Poster Ready Player One

Ready Player One (2018)

Ready Player One
Locandina Ready Player One
Ready Player One è un film del 2018 prodotto in USA, di genere Azione e Sci-Fi diretto da Steven Spielberg. Il film dura circa 139 minuti. Il cast include T.J. Miller, Olivia Cooke, Hannah John-Kamen, Vin Diesel, Tye Sheridan, Simon Pegg, Ben Mendelsohn, Mark Rylance, Ralph Ineson, Lena Waithe. In Italia, esce al cinema mercoledì 28 Marzo 2018 distribuito da Warner Bros. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 12 Settembre 2018, in Digitale da mercoledì 11 Luglio 2018. Al Box Office italiano ha incassato circa 4831537 euro.

In un mondo sull'orlo del collasso un giocatore di talento si piazza al primo posto nella sfida per il controllo di un universo virtuale.

Nel 2045, il mondo reale è un luogo impervio e ostile. Gli unici momenti in cui Wade Watts (Tye Sheridan) si sente veramente vivo è quando si immerge in OASIS, un intero universo virtuale dove evade la maggior parte dell’umanità per trascorre le proprie giornate. In OASIS, si può andare ovunque, fare qualsiasi cosa, essere chiunque – gli unici limiti sono la propria immaginazione. OASIS è stato creato dal brillante ed eccentrico James Halliday (Mark Rylance), che alla sua morte lascia la sua immensa fortuna e il controllo totale di Oasis al vincitore di una competizione in tre round che aveva progettato per trovare un degno erede. Quando Wade vince la prima sfida di una caccia al tesoro che va oltre la realtà, insieme ai suoi amici – chiamati gli Altissimi Cinque – verranno catapultati in un universo fantastico fatto di scoperte e pericoli per salvare OASIS e il loro mondo.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 28 Marzo 2018
Uscita in Italia: 28/03/2018
Data di Uscita USA: venerdì 30 Marzo 2018
Prima Uscita: 30/03/2018 (USA)
Genere: Azione, Sci-Fi, Thriller
Nazione: USA - 2018
Durata: 139 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: Warner Bros
Box Office: USA: 135.292.094 dollari | Italia: 4.831.537 euro
Classificazioni per età: ITA: 13+
In HomeVideo: in Digitale da mercoledì 11 Luglio 2018 e in DVD da mercoledì 12 Settembre 2018 [scopri DVD e Blu-ray]

Recensioni redazione

Ready Player One, la recensione
Ready Player One, la recensione
Giorgia Tropiano, voto 8/10
Ready Player One è un luna park fatto a film, una delizia per gli occhi e per l'animo di tutti i figli degli anni Ottanta, con uno spirito nerd. E' un film divertente e visivamente spettacolare. Da vedere.

Immagini

[Schermo Intero]

LA PRODUZIONE

La gente viene su OASIS per tutto quello che si può fare.
Ma ci rimane per tutto quello che si può essere.

DAL LIBRO AL GRANDE SCHERMO

Poco più di 30 anni fa, sembrava quasi inconcepibile che si potesse accedere a un computer, creare un proprio profilo – vero o falso – e connettersi con le persone di qualsiasi parte del mondo in tempo reale. E se fra 30 anni potessimo accedere con un avatar personale – vero o falso – e interagire con le persone in un intero universo virtuale? Prendiamo in considerazione le possibilità … e i pericoli.

Questa è la premessa basilare del bestseller di Ernest Cline, Ready Player One, che ha catturato l’immaginazione di uno dei cineasti più apprezzati e di successo di tutti i tempi: Steven Spielberg. “È un’enorme avventura tentacolare che collega due mondi completamente diversi”, dice. “Penso che Ernest Cline sia un visionario che ha descritto un futuro che in realtà non è così lontano dalla direzione che stiamo prendendo con l’evoluzione della realtà virtuale”.

L’autore considera Spielberg una delle sue più grandi fonti d’ispirazione nella creazione del suo primo romanzo. “È difficile quantificare l’effetto profondo che ha avuto il lavoro di Steven Spielberg sulla mia vita e sui miei interessi; non avrei mai potuto scrivere Ready Player One se non fossi cresciuto nutrendomi dei suoi film. Proprio come chi è cresciuto con la passione per il cinema negli anni ’70 e ’80, il suo lavoro è intessuto nella trama della mia vita. Gran parte di esso ha finito per direzionare la storia e il modo in cui ho scelto di scriverlo, e la prova di ciò è evidente in tutto il libro”.

“Ready Player One” è ambientato nel 2045, quando le persone hanno la possibilità di entrare in un universo digitale chiamato OASIS, dove si può andare ovunque, fare qualsiasi cosa, essere chiunque o qualunque cosa tu scelga di essere. Mentre la popolazione è assediata da disoccupazione, povertà, sovraffollamento e totale disperazione, “è il momento giusto per rifugiarsi in un mondo virtuale in cui è possibile vivere straordinariamente attraverso il proprio avatar”, afferma Spielberg. “Tutto ciò di cui si ha bisogno è l’immaginazione, e questa porterà molto lontano in OASIS. Ma quando si fugge dalla realtà, in qualche modo si perde ogni contatto umano reale. Quindi, la storia è appassionante, ma svolge anche un’analisi sociale”.

La produttrice Kristie Macosko Krieger, che lavora al fianco di Spielberg da più di un ventennio, aggiunge: “La particolarità di questo film è che, in mezzo a tutta l’azione, mette in evidenza alcuni temi interessanti: sia attuali che intramontabili. È una storia di formazione che celebra i legami dell’amicizia, la scoperta del primo amore e l’accettazione, sia di sé stessi che degli altri. È un film di fantascienza epico con un’anima, che è la quintessenza dello stile di Spielberg”.

Cline rivela che la sua ispirazione per la storia proviene da alcune delle pietre miliari della sua giovinezza. “L’idea iniziale è venuta dal gioco Atari Adventure, che è stato il primo videogioco ad avere un Easter Egg – il suo designer, Warren Robinett, aveva creato una stanza segreta nel gioco che al suo interno mostrava il suo nome. E’stata la prima volta che ho trovato qualcosa in un mondo virtuale, nascosto dal creatore di quel mondo. È stata un’esperienza profonda che mi è rimasta impressa. Ero anche un grande fan delle opere di Roald Dahl, specialmente dei libri di Willy Wonka, e un giorno mi è venuta un’idea: e se Willy Wonka fosse stato un designer di videogiochi invece di un produttore di dolci? Ho iniziato a pensare a tutti gli enigmi e i rompicapi che questo eccentrico miliardario avrebbe potuto lasciare per trovare un degno successore, e ho capito che avrebbe funzionato”.

L’eccentrico miliardario di Cline è diventato il personaggio di James Halliday, il solitario co-creatore di OASIS, interpretato da Mark Rylance. “L’intero mondo vive dentro il suo sogno – il sogno da cui ha costruito un mondo intero”, dice Spielberg. “Ma alla sua morte non lascia eredi, così ha progettato un concorso: il primo che vincerà tre sfide, ognuna premiata con una chiave, e che deve poi trovare un Easter Egg nascosto da qualche parte all’interno di OASIS, erediterà tutto”.

In vita, Halliday ha dato alle persone una via di fuga dalla realtà. Con la sua morte, ha dato loro un futuro in cui sperare: un gioco all’interno di un gioco, che ha come premio finale la sua vasta fortuna e la piena proprietà di OASIS.

Spielberg osserva: “Come si può immaginare, tutti vanno alla ricerca dell’Easter Egg di Halliday, incluso il nostro improbabile giovane eroe, Wade Watts”.

La vittoria sarebbe la svolta definitiva, e Wade dedica ogni ora di veglia a decifrare gli indizi, e a prendere, come dice il suo grido di battaglia: “prima la chiave, poi l’Esater Egg”. Tuttavia, la ricerca diventa molto più di una caccia al tesoro, non appena lui e i suoi amici, chiamati collettivamente gli Altissimi Cinque, vengono a scoprire che c’è qualcosa di più importante della ricompensa in gioco.

Tye Sheridan, che interpreta Wade Watts, afferma: “Questa gigantesca società, la Innovative Online Industries, o IOI, vuole conquistare OASIS, e detiene il controllo totale su tutto. I nostri cinque personaggi, chiamati ‘gunter’, ossia egg hunter, sono gli sfavoriti, e si tende a fare il tifo per loro perché mossi da una giusta causa. Vogliono vincere la gara per salvare OASIS”.

Il fermento che ha avvolto il libro Ready Player One era già ad alti livelli quando venne pubblicato per la prima volta nell’agosto del 2011. Non solo si è dimostrato all’altezza delle aspettative, ma le ha superate in modo spettacolare. Un successo inarrestabile, il Best Seller n. 1 del New York Times, che è stato pubblicato in oltre 50 Paesi. Tuttavia, ben prima della sua uscita, era già in progetto un film.

Il produttore Donald De Line ricorda: “Ho letto il libro più di un anno prima che fosse pubblicato, e l’ho trovato fantastico. Credo che la storia abbia affascinato tante persone per motivi diversi: tutti possono trovare qualcosa in questo mondo con il quale connettersi. Non bisogna essere necessariamente un amante dei videogiochi perché ci si può tranquillamente relazionare agli aspetti umani e al cammino che Wade Watts deve percorrere per diventare l’eroe della storia. E poi ci sono un’avventura incredibile e dei riferimenti alla cultura popolare”.

Quasi tutti questi riferimenti evocano lo spirito del decennio a cui Cline si sente molto legato: gli anni ’80. Spiega: “Halliday ha costruito il suo gioco attorno alle cose che amava, e questo mi ha emozionato perché ho capito che le sue passioni potevano rispecchiare le mie. Per me, gli anni ’80 sono stati il periodo più formativo della mia vita, in quanto si è trattato del decennio che ho vissuto da adolescente. Sempre allora ho avuto la mia prima console per videogiochi e il mio primo computer di casa. Ed era l’alba dell’era di Internet”.

“Mi sono posto il problema se il libro si sarebbe rivolto solo a persone della mia età, i nostalgici degli anni ’80”, continua Cline. “Ma invece non è stato così, perché parla del modo in cui oggi viviamo le nostre vite. Molti di noi hanno un’identità reale e un’identità virtuale, sottoforma dei profili sui social media. E, non diversamente dagli avatar della storia, si possono modificare in base a come si vuole apparire agli altri”.

Il produttore Dan Farah, collega di lunga data di Cline nonché la prima persona a cui ha affidato il suo libro, aggiunge: “Ho avuto la fortuna di condividere con Ernie la prima stesura del suo libro. Fin dall’inizio, ho notato quanto fosse culturalmente rilevante la storia. E col passare del tempo, siamo sempre più disconnessi dalle interazioni personali del mondo reale: scriviamo messaggi di testo, pubblichiamo, ci teniamo in contatto e siamo coinvolti nelle vite degli altri attraverso i social media. Ready Player One dipinge l’immagine della società in cui ci ritroveremo se continuiamo su questa strada. È finzione, eppure non sembra così inverosimile. Descrive come potrebbe essere il nostro futuro”.

Lo sceneggiatore Zak Penn rivela che, per coincidenza, aveva già familiarizzato con Cline attraverso un altro progetto legato al gioco. Penn afferma: “Stavo lavorando su un documentario che trattava il declino di Atari, e una delle persone a cui mi è stato chiesto di avvicinarmi è proprio Ernie Cline, così ci siamo incontrati e abbiamo stretto amicizia ancor prima di usare carta e penna, come si suol dire”.

Cline aggiunge: “Quando Zak è entrato a far parte di questo progetto, ha scritto una sceneggiatura sorprendente che ha catturato lo spirito del mio romanzo e ha dato un taglio cinematografico alla storia. È stato anche così onesto da consultarmi su tutti i cambiamenti che ha apportato. E’stata la sua bozza ad attrarre Steven a leggere il mio romanzo. È stato un processo meraviglioso, e sono molto grato a Zak per l’enorme ruolo che ha svolto nel portare Ready Player One sul grande schermo”.

Con una bozza della sceneggiatura in mano, era giunto il momento di mettere qualcuno al timone. De Line dice: “Sapevamo che avevamo bisogno di un narratore geniale, visivamente e narrativamente, e di un regista che avesse confidenza con la tecnologia – tutte cose che ovviamente qualificano Steven Spielberg. Certo, lui è sempre in cima alla lista, ma, di fatto, quante sono le probabilità di raggiungerlo? Ma è bello avere un sogno”, sorride, “così mi son detto: ‘Dai, sottoponiamola a Spielberg’. L’ha letta subito e l’ ha molto apprezzata”.

Spielberg conferma: “Mi hanno mandato il libro, oltre alla sceneggiatura, che ho letto per prima. Sono rimasto completamente affascinato dall’idea di questa contrapposizione di due mondi. Poi ho letto il libro, che mi ha davvero sconvolto perché era così profondo e così stratificato. Era esoterico; faceva paura; era accessibile … mi ha conquistato! “.

Sia Cline che Farah condividono il fatto che avere Spielberg come regista è stato, come hanno entrambi affermato, “un sogno che si avvera”. Farah aggiunge: “Quando sei su un set con Steven, hai la sensazione di una nostalgia preventiva, perché già sai che ricorderai e vorresti rivivere quei momenti per il resto della tua vita”.

Cline aggiunge: “Persino ora, mi sembra surreale … Sono ancora stupefatto”.

È un sentimento condiviso dal cast. Lena Waithe, che interpreta la migliore amica di Wade, Aech, afferma: “Steven Spielberg ha letteralmente definito il cinema per le persone della mia generazione, e ha cambiato la nostra cultura. Penso che se qualcuno dovesse mettere tutti i suoi film in una capsula del tempo, nel complesso darebbero un senso di come il nostro mondo sia evoluto e cresciuto. Quindi far parte della sua eredità è stato di grande importanza per me e per tutti noi”.

Nel portare il romanzo sullo schermo, era essenziale per i cineasti essere rispettosi del materiale d’origine, così come dei suoi numerosi fan. “Ma”, riconosce Spielberg, “ogni libro deve subire un processo di adattamento quando si passa da un’opera letteraria ad un progetto cinematografico. Penso in definitiva che abbiamo colto gli elementi giusti per raccontare una storia davvero meravigliosa”.

“Abbiamo dovuto amalgamare parecchie cose e apportare dei cambiamenti per il film, ma il cuore della mia storia originale è rimasto”, assicura Cline. “Quando i fan del libro me lo chiedono, dico loro di non preoccuparsi, e che non mi preoccupo io stesso dal giorno in cui Steven Spielberg ha apposto la propria firma per realizzare il film”.

Uno dei cambiamenti riguardava il regista stesso. Spiega: “Nel libro c’erano molti riferimenti ai miei film come regista e produttore degli anni ’80, ma non volevo che il film mostrasse lo specchio di me stesso. Abbiamo lasciato giusto un paio di riferimenti, ma sono soprattutto le impronte culturali che altri registi, artisti, stilisti e musicisti di quell’epoca hanno segnato”.

Anche se ambientato a Columbus, nell’Ohio, “Ready Player One” è stato girato in Inghilterra, e la maggior parte delle riprese principali sono state realizzate presso i Warner Bros. Studios di Leavesden.

La produzione ha superato ogni limite della tecnologia cinematografica, con la collaborazione di Spielberg con i maghi degli effetti visivi della ILM e Digital Domain, tra gli altri, per portare il pubblico nel fantastico mondo di OASIS. Per accentuare ulteriormente il forte contrasto tra OASIS e la cruda realtà del mondo reale, Spielberg ha girato le scene di quest’ultimo, mentre quelle dell’universo virtuale sono state riprodotte in digitale.

“I livelli che dovevamo raggiungere per portare OASIS sul grande schermo sono stati una delle cose più complicate che abbia mai fatto”, afferma il veterano cineasta. “C’erano motion capture, live action, animazione al computer … Sembrava davvero la realizzazione di quattro film in contemporanea”.

Spielberg ha persino utilizzato degli strumenti della realtà virtuale di oggi per dirigere le riprese della realtà virtuale futuristica di OASIS. Macosko Krieger specifica: “Usando gli occhiali VR, è potuto effettivamente entrare nei set digitali, ottenere una visione a 360 gradi degli ambienti, e capire le angolazioni della telecamera nelle riprese. È stata un’esperienza nuova per tutti noi, e ha dato il via a molte opportunità per Steven. Ma era comunque un processo complicato, quindi ero molto contento che questo film fosse nelle sue mani”.

Nonostante i progressi, Spielberg sottolinea: “Non faccio mai film per amore della tecnologia; la utilizzo solo per raccontare meglio una storia. La tecnologia agevola la realizzazione di questo tipo di film, ma poi dovrebbe passare in secondo piano per lasciare spazio alla storia ed ai personaggi”.

IL CAST

Gli Altissimi Cinque
A prima vista, Wade Watts non sembrerebbe rappresentare il tipico eroe. Spielberg dice: “Ogni film che ho prodotto o diretto negli anni ’80 ha avuto dei perdenti come eroi, e Wade è certamente un perdente. È un giovane intelligente, ma in qualche modo emarginato, che vive una situazione piuttosto infelice della sua vita: i suoi genitori sono morti e vive con sua zia e il suo attuale compagno in un fatiscente parcheggio per roulotte a Columbus, nell’Ohio, chiamato Stacks. La sua unica soddisfazione personale è la vittoria della gara indetta da Halliday in OASIS”.

Tye Sheridan afferma: “Wade idolatra James Halliday, e ha impiegato molte ore a studiare ogni dettaglio della sua vita, alla ricerca di un qualsiasi indizio che potesse aiutarlo nella ricerca ed essere ‘il primo a trovare l’Egg”.

Wade è l’unico Gunter che si è presentato inizialmente col suo vero nome. Ma una volta entrato in OASIS, Wade rinomina il suo avatar Parzival, un nome ispirato al cavaliere che ha trovato il Santo Graal. Descrivendo il suo duplice ruolo, Sheridan afferma: “Wade e Parzival sono persone molto diverse; Parzival è tutto ciò che non è Wade. Wade è un ragazzo timido e introverso, mentre Parzival è fiducioso, coraggioso, pieno di risorse e molto abile”.

Parzival è anche più social. Infatti, Spielberg commenta: “I suoi unici amici sono in OASIS. Non li ha mai incontrati, se non sottoforma di avatar, e ne è felice. Tutto ciò che conta per lui, esiste su questo piano virtuale”.

L’amico più stretto e nettamente più grande di Parzival, è l’imponente Aech, che Lena Waithe identifica come “metà umano, metà macchina. Ha muscoli enormi, ma è anche molto cool, semplicemente fantastico. Aech è ben noto in OASIS come un meccanico di alto livello in grado di costruire o riparare qualsiasi cosa. È un personaggio fantastico di per sé stessa, ma che allo stesso tempo nasconde qualcosa al suo migliore amico”.

L’utilizzo della Waithe dei pronomi femminili, rivela il segreto del suo personaggio. Spielberg condivide: “Aech risulta essere Helen, una donna afroamericana che, per delle sue ragioni, ha scelto un genere diverso per il suo avatar”.

“Penso che sia perché Helen non vuole che la gente la giudichi o la ritenga incapace basandosi esclusivamente sul suo genere, e questo aveva senso per me”, dice la Waithe. “Da maschio, certe cose non vengono messe in discussione, come il fatto di essere un abile meccanico. C’erano molte sfaccettature in questo ruolo che ho davvero apprezzato. Mi piace il fatto che questo personaggio sia considerato sia un lui che una lei, il che è molto audace e rispecchia il modo in cui viviamo ora. Possiamo scegliere i pronomi con i quali ci identifichiamo”.

“Lena è un’incredibile forza della natura e con la sua performance se l’è cavata alla grande”, afferma Spielberg. “Ha reso Helen uno dei nostri personaggi più amati, la combinazione perfetta di forza, eleganza e divertimento”.

Sebbene Parzival e Aech siano amici, Parzival è fermamente convinto che, quando si tratta del gioco, non “fa gruppo”, preferendo lavorare da solo. Ma tutto cambia quando si trova faccia a faccia con Art3mis, che aprirà la sua mente e il cuore in un modo che non avrebbe mai potuto aspettarsi. Chiamata così in onore della dea greca della caccia, Art3misis è una sorta di leggenda tra i Gunter per il suo stile di gioco.

“Art3mis è dura, impavida e molto determinata, quindi appare piuttosto spietata in questo senso”, dice Olivia Cooke, che interpreta Art3mis e il suo alter ego del mondo reale, Samantha. “Ma le sue motivazioni per competere sono diverse dagli altri Gunter. Conosce per esperienza personale le terribili conseguenze che potrebbero verificarsi se l’IOI assumesse il controllo esclusivo di OASIS, così vuole vincere per un bene più generale”.

A differenza di alcuni umani e dei loro avatar, “Samantha e Art3mis sono essenzialmente la stessa persona, a parte alcune differenze fisiche, di cui una in particolare, che le ha causato alcune insicurezze”, racconta Cooke. “Ma per quanto riguarda personalità, obiettivi e morale … queste sono qualità che Samantha si sforza di mantenere coerenti”.

La prima sfida di Halliday è una corsa senza restrizioni attraverso una virtuale New York, una gara che nessuno ha mai vinto e in cui molti si sono accaniti anche se significa mettere in gioco tutto.
All’inizio della gara, Parzival è sorpreso nel vedere la famosa Art3mis posizionarsi proprio accanto a lui, in sella alla moto di Kaneda di “Akira”, mentre lui è alla guida della DeLorean di “Ritorno al futuro”. Osserva Cooke: “Parzival in un certo senso la idolatrava da lontano, mentre Art3mis si accorge a malapena di lui durante la gara. Ed è così che inizia la loro storia tumultuosa. All’inizio, pensa che il ragazzo sia semplicemente una brava persona, che vuole vincere il gioco per un suo tornaconto personale. Ma poi scopre che si preoccupa in modo speciale delle persone, e di preservare la visione di Halliday per OASIS, il che la sorprende. Ma malgrado ciò, Art3mis punta sempre il premio…fino a quando Parzival vince la prima sfida, e cominciano le insidie con l’IOI.E’ qui che la vera Samantha capisce che deve uscire allo scoperto ed incontrare Wade”.

Tuttavia, Wade non ha idea di cosa aspettarsi quando Samantha lo saluta con l’incredibile dichiarazione: “Benvenuto nella ribellione, Wade”.

Spielberg osserva: “Uno degli aspetti più affascinanti di questa storia è quello che succede quando questi personaggi – che si conoscono solo come avatar – si incontrano come esseri umani. Quando finalmente si riuniscono nel mondo reale, hanno delle consapevolezze molto interessanti”.

Sheridan aggiunge: Adoro che Ready Player One offra un messaggio così importante sulla consapevolezza del sé. Tutti gli eroi del nostro film sono diversi tipi di persone. Non importano la razza, il genere, l’età o l’aspetto fisico”.

La Cooke è stata scritturata prima di Sheridan, quindi la chimica con la ragazza è stata fondamentale per il suo ruolo. Macosko Krieger ricorda: “Eravamo già sicuri al 99 percento che Tye fosse il nostro Wade, ma avevamo bisogno che si confrontasse con Olivia. Subito dopo averli visti recitare insieme, abbiamo capito che erano perfetti per i ruoli di Wade e Samantha”.

Quando, dopo cinque lunghi anni, Parzival è il primo ed unico nome ad occupare la posizione di leader a OASIS, diventa una celebrità…e un bersaglio. Il potente capo dell’IOI, Nolan Sorrento, considerando Wade una minaccia, alza drasticamente la posta del gioco – riducendola a questione di vita o morte.

Spielberg dice: “Sorrento non vuole che la fortuna di Halliday vada nelle mani di un nuovo arrivato. La vuole per sé stesso, e farà qualsiasi cosa per fermare Wade. E intendo qualsiasi cosa. Ora Wade deve trovare degli alleati per vincere le prossime due sfide per fermare le truppe dell’IOI, chiamati Sixer”.

Nascono così gli Altissimi Cinque formati da: Wade / Parzival, Samantha / Art3mis, Helen / Aech e, completano la squadra, Daito e Sho.

Win Morisaki interpreta Daito, un potente guerriero samurai giapponese che è estremamente abile con una spada e nelle arti marziali. È l’avatar del giovane zen di nome Toshiro. Morisaki ricorda: “Ho fatto un’audizione in Giappone e poi sono venuto a Los Angeles per incontrare Steven. Quando mi hanno detto che ho avuto la parte, non potevo crederci. È il mio primo film internazionale, ed è così eccitante”.

Il nuovo arrivato Philip Zhao ha ottenuto il ruolo di Sho, un tosto combattente ninja, il cui vero nome è Zhou e la cui età è una sorpresa per i suoi amici. Il giovane attore ha vinto il ruolo su centinaia di altri giovani speranzosi, in occasione di un casting aperto, grazie a suo padre che ha inviato un video di lui in azione. Zhao dice: “Sho è un ragazzino di 11 anni che odia essere giudicato per la sua età. Interpreta con ammirazione Daito e cerca di comportarsi come un adulto, così può nascondere la sua vera identità. “Con un coraggio ed una maturità che smentiscono la sua giovinezza, Zhou si guadagna il rispetto dei suoi compagni”.

“Per me, è sempre bello lavorare con attori giovani, quindi ho assemblato un cast divertente: Tye, Olivia, Lena, Win e Philip”, dice Spielberg. “Sono stati in grado di entrare nei loro personaggi e trasformarli in qualcosa che va oltre ciò che è scritto nelle pagine, e questo è sempre ciò che cerco”.

Il Creatore
OASIS – così come il concorso in tre sfide per ereditarlo – è stato concepito dal talentuoso ma eccentrico James Halliday. Poiché aveva fornito alla popolazione una via di fuga dalle loro vite altrimenti senza speranza, Halliday è idolatrato, specialmente dai Gunter. Si vantano di sapere tutto quel che c’è da sapere su Halliday, fino ai particolari più banali. Ironicamente, dopo la sua scomparsa, il famoso ma solitario

multimiliardario ha concesso a chiunque il totale accesso alla sua vita attraverso i suoi diari di vita meticolosamente dettagliati, raccontando ogni evento, ogni predilezione, ogni trionfo e ogni rimpianto. Nascosti da qualche parte all’interno di quegli annali, si possono trovare gli indizi necessari per vincere la partita.

“È bello interpretare un personaggio piuttosto sfuggente”, dice Mark Rylance, che ritrae Halliday, così come il suo avatar da mago, Anorak, che presiede il gioco. Mentre lui è il catalizzatore della storia e la sua presenza è sentita dappertutto, “Halliday si mostra raramente, il che ci ha permesso di non sacrificare le domande e il mistero che gli ruotano attorno”, aggiunge l’attore.

“Ready Player One” segna la terza collaborazione di Rylance con Spielberg, che osserva: “Mark ha portato James Halliday affettuosamente in vita con una certa vulnerabilità e una specie di timidezza da terminale. Ha creato un personaggio che è vicino e caro al mio cuore”.

Rylance afferma di aver ben accolto l’opportunità di collaborare nuovamente con il regista. “Ci si può spingere un po’ oltre e rischiare un po’ di più quando si lavora ripetutamente con qualcuno. Ma la cosa più divertente dello stare sul set con Steven, è quando succede qualcosa di inaspettato – quando una scena sfocia in una particolare direzione o si sviluppa in qualcosa di più spontaneo. Quando ciò accade ne è entusiasta e lo agevola, cosa che è stata davvero notevole in questo film, considerando che anche lui stava sperimentando delle nuove tecnologie”.

OASIS è un’idea di Halliday, ma l’ha sviluppata con il suo migliore amico, Ogden Morrow, nonché suo socio della compagnia Gregarious Games. De Line spiega: “Halliday e Morrow erano entrambi degli uomini brillanti e cari amici. Halliday amava i computer, ma non era portato per i rapporti interpersonali e il lato umano delle cose, il che è interessante perché è una sorta di parallelismo con Wade Watts. Mentre Morrow era molto diverso da lui”.

Nel ruolo di Ogden Morrow, Simon Pegg osserva: “Halliday era la forza creativa trainante dietro OASIS, ma è stato Ogden Morrow ad aver contribuito a renderlo realtà e divulgare la sua idea alle masse. La loro amicizia è durata molti anni, fin quando non sono sorte delle complicazioni. È stato bello interpretare un personaggio del genere”.

Agli albori dei Gregarious Games, quando OASIS era ancora agli inizi, Halliday e Morrow avevano uno stagista entusiasta, la cui responsabilità principale era prendere accuratamente l’ordine del caffé. Il suo nome? Nolan Sorrento.

IOI

Nolan Sorrento ha fatto molta strada dai tempi di tuttofare presso i Gregarious Games. Ben Mendelsohn, che interpreta il ruolo, afferma: “Nolan inizialmente era un perdente, ma è stato in grado di diventare il capo della seconda azienda più grande al mondo, la Innovative Online Industries. Controllano tutto l’hardware e gli strumenti necessari per giocare in OASIS. In altre parole: “Ti servono visiere, abiti aptici, guanti o altro? Bene. Vieni da noi”.

Tuttavia, nonostante abbia accumulato un’enorme ricchezza e potere, il machiavellico Sorrento non si accontenta di essere il numero due, e possedere OASIS lo renderebbe inarrestabile. Farà tutto il necessario per vincere il concorso di Halliday – non che si stia impegnando molto in prima persona. “Sorrento ha risorse enormi, quindi cosa significano per lui tutti i piccoli giocatori coinvolti? Può comprarne migliaia e inviarli all’OASIS per trovare al suo posto le tre fatidiche chiavi”, dice Mendelsohn.

I servitori di Sorrento sono chiamati Sixer perché riconoscibili solo da numeri di matricola, senza nomi. Per dotare i Sixer di informazioni, ha creato un nuovo dipartimento, la Divisione di Oologia: una squadra di giovani uomini e donne brillanti che passano tutto il giorno, tutti i giorni, a cercare di decodificare i segreti di Halliday.

Ma i veri Gunter, come gli Altissimi Cinque, non sono in vendita. Cline dice “Wade e gli altri Gunter sanno che se l’IOI ottenesse il controllo di OASIS, l’intera natura del luogo cambierebbe, quindi l’idea di essere presa da un conglomerato che lo monetizzerebbe e porterebbe via la loro libertà, li terrorizza. E Nolan, come una specie di drone aziendale senz’anima, personifica tutto ciò di cui hanno paura. Per lui, contano solo i soldi e il controllo, non ama OASIS come dovrebbe essere”.

Prima di scegliere Mendelsohn per “Ready Player One”, Spielberg era già un suo fan. E afferma: “Ho visto Ben per la prima volta nella serie TV “Bloodline”, di cui andavo matto.

Mi sono detto: ‘Non so quando o in che cosa, ma ho intenzione di lavorare con lui’. Ben è un attore molto eclettico e versatile. Può fare qualsiasi cosa, e interpretare chiunque”.

L’ammirazione è reciproca. “Se hai familiarità con i canoni di Steven, e poi sperimenti il suo modo di lavorare, si evince il suo senso di cinematografia viscerale – il trasporto, i picchi emotivi, le pulsazioni della storia…”, osserva Mendelsohn. “Nell’arena della cinematografia, è il governatore. Non c’è nessuno che possiede le sue doti. Nessuno”.

Anche con i suoi Sixer e Oologisti che fanno gli straordinari, Sorrento non ha alcuna possibilità di battere Wade. Ha impiegato due operatori inesorabili, ciascuno operante su un piano diverso. Il cacciatore di taglie noto come i-R0k, interpretato da T.J. Miller, insegue Parzival in OASIS. Non ci sono dubbi sulla pericolosità del personaggio, dato che è completamente corazzato, tranne sul torso, la cui totalità raffigura il volto minaccioso di un teschio aperto con enormi zanne. Nel frattempo, il capo della sicurezza dell’IOI, F ‘Nale Zandor, è sulle tracce di Wade Watts nel mondo terrestre.

Hannah John-Kamen, che interpreta F’Nale, dice: “È una donna in missione. È decisa a impedire a Wade ed ai suoi amici di vincere usando qualsiasi mezzo necessario. F’ Nale in realtà non è nel libro, quindi non l’ho avuto come guida. Ma Steven nel descrivermi il ruolo, ha detto: “È una persona che non vorresti portare a casa per far conoscere a tua madre”, e l’ho seguito alla lettera”, dice sorridendo.

F’Nale e i-R0k sono gli unici personaggi principali che appaiono esclusivamente nel loro ambito. Tutti gli altri passano dalla loro vera identità al loro avatar. E per gli attori, i registi e le squadre addette agli effetti visivi, tutto ciò ha rappresentato una serie di sfide uniche.

CATTURARE LE PRESTAZIONI
Attraverso la magia del motion capture e dell’animazione al computer, gli attori non solo hanno interpretato i loro ruoli nella vita reale, ma sono anche riusciti a dare vita alle loro controparti avatar. Il processo prevedeva un’intensa collaborazione tra Spielberg, il suo cast, lo scenografo Adam Stockhausen, la costumista Kasia Walicka Maimone e le due principali società di effetti speciali, la Industrial Light & Magic (ILM) e il Digital Domain.

Stockhausen e Walicka Maimone, insieme ai supervisori dei VFX Roger Guyett e Grady Cofer, al supervisore all’animazione David Shirk, al supervisore alla scenografia virtuale Alex Jaeger e altri, hanno lavorato a stretto contatto con Spielberg per evolvere ogni aspetto dei personaggi virtuali: da loro aspetto generale e lo stile dei movimenti, alle acconciature, i costumi e le trame digitali uniche che sono visibili sulla pelle dei personaggi.

Cofer afferma: “Lo sviluppo degli avatar è stato piuttosto impegnativo. La ILM è stata coinvolta da subito, lavorando con Adam e Kasia per aiutare a prototipare i design nelle loro evoluzioni. Abbiamo sempre dovuto tenere a mente che questi avatar sono virtuali, ma sono guidati da attori del mondo reale”.

Guyett concorda, notando: “Era molto importante per Steven, e per noi, trasmettere le diverse personalità che il cast ha apportato ai propri personaggi. Conoscendoli sempre meglio e osservando a fondo il loro lavoro, è stato inevitabile intergare alcune loro influenze su delle scelte progettuali che abbiamo fatto”.

“Art3mis è stato un personaggio interessante da affrontare”, dice Shirk, “perché ha degli occhi giganti che catturano immediatamente l’attenzione. Gli danno una qualità quasi da elfo. Parzival era uno dei personaggi più difficili da delineare perché aveva molte sfaccettature. Doveva essere l’uomo comune con cui il pubblico potesse identificarsi; doveva essere l’eroe, ma doveva ancora essere un ragazzino; doveva essere attraente ma non troppo bello …E’ stato un processo molto lungo per cogliere un aspetto che si adattava al ruolo e che piaceva a tutti”.

Il design di Aech rappresentava la più grande disparità tra un umano e il suo alter ego. “Adam Stockhausen ha creato alcuni look davvero affascinanti”, afferma Cofer. “Aech è un meccanico, quindi in parte è una macchina con parti idrauliche, che è stato un punto di partenza creativo per quel personaggio. Da vicino, la sua pelle assomiglia a quella ruvida di un rinoceronte, ed inoltre presenta alcuni disegni a forma di manta sulla sua testa. Sono queste le scelte visive che Helen ha fatto per presentarsi in un certo modo in OASIS. È un personaggio davvero speciale”.

Il Digital Domain, guidato dal supervisore della produzione virtuale e produttore Gary Roberts, è stato il responsabile degli elementi del motion capture e delle riprese con i visori della realtà virtuale, che sono stati utilizzati in un teatro di posa quasi vuoto, chiamato ‘volume’ – con essenzialmente una tela bianca, una griglia disegnata sul pavimento, e gli elementi e oggetti scenici più essenziali. Tutto il resto, dagli avatar ai loro ambienti, alla fine è stato completamente creato dal team della ILM.

I giovani membri del cast che interpretano gli Altissimi Cinque – tutti alla prima esperienza nell’ambito del motion capture – erano d’accordo sul fatto che il processo fosse impegnativo, ma particolarmente gratificante.

Olivia Cooke afferma: “È un buon banco di prova per un attore, perché sei costretto a vivere completamente nella tua immaginazione. Non puoi affidarti a qualcosa di esterno per entrare nel tuo ruolo o nel tuo ambiente, perché non hai nulla a disposizione. La parte migliore è stata che, essendo immersi in qualcosa di nuovo ed estraneo per tutti noi, ci siamo molto uniti. Non c’erano altre vie d’uscita: eravamo tutti sullo stesso piano”.

“Il motion capture puoi solo impararlo facendolo”, aggiunge Lena Waithe. “Ci vuole un attimo a capire come funziona ed eseguirlo, e devo ammettere di essermi davvero divertita. Indossi delle tute intere con dei piccoli marcatori sparsi ovunque, e una specie di casco con una maschera sul viso. All’inizio può sembrare un po’ scoraggiante, ma la cosa bella è che mi sentivo come se potessi fare qualsiasi cosa. Si avverte un senso di libertà col motion capture, che ho iniziato ad apprezzare e ad amare davvero”.

Gli attori erano particolarmente entusiasti della guida del loro regista. Tye Sheridan dice: “Steven è sempre stato molto presente e chiaro riguardo alla sua visione. Per noi è stato molto utile stare sulla sua stessa lunghezza d’onda e sapere esattamente cosa voleva. L’intera esperienza è stata incredibile; ho imparato tanto”.

Sebbene avesse già utilizzato le tecniche del motion capture su “Le Avventure di Tin Tin – il segreto dell’Unicorno” e “Il GGG – il grande gigante gentile”, Spielberg stava entrando in un territorio inesplorato con “Ready Player One”, utilizzando una tecnologia VR all’avanguardia come strumento per la direzione di un ambiente virtuale. Indossando una cuffia VR, poteva osservare un set interamente digitale, bloccare gli attori come i loro avatar, e pianificare le sue riprese.

Egli precisa: “Ogni singolo set in OASIS è virtuale, quindi hanno creato un avatar per me che mi ha permesso di camminare attraverso lo spazio e vedere il set attuale. Una volta capito come avrei dovuto girare ogni sequenza, ho chiesto agli attori di indossare le visiere in modo che potessero avere un’idea di come fosse il loro ambiente. Altrimenti si girava in una grande stanza bianca piena di macchine da presa digitali che ti riprendevano dall’alto in basso. È difficile per qualsiasi attore o regista muoversi su un set vuoto e provare a immaginare cosa ci sia. Con le visiere, non dovevamo immaginare. Tutto quello che dovevamo fare era ricordare com’era quando eravamo nel ‘volume’ del motion capture”.

Spielberg ha anche utilizzato un sistema di telecamere virtuali personalizzato sviluppato appositamente per lui dal supervisore alla produzione del motion capture Clint Spillers, che aveva lavorato con il regista su entrambi i suoi precedenti film in mocap. Avendo preso nota delle simpatie e delle antipatie di Spielberg su quei progetti, Spillers si è consultato con l’ingegnere robotico Jim Kundig del Digital Domain per sviluppare e fabbricare una fotocamera palmare virtuale più leggera ed ergonomica, completa di un piccolo schermo per monitorare il rendering del motore di gioco in tempo reale. “Steven poteva gestire gli obiettivi rapidamente, o regolare la sua prospettiva con la semplice pressione di un pulsante. È la macchina da presa più intelligente mai progettata”, dice Spillers con un sorriso.

Una volta che Spielberg otteneva la performance che desiderava, si recava nella tenda V-Cam, dove, osservando la scena su più schermi, poteva inquadrare la sua scena e ottenere tutta la panoramica della macchina da presa che, su un tipico set cinematografico, avrebbe richiesto più riprese.

Tutti i dati del motion capture e le riprese della visiera virtuale sono stati consegnati alla ILM per l’animazione finale e il rendering di ciascun personaggio. Il sistema di Facial Capture premiato con l’Oscar della ILM è stato utilizzato per replicare ogni dettaglio delle performance degli attori. Cofer dice: “Per tutti i rendering e gli effetti all’avanguardia che stavamo apportando a questo film, se Steven non si fosse collegato emotivamente con il personaggio sullo schermo, per lui non avrebbe affatto funzionato. Quindi per noi è stato un grande barometro, mantenere l’integrità delle prestazioni originali. Non eravamo interessati a ridisegnare ciò che facevano gli attori; volevamo trasferirne l’essenza nei loro avatar”.

Per popolare OASIS, specialmente durante la sequenza della battaglia climatica, la ILM ha sviluppato un sistema di riproduzione di massa all’avanguardia, con il quale hanno avuto l’opportunità di generare migliaia di personaggi digitali.

UN MONDO DI PURA IMMAGINAZIONE
La ILM era anche responsabile della realizzazione dell’intero universo virtuale di OASIS, come progettato da Adam Stockhausen. Che afferma: “I principali interrogativi sulla progettazione di OASIS sono

nate dal fatto che tutto è iniziato su un foglio di carta bianco. È assolutamente fuori dall’immaginario, quindi che cos’è? Come volevamo che fosse? Come potevamo creare uno spazio che si adatta alla storia e ai personaggi, che sembri veritiero anche se non è interamente basato sulla realtà? “.

Tuttavia, Roger Guyett afferma: “Doveva dare la sensazione di un luogo reale e, a tal fine, abbiamo optato per un approccio realistico. Quindi c’è stato un maggiore fotorealismo rispetto a quanto previsto inizialmente”.

L’illuminazione era fondamentale per ottenere quell’effetto. Grady Cofer afferma: “Una delle cose più importanti per Steven è stata quella di illuminare OASIS in modo live-action. Quindi ci siamo rivolti al nostro direttore della fotografia e abbiamo analizzato il fantastico lavoro che lui e Janusz Kaminski hanno fatto nel corso degli anni. Ci siamo molto impegnati per creare scenari di illuminazione cinematografica che mettessero in risalto l’azione o l’emozione delle scene “.

Guyett aggiunge: “Janusz è intervenuto in varie fasi durante il percorso, e ha condiviso il nostro approccio; quindi eravamo entusiasti. Ma più di ogni altra cosa, Steven è stato la forza trainante. È molto sensibile all’illuminazione, al contrasto e al colore … ma d’altronde è un esperto cineasta”.

La prima sfida nella competizione in tre parti di Halliday per il possesso di OASIS, è una corsa sfrenata attraverso una New York virtuale, con una folle serie di pericoli, tra cui alcuni ispirati alla cultura popolare, che spuntando lungo la strada. La sequenza ha rappresentato una sfida diversa ma altrettanto difficile per le squadre addette al design e VFX. “Assomiglia a tratti a New York”, osserva Stockhausen. “Ci sono elementi che si collegano come non appaiono nella realtà: il Manhattan Bridge che si connette al Liberty Island con un percorso che gira su sé stesso come un cavatappi simile ad una giostra del luna park. Le strade si muovono e cambiano, e nell’insieme la città sembra un flipper gigantesco”.

“La sequenza della gara è stata molto complicata”, afferma David Shirk. “La complessità degli scatti, i dettagli, il lavoro degli effetti visivi, il montaggio … C’ è voluto un enorme sforzo per portare sullo schermo una sequenza veloce ed eccitante, ma che si poteva comunque seguire. Penso che l’unico inconveniente della sequenza di una gara così veloce, è che il pubblico non potrà notare l’incredibile quantità di dettagli che avevano alcuni veicoli”.

Quando la moto di Art3mis si rompe durante la gara, Parzival la porta nel garage di Aech per ripararla. Per i fan più attenti, l’officina contiene una quantità di Easter Egg, tra cui una serie di veicoli iconici e navi dei più memorabili film di fantascienza. Appare visibile nel garage il personaggio del titolo dell’amatissimo film d’animazione “Il gigante di ferro”.

Parzival e Art3mis si danno il loro primo appuntamento al Distracted Globe, una strabiliante discoteca di OASIS, dove la pista da ballo che sfida la forza di gravità non è affatto un pavimento. Per consentire ai loro personaggi di volare, Sheridan e Cooke sono stati rimossi dalle imbracature durante le riprese sul palco del ‘volume’. Tuttavia, per le più complesse mosse di giravolte e rotazioni, sono stati usati ballerini professionisti e persino un trapezista come controfigure, che erano imbrigliati in modo simile.

Per la sequenza del club, Kasia Walicka Maimone ha vestito Art3mis con un abito rosso, la cui consistenza dice “ricordava una creatura acquatica. Quando la incontriamo per la prima volta, indossa una patinata tuta da pilota, ma il suo look per il club è più femminile. Abbiamo creato un glossario originale per i suoi costumi, influenzato dalla scena punk rock degli anni ’80, e dagli attuali trend metropolitani. Quando hai gli elementi giusti, emergono nuove cose, ed è così che l’aspetto di Art3mis prende vita”.

Per coloro che preferiscono le partite mortali al ballo c’era il Planet Doom, che Stockhausen descrive come “una zona di combattimento di tutti contro uno … una sorta di diverse battaglie in corso per tutti, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7”. È qui che i giocatori più accaniti possono ottenere molti punti e raccogliere artefatti e potenziamenti.

Situato all’interno di OASIS c’è l’intero compendio delle riviste di Halliday, che sono la principale fonte di riferimento sia per i Gunter che per gli oologi dell’IOI. Sono state tutte catalogate in una biblioteca moderna, il cui design si è parzialmente ispirato alla biblioteca di “Breakfast Club”.

La collezione è amministrata da un curatore piuttosto arrogante, sul modello del compianto attore Arthur Treacher, il cui nome è diventato sinonimo del maggiordomo inglese. Le riviste sono presentate in un composito di mondi virtuali e reali che, su richiesta, riproducono i momenti della vita di Halliday in diorami in live action o tridimensionali, all’interno dell’universo digitale.

IL MONDO REALE
I realizzatori hanno utilizzato tecniche diverse per evidenziare una dicotomia visiva tra il meraviglioso regno virtuale e la cruda realtà terrestre. Mentre l’azione si spostava da OASIS al mondo fisico, Spielberg passava dalle riprese digitali a quelle su pellicola, lavorando a stretto contatto con il direttore della fotografia Janusz Kaminski.

Macosko Krieger afferma: “Steven e Janusz hanno voluto dare al mondo reale un aspetto più crudo, e si può notare la differenza tra ciò che è stato girato su pellicola e il patinato OASIS. Quindi Janusz è stato determinante nel definire il tono del mondo reale”.

Inoltre, Stockhausen ha utilizzato il colore, o la sua mancanza, per definire ulteriormente le differenze. Spiega: “OASIS è un’esperienza visiva intensa con una ricca tavolozza di colori, mentre il mondo reale è desaturato e quasi privo di colori vivaci. Molto si è evinto direttamente dal libro”.

Una vivida eccezione sono i graffiti che Stockhausen dice “siano serviti per diversi scopi. I nostri personaggi sono presenti in entrambi i mondi. Pensavamo che i graffiti potessero rappresentare dei cenni di OASIS che ispiravano le persone ad evadere per esprimersi – piuttosto che etichettarsi con i loro nomi, lo fanno con i loro avatar. Questo è diventato un modo sottile per portare i loro avatar nella vita reale. I graffiti sono anche una protesta contro l’IOI, e un simbolo della resistenza”.

“Ready Player One” si apre nel parcheggio di cataste, il fatiscente deposito di roulotte che Wade Watts in modo riluttante chiama ‘casa’. Stockhausen dice che la derivazione del nome è ovvia. “I rimorchi sono stati letteralmente impilati in questa costruzione in stile Jenga. È un ambiente urbano densamente popolato, ma con case prefabbricate anziché appartamenti”.

La squadra di Stockhausen ha costruito una sezione di Stacks sul backlot dei Leavesden. “Abbiamo iniziato acquistando circa 60 case mobili o caravan come vengono chiamate in Inghilterra. Ho lavorato con Stuart Rose, il nostro art director senior, per capire come poterli poi impilare, usando grossi pezzi di acciaio per supportare il tutto, e poi aggiungere strati su strati … E’ stato come giocare al meccano”, dice sorridendo.

“La sfida di costruire il set del parcheggio di cataste è stata quella di non farlo sembrare un centro abitato progettato con cura da un architetto”, continua Stockhausen. “L’idea era che fosse iniziato tutto sul piano e che da lì man mano crescesse, se necessario, in modo completamente casuale. La parte più difficile era assicurarsi che le strutture fossero estremamente sicure malgrado dovessero apparire vacillanti, azzardate e molto pericolose. Quindi abbiamo utilizzato degli stratagemmi, ma è stato divertente da realizzare”.

Sullo schermo, anche se il parcheggio di cataste sembra a perdi occhio, solo una parte del set è stato costruito fisicamente. La squadra del Digital Domain, guidato dal supervisore agli effetti visivi Matthew Butler, ha esteso questo particolare centro abitato all’orizzonte.

La devastante esplosione del parcheggio di cataste è stata attentamente controllata dal team degli effetti speciali, guidato dal supervisore SFX Neil Corbould, che aveva a disposizione una sola ripresa per farla bene. “C’erano 28 cariche, che nel breve periodo di cinque secondi, hanno generato delle fiamme altissime e un sacco di detriti”, dice. “Poi è crollato tutto. Abbiamo effettuato molti test per la sicurezza, e installato un sistema di irrigazione in modo che, alla fine di tutto, abbiamo potuto far scorrere l’acqua”. Il Digital Domain ha poi preso il controllo intensificando digitalmente l’esplosione e il crollo della struttura.

Appena fuori dal parcheggio di cataste c’era una grande torre di macchine abbandonate, assemblata sempre ai Leavesden. “Abbiamo raccolto un gran numero di macchine vecchie e abbiamo iniziato a impilarle fino ad ottenere un risultato soddisfacente”, ricorda Stockhausen, “poi ovviamente abbiamo messo tutto in sicurezza. Abbiamo installato una struttura in acciaio per supportare tutto e garantire che le auto non cadessero su sé stesse o, cosa più importante, su chiunque. Doveva apparire precaria ma, ancora una volta, in realtà non lo era”.

Nascosto nel mezzo di varie cianfrusaglie, Wade ha trasformato un vecchio furgone nel suo rifugio privato, dove custodiva tutti i suoi più importanti beni personali. “Ha tappezzato l’interno di un grande econo-van, rivestendolo con anni di riferimenti culturali dei suoi eroi, James Halliday e Ogden Morrow”, dice Spielberg.

Nel vestire Wade, Walicka Maimone commenta: “Non ha molti soldi, così siamo stati lontani dal glamour. Indossa magliette con disegni che, in teoria, avrebbe potuto realizzare da sé. Le stampe su di loro riflettono la sua ossessione per la gara di Halliday, e anche i suoi vestiti fanno riferimento agli anni ’80”.

Anche James Halliday predilige delle magliette che rispecchiano la cultura pop degli anni ’80, tra cui la band Rush e videogiochi classici, e una giacca blu che, dice Walicka Maimone: “era abbastanza classica da poter esistere anche 30 anni nel futuro. Mark esprime nella sua interpretazione, l’ossessività del personaggio, quindi abbiamo ripetuto gli stessi capi più e più volte nelle diverse performance. È molto ricco, eppure il suo armadio contiene solo cinque cose”, sostiene la costumista ridendo.

Walicka Maimone sottolinea che mentre i suoi costumi mostrano gli echi degli anni ’80, non sono pensati per essere delle copie esatte. “Sappiamo che ogni generazione sviluppa le proprie tendenze. Gli anni ’80 avevano un proprio aspetto specifico, ma ogni volta che riemerge, viene reinventato. La mania degli anni ’80 così come descritta nel libro è potente, ma nonostante tutto, è la versione della generazione di quell’era. Quindi abbiamo fatto molte ricerche su stili combinati tra gli anni ’80 con quello che ho ipotizzato sarà nell’arco di 30 anni, e ricreato una nostra visione della moda”.
Lo stesso è valso per il resto degli Altissimi Cinque che appaiono nel mondo reale, ognuno con un gusto stilistico individuale. “Con Samantha”, dice, “volevamo che il suo costume fosse in netta contrapposizione con Art3mis, quindi l’abbiamo vestita con un grande maglione sopra la sua fantastica maglietta Joy Division e dei jeans strappati. La giacca di Zhou è un riferimento a “Breakfast Club” e le toppe sulla giacca di Helen sono cenni alla musica, ai film, alla televisione e alla cultura popolare in generale. Fa eccezione Toshiro, il cui costume è un approccio futuristico allo sportswear e alle tendenze attuali per le vie del Giappone”.

Il design dell’attrezzatura high-tech necessaria per entrare e navigare in OASIS nasce da quello che Walicka Maimone definisce “il brainstorming di un esercito di persone che hanno partecipato allo sviluppo dei vari pezzi, tra cui [supervisore costumi] Dan Grace, [consulente costumi speciali ] Pierre Bohanna e [ricercatrice] Susan Gilboe. È stato un processo affascinante per provare e progettare un materiale aptico adatto ai prossimi 30 anni. Esistono già dei materiali aptici funzionanti sul mercato, quindi questo è stato il nostro punto di partenza. Il resto è stato un atto di fede”.
Il più grande passo in avanti è stato il design dello X1 Boot Suit deluxe aderente, pubblicizzato come “una seconda pelle in OASIS”. Walicka Maimone attesta: “Fondamentalmente, avevamo bisogno di un materiale inesistente, quindi ci siamo avvalsi del genio del nostro team per trovare la soluzione. Siamo partiti con l’idea di una tuta trasparente, e poi abbiamo aggiunto uno strato sottostante con un modello reticolato di un corpo come appare nel computer. Tutti gli elementi aptici risiedono all’interno di quel livello. Steven Spielberg ha suggerito che lo strato inferiore fosse costituito da pixel, come elementi direttamente collegati alla pelle. Quindi i pixel sono stati l’alloggiamento per la tecnologia tattile e la sovrapposizione della trasparenza per la creazione del completo di Wade. L’abito di Sorrento è stato ispirato dall’estetica dei prodotti di lusso.

“Tutti i costumi”, continua, “sono il risultato di lunghi confronti su come potrebbe essere il futuro prossimo, basato sul libro e sulla ricerca approfondita delle attuali innovazioni tecnologiche e scientifiche, oltre che sulla moda”.

Non di meno, è il capo dell’azienda. Le tute e le attrezzature tecnologiche sono state vendute dalla IOI, il cui edificio domina il panorama di Columbus, Ohio, in netto contrasto con i fatiscenti parcheggi di catasti in lontananza.

Allestiti sui teatri di posa dei Leavesden, gli interni dell’IOI includevano il Loyalty Center, la sala della guerra dei Sixer e l’imponente ufficio di Nolan Sorrento. Il fulcro dell’ufficio di Sorrento è occupato da un enorme trono tecnologico, a forma di semisfera con una varietà di comandi a portata di mano. Dalla comodità della sua sedia può fare molto di più che entrare in OASIS … può portare l’OASIS a lui. Almeno in qualche modo.

In una sequenza cruciale dove convergono il mondo reale e quello virtuale, Sorrento invita Parzival ad un incontro, e poi lo trasporta immediatamente nel suo ufficio sotto forma di ologramma. Il supervisore VFX del Digital Domain, Matthew Butler, spiega: “Quindi appare l’avatar di Wade nel mondo reale. Dovevamo essere coerenti con il design del personaggio della ILM dandogli un aspetto olografico. Abbiamo considerato una serie di ologrammi, e c’era molta aspettativa su come sarebbe apparso. Come esperto di effetti visivi, non miravo ad ottenere un derivato, ma allo stesso tempo era importante che il pubblico riconoscesse di che cosa si trattava. Ottenere qualcosa di speciale era difficile, ma sono comunque molto contento del risultato”.

Così me lo era il regista. “Il Digital Domain ha realizzato uno dei più grandi effetti visivi dell’intero progetto”, afferma Spielberg. “Il lavoro che hanno fatto con l’ologramma è stato fantastico, e il loro impegno è andato anche oltre”.

Il set dell’ufficio di Sorrento era eretto su delle palafitte e aveva una parete di vetro cielo – terra che gli permetteva di sorvegliare la sua enorme sala di guerra, presidiata dalle sue truppe in uniforme, i Sixer. Ognuno indossava una sofisticata armatura individuale, lavorava in turni di 24 ore su 24, 7 giorni su 7, cercando di vincere le sfide e arrivare all’Easter Egg, pur senza trarne profitto.
Le attrezzature dei Sixer sono state progettate da Corbould, che afferma: “Hanno subito delle notevoli evoluzioni dalla progettazione iniziale, e nella realizzazione. Una volta giunti ad un risultato soddisfacente, si è trattato solo di moltiplicarlo per 80 volte”.

Era poi compito del Digital Domain moltiplicare altre centinaia di armature. Butler conferma: “La stanza della guerra esisteva solo come una costruzione parziale, ma si supponeva fosse enorme. Per dargli il giusto scopo, ne abbiamo creato una versione sintetica, ma non si trattava solo di una stanza: bisognava riempirla di persone. Questo è un caso in cui abbiamo utilizzato il motion capture per il mondo reale, al contrario del motion capture per OASIS”.

Il Digital Domain ha gestito tutti gli altri effetti visivi per le scene nel mondo reale, inclusi i droni e il primo piano di Wade nell’istante in cui transitava in OASIS.

Nelle viscere del quartier generale dell’ IOI c’era il Loyalty Center, che consisteva in file interminabili di piccole celle di metallo, ognuna delle quali ospitava una persona con un equipaggiamento IOI che era agganciato alla postazione, in modo da poter espiare il proprio debito svolgendo lavori umili in OASIS. Zak Penn commenta: “Il Loyalty Center è una specie di prigione insidiosa per i debitori. La beffa è che bisognava pagare per l’impianto di perforazione e per l’accesso all’alloggio e tutto il resto, quindi non si poteva mai veramente estinguere il debito. Una volta entrato, nella maggior parte dei casi non se ne esce”.

Oltre ai Leavesden, le riprese si sono svolte anche nella città di Birmingham, in Inghilterra. L’edificio simbolo che un tempo era la fabbrica del tè di Thyphoo è stato riproposto da Stockhausen e la sua squadra come la location della casa dei ribelli. Il Jewellery Quarter nel centro della città ha fatto da sfondo ad un inseguimento automobilistico, che ha coinvolto Sorrento e F’Nale sui mezzi blindati dell’IOI, e gli Altissimi Cinque con Helen alla guida di un furgone postale modificato. Come ha fatto Wade, ha dotato la parte posteriore del veicolo di attrezzature tecnologiche.
Tra le altre location: l’atrio dell’Holland Park School a West London, che è diventato la Divisione Oologi dell’IOI, e il Sun Park, nel Surrey, che rappresenta la sede principale della Gregarious Games. L’esterno dell’IOI è stato ripreso a Londra.

IL LOG OUT
A conclusione delle riprese principali di “Ready Player One”, è iniziato il lungo processo di post-produzione. Mentre le squadre della ILM e del Digital Domain lavoravano da tutto il mondo per completare i complessi effetti visivi richiesti da Spielberg, il regista ha tagliato il film con il suo montatore di lunga data, Michael Kahn, insieme alla montatrice Sarah Broshar.

L’elemento artistico finale è stata la colonna sonora di Alan Silvestri. “Ready Player One” segna la quinta collaborazione tra il compositore e Spielberg come produttore, inclusa la determinante trilogia di “Ritorno al futuro”. Tuttavia, è stata la prima volta che hanno lavorano insieme sotto la direzione di Spielberg.

Dato che John Williams era impegnato a scrivere “The Post” di Spielberg, il regista afferma: “Ricordo di aver pensato: ‘Di tutti i compositori, chi ha la sensibilità degli anni ’80 e possiede il glossario musicale per creare una narrazione musicale dall’inizio alla fine?’ L’unico compositore che conoscevo, oltre a Johnny, che poteva farcela era Alan. Ho avuto la fortuna che avesse una piccola disponibilità, quel tanto che necessitava al nostro film, e la colonna sonora che ha creato è fantastica! “.

Silvestri aggiunge: “Non ero mai stato al fianco di Steven in veste di regista. Fin dalla nostra prima conversazione, mi ha accolto nel progetto ed è stato incredibilmente disponibile! E’ stato spettacolare. Steven ama la musica ed è profondamente consapevole del suo potere: cosa può fare e cosa non può fare”.

“Ci sono alcuni Easter Egg musicali nel film”, rivela Spielberg, “ma la colonna sonora di Alan è completamente originale e inebriante. È legata ad una varietà di temi che evocano sia la trama che i personaggi. Questo è il connubio magico tra musica e film. La sua musica è intrisa di percussioni adrenaliniche adatte a “Ready Player One”.

Il regista conclude: “Volevo che questo film fosse proprio questo tipo di avventura … un film talmente veloce da far volare i capelli all’indietro mentre corri verso il futuro”.

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Ready Player One disponibile in Digitale da mercoledì 11 Luglio 2018 e in DVD da mercoledì 12 Settembre 2018
info: 28/03/2018.

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