Pacific Rim – La Rivolta

Pacific Rim - La Rivolta (2018)

Pacific Rim: Uprising
Locandina Pacific Rim - La Rivolta
Pacific Rim - La Rivolta (Pacific Rim: Uprising) è un film del 2018 prodotto in USA, di genere Azione e Fantastico diretto da Steven S. DeKnight. Il cast include Rinko Kikuchi, John Boyega, Charlie Day, Burn Gorman, Dustin Clare, Nick E. Tarabay, Shyrley Rodriguez, Cailee Spaeny, Jin Zhang, Karan Brar, Ivanna Sakhno, Rahart Adams. In Italia, esce al cinema giovedì 22 Marzo 2018 distribuito da Universal Pictures. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 4 Luglio 2018, in Digitale da mercoledì 4 Luglio 2018. Al Box Office italiano ha incassato circa 2208872 euro.

Il conflitto su scala mondiale tra mostri di distruzione di massa extra-terrestri e super macchine pilotate dall'uomo per sconfiggerli è stato solo il preludio dell'assalto globale all'umanità nell'insurrezione di Pacific Rim – La Rivolta. John Boyega è il ribelle Jake Pentecost, il pilota di Jaeger il cui leggendario padre ha dato la vita per assicurare la vittoria dell'umanità contro il mostruoso "Kaiju". Da allora Jake ha abbandonato il suo training per entrare a far parte di un mondo criminale. Ma quando viene scatenata una minaccia ancora più inarrestabile per sbaragliare le città della terra e mettere il mondo in ginocchio, sua sorella, Mako Mori, che sta conducendo una coraggiosa nuova generazione di piloti cresciuti all'ombra della guerra, gli offre un'ultima occasione per perpetrare l'eroica esperienza del padre. Mentre cercano giustizia per i caduti, la loro unica speranza è quella di unirsi per combattere insieme la rivolta globale contro le forze dell'estinzione. A jake si uniscono anche il rivale e talentuoso pilota Lambert e il quindicenne hacker di Jaeger, Amara poiché gli eroi del PPDC (Pan Pacific Defense Corps) sono l'unico pezzo di famiglia che gli è rimasto. Elevandosi fino a diventare la più potente forza di difesa mai vista prima sulla terra, creeranno i presupposti per una nuova e spettacolare avventura di altissimo livello.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 22 Marzo 2018
Uscita in Italia: 22/03/2018
Data di Uscita USA: venerdì 23 Febbraio 2018
Prima Uscita: 23/02/2018 (USA)
Genere: Azione, Fantastico
Nazione: USA - 2018
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Double Dare You (DDY), Legendary Entertainment, Perfect World Pictures (Beijing), Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
Budget: 150.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 58.653.740 dollari | Italia: 2.208.872 euro
In HomeVideo: in Digitale da mercoledì 4 Luglio 2018 e in DVD da mercoledì 4 Luglio 2018 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA Pacific Rim

Recensioni redazione

Pacific Rim - La Rivolta, recensione
Pacific Rim - La Rivolta, recensione
redazione, voto 5/10
La saga ideata da Guillermo Del Toro si arricchisce di un secondo capitolo con Pacific Rim - La Rivolta, diretto da Steven S. DeKnight con John Boyega e Scott Eastwood come protagonisti.

Immagini

[Schermo Intero]

LA PRODUZIONE

Di nuovo sulla Breccia
Gli inizi di Pacific Rim: La rivolta

In Pacific Rim, sul fondo dell'Oceano Pacifico si era aperta una breccia (the Breach), e da lì erano emersi i giganteschi Kaiju, mostri progettati dai Precursori alieni con la capacità di spostarsi da una dimensione all'altra e raggiungere pianeti abitabili come la terra, per sterminare le specie indigene e assumere il controllo del territorio.
I Kaiju avevano scatenato la loro furia sulle città costiere lungo il Pacifico, dimostrandosi immuni agli attacchi con armi convenzionali. Giganteschi robot guerrieri chiamati Jaeger, pilotati da umani uniti da un ponte neurale che consentiva loro di agire in perfetta sincronia, erano stati quindi progettati per contrattaccare i mostri alieni. Il Jaeger Gipsy Danger alla fine era riuscito a richiudere con successo la Breccia facendo detonare al suo interno una bomba nucleare, grazie alla coraggiosa azione del suo pilota, il leggendario ufficiale Stacker Pentecost, che non aveva esitato a dare la vita per garantire il successo dell'operazione.
Pacific Rim: La rivolta prosegue questo racconto epico di un universo di fantascienza ricco di dettagli e assolutamente  originale. Concentrando l'attenzione su personaggi complessi e molto diversi, il film è un'avventura a livello globale che trasporta gli spettatori dai bassifondi di una Los Angeles del futuro, in Cina, a Tokyo, in Australia e ancora più in là, fino alle gelide distese dell'interno della Siberia. Con un appeal multi-generazionale e multiculturale, è un film emozionante e visivamente spettacolare che racconta la battaglia per la salvezza del nostro pianeta e le qualità eroiche del genere, portandoli su un piano dalle dimensioni completamente nuove.
È l'anno 2035, 10 anni dopo gli eventi del primo film, e l'umanità ha apparentemente sconfitto la minaccia del Kaiju. La guerra è finita. La Breccia, il portale intradimensionale apertosi sul fondo dell'Oceano Pacifico dal quale erano arrivati i Kaiju, è stata ormai chiusa, ma la paura che queste inesorabili bestie provenienti da un'altra dimensione possano in qualche modo risorgere è sempre presente sulla Terra.
La vigilanza è diventata uno stile di vita e il PPDC è rinato come una forza globale di guerrieri robotici altamente avanzati, con una nuova generazione di giovani piloti alla guida. Al profilarsi di una minaccia ancora più pericolosa dei Kaiju, questi giovani combattenti, soprannominati i Cadetti, sono spinti dal desiderio di vendicare e proteggere ciò che rimane del mondo che hanno ereditato.
La Terra è stata salvata, ma è la tensione tra i suoi abitanti è alle stelle. A Los Angeles, Jake Pentecost, figlio di Stacker Pentecost ed ex famoso pilota dell'Accademia, è ora un malavitoso che ruba pezzi dei Jaeger per rivenderli al mercato nero. Mentre tenta di rubare un prezioso condensatore di plasma terziario, incontra la giovane Amara, rimasta orfana durante la guerra contro i Kaiju. La ragazzina, che si era resa conto nel modo più duro che i PPEG Jaeger non sarebbero andati a salvarla, ne ha costruito uno tutto suo: lo Scrapper. Grazie alle sue capacità ingegneristiche, si è costruita il suo angelo custode meccanico con pezzi di altri Jaeger recuperati dopo lo scontro di Santa Monica.
Jake viene arrestato e, subito dopo la cattura, gli viene offerta l'opzione  – dalla sua sorella adottiva ed estraniata Mako Mori, alto funzionario del PPDC – di lasciar cadere tutte le accuse a suo carico se in cambio accetterà di collaborare all'addestramento dei giovani Cadetti presso il Moyulan Shatterdome in Cina, insieme al suo ex amico e ora rivale, Nate Lambert. I due, che una volta erano come fratelli, si erano allontanati quando Jake aveva deciso di voltare le spalle alla carriera di pilota di Jaeger.
Il PPDC non si limita ad addestrare questi cadetti, ma sta approntando un nuovo tipo di Jaeger, nel caso in cui i Kaiju dovessero tornare. Esiste anche un programma di droni rivale, sviluppato da Liwen Shao e dalla sua compagnia, la Shao Industries. L'obiettivo della Shao è quello di creare dei droni senza piloti, controllati a distanza, cosa che genera del risentimento tra piloti e cadetti.
Mentre i Cadetti si addestrano per combattere i Kaiju, un nuovo nemico si fa strada a Sydney durante le celebrazioni per i dieci anni dalla fine della guerra, nelle forme di un Jaeger devastante e malvagio, l'Obsidian Fury, all'attacco del quale il Gipsy Danger riuscirà a stento a sopravvivere. I nuovi droni si sono rivoltati contro i loro costruttori, dando vita ad un inatteso conflitto Jaeger contro Jaeger, costringendo il PPDC e i Cadetti a partire alla ricerca di chi o cosa stia fornendo a questa nuova minaccia  un vantaggio mortale, rendendola praticamente invincibile.
Mentre gli Jaeger entrano in battaglia, un minaccioso nemico senza precedenti apre contemporaneamente più brecce sottomarine in tutto l'anello del Pacifico e i Kaiju ritornano, più numerosi e più pericolosi che mai. Jake e Lambert devono scoprire in che modo la nuova minaccia extraterrestre sia legata alle macchine in rivolta, e devono farlo in fretta, prima che sia troppo tardi … mentre Amara e le altre reclute si ritroveranno sul campo di battaglia nonostante la giovane età e l'inesperienza, nel tentativo di difendere il nostro mondo.
Nell'affrontare il secondo capitolo della serie, la Legendary voleva assicurarsi che i realizzatori stessero creando qualcosa di nuovo, qualcosa che, pur restando legato al primo film, avrebbe offerto un'interpretazione nuova e audace dell' universo di Pacific Rim. Il produttore Cale Boyter racconta: "La Legendary ha sempre avuto un approccio originale a tutto ciò che facciamo, e questa è stata l'occasione per dare una dimostrazione perfetta di ciò che il marchio rappresenta e della direzione in cui si sta evolvendo".
Per la squadra produttiva era importante che nessun film venisse realizzato senza una storia di base perfetta. "Sono tutti sempre molto cinici nei confronti dei sequel", ammette Boyter, "e ne eravamo consapevoli. Quindi ci siamo chiesti 'Come possiamo realizzare qualcosa che riesca a sorperendere il pubblico?' "
Un passo importante da parte dei produttori Mary Parent e Boyter è stato portare nel progetto Steven S. DeKnight, noto per aver creato e gestito la serie televisiva di successo della Starz Spartacus, e la prima stagione della serie Marvel / Netflix Daredevil. DeKnight ha compreso l'esigenza fondamentale della Legendary di uno storytelling innovativo e ha presentato un racconto avvincente che ha soddisfatto molte delle esigenze dei produttori.
All'interno di questo universo di mostri e macchine c'erano sia un messaggio umano di grande impatto e che tutta una serie di sfumature emotive. "Steven è un frullatore di generi", afferma Boyter. "La sua idea era che la storia non si limitasse ad essere un semplice sequel di Pacific Rim. Il concetto dal quale è partito è che chiunque se vuole, può riuscire a fare la differenza. Partendo da questa fondamentale idea di base, la storia si concentra sul problematico figlio di Stacker Pentecost, Jake, e sulla giovane orfana e geniale ingegnere Amara al suo fianco, due persone distrutte dal dolore e dalle delusioni che superano i drammi personali, comprendono i loro errori e  finiscono per fare un'enorme differenza".
La storia avrebbe anche presentato una nuova generazione di piloti – soprannominati i Cadetti, adolescenti che sin da piccoli sono stati seriamente addestrati a diventare piloti di Jaeger. Inoltre ci sarebbe stato anche un mistero riguardo al ritorno del Kaiju, che potrebbe essere stato facilitato da un umano malvagio. Spiega Boyter: "La sceneggiatura che abbiamo sviluppato contiene gli incredibili, grandi elementi del cinema d'azione ma anche tutto l'arco delle emozioni umane che sono riassunte in Jake e Amara, oltre ad essere una storia d'avventura e di mistero. Ci vogliono 10 o 15 minuti dall'inizio del film prima che uno si accorga di trovarsi nel mondo di Pacific Rim. Il tono e il ritmo non solo sono più emozionanti, ma anche più concitati".
La Legendary –  supportata dalla riunione dei colleghi produttori del Toro, Thomas Tull e Jon Jashni – si è unita alla Universal Pictures, impegnandosi con lo studio già dalle prime fasi del processo creativo. Spiega Boyter: "Abbiamo spiegato alla Universal quello che stavamo facendo, passo per passo. Abbiamo creato una presentazione di pre-visualizzazione e mostrato loro i concetti e i momenti chiave del film, e a loro è piaciuto moltissimo. Erano entusiasti del progetto nel quale ci stavamo imbarcando insieme ".

Arriva Jake Pentecost:
Boyega entra nel team della produzione

Dopo il via libera della produzione, una delle questioni fondamentali successive è stata la scelta dell'attore che avrebbe interpretato il ruolo principale di Jake, figlio ribelle del leggendario eroe di guerra Stacker Pentecost? La scelta di DeKnight e dei produttori del film è caduta subito su John Boyega.
Boyega, la star di Star Wars: Il risveglio della forza, non era solo interessato a recitare nel suo prossimo progetto. Sentiva che per dedicare il tempo e l'energia necessari al ruolo che doveva interpretare, avrebbe desiderato anche essere un produttore sul set. Ricorda: "Avevo fondato la mia casa di produzione e sono andato ad Hollywood per farmi conoscere. Uno degli incontri in programma era con la  Legendary, con Mary Parent e Cale Boyter. Abbiamo parlato di vari progetti, ma ad un certo punto Mary ha detto: "Vorremmo fare un sequel di Pacific Rim. Saresti interessato a dare un'occhiata ad un paio di cose?"
Ho risposto 'sì, certo' e siamo andati nella stanza accanto dove avevano preparato questa incredibile presentazione, nella quale io ero rappresentato in questo fantastico costume", continua. "È stata una presentazione completa del progetto, con Cale che mi ha mostrato tutti i fantastici nuovi elementi del film con me come interprete". Ride, "Mi hanno messo con le spalle al muro, devo ammetterlo!"
Pacific Rim aveva colpito profondamente Boyega, prima che diventasse una star. "Vedere Idris Elba nel primo film è stato molto importante per me. All'epoca ero impegnato a recitare in progetti di piccola scala, e nel 2013 ho visto una pubblicità sull'autobus: Idris Elba nel ruolo di Stacker, con la divisa nera da Jaeger. Quell'immagine e tutto ciò che rappresentava mi hanno immediatamente colpito e motivato ".
DeKnight racconta che non avrebbe potuto essere più felice della scelta: "Ero elettrizzato quando ho scoperto che John era interessato. Ci siamo incontrati ed eravamo entrambi molto entusiasti delle possibilità che ci offriva il progetto. È un eroe classico, ma è capace di interpretare l'eroe e l'antieroe allo stesso tempo. Jake Pentecost parte come ladro e finisce per salvare il mondo. John possiede tutte le qualità desiderabili per quel tipo di ruolo; è affascinante, intelligente e divertente. Porta al personaggio le qualità di un vero Harrison Ford nei panni di Indiana Jones".
Boyter aggiunge: "John ha afferrato al volo l'essenza del personaggio, ed è una bella sensazione quando hai a che fare con un attore come lui che capisce a fondo subito il progetto, e quindi contribuisce ad ampliarne le possibilità giorno dopo giorno."
Il film inizia con Jake che, nascosto dalla notte, è coinvolto in una attività criminosa: rubare parti di Jaeger da un deposito di PPDC. Viene catturato e gli vengono offerte due possibilità: andare in prigione oppure mettere il suo grande talento al servizio dell'umanità, addestrando i giovani cadetti al Moyulan Shutterdome.
Sul suo personaggio, Boyega aggiunge: "La personalità di Jake è piena di sfumature ed è molto conflittuale. È cresciuto all'ombra di suo padre, Stacker, schiacciato dall'esigenza di dimostrarsi all'altezza del suo cognome. Aspirava a diventare un pilota di Jaeger ed aveva iniziato l'addestramento presso la PPDC Academy, ma dopo un confronto con Stacker si era ribellato, imboccando una strada pericolosa. Dopo la cattura inizia però per lui il percorso che lo porterà a diventare un eroe".
Boyega voleva che Jake assomigliasse a Stacker in termini di presenza, energia e autorità, ma che fosse anche diverso affinché il pubblico riconoscesse in lui il ribelle che Stacker non apprezzava. "È qualcosa che ho deciso di creare basandomi su come mi vedevo quando avevo 16 e 17 anni: un ragazzino arrogante con una condotta non proprio ottima".
Il poliedrico attore si è potuto cimentare nel doppio ruolo di interprete/produttore nel corso della massiccia produzione. "Nei miei film precedenti, ero solo un attore", spiega Boyega. "Questa volta ero anche un produttore, e ho apprezzato la sfida di dovermi dimostrare all'altezza di questa forma di comando, co-producendo insieme ad uno studio che ammiro, recitando in un ruolo fantastico e lavorando con Steven – una persona con la quale desideravo tanto collaborare dopo aver ammirato il suo incredibile lavoro su Spartacus e Daredevil".
"Una delle cose che fanno di lui un grande realizzatore è la sua capacità di collaborare, e i suoi commenti sono sempre accuratissimi", continua Boyega. "Nel corso della mia carriera sono stato fortunatissimo ad aver incontrato registi dotati in egual misura di conoscenze tecniche e artistiche, e Steven sa dirigere mantenendo una soluzione di continuità tra le due. Sembrava che fossimo una sola persona. È fantastico".
Il duplice ruolo di star e produttore ha presentato una serie di sfide complesse per Boyega, cosa che ha finito col migliorare l'intera produzione. "E' stato interessante recitare ed essere contemporaneamente un produttore, perché ogni decisione che ho contribuito a prendere riguardo al film ha influito sul mio ruolo. Che si trattasse di scegliere gli altri attori, o stabilire scene, sequenze d'azione, dialoghi, era tutto un puzzle in cui le decisioni che prendevano contribuivano a sostenere il personaggio come io lo sentivo".
Boyter sottolinea l'abilità particolare dell'attore nel creare l'empatia richiesta dal suo ruolo. "Il tono e l'umanità che John ha conferito al personaggio sono stati fondamentali. È un attore così bravo – riesce a farti provare preoccupazione per il suo personaggio e possiede un fascino tale che il suo personaggio può fare cose moralmente discutibili ma tu continui ad amarlo, il che è molto importante, ovviamente, in una storia di redenzione".
L'ispirazione che il giovane Boyega aveva provato nel vedere Elba sul manifesto di Pacific Rim pochi anni prima, sarebbe stata la chiave per l'impatto generale che il film si riproponeva di avere sul pubblico. "In definitiva il film parla di persone che si uniscono per combattere per il bene comune", condivide DeKnight. "Non importa da dove tu provenga – tutti hanno la possibilità di fare la differenza. Ognuno ha la possibilità di essere un eroe. Quello era il messaggio in cui credevamo tutti noi che lavoravamo alla realizzazione di questo film, e che desideravamo trasmettere al pubblico più giovane ".

Piloti e Guerrieri:
Gli interpreti principali di questa epica avventura

Pacific Rim: La rivolta porta sul grande schermo un interessante insieme di personaggi già molto amati oltre ad una serie di strepitosi volti nuovi, per poter accontentare, in tal modo, sia i vecchi fan che il nuovo pubblico. L'attenzione nel creare i personaggi e nello scegliere gli interpreti è stata puntata soprattutto sulla diversità. Nel film gli uomini della terra si uniscono, senza differenze di religione, razza o background, e il regista DeKnight e i produttori si sono basati su questa idea per la scelta degli attori.
"E' stata proprio l'universalità di questa storia a spingermi a fare il film", afferma DeKnight. "L'Anello del Pacifico comprende così tanti paesi diversi e volevamo che il film riflettesse questa multiculturalità. Non volevamo che apparisse come una forzatura; è ovvio che il mondo si unisca per combattere questa minaccia globale, e la cosa incoraggia tutti a mettere da parte le loro differenze, il che è un messaggio fantastico da lanciare al pubblico nel momento storico in cui viviamo".
Nel primo film, Stacker Pentecost ha fatto entrare Mako Mori a far parte della sua famiglia, cosa che ha irritato il giovane Jake. Spiega Boyega: "Quando Stacker prende con loro Mako, per il ragazzo cambia tutto. Jake e Stacker non vanno più d'accordo, e Mako si ritrova nel bel mezzo di questo conflitto di famiglia. E per Jake era difficile andare avanti sapendo che Mako incarnava l'ideale di Stacker di figlio/a perfetto, così il ragazzo si era allontanato".
Sarà però proprio la fede di Mako nelle capacità del fratello adottivo, oltre agli eventi catastrofici in corso, a fare di Jake un eroe.
La giovane Amara, che Jake incontra nella scena iniziale del film e con la quale viene inviato alla Shatterdome, sarà di vitale importanza per la crescita di Jake. Spiega Boyter: "Jake deve superare un sacco di frustrazioni, ma ritrovarsi a rappresentare per Amara una figura paterna lo aiuta ad aprirsi e a lasciarsi alle spalle e il dolore e il risentimento che prova nei confronti di suo padre".
Nathan Lambert è un Ranger PPDC, uno dei migliori piloti della flotta, e dirige il programma di addestramento per i giovani cadetti, insegnando loro il mestiere e preparandoli al combattimento. Lambert e Jake sono cresciuti ed hanno trascorso insieme il periodo di addestramento, migliori amici fino a quando Jake non è scappato dal PPDC senza una parola. In Pacific Rim: La rivolta, i due non hanno altra scelta che dimenticare il passato: i loro talenti combinati sono vitali per sconfiggere i pericolosi nemici.
Della loro relazione, Boyega dice: "Lambert è stato ferito da Jake che se ne era andato senza dargli spiegazioni. Quando si incontrano di nuovo, Lambert gli dice 'Non puoi entrare e uscire dalla mia vita e non considerarmi un amico, un tuo fratello'. Cercano di capire come poter rimettere a posto le cose e far tornare tutto com'era prima".
I suoi metodi sono rigidi e riflettono un amore duro, ma per una buona ragione. Eastwood, che interpreta Lambert, afferma: "È molto sicuro di sé, molto determinato nelle sue convinzioni. Non è duro con loro senza motivo; sta cercando di addestrare questi ragazzi al giorno a in cui dovranno difendere delle vite. Non c'è molto spazio per i convenevoli quando è una questione di vita o di morte".
Eastwood è rimasto colpito dai personaggi e dalla loro profondità, non solo dalle impressionanti sequenze d'azione. "Puoi avere tutti i grandi effetti visivi che vuoi, ma se non ci sono dei personaggi di cui innamorarsi, quando guardi il film rimani comunque distante durante le grandi scene d'azione", riassume. "Se invece sei in grado di viaggiare con loro, il film ha su di te un impatto molto molto più potente".
L'attore ha anche apprezzato la vulnerabilità durante le scene di battaglia. "Ciò che amo del film è che indossi una divisa e piloti un Jaeger, ma resti comunque solo un essere umano. Non hai poteri speciali; puoi farti male o morire. Sei solo un essere umano che cerca di combattere in questa guerra. Pensavo che questo fosse un risvolto interessante. Non era qualcosa di mistico; era realistico".
Rimasta orfana durante gli attacchi dei Kaiju di dieci anni prima, Amara vive da sola in un edificio abbandonato a Santa Monica. Sveglia e orgogliosa, è motivata a cavarsela dal grande bisogno di essere preparata al ritorno di Kaiju. In una situazione che avrebbe ridotto molti alla rassegnazione, lei ha sfruttato il proprio straordinario ed innato talento ingegneristico, costruendosi il proprio Jaeger, lo Scrapper, utilizzando rottami rimediati qua e là.
Nuovo volto del cinema, Cailee Spaeny, che interpreta Amara, in precedenza aveva recitato in alcuni cortometraggi, ma viveva lontano dai maggiori centri dove è fiorente l'industria cinematografica. Il provino per Pacific Rim: La rivolta l'ha registrato da sola a Springfield, nel Missouri, dove viveva, ma invece di leggere semplicemente le battute davanti ad un muro bianco … ha fatto del suo meglio perché il provino risultasse convincente.
"Visto che non c'era molto da fare nella mia piccola città, ho impiegato un'intera giornata per prepararmi", racconta la giovane attrice. "L'aria condizionata non funzionava, quindi ero molto sudata, avevo il cappuccio tirato su, il viso sporco di terra e mi sono rotolata sul pavimento con un tubo in mano, utilizzando i telecomandi della TV come comandi dello Scrapper e uno sgabello per arrampicarmi alla guida del Jagger. Quando ho spedito la videocassetta, ho pensato che avrebbero deciso o che ero pazza … oppure che ero adatta alla parte! "
DeKnight e i produttori sono rimasti colpiti dal talento e dall'intraprendenza della giovane attrice, e una settimana dopo l'hanno invitata a Los Angeles. "Ho incontrato Steven, poi ho avuto un giorno per prendere appunti e prepararmi prima di provare la parte con John. Era una sensazione che non avevo mai provato prima, uscire da un provino sentendo di essere stata parte di un team. La maggior parte delle volte, senti che la pressione è tutta su di te, ma non avevo avuto quella sensazione con Steven e John. È stato un vero lavoro di squadra e sono uscita dalla stanza pensando: "Non ho idea se avrò o meno questa parte, ma sicuramente non mi sono mai divertita così tanto".
Amara incontra per la prima volta Jake quando lui la insegue perché lei ruba una costosa parte di Jaeger di cui lui stava cercando di impossessarsi. Combattono, prima di pilotare insieme lo Scrapper, nel tentativo di evitare la cattura. Rendendosi conto del talento ingegneristico di Amara, Mako la manda al Moyulan Shatterdome insieme a Jake, per farla addestrare insieme ai Cadetti.
Sia Amara che Jake sono abituati a cavarsela da soli e si allontanano l'uno dall'altro, ma le loro molte somiglianze li portano a costruire un solido legame. Spiega la Spaeny: "Hanno entrambi perso delle persone che amavano, quindi si sono chiusi in se stessi. È una vera sfida per loro lavorare con un'altra persona. Non sanno come fare, ma quando alla fine ci riescono, ecco che diventano una squadra perfetta ".
Dell'amicizia che nasce tra i due, Boyega spiega: "Quando arrivano allo Shatterdome, si aiutano vicendevolmente a cavarsela in un ambiente che Amara non riesce ancora a comprendere completamente, e col quale Jake ha invece perso ormai il contatto. Si crea fra loro una relazione di tipo fraterno, in cui Jake assume il ruolo del fratello  maggiore".
La Spaeny racconta quanto le sia stato d'aiuto Boyega, sul set e fuori dal set. "John mi ha preso sotto la sua ala; voleva aiutarmi in questo processo. Jake è molto provato, e John è l'esatto contrario. È una persona straordinaria e sono così fortunata che sia stato e sia ancora per me una così grande fonte di ispirazione".
I co-protagonisti sono rimasti altrettanto colpiti dal lavoro della nuova arrivata. Boyega ne tesse le lodi: "L'innocenza di Cailee le ha permesso di avvicinarsi in modo nuovo al suo ruolo di debutto come protagonista. È qualcosa che Cailee ha gestito molto bene. Nonostante tutta la mia esperienza precedente, ho comunque imparato qualcosa da lei e tra noi si è veramente stabilito un forte legame e si è creata una grande chimica".
Eastwood aggiunge: "Cailee è incredibile. Illumina lo schermo. Ha una grande carriera davanti a se. Dona al suo personaggio una giovanile innocenza, ma ha anche qualcosa in più che non sai definire. La sua performance è stata così vera".
Quando Mako ha perso i genitori durante un attacco di Kaiju, anni prima, è stata salvata da Stacker Pentecost, che l'ha adottata. Mako è diventata una degli studenti del programma Jaeger, dove è stata addestrata per diventare un Ranger, ottenendo un punteggio eccezionale. Alla fine del primo film, lei e Raleigh pilotano insieme il Gipsy Danger, salvando il mondo dal Kaiju.
In Pacific Rim: La rivolta, Mako è diventata la segretaria generale del PPDC e offre al fratello estraniato la possibilità di evitare la prigione se acconsentirà di addestrare i cadetti. Mako sa che Jake è un grande pilota e trova un modo per riportarlo sulla retta via.
L'attrice giapponese Rinko Kikuchi, che torna nel ruolo del primo film, riguardo alla crescita del suo personaggio racconta : "Negli ultimi 10 anni, Mako ha dovuto lottare con il dolore che le viene dal suo passato. Ha perso delle persone che amava, quindi è sempre stata coraggiosa e tenace, ma ora è anche più determinata".
Riguardo alla fiducia che Mako ripone nel giovane fratello, Boyega afferma: "Mako è convinta che anche Jake possa diventare un buon leader, e che sia in grado di dare il meglio di se lo desidera. I suoi ideali incrollabili alla fine lo spingono a lasciarsi alle spalle gli errori del passato e a migliorarsi, per diventare l'uomo che lei si aspettava".
Della loro collaborazione la Kikuchi afferma: "John era perfetto per il ruolo. È stato molto divertente lavorare con lui ed interpretare quella particolare relazione tra sorella e fratello". Ed usa parole altrettanto gentili quando parla del  regista DeKnight:" Steven mi raccontato la sua idea riguardo al personaggio di Mako e poi mi ha concesso abbastanza tempo per costruirlo sul set. E il film riflette la sua visione personale, che è riuscito a portare sullo schermo senza modificare l'universo di Pacific Rim".
Un altro personaggio molto forte, in prima linea nella difesa Jaeger, è Liwen Shao. È la fondatrice e proprietaria delle Shao Industries, una società privata che produce tecnologia avanzata con l'obiettivo di proteggere il mondo da una futura possibile minaccia da parte dei Kaiju. È spietata, clinica e incredibilmente determinata; sembra che nulla possa impedirle di raggiungere i suoi obiettivi … ed è disposta a fare qualsiasi cosa per ottenere il suo scopo.
L'obiettivo principale di Liwen e unico oggetto della sua attenzione è l'implementazione del suo programma Drone Jaeger da parte del PPDC. Ha raggiunto un importante obiettivo consentendo ad un singolo pilota di guidare il drone tramite un collegamento remoto, eliminando la necessità di addestrare piloti da inviare in combattimento. Lei interpreta questa innovazione come una possibilità di cooperare con i piloti Jaeger esistenti; loro la interpretano invece come un tentativo di liberarsi di loro.
L'attrice cinese Tian Jing, che interpreta Liwen, ritiene che il suo personaggio "sia un genio. Pochissime persone sul pianeta posseggono la sua intelligenza e la sua dedizione al lavoro. Essendo stata una vittima degli attacchi dei Kaiju, Liwen ha dedicato la sua vita al tentativo di fermare quelli futuri. E pur riscuotendo un incredibile successo al livello professionale, socialmente appare fredda e ostile". E poi continua: "Liwen è un personaggio molto potente e riscuote grandi successi, ma ha i suoi difetti ".
Nel primo film, il dott. Newton Geiszler, detto "Newt", lavorava al PPDC ed era diventato il principale esperto sui Kaiju. Lo scienziato aveva trovato il modo di penetrare i cervelli dei Kaiju, scoprendo la loro vera natura e quella dei Precursori, contribuendo alla fine a richiudere la Breccia. In Pacific Rim: La rivolta, Newt è passato al settore privato, e lavora per le Shao Industries come capo del dipartimento ricerca e sviluppo. Un notevole stipendio è il compenso per le sue importanti ricerche legate al progetto del nuovo drone, ma il risvolto negativo della cosa è che è costretto a lavorare sotto il pugno di ferro di Liwen. In seguito all'inaspettato attacco del rivoltoso Jaeger Obsidian Fury, Liwen costringe Newt e la sua squadra a varare i nuovi droni prima del previsto, forse troppo presto.
L'attore Charlie Day, che riprende il suo vecchio ruolo, racconta: "È bello poter sfruttare la conoscenza del mio personaggio e tutta la sua storia in questo secondo film. Spero che il pubblico sia entusiasta di veder tornare i nostri personaggi e anche di conoscere quelli nuovi … e di lasciarsi trasportare in una nuova avventura mozzafiato".
In Pacific Rim, Gottlieb era uno scienziato collega di Newt in trincea. Sotto pressione e con pochi fondi, i due avevano lavorato instancabilmente facendo del loro meglio. Adesso Newt è passato a lavorare nel settore privato, mentre Gottlieb è rimasto al PPDC. Tuttavia, grazie ai finanziamenti più solidi, escogita innovativi metodi chimici e biologici per migliorare le capacità di difesa degli umani contro i  possibili futuri attacchi dei Kaiju.
All'inizio del film, Gottlieb lavora ad un sistema di carburante basato sulla reattività al sangue dei Kaiju, ma ha bisogno dell'esperienza e delle conoscenze del suo vecchio amico per bilanciare l'equazione, conoscenze che Newt non ha affatto voglia di condividere. Le interessanti scoperte di Gottlieb si riveleranno cruciali per gli eventi successivi.
Burn Gorman, che ritorna nel ruolo del Dottor Hermann Gottlieb, spiega: "Quello di Gottlieb è un personaggio molto divertente da interpretare, perché è irascibile e supponente, ma in fondo ha un cuore d'oro. Adesso è rispettato e in grado di ottenere i fondi di cui ha bisogno, quindi ha fatto un salto di qualità, ma lavora senza Newt e gli manca l'amico e collega. È un personaggio solitario, eccentrico, un tipo cerebrale che punta solo a trovare delle risposte. Le sue capacità comunicative sono terribili, ma le sue intenzioni sono buone".
Della separazione tra Newt e Gottlieb, Gorman dice: "Uno dei motivi per cui la loro relazione è più complessa in questo film è perché Newt è entrato nel settore privato e questo ha creato nell'altro un po' di malumore. Gottlieb non è riuscito a trovare nessuno simile a lui per entusiasmo e competenza, e Newt è un uomo molto intelligente".
Un altro ruolo chiave del PPDC è quello ricoperto da Jules, una ragazza che lavora al Moyulan Shatterdome con le mansioni di tecnico e meccanico di Jaeger. Incaricata di gestire una squadra di controllo che mantiene gli Jaeger in perfette condizioni, è l'oggetto del desiderio di Lambert. E non è un caso che, quando arriva Jake Pentecost, anche lui rimanga affascinato dalla sua forza e dalla sua sicurezza.
L'attrice portoricana Adria Arjona, che interpreta il ruolo di Jules, di lei dice: "Jules è sicuramente una che sa aggiustare tutto. È molto forte, capisce al volo e reagisce rapidamente e in modo deciso, e non può concedersi molte distrazioni. Sta sempre sul chi vive, ma quando abbassa la guardia si capisce che è dolce come tutti gli altri".
Per capire il mondo di Jules, Arjona si è fatta ospitare a bordo della USS Midway a San Diego,  dove le è stato illustrato il funzionamento degli aerei da combattimento. La presenza di personaggi femminili forti nella sceneggiatura è stato quello che l'ha colpita maggiormente. "La prima cosa che ho pensato leggendo la sceneggiatura", racconta l'attrice, "era che i personaggi maschili fossero molto forti, ma che erano quelli femminili a guidare il film".
L'attrice ha anche pensato che il film sarebbe stato in grado di coinvolgere tanti diversi tipi di spettatore. "È una cosa speciale per un film di tale portata", afferma con orgoglio. "Nei suoi personaggi potranno identificarsi sia le ragazzine che i quarantenni. Le protagoniste sono delle ragazze forti che non seguono i ragazzi, ma lavorano con loro e li guidano, e i ragazzi le rispettano. Jules è una donna forte e brava nel suo lavoro, e penso che questo dimostrerà alle ragazze, incluse le ragazze ispaniche, che è giusto pensare con la propria testa. Che va bene avere un carattere forte. Che non c'è niente di sbagliato in questo".
Della varietà di etnie rappresentate nel film, Arjona commenta: "Abbiamo un cubano, una portoricana, una ragazza degli Stati Uniti, un ragazzo di Hong Kong, un attore inglese di origini nigeriane. Eravamo tutti molto diversi, ma lavorando insieme siamo diventati una piccola famiglia, cosa che nel film si nota".
Racconta che il nucleo centrale della produzione è stato realmente il loro regista: " Steven ci ha lasciato la libertà di esplorare i nostri ruoli. In una produzione come questa, è difficile concedere agli attori molta libertà, perché il tempo è denaro, ma lui lo ha fatto ugualmente. La sua priorità eravamo noi, i suoi attori, e ci ha permesso di recitare anche improvvisando in un film così epico. Ha messo sul tavolo qualcosa di veramente speciale: il suo cuore".
Ultimo ma non meno importante, Marshal Quan è il più alto funzionario del PPDC al Moyulan Shatterdome. È un comandante abile, efficiente e molto capace. L'attore cinese Max Zhang, che è stato scelto per il ruolo dell'alto ufficiale, si è formato fin da giovane nelle arti marziali ed è stato un atleta di Wushu prima di recitare come attore acrobatico nel blockbuster di Ang Lee del 2000, La tigre e il dragone, passando in seguito a ruoli che gli hanno dato modo di farsi apprezzare sia per le sue doti atletiche che per le sue capacità recitative.
Pacific Rim: La rivolta è stata la prima esperienza di Zhang con i Wanda Studios, ed è rimasto molto colpito dalle dimensioni del complesso. "È un posto enorme, con così tanti teatri di posa", racconta. "Sono felice che l'industria cinematografica si sia evoluta così velocemente in Cina, e
spero che potremo realizzare molti altri film come questo".
Della sua collaborazione con Boyega, Zhang racconta entusiasta:" John è quasi un supereroe in questo film, ed è molto interessato alle arti marziali. Mi ha detto di aver visto almeno uno dei miei film precedenti e quindi spero di poter lavorare con lui, un giorno, in un film di arti marziali".

Ecco a voi la prossima generazione:
I Cadetti del PPDC

Date le loro enormi dimensioni, gli Jaeger richiedono che più piloti lavorino in tandem. Collegati mente-a-mente tramite un ponte neurale noto come "The Drift", i piloti devono essere "compatibili" con il processo mentale richiesto, devono cioè raggiungere uno stato di sincronicità fisica e mentale l'uno con l'altro, tramite la connessione con un Jaeger. Nel primo film, i piloti più compatibili per il "drift" erano quelli con un DNA comune e quelli uniti dai legami emotivi – fratelli, padri e figli, mariti e mogli. In Pacific Rim: La rivolta, il PPDC ha sviluppato un programma per estendere la capacità di sincronia anche alle persone con esperienze e background molto diversi.
I giovani aspiranti piloti di questo programma d'élite sono chiamati i Cadetti, e il regista DeKnight spiega cosa  significhi poter stabilire questa connessione: "L'idea è che se inizi ad addestrare qualcuno quando è giovane, potrà diventare un pilota migliore e stabilire un legame neurale più forte con il suo copilota. La compatibilità per effettuare il "drift" può essere migliorata nel tempo".
Durante l'atto finale di Pacific Rim: La rivolta, i Cadetti sono l'unica forza in grado di opporsi alla distruzione del mondo da parte dei Kaiju. Questi adolescenti con background ed esperienza diversi sono stati selezionati in varie parti del mondo; addestrati fin dalla più tenera età, devono farsi valere comportandosi da eroi.
"È meraviglioso che i bambini del nostro pubblico possano riconoscersi in loro", dice Boyega. "Perchè il film riflette in un certo senso le loro stesse vite e gli ostacoli che si trovano a dover affrontare. Nella storia narrata sul grande schermo hanno modo di apprezzare la forza di persone che sono proprio come loro, rendendosi conto che chiunque può diventare un eroe. Chiunque può valorizzare al massimo il proprio potenziale, cosa che appare chiara osservando Amara, Suresh e tutti gli altri Cadetti".
Spaeny è stata sostenuta e ispirata dai suoi giovani colleghi attori provenienti da tutto il mondo. E tra i giovani attori si è veramente stabilita una forte coesione vivendo e lavorando fianco a fianco per molti mesi, prima e durante le riprese. "I cadetti sono pieni di passione e molto motivati. Desiderano fortemente contribuire a salvare il mondo; gli altri attori che li interpretano sono tutti fantastici ", afferma la Spaeny. "Ci aiutavamo, mangiavamo insieme, andavamo al karaoke insieme; e parlavamo dei nostri problemi. Per me sono diventati una famiglia, e sono curiosa di vedere cosa faranno poi".
Della diversità voluta dal regista, l'attore KARAN BRAR (Cadetto Suresh, il più giovane dei cadetti) commenta: "Steven ed i produttori hanno scelto attori provenienti da tanti paesi diversi. La cosa è meravigliosa perché, indipendentemente dal paese in cui un giovane spettatore viva, può riconoscersi in qualcuno sullo schermo e pensare: "Quello è proprio come me, potrei essere io quello lì". A me è successa la stessa cosa con attori che ho molto amirato ed ammiro, quindi, spero che quando questo film sarà proiettato in India, un bambino forse, vedendomi sullo schermo, possa pensare 'Io sono come lui'".
Per Brar una delle grandi soddisfazioni nel suo lavoro durante la produzione: "è stato riuscire a far avverare l'impossibile. Dovevamo trovarci all'interno di giganteschi robot che combattono mostri altrettanto giganteschi. Gli attori e la troupe hanno fanno in modo che la cosa si realizzasse, ed è proprio questa l'incredibile magia del cinema, abbiamo reso possibile l'impossibile".
Il personaggio suo collega, il cadetto Jinhai, è cresciuto in un ambiente militare in Cina, addestrato fin dalla nascita per entrare a far parte di questa squadra di cadetti altamente disciplinati. Uno tra i cadetti più sensibili del corpo, diventa molto amico di Amara. "I genitori di Jinhai erano piloti di Jaeger", spiega del suo personaggio WESLEY WONG, giovane attore di Hong Kong, "quindi è un figlio d'arte cresciuto nell'ambiente militare. E adesso fa lui stesso parte del programma Jaeger".
Nella sua prima scena, Jinhai fa degli esercizi addominali a testa in giù da un letto a castello. Per prepararsi al ruolo, Wong ha iniziato ad allenarsi con rigore e a seguire una dieta particolare quattro mesi prima delle riprese. Per prepararsi invece emotivamente alla parte, il giovane attore ha consultato una persona perfetta. "In Cina sono andato a parlare con un pilota di jet dell'Air Force", racconta l'attore. "Mi ha raccontato quali siano i pensieri di qualcuno come Jinhai, con genitori militari che hanno combattuto una guerra. Adesso che lui si trova nella loro stessa posizione, il pilota mi ha spiegato il tipo di impatto che la cosa avrebbe avuto sul bambino e sui suoi genitori. Questo mi ha aiutato molto a prepararmi ad interpretare la parte".
In una scena, Jinhai condivide la cabina di pilotaggio non con un solo co-pilota, ma con due cadetti: Viktoria, detta "Vik" e Amara, e ciò aumenta la loro difficoltà di sincronicità. "Ho provato con IVANNA SAKHNO, che interpreta Vik, ma non ho fatto le prove con Cailee. La prima volta in cui ci siamo trovati tutti insieme nella cabina di pilotaggio è stato quando dovevamo girare, e ci siamo detti 'Okay, facciamolo!'. Lavorare in quella scena insieme era una cosa completamente diversa, ma poi, guardando il girato, ci siamo resi conto che aveva funzonato".
Il cadetto russo Ilya ha un senso dell'umorismo graffiante ed è un ragazzo molto intenso. È spesso chiuso in se, impegnato in una costante sfida con se stesso per essere il migliore, ma mettendo anche continuamente in discussione le proprie capacità e la possibilità di diventarlo. L'attore canadese LEVI MEADEN, che interpreta Ilya, ha in parte concentrato la sua preparazione nel perfezionare l'accento russo. "Ho avuto un ottimo insegnante di dizione russa e ho guardato e riguardato il film La promessa dell'assassino di Cronenberg e ho letto molta letteratura russa, soprattutto Dostoevskij".
Meaden spiega che i cadetti si stanno preparando ad affrontare un possibile pericolo futuro, senza che ci sia alcun segnale o minaccia al riguardo. "I Cadetti erano molto giovani durante l'attacco di dieci anni prima, quindi la cosa non ha avuto un impatto pesante su di loro. Sono cresciuti in un mondo dove aleggia la paura, ma non si rendono realmente conto della gravità della situazione. I cadetti sono stati addestrati ad essere entusiasti e pronti a combattere in qualsiasi momento".
L'infanzia del Cadetto Vik è stata particolarmente difficile e lei cerca costantemente di provare al mondo il suo valore. Avendo perso entrambi i genitori in un attacco di Kaiju, ha dovuto contare su una grande capacità di autosufficienza e su altrettanta perseveranza per completare il programma di addestramento al Moyulan Shatterdome. Adesso lo Shatterdome è diventato la sua casa e le persone che ci vivono sono la sua unica famiglia. L'arrivo della bambina prodigio Amara fa scattare in lei un atteggiamento difensivo.
Del suo personaggio, l'attrice ucraina IVANNA SAKHNO dice: "Quando Amara entra nel gruppo, Vik prova un forte risentimento, non perché sia ​​una prepotente, ma perché è estremamentre protettiva di ciò che ha conquistato. Non vuole essersene privata da questa ragazza, che mostra di possedere uno straordinario talento".
Durante i mesi di preparazione prima di arrivare sul set, la Sakhno ha studiato le figure di donne forti nei film e nella vita reale, per farsi un'idea più precisa degli elementi comuni alle varie donne di ferro. "Ho esaminato molti tipi di donne, incluse, ad esempio, quelle impegnate in politica. Ho studiato Angela Merkel e ho osservato come agisce, si muove e parla. Questa ricerca mi ha aiutato molto a plasmare il personaggio di Vik".
Ryoichi, un Hopeful energico ed entusiasta, è interpretato da MACKENYU MAEDA, che era impegnato nelle riprese di una serie televisiva in Giappone quando ha saputo che stavano cercando giovani attori per il film. "Ho mandato un provino e mi hanno chiamato", ricorda Maeda. "I produttori giapponesi mi hanno concesso 24 ore di tempo per andare a Los Angeles, quindi sono salito su un aereo, ho incontrato Steven, poi sono tornato subito sul set in Giappone. È stato un po' strano fare un volo così lungo per un incontro così breve, ma ne è valsa la pena!"
Ryoichi pilota il Jaeger Sabre Athena insieme al  Cadetto Renata (SHYRLEY RODRIGUEZ). "Gli Jaeger sono diventati più veloci negli ultimi 10 anni, ma il Saber Athena è il più veloce di tutti, quindi ne sono molto orgoglioso", dice Maeda. "Sin da quando ero un ragazzo, immaginavo di combattere Kaiju con un robot da me pilotato, quindi il co-pilotaggio di Sabre Athena è stato una specie di sogno che si è avverato. Le riprese sono state difficili e faticose ma è stato fantastico".
Il cadetto Tahima è di origini maltesi, ma è cresciuto a Sydney, in Australia. Come gli altri cadetti, Tahima vuole vendicarsi dei Kaiju, che hanno sterminato la sua famiglia durante l'attacco a Sydney. L'attore australiano RAHART ADAMS, nato da genitori di origini maltesi, è stato scelto per la parte mentre si trovava a Los Angeles. Il giovane attore ricorda: "Quando ho letto la sceneggiatura, ne sono rimasto molto colpito perché c'erano tutti questi nuovi elementi dell'universo di Pacific Rim. Era un sacco di roba da digerire, ma è stato molto emozionante perché non avevo ancora mai preso parte a qualcosa di così enorme. "Come i suoi compagni cadetti, Adams è rimasto sbalordito dalle gigantesche dimensioni della produzione. "Dovevo darmi dei pizzicotti ogni volta che andavo su un set, per accertarmi che non fosse un sogno. Soprattutto per quel che ha riguardato le riprese notturne, realizzate con dei blue screens alti più di sei metri e con tutte quelle esplosioni. I dettagli erano magnifici".
Il Cadetto Mei Lin è originaria di Guangzhou, nel sud della Cina, dove i suoi genitori sono stati uccisi dal Kaiju durante gli attacchi di dieci anni prima. L'attrice cinese LILY JI, che interpreta il personaggio, racconta il background che ha immaginato per il suo personaggio: "Mei Lin è entrata al centro di addestramento dei cadetti perchè sentiva di dover diventare un soldato e vendicare i suoi genitori. È cresciuta da sola e ha sofferto molto, ma è molto determinata ed è una dura".  Su come si è preparata per la parte, Ji ha dichiarato:" Mi sono addestrata come un soldato e ho mangiato come un soldato, e ho anche tenuto un diario scritto a mano in cinese, che documenta la vita dei cadetti. Sentivo che la mamma di Mei Lin, anche se non c'era più, avrebbe voluto che lei tenesse un diario scritto a mano, che in tal modo risultasse più personale e intimo".
Dei lavoro e del legame stabilito con gli altri attori cadetti, Ji dice: "Ci siamo addestrati insieme, mangiavamo insieme, guardavamo film. Abbiamo imparato un po' delle rispettive lingue e gradualmente siamo diventati questa grande famiglia. Tra noi si è creato questo legame speciale, proprio come succede ai cadetti, grazie alle attività quotidiane in comune".
Inoltre, il Cadetto Renata è un personaggio sportivo e vivace. Rodriguez la descrive come "dolce, ma vivacissima". Sono cubana-americana, sono prima generazione e Steven è stato molto generoso e comprensivo e ci ha lasciati abbastanza liberi. Così, ho deciso che mio personaggio sarebbe stato cubano, in modo da poter utilizzare perte della storia della mia vera famiglia nella creazione del mio personaggio … aggiungendo alcuni elementi che hanno contribuito a renderlo più reale".
Il nome Renata viene da" nato di nuovo ", ed è proprio questo che il suo personaggio e gli altri cadetti rappresentano per la Rodriguez. "È un periodo buio quello che stanno vivendo, c'è molta incertezza e questi giovani sono portatori di luce; portano speranza".
L'aspetto del film che più l'ha colpita, però, è stato il suo messaggio di base, che considera veramente importante per il periodo storico in cui viviamo. L'attrice afferma speranzosa: "Proveniamo tutti da luoghi diversi, comunichiamo in modo diverso, parliamo lingue diverse. Se il pubblico che guarda Pacific Rim: La rivolta può apprezzare il modo in cui nel film coesistiamo e lavoriamo insieme per una buona causa … perché non fare altrettanto nella vita reale? Da bambini, non lasciamo che le nostre differenze ci separino. Le diversità sono irrilevanti. Il film divertirà ed emozionerà il pubblico, e spero che possa anche contribuire a far si che le persone aprano gli occhi ed inizino a lavorare insieme per un mondo migliore ".

Dimensioni e forza:
Kaiju contro Jaeger

Nell'universo di Pacific Rim, i Kaiju sono mostri giganteschi che sono saliti in superficie dalle profondità dell'Oceano Pacifico. Entrati nel nostro mondo attraverso un portale intradimensionale chiamato the Breach, sono delle vere armi di distruzione di massa viventi, risultato dell'ingegneria genetica di pianeti simili alla terra. In Pacific Rim: La rivolta, i Kaiju si sono evoluti in una nuova specie ancor più distruttiva.
In giapponese, la parola "Kaiju" significa letteralmente "strana bestia", ma è più comunemente tradotta col termine "mostro gigante". DeKnight, che è cresciuto guardando i film giapponesi di Kaiju degli anni '50 e '60, ricorda: "Li ho amati da ragazzino, quando i mostri erano uomini con dei pesanti costumi. Quello che apprezzo molto nel realizzare un film sui Kaiju oggi è che, grazie alla tecnologia di cui disponiamo, possiamo renderlo molto più spettacolare. Per quanto sia un nostalgico di quei film originali, anche da bambino mi rendevo conto che si trattava di un uomo con un costume di gomma, che calpestava le miniature. Quando il nostro Kaiju attacca una città, sembra assolutamente reale. La minaccia e il dramma sono molto più coinvolgenti".
Sempre più forte e più feroce, ogni Kaiju è una specie completamente nuova con i suoi poteri e schemi di attacco, evolutosi alla perfezione per combattere. Pur non essendoci due Kaiju uguali, il loro obiettivo è lo stesso: l'annientamento della razza umana. Di fronte a questo nemico letale, gli Jaeger sono l'unica difesa dell'umanità.
Pilotare un Jaeger non è mai stato più elettrizzante. Pacific Rim: La rivolta avvicina ancor di più tra di loro i suoi eroi e il pubblico con tecnologie all'avanguardia e tattiche di combattimento assolutamente nuove. Il film presenta la nuova generazione di guardiani robotici, dotati di nuove armi e di nuovi sistemi di attacco e difesa, oltre alle cabine di pilotaggio di nuova progettazione. Questi Jaeger sono alti fino a 25 piani, sono più veloci e più agili che mai e variano nelle dimensioni.
Ogni Jaeger è un'estensione dei suoi piloti, quindi ognuno di essi ha uno stile di combattimento, un modo di muoversi e una personalità tutti suoi. Spiega DeKnight: "Quando incontriamo per la prima volta Amara, lei si è costruita il suo Jaeger personale mettendo insieme un sacco di rottami. Lo Scrapper è alto circa 12 metri, quindi può pilotarlo da sola; anche se stato costruito con dei rottami, ha la capacità di appallottolarsi trasformandosi in una sfera ed è in grado di fuggire rapidamente rotolando. Amara lo ha anche dotato di meccanismi di difesa come le bombe fumogene, cose a cui un bambino avrebbe pensato".
Nella sequenza di apertura del film, Amara e Jake sono costretti a rifugiarsi insieme all'interno dello Scrapper, per sfuggire ad un Jaeger che li insegue, e le sue dimensioni ridotte e le diverse funzionalità ne fanno un Jaeger più agile e dinamico.
Boyega ha portato LIANG YANG nel film, con il quale aveva lavorato per la prima volta su Star Wars: Il Risveglio della Forza, come consulente per le scene di combattimento. E' stato considerato attentamente non solo come si muovono gli umani, ma anche i nuovi, acrobatici e agili Jaeger. Boyega dice: "Volevamo essere sicuri di poter dimostrare che queste nuove capacità rappresentano uno sviluppo molto significativo rispetto a ciò che è stato fatto nel primo film. Quindi, abbiamo coinvolto nel progetto Liang, che è un esperto di arti marziali, affinché supervisionasse le pre-visualizzazioni. Una volta che Liang ha preso confidenza con le pre-visualizzazioni, ha integrato delle fantastiche idee a quelle di Steve. Liang ha ottenuto una grande collaborazione da parte della squadra degli effetti visivi, e molte delle sequenze nelle scene di battaglia stupiranno il pubblico".
La Spaeny ha dovuto prepararsi non solo per il Jaeger più piccolo, lo Scrapper, ma anche per il Gipsy Avenger. "Pilotare lo Scrapper richiedeva una dinamica simile allo sci e mi sono allenata per settimane per perfezionarlo", spiega l'attrice. "Era un movimento molto specifico, e non avevo bisogno di sincronizzarmi con nessun altro. La cabina di pilotaggio del Gipsy Avenger invece era molto più complessa. Dal momento che dovevo sincronizzarmi con John, che è più alto di me, abbiamo dovuto calcolare la lunghezza specifica dei passi e il tempo richiesto da ogni spostamento. La coreografia di queste scene specifiche ha richiesto molte prove, in aggiunta a quelle per la coreografia dei combattimenti. È stata un'esperienza straordinaria".
Effettivamente straordinaria, poiché l'idea dei Jaeger e degli strumenti tecnologici di cui dispongono si era evoluta dal primo film. DeKnight spiega: "All'interno degli Jaeger, abbiamo ridisegnato il modo in cui i piloti sono collegati. Non sono così bloccati, possono compiere una gamma completa di movimenti; possono tirare un calcio e possono saltare. È tutto molto più dinamico ed emozionante".
Nel primo film, il Gipsy Danger era stato fatto detonare. Tuttavia, poiché il PPDC lo considerava un robot eroe, è stato ricostruito e battezzato Gipsy Avenger. "il Gipsy Avenger è essenzialmente il Gipsy Danger 2.0", afferma DeKnight. "È la nave stellare Enterprise di questo universo: la nave ammiraglia degli Jaeger".
La cabina di pilotaggio del Gipsy Avenger è stata costruita sulla grande piattaforma di un simulatore, in grado di muoversi in molte direzioni ed eseguire movimenti complessi. Eastwood, che nei panni di Lambert pilotava il Jaeger, afferma: "Poiché la cabina di pilotaggio poggia su una piattaforma a sistema idraulico, può muoversi in qualsiasi modo, riproducendo urti e frenate. Era come essere su un ottovolante; ti siedi e via con la corsa".
La cabina di pilotaggio stessa era uno spazio relativamente ristretto, e ciò richiedeva grande destrezza e sensibilità da parte del cast e della troupe. Eastwood racconta: "A volte leggi una scena nel copione e pensi 'beh, non è complicato'. Ma quando poi ti trovi sul set, la squadra tecnica deve potere entrare e uscire per apportare modifiche – tutte le squadre devono potersi muovere in quello spazio. Improvvisamente tutto diventa molto più complicato di quanto non sembrasse sulla pagina. Tuttavia, squadre di bravi professionisti e attori altrettanto professionali sanno come lavorare insieme, ed è proprio ciò che abbiamo fatto".
Boyega è rimasto altrettanto affascinato da un nuovo ologramma incluso nel design. "Quando il Gipsy Avenger viene attaccato, una versione olografica in 3D dell'esterno viene visualizzata all'interno della cabina di pilotaggio consentendo ai piloti di interagire con essa. Come attori, questo ci ha permesso di interpretare più efficacemente la tensione e la fatica che i piloti sperimentano quando sono alla guida di una di queste enormi macchine. E ci ha anche consentito di ideare uno stile di combattimento più complesso, che permette al pubblico di relazionarsi con l'azione molto più intensamente".
La Spaeny ha studiato con grande impegno per comprendere la mente da ingegnere meccanico di Amara e ha ritenuto importante trasmettere al pubblico la sensazione che anche lo Scrapper faccia parte del suo personaggio. "Ci vuole qualcuno di eccezionale per progettare e costruire qualcosa come lo Scrapper, così ho parlato con le persone del team di produzione che hanno disegnato i progetti, imparato quali fossero le differenze rispetto agli altri Jaeger e come le diverse parti erano state assemblate a partire dai rottami presenti nell'ambiente". L'attrice spiega che il Jaeger è molto più importante per il suo personaggio di quanto lo sarebbe una semplice macchina: "Lo Scrapper è l'unico amico di Amara; lei gli ha dedicato tutta la sua vita, e questo Jaeger ha una personalità che ovviamente è molto simile alla sua". L'arte che imita la vita si è rivelata un momento molto speciale per lei. "Ho partecipato alla costruzione di una parte della parte dello Scrapper che è stata realizzata per le riprese. Volevo sperimentare cosa si provasse a mettere insieme tutti quei pezzi, quindi mi è stato permesso di eseguire alcune saldature, il che è stato fantastico. Volevo che il mio cervello comprendesse a fondo quella parte di Amara".

Un impresa globale:
Le location del film

La maggior parte della produzione si è svolta presso i Fox Studios in Australia, con gli esterni girati iperlopiù nei dintorni di Sydney e di Brisbane. Altre scene sono state invece girate nei teatri di posa dei Wanda Studios a Qingdao, in Cina; ulteriori esterni sono stati girati presso il Monte Fuji in Giappone, a Seoul e a Busan, nella Corea del Sud … così come presso alcune cascate e ghiacciai in Islanda. Le dimensioni dell'impresa già da sole rappresentavano una sfida per i produttori, con una squadra di 500 persone sul set solo presso i Wanda Studios.
"La scala del film era enorme, in termini delle diverse location", spiega il produttore Boyter. "Non avevo mai avuto a che fare con così tanti attori tutti insieme, prima. C'erano persone nuove che arrivavano e ripartivano ogni settimana. Abbiamo lavorato con un incredibile numero di attori cinesi, oltre a quelli provenienti da Londra, dagli Stati Uniti e dall'Australia. È stato molto impegnativo, ma anche molto divertente vedere come alla fine tutto abbia funzionato alla perfezione".
L'Australia è stata una scelta ovvia perché la squadra tecnica necessitava di una sede che offrisse una combinazione di teatri di posa, squadre tecniche competenti e anche degli esterni che da sfruttare al massimo. Fortunatamente, l'infrastruttura li esisteva già. "In quel momento si stavano girando molti film importanti in Australia", dice Boyter. "E faceva al caso nostro perché lì era estate, quindi potevamo alternare il girato in esterni a quello in interni quando volevamo. Inoltre, dato che le squadre tecniche australiane hanno una grande esperienza per quel che concerne il lavoro su superfici di vasta scala, per noi era tutto perfetto. Abbiamo trovato un gruppo di professionisti esperti e dedicati, ed è stato magnifico lavorare lì".
Pacific Rim: La rivolta è stata la prima produzione statunitense ad essere girata negli imponenti e modernissimi Wanda Studios. "Abbiamo fatto da cavia, e ci è andata molto bene", racconta Boyter. "Quello della lingua era l'unico problema da risolvere, ma abbiamo assunto le persone giuste per aiutarci a colmare il divario culturale e, una volta risolta la questione, il resto è stata una passeggiata".

Il Mondo Nuovo:
Progettare in piena luce

Un film in cui i robot giganti combattono mostri giganti richiede un progetto dal formato e dalla scala straordinari, ma il primo passo è stato quello di determinare in che modo il mondo di  Pacific Rim: La rivolta sarebbe stato visivamente differente da quello del primo film.
DeKnight ei produttori hanno convenuto che gli effetti speciali di Pacific Rim erano spettacolari, tuttavia sentivano l'esigenza di portare il secondo film in una direzione audacemente diversa. Stefan Dechant è stato scelto come scenografo del film. Con un background come art director e illustratore, il ruolo di Dechant è stato esteso ed ha incluso la responsabilità, condivisa con DeKnight e con il direttore della fotografia Dan Mindel, della pianificazione dell'intero mondo visivo.
Ricorda Dechant: "Nel corso delle nostre primissime conversazioni, Steven ha espresso il desiderio che il film fosse qualcosa di indipendente e innovativo. Pur avendo le sue radici nel primo film di Guillermo del Toro, necessitava di una sua propria identità originale, di emozioni e di un tono tutto suo".
Della differenza fondamentale da lui pensata per il film, DeKnight spiega: "Nel primo film, la maggior parte degli attacchi avviene di notte sotto la pioggia, e le scene sono definite dalle condizioni atmosferiche. Ma per Pacific Rim: La rivolta, volevamo che la maggior parte dei combattimenti avessero luogo di giorno. La sensazione comunicata è diversa perché consente di vedere l'intera città e di vedere meglio i mostri. Ciò avrebbe reso la realizzazione del film un'impresa esponenzialmente più complicata, perché alla luce del sole non potevamo nascondere nulla, ma allo stesso tempo eravamo tutti molto entusiasti delle possibilità che tale scelta ci offriva".
Il film e il suo design dovrebbero anche riflettere un mondo un decennio nel futuro rispetto al primo. "Nel primo film, l'umanità è decisamente un passo indietro", afferma Dechant. "In questo film si trova invece in una situazione postbellica. Ci sono soldi; il PPDC sta mettendo insieme le risorse e sviluppando tecnologie, e volevamo esplorare come sarebbe dunque stato questo mondo. Volevamo avere più scene girate nello stesso ambiente in diversi momenti della giornata, dargli un tono diverso. Era nostra intenzione anche aprire alcuni dei set dello Shatterdome e far entrare un po' 'di luce. Volevamo cambiare la tavolozza dei colori, per ampliare la dimensione spaziale delle scene di combattimento all'aperto".
Per la squadra di Dechant, l'impronta singolare del film non sarebbe stata solo determinata da mondo fisico in cui si svolge l'azione, ma anche dalle creature che lo abitano. Per le prime otto settimane l'art department si è dedicato alla progettazione degli Jaeger e dei Kaiju. Un importante aspetto distintivo per entrambi è stato deciso sin dall'inizio, per creare una struttura su cui si sarebbe basato il successivo processo di progettazione.
"L'idea per i Kaiju e per gli Jaeger è stata di Cale Boyter. Ha suggerito di creare per ciascuno Jaeger e per ciascun Kaiju un proprio attributo specifico che lo rendeva unico e distinto da tutti gi altri", spiega Dechant.Per realizzare la cosa, DeKnight e Dechant hanno potuto contare sulle competenze di un gruppo di disegnatori dell'art department delle Industrial Light and Magic, che ha progettato il Gipsy Avenger e gli altri Jaeger, e in seguito i vari Kaiju.
Per i Kaiju, il disegnatore di storyboard DOUG LEFLER e DeKnight hanno ideato insieme quali sarebbero stati gli attributi dei tre maggiori di essi. Basandosi sul principio "lascia che la personalità informi il design", Dechant spiega: "Quando guardi il Saber Athena, ad esempio, ti rendi conto che il suo attributo principale è la velocità, la velocità insieme alle sue spade. Nel caso del Kaiju Strike Thorn, siamo partiti dal nome e abbiamo creato un mostro che spara delle spine giganti. Sono letteralmente germogliati  dalla storia, e il nostro design si è adeguato mano a mano a ciò che Steven stava creando".
La squadra poneva domande e offriva suggerimenti, del tipo: "Come andrebbe se gli Jaeger fossero simili a dei caccia?". "Alcune volte eravamo un po' troppo sofisticati", racconta Dechant," ma era un modo di buttar giù delle idee, preparare degli schizzi da rivedere e aggiustare".
Lo scenografo apprezza di aver potuto lavorare con un regista con delle idee simili alle sue. E poi aggiunge: "Steven è lui stesso un disegnatore eccezionale e quindi ci è stato possibile comunicare inviandoci i rispettivi schizzi. E' stato molto gratificante poter collaborare alla creazione dei vari ambienti e dei vari robot".
Una volta stabilite le basi dell'ambiente visivo e delle creature che si muovono al suo interno, DeKnight e Dechant si sono poi riuniti con gli illustratori per raccontare loro i momenti chiave del film.

Immagini di grafica computerizzata e oggetti reali
Gli Effetti Visivi

Visto che Pacific Rim ha aperto per il cinema dei nuovi  orizzonti con i sui straordinari effetti speciali visivi, gli standard da raggiungere se non addirittura da superare per la nuova produzione erano alquanto elevati. È stato quindi chiamato ad unirsi alla squadra dei realizzatori il supervisore degli effetti visivi PETER CHIANG (Star Trek Beyond, The Bourne Ultimatum). Ricorda Boyter: "Avevamo bisogno di un supervisore degli effetti visivi con un ottimo istinto e una grande passione per quello che stavamo cercando di fare. Abbiamo spiegato a Peter che non volevamo fare nulla che avessimo visto prima. Gli abbiamo mostrato a che punto eravamo, e lui ci ha risposto: "Datemi un paio di giorni, tornerò con delle idee su come sviluppare quello che state facendo …"
Chiang sentiva di doversi consultare subito con il direttore della fotografia Mindel e con lo scenografo Dechant. Chiang aveva precedentemente lavorato con Mindel, e sapeva che il direttore della fotografia preferiva riprendere prima gli sfondi vuoti. Ciò avrebbe consentito alla squadra degli effetti visivi di basare il proprio lavoro nella realtà … un tipo di approccio che convinceva anche DeKnight.
"Vengo dal disegno", spiega Chiang, "così ho realizzato una serie storyboard di parecchie scene con grandi effetti speciali, progettando molte scene d'azione per Steven, in modo che la sua approvazione o i suoi commenti portassero ad una pre visualizzazione del tutto. Una squadra di tre aziende – la Halon, la Day For Night e la The Third Floor – hanno realizzato diverse parti di queste pre-visualizzazioni. Poi, durante le riprese, abbiamo girato gli sfondi, con Dan Mindel e il suo team, e poi abbiamo completato il tutto aggiungendo la computer grafica in fase di post-produzione".
Date le gigantesche dimensioni degli Jaeger e dei Kaiju, gli effetti visivi sarebbero stati una forza dominante. "Ci siamo presi in carico tutto ciò che non poteva essere realizzato fisicamente sul set", dice Chiang. "In termini di scala, puoi colpire qualcuno in testa con una bottiglia finta fornita dal team degli effetti speciali, ma quando lo script richiede robot alti 82 metri che sfondano gli edifici, schiacciando macchine e combattendo mostri giganti … allora deve entrare in azione la mia squadra".
Il supervisore ammette che l'opportunità che gli era stata offerta rappresentava "un vero sogno per chi si occupa di effetti visivi. Comportava, prima di tutto, la distruzione di molti edifici, cosa che i tecnici del mio reparto amano fare. Inoltre, ci sono altri film là fuori con giganteschi mostri, ma un film che ruota interamente attorno ad oggetti così grandi, è una opportunità assolutamente unica per poter mettere alla prova le proprie capacità".
Per ottenere il massimo realismo possibile, DeKnight e Chiang hanno deciso di utilizzare ancora una volta una base pratica come punto di partenza. "Gli effetti pratici ci forniscono le basi su cui lavorare", spiega Chiang. "Ci forniscono un nucleo di partenza dal quale espanderci. Ad esempio, c'è una sequenza con lo Scrapper, il Jaeger da 12 metri. Il reparto artistico ha costruito una piccola sezione della gamba, e questo ci ha fornito una serie di fantastici input su come sarebbe stato il vero robot se fosse stato possibile costruirlo interamente.
Durante il processo di acquisizione sul set, la squadra di Chiang ha raccolto dati su ogni aspetto della strategia di ripresa dal vivo – tipo di obiettivi usati, altezze della macchina da presa, lunghezze focali e condizioni di illuminazione. Una nutrita squadra di addetti ai dati ha scattato fotografie ed effettuato scansioni LIDAR su tutti i set e in tutte le location. "Un enorme volume di dati è stato raccolto durante le riprese dal vivo", spiega Chiang. "Queste informazioni sono state per noi preziosissime durante la post produzione. Quando mettiamo in scena dei grandi robot e i Kaiju, questi dati ci permettono di illuminarli nel modo in cui Dan li ha illuminati precedentemente".
Il girato degli sfondi rappresenta anche una sorta di assicurazione. Se in seguito si decide di modificare una battuta del dialogo o di rigirare la scena di un attore, è possibile evitare la ricostruzione di un set o il ritorno in un luogo, limitandosi semplicemente a filmare l'attore davanti ad un blue o green screen, per poi sostituirlo nella scena.
Le sfide per la squadra di Chiang erano per lo più legate alle dimensioni – quando si trattava di riprendere uno sfondo o una location in maniera adatta alla sceneggiatura. "Il Gipsy Avenger è largo più di 20 metri, quindi se corre lungo una strada, quella strada deve essere larga almeno cinque corsie", spiega il supervisore degli effetti visivi. "Era fondamentale immaginare come si sarebbe mosso un robot alto più di 80 metri in quello spazio, calcolando i tempi della corsa. La sfida è stata proprio trovare un equilibrio tra i movimenti lenti che danno un'idea migliore delle proporzioni e l'azione a grande velocità".
Il desiderio di più scene di giorno significava anche non essere in grado di nascondere nulla nell'oscurità. Chiang osserva: "Il film è ambientato nel 2035, quindi abbiamo dovuto creare un aspetto un po' futuristico, ricorrendo alla grafica computerizzata per aggiungere dettagli alle città di oggi. Ovviamente non si doveva notare alcuna aggiunta. La profondità di campo, il modo in cui il sole illumina  un particolare ambiente, tutte queste informazioni sono vitali per permetterci di fondere i dettagli aggiunti senza che si noti la differenza. È più difficile perché le scene sono di giorno, ma è stata una grande sfida e il risultato è magnifico".
La squadra degli effetti visivi era formata da diverse aziende che lavoravano in città con diversi fusi orari, operando a velocità diverse, con un totale di 2.000 tecnici coinvolti nel progetto. Chiang doveva assicurarsi che ognuno di loro lavorasse in perfetta sintonia con i colleghi, rispettando la visione di DeKnight e integrando il proprio lavoro con quello degli altri dipartimenti. "Mi muovevo costantemente tra vari ruoli per assicurarmi che il lavoro tutti i reparti continuasse a progredire. La cosa più affascinante del business del cinema è che combina insieme le competenze personali di tutti quelli che ci lavorano per raggiungere un unico obiettivo. La realizzazione di un film di due ore richiede moltissimo tempo e lo sforzo congiunto di tantissime persone".

Bestioni meccanici in città
Macchine da presa e costruzioni

Il lavoro dietro alla macchina da presa

Il direttore della fotografia Mindel ha preso parte alla presenzazione del progetto ed al processo di pre-visualizzazione, mentre la sceneggiatura veniva perfezionata, per discutere con DeKnight, Dechant e Chiang su come migliorare il mondo di Pacific Rim. Mindel insisteva sulla necessità di integrazione. Spiega: "Volevo che il tutto risultasse molto fluido ed uniforme, in modo che lo spettatore, notando le differenze, non dovesse chiedersi 'Perché l'hanno fatto?' Ho cercato di evitare che il pubblico al cinema 'uscisse', per così dire, dalla storia". Come per Dechant e Chiang, le dimensioni hanno rappresentato una grande sfida per l'intero dipartimento di Mindel. "Durante le riprese, abbiamo dovuto girare gran parte delle scene col blue screen all'aria aperta", spiega il direttore della fotografia. "Abbiamo costruito la nostra arena per le riprese, perché avevamo bisogno di parecchio spazio in larghezza e in lunghezza. E l'unico modo per ottenere la prospettiva di cui avevamo bisogno era allontanarci dal blue screen molto più di quanto avremmo potuto fare anche nel più grande dei teatri di posa dei Fox Studios in Australia".
Mindel ha iniziato a lavorare a stretto contatto con le squadre di Chiang e Dechant, come con la squadra della costumista Lizz Wolf, sin dall'inizio. "Ho mandato subito un tecnico dell'illuminazione nell'art departement, in modo da ottenere un feedback costante su ciò che stavano realizzando lì. Questo ci ha permesso di sistemare le luci sui set senza causare un blocco stradale", spiega Mindel. "È una parte del nostro lavoro che per noi è molto importante. La stessa cosa vale per il reparto guardaroba; è fondamentale conoscere subito le loro scelte cromatiche e i tessuti che utilizzeranno, così da non essere colti di sorpresa".
Per il direttore della fotografia, un sacco di lavoro di grafica computerizzata era per lui "basato sull'immaginazione", piuttosto che sulla logica. "Per una persona normale, è difficile immaginare dei robot giganti in uno spazio fisico. Devi pensare, 'Ok, questa cosa ha le dimensioni di una super petroliera e sta camminando per la strada. Quali sono gli effetti sull'ambiente, sulla polvere? Quali sarebbero le conseguenze di una cosa di quel tipo che si aggira per una città?"

La costruzione dei set

Dechant era consapevole che ogni set creato dal suo team, ogni colore che avrebbero scelto, avrebbe dovuto integrarsi con la grafica generale del film, col lavoro della macchina da presa e con quello del reparto costumi.
"Tutti i dipartimenti erano in contatto costante e comunicavano tra di loro mentre costruivamo questo mondo", spiega lo scenografo. "Dan, Lizz e io ci domandavamo cose l'un l'altro del genere: 'Come stacchiamo Liwen dagli sfondi? Come è il mondo di Newt?' Lizz e io abbiamo fatto in modo che i nuovi costumi e il set del PPDC si integrassero alla perfezione, e una delle straordinarie capacità di Dan è stata rendere il set migliore di quello che speravo".
Per creare un set, Dechant si domanda prima di tutto se è adatto alla storia. "Poi mi domando 'sto aiutando il direttore della fotografia fornendogli tutto ciò di cui ha bisogno per raccontare tale storia?' L'ultima domanda è 'sto costruendo qualcosa di utile alla troupe e agli attori?' Voglio essere sicuro che abbiamo un set dove è facile muoversi, facile lavorare e che sia per loror una fonte di ispirazione. Voglio essere sicuro che abbiano uno spazio che possano percepire come reale, in modo che possano calarsi nel ruolo, lavorare alla perfezione con Steven e dare vita alla sua storia".
Per la Spaeny, Dechant ha raggiunto in pieno il suo obiettivo: "Quando ci trovavamo sui set fisici, erano così ricchi di dettagli che sprofondavamo completamente in quel mondo. Non dovevamo ricorrere più di tanto alla nostra immaginazione, perché era tutto realmente presente attorno a noi".
DeKnight voleva che gli oggetti come laptop e tablet fossero riconoscibili, ma ha chiesto all'art department di immaginare come sarebbero stati e come avrebbero funzionato 20 anni nel futuro. Il trovarobe STEVE MELTON racconta : "Puoi datare un film a partire dall'elettronica. Nel momento in cui vedi un telefono o un tablet, capisci l'anno in cui ti trovi. Steven mi ha detto 'Fai che siano riconoscibili, ma rendili un po' avanzati. Cosa potevamo fare con i tablet per renderli diversi?' Così abbiamo creato una tecnologia pieghevole. La PPDC e la Liwen e il suo team possono piegare il loro tablets e metterseli in tasca. È stato un modo divertente per renderli un po' più futuribili in un modo che non si era mai visto prima in un film".
Per Melton, l'approccio nei confronti delle armi doveva innanzitutto riconoscere che non sono cambiate molto negli ultimi due secoli. "Dalla fine del 1800 ad oggi, sono simili in termini di aspetto e funzionalità. Cosa renderebbe futuribile oggi un'arma da fuoco? Il fatto che funzioni a batteria o che possa fare fuoco senza premere il grilletto, ma semplicemente utilizzando un'impronta digitale? Queste sono cose che sono all'avanguardia oggi. Steven voleva che si riconoscesse l'arma da fuoco, quindi le abbiamo mantenute simili a quelle vecchie: un'arma futuristica può sembrare un giocattolo. Ad esempio, abbiamo aggiunto strati di metallo e una luce di ricarica. Abbiamo dato alle armi un aspetto leggermente diverso, ma non sono così stravaganti da annullare il realismo del film".
Per Dechant , l'intero processo di produzione e il modo in cui sono stati costruiti i set è stato molto simile all'improvvisazione di un gruppo jazz. "A Steven veniva un'idea e mi diceva 'Potrebbe funzionare in questo modo … 'e io elaboravo, aggiungendo qualcosa di mio, chiedendo aiuto a Dan e Lizz, e poi tornava Steven con un altro input. È stato un po' come suonare con Miles Davis e John Coltrane. Non definisci quello che suonerai, ma collabori con queste persone a crearlo, e ciò che ne verrà fuori sarà migliore di quello che avevi inizialmente pensato".

Le tute dei piloti:
Vestirsi come un supereroe

Le tute indossate da Jake, Lambert e dai Cadetti quando pilotano gli Jaeger, sono state realizzate dalla Legacy, una società specializzata nella creazione di abiti da super eroe cinematografici (Suicide Squad, Capitan America: Civil War, X-Men Apocalypse). Ogni attore è stato sottoposto ad una scansione completa del proprio corpo a 360 gradi, perché le tute sarebbero state realizzate su misura, e meticolosamente adattate alle loro forme.
"Le tute dei piloti sono straordinarie", ribatte Boyega. "La Legacy ha fatto un ottimo lavoro assicurandosi che fossero ricche di dettagli ma, allo stesso tempo, flessibili e confortevoli, perché i piloti dei Jaeger in pratica ballano e fanno acrobazie all'interno della cabina di pilotaggio. È bello indossare una tuta magnifica, ma che allo stesso tempo è anche molto comoda".
Vista l'aderenza perfetta e la rigidità della forma, gli attori dovevano stare attenti nell'indossarle. Racconta ridendo la Spaeny: "Ci volevano tre persone per farmi entrare dentro a quella tuta. Non potevo barare sui pasti, perché si sarebbe visto tutto. Siamo stati persino costretti a pianificare le nostre pause bagno! Sembra intrigante, ma in realtà è stato l'esatto contrario".
Per i Cadetti, la fisicità delle tute ha giocato un ruolo cruciale, aiutandoli ad interpretare in modo convincente le varie scene. Racconta Meaden: "Quando ho indossato per la prima volta la tuta, tutto ha improvvisamente funzionato a meraviglia. Sapevo come dovevo muovermi, quale aspetto avrei dovuto avere, cosa sarebbe dovuto accadere. La coordinazione dei movimenti era complessa, ma non c'era dubbio che standotene lì a testa alta … ti sentivi l'eroe di cui il mondo aveva bisogno".
Aggiunge Brar: "Ti dava quella scarica adrenalinica dello 'stiamo andando in guerra'. "I cinque minuti necessari per infilarti la tuta, con tre persone che ti aiutano, ti aiutavano ad entrare nella parte e a convincerti che 'tutto ciò stava davvero accadendo. Che era tutto reale'".
Adams racconta la sua personale interpretazione della cosa: "Da bambino interpretavo i supereroi nei videogiochi, ma era comunque un'interpretazione a distanza. Adesso indossavo veramente la tuta, andavo a combattere i mostri, e questo mi ha aiutato incredibilmente nella recitazione. Ciò che accadeva all'esterno influenzava quello che accadeva dentro di me, e la tuta ha fatto la differenza. Era molto stretta e sentivo le placche protettive sul petto e sulle braccia. Si stava avverando uno dei miei sogni di bambino".

Allenamento fisico:
Prepararsi alla battaglia

Far raggiungere agli attori la perfetta forma fisica era assolutamente essenziale poiché i loro personaggi dovevano combattere contro i Kaiju. Durante la pre-produzione e la produzione, l'istruttrice australiana esperta di fitness NAOMI TURVEY è stata incaricata di creare una serie di routine di fitness rigorose e differenziate per Boyega, la Spaeny, Eastwood e gli altri attori che interpretavano i Cadetti. Ha lavorato con loro per riplasmare i loro fisici puntando ad un aumento della massa muscolare magra e mantenendo basso il livello di grasso corporeo, grazie ad una combinazione di esercizi aerobici intervallati da altri di vario tipo e molto intensi, e ad un regime dietetico personalizzato e piuttosto rigido.
La Turvey racconta dei suoi giovani 'cadetti': "Hanno fatto un ottimo lavoro. Erano diligenti e si sono allenati con costanza sei giorni alla settimana, concentrandosi anche sui dettagli, come bere molti liquidi e dormire a sufficienza. Si sono allenati così intensamente che, come massaggiatrice sportiva, sono riuscita a completare il nostro lavoro con i massaggi per evitar loro il più possibile il dolore del post allenamento. Abbiamo raggiunto ottimi risultati; sono orgogliosa di loro e alla fine il loro aspetto era fantastico".
Molte scene erano puramente d'azione e richiedevano una coreografia complessa. "All'interno del programma di allenamento di ogni individuo, abbiamo incorporato questi movimenti in modo che alla fine divenissero per loro automatici", continua Turvey. "Con John e Scott abbiamo fatto un sacco di lavoro sul tapis roulant, così come sul ring, così da sviluppare una discreta resistenza che li avrebbe sostenuti nel corso delle numerose riprese".
Delle scene violente, Boyega dice: "Questo film è stato per me il massimo dell'azione fino ad ora. E 'stato magnifico e impegnativo. Non volevo recitare col fiatone, e con Scott recitiamo un paio di scene in cui parliamo a lungo mentre corriamo, quindi l'allenamento ha giocato un ruolo importante nella nostra preparazione. All'inizio mi veniva la pelle d'oca e sentivo scariche di adrenalina. Ma quando completavamo le riprese di una scena d'azione ed era venuta bene, quando tutti agivano in sincrono ed ottenevamo i risultati sperati, la sensazione che provavamo era magnifica".
La Spaeny ha seguito per tre mesi un regime di parkour, corsa, boxe e un regime alimentare studiato apposta per lei, prima di andare in Australia e continuare l'allenamento con la Turvey. Le scene d'azione con i tanti stunt sono stati per lei una sfida, e nonostante le paure e le esitazioni, non si è affatto tirata indietro, dando il cento per cento di se nell'interpretazione del suo ruolo. "A volte una scena richiedeva di arrampicarsi su una zona del set alta come un palazzo, poi saltare giù e rotolare via, ed ero terrorizzata. La squadra degli stunt mi chiedeva 'Hai paura? Soffri di vertigini?' E io rispondevo 'Sì!'. Così mi offrivano una controfigura, ma io mi dicevo 'No, devo farcela. Devo!' e così si trasformava in una sfida emozionante".

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