Locandina Land 2018 Babak Jalali

Land (2018)

Land
Locandina Land
Land è un film del 2018 prodotto in Italia e Francia, di genere Drammatico diretto da Babak Jalali. Il film dura circa 111 minuti. Il cast include Griffin Burns, Andrew J Katers, Thomas R. Baker, Rod Rondeaux, Wilma Pelly, Georgina Lightning. In Italia, esce al cinema giovedì 21 Febbraio 2019.

Nella riserva indiana di Prairie Wolf vive la famiglia dei Denetclaw. Li raggiunge la notizia della morte di Floyd, il figlio minore, morto in combattimento in Afghanistan; inizia l'attesa del corpo del ragazzo che deve essere riportato nella riserva per la sepoltura. Wesley, il più giovane dei figli ancora in vita, è un alcolista. La morte del fratello sembra non riguardarlo in alcun modo, l'unico scopo delle sue giornate è procurarsi della birra. Wesley è quotidianamente in contatto con i bianchi che gestiscono i negozi di liquori appena fuori dalla riserva. Quando la già difficile relazione tra le due comunità, i nativi e i bianchi, raggiunge un livello di massima tensione, scoppia una violenza da cui Wesley è direttamente colpito. Raymond, il fratello maggiore, è un ex-alcolista con una moglie e due figli. Nonostante senta una forte responsabilità verso l'intera famiglia, Raymond è troppo impotente e chiuso in se stesso per fare qualcosa per loro. Fino a quando i problemi che affliggono i due fratelli più giovani lo obbligheranno a reagire e a tornare ad essere un uomo. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 21 Febbraio 2019
Uscita in Italia: 21/02/2019
Genere: Drammatico
Nazione: Italia, Francia, Olanda, Messico, Qatar - 2018
Durata: 111 minuti
Formato: Colore
Produzione: Asmara Films, The Cup of Tea, Topkapi Films, Piano, Rai Cinema, Torino Film Lab - FrameWork (in collaborazione con), Paris Project (in collaborazione con), Sofia Meetings (in collaborazione con), New Cinema Network Roma (in collaborazione con), Eurimages (con il supporto di), CNC Aide aux Cinémas du Monde (con il supporto di), Torino Film Lab (con il supporto di), MiBACT - DGC (con il supporto di), The Netherlands Film Fund (con il supporto di), DOHA Film Institute (con il supporto di), Banca del Fucino (in associazione con), Bac Films (in collaborazione con)
Note:
Presentato in anteprima a Febbraio 2018 al Berlin International Film Festival.

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI REGIA

Mi hanno da sempre affascinato le comunità “perdute” e le terre da tempo dimenticate. Con LAND ho voluto raccontare una di quelle comunità, una tribù di Nativi Americani che abita in una delle riserve indiane degli Stati Uniti. L’aspetto che più mi interessava della vita contemporanea nelle Riserve è come questa sia influenzata dal rapporto tra la comunità indiana e quella dei non-indiani (ovvero i bianchi), sia a livello locale sia nazionale. Questo non è un film documentario. Ovviamente la sceneggiatura è stata scritta dopo ricerche e conversazioni con le persone che vivono in quei luoghi. Ma c’erano domande e questioni che volevo approfondire con questo film, volevo osservare coloro che si barcamenano in una vita, apparentemente, senza speranza. Molti dei personaggi di questo film incarnano questo stato d’animo. Il protagonista, Raymond, vive una vita di quieta disperazione in cui coloro che lo circondano sembrano aver accettato la sua isolata introspezione. Osserva tutto ciò che accade intorno a sé e alla sua famiglia, sentendosi in apparenza incapace di fare alcunché, mentre tutto va in rovina. Cosa succede a un uomo che viene spogliato della sua dignità e, di conseguenza, della sua virilità? Mary, la capofamiglia, ogni mattina lascia suo figlio alcolista di mezz’età al negozio di liquori dandogli una manciata di dollari per comprarsi da bere. La sera lo va a recuperare, compiendo una routine del tutto simile a quella che fa una madre quando lascia e poi riprende un figlio a scuola. Ci sono buone ragioni per ritenere tutto questo come qualcosa di irresponsabile e crudele, ma vedendo le cose da un altro punto di vista potrebbe essere considerato come l’atto di una madre che, del proprio figlio, ha accettato sia la malattia sia il fallimento e non vuole più che soffra o si trovi in pericolo. Facendosi carico dei suoi spostamenti, la madre può in questo modo essere sicura che suo figlio non tornerà in una macchina guidata da un ubriaco. Se è lei a dargli i soldi per gli alcolici, sa che lui eviterà di mettersi nei guai per pagarsi da bere. Sally possiede il negozio di alcolici fuori dalla riserva ed è, in un certo senso, a capo della comunità del paese di confine. È sempre molto presa dai suoi affari che consistono principalmente nella vendita di alcolici agli indiani alcolisti. Lei ha bisogno di loro almeno quanto loro hanno bisogno di lei. Sally fa in modo che i loro stomaci non siano mai vuoti. Lo fa perché vuole abituarli a bere sempre di più? O perché, in fondo, ha sviluppato una forma di affetto nei loro confronti?

NOTE DI PRODUZIONE

Sono passati sette anni da quando Babak Jalali ci segnalò un articolo del Guardian che parlava della piaga dell’alcolismo in alcune riserve indiane del Nord America. L’articolo si concentrava in particolare sulla riserva di Pine Ridge, luogo simbolo della convivenza talvolta impossibile tra i nativi e i discendenti dei colonizzatori europei. In quell’articolo era impressionante leggere dati che sembravano descrivere una inarrestabile epidemia più che un problema sociale: morti precoci, suicidi, invalidità al lavoro e alla vita sin dalla più giovane età. Babak, dopo la lettura di quell’articolo, ha trascorso settimane e poi mesi nelle riserve, ed ha immaginato la storia che viene raccontata in LAND. Una storia in cui il desolato fazzoletto di terra in cui sono confinati i Denetclaw diventa metafora di tutti i conflitti legati alle origini, alle razze e alle nazioni. La storia produttiva del film ha rappresentato l’esatto contrario di ciò che viene narrato nel film. Il regista è iraniano ma vive ed ha studiato a Londra; i produttori sono europei e messicani; per sviluppare il progetto siamo stati a Sofia, Parigi, Torino; i finanziatori che hanno accettato con coraggio di sostenere Land hanno stanza in Qatar, ad Amsterdam, a Città del Messico; il film è ambientato negli Stati Uniti e i suoi attori protagonisti sono tutti nativi e statunitensi. Le riprese si sono svolte poco lontano da Tijuana, a pochi chilometri da quel muro di separazione di cui quest’anno si è tornato molto a parlare. Le settimane della lavorazione restano come un ricordo indelebile per tutti coloro che vi hanno preso parte: sul set si parlavano correntemente sette lingue, dal farsi all’italiano all’olandese, e centinaia di volte si sono passati confini e controlli che oggi tornano a farsi troppo minacciosi e perentori. LAND è un film apolide, o meglio con tante cittadinanze. Le cittadinanze di tutti coloro che ne hanno reso possibile la realizzazione. Non lo nascondiamo, non è stato facile; sono stati sette anni di viaggi, incontri, burocrazia, dubbi, inciampi. Tutto su rotte transoceaniche. Ma è stata un’esperienza preziosa che ci ha fatto crescere e che vale a nostro parere come testimonianza. E ogni volta che riguardiamo il film, sullo schermo ritroviamo la bellezza e l’intensità di ciò che abbiamo vissuto.

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