Locandina My Generation

My Generation (2017)

My Generation
Locandina My Generation
My Generation è un film del 2017 prodotto in UK, di genere Documentario diretto da David Batty. Il film dura circa 85 minuti. Il cast include Michael Caine, Joan Collins, Lulu, Paul McCartney, Twiggy, Roger Daltrey. In Italia, esce al cinema lunedì 22 Gennaio 2018 distribuito da I Wonder Pictures.

L'icona del cinema Michael Caine è voce narrante e narratore di My Generation, vivo e suggestivo racconto personale attraverso gli anni '60 londinesi. Basato su ricordi e filmati d'archivio mozzafiato, questo documentario vede Caine viaggiare indietro nel tempo per parlare dei gruppi e talenti musicali più significativi della storia (The Beatles, Twiggy, David Bailey, Mary Quant, Rolling Stones, David Hockney e altri nomi stellari). My Generation utilizza attentamente l'audio interattivo delle conversazioni di Caine con interventi di celebrità – Paul McCartney, Keith Richards, Mary Quant, Marianne Faithfull, e molti altri – mescolate a materiali di archivio inediti per portare lo spettatore nel cuore degli anni Sessanta.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: lunedì 22 Gennaio 2018
Uscita in Italia: 22/01/2018
Genere: Documentario
Nazione: UK - 2017
Durata: 85 minuti
Formato: Colore
Produzione: XIX Entertainment
Distribuzione: I Wonder Pictures

Cast e personaggi

Regia: David Batty

Cast Artistico e Ruoli:

Immagini

[Schermo Intero]

COLONNA SONORA

It's My Life The Animals
We Gotta Get Out Of This Place The Animals
A Man Alone (Theme from The Ipcress File) John Barry
Black Stockings John Barry
Some Other Guy The Beatles
Strawberry Fields Forever The Beatles
Tomorrow Never Knows The Beatles
I Feel Free Cream
Gimme Some Lovin' Spencer Davis
Sunshine Superman Donovan
Ooh Pooh Pah Doo The High Numbers
Changing of the Guards Marquis of Kensington
Dead End Street The Kinks
Waterloo Sunset The Kinks
You Really Got Me The Kinks
God Save The Queen London Symphony Chorus
Soul Thing Keith Mansfield
Something In The Air Thunder Clap Newman
Heartbreak Hotel Elvis Presley
Rachmaninoff Piano Concerto No.2. Vladimir Rachmaninoff
I Can't Get No Satisfaction The Rolling Stones
I Wanna Be Your Man The Rolling Stones
You Cant Always Get What You Want The Rolling Stones
Alfie Theme Sonny Rollins
Here Comes The Nice Small Faces
Ogden's Nut Gone Flake The Small Faces
Pictures of Matchstick Men Status Quo
It's All Over Now, Baby Blue Them
Ode To A Stone Reginald Tilsly
My Generation The Who
On The Beautiful Blue Danube waltz for orchestra Op.314 (RV 314) Wiener Philharmoniker, Will Boskovsky
Workers Playtime Theme Workers Playtime
She's Not There The Zombies

LA STORIA DELLA PRODUZIONE

'My Generation' narra l'intensa e motivante storia dell'esplosione della cultura pop negli anni '60 attraverso gli occhi della leggenda inglese, vincitore di Oscar® e BAFTA®, Michael Caine. Caine stesso racconta ed appare al fianco di Beatles, Twiggy, David Bailey, Mary Quant, The Rolling Stones, David Hockney e molti altri nomi iconici, accompagnati da una colonna sonora delle più grandi hit dell'epoca.
'My Generation' è stato accuratamente montato da un team stellare di archivisti, sceneggiatori e produttori per includere gli episodi salienti di quel decennio turbolento con il contributo di molti dei suoi protagonisti. L'idea per il film nacque sei anni fa quando Caine entrò in contatto con l'imprenditore dell'entertainment Simon Fuller.
Caine è uno dei soli due attori nominati per un Academy Award in ogni decennio dagli anni '60 agli anni 2000 (l'altro è Jack Nicholson). "Michael è un uomo eccezionale", dice il regista David Betty. "Non è solo l'attore inglese più amato e celebrato, è stato parte di ciò che è accaduto negli anni '60. È stato un periodo incredibile ed il film cattura lo spirito ribelle di quegli anni; Michael voleva che il pubblico sapesse cosa lui ed altri hanno superato anche solo per essere visti e sentiti".
"Questo è un film che cattura l'essenza degli anni '60", aggiunge il produttore esecutivo James Clayton. "Ed è stata l'amicizia di Michael con Fuller, la chimica che esiste tra loro, a portare in vita il progetto".
'My Generation' racconta la storia degli anni '60 attraverso gli occhi dell'attore vivente più grande ed amato d'Inghilterra, Sir Michael Caine.
Dopo aver lavorato in teatro ed in TV negli anni '50, il ruolo di debutto di Michael Caine nel cinema fu in 'Zulu' (1964), il primo film che catturò il fascino, il bell'aspetto e la versatilità di quell'uomo che da allora è diventato famoso ed amato da fan del cinema in tutto il mondo. Negli anni '60 è arrivato al successo attraverso i film 'Ipcress', 'Alfie', 'Gambit – Una truffa a regola d'arte' e 'I lunghi giorni delle aquile' fra gli altri. Caine voleva un film che riflettesse le sfide che la giovane classe operaia affrontava: "A scuola ci insegnavano a rispettare i nostri superiori", dice Caine. "Ma non ho mai capito chi dovessero essere. Non ho mai visto nessuno dei miei superiori. Ho visto un sacco di eguali, ma non ho mai visto superiori".
Così nacque l'idea del film; la storia di una giovane generazione che si confronta con il potere stabilito con la colonna sonora della più grande musica mai registrata. Il primo passo fu di concordare una struttura e come raccontare la storia di come questo decennio memorabile si è sviluppato attraverso gli occhi del giovane Michael Caine, così si rivolsero a Dick Clement e Ian La Frenais, sceneggiatori celebri per aver dato forma a successi come 'Whatever Happened to the Likely Lads?', 'Aud Wiedersehen Pet' e 'Porridge'.
Clayton spiega: "Dick e Ian salgono a bordo del progetto con un incredibile pedigree. Capiscono come scrivere un successo cinematografico o televisivo ed hanno una grande sensibilità verso quel periodo. Era chiaro che Michael volesse raccontare la sua personale storia dalla prospettiva della classe operaia, ma doveva essere completamente autentico".
Con gli sceneggiatori a bordo, cominciò la ricerca di un film-maker, un abile regista di documentari con una conoscenza intima dell'epoca e l'abilità di portare sullo schermo dramma, colore ed emozione. Con un incontro fortuito tra Dick Clement e il regista inglese nominato agli Emmy David Batty arrivò la soluzione.
"È stato uno di quegli incontri casuali", ricorda Clement. "Incontrai David ad una festa e gli dissi che stavamo cercando un regista. Poi mi meravigliai del fatto che probabilmente ce l'avevo davanti!". Nominato agli Emmy Awards, Batty ha raccolto plauso dalla critica e dal pubblico per il suo lavoro nei documentari per la TV raccontando la storia dal punto di vista di chi viveva e respirava il periodo, intrecciandolo con materiale d'archivio.
"Ciò che mi attrae di un soggetto è l'umanità che esiste all'interno di una storia. 'My Generation' è la vera storia della vita di Michael, ma è anche la narrativa culturale di come la classe operaia salì alla ribalta per la prima volta e innescò un cambiamento sostanziale non solo a Londra, ma in tutto il mondo", spiega Batty. "Non può essere raccontato in modo asciutto, perché quest'epoca a Londra ha creato tra la più edificante musica, cultura, arte in fotografia e design che il mondo abbia mai visto o sentito".
Con la ricchezza di aneddoti ed eventi degli anni '60 con cui lavorare, Batty prese la decisione di rompere con la tradizione documentaria e di non usare presentatori o teste parlanti, ma di concentrarsi invece sul ricco e vario archivio filmato con Michael Caine attraverso gli anni '60 e di sovrapporvi tracce audio di interviste con i protagonisti.
"Con 'My Generation' stiamo cercando di far immergere le persone nel 1960 e da subito decidemmo di rimuovere tutti i dettagli tecnici che avrebbero potuto distrarre lo spettatore o fermare questa immersione", spiega Batty. "È stata una scelta artistica perché cerchi di tenere il pubblico all'interno del momento storico degli anni '60 e, non appena vedi qualcuno del presente, questo incantesimo si rompe. Il materiale con Michael Caine è l'unico viso contemporaneo dell'epoca a cui i realizzatori del documentario permettono di apparire sullo schermo".
Le riprese iniziarono in UK nel 2012 con Batty e Michael Caine a Londra, tra incontri con musicisti, artisti ed agitatori del periodo, anche se il tempo di Michael era centellinato data la necessità di partecipare alle riprese in non meno di dieci altre produzioni, tra cui 'Il Cavaliere Oscuro', 'Interstellar', 'Kingsman' e 'Youth – La Giovinezza'. Batty coinvolse la giovane produttrice irlandese Fodhla Cronin O'Reilly, i cui precedenti lavori includevano il film 'Lady Macbeth' e il nominato all'Oscar® 'Head Over Heels'.
"È importante che questo film si rivolga ad un pubblico giovane", commenta Clayton. "Fodhla è energica e dinamica; è stata un'aggiunta di inestimabile valore alla produzione".
"La Londra degli anni '60 è uno sfondo grandioso per qualsiasi film", aggiunge Cronin O'Reilly, "È un mondo pieno di persone appassionate che si ribellano ad anni di elitarismo e società intellettuale; una rivoluzione culturale. Come film-maker donna volevo andare più a fondo ed imparare di più su questi artisti radicali e dal pensiero libero".
Il team produttivo si espanse per includere i collaboratori abituali di Batty: il tecnico del montaggio Ben Hilton ed il produttore d'archivio James R.M. Hunt. Il messaggio agli archivisti fu semplice: "Semplicemente trovate il materiale migliore mai visto che esiste degli anni '60".
"Per chiunque si interessi della cultura pop, questo è il lavoro dei sogni", dice Batty, "Abbiamo collezionato ben oltre 1.600 ore di materiale proveniente da UK, USA, Canada, Australia e Europa. E ci sono alcune perle. Un salto in avanti venne fatto quando vennero ritrovate ore ed ore di girato appartenenti al famoso film-maker di quegli anni Peter Whitehead, i cui lavori includono film con Caine, Mick Jagger, Julie Christie, i Rolling Stones ed altri. "E' piuttosto impressionante. Dal talento che stava riprendendo allo stile con cui è stato fatto", aggiunge Batty. "Quando hai tra le mani materiale esclusivo di questa qualità, il pubblico non può non essere completamente immerso".
Hilton è stato sposato ed ha avuto due figli mentre lavorava a 'My Generation': "Bisogna essere duri con se stessi o si diventa ossessionati dai dettagli. Volevo approcciare questo lavoro da una prospettiva artistica che seguisse ciò che le persone degli anni '60 hanno davvero visto e provato sulla loro pelle, e come l'hanno vissuta attraverso tv o giornali. Volevo trasmettere com'era essere lì a quel tempo".
Fu Simon Fuller a decidere che il film includesse le migliori e più grandi canzoni del decennio, e così Tarquin Gotch si unì alla produzione, con un background lavorativo che include diverse colonne sonore di Hollywood, e cominciò ad assicurarsi diritti: "Tutti vogliono queste canzoni iconiche nei loro film, perciò i detentori dei diritti tendono ad essere bombardati di richieste e finiscono col diventare diffidenti, visto che giustamente sono preoccupati del retaggio artistico", dice Gotch. "Ma con i nomi di Michael Caine e Simon Fuller sanno che questa è una faccenda seria". Dopo cinque anni di scrupolosa ricerca, di riprese con oltre cinquanta interviste di troppo con personaggi chiave del tempo e di montaggio di migliaia di ore di materiale d'archivio, finalmente il film venne ultimato nel 2017.

CREARE UNO STILE VISIVO

Sia Fuller che Michael Caine volevano che la rappresentazione visiva degli anni '60 sul grande schermo fosse il più autentica possibile, e per questo motivo si impiegò molto tempo nel ricreare i dettagli dell'aspetto e dell'atmosfera degli anni '60 sul grande schermo.
"Nel corso di dieci anni c'è un'incredibile ricchezza di dettagli storici", dice Hilton. "Non rimaniamo su un soggetto per più di 90 secondi, perciò c'è un'enorme quantità di cose da dire in un film da 90 minuti. Ogni vignetta può essere il risultato di diverse settimane di ricerca, pensiero, prove e considerazioni", aggiunge. "Questa opportunità di sperimentare con il materiale d'archivio è ciò che lo rende così interessante. Con una produzione del genere che è durata tanto abbiamo avuto la possibilità di testare diverse tecniche".
Ma la coppia voleva riflettere la tecnica, che emerse per la prima volta negli anni '60, di sovrapporre e sperimentare con la pellicola. Dice David Batty: "Ci sono moltissimi segni e bagliori e Dio sa cos'altro sulle clip. Un tecnico direbbe di ripulirle, ma noi abbiamo deciso consapevolmente di non farlo. Avrebbe spezzato l'incantesimo se l'avessimo reso pulito e fatto apparire come sarebbe se l'avessimo girato oggi. È un dettaglio importante. Il risultato finale è qualcosa di più ricco ed autentico.  È come la differenza tra la musica digitale ed il vinile".
Scegliere le clip giuste da tagliare divenne anch'essa una missione impegnativa. "Abbiamo diverse sequenze guidate dalla musica – come 'Strawberry Fields' ad esempio – ed è terrificante come punto di partenza da avere", dice Hilton. "E' piuttosto sporco. Non è un film pulito. Non ci sono riprese lunghe e statiche, è molto tagliato".
Passare giorni interi a guardare diversi gruppi di video dei Beatles che scendono da vari aerei portò Hilton ad usare un diverso approccio per lo stile visivo. "Capisci in fretta che la maggior parte dei film che tutti conoscono vennero girati nello stesso modo, con cameraman che riprendono da un treppiedi posto in alto per perdersi le persone in primo piano, con la band davanti alla telecamera che emerge da un aereo, salutando e sorridendo, scendendo le scale sino all'asfalto, così ho passato giorni a cercare del materiale che li riprendesse da dietro mentre scendono da un aereo. Era ripreso a mano e da molto vicino ed era il loro punto di vista. Ciò conferisce al pubblico intimità, la sensazione di essere lì e di sperimentare sulla propria pelle quel momento dal loro punto di vista. Non volevamo usare materiale già visto milioni di volte, volevamo catturare quel concitato momento ripreso brevemente", dice significativamente Hilton.
Con il materiale di Michael Caine oggi Batty si è ispirato ai lavori più conosciuti dell'attore ed ha individuato l'Aston Martin DB4 di 'Un colpo all'italiana', l'ha fatta portare a Londra dalla Scozia e ha ripreso Caine mentre guida per la capitale giorno e notte. "Quando ci fermavamo ai semafori molta gente si fermavano a scattare foto con lui. Twitter è impazzito con persone che speculavano su un eventuale remake di 'Un colpo all'italiana', sorride Batty.
La produzione si concentra su momenti chiave della personale vicenda di Caine, visitando di nuovo lo studio di David Bailey, passando davanti agli iconici ritratti in bianco e nero, ricreando l'atmosfera vintage per omaggiare il nightclub Ad Lib e riprendendo Caine sul fiume Tamigi per dare una visione alternativa a quella tradizionale degli anni '60.
"Dal fiume si ha una prospettiva alternativa. Più intima. Eravamo alla ricerca di piccoli dettagli per trasmettere ciò che Michael ha davvero fatto negli anni '60", dice Batty. Perciò la natura audiovisiva del film evolve durante il documentario per trasmettere gli sviluppi tecnologici. "Il film inizia nei primi anni '60, tutto molto bianco e nero e monofonico, ma alla fine degli anni '60 c'era il colore e lo stereo", spiega Hilton. "Abbiamo inserito all'interno del film tutto ciò che stava realmente accadendo dal punto di vista tecnologico dell'audiovisivo al tempo".

RISCRIVERE GLI ANNI '60 PER RENDERLI PIU' DI SEMPLICI MINIGONNE E BELLE CANZONI

Il copione di 'My Generation' comprende due obiettivi: raccontare la storia della cultura pop degli anni '60 nell'ambito dell'influenza che ha avuto sul resto del mondo negli anni successivi, e in secondo luogo focalizzarsi su Michael Caine e la sua esperienza come voce e guida del documentario. Come per Fuller e Caine, 'My Generation' diventò rapidamente un progetto appassionato anche per la coppia Dick Clement e Ian La Frenais, che festeggiano il loro esordio nella scrittura di un film documentario.
"Da subito abbiamo capito che non avremmo potuto fare tutto, non saremmo riusciti a fare l'America – quella è una storia completamente diversa. Doveva essere sulla Gran Bretagna", dice La Frenais. "Ed è molto di più del periodo delle minigonne e delle belle canzoni. Non solo la musica, ma la moda, l'arte, il cinema, il tutto nel mezzo di questo incredibile mix di cambiamento politico e sociale, la sessualità, le droghe, il femminismo. È un incredibile calderone. E poi dovevamo avere un punto di vista, e questo è stato Michael Caine. Lui l'ha vissuto, Michael è la nostra guida".
"Decidemmo per una struttura a tre atti classica, ed una delle nostre prime sedute fu sedere in sala di montaggio per scegliere i must have", dice Clement. Ad esempio una clip di un membro conservatore del parlamento, Sir Gerald David Nunes Nabarro che parla della depravazione della gioventù del tempo. "E' magnificamente ironico e divertente perché illustra il contrasto con ciò che esisteva prima. È così rigido ed una tale parodia del potere stabilito". Dopo aver selezionato le sequenze necessarie il regista ed il suo team le ha montate insieme per avere una bozza, così che il duo di sceneggiatori potessero riscrivere la narrazione in modo da adattarla alle immagini. "E' come una partita a tennis tra la sala montaggio e noi", dice Clement. Successivamente setacciarono tutte le trascrizioni e il materiale delle interviste condotte da Michael Caine e David Batty.
Spiega Clement: "David Batty era impegnato a lavorare ad interviste pazzesche con personaggi chiave del periodo. Michael era impegnato ad intervistare Paul McCartney, Roger Daltrey o chiunque altro e così fummo in grado di dare forma al nostro copione seguendo le loro intuizioni. E siamo in una posizione invidiabile. Abbiamo una voce immediatamente riconoscibile da scrivere. Nessun altro nel mondo ha la voce di Michael Caine, così inevitabilmente avevamo la sua voce in testa mentre scrivevamo certe frasi per la narrazione".
"Era importante per noi che Michael raccontasse la storia", dice David Batty. "Avevamo bisogno che lui ci raccontasse come aveva ottenuto il suo primo ruolo importante in un film. Il perché ha dovuto cambiare il suo nome e perché lui, i Beatles e chiunque altro ha dovuto andare a Londra per essere notato. Mentre il film prendeva forma è emersa una coinvolgente e brillante narrazione che racconta la storia degli anni '60 in modo perfetto".

ACCORDARE 'MY GENERATION' PER UNA NEW GENERATION

Essendo un uomo che ha passato la propria vita nella musica, non è una sorpresa che Simon Fuller volesse produrre una vera e propria colonna sonora con alcuni dei pezzi più influenti delle band più influenti di tutti i tempi per 'My Generation'. La sua esperienza nello scegliere canzoni di successo per Madonna e le Spice Girl, da Annie Lennox a Amy Winehouse, lo ha reso uno degli uomini più potenti e rispettati nel mondo del entertainment.
Dice David Batty: "L'esperienza e la conoscenza della musica di Simon è incredibile. Sin dall'inizio, il suo percorso per il film è arrivato tramite la musica. Voleva che fosse in prima fila all'interno del film, mentre il lavoro era far trasparire la vera storia di ciò che succedeva dietro alla musica".
"La musica è stata il cuore degli anni '60. Da bambino ricordo l'impatto di quei pezzi di Beatles e Stones; ha lasciato un'impronta su moltissima gente. C'era un senso di libertà e scoperta in ciò che i gruppi stavano facendo. La tecnologia si stava sviluppando mentre chi scriveva le canzoni rifiniva le strutture della canzone pop da tre minuti, e questa è una ragione per cui questi pezzi rimangono così potenti anche oggi". Tarquin Gotch venne assunto come supervisore musicale. "Simon ha probabilmente le migliori orecchie dell'industria musicale. E con questo film vuole mostrare ad un'altra generazione quanto la musica degli anni '60 è stata grande", dice Gotch. "Ha detto, senti, staranno seduti in una stanza buia con un fantastico sistema audio, perciò fa partire i pezzi e fallo ad alto volume. Mi disse, dimenticati i Pretty Things, io voglio i Rolling Stones, dimenticati i Searchers, io voglio i Beatles".
Clement e La Frenais scrissero i loro tre atti affinché si intrecciassero con tre tagli di 'Dead End Street' dei Kinks, 'I Wanna Be Your Man' dei Rolling Stones scritta da John Lennon e Paul McCartney o 'My Generation' degli Who.
La produttrice Fodgla Cronin O'Reilly: "La musica è assurdamente bella ed è merito della conoscenza di Simon. L'intensità e il significato di molti momenti cardine degli anni '60 può essere catturato al meglio dalla giusta canzone pop".
Il tecnico del montaggio Ben Hilton non ha dubbi nel dire che la musica è stata un elemento principale del processo creativo del documentario, tanto quanto la voce di Michael Caine è stata una guida per il tono narrativo. "Mi identificavo con quei personaggi così come gente giovane della città, creativi, tutti loro", dice Hilton.
"Tutti dovettero visionare ore di materiale di David Hockney o David Bailey al lavoro mentre ascoltavano musica sdraiati per terra per cominciare ad avere un'idea. Io sapevo cosa avremmo dovuto vedere in quel determinato momento da come sceglievamo i pezzi".
L'unica regola creativa che il team infranse fu l'inclusione di Elvis Presley, anche se non mise mai piede a Londra; la sua influenza fu un fattore innegabile nello sviluppo della cultura pop in tutto il mondo durante gli anni '60.

DIRIGERE SIR MICHAEL CAINE

Si dice spesso che è meglio non incontrare mai i propri eroi. Ma David Batty ha dovuto alzare l'asticella e dirigerne addirittura uno.
"Michael Caine è una delle grandi icone del cinema inglese e ha fatto qualunque cosa ti venga in mente", dice Batty. "Ed ha anche fatto alcuni dei miei film preferiti di sempre: il miglior film gangster inglese di tutti i tempi, che non sarà mai sorpassato, 'Get Carter'; 'Zulu' uno dei migliori film di guerra inglesi probabilmente; 'Ipcress' per me meglio di Bond, perché c'è un colpo di scena e ha un certo carattere".
Per fortuna Batty poté contare sulla sua personale storia per evitare di rimanere sbigottito o ammutolito. I genitori di Batty erano grandi amici con il regista dei Beatles Richard Lester e la sua famiglia. Le famiglie andavano spesso in vacanza insieme e quando aveva cinque anni Batty si ritrovò in vacanza in Spagna mentre Lester stava girando 'Come ho vinto la guerra' con John Lennon.
Batty e la sua famiglia hanno condiviso un jet privato per Londra con tale leggenda. Sebbene fosse più eccitato del salire su un aereo privato essendo un bambino di cinque anni, Batty si ricorda di aver stretto la mano con uno dei volti più famosi al mondo. "Si dice che Lennon abbia cominciato a scrivere 'Strawberry Fields Forever' mentre era in Spagna, e l'ha sempre considerata come uno dei suoi migliori pezzi", dice Batty. "È incredibile che l'abbiamo scelta come la nostra canzone principale dei Beatles per 'My Generation'. Una coincidenza assurda".
Per quanto riguarda il riprendere Caine, Batty pensò che fosse un premio per lui.
"Come persona è una gioia da dirigere perché, nonostante abbia un'enorme esperienza alle spalle e abbia fatto qualsiasi cosa al mondo, ti ascolta", dice Batty. "Diceva, Cosa vuoi che faccia? Ed è molto generoso con il suo tempo". Per 'My Generation', Batty ha girato con lui innumerevoli volte in giro per Londra. "Questo è un uomo nel mezzo dei suoi ottant'anni che dovrebbe dirigere una vita serena e tranquilla, invece noi l'abbiamo spedito sulla cima della BT Tower, l'ho fatto salire e scendere in un ascensore pieno di spifferi per ore e l'ho messo su una barca sul Tamigi durante una giornata freddissima. Non si è mai lamentato".
Per la manciata di interviste ad alto profilo che Caine stesso ha condotto, Batty ha usato due camere per rendere possibile lo scorrimento della conversazione, nonostante sapesse che era stata presa la decisione di usare solo l'audio e non il girato video. "Michael ha fatto abbastanza interviste da sapere come iniziare una storia all'inizio e portarli all'interno di questa", dice Batty. "Ogni tanto quando ci fermavamo per ricaricare, ne parlavo con Michael se pensavo che non aveva spiegato abbastanza la storia". Aggiunge Batty: "Michael non mi ha mai fatto sentire come se stessi lavorando con un'icona del cinema o con una star di Hollywood. Dice sempre che gli anni '60 sono stati gli anni migliori della sua vita e vuole che tutti li conoscano. Questo per lui è un progetto frutto della passione".

INTERVISTA A SIMON FULLER

Q: Il film è descritto come un progetto frutto di passione. Puoi dirci il perché?
Simon Fuller: "Sono nato negli anni '60 quindi i miei primi ricordi sono di quel decennio. La mia passione per la musica nasce allora. Passavo ore ad ascoltare i miei fratelli maggiori che suonavano gli ultimi pezzi dei Beatles, dei Rolling Stones e dei Kinks. Era un periodo storico in cui tutto era nuovo ed emozionante. Un decennio di legittimazione per i più giovani, gli anni '60 hanno messo le fondamenta per la mia vita e la mia carriera a seguire.

Q: Puoi esplicitare la tua relazione con Michael Caine, con l'uomo e con il suo lavoro?
Simon Fuller: "Quando incontrai Michael dieci anni fa diventammo subito amici. È incredibilmente affascinante con magnifiche storie da raccontare, ha un grande senso dell'umorismo ed un calore che è inusuale in qualcuno di così famoso. È un uomo davvero speciale. La sua carriera abbraccia diversi decenni ed è tanto rilevante e richiesto adesso quanto lo era allora. È un attore eccezionale ed una vera leggenda inglese".

Q: Puoi spiegare il tuo indubbio amore per la musica?
Simon Fuller: "Ho due fratelli maggiori e i miei ricordi sono sempre stati intrecciati con i pezzi più famosi del momento. Quando sono andato a vivere in Africa, loro venivano dall'Inghilterra e mi portavano i nuovi album di Beatles e Stones, ed io ero così contento di ascoltarli. Mi ricordava sempre dell'Inghilterra ed ero affascinato da tutte le storie che mi raccontavano; anche se ero giovane, riuscivo a percepire il cambiamento culturale e l'importanza che la musica ebbe nell'influenzare i giovani".
 
Q: Perché avete voluto fare un film invece di un'esperienza televisiva?
Simon Fuller: "Michael l'ha immaginato come un film. È una stella del cinema dopotutto, si relaziona con la disciplina del realizzare un singolo contenuto e non dimentichiamoci che ha preso parte in alcuni dei film più memorabili e di successo del tempo. È la sua storia e noi stiamo guardando gli anni '60 attraverso i suoi occhi, perciò un film è il mezzo perfetto".

Q: Quanto è importante che il pubblico abbia la possibilità di sentire la musica nei cinema – luoghi che hanno alcuni dei sistemi audio migliori al mondo?
Simon Fuller: "Quando ero giovane uno dei miei più grandi piaceri era far partire un disco ed alzare il volume così tanto che tutto il vicinato potesse sentirlo. Mi piace l'idea che la musica dovrebbe essere il centro dell'attenzione. La musica è un'esperienza condivisa. Oggigiorno, è più un piacere solitario; le persone la ascoltano attraverso le cuffiette o le cuffie mentre vanno in giro, e dal punto di vista sonoro è meno d'impatto. A parte le serate nei club, la gente raramente ascolta la musica che esce tuonante dagli speaker. Una delle cose che mi piace di questo progetto è che la musica di 'My Generation' sarà un'esperienza condivisa. Le persone saranno sedute in un cinema, colpiti dalla potenza della musica. Queste canzoni incredibili verranno ascoltate attraverso i migliori sistemi sonori, ad alto volume e con orgoglio! La musica è così importante in questo film e dovrebbe immergerti e catturare la tua mente, in modo che si possa realmente comprendere cosa fossero davvero gli anni '60".

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