Poster The King’s Man – Le Origini
Locandina The King's Man - Le Origini
The King's Man - Le Origini (The King's Man) è un film del 2021 prodotto in USA, di genere Azione e Avventura diretto da Matthew Vaughn. Il film dura circa 132 minuti. Basato sul Comic Book 'The Secret Service' di Mark Millar e Dave Gibbons. Il cast include Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Rhys Ifans, Matthew Goode, Tom Hollander, Harris Dickinson, Daniel Brühl, Djimon Hounsou, Charles Dance, Ian Kelly. In Italia, esce al cinema mercoledì 5 Gennaio 2022 distribuito da The Walt Disney Company Italia. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 23 Febbraio 2022, in Digitale da mercoledì 23 Febbraio 2022.

Un gruppo nutrito dei peggiori tiranni della storia e di criminali si riuniscono per organizzare una guerra di proporzioni mondiali, che annienti milioni di persone. Un uomo dovrà correre contro il tempo per fermarli.

The King’s Man – Le Origini porta alla scoperta delle origini della prima agenzia di intelligence indipendente. Una galleria dei peggiori tiranni e geni del crimine della storia, dove spicca Rasputin (Rhys Ifans), si è riunita per progettare una guerra mercenaria che spazzerà via milioni di persone innocenti nel mondo intero. Ma dovrà fare i conti con la Kingsman, la prima agenzia di intelligence indipendente al mondo. Impeccabilmente addestrate e votate ad operare ai più alti livelli di etica e discrezione, la letale organizzazione di spie si cela dietro il paravento di una celeberrima sartoria. Deciso a fermare limminente carneficina, il fondatore della Kingsman, il Duca di Oxford (Ralph Fiennes), arruola nell’organizzazione il giovane pupillo Conrad (Harris Dickinson) con l’obiettivo di rimettere la storia sul giusto binario.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 5 Gennaio 2022
Uscita in Italia: 5 Gennaio 2022 al Cinema; 23 Febbraio 2022 in SVOD su Disney+, in TVOD e DVD
Genere: Azione, Avventura, Commedia, Spionaggio
Nazione: USA - 2021
Durata: 132 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Soggetto:
Basato sul Comic Book 'The Secret Service' di Mark Millar e Dave Gibbons.
Conosciuto anche come: Kingsman: The Great Game [USA], Kingsman 3 [USA]
In HomeVideo: in Digitale da mercoledì 23 Febbraio 2022 e in DVD da mercoledì 23 Febbraio 2022 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA Kingsman: The Secret Service

Cast e personaggi

Regia: Matthew Vaughn
Sceneggiatura: Matthew Vaughn, Karl Gajdusek
Musiche: Matthew Margeson, Dominic Lewis
Fotografia: Ben Davis
Scenografia: Darren Gilford
Montaggio: Jason Ballantine, Rob Hall
Costumi: Michele Clapton

Cast Artistico e Ruoli:
foto Ralph Fiennes

Ralph Fiennes

Orlando Oxford
foto Rhys Ifans

Rhys Ifans

Grigori Rasputin
foto Tom Hollander

Tom Hollander

Re Giorgio/Kaiser Guglielmo/Zar Nicola
foto Harris Dickinson

Harris Dickinson

Conrad Oxford
foto Daniel Brühl

Daniel Brühl

Erik Jan Hanussen
foto Charles Dance

Charles Dance

Kitchener



Produttori:
Matthew Vaughn (Produttore), David Reid (Produttore), Adam Bohling (Produttore), Mark Millar (Produttore esecutivo), Dave Gibbons (Produttore esecutivo), Stephen Marks (Produttore esecutivo), Claudia Vaughn (Produttore esecutivo), Ralph Fiennes (Produttore esecutivo)


VFX supervisor: Angus Bickerton.

Immagini

[Schermo Intero]

Curiosità

Le riprese di alcune scene di The King’s Man – Le Origini si sono svolte in location torinesi e piemontesi come il Castello di Racconigi, la Reggia di Venaria e Palazzo Reale di Torino, mentre le scene in esterno hanno toccato Lungo Po Diaz a Torino e il comune di Venaria, in via Andrea Mensa.

Note di produzione

SVELARE LE ORIGINI DELLA KINGSMAN
Nel 2014 Kingsman – Secret Service ci aveva fatto conoscere Harry Hart, un’affabile spia gentiluomo, e Gary “Eggsy” Unwin, un ragazzo dei bassifondi che aveva disperatamente bisogno di una figura paterna. Harry aveva reclutato Eggsy, insegnandogli a diventare una spia e un gentleman, e insieme ai loro colleghi dell’agenzia Kingsman, i due avevano sconfitto il malvagio miliardario e genio della tecnologia Richmond Valentine. Nel sequel del 2017 Kingsman – Il Cerchio d’Oro, abbiamo incontrato la controparte americana dell’agenzia, la Statesman, mentre l’antagonista di turno era l’imprenditrice e narcotrafficante Poppy Adams.

Ma in questo nuovo capitolo, The King’s Man – Le Origini,la storia ha inizio più di un secolo prima e si svolge nell’ombra della Prima Guerra Mondiale, spiegandoci i motivi che portarono alla nascita dell’agenzia Kingsman.

“Volevo fare qualcosa di diverso”, afferma il regista-sceneggiatore-produttore Matthew Vaughn. “Volevo realizzare un’avventura spettacolare ed epica. Quando ero bambino, i cinema erano pieni di film come Lawrence d’Arabia, che erano epici senza essere mai noiosi. Ho pensato di rilanciare quel genere. Volevo togliermi questa soddisfazione”.

Fondamentalmente questo significava che il tono avrebbe dovuto cambiare, come spiega Karl Gajdusek, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Vaughn: “Ci siamo rapidamente resi conto che avremmo dovuto scrivere un film con un tono diverso dai primi due, con un tono tutto suo. È uno straordinario mix tra una versione scandalosa, punk e tagliente della storia, e un’esplorazione piuttosto seria e commovente della quantità di morte che fu scatenata dalla Prima Guerra Mondiale”.

Gajdusek afferma che, affinché questo approccio funzionasse a dovere, l’attenzione ai dettagli era fondamentale. “Le date sono tutte esatte, gli eventi sono fedeli a quelli reali, abbiamo dato credito a tutti i dettagli storici. Ci limitiamo semplicemente a suggerire che ciò che raccontiamo nel nostro film sia avvenuto dietro le quinte, all’interno di stanze nascoste”, afferma lo sceneggiatore.

Daniel Brühl, che nel film interpreta un personaggio realmente esistito, Erik Jan Hanussen, crede che questo lungometraggio abbia anche un elemento educativo. “Sì, è un film d’azione molto divertente, pieno di comicità e con tutti gli elementi tipici del genere, ma allo stesso tempo è anche una lezione di storia molto godibile”, commenta l’attore. “Anche se la storia è stata reinventata, i conflitti sono reali e alcuni dei personaggi che vediamo sono realmente esistiti: questo è davvero intrigante, perché permette di imparare qualcosa o riporta alla mente un capitolo storico particolare”.

Brühl aggiunge: “Sono rimasto a bocca aperta leggendo la sceneggiatura. Volevo assolutamente sapere cosa sarebbe successo. Mi ha riportato alla mente il periodo in cui ho girato Bastardi senza gloria con Quentin Tarantino. Da questo punto di vista è piuttosto simile: reinventa la storia e unisce personaggi fittizi e altri realmente esistiti (e affascinanti), combinandoli tra loro in modo perfettamente sensato”.

Se il film di Tarantino riscriveva alcuni elementi della Seconda Guerra Mondiale, quello di Vaughn affronta invece la Prima Guerra Mondiale. “Da quello che vedo, Matthew non ha paura di mostrare gli orrori di quegli eventi”, rivela Ralph Fiennes, che interpreta il Duca di Oxford. “L’orrore, lo scioccante spreco di vite umane e i massacri sono un tema molto importante nel film. Potremmo dire che questo Kingsman ha un lato più serioso. Ma conserva comunque tutti gli elementi di Kingsman che conosciamo: umorismo, azione e avventura”.

L’ispirazione è arrivata anche dal primo film di Kingsman, come spiega Vaughn: “Il discorso che Harry Hart pronuncia di fronte a Eggsy quando si trovano nell’ascensore spiega in un certo senso le origini della Kingsman. Ricordo che ho preso in mano una vecchia stesura della sceneggiatura, ho riletto il discorso e ho pensato ‘Come posso realizzare un film su quel discorso?’. E in quel momento mi è venuto in mente. Ho visto tutto il film nella mia testa e poi ho scritto il soggetto”.

Fiennes afferma che il monologo di Harry Hart influenza alcune parole pronunciate dal suo personaggio: “Ho un monologo che richiama direttamente il discorso pronunciato da Harry Hart nel primo film. È incentrato sull’idea di proteggere e preservare la vita. La Kingsman è un’agenzia di intelligence indipendente ideata per eliminare la burocrazia delle agenzie di spionaggio governative e favorire princìpi come la pace e l’umanità. È stata creata per questo. Ricorda le leggende arturiane sui cavalieri che combattevano contro il male e le ingiustizie”.

Per quanto riguarda la trama, Gajdusek la descrive come “la storia di un padre che ha fatto un voto di pacifismo e sta cercando di proteggere suo figlio da quella follia, iniziando a sospettare che forse quella follia non è casuale, ma è manovrata da una forza oscura”.

Tom Hollander, che interpreta tre ruoli nel film, parla degli antagonisti della storia: “Il pericolo proviene da un’asse del male creato da molte figure storiche che probabilmente non erano collegate, ma lo sono in questa storia. Mata Hari, Rasputin ed Erik si conoscono e fanno parte di una sorta di congrega di malvagità creata da un personaggio fittizio noto come il Pastore. E il Pastore ha l’obiettivo di distruggere le società che governano l’Europa”.

Vaughn approfondisce un altro elemento di The King’s Man – Le Origini affermando: “Giochiamo molto sul contrasto fra gli aristocratici e i loro servitori, come nella vecchia serie  televisiva Su e giù per le scale. Il personaggio di Ralph, Oxford, non è uno snob e ha capito che il modo migliore per creare una rete di spie è servirsi di maggiordomi, chauffeur, tate e cameriere: all’epoca quando si trovavano in una stanza venivano ignorati, quindi potevano sentire qualsiasi cosa”.

Vaughn è convinto che The King’s Man – Le Origini sia un film in costume capace di parlare agli spettatori moderni. “Voglio che i ragazzi si rendano conto che, quando il mondo è governato da un gruppo di pazzi, le cose possono andare fuori controllo molto velocemente”, afferma Vaughn. “E ci troviamo in un clima politico molto simile a quello antecedente alla Prima Guerra Mondiale, in cui nessuno credeva che potesse esserci una guerra, poi ci fu una guerra, e nessuno capì come mai. La Prima Guerra Mondiale fu una vera follia e la Kingsman venne fondata proprio per questo”.

I PERSONAGGI
The King’s Man – Le Origini presenta una lista di attori e attrici di talento che danno profondità, credibilità, umorismo e sensibilità ai loro ruoli.

Harris Dickinson interpreta il giovane protagonista del film, Conrad Oxford, e lo sceneggiatore-regista-produttore Matthew Vaughn afferma di essersi reso conto immediatamente di aver trovato la persona perfetta per il ruolo. “Per scegliere i miei attori mi baso soltanto su ciò che vedo e lui mi ha lasciato a bocca aperta. L’ho scelto dopo circa 10 minuti”, afferma Vaughn.

Parlando del suo personaggio, Dickinson afferma: “Conrad ha 17 anni. È giovane, coraggioso e aristocratico. Suo padre è il Duca di Oxford, quindi Conrad vive con lui da sempre, conducendo lo stile di vita pomposo e rigido tipico dell’alta società. Quando lo incontriamo, è molto ingenuo e non sa nulla del mondo reale”.

Ma come spiega Dickinson, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo cambia, conducendo il suo personaggio nell’età adulta. “È un aspirante soldato che vuole conoscere il mondo e vivere certe esperienze in prima persona”, afferma Dickinson. “È stato sempre trattenuto a casa sotto stretta protezione: si sente intrappolato dalle regole e dal pacifismo di suo padre. Poi nella storia c’è un punto di svolta, in cui Conrad parte e va in guerra contro il volere paterno”.

Vaughn afferma che l’abilità mostrata da Dickinson nel rendere Conrad un personaggio in cui il pubblico potesse identificarsi era fondamentale per far funzionare le scene di guerra. “La mia paura per il ruolo era questa: i nostri protagonisti sono il figlio di un duca e il figlio di un marchese, e non sapevo se il pubblico volesse vedere un film incentrato su due persone così altolocate. Ho sempre pensato che James Bond funzionasse perché Connery lo aveva reso più tagliente e realistico. Credo che se avessero scelto David Niven o qualche altro attore noto per la sua eleganza, il pubblico non si sarebbe identificato con Bond. Harris aveva proprio quello di cui avevo bisogno, quel fascino. È perfetto”.

Ralph Fiennes interpreta il padre di Conrad, Orlando Oxford, il Duca di Oxford. Fiennes lo descrive come un personaggio “estremamente aristocratico” e devoto a suo figlio. “Oxford è un pacifista e il pubblico scoprirà il motivo di questa scelta cinque minuti dopo l’inizio del film”, spiega Fiennes. “Il contesto è quello appena precedente alla Prima Guerra Mondiale e direi che il rapporto più importante all’interno del film è quello tra Oxford e suo figlio, che vuole dimostrare di essere un ragazzo coraggioso andando in guerra. Oxford è profondamente riluttante a vederlo partire per la guerra”.

Il co-sceneggiatore Karl Gajdusek descrive Oxford come un uomo molto combattuto. “Ha fatto un voto filosofico nei confronti del pacifismo”, rimarca Gajdusek. “Tuttavia, gli eventi che avvengono nella sua vita sembrano spingerlo nella direzione opposta. È un uomo combattuto tra la violenza e il pacifismo, tra il desiderio di proteggere suo figlio e il bisogno di lasciarlo andare. Questa è la sua essenza”.

Fiennes afferma di conoscere molto bene il tipo di personaggio che Vaughn e Gajdusek avevano ideato. “Credo di aver incontrato diverse persone simili al Duca di Oxford”, commenta Fiennes. “Un tipo di uomo inglese che non esiste più, con princìpi cavallereschi. Ma apprezzo anche il fatto che, in questo periodo storico in cui siamo tutti molto suscettibili sui rapporti di classe e sulle condizioni sociali, Matthew non abbia avuto paura di mostrare il lato aristocratico del mio personaggio. Oxford è stato allevato in un certo modo e incarna princìpi come il coraggio, l’onore, la gentilezza e la capacità di mettersi al servizio del prossimo: la condotta comportamentale degli aristocratici. Quindi è un uomo perbene. Una brava persona”.

Riguardo alla scelta di Fiennes per il ruolo dell’eroe, Vaughn commenta: “Quando scrivo le mie sceneggiature, ho sempre determinati attori in mente. E in questo caso avevo pensato a Ralph. Ho sempre pensato che Ralph sarebbe stato un Bond fantastico per molte ragioni. E quando ho incontrato Ralph è stato buffo, perché stranamente era già molto simile a un Kingsman: è un uomo incredibilmente serio che però non si prende sul serio, e ha un umorismo davvero impertinente. Quell’umorismo è sempre nascosto da idee molto serie. Ed è stato davvero delizioso lavorare con lui”.

Il Duca però non lavora da solo, come spiega Fiennes: “Ha una fantastica guardia del corpo di nome Shola, che è anche il suo braccio destro. È interpretato da Djimon Hounsou. E poi ha una governante di nome Polly, interpretata da Gemma Arterton. È una sorta di tata, ma è la donna di casa. Lavora per me, ma fin dal primo momento capiamo che non ha assolutamente un atteggiamento servile. È sempre pronta a parlare con franchezza e io voglio che lo faccia anche se a volte mi fa arrabbiare. Voglio che sia onesta. Quindi è una famiglia composta da persone molto forti, con coraggio e integrità”.

Arterton descrive Polly come una vera e propria capofamiglia. “È la tata di Conrad, quindi si è presa cura di lui”, afferma Arterton. “Ma in un certo senso comanda tutti, persino Oxford. È molto tosta. Non le piace farsi prendere in giro. È la persona più furba nella stanza. È molto, molto intelligente, ma anche molto divertente e ama fare battute. E dato che è un membro della servitù, proviene da un contesto sociale diverso. Fa parte della classe operaia, quindi non è snob. Nel film ci sono tanti gentleman e membri dell’alta società, mentre lei è un po’ più pratica”.

Come parte della sua preparazione, Arterton ha deciso che il suo personaggio avrebbe dovuto provenire dall’Inghilterra settentrionale. “Abbiamo deciso che l’accento perfetto per lei era quello di Harrogate, perché è una versione un po’ meno pesante dell’accento dello Yorkshire”, sottolinea Arterton. “Ma è comunque piuttosto robusto. Volevamo che avesse un suono fedele al periodo storico, ma mi piace anche perché la rende un po’ più sfacciata. Parla in modo completamente diverso rispetto a tutti gli altri personaggi del film. È un accento sfacciato e vivace”.

E come quasi tutti gli altri personaggi di The King’s Man – Le Origini, Polly è piena di sorprese. Arterton la definisce “una versione rock’n’roll di Mary Poppins”, mentre Gajdusek la descrive come “una tata tiratrice scelta”, e spiega: “Di fronte al resto del mondo si comporta in un certo modo, ma quando le porte sono chiuse o si ritrova con una pistola in mano, è completamente diversa”.
Vaughn aggiunge: “Gemma è un’attrice incredibile. È divertentissima, è in grado di parlare con qualsiasi accento ed è bravissima nelle scene d’azione. È il pacchetto completo. Quindi siamo stati estremamente fortunati che abbia accettato di interpretare questo ruolo”.
In casa, la controparte di Polly è Shola, interpretato dal già menzionato Djimon Hounsou.  “La mia idea è che in passato Orlando sia stato mandato in missione in Africa e abbia incontrato Shola”, spiega Vaughn. “Orlando ha capito che quello che gli inglesi stavano facendo in Africa era sbagliato, quindi è tornato in Inghilterra con Shola, che è finito a lavorare per lui. Sono diventati ottimi amici. La famiglia di Oxford è composta da Conrad, Shola e Polly, e sebbene di fronte al mondo fingano di essere due aristocratici con i loro servitori, in realtà formano una famiglia molto unita”.

“Proviene da varie parti dell’Africa”, afferma. “Shola sembra provenire da una colonia francese come il Senegal, ma allo stesso tempo ha anche alcune caratteristiche dell’Africa orientale. È ovviamente un uomo molto regale. Un uomo di grande integrità, che sembra provenire da una tribù di guerrieri”.

Hounsou descrive Shola come un factotum, definendolo un custode, un servitore e un guerriero sempre pronto a combattere, oltre che un guardiano che ha stretto un legame molto profondo con Conrad.

Una grande storia d’avventura ha bisogno di un grande antagonista, e nel caso di The King’s Man – Le Origini quell’antagonista è Rasputin, interpretato da Rhys Ifans. “Rasputin è ovviamente una figura storica, che viveva alla corte dello zar e della zarina di Russia”, spiega Ifans. “È un mistico e un sacerdote, anche se il vero Rasputin non fu ordinato ufficialmente dalla Chiesa Ortodossa. Credo che utilizzi la cristianità e la Chiesa come una specie di travestimento, ma nel profondo è un pagano”.
“È stato un piacere lavorare con Rhys, perché è ossessionato da Rasputin da tutta la vita”, afferma Vaughn. “Quando ci siamo messi alla ricerca di un attore per il ruolo, sono stato informato del fatto che Rhys aveva sempre voluto interpretare Rasputin. Apprezzo molto la passione e l’entusiasmo, e credo che ce ne sia bisogno in questo settore. Quindi ho incontrato Rhys e siamo andati subito d’accordo. È incredibilmente intelligente e concentrato. Non avrei potuto creare un cattivo migliore di Rasputin: abbiamo semplicemente imitato il vero Rasputin”.

Gajdusek si trova d’accordo nell’affermare che Ifans era nato per interpretare il “monaco folle”. “È incredibilmente magnetico e questa era la caratteristica principale del vero Rasputin”, afferma Gajdusek. “Si racconta che, quando Rasputin entrava in una stanza, nessuno riuscisse a togliergli gli occhi di dosso. Anche se era una specie di monaco folle e maleodorante, tutti erano attratti da lui. Rhys ha un’energia simile. I due si fondono fino a diventare un solo personaggio. È meraviglioso”.

Lo stesso Ifans definisce il personaggio “il ruolo dei suoi sogni” per via del magnetismo di Rasputin, oltre che della sua infamia. “È una figura davvero misteriosa e potente, e anche se gli eventi storici che lo riguardano sono ben documentati, gran parte della sua vita è ancora avvolta nel mistero”, afferma Ifans. “Di conseguenza le persone hanno elaborato molte ipotesi folli su Rasputin. Riveste un ruolo molto importante non soltanto nella cultura russa, ma in quella di tutto il mondo. In un certo senso fu la prima rockstar rinnegata. C’era anche qualcosa di Charles Manson in lui: proprio come lui, era un ciarlatano mistico che ipnotizzò e sedusse un’intera generazione”.

La scelta di casting più audace di The King’s Man – Le Origini riguarda un singolo attore che interpreta molteplici ruoli. Tom Hollander interpreta tre cugini: re Giorgio, lo zar di Russia e il kaiser di Germania.

“Quando è arrivato il momento di scegliere degli attori per interpretare il Re, il Kaiser e lo Zar”, afferma Vaughn, “ho svolto delle ricerche e ho trovato delle fotografie. Guardandole, è letteralmente impossibile distinguere il Re dallo Zar. Poi ho letto che spesso, per scherzo, si scambiavano le uniformi e nessuno si rendeva conto che il Re era in realtà lo Zar e viceversa. Ci sono fotografie in cui indossano le uniformi sbagliate e nessuno se ne rendeva conto, finché poi loro stessi non lo ammettevano: pensavano che fosse molto divertente. Questo è un sunto perfetto della follia di quell’epoca, in cui tutta l’Europa era governata da un gruppo di cugini”.
Proseguendo, Vaughn spiega: “Quindi ci chiedevamo come avremmo fatto a trovare tre attori che si somigliavano. Sapevo che Tom era un ottimo attore e sapevo che poteva interpretare tutti e tre i ruoli. Non mi sembrava un semplice stratagemma, perché è storicamente documentato che si somigliassero moltissimo, quasi come dei gemelli. Tom è molto coerente con lo stile Kingsman e sa apparire serio e divertente nello stesso momento. Quindi è stato un’aggiunta molto gradita”.

Hollander afferma di aver compreso subito il lato divertente di questo approccio: “Matthew Vaughn ha avuto un’idea molto intelligente, perché come sappiamo tutte le famiglie reali erano imparentate e la guerra scoppiò proprio per questo. A causa delle loro alleanze e delle loro rivalità. E questi tre personaggi erano cugini, quindi è molto divertente farli interpretare dalla stessa persona. Due di loro, ovvero Giorgio e Nicola, erano molto simili. Quindi è il Kaiser ad avere un aspetto diverso. E in questa versione, il Kaiser è un po’ come un fratello maggiore che li bullizza”.

Parlando di un argomento più serio, Gajdusek aggiunge: “Il film riesce perfettamente a individuare le radici del conflitto nelle rivalità infantili fra queste tre persone. In un certo senso, quei personaggi incarnano la futilità della Prima Guerra Mondiale. Se l’invidia fra tre cugini è in grado di scatenare una tale carneficina, e se quei tre cugini sono interpretati da un singolo attore, questo crea una schizofrenia molto triste che al tempo stesso è davvero meravigliosa. Credo che gli spettatori rimarranno sorpresi, non soltanto dalle differenze molto buffe fra queste tre interpretazioni, ma anche dal messaggio malinconico nascosto in questa scelta di casting”.

Charles Dance interpreta un altro personaggio realmente esistito: Lord Kitchener, famoso per essere il volto dei manifesti di reclutamento “Your Country Needs You!”. “Kitchener è un amico d’infanzia del Duca di Oxford”, spiega Dance. “All’inizio del film ci troviamo nel bel mezzo della Guerra Boera e sia il mio personaggio che quello di Ralph sono molto più giovani. La scena pone le basi per il nostro rapporto. Ci conosciamo da moltissimo tempo. Kitchener lo conosce da anni. Era un ottimo soldato. Conoscete quell’espressione che viene utilizzata per descrivere la Prima Guerra Mondiale, secondo cui i soldati erano leoni guidati da asini? È vero che quasi tutti i generali erano asini e si comportavano come asini. Ma Kitchener non era come loro. Era spesso disgustato da quello che stava accadendo”.

Matthew Goode, invece, interpreta un personaggio legato a Kitchener. “Interpreto un personaggio di nome Maximillian Morton, che è il suo assistente militare: si occupa di molte faccende per lui”, spiega Goode, “e gli rimbocca le coperte prima di andare a dormire. Un bravo soldato, ansioso di fare la sua parte. Vuole servire il suo padrone e tenere uniti i suoi uomini, quindi è un militare molto serio e professionale”.

Daniel Brühl interpreta il truffatore Erik Jan Hanussen, che l’attore conosceva già per via del ruolo ricoperto da questa figura nella storia tedesca. “Era un personaggio reale”, spiega Brühl. “Un veggente, un imbroglione, una figura machiavellica che divenne una vera e propria star nella Germania degli anni Trenta. Dato che la gente credeva che fosse realmente un sensitivo capace di prevedere il futuro, riempiva tutti gli stadi di Berlino. Nel film, è uno degli antagonisti che manovrano i fili della Prima Guerra Mondiale”.

Infine, abbiamo Valerie Pachner, che interpreta la danzatrice esotica e spia Mata Hari. Come spiega Pachner, “era una donna molto interessante che si guadagnava da vivere in modo particolare. Era una ballerina. Si fingeva una principessa giapponese e incantava il pubblico parigino. Era una seduttrice. Fu la cortigiana di moltissimi uomini importanti dell’epoca. E poi col tempo divenne una spia, non soltanto per i tedeschi ma anche per i francesi. La sua storia è troppo ricca per una singola donna. È affascinante”.

RICREARE IL PASSATO
Lo scenografo Darren Gilford—che ha lavorato anche in Kingsman – Il Cerchio d’Oro – afferma che ricreare la Prima Guerra Mondiale era uno dei lati più interessanti del film. “Non appena Matthew ha pronunciato le parole ‘un film in costume ambientato circa 100 anni fa’, ho subito capito che avremmo fatto qualcosa di completamente diverso ed è stato molto divertente e impegnativo”, spiega Gilford. “Lavorare a un film ambientato durante la Prima Guerra Mondiale era un’opportunità meravigliosa per me, ma sapevo di dover fare i compiti. La cosa più importante è sempre la ricerca e bisogna avere a disposizione una squadra di ricerca molto esperta per esaminare ogni elemento storico, dall’architettura alle arti grafiche fino a tutto ciò che avevamo a disposizione. Alcuni elementi della nostra storia sono talmente legati a eventi realmente accaduti che dovevamo cercare di rappresentarli in modo completamente fedele. E poi ci sono altri elementi del film in cui possiamo avere una maggiore libertà creativa. Il mio lavoro consiste principalmente nell’unire questi elementi e farli apparire come parte di una storia coerente”.

I filmmaker dovevano inoltre trovare location che fossero in grado di sostituire varie città europee e costruire scenografie che potessero riportare in vita i primi anni del XX secolo. Dopo aver esaminato la sceneggiatura, i filmmaker hanno subito capito che la location più difficoltosa era rappresentata indubbiamente dalle trincee.

Prima di dare inizio alla costruzione delle trincee, la squadra di produzione ha dovuto costruire un modello al fine di comprendere tutte le componenti necessarie a creare le varie scene ambientate nelle trincee. Il set vero e proprio era lungo circa 300 metri. La squadra responsabile della costruzione ha ideato una trincea tedesca costruita su un binario: in questo modo potevano allineare la macchina da presa alla trincea per ottenere inquadrature meravigliose.
Durante le riprese delle scene ambientate nelle trincee, Matthew Vaughn ha vissuto un momento molto profondo. “Ricordo che un giorno stavamo girando nelle trincee: eravamo nel bel mezzo della terra di nessuno, perché avevamo costruito da zero l’intera trincea, un set gigantesco”, racconta Vaughn. “Indossavo una bella giacca molto calda e un paio di stivali e a un certo punto sono scivolato nel fango. Ricordo di aver detto ‘È un dannato incubo, è orribile, sto congelando e…’. E poi mi sono fermato e mi sono guardato intorno per la terra di nessuno. Mi stavo lamentando come un Piccolo Lord. In quel momento mi sono sentito davvero triste per quegli uomini e ciò che avevano affrontato, perché non stavo assaporando neanche l’1% della sofferenza vissuta dalle persone che si trovavano realmente in quella situazione”.
Vaughn prosegue: “È molto difficile rappresentare o anche solo avvicinarsi all’orrore della Prima Guerra Mondiale e alla sua insensatezza. Ho fatto del mio meglio per farla apparire reale senza farla somigliare a un documentario e per affrontarla con il rispetto che questi soldati meritavano, indipendentemente dal paese per cui combattevano. Quella guerra fu un’assoluta follia. Volevo cercare di catturare quella follia attraverso un solo personaggio, che in questo caso era Conrad”.

L’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando – l’evento che scatenò definitivamente la Prima Guerra Mondiale – è una scena fondamentale in The King’s Man – Le Origini e, pur essendo ambientata a Sarajevo, è stata girata a Torino. Darren Gilford spiega: “Abbiamo cercato di mantenerci il più possibile fedeli agli eventi. Abbiamo persino cercato di trovare una location situata sul lungofiume, dove si svolse l’assassinio. Per fortuna abbiamo trovato Torino. Abbiamo trovato un lungofiume molto bello e delle strade che corrispondono in maniera quasi identica alla geografia di quella scena”.

La stessa attenzione ai dettagli è stata applicata alle uniformi e all’abbigliamento, come spiega Alex Fordham, consulente e designer dei costumi militari del film. “Avevamo bisogno di riempire le strade di persone che rispecchiassero la straordinaria natura cosmopolita dell’impero austro-ungarico. Sarajevo si trova in Bosnia ed Erzegovina, un’area estremamente poliglotta che all’epoca era stata annessa da poco all’impero austriaco. L’arciduca si trovava lì per condurre alcune manovre lungo la strada come dimostrazione di forza. Quindi le strade sono piene di truppe austriache e di uno straordinario gruppo di civili: gli abitanti della città, composti sia da europei occidentali che da musulmani. Questo ci fa capire subito che questa città era un grande crocevia. Mettere insieme tutti questi elementi è stato piuttosto complesso”.

Secondo Gilford, la città di Torino ha dominato le riprese del film in modo meraviglioso, specialmente quando è arrivato il momento di costruire il Palazzo d’Estate. “È stata una sfida fin dall’inizio, ma per me è stato anche molto divertente. Non avevo mai costruito un interno così maestoso. È un luogo dorato e molto appariscente. Anche le ricerche sono state molto divertenti. È stato davvero fantastico costruire il set. Grazie a quel set abbiamo ottenuto più commenti e complimenti di tutti gli altri reparti, dunque ne andiamo molto fieri”, sottolinea Gilford.

Infine, c’è la location che accomuna tutti i film di Kingsman: l’iconica sartoria. “La sartoria Kingsman è l’ancora della saga”, spiega Gilford. “È un po’ come la colla che tiene insieme la storia della Kingsman. E Matthew non voleva modificarla. Voleva che rimanesse quasi identica per lo stesso motivo: è l’elemento fondante della Kingsman. È stato molto divertente da creare. Arrivati a questo punto, lo abbiamo già costruito altre due volte in incarnazioni differenti e ogni volta diventa più facile. Ha un aspetto quasi identico a quello che abbiamo visto in passato, fatta eccezione per i dipinti sulle pareti. I dipinti sulle pareti raccontano la grande storia dei fondatori della Kingsman. Ma la sartoria è sempre la sartoria. È una cosa su cui possiamo sempre contare. Che siano ambientati nel passato o nel futuro, questi film avranno sempre una caratteristica che li accomuna: la sartoria Kingsman rimarrà sempre la sartoria Kingsman”.

I COSTUMI DI THE KING’S MAN – LE ORIGINI
Dato che la sartoria Kingsman ospita anche il quartier generale e l’armeria dell’organizzazione a Londra, gli abiti hanno giocato un ruolo fondamentale in entrambi i film. In effetti, se “i modi definiscono l’uomo”, allora un elegante completo non è mai troppo lontano. Ma dato che The King’s Man – Le Origini si svolge più di 100 anni fa, il film si è dimostrato pieno di sfide per la costumista Michele Clapton, che ha dovuto rappresentare in modo accurato il periodo storico, acquistare uniformi da vari paesi differenti, rivisitare abiti storici in modo contemporaneo e aggiungere riferimenti e strizzatine d’occhio al futuro della Kingsman.

“Ero intrigata dal fatto che questo film si svolgesse nel passato”, afferma Clapton.  “Preferisco ideare costumi d’epoca, quindi ero molto curiosa sulla natura di questo film. Ho incontrato Matthew e mi è piaciuto il modo in cui intendeva affrontarlo. Lo prendeva molto sul serio e voleva rappresentare il periodo storico in modo accurato, anche perché si trattava di eventi molto tragici. È stato questo a spingermi ad accettare”.

Clapton prosegue: “I costumi sono molto importanti perché gettano le basi per il tono del film. Il personaggio interpretato da Ralph, Oxford, è molto tradizionalista e quindi i suoi abiti sono molto fedeli al periodo storico. Mentre invece il personaggio di Conrad, interpretato da Harris, ha un aspetto leggermente più giovanile e ci ha consentito di adottare un approccio più libero. Nelle nostre ricerche, abbiamo trovato tantissimi libri sui tessuti del 1910. Erano dei vecchi elenchi utilizzati dai sarti. Li ho trovati in un momento successivo, in cui avevamo già iniziato ad acquistare tanti tessuti, ed erano incredibili: mostravano tessuti incredibilmente variopinti e brillanti, così abbiamo capito che anche i nostri costumi avrebbero potuto essere più vivaci e i completi avrebbero potuto avere colori più chiari”.

Parlando del personaggio di Conrad, Clapton afferma: “Non volevo che somigliasse a un damerino con la puzza sotto il naso. È leggermente più moderno, perché è il personaggio giovane con cui il pubblico giovanile si identificherà. I suoi completi sono stati realizzati da un sarto moderno. Hanno dei calzoni stretti e sono a vita alta. Le giacche avevano solitamente tre bottoni ed erano a coda di rondine, quindi avevano una lunghezza davvero particolare. E Harris è un indossatore meraviglioso. Quando l’ho incontrato per la prima volta, ho pensato ‘Grazie al cielo’. A volte un attore, pur essendo bravissimo, non ha un fisico adatto al periodo storico che deve interpretare, ma lui invece era perfetto. Quindi ho detto ai responsabili degli stunt ‘Non fategli mettere su altri muscoli. Deve essere snello. Non rendetelo troppo grosso’. Non l’hanno fatto e questo è stato grandioso”.

Dickinson afferma che i completi lo hanno aiutato a dare vita alla sua interpretazione. “Non credo di aver mai fatto così tante prove costume per un film, ma ne è sicuramente valsa la pena, perché i costumi sono stati ideati alla perfezione da Michele”, afferma Dickinson. “Avevo circa otto completi fatti su misura per me e non mi era mai capitato. Quegli abiti cambiano completamente il modo in cui ti muovi. Ti forniscono una sorta di regalità e, dato che ti permettono di muoverti in modo completamente agevole, ti rilassano. Spesso i completi ti fanno sentire troppo rigido, ma questi erano fatti in modo meraviglioso. Inoltre, erano completamente fedeli al periodo storico”.

“Ho cercato di esaminare alcuni personaggi di quel periodo, perché ti permettono di capire meglio lo stile dell’epoca”, spiega Clapton. “Abbiamo preso in esame moltissimi cataloghi dell’epoca. Per esempio, gli occhiali da sole che Harris indossa sulla motocicletta avevano una forma che avevamo trovato su un catalogo. Sembra incredibile, perché hanno un aspetto modernissimo. Ma siamo andati di proposito alla ricerca di elementi che potessero attualizzare il suo personaggio”.

Il personaggio interpretato da Ralph Fiennes, Oxford, indossa dei completi leggermente più tradizionali e i suoi abiti svelano molto sul suo personaggio. Come spiega Clapton, “Non volevo che somigliasse a un ‘Signore del Maniero’. Volevo che apparisse molto a suo agio in campagna. I colori erano importanti… hanno una certa freddezza. Anche se i suoi abiti sono dominati dal colore marrone, è un marrone molto freddo. Ma non volevo raffigurarlo sempre come un gentiluomo di campagna, quindi a volte indossa dei completi, soprattutto quando deve occuparsi degli affari. Non è soltanto una specie di aristocratico che possiede delle terre. Poi quando va in città, veste ancora una volta in modo elegante. I suoi costumi hanno una certa precisione. Le sue cravatte sono fatte in un certo modo”.

Fiennes afferma di aver adorato indossare i costumi creati da Clapton e Gemma Arterton è d’accordo. L’attrice afferma: “Insieme ai costumisti, agli acconciatori e ai truccatori, abbiamo deciso che Polly non dovesse avere un aspetto sexy. In un certo senso è piuttosto materna, ed è importante che il pubblico capisca che è una figura materna per Conrad. Sono un po’ più giovane del personaggio, quindi volevamo farmi apparire un po’ più matura. I miei abiti sono piuttosto severi e morbidi al tempo stesso, e molto ben fatti. Ordinati, ma molto funzionali. Indossa sempre questi stivali con i lacci che arrivano fino alle ginocchia e questo suggerisce che il personaggio ha dei lati nascosti”.

Secondo Clapton, il personaggio interpretato da Djimon Hounsou, Shola, è stato più semplice da abbigliare. “Abbiamo preso alcuni elementi dell’uniforme che veniva indossata in quel periodo in Sudan, che all’epoca era una colonia francese”, racconta la costumista. “Abbiamo mantenuto quella forma, anche se abbiamo modificato il colore e il tono. Abbiamo studiato i tessuti utilizzati dai nativi dell’epoca e la loro arte. La fascia indossata da Shola sfoggia un motivo che ricorda le tribù del Sudan. Nelle altre scene è un maggiordomo o un autista, ma Djimon ha una presenza scenica che lo fa apparire meraviglioso con qualsiasi abito. Riesce sempre a renderlo tutto tranne che ordinario”.

Trasformare Rhys Ifans in Rasputin si è dimostrata un’impresa molto divertente per tutte le persone coinvolte. “Ho già lavorato con Rhys in passato e adoro lavorare con lui”, commenta Clapton. “Ha una straordinaria energia, ma affronta i suoi costumi e il suo lavoro con grande serietà. Ovviamente abbiamo studiato il personaggio storico di Rasputin e la nostra versione non è vestita in modo troppo diverso: indossa le stesse pellicce lunghe e gli stessi stivali russi. Ma abbiamo aggiunto un paio di dettagli per farlo apparire più imponente la prima volta che lo incontriamo. Quindi gli abbiamo fatto indossare una pelliccia molto larga e voluminosa, un colletto di pelliccia e un grande cappello, che lo fanno apparire più importante e maestoso”.

Ifans aggiunge: “Michele gli ha fatto indossare una pelliccia grandissima in una scena: somiglia un po’ a un orso. È come un animale, una creatura della foresta. È selvaggio. E poi ha ideato un costume fatto su misura, simile a quello di un sacerdote. Ma ha aggiunto una sorta di gonnellino a forma di campana che ha un aspetto meraviglioso sullo schermo,  soprattutto nelle scene di lotta: si muove come le gonne dei dervisci. Si apre completamente. Si muove attraverso la stanza come un ciclone con braccia e gambe, che lancia gocce di saliva per la stanza. Quando indossi il costume, ti sembra di avere più spazio attorno a te rispetto al normale”.

Quando è arrivato il momento di vestire i tre diversi personaggi interpretati da Tom Hollander, Clapton e la sua squadra si sono mantenuti piuttosto fedeli a ciò che hanno visto nelle fotografie e nei filmati d’epoca, e Hollander è rimasto piuttosto colpito dai loro sforzi. “Il mio lavoro più importante per interpretare questi tre ruoli risiede indubbiamente nella trasformazione fisica, che è stata tutto merito dei costumisti e dei truccatori”, ammette Hollander. “Sono stati loro a fare tutto il lavoro. Hanno dedicato molto tempo allo sviluppo di questi tre look molto differenti. E ci voleva molto tempo a indossare gli abiti, quasi due ore e mezza. Hanno creato tutti questi costumi meravigliosi e storicamente accurati per i miei tre personaggi. Io mi sono limitato a modificare il mio linguaggio corporeo e la mia voce”.

Per quanto riguarda il personaggio interpretato da Daniel Brühl, Erik, l’attore ha cercato di documentarsi il più possibile. “Per quanto riguarda il suo look, c’erano molte fotografie, così ho fatto alcune ricerche su Internet e ho trovato alcune immagini in cui ha un aspetto piuttosto eccentrico con il suo monocolo”, afferma Brühl. “I suoi completi e le sue giacche erano un po’ in anticipo sui tempi. Quindi direi che era un uomo molto moderno”.

Clapton ha ingaggiato lo specialista militare Alex Fordham per aiutarla ad acquistare e confezionare uniformi per le sequenze ambientate durante la Prima Guerra Mondiale. “Il film copre un arco temporale molto vasto”, spiega Fordham. “La Guerra Boera, la Prima Guerra Mondiale. Nel corso del film, visitiamo la Russia, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna e il fronte occidentale, quindi le implicazioni erano gigantesche”.

Creare i costumi delle truppe d’assalto tedesche (Stoßtrupp) per una fondamentale scena di guerra del film è stata una delle sfide più interessanti affrontate da Fordham. “Abbiamo capito molto presto che, anche se esistono molte fotografie dei soldati delle truppe d’assalto, la leggenda era più importante dei fatti”, commenta Fordham. “Erano soldati di fanteria che si affidavano all’effetto sorpresa, ma le leggende nate negli anni successivi riguardano principalmente le decorazioni e cose di questo tipo. Dunque abbiamo capito presto che avremmo dovuto utilizzare un po’ di quegli elementi leggendari, e non soltanto quelli più autentici, per creare qualcosa che avesse un potere drammatico particolare. Per riuscirci, abbiamo dovuto modificare leggermente i colori, l’armamentario e le decorazioni, creando quasi una versione potenziata di quell’immaginario. Abbiamo trovato alcuni dipinti straordinari di Otto Dix, realizzati durante la Prima Guerra Mondiale, che raffiguravano figure simili a teschi, con strani mantelli stracciati ed elmetti che coprivano i loro volti… erano idee incredibilmente potenti. E le abbiamo utilizzate, invece di limitarci a osservare la fotografia di un soldato tedesco con un sacco pieno di granate”.

C’erano anche molti attori di contorno che Fordham ha contribuito a vestire per le scene che coinvolgevano grandi folle di persone: “Berretti, elmetti, gioielli, scarpe… questo film è molto dettagliato, perché Matthew vuole che le cose abbiano un aspetto fantastico così da inquadrare determinati dettagli da vicino. E quando noleggi dei costumi (specialmente delle uniformi) da negozi specifici, questi tendono a essere stati utilizzati moltissimo nel corso degli anni e hanno un aspetto un po’ malconcio. È proprio per questo che abbiamo realizzato in prima persona la maggior parte delle nostre uniformi. Abbiamo creato da zero tutte le uniformi austriache e russe e la maggior parte delle uniformi britanniche. Abbiamo creato bellissime decorazioni in oro, medaglie, premi e fusciacche. Hanno proprio lo stesso aspetto che avrebbero avuto all’epoca. Non sono polverose e vecchie, ma nuovissime e scintillanti”.

LO STILE VISIVO DI THE KING’S MAN – LE ORIGINI
The King’s Man – Le Origini mostra un ritorno allo stile cinematografico del passato, con obiettivi vintage a lunga focale per le riprese: a guidare la squadra, c’era il direttore della fotografia Ben Davis. L’ultima collaborazione tra Davis e Vaughn, Kick-Ass, risaliva a un decennio fa e in questi anni entrambi hanno espanso le proprie conoscenze. Vaughn afferma: “In questi ultimi anni, Ben ha girato alcuni dei film più giganteschi di tutti i tempi. Nel frattempo, anch’io ho girato film più grossi. Quando ci siamo ritrovati, avevamo ancora la stessa etica lavorativa, ma avevamo maturato molta più esperienza e saggezza. Ho adorato ogni minuto della nostra collaborazione”.

Approfondendo l’utilizzo degli obiettivi a lunga focale, Vaughn afferma: “Ho fatto impazzire il mio povero assistente operatore e il mio direttore della fotografia perché abbiamo utilizzato obiettivi con una lunghezza focale molto estesa. La maggior parte dei film viene girata con obiettivi grandangolari, ma nel nostro caso talvolta giriamo un primo piano con un 25 mm, a 70 metri di distanza. Quindi abbiamo impiegato obiettivi con una focale lunghissima. Anche il montaggio è molto più essenziale. Mi mantengo sulle stesse inquadrature per molto tempo. Ho adottato uno stile molto più classico e questo sarà interessante. Credo che molte persone lo troveranno davvero innovativo, perché ha un aspetto diverso anche se è molto tradizionale”.

Ralph Fiennes è convinto che questo stile di ripresa avrà un impatto considerevole sullo schermo. “Il widescreen e le inquadrature molto formali daranno al film un certo peso”, commenta Fiennes. “Credo che filmare ampi panorami e stanze piene di persone impiegando il widescreen ricordi le dimensioni colossali di film come L’uomo che volle farsi re o i lungometraggi di David Lean, in cui le dimensioni, il rapporto d’aspetto e il lato visivo delle immagini acquistavano un peso epico. Inoltre, hanno deciso di girare il film in modo piuttosto classico. La composizione delle inquadrature è molto formale e la macchina a mano non viene utilizzata quasi per nulla. Non è il tipico stile cinematografico caratterizzato da un montaggio rapido e frenetico, e questo è ottimo. Continuo a utilizzare parole come peso e massa. Il film è stato assemblato in modo davvero maestoso”.

Vaughn vuole anche che gli spettatori vedano la Prima Guerra Mondiale sotto una nuova luce: “Quando stavamo progettando lo stile del film, ho affermato che le cose non sarebbero dovute apparire sempre disgustose. Pensiamo sempre alle fotografie in bianco e nero, ma anche durante la guerra c’erano cieli azzurri e soleggiati in estate. A volte, anche in guerra le cose avrebbero potuto avere un aspetto stranamente bello. Poi ho visto il documentario di Peter Jackson [They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani] e quello era esattamente ciò di cui stavo parlando. Ho discusso a lungo con il mio direttore della fotografia e il mio scenografo: inizialmente avevano optato per uno stile buio e trincerato, quasi in bianco e nero. È meraviglioso pensare al modo in cui i media reinventano e rafforzano determinate visioni di certi periodi storici. Ho deciso che avremmo dovuto mostrare un lato diverso”.

Ed è proprio questa attenzione ai dettagli a tenere sulle spine la squadra responsabile delle scenografie. “Matthew è molto specifico”, spiega Gilford. “È in grado di capire molto velocemente se una cosa gli piace o meno e devo continuamente rinforzare le sue sensazioni con le immagini. Solitamente il nostro lavoro inizia dalle immagini di riferimento: cerchiamo di ottenere più riferimenti possibili per gettare le basi del nostro lavoro, soprattutto in un film in costume come questo in cui ci ispiriamo a elementi reali e tangibili, dalle trincee all’architettura fino ai veicoli e alle arti grafiche. Cerchiamo di assemblare delle linee guida per il nostro lavoro. Poi inizio a lavorare con i miei artisti concettuali e utilizziamo qualsiasi tecnica esistente. Poi mostriamo tutto a Matthew per cercare di avvicinarci il più possibile alla sua visione e prepararci alle riprese. Ma lui è sempre molto specifico. Sa cosa gli piace, sa cosa non gli piace, e dobbiamo costantemente assicurarci di essere sulla giusta strada”.

Il primo assistente alla regia della seconda unità Joe Geary crede che l’aspetto più entusiasmante di far parte del team di Kingsman sia il modo in cui questi film continuano a portare avanti l’arte cinematografica dal punto di vista tecnologico. “Per me si tratta di uno degli aspetti più interessanti della lavorazione dei progetti di Kingsman“, spiega. “Avendo lavorato ai primi due film e ora anche a questo, posso dire che ogni film ha sperimentato nuove tecniche, sia dal punto di vista dell’utilizzo della macchina da presa che dal punto di vista del design. Abbiamo la sensazione di superare continuamente i limiti dell’arte cinematografica, posizionando le macchine da presa in luoghi inaspettati e ottenendo inquadrature che non ho mai visto prima d’ora”.

LE SCENE D’AZIONE DI THE KING’S MAN – LE ORIGINI
I film di Kingsman sono sempre stati caratterizzati da scene d’azione spettacolari, dallo scioccante massacro in chiesa di Secret Service all’inseguimento automobilistico ad alta velocità per le strade di Londra de Il Cerchio d’Oro. Ma per la maggior parte, quelle scene d’azione erano sempre state futuristiche: giravano attorno ad armi altamente avanzate e tecnologie all’avanguardia. Poiché questo prequel era ambientato più di un secolo fa, i filmmaker dovevano ripensare il modo in cui allestire queste scene. “È stata sicuramente la parte più difficile”, spiega Matthew Vaughn. “Se osserviamo il modo in cui le scene d’azione venivano girate in passato, ci accorgiamo che venivano riprese con un campo lungo e mostravano una coreografia di 8 o 10 secondi, poi passavano a un primo piano e si allargavano di nuovo. Abbiamo girato un paio di scene in questo modo, ma non credo che il pubblico sia pronto a tornare così indietro. Detto questo, l’azione non è follemente stilizzata come negli altri film”.

Harris Dickinson afferma che questa decisione ha influenzato sia il suo allenamento che il suo lavoro con gli stunt. “Le scene di combattimento in particolare sono più radicate nella realtà”, commenta l’attore. “Era una cosa di cui Matthew mi ha parlato fin da subito: non voleva rendere troppo stilizzate quelle sequenze, perché la tragedia della Prima Guerra Mondiale e tutte quelle morti erano reali”.

Dickinson prosegue: “Ho iniziato ad allenarmi a ottobre, subito dopo essere stato scelto per il film. Mi allenavo per tre ore con gli stunt e per due ore con il mio allenatore. Dovevo essere abbastanza in forma, abbastanza forte e abbastanza addestrato, quindi la maggior parte del mio allenamento era di tipo militare”.

Verso la fine delle riprese, Dickinson ha dovuto filmare una scena notturna nella terra di nessuno, in cui doveva correre trasportando una persona sulla schiena. “Ero talmente stanco che non riuscivo nemmeno a sostenere una conversazione”, racconta Dickinson. “Poi dovevo andare là fuori e dare il massimo. È stato difficile. Mi sono allenato letteralmente per mesi soltanto per quel singolo momento. Era una corsa di 50-100 metri: in alcune porzioni della corsa trasportavo realmente questa persona sulla mia schiena, in altre invece no, e in altre ancora avevo un sistema di supporto che mi permetteva di trasportare un minor peso. C’erano anche tante esplosioni con cui dovevo fare i conti. C’erano degli effetti pirotecnici: se non li avessi visti partire o se non avessi corso nella direzione giusta, avrei potuto essere colpito da un’esplosione. Dovevo stare sempre all’erta. Era molto complicato e pericoloso”.
Ricordando le riprese di quella notte, Matthew Vaughn afferma: “È stata una sequenza molto complessa da girare, ma stranamente le scene che mi sono divertito di più a filmare erano quelle ambientate nelle trincee. Le abbiamo costruite e poi abbiamo semplicemente girato le scene. Siamo tornati alle tecniche cinematografiche della vecchia scuola. Harris Dickinson è stato molto coraggioso perché nessuno di quegli effetti era in CG. Ricordo di aver visto i giornalieri di quella scena: c’erano davvero delle cose che lo colpivano e la paura e la determinazione sul suo volto erano reali. Non stava recitando. Ci hanno detto che doveva sempre seguire un determinato sentiero, altrimenti avrebbe rischiato di rimanere ferito per colpa delle esplosioni”.
Vaughn aggiunge: “È stato divertente guardarla, girarla e farne parte. Ho davvero apprezzato quello che ho definito un ‘ritorno alle origini’: girare un film epico tradizionale simile a quelli con cui ero cresciuto. Semplicemente, mi piace girare gli effetti dal vero, di fronte alla macchina da presa”.

In un’altra parte del film, Vaughn spiega di aver girato una sequenza in cui viene utilizzato uno stile di combattimento che al giorno d’oggi si vede raramente sullo schermo. “Abbiamo girato un omaggio a Errol Flynn e ai suoi duelli con la spada”, rivela Vaughn. “Credo che siamo riusciti a reinventare i duelli all’arma bianca, senza allontanarci troppo da ciò che li rendeva così grandiosi”.

Ralph Fiennes, che ammette di essere molto geloso degli stunt che può eseguire in prima persona, è d’accordo e afferma: “È un duello vecchio stile, ma poi diventa piuttosto aggressivo e arrabbiato”.

In linea con il suo personaggio, l’addestramento di Gemma Arterton ruotava attorno al tiro di precisione. “Ho avuto l’opportunità di lavorare con lo stunt team che si è occupato di tutti i film di Kingsman: sono davvero incredibili”, afferma Arterton. “Ho avuto anche l’opportunità di lavorare con un ex-militare che mi ha insegnato a ‘sembrare’ capace di utilizzare una pistola in modo appropriato. Mi ha detto che spesso nei film di guerra i personaggi impugnano le armi da fuoco in un modo assolutamente errato: l’unica cosa che conta è farli apparire molto tosti. Una parte del mio addestramento consisteva nell’imparare a muovermi in modo corretto impugnando un fucile. Ho imparato anche a caricarlo e a sparare. È incredibilmente pesante, quindi ho dovuto allenarmi per diventare più forte e sostenere il peso del fucile per una maggiore quantità di tempo. Dall’altro lato della medaglia, ho imparato a sparare in pieno stile Kingsman!”.

Anche Rhys Ifans è stato messo alla prova per eseguire le sequenze d’azione del suo personaggio. Matthew Vaughn spiega come ha ideato il particolarissimo stile di combattimento del personaggio: “Ho osservato i cosacchi, le danze russe e le mosse tipiche di quei balli: sono piuttosto impressionanti. Poi ho svolto ulteriori ricerche e ho scoperto che gli stili di danza dei cosacchi erano simili al karate. Erano basati su stili di combattimento, ma poi ai cosacchi fu proibito di combattere in quel modo, quindi mantennero vive quelle mosse e quella disciplina trasformandole in una danza. Ho pensato che fosse molto affascinante”.

La produzione ha ingaggiato dei danzatori russi per aiutare gli interpreti. Hanno lavorato a stretto contatto con i responsabili degli stunt per utilizzare la danza nei combattimenti e trasformarla in una sorta di nuova arte marziale. Vaughn aggiunge: “Quando abbiamo ingaggiato i danzatori russi, ci siamo resi conto che sapevano fare cose che il mio stunt team non riusciva assolutamente a replicare. Tutti gli stuntman erano rimasti a bocca aperta. Hanno una forza davvero unica. Eravamo davvero entusiasti, quindi abbiamo preso questi elementi e li abbiamo ribaltati per affermare che Rasputin era un ballerino fenomenale. Questo riassume perfettamente il personaggio di Rasputin: mentre balla, uccide la gente. La mia idea deriva da qui. Volevamo creare uno stile di combattimento diverso, che però doveva anche apparire realistico. Ci siamo assicurati che tutte le azioni eseguite da Rasputin nel film potessero essere replicate nella vita reale, da veri ballerini”.

Poi, il compito di eseguire queste scene è ricaduto sulle spalle di Ifans. “Nel corso di moltissimi mesi, Matthew e il suo straordinario stunt team hanno praticamente inventato una nuova arte marziale, una fusione tra il judo, il jujitsu e il karate, unita ai balli tradizionali russi”, spiega Ifans. “Ha un aspetto straordinario. È come se Rasputin ipnotizzasse i suoi avversari, cullandoli con una sorta di vertigine musicale. Ruota su se stesso, balla con i suoi nemici e improvvisamente quella danza apparentemente benigna si trasforma in qualcosa di molto inquietante: un colpo mortale”.

PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELLA KINGSMAN
Matthew Vaughn crede che ci sia un singolo elemento che unisce tra loro i film di Kingsman, legandoli anche ai lungometraggi che ha diretto in precedenza: “Se analizzate davvero i miei film, noterete che hanno un gran cuore. Se il film non è costruito su una storia emozionante, non provi nulla, anche se le scene d’azione e gli effetti sono fantastici. Diventa soltanto rumore”.

I collegamenti tra questo film in costume e i lungometraggi di Kingsman ambientati nel presente sono invece più sottili. “Ci sono dei momenti in cui strizziamo l’occhio al pubblico”, spiega Vaughn. “Ammettiamo apertamente che si tratta di un film di Kingsman, ma allo stesso tempo non stiamo cercando di realizzare un film di Kingsman, se capite ciò che intendo. Credo che le persone abbiano bisogno di evadere dalla loro vita reale. Ma questo film è sicuramente più drammatico. Non si può scherzare sulla Prima Guerra Mondiale, non si possono fare battute. Bisogna essere rispettosi e noi abbiamo rispettato molto gli eventi storici”.

Ralph Fiennes crede che raffigurare personaggi ed eventi storici aggiunga una nuova dimensione al franchise. “Credo che gli spettatori rimarranno sorpresi dalla portata e dalle dimensioni epiche di questo film di Kingsman“, commenta. “Rimarranno sicuramente sorpresi dall’attenzione che il film dedica a rappresentare fedelmente un periodo storico ben preciso, con figure storiche precise. Credo che resteranno sorpresi dei cambiamenti di tono con cui Matthew ha deciso di mettersi alla prova, dall’orrore e la tragedia della Prima Guerra Mondiale alla gioia di vivere tipica dei film di Kingsman, fino a quell’umorismo tipico dei film di cappa e spada. Credo sia un film molto profondo, che trova le sue radici in una storia molto umana”.

Gemma Arterton è d’accordo e sostiene che questi cambiamenti di tono daranno vita a un’esperienza cinematografica molto potente. “C’è tanto umorismo, ma nel profondo è un film storico, basato su fatti reali”, afferma Arterton. “Quindi in un certo senso è meno fantastico. È comunque pieno d’azione, avventura, spirito e umorismo, ma è più serio. Presenta tutti gli elementi che la gente ama della saga di Kingsman: l’eleganza, lo stile, l’attenzione ai dettagli, i meravigliosi costumi e quel tocco molto inglese che caratterizza questa saga. Ma questo film è più profondo, ha una maggiore gravitas”.

Il co-sceneggiatore Karl Gajdusek crede che le dimensioni e l’epicità del film portino questo franchise a un livello successivo. “Credo che gli spettatori rimarranno sorpresi soprattutto dalla natura epica di questo film. Utilizza gli obiettivi, le comparse e le scene di battaglia nella tradizione dei grandi film di guerra del passato. Questo film ha una portata molto ampia e a volte diventa molto serio”, commenta Gajdusek.

E secondo Matthew Vaughn, la cronologia degli eventi di The King’s Man – Le Origini è appena cominciata. “Questo film è un vero e proprio punto di riferimento, che getta le basi dell’essenza di Kingsman“, dichiara Vaughn. “Speriamo che questo film riscuota abbastanza successo da permetterci di affrontare ogni decennio storico per mostrare il modo in cui lo spionaggio si è evoluto”.

Note di regia – Matthew Vaughn

“The King’s Man – Le Origini è un’epica avventura che vi farà ridere. Vi farà piangere. Vi condurrà in un viaggio che non vi aspettate. Se siete già fan della saga di Kingsman, questo film lo confermerà, mostrandovi perché lo siete. Se invece non amate i film di Kingsman, spero che questo film possa convertirvi”.

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STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
The King’s Man – Le Origini disponibile in Digitale da mercoledì 23 Febbraio 2022 e in DVD da mercoledì 23 Febbraio 2022
info: 5 Gennaio 2022 al Cinema; 23 Febbraio 2022 in SVOD su Disney+, in TVOD e DVD.

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