Locandina Serenity (di Steven Knight)

Serenity (2019)

Serenity
Locandina Serenity
Serenity è un film del 2019 prodotto in USA, di genere Drammatico e Thriller diretto da Steven Knight. Il film dura circa 106 minuti. Il cast include Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Diane Lane, Jason Clarke, Djimon Hounsou, Jeremy Strong. In Italia, esce al cinema giovedì 18 Luglio 2019 distribuito da Lucky Red. Disponibile in homevideo in Digitale da giovedì 14 Novembre 2019. Al Box Office italiano ha incassato circa 1371212 euro.

Thriller che gira intorno a un triangolo amoroso e una verità nascosta. È la misteriosa storia del capitano Baker Dill, un uomo che si è lasciato alle spalle il passato trasferendosi in una bellissima isola tropicale e iniziando una nuova vita. La sua tranquilla esistenza viene nuovamente sconvolta quando ricompare l’ex moglie, mai dimenticata, con una terribile richiesta d’aiuto: uccidere il suo violento e sadico marito. Il capitano Dill dovrà fare i conti con attrazioni e segreti sepolti e con una verità tutta da scoprire.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 18 Luglio 2019
Uscita in Italia: 18/07/2019
Data di Uscita USA: venerdì 25 Gennaio 2019
Prima Uscita: 25/01/2019 (USA)
Genere: Drammatico, Thriller
Nazione: USA - 2019
Durata: 106 minuti
Formato: Colore
Produzione: Global Road Entertainment, IM Global, Shoebox Films, Starlings Entertainment
Distribuzione: Lucky Red
Box Office: USA: 7.536.031 dollari | Italia: 1.371.212 euro
In HomeVideo: in Digitale da giovedì 14 Novembre 2019

Recensioni redazione

Serenity, recensione del film con Matthew McConaughey
Serenity, recensione del film con Matthew McConaughey
Matilde Capozio, voto 5/10
Un thriller dalle sfumature noir per Matthew McConaughey e Anne Hathaway, con una storia in cui non mancano i colpi di scena che ha diviso critica e pubblico.

Immagini

[Schermo Intero]

LA PRODUZIONE

Il regista e sceneggiatore Steven Knight ha avuto l’idea di Serenity circa tre anni fa, mentre si trovava a bordo di un peschereccio. “Il capitano della barca era un tipo fuori dall’ordinario. I pescatori sono abbastanza ossessionati dal loro lavoro, e così mi è venuta l’idea di un uomo con il pensiero fisso di catturare un pesce particolare e ho cominciato a studiare più a fondo quel tipo e la sua storia, chi fosse e perché si trovasse lì”.

Ad un primo sguardo Serenity può sembrare solamente la storia di un pescatore ossessionato dalla cattura di un pesce, ma Knight in realtà vorrebbe che il pubblico andasse oltre, e che la gente possa vedere il film non solo come un thriller convenzionale ma anche come qualcos’altro. “Sono sempre stato incuriosito, per diversi motivi, dalle brave persone che fanno cose brutte per una buona ragione, come succede in questo film. Mi interessa anche il concetto di scelta e di libero arbitrio, perché è difficile capire se ce li abbiamo davvero. Una volta che fai una scelta è fatta, ma quello che hai deciso sarebbe accaduto comunque o è davvero dipeso da te? Volevo prendere un personaggio e metterlo in una situazione in cui all’inizio è convinto di fare delle scelte ma poi un po’ alla volta comincia a chiedersi se quello che ha deciso di fare in fondo non gli sia stato imposto”

Circa un anno dopo aver avuto questa idea, Knight e il produttore Guy Heeley si sono incontrati per parlare di quale sarebbe stato il loro prossimo film. Heeley ha menzionato un’idea che aveva avuto per un film ambientato al mare in un luogo remoto, per cui Knight ha deciso di approfondire quel primo spunto per Serenity. “Avevo prodotto il film precedente di Steven, Locke, tutto ambientato all’interno di un’auto, e ci era piaciuta la novità introdotta in quel caso, poi lui mi ha parlato della sua idea di un film ambientato al mare”.

Una volta che Knight ha buttato giù una prima stesura della sceneggiatura, ha contattato ‘i soliti sospetti’ perché lo aiutassero a realizzare il progetto. “Si tratta di persone con le quali ho lavorato per altre cose che ho scritto e diretto. Negli ultimi due film che ho diretto le storie si svolgevano quasi tutte al buio o sotto la pioggia, per cui avevo detto loro: ‘prometto che il prossimo film sarà ambientato su una spiaggia’”.

Knight, che ha scritto e diretto Locke, interpretato da Tom Hardy, e Redemption, ed è autore di molte altre sceneggiature, comprese quelle de La promessa dell’assassino, Il sapore del successo, e Allied, sapeva di voler dirigere Serenity. “Alcune cose che scrivo so che le dirigerò io…Alcune idee voglio tenerle per me. E questa era una di quelle volte – volevo davvero farlo io”.

Pur non essendo un noir o un thriller tradizionale, Serenity rende certamente omaggio ai classici del cinema e della letteratura di genere, cosa della quale Knight è pienamente consapevole. “Per quanto riguarda i dialoghi, gli ambienti e le atmosfere, ci sono riferimenti voluti a Ernest Hemingway e a Graham Green. Ci sono anche dei riferimenti ad alcuni classici del cinema degli anni ’40 e ’50”. Quando Knight e il direttore della fotografia Jess Hall hanno discusso per la prima volta di Serenity, Hall ha subito detto che leggendo la sceneggiatura gli era venuto in mente Hemingway. Quando comincia a lavorare ad un film, il tipico approccio di Hall è quello di partire da riferimenti visivi tratti da altri film, distillando poi le ispirazioni che ne trae in qualcosa di personale, ma per Serenity è stato un po’ diverso. “Stranamente la sceneggiatura del film mi è rimasta in mente più di ogni altra, e credo che questo dipenda dal modo unico di scrivere di Steven. È del tutto originale e il mondo al quale dà vita non somiglia a nessun altro. Ho preso come punti di riferimento alcuni film, ma credo di essere stato influenzato di più dalla letteratura, da scrittori come Ernest Hemingway e Graeme Greene. In particolare “Isole nella corrente”, che avevo letto moltissimo tempo fa e che ho riletto mentre ero sull’isola, ha influenzato molto il mio approccio a Serenity“.

Anche il costumista Danny Glickman fa riferimento ai classici del cinema noir parlando dei costumi per il film. “La cosa davvero divertente nel disegnare gli abiti per SERENITY è l’ambivalenza che c’è in tutti i personaggi, nelle loro storie, nei loro mondi e nella comprensione che hanno della loro situazione. Desideravo affrontare questo lavoro partendo sia dalla realtà nella quale i personaggi si trovano che dagli archetipi sui quali si sarebbero modellati personaggi come questi nei film del passato, soprattutto nei classici del noir. Così ho lavorato tenendo presente film come quelli con Humphrey Bogart e Lauren Bacall, e chiedendomi come avrebbero potuto essere rivisitati in una chiave estetica contemporanea”.

Per il personaggio di Dill, Glickman ha tratto ispirazione dal modello cinematografico classico della virilità, a partire da Bogart e Brando. “Si è trattato di giocare con le diverse combinazioni di vulnerabilità e rudezza, mascolinità e sensibilità. Matthew ed io abbiamo lavorato insieme per trovare un risultato apparentemente semplice, ma che, mano a mano che la storia procede, finisce coll’essere il riflesso della vita che sta vivendo”.

Glickman si è divertito molto a disegnare gli abiti per Karen, interpretata da Anne Hathaway. “Quello che mi piace del personaggio di Karen è che pone molti interrogativi ogni volta che appare nel suo stile sempre elegante e preciso. Credo che nel film la domanda più importante sia chi è veramente Karen”. Glickman ha quindi pensato che il pubblico avrebbe potuto cercare una risposta all’enigma di chi sia davvero Karen e di cosa voglia anche attraverso quello che indossa. “Una delle parti più divertenti del mio lavoro è stato immaginare quando poter offrire degli indizi e quando assicurarmi che non ce ne fossero neanche di piccolissimi”.

Lavorare con Jason Clarke è stato per Glickman un piacere unico. “Sa come muoversi in abiti bellissimi ed è stato fantastico collaborare con lui per dar forma al personaggio di Frank. Nel film sentiamo parlare molto di Frank prima che lui appaia sullo schermo, per cui le aspettative del pubblico sono molto alte. Quando finalmente appare si rivela come un vero elegantone.” Frank è sempre inappuntabile e Glickman sapeva quanto fosse essenziale che i suoi costumi aiutassero il pubblico a comprendere il personaggio, il mondo dal quale proviene e il mondo che lui si aspetta sempre di avere intorno.

Duke, interpretato da Djimon Hounsou, rappresenta la parte emotiva e spirituale del film. Per Glickman è stato interessante poter creare gli abiti per un uomo che trasmette sempre la sua umiltà e la sua semplicità, ma anche giocare con i colori, in modo da renderlo uno dei personaggi più vivaci e vibranti di Serenity. “È un importante contrappeso al mondo in qualche modo sbiadito che ho creato per il resto del film. Ci sono un sacco di personaggi con abiti dai colori molto pallidi e volevo che Duke portasse invece abiti dai colori molto saturi”.

Per Glickman trovarsi alle Mauritius è stato un fattore importante per capire quale dovesse essere il look di Plymouth. I personaggi si trovano su un’isola tropicale nel mezzo dell’Oceano Indiano. È stupendo, le acque dell’Oceano sono di un blu cristallino, il tempo è paradisiaco e la spiaggia è di sabbia finissima e bianca. “Gli abitanti di Mauritius sono molto particolari. Sono incredibilmente generosi e tranquilli. Osservare come si vestono, vivere la vita autentica dell’isola, mi ha decisamente aiutato a capire come avrebbe potuto essere la vita a Plymouth. Avevo fatto gran parte dei disegni preparatori a Los Angeles, ma quando sono arrivato qui ho iniziato a incorporare nel progetto l’isola di Mauritius, la mia idea di alcuni comportamenti dei personaggi, a rendere le cose un po’ più rilassate e ad eliminare molti riferimenti alla vita contemporanea. Perché credo che quando sei lì ti accorgi che su un’isola si vive un po’ come in un mondo a parte”.

IL CASTING PER SERENITY

Il casting per Serenity ha avuto inizio circa sei mesi prima dell’avvio delle riprese e il ruolo principale da coprire era, ovviamente, quello di Baker Dill. Per Knight, Matthew McConaughey ha sempre rappresentato l’unica opzione possibile. “Credo che Matthew sia il migliore. Il personaggio di Dill doveva essere abbastanza intenso, originale, quel tipo di personaggio che non si rivela subito per quello che è, un introverso, e ho pensato che Matthew sarebbe stato perfetto”.
Heeley aggiunge che: “Baker Dill è un uomo che ha vissuto molto, è stato nell’esercito e alla fine è approdato su un’isola paradisiaca; era necessario che si capisse che aveva avuto una vita movimentata. Non cerca di nascondersi e di fuggire dal passato, ma certamente vuole proteggere qualcun altro da quello che si porta dentro. L’idea di Matthew ci è sembrata la migliore fin dall’inizio. A Matthew è piaciuta molto la sceneggiatura e così si è detto subito disponibile”.

McConaughey ha capito subito di voler fare questo film. “Mi ricordo di aver scritto a Steven ‘Per favore non fare cambiamenti. Non cambiare una sola parola’”. McConaughey è stato attratto dai diversi livelli presenti nella storia. Apparentemente è solo la storia di un uomo ossessionato dalla cattura di un pesce, ma sotto questa semplice storyline si nasconde il dubbio fondamentale di cosa sia la realtà. “Ho dovuto dare una direzione alla mia volontà, mantenere la rotta fino alla fine. Nel film sono il detective che indaga sulla sua stessa vita per capire cosa sia reale”.

Una volta avuto McConaughey, i produttori si sono poi dedicati alla ricerca degli attori per completare il cast. Anne Hathaway ha amato molto la sceneggiatura e il fatto che avesse già lavorato con McConaughey è stato d’aiuto. “Tra loro c’è una fiducia reciproca, una cosa importante per la parte da interpretare. È un rapporto molto intimo per cui era fondamentale che andassero d’accordo”, afferma Heeley.

La Hathaway era molto emozionata quando ha visto apparire nella sua casella di posta una email con una sceneggiatura scritta da Knight. “Non potevo credere a quello che stavo leggendo. La qualità, non solo dei dialoghi e della trama, ma anche della messa in scena, era altissima”. Alla Hathaway piace il coraggio di Karen, ed è stata attratta dall’idea di interpretare un personaggio definito dall’amore per il figlio, un personaggio che prende tutte le sue decisioni tenendo conto solo del bene di lui. Alla Hathaway piaceva anche l’idea di interpretare una madre che apparentemente è “molto gentile e docile, ma che sotto sotto è una vera guerriera”.

Diane Lane è rimasta affascinata dai mondi paralleli che Knight ha creato e dai significati metaforici che questi implicano. “È stato divertente far parte di un grande poema… quasi una favola. Sai, le favole alla fine hanno una morale, così ero felice di far parte di un film che tratta del gioco della vita, e che contiene una visione a lungo termine di cosa significhi davvero vincere, e del legame che va oltre la vita e la morte, l’amore e la fine dell’amore”.
Per la Lane anche la possibilità di lavorare con Knight è stata una delle ragioni di interesse per il progetto. “È fantastico in tutto quello che fa. Questo lavoro per me nasce dal suo cuore. Mi ricordo che stavo parlando con lui al telefono da un luogo molto lontano, cercando di capirlo come persona, e di capire cosa volesse, visto che aveva scritto lui quella sceneggiatura. Knight riesce a sentire la verità dei suoi personaggi partendo da come ne ha scritto”.

Lo stesso vale per Jason Clarke. “Knight è uno tra i migliori sceneggiatori che ci siano. Ho letto molte delle sue sceneggiature. Quando si tratta di un progetto di Steven Knight puoi star sicuro che è un progetto interessante”. Clarke è stato contattato dal produttore Greg Shapiro, che ha prodotto Zero Dark Thirty, del cui cast faceva parte anche lui. “Dal punto di vista di un attore non c’è di che lamentarsi: la sceneggiatura è solida, i colleghi sono fantastici, e avremmo girato alle Mauritius. Pensa un po’! È fantastico!”

Jeremy Strong era in aereo diretto in Marocco quando ha ricevuto la sceneggiatura e si è innamorato del film e del personaggio di Reid Miller. “È un ruolo davvero interessante per me. Se c’è una cosa che mi piace del mio personaggio, e Steve lo ha descritto in modo molto specifico, è che ha qualcosa di molto puntiglioso, è un tipo corretto, giusto. Lo ha descritto in modo molto preciso. E questo offre ad un attore uno strumento meraviglioso per lavorare. Credo che Steve, come è nel suo standard, abbia creato uno dei migliori personaggi contemporanei”.

Il personaggio di Duke interpretato da Djimon Hounsou è ispirato ad una persona reale – la prima persona con la quale Knight era uscito in barca e che gli ricordava Hounsou. Hounsou condivide la passione di Knight per la pesca, e questa è stata una delle principali ragioni ad averlo convinto a far parte del progetto e del cast. “Ho sempre avuto fortuna nella pesca sportiva, e ho sempre pensato che sia uno sport molto divertente, sai – acchiappare i pesci per poi liberarli di nuovo”.

LA PREPARAZIONE E LE RIPRESE DI SERENITY

Serenity è ambientato in un’isola da qualche parte ai tropici, con una cittadina immaginaria chiamata Plymouth. La produzione ha quindi ispezionato diverse location tropicali – le Bermuda, la Repubblica Dominicana, le Fiji, tanto per citarne alcune, ma non appena Knight ha messo piede a Mauritius si è reso conto di aver trovato la sua Plymouth. “Mauritius è abbastanza sconosciuta cinematograficamente perché solo di recente si è aperta alle troupe cinematografiche. Ma quello che volevo era un posto in cui, in qualsiasi direzione punti una macchina da presa, da quello che inquadri non potrai mai capire dove ti trovi. In altre parole Mauritius potrebbe essere l’India, i Caraibi, l’Africa, o perfino la Francia, secondo dove ti trovi e secondo l’etnia delle persone, perché ci sono tutti qui, tutti sono mescolati e tutti sembrano andare serenamente d’accordo”.

Aggiunge Heeley: “Sulla carta sembrava che sarebbe stato abbastanza difficile girare a Mauritius, perché è un’isola in mezzo all’Oceano Indiano senza molto altro intorno. Ma quando siamo arrivati abbiamo fatto un giro della costa orientale e mi ricordo che camminavamo giù per la banchina e che, osservando a distanza questo mondo, ci siamo resi conto che c’era un ristorante che avremmo potuto trasformare in un bar e che avevamo quella che sarebbe potuta sembrare una cittadina di pescatori. A quel punto abbiamo capito di aver trovato il posto giusto, che sul piano creativo avrebbe potuto funzionare”.

Con circa 28-30 pagine – sulle 100 del copione – che si svolgono in mare aperto, Serenity appare sul piano logistico incredibilmente difficile da girare. Girare su una barca è molto complicato, ci vuole tempo ed è costoso, e ci sono problemi legati al meteo e a discrepanze sul piano della luce e dell’acqua. Il vantaggio di girare a Mauritius è unico perché si tratta di un’isola vulcanica circondata dalla barriera corallina. Uno dei problemi che la produzione avrebbe avuto con le altre location è che le scene sulla barca si sarebbero dovute girare in una vasca. Invece, visto che Mauritius è circondata dalla barriera corallina che crea un effetto laguna con solo due metri di profondità, praticamente presenta le caratteristiche fisiche di una piscina. “Effettivamente è come aver usato una piscina gigantesca, con la barriera corallina a fare da confine tra l’acqua calma e l’oceano, esattamente quello che accade quando giri in una vasca”, commenta Heeley.

In passato a Mauritius c’erano state solo brevi riprese di una settimana o di pochi giorni, soprattutto per spot pubblicitari e film di Bollywood; Serenity è il primo lungometraggio di queste dimensioni ad essere stato interamente girato sull’isola. “Ci troviamo in una località tropicale immaginaria e non sappiamo dove si trovi questo posto sul piano narrativo, ma usiamo Mauritius e tutte le sue caratteristiche fisiche per contribuire a creare quell’ambiente, e speriamo davvero che il fatto di aver girato lì possa mostrare al mondo e all’industria cinematografica quello che Mauritius ha da offrire in termini geografici, geologici, di personale cinematografico, competenze e tutto quello di cui in genere un film ha bisogno”, dice Heeley.
Mauritius ha un’organizzazione chiamata Board of Investments che gestisce il regime di sconti ed è stata molto di aiuto nell’ottenere velocemente l’approvazione dei vantaggi fiscali, così che la produzione ha potuto procedere alla preparazione e poi alle riprese appena otto settimane dopo l’arrivo a Mauritius.

Seppure girare un film su un’isola tropicale potrebbe sembrare a molti tutt’altro che un lavoro, lo scenografo Andrew McAlpine rivela che non si è trattato affatto di una vacanza al mare come alcuni avrebbero potuto pensare. “Quando sei su un’isola, soprattutto lontana da tutto come Mauritius, devi preoccuparti della disponibilità di materiali e di personale, e siccome siamo stati i primi a girare un film hollywoodiano a Mauritius inizialmente ero preoccupato. Poi mi sono ricordato di aver lavorato in passato con tantissimi collaboratori sudafricani e sapevo che il Sud Africa è abbastanza vicino, così ho pensato: ‘Bene! Eventualmente facciamo così’ Poi invece grazie alla natura del popolo mauriziano e alle competenze di quella gente, tutto è andato benissimo”.

Il team di produzione ha girato sequenze in tutta l’isola ma il set principale è stato costruito a Trou aux Biches, nella parte nord-occidentale dell’isola. “Abbiamo creato intere strade e l’interno di stanze d’hotel. Vorrei dire che le competenze dei mauriziani, che non avevano mai lavorato a niente del genere, si sono dimostrate, sotto la guida di alcuni professionisti inglesi e sudafricani, all’altezza del compito, che hanno svolto come se per loro fosse la cosa più naturale del mondo”, racconta McAlpine.

McAlpine ha affrontato il film su tre diversi piani. “È un interessante mélange quello che appare sullo schermo. C’è il livello della realtà, c’è quello del subconscio e c’è un livello più profondo. Mauritius ha offerto molte opportunità grazie alla sua posizione isolata. È estremamente intensa, dalle montagne puoi arrivare a vedere il fiume, fino alla costa, e poi le sue città bellissime e le spiagge, e la pesca”.

Essendo un’isola tropicale, i colori di Mauritius sono estremamente luminosi e vividi e hanno ricordato al direttore della fotografia, Jess Hall, la sua infanzia trascorsa in Giamaica. “Sono stato riportato indietro nel tempo, ho ricordato come fosse vivere su un’isola tropicale, quali fossero i suoi colori, la sua luce e la sua atmosfera, per cui la mia esperienza personale ha giocato un ruolo importante nelle scelte fatte per le riprese di Serenity“.

McAlpine e Hall hanno lavorato fianco a fianco usando la ricchezza dei colori dell’isola, ma cercando di ammorbidirli. “L’idea per il film era quella di usare colori intensi, ma controllandoli affinché il risultato non fosse pacchiano. La luce del sole qui è molto forte e devi vedertela molto con i colori primari. In fondo si tratta di conservare alcuni elementi primari dell’isola, smussandoli un po’ in modo da non ottenere un effetto troppo saturo”, dice Hall.

Aggiunge Heeley: “Mauritius ha molto da offrire sul piano della natura. Abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria e abbiamo coinvolto oltre 100 mauriziani nella troupe, mentre quasi tutti i materiali usati per la costruzione dei set provengono dall’isola”.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Serenity (di Steven Knight) disponibile in Digitale da giovedì 14 Novembre 2019
info: 18/07/2019.


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