale, a Damon è stato chiesto di mantenerla, e così è stato per tutto il periodo delle riprese del film (e visto che la storia di Jason Bourne si dipana nell'arco di sette giorni, il personaggio avrebbe dovuto avere lo stesso aspetto, solo con qualche livido e qualche graffio in più man mano che la storia procedeva).
Damon ha continuato a lavorare con il pugile MATT BAIAMONTE, che aveva conosciuto durante la preparazione per i suoi ruoli in InvictusL'invincibile e ne I guardiani del destino. Baiamonte, che vanta un notevole curriculum, ha combattuto sotto il mitico Angelo Dundee, allenatore e cornerman, che ha lavorato con pugili del calibro di Muhammad Ali, Sugar Ray Leonard, George Foreman e Héctor Camacho, e molti altri ancora. I movimenti che Damon compie nella boxe sono stati poi ampliati dal coreografo degli incontri di lotta ROGER YUAN, che ha aggiunto gomitate e prese … e tutto è stato poi supervisionato dal coordinatore degli stunt della produzione, GARY POWELL.

Inseguendo la luce: Progettazione e lavoro della macchina da presa

Barry Ackroyd è stato scelto come direttore della fotografia per Jason Bourne. Goodman ci spiega qualcosa del suo lavoro: "Barry è un vecchio amico di Paul e ha fatto una serie di film con lui. Come Paul, Barry viene dal documentano ed è profondamente interessato alla politica e alle questioni sollevate dal film. E ciò appare evidente nel suo lavoro. Il suo stile è molto organico e si fonde bene con quello di Paul ".
Quando Paul ha espresso il desiderio di girare il film, Barry ha subito manifestato il suo interesse a partecipare al progetto. Ma trattandosi di un film con così tante scene notturne, acrobazie particolari della seconda unità, ed effetti speciali visivi, i realizzatori hanno deciso che queste sarebbero state girate in digitale da ARRI ALEXA. Il resto delle scene sarebbe stato invece filmato in 35mm su pellicola Kodak. Nel corso delle riprese sono stati condotti numerosi test sul girato per garantire la continuità di look -"pulendo" il 35mm o sgranando il digitale. Per tutto il tempo, la squadra tecnica ha cercato di utilizzare solo le attrezzature più necessarie, puntando all'approccio minimale del film documentaristico così amato sia dal regista che dal direttore della fotografia.
E' stato questo approccio essenziale che Ackroyd ha sostenuto nella riunione iniziale con i realizzatori, citando anche una famosa frase del noto documentarista e regista Robert Drew – "Fot…. del carrello, fot… della gru, gira, gira, gira!" Ha parlato dello zoom ottimale, "perché posso avvicinarmi in e zoomare, esattamente come farebbero i vostri occhi e la vostra mente", una tecnica preferita sia da Greengrass che dal montatore / sceneggiatore Rouse. Erano anche d'accordo sui piani sequenza, con la storia che si arricchisce progressivamente. (Nonostante l'idea minimalista di Drew, la produzione alla fine ha adoperato alcune riprese effettuate con la gru e con i carrelli, "piccole eccezioni per ottenere un senso di movimento", secondo Ackroyd).
Per ironia della sorte, aderire al concetto "semplicità nel girato", il più delle volte ha reso necessarie riprese impegnative. Secondo il direttore della fotografia: "L'intenzione di girare in maniera quasi documentaristica non ti rende le cose più semplici. Anzi. Devi posizionarti in luoghi difficili. Ti ritrovi a girare per tanto tempo con la camera a mano. E' fisicamente faticoso. Aspetti fino all'ultimo momento. E insegui la luce giusta. Ma tutte queste cose rendono comunque le riprese più interessanti. Inoltre, una volta che hai girato la scena, puoi rifarla – ed è quella la parte più emozionante, perché hai già imparato qualcosa su quella scena, e adesso puoi rifarla in modo completamente nuovo".
L'esperienza di lavoro con Greengrass ha anche insegnato ad Ackroyd a preparare l'illuminazione non solo nel luogo dove è prevista la scena, ad esempio due persone sedute ad un tavolo, ma anche nella stanza, nei corridoi di accesso e di uscita, e anche in una parte della strada. Così il regista è libero di riprendere la scena in luoghi diversi.
Greengrass ci spiega queste scelte: "Quando giri un film, spesso devi modificarlo. A volte devi essere al piano, accanto alla scena, a volte in mezzo alla scena. Altre volte ancora devi stare un po' più lontano, seduto a guardare i monitor. Quindi, cerco di fare un po' tutto questo. Ovviamente, quando non sei sulla scena, devi essere in grado di comunicare con tutti, soprattutto, quando le macchine da presa sono sparpagliate ovunque perché stai girando una grande sequenza d'azione. In quel caso ti serve una postazione di comando.Ma quando riesci a catturare il momento, è come una magia, e senti di essere in grado di raddoppiare i tuoi sforzi. Anche se hai già dato il cento per cento, puoi ancora trovare qualcosa in più da dare".
Il minimalismo ha inciso ancor di più sui costumi del film -la regola era "semplicità ed economia nell'abbigliamento", con il costumista Mark Bridges a controllare che fosse proprio così. Spiega il designer: "La semplicità è la cosa più difficile da ottenere se deve esprima il tutto. Lavoro come se stessi creando una sorta di guscio per queste persone, e loro vi aggiungono la vita. Le mie scelte sono sempre legate al personaggio, ma devono anche raccontarne visivamente la storia, non importa quale siano le condizioni climatiche della scena o delle riprese. Fino a quando noi non vediamo il respiro di un personaggio che si condensa nell'aria in una scena d'estate, va tutto bene. E finché c'è il sole caldo, la scena sarà credibile per il pubblico".
Per quanto riguarda le scelte che illustrano il tempo e il luogo, Nicky è una donna stremata da una vita in fuga, il che impone che non si porti dietro nulla di superfluo. Pertanto, Bridges ha pensato che avrebbe avuto solo un vestito, cosa che ha trovato la Stiles perfettamente d'accordo sul fatto che qualsiasi cosa possedesse Nicky, doveva essere speciale e farla sentire bene. Introducendo quindi questo concetto del suo "guardaroba legato alla storia personale", nella fretta di arrivare a Bourne per comunicarli le informazioni delle quali è entrata in possesso, sarebbe arrivata con lo stesso vestito.
Nel caso invece dell'abbigliamento di Bourne, lui può contare su parecchio denaro (che gli occorre per i passaporti e per gli altri strumenti che gli permettono di rimanere nascosto), così i suoi abiti sono sempre piuttosto nuovi e adatti a non farsi notare. "Comodamente adatti" è stata la frase usata come un parametro per il suo guardaroba. Damon ha suggerito che Bourne indossasse un cappotto, e così ne è stato scelto uno marrone e piuttosto anonimo.
Scelte consapevoli sono state anche operate in merito agli abiti per la vecchia guardia e per la nuova guardia all'interno della CIA, con alcuni particolari interessanti incorporati nei costumi di Heather Lee, per mettere in risalto il suo passato anticonformista di hacker.
Indipendentemente dal lavoro della macchina da presa, della pellicola utilizzata, dei costumi o qualsiasi altro aspetto del design richiesto dalle varie scene, il regista della seconda unità Crane spiega: "La cosa più importante era comunque evitare i pericoli sul set. Quando ci è stato possibile, abbiamo usato macchine da presa comandate a distanza, posizionate in mezzo alla strada o sui veicoli, senza la presenza di un operatore. Lavoravamo con velocità elevate, e qualcosa poteva facilmente andare storto, e volevamo essere preparati nel caso fosse successo qualcosa. Abbiamo utilizzato attrezzature speciali, come l'edge arm, che è una gru posizionata sulla cima di un veicolo, ed abbiamo sempre optato per le macchine da presa più piccole, da posizionare nei luoghi più pericolosi. Abbiamo usato da 15 a 16 macchine da presa per queste riprese particolari e, per quanto mi ricordi, non ne abbiamo distrutta nessuna".
L'utilizzo di molteplici macchine da presa ha consentito ai filmmaker un'ampissima scelta di angolature e riprese. Sottolinea Ackroyd: "Sono le varie versioni di una stessa situazione, provenienti da diversi punti di vista, a raccontare la stessa storia in modi leggermente diversi. Ciò ha consentito a Paul e Chris di avere a disposizione un'incredibile varietà di informazioni da inserire nel film. Inoltre, in tal modo eravamo sicuri di non perderci mai nulla".

Da Reykjavik a Las Vegas: Attraversando il mondo:

I realizzatori di Jason Bourne ci tenevano che il pubblico, guardando il film, avesse la sensazione di spostarsi in tanti paesi diversi – compresi alcuni luoghi in cui non è facile recarsi per motivi di sicurezza, o legati alla politica o a ragioni economiche. Con le scene che si svolgono a Beirut, ad Atene, in Macedonia, a Roma, a Reykjavik e in altre zone di tutto il Mediterraneo, le riprese del film hanno realmente richiesto uno sforzo globale.

Tenerife
Avendo bisogno di ambientare molte scene in Europa, la squadra ha scelto Tenerife. Spiega Goodman: "Tenerife era il luogo ideale per girare tutte le scene che necessitavano di un look Mediterraneo. Il pezzo di Beirut si è rivelato particolarmente sorprendente. Lo abbiamo girato su un marciapiede accado al luogo in cui abbiamo girato le nostre scene ambientate ad Atene, ma, in realtà, sembra proprio Beirut, quindi tutta una altra parte del mondo".
Le prime scene di Jason Bourne raccontano un personaggio caduto in basso, pronto a boxare a mani nude con chiunque salga sul ring. Ed è proprio qui che approda Nicky, solo un volto nella folla che assiste al suo ultimo combattimento, e con nonchalance gli mette nella mano un biglietto in cui gli chiede un incontro. Nel biglietto c'è scritto qualcosa che lo turba e che, anche se pensa di aver ritrovato la memoria del suo passato, gli fa capire che solo perché ricorda non vuol dire che capisca …
Osserva la Stiles: "Nicky è un personaggio compassionevole, ma vive in un mondo in cui la compassione non è di casa. Il fatto che Jason si lasci prendere pugni perché si sente così in colpa per tutti i danni che ha causato è un particolare affascinante. E tutto questo aggiungere un notevole spessore a quello che potrebbe altrimenti apparire piuttosto superficiale ".
Goodman aggiunge: "Noi non sappiamo che si sta nascondendo, ma è molto chiaro che è uscito dai binari. Appare tormentato dai dubbi, e non è sceso ancora a patti col suo vero io. E quindi eccolo qui, ovviamente ancora molto torturato dal suo passato e ancora alla ricerca di una risposta ".
Damon spiega dove troviamo il nostro eroe: "Paul ha voluto costruire qualcosa che rispecchiasse il suo tormento interiore. E quindi picchia gli altri e si fa picchiare fino a svenire, cercando nell'oblio una via di uscita dai ricordi che lo affliggono".
Il primo avversario che Damon doveva affrontare sullo schermo si sarebbe dovuto trovare inizialmente tra la folla che assiste all'incontro di Bourne, ma sia Greengrass che Damon hanno pensato che la sua stazza e il suo aspetto si prestavano a qualcosa di più spettacolare, così ÁNGEL RAFAEL TOSTE SUAREZ, all'ultimo momento è stato "promosso" al ruolo del grosso pugile che Bourne atterra abbastanza rapidamente. (Il secondo pugile è interpretato dallo stuntman professionista ed ex campione di incontri a mani nude BRIAN NICKELS, con il quale Damon si è allenato per diverse settimane).
Del suo avversario sullo schermo, Damon dice lodandolo: "Brian è un ragazzo serio e coriaceo. Il problema di questi film è che tendono a farmi battere con atleti di grande talento. La lotta in film è più simile alla danza, perché richiede che ciascuno faccia esattamente la mossa giusta al momento giusto. Lui è sempre al posto giusto e, se io sono un po' fuori, la cosa funziona comunque perché è così bravo in quello che fa. E io gli dico sempre, 'Finirò col colpirti, non di proposito, ma ci muoviamo così velocemente, e gli incidenti possono accadere.' Io raramente vengo colpito, ma sono sempre io a colpire qualcuno per sbaglio. Questi ragazzi sono dei veri professionisti, e io non li colpisco così duramente, e quindi me la lasciano passare. Sono stati colpiti per molto meno nella loro vita, e quindi non gli importa".
L'incontro di Nicky e Jason, non avviene in una tranquilla taverna – si incontrano a Syntagma Square, dove uno scontro tra polizia e manifestanti sfocia rapidamente in violenze e caos. Spiega il regista: "Ci sono disordini nel centro della città, e noi abbiamo ambientato il nostro inseguimento nel bel mezzo di quel mondo. Nicky arriva nella piazza da sola, dove la polizia sta affrontando i manifestanti. Queste scene sono complesse e faticose da girare, perché richiedono un sacco di comparse, di agenti di polizia, pompieri, auto capovolte, finestre rotte, un cannone ad acqua, lanci di pietre, e ancora una volta, tutto si riduce alla sicurezza. Assicurarsi che non ci siano pericoli sul set, assicurare il realismo, tenere viva l'azione. La verità sulle scene dei disordini è che funzionano solo se sei molto specifico – si tratta di curare i dettagli. Ma è divertente girarle".
La cura dei dettagli è stata affidata a PAUL INGLIS, supervisore delle scenografie a Tenerife, che ha avuto il compito di ricreare Syntagma Square nella Plaza de España e nei suoi dintorni, a Santa Cruz de Tenerife (insieme ad altri luoghi – Reykjavik, Macedonia, Beirut, Roma – in altri posti sempre a Tenerife). Spiega Inglis: "Non c'è penuria di immagini che riguardano la situazione di Atene al momento. Santa Cruz è un po' più piccola. Non è una metropoli grande come Atene. Così abbiamo considerato con grande attenzione la vista da ogni strada, mappandole attentamente; abbiamo perfino utilizzato più volte le stesse strade, sapendo che la differenza in quantità di fumo, di azione, di quante cose stessero andando a fuoco, avrebbe dato l'impressione che si trattasse di strade diverse. Spero che siamo riusciti a creare una versione di Santa Cruz che nessuno di quelli che ci vivono riconoscerà, una volta che le immagini saranno montate".
Creare l'illusione della città greca (cosa non esattamente semplice) ha significato: mascherare la segnaletica spagnola esistente e, dove necessario, sostituirla con quella greca; sostituire i nomi delle strade; affiggere annunci e manifesti opportunamente deturpati; invecchiare tutto ciò che rischiava di apparire troppo nuovo; e modificare i danni, l'invecchiamento e i graffiti, da minori nella piazza Syntagma a più pesanti per nelle strade limitrofe. Inglis si è avvalso della collaborazione di graffitisti locali, che erano desiderosi di esercitare la loro arte in un ambiente dove fosse legale e approvata.
Tutti sono rimasti molto colpiti quando è arrivato il momento di trasformare le centinaia di comparse locali in manifestanti, rivoltosi, agenti di polizia, giornalisti e altri partecipanti ai disordini. Per Goodman: "La cosa ha funzionato grazie alle grandi capacità di Paul sia come regista che nella comunicazione; grazie a CHRIS CARRERAS, il nostro primo aiuto regista, e alle sua capacità di comunicazione; al coordinatore degli stunt Gary Powell; e a Matt e alla buona volontà degli altri attori che sono venuti e parlare con questo gruppo di gente. E tutti insieme siamo riuscii a far sentire queste comparse e gli attori non protagonisti una parte molto importante del processo creativo e, senza di loro, non avremmo un film di così alta qualità".
Partendo dai filmati degli scontri reali ad Atene, Greengrass e il consulente militare PAUL BIDDISS hanno diviso tutti in tre gruppi ed hanno lavorato con ogni gruppo separatamente, istruendoli su tutto, dal come lanciare i sassi e scontrarsi coi poliziotti, al separare gli agitatori e utilizzare i cani. Racconta Goodman: "La cosa ha richiesto un grande lavoro sui particolari. Un sacco di automobili. Un sacco di esplosioni pirotecniche. Un sacco di istruzioni per gli stuntmen. La sorpresa piacevole che abbiamo avuto a Tenerife è stata la professionalità delle comparse e degli attori non protagonisti. Non si sa mai cosa troverai quando vai a girare in un posto nuovo. Il gruppo cui è stato chiesto di lavorare di notte si è presentato diligentemente ogni sera e ha fatto un lavoro straordinario conferendo al film un senso di drammatica urgenza".
Biddiss aggiunge: "E' fondamentalmente insegnare ai rivoltosi come attaccare e alla polizia come reagire e che tutto questo accada nell'oservanza di tutte le regole di sicurezza. Abbiamo creato un gruppo completo di poliziotti anti-sommossa: addetti ai gas lacrimogeni, poliziotti addestrati alle cariche, squadra coi cani, ranghi inferiori e ranghi superiori. Sembravano incredibilmente autentici. Abbiamo insegnato ai nostri agitatori parole e frasi greche. Alla fine, il mio lavoro si è ridotto ad un 60 per cento di ricerca e ad un 40 per cento di esperienza come soldato".
Quando Bourne e Nicky scoprono di essere inseguiti, lui ruba una moto della polizia, Nicky monta sul retro, e la coppia fugge dai loro inseguitori in macchina – scegliendo stradine strette e ripide scalinate come possibili vie di fuga. E mentre scappano, sono circondati da una folla in rivolta, con tanto di bottiglie molotov, fuochi d'artificio, manifestanti inferociti e un cannone ad acqua manovrato dagli studenti.
Per eseguire lo stunt, PAUL EDMONDSON, quattro volte Campione del Mondo Enduro, ha guidato una versione modificata della moto da cross 450 Husqvarna, con KATY BULLOCK, una campionessa britannica nella specialità, sul sellino dietro di lui. L'Ex-GP di motocross e precision driver ROB HERRING era al volante della moto su cui era montata la macchina da presa, mentre ALISTAIR WHITTON, finalista di X-Games, pedalava sulla bici su cui era montata un'altra macchina da presa. Lo Stuntman / pilota MARTIN IVANOV – che in precedenza aveva lavorato su The Bourne Supremacy, ha guidato la Volkswagen in fiamme (a causa di una bomba Molotov). Il girato con Damon alla guida sarebbe stato incorporato in seguito, durante il montaggio.
Damon ammette di essere rimasto stupito dal lavoro della sua squadra: "Si suppone che Jason sia un esperto in tutto. Quindi, quello che succede è che sono circondato da tutti questi esperti che mi aiutano a fare tutto ciò che posso; e, quello che non posso, lo fanno loro al posto mio. I tecnici degli effetti speciali visivi sono in grado di sovrapporre il mio viso a quello di Paul, quindi mi vedrete fare delle acrobazie in moto da far rizzare i capelli, oltre a guidare normalmente nel mio modo non così spericolato".
Durante le riprese, capitava di sentire il regista della seconda unità Crane che gridava agli operatori che filmavano sul tetto di un pick up – "Non fatelo pulito! Non lo voglio perfetto, non può essere perfetto". Crane racconta ridendo: "La loro formazione accademica è quella di curare la composizione, ma per questo film ci vuole altro. Vogliamo riprese grintose, reali. Vogliamo che il pubblico venga trascinato nella scena".
Sempre girate a Tenerife sono le scene chiave ambientate a Beirut; all'aeroporto di Reykjavik; e all'aeroporto di Atene. Inglis spiega senza dilungarsi, "Abbiamo usato gli stessi trucchi – un po 'di segnaletica, alcuni annunci in lingua, qualche suono di sottofondo, il tutto rafforzato dal fatto che nella storia ci viene detto dove siamo".
Questo è successo anche nel caso delle riprese notturne a Tenerife, quando per le scene invernali erano necessari abiti più pesanti come cappelli e felpe, che sono stati aggiunti, per creare l'impressione dell'inverno, nonostante le riprese avvenissero sulla "isola dell'eterna primavera" (Tenerife è sulla stessa latitudine del deserto del Sahara, e le temperature invernali sono in genere 18-20 ° C). Per le scene anti-sommossa con le necessarie folle, Bridges e la sua squadra hanno saccheggiato un negozio che vendeva abiti usati a peso, selezionando uno ad uno circa 365 chili di abiti, che sono stati poi riciclati e tinti, "e così anche gli abiti trasudavano storia".

Londra e Berlino Non solo Londra è servita per gli esterni delle scene ambientate a Londra, con la produzione che ha sfruttato l'architettura variegata nei dintorni di Paddington, ma ha anche rappresentato una struttura architettonicamente unica che, con le opportune modifiche, è servita a rappresentare varie stanze, uffici e corridoi della sede della CIA di Langley, in Virginia. Inoltre, sempre lì sono state girate le scene supplementari ambientate a Berlino, in Islanda e in Grecia.
Il fulcro di tutto era il set della sede centrale della CIA, costruito in un teatro di posa. Quella di questo film è stata una versione ampliata e modificata di quelle dei precedenti film di Bourne, dove gli agenti si riunivano allo scopo di rintracciare e segire gli spostamenti e le mosse di Jason Bourne. Identity inizia in una succursale parigina dell'ufficio; In Supremacy si vedono gli uffici di Berlino; e in Ultimatum quelli più grandi di New York, più formali, ma non il quartier generale dell'agenzia. Con Jason Bourne entriamo nella base che opera sulla rete.
Il supervisore delle scenografie di Londra e Berlino, MARK SCRUTON, si è basato su alcuni uffici reali del quartier generale, tra cui alcune stanze dell'NSA, e sparsi tra gli interpreti si muovevano dei veri tecnici presi a prestito dalle basi militari del Regno Unito – tutto per contribuire al realismo voluto da Greengrass.
"Esiste un ritmo nel montaggio e nella narrazione che si stabilisce tra Bourne e il suo mondo e il mondo della CIA", osserva Goodman. "E' quasi come se i personaggi, separati da migliaia di miglia, fossero impegnati in un conflitto basato sulla tecnologia, e anche in modo cinematografico, attraverso il sapiente lavoro della macchina da presa e del montaggio".
Spiega Scruton: "La ricerca che abbiamo compiuto all'interno della CIA è stata abbastanza estesa. Ovviamente, era abbastanza difficile ottenere il permesso di studiare la CIA e le tecnologie in uso, ma siamo andati in altri quartier generali di grandi compagnie informatiche, in quelle del controllo del traffico aereo e altre ancora in tutto il mondo, dove vengono utilizzate tecnologie all'avanguardia. Paul aveva espresso chiaramente il desiderio che lo spettatore venisse avvolto dalla storia e dalle informazioni, piuttosto che trovarsi a contatto con qualcosa di troppo distante, come era successo nei film precedenti. Lo schermo, con la sua vasta gamma di informazioni e di narrazione visiva, è in continua evoluzione".
E' toccato a SIMON STAINES – key graphic designer di tutte le immagini sui computer – il compito di creare le immagini e il software che appare sul grande schermo (più di 100 piedi) e di farlo funzionare come un dispositivo di narrazione interattiva per tutto l'ambiente.
Secondo Staines, più informazioni aggiuntive relative al software di monitoraggio dell'agenzia governativa venivano alla luce, più si fondevano nella storia e nel set. Spiega: "Si è trattato di un processo continuativo. Paul arrivava con qualcosa che aveva letto o sentito. Ed il mio lavoro era presentare queste novità in un modo accurato e corretto, ma anche utile ai fini della storia. In alcuni casi, potremmo aver reso le cose un po' più visivamente interessanti di quanto siano in realtà, ma abbiamo cercato sempre di mantenere un equilibrio tra narrazione e onesta rappresentazione di questi sistemi e software sul grande schermo".
L'altra chiave per il monitoraggio nel mondo Bourne è la disponibilità dei filmati delle videocamere di sorveglianza. Staines è stato anche incaricato di crearne diversi, il che ha significato filmare senza aiuto e senza particolari attrezzature, a seguito dell'unità principale. Elementi estratti dal girato sono stati sincronizzati e manipolati affinché assomigliassero ai filmati delle telecamere a circuito chiuso. Spesso, il girato è stato ottenuto grazie al regista della squadra dell'EPK. A Staines si deve anche la raccolta e l'organizzazione di tutte le mappe, degli schermi per le trasmissione radio e del girato degli agenti "sul campo" che ha contribuito a tradurre i concetti in immagini utili.
Spiega Scruton: "Abbiamo esaminato numerosi complessi di uffici che potevano rivelarsi adatti per i nostri scopi. Alla fine, dopo un sacco di ricerche, abbiamo trovato la sede abbandonata di una società di cemento ad Aldermaston con un' architettura molto originale".
Il location manager di Londra, CHRIS MOORE, spiega: "Avevamo a disposizione una fotografia della CIA di Langley, scattata in un corridoio, e quando abbiamo preso in esame il complesso di Aldermaston, ci siamo accorti che le finestre erano una coppia esatta di quelle del palazzo di Langley. Quindi, partendo da lì, il dipartimento artistico è riuscito a costruire il set. Era uno spazio enorme per noi, con tutta quella massiccia architettura in cemento".
Per alcune delle sequenze "in pelle da scarpe" a Londra (termine coniato dai realizzatori per indicare le scene caratterizzate da movimento, inseguimenti o fughe senza molti dialoghi), Paddington Basin si è rivelato uno sfondo molto funzionale. Nella sequenza, Bourne è alla caccia di un ex-agente nel centro di Londra, che potrebbe fornirgli un pezzo prezioso per il puzzle che sta tentando di mettere insieme – la scena in realtà si intensifica trasformandosi in una sorta di gioco del gatto col topo, che culmina con una caduta a due dal quinto piano di un edificio. Il Paddington Basin (o bacino del canale) è un quartiere di Londra in cui è in atto un grande processo di riqualificazione come parte della più ampia zona di Paddington Waterside.
"Questa grande fetta di architettura moderna è costruita sulla base di strutture vecchie e già esistenti, il che offre questo grande labirinto di viali, vicoli, ponti, sottopassi e intersezioni, tutti perfetti per la nostra scena", afferma Goodman.
La produzione ha approfittato dell'assenza di folle nei fine settimana nella zona prevalentemente industriale e commerciale, e ha girato di domenica (portandosi tutte le loro comparse e l'arredamento del set). Ad amplificare le sfide della produzione sono stati Madre Natura (e il suo scatenamento di vento forte) e la sovrapposizione di sei diverse giurisdizioni nel sito, ciascuna con le proprie linee guida che disciplinano le riprese. ( "In alcune zone siamo riusciti a girare sette giorni su sette, ma in altre non è stato possibile. C' erano zone in cui è stato possibile 'uccidere' qualcuno, e c'erano zone dove non si poteva. C'erano diverse serie di regole che abbiamo dovuto rispettare ", spiega Goodman).
Le scene ambientate negli appartamenti della Berlino di Dassault sono state girate in una struttura industriale con dei loft come spazi accessori al Croydon Art College. Vinzenz Kiefer potrebbe attestare la verosimiglianza della scelta. Spiega infatti: "Nel bel mezzo di una giornata di riprese, Matt era in piedi di fronte a me mentre stavano sistemando una macchina da presa, e volevo fargli una domanda. E lui mi ha guardato e mi ha chiesto, 'Che cosa c'è? Volevi chiedermi qualcosa?' Ho detto, 'Sì, stavo per chiederti se ti stavi godendo Berlino?' Perché onestamente ci sentivamo come se fossimo veramente a Berlino – così ci siamo fatti una bella risata. L'unica cosa che mi ha ricordato che non ero a Berlino è stata una sirena di un auto della polizia che passava lì vicino, perché il suono è diverso da quelle tedesche".
Dopo un incubo-logistico causato da una scena di inseguimento lungo la strada centrale di Las Vegas ', Bourne e la sua nemesi si affrontano senza esclusione di colpi sotto terra, in un labirinto di tunnel di cemento realizzati nel 1980 per rendere la zona "a prova di alluvione" e che adesso a volte ospitano i senza tetto in cerca di riparo dagli estremi atmosferici del deserto. Per utilizzare al meglio le risorse della produzione, le riprese sono state spostate in una zona più pratica nel nord-ovest di Londra, in una struttura che prima ospitava un megastore di elettronica Dixons, a Hemel Hemstead. Il permesso di girare nel parcheggio sotterraneo del palazzo è stato concesso 10 giorni prima delle riprese in programma, il che ha significato per tutti i reparti dei tempi brevissimi nei quali riuscire a convertire la struttura per lo più in cemento, nei canali di scolo di Las Vegas, con l'aggiunta di corridoi e pareti (oltre alle pareti e ai pavimenti soffici per attutire le cadute coreografate).
Mentre nel Regno Unito, la produzione ha potuto servirsi di alcuni teatri di posa a Leavesden, dove sono stati costruiti set degli interni dell'agenzia di Langley, il più importante dei quali era l'interno principale del quartier generale. La stazione ferroviaria di Alexandra Palace è servita per gli esterni/interni della stazione ferroviaria di Atene; per il sito del rave degli hacker a Reykjavík e l'edificio abbandonato dove Bourne ha il suo il secondo incontro di boxe a mani nude, sono stati utilizzati i locali dello stabilimento Kodak di Harrow, un tempo il più grande impianto di produzione nel Commonwealth britannico e attualmente prossimo alla chiusura.
La Produzione si è poi trasferita a Berlino, "un luogo importante in cui i film di Bourne sono sempre stati ambientati", secondo Greengrass. "Nella città si respira ancora l'atmosfera della Guerra Fredda, ma è anche molto contemporanea. Siamo sempre stati felici lì. C'è qualcosa del nostro personaggio, un uomo così diviso, che sembra trovarsi a casa sua a Berlino vista la sua storia. Ogni volta che filmiamo Matt qui, passeggiando per queste strade, sento che in questo posto gli calza a pennello".
Tra le scene girate nella città storica ci sono quelle dell'arrivo di Bourne nella nuova stazione ferroviaria centrale di Berlino, una struttura moderna in acciaio e vetro; l'esterno della casa di Dassault, le strade circostanti, la ferrovia soprelevata e i dintorni, oltre alla lobby e all'ascensore, girato a Kreuzberg (invece che a Prenzlauer Berg).

Washington DC.
Greengrass era deciso a girare a Washington, avendo ragionato a lungo sulla cosa. Spiega il regista: "Ho voluto riportare Jason Bourne là dove erano stati i suoi inizi. Questo è dove è iniziato tutto per lui – dall'iconografia del monumento e dal monumento stesso. Mi sembrava appropriato".
Goodman aggiunge: "Washington è visivamente diversa da qualsiasi altra città in America. E' stata costruita con lo scopo di essere la nostra capitale, e ha molto poco delle influenze che le altre città hanno in termini di mercantilismo. Così emana un feeling molto, molto diverso. Possiede un'energia tutta speciale, ed è molto iconica visivamente ".
Per una delle scene chiave del film, la produzione ha girato nel Constitution Gardens, un luogo magnifico ma non molto conosciuto che emana un senso di isolamento, ma offre una magnifica vista del monumento a Washington. Un palazzo coloniale signorile è stato selezionato nel quartiere più esclusivo nella vicina McLean, in Virginia, come domicilio del direttore di Dewey. Gli uffici della Deep Dream, l'organizzazione Aaron Kalloor con sede a San Francisco sono, in realtà in Centro per l'Innovazione Tecnologica (CIT), di Herndon, in Virginia. Ai realizzatori è stato concesso inoltre di girare all'interno di uno dei ristoranti più famosi della città, il Capitol Grille, frequentato da politici e lobbisti, ed è lì che avviene un incontro tra Dewey e Kalloor.

Las Vegas
All'inizio del 2016, la produzione si è trasferita a Las Vegas, nel Nevada, per girare alcune delle sequenze forse tra le più impegnative del film. Jason Bourne inizia ad Atene durante una sommossa – grintosa, reale – e arriva a Las Vegas in occasione di un congresso nazionale – e questa è la città dei convegni.
La collaborazione precedente di Goodman con Greengrass per Captain Phillips – Attacco in mare aperto è tornata utile quando si è trattato di filmare dentro ed intorno ad un noto hotel di Las Vegas. "Quel film era ambientato su una nave della marina mercantile e su una nave della Marina americana", racconta. "Ho imparato l'importanza di fare delle scelte quando abbiamo deciso di girare su delle vere navi. Altri registi si sarebbero accontentati di ricostruire parti della nave o di qualche tipo di mix. Noi abbiamo vissuto la realtà di tali navi. Ho fatto lo stesso tipo di scelta quando ho letto Bourne e ho considerato l'Aria come una grande nave. Sono venuto a Las Vegas con una richiesta chiara e un messaggio per gli operatori su quello che desideravamo fare. Per fortuna la loro risposta è stata positiva e ci è stato garantito un tipo di accesso simile a quello che ci avevano concesso per le navi ".
Nello script, storie e personaggi convergono sull'EXOCON, l'immaginario convegno internazionale dedicato agli hacker, e all'industria della sorveglianza e della sicurezza informatica. A dar vita a tutto ciò che riguardava il convegno, inclusi gli stand e i prodotti offerti, la grafica, la letteratura e gli orari delle conferenze, è stata CATY MAXEY, supervisore alle scenografie per D.C. e Vegas.
Spiega la Maxey: "Paul voleva un'atmosfera molto festosa. Ho condotto le mie ricerche in occasione del DEF CON [il congresso annuale degli hacker] e del Black Hat [un congresso dedicato alla sicurezza di rete] lo scorso agosto a Las Vegas, e sono entrambi un po' più contenuti. Parecchi espositori che hanno partecipato a quei convegni erano anche nel nostro EXOCON, ma abbiamo anche cercato distributori di alta tecnologia, e la cosa ci ha portato più verso i gadget e verso un'atmosfera vivace, di quanto ci garantissero gli espositori che si limitavano a distribuire opuscoli o pacchetti informativi".
La Maxey e il dipartimento artistico del Regno Unito hanno compilato una lista di circa 170 distributori da approcciare, basandosi sul loro aspetto e sulle offerte che sarebbero state adatte all'EXOCON. Per quel che concerneva invece la presenza di multinazionali come Microsoft e Facebook, che non espongono negli stand, la produzione si è assicurata il loro permesso di esporre il loro logo sui poster nei corridoi di EXOCON. Sono state anche esposte gigantografie delle mappe delle sale del convegno (in realtà molto più grandi di quanto non sia stato arredato e organizzato dalla squadra delle scenografie) per amplificare il senso della realtà.
Circa 40 rappresentanti/espositori reali hanno portato i loro loghi e le loro insegne personali, che sono stati poi moltiplicati e modificati dal reparto artistico, conferendo loro "un aspetto originale o semplicemente più adatto alle esigenze del film". Ma secondo la Maxey, circa il 99 per cento di ciò che riguarda gli espositori che appare sul grande schermo – che si tratti di cose o di persone – è reale. Per ottimizzare lo spazio, le dimensioni degli stand sono state ridotte. Una volta informati di ciò gli espositori, solo poche aziende hanno rifiutato l'offerta di partecipare.
Tra le società presenti ad EXOCON c'è la Deep Dream, con il suo C.E.O. Aaron Kalloor. Il progetto per il suo logo è stato ispirato dagli edifici CIT scelti come location per il campus della Deep Dream, e la Maxey ha creato una grafica aziendale d'impatto, il cubo, che riflette il look della struttura.
"Il nostro reparto di progettazione ha fatto un ottimo lavoro creando l'immagine e la realtà del nostro convegno", spiega Goodman. "Anche se è del tutto fittizio, è assolutamente realistico e simile ai veri congressi. I direttori dell'Aria ci hanno messo a disposizione gran parte del loro spazio congressi, e ci hanno consentito ampio accesso ai loro casinò e agli altri spazi dell'hotel, compreso l'uso di una delle loro Sky Suites al 58° piano – tutte cose che ci sono state immensamente utili".
"Anche se EXOCON è un prodotto di fantasia, queste conferenze annuali per gli hacker e per le società che si occupano della sicurezza esistono realmente, e queste grandi aziende convergono tutte a Las Vegas – ci sono tavole rotonde, rappresentanti, stand e tutto il resto", continua Damon. "E' una cosa reale. Così per quanto una location come Las Vegas possa sembrare lontana dal mondo di Bourne, in realtà è il luogo ideale per il culmine della storia".
"E 'un caso divertente in cui l'arte imita la vita", aggiunge Marshall. "Mentre giravamo nel casinò – utilizzando il minimo di attrezzature possibile – c'era Matt con un cappello da baseball che si muoveva sullo sfondo, proprio come Bourne che si nasconde in piena vista. E quasi nessuno lo ha notato. Si è perfettamente mescolato all'ambiente nel caos della scena tutta suoni e colori".
"Ci sono stati alcune volte in cui la gente lo ha riconosciuto", continua Goodman. "Così abbiamo dovuto fare qualcosa al riguardo, ma sono state molte meno di quanto si potrebbe pensare. La maggior parte della persone che sono lì in vacanza o per un convegno, non fanno troppa attenzione a ciò che accade attorno a loro. Sono tutti troppo occupati a cercare di muoversi nel traffico – e l'aver potuto utilizzare tale traffico per il film è stato un vero e proprio vantaggio ".
Per gran parte del tempo che la produzione ha trascorso a Las Vegas, si è girato tutti i giorni per 24 ore di seguito. Racconta Marshall: "La prima unità iniziava alle sette del mattino e terminava alle sette di sera e la seconda unità iniziava alle sette di sera sul viale principale, e girava fino alle sette del mattino, quando la prima unità gli dava il cambio. E' stata una danza incredibile per tutti, e soprattutto per Matt e Vincent, che sembravano essere costantemente in movimento, passando dalla prima alla seconda unità e viceversa. "(In maniera simile a quanto era accaduto a Tenerife, anche se lì, entrambe le unità erano impegnate nelle riprese notturne con la Stiles, Damon e Cassel che si alternavano nell'intricato programma).
Proprio come nel caso del Paddington Basin di Londra, il gigantesco e accomodante ARIA Resort & Casino di Las Vegas ha anche fornito innumerevoli spazi in cui si sono potuta girare alcune delle scene d'azione chiave di Bourne, con la sua rete di gallerie sotto alla città, gli ascensori, i garage, le banchine per lo scarico merci, le scale, le passerelle e altri spazi "riservati al personale dell'Aria" (con il personale che per tutto il tempo ha continuato ad eseguire la sua quotidiana miriade di compiti, in gran parte invisibili, per assicurare la funzionalità degli spazi del casinò e garantire il comfort degli ospiti).
Oltre ad essersi "appropriati" di una grande quantità di spazio all'interno del resort di lusso, i realizzatori si sono preparati a girare una complessa scena di inseguimenti e di azione nella quale sono stati coinvolti circa 200 veicoli (150 automobili con comparse e 50 con autisti acrobatici) proprio sulla strada principale di Las Vegas. Tale sforzo è iniziato mesi prima, quando Simon Crane e Gary Powell "stavano provando varie idee", mentre visionavano le varie zone di Las Vegas.
Nella sceneggiatura, un veicolo della S.W.A.T. entra nel viale in piena ora di punta, la sera. Con il traffico sostenuto e le auto ferme ai semafori, il veicolo rimane bloccato e, invece di passare sui marciapiedi, mettendo in pericolo i pedoni, si apre un varco tra le auto ferme, gettandole nella direzione di Bourne, viaggiando in una traiettoria parallela sull'altro lato della strada … in altre parole, procedendo contromano.
In collaborazione con le autorità di Clark County (che controllano il viale principale ma non la città di Las Vegas), la produzione si è accordata con i manager del controllo stradale, con la polizia e con i vigili del fuoco – una completa chiusura della strada non è stata consentita. Una corsia avrebbe dovuto rimanere aperta in ogni direzione, non solo per motivi di sicurezza, ma anche per consentire l'accesso del traffico ai casinò e ai ristoranti e ai negozi sempre aperti in una città nota per non dormire mai. Quindi è stato presto redatto un calendario con gli orari delle riprese che mettesse tutti d'accordo. "Sono stati molto collaborativi e ci hanno concesso una bella finestra di tempo in cui effettuare le riprese", commenta Marshall.
Poiché i veicoli S.W.A.T. erano troppo pesanti per raggiungere la velocità necessaria nel tratto di strada concesso, DENNY CAIRA, coordinatore dei trasporti, ne ha costruito un tipo adatto alle esigenze della produzione. Partendo da uno S.W.A.T. BearCat – un modello effettivamente utilizzato dalle forze dell'ordine e abbastanza compatto da essere in grado di entrare in un parcheggio verso la fine dell'inseguimento – Caira ha iniziato con un telaio di un F550 e, accordandosi con la ditta Cinema Vehicles, ha diretto la costruzione dal telaio in poi, utilizzando piastrine di acciaio da un quarto di pollice ovunque e da mezzo pollice per il tetto. La parte interna del cofano è stata modificata per rendere il mezzo più veloce, ed è stato aggiunto ogni rinforzo possibile per aumentare la resistenza.
(L'ordine di Simon era quello di costruire un veicolo che potesse resistere ad una guerra). Alla fine, ne è nato un veicolo personalizzato, più leggero (di circa due tonnellate) e più agile.
Tenendo bene a mente i vincoli di tempo, i vari dipartimenti hanno organizzato quattro settimane di prove in un parcheggio di un parco tematico alle porte di Los Angeles. Spiega Crane: "La sceneggiatura prevedeva che il veicolo percorresse il viale principale di Las Vegas alla velocità di 80/110 km all'ora. Parte di questo percorso era un inseguimento contromano. Tutto ciò ha richiesto il lavoro di moltissime persone, parecchio tempo e un'attenta coreografia perché la scena riuscisse, cosa che andava ben oltre le capacità della nostra prima unità. Servivano 45 auto acrobatiche, oltre a 150 auto guidate da comparse. La maggior parte delle notti avevamo a disposizione una finestra di sei ore, e quando hai finito di mettere in strada 40 veicoli e fai una prova, le ore notturne che hai a disposizione sono finite".
Forse la cosa più difficile è stato il salto dei veicoli nella corsia di traffico parallela – e il dipartimento degli effetti speciali ha costruito un camion con una rampa di lancio che ha risolto il problema, "e probabilmente abbiamo ripetuto il tutto 15 volte o anche di più".
L'auto di Bourne doveva essere fornita della Chargers Chrysler, come parte dell'accordo promozionale, e le modifiche e i rinforzi apportati ne hanno fatto un veicolo forte, veloce e sicuro per Damon e per la sua controfigura. "Il nostro reparto effetti speciali ha fatto un lavoro incredibile assicurandosi che questi veicoli continuassero a funzionare bene e fossero resistenti e sicuri per la sicurezza degli stuntmen", si complimenta Caira.
Crane sottolinea una ulteriore preoccupazione della 2 ° unità riguardo alla sicurezza: "Mentre giravamo, c'erano migliaia di persone che camminavano – si comportavano con la massima educazione quando si fermavano a guardare. Ma con l'avanzare della notte, c'erano più persone che avevano alzato il gomito, e l'atmosfera cambiava un po' ".
Continua Powell: "Fino più o meno alle 2:00 del mattino, andava tutto più o meno bene. Ma verso le 4:00, alcune persone cominciavano a non essere più tanto consapevoli di quello che facevano, ed era quello il momento che dovevamo fare più attenzione. Non si rendevano sempre conto del fatto che c'erano macchine che saltavano da una parte all'altra della strada. E quando bloccavamo le corsie, con la sicurezza che li avvertiva che non si poteva attraversare, un paio hanno attraversato comunque. Quindi abbiamo dovuto fermare tutto, farli uscire e ricominciare da capo".
Alla fine dell'inseguimento, entrambi i veicoli sfreccianti finiscono la loro corsa schiantandosi davanti al casinò. E visto che la Signora fortuna ci ha aiutato, abbiamo trovato il fatiscente Riviera Hotel che stava per essere demolito, e che era dunque perfetto per la scena.
"Avevo delle foto di com'era poco prima della chiusura nel maggio del 2015", racconta la Maxey. "Dopo di che l'edificio è stato utilizzato per l'addestramento delle forze dell'ordine, ed era mezzo distrutto. Pezzi giganteschi di marmo che mancavano, ringhiere delle scale crollate o danneggiate, vetrate in pezzi, detriti ovunque, slot machines andate, tavoli andati – era solo un disastro vuoto e inquietante".
Mantenendosi all'interno del budget che aveva a disposizione per resuscitare il luogo, la Maxey ha lavorato a stretto contatto con il regista della seconda unità Crane per determinare la vastità della zona del casinò che sarebbe apparsa nelle inquadrature, e quanto di esso aveva dunque bisogno di essere riportato in vita. Un altro colpo di fortuna è arrivato nei panni dell'ingegnere privato del Riviera, che aveva lavorato nell'hotel per due decenni; ha messo a disposizione della produzione risorse che non si sarebbero potute ottenere altrimenti, ed ha collaborato attivamente per conferire al luogo un ultimo (e bellissimo) momento di splendore per la parte finale della scena dell'inseguimento. Racconta Crane: "Il risultato è stato veramente ottimo … e poi, abbiamo dovuto demolire tutto di nuovo".
Ma la ricerca non è finita lì. Con Bourne e il suo bersaglio che abbandonano i rispettivi veicoli al casinò, l'agente continua il suo inseguimento, e i due finiscono in un luogo che è la vera antitesi del glamour del gran viale… le fogne di Las Vegas.

Una volta ultimate le riprese, Greengrass ha avuto modo di riflettere sul percorso che ha iniziato più di dieci anni fa: "Lo scopo del film è quello di intrattenere, di portare le persone in luoghi in cui non sono mai state e di farle riflettere sul mondo. Allora, che cos'è che si vuole dare al pubblico? Devi dargli un grande film di Bourne. Cosa significa? Significa un altro capitolo di un libro che la gente ama. Ci devono essere un sacco di cose con le quali il pubblico ha già una certa familiarità, e una parte di esse devono essere coerenti col mondo di Bourne che hai precedentemente creato. Servono personaggi nuovi, situazioni nuove e una nuova storia che si basa sul quella già esistente. Ecco, questo è quello che ci eravamo riproposti di fare, e sento che, alla fine ci siamo riusciti".

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