Storia d'inverno (2014)

Winter's Tale
Locandina Storia d'inverno
Storia d'inverno (Winter's Tale) è un film del 2014 prodotto in USA, di genere Fantasy diretto da Akiva Goldsman. Il film dura circa 117 minuti. Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mark Helprin Il cast include Colin Farrell, Eva Marie Saint, Russell Crowe, William Hurt, Jennifer Connelly, Jessica Brown Findlay. In Italia, esce al cinema giovedì 13 Febbraio 2014. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 19 Giugno 2014. Al Box Office italiano ha incassato circa 1536109 euro.

Ambientato a New York City e percorrendo più di un secolo, è una storia di miracoli, di destini incrociati e dell'eterna battaglia tra il bene e il male. Colin Farrell interpreta un ladro irlandese agli inizi del '900 che incontra un'ereditiera malata terminale nella casa che sta per svaligiare.

Storia d'inverno racconta una romantica storia d'amore in cui i destini dei protagonisti s'incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell'abitazione. Per entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il loro amore ci si mette anche un pericoloso gangster che ha un conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta per tutte.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 13 Febbraio 2014
Uscita in Italia: 13/02/2014
Data di Uscita USA: venerdì 14 Febbraio 2014
Prima Uscita: 14/02/2014 (USA)
Genere: Fantasy
Nazione: USA - 2014
Durata: 117 minuti
Formato: Colore
Produzione: Warner Bros.
Box Office: USA: 11.224.000 dollari | Italia: 1.536.109 euro
Soggetto:
Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mark Helprin
Classificazioni per età: ITA: 13+
In HomeVideo: in DVD da giovedì 19 Giugno 2014 [scopri DVD e Blu-ray]

Passaggi in TV:
• martedì 05 Dicembre ore 22:40 su Sky Cinema Romance

Recensioni redazione

Storia d'inverno, la recensione
Storia d'inverno, la recensione
Giorgia Tropiano, voto 4/10
Storia d'inverno annulla tutte le aspettative positive che si potevano avere sul film e si rivela essere una pellicola debole, retorica e anche, a tratti, noiosa. Pecca maggiore la sceneggiatura: film non riuscito.

Immagini

[Schermo Intero]

Tra amore e destino, tra luce e buio, i miracoli possono accadere.

Quando nel 1895 il piccolo Peter Lake comincia il suo viaggio per New York City, non ha neppure una vaga idea di quanto lunga e complicata sarà la sua vita o le altre vite che sfiorerà in un modo davvero straordinario. "La storia mescola la realtà con l'inesplicabile che esiste oltre il mondo che vediamo", afferma lo sceneggiatore, produttore e per la prima volta regista Akiva Goldsman.  "E' una semplice e chiara narrazione di sentimenti, eppure all'interno di questo mondo reale esiste un mondo di magia dove la gente vive per secoli".
Per Goldsman, il romanzo di Mark Helprin da cui il film è tratto presentava una sfida cui non ha saputo resistere.  "Ho letto Storia d'inverno per la prima volta negli anni '80 e me ne sono innamorato subito", ricorda.  "E' difficile lasciar andare le cose che ami, soprattutto se stimolano la tua fantasia in modo così potente".  Goldsman non ha mai dimenticato il romanzo e ha passato anni a pensare come poterlo adattare per il cinema.  "Il libro di Mark è corposo, quasi 800 pagine, e nessuna sceneggiatura avrebbe potuto comprendere tutti gli elementi che vi sono presenti, quindi ho lavorato distillando quello che mi aveva emozionato di più, fino a farlo diventare la struttura base della mia scrittura".
"Akiva è uno dei nostri sceneggiatori di maggior successo", dice il produttore Marc Platt.  "La sua passione per la storia e un evento personale della sua vita lo hanno spinto a lavorare con passione vera all'adattamento fino a farne una cosa sua conservando tutte quelle caratteristiche meravigliose che hanno reso unico il romanzo di Mark".
"E' una sequenza molto complessa di avvenimenti – osserva Goldsman – e mentre cercavo di decifrarla, ho subìto una perdita improvvisa. Quando poi ho ricominciato a scrivere, Storia d'inverno è diventata non qualcosa che amavo, ma la cosa che amavo di più.  Dovevo portarla a termine".
Una volta completata la sceneggiatura, Goldsman aveva chiaro che sarebbe stata l'occasione perfetta per il suo esordio nella regia e che non poteva affidarla a nessuno altro.  "Significava tanto per me e mi ero sentito vicino ai personaggi per tanto tempo, capivo così bene i loro sentimenti e dunque sapevo che dovevo essere io a dirigere il film".
Al centro di "Storia d'inverno" c'è una storia d'amore che attraversa un secolo.  "Parla di un innamoramento e di un amore perduto. E' follemente romantico", afferma Goldsman.  "Il protagonista, Peter Lake, è un uomo affascinante che vive oltre 100 anni perché ama una donna, Beverly Penn.  Un amore così forte è qualcosa che credo tutti amiamo immaginare per noi stessi e, quando ho realizzato il film, ho voluto che esprimesse sentimenti ed emozioni più forti, più estreme di quelle della vita reale".
Colin Farrell, che interpreta Peter, dice: "Se mi chiedete quello che è alla base di una buona storia d'amore rispondo che è quando la gente si perde nell'amore, quando fin dal primo momento in cui si incontrano scoprono gli aspetti migliori di loro stessi alla presenza dell'altra persona.  E' questo che succede a Peter quando incontra Beverly.  Immediatamente.  I sentimenti che provano trascendono le costrizioni del tempo".
Il personaggio di Peter Lake è una sorta di anti-eroe. Quando lo conosciamo, nel 1916, è un esperto e abile ladro ed è proprio il modo in cui si guadagna la vita che gli fa conoscere Beverly.  Quando si introduce nella residenza del padre di lei a Central Park per svaligiarla, pensa che non ci sia nessuno e invece trova questa bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco che oltretutto, con sua grande sorpresa, non è affatto impaurita da lui.
Beverly è interpretata da Jessica Brown Findlay, che si è innamorata della sceneggiatura fin dal primo momento.  "Quando ho letto lo script non riuscivo a credere che fosse stata realizzata una storia del genere, raccontata con una sensibilità così magica e che io fossi parte di una cosa così bella".
Sfortunatamente, quando Peter incontra Beverly lei è gravemente malata e non le resta molto da vivere.  Ma questo non è il solo ostacolo che separa i due innamorati.  Pearly Soames, un tempo mentore di Peter nel mondo della malavita e gangster demoniaco, ha come obiettivo dargli una caccia spietata per fargli pagare il suo presunto tradimento.
A interpretare il ruolo del cattivo è Russell Crowe, felice di tornare a lavorare con Goldsman dopo "A Beautiful Mind" e "Cinderella Man".
"Non capita spesso di avere rapporti importanti come quello tra me e Akiva", afferma Crowe.  "Se ci troviamo a lavorare insieme su un set o scriviamo qualcosa insieme, vediamo emergere lo stesso disegno, la nostra è una delle collaborazioni più creative della mia vita.  Questa era una bella sceneggiatura, con personaggi molto ben definiti e tutto ciò di cui c'è bisogno per far vivere una storia era lì sulla pagina, quindi sono stato fortunato ad essere coinvolto in un progetto così interessante con uno dei miei amici".
Oltre a Farrell, Brown e Crowe, il cast stellar del film comprende Jennifer Connelly, William Hurt e Eva Marie Saint.  Il produttore Michael Tadross afferma: "Tutti adorano Akiva e sono venuti tutti per lavorare con lui.  La sua sceneggiatura è una delle più grandi che abbia mai letto e la sua visione era così chiara, il suo entusiasmo così evidente che realizzare il film è stato un piacere per tutti noi".
Per la prima volta dietro la macchina da presa, Goldsman si è circondato di alcuni delle migliori professionalità del mondo del cinema, tra cui il direttore della fotografia Caleb Deschanel e la scenografa Naomi Shohan, e ha girato il film nella sua città, New York.
Visto l'arco di tempo lungo il quale si dipana la storia e gli elementi fantastici che l'accompagnano, i realizzatori hanno dovuto ricreare lo skyline di New York e i suoi sobborghi per tre diverse epoche: 1895, 1916 e 2014.  Fortunatamente la produzione ha girato interamente nella città, che ha fornito location perfette e di grande ispirazione per il regista, così come era stato il romanzo tanti anni prima.
"La mia passione per le fiabe per adulti è reale", dice Goldsman.  "Ho cercato di raccontare la storia perché spero che tutto succeda per una ragione e che la perdita che subisci oggi un giorno forse capirai che ti ha regalato qualcosa.  Semplicemente amo le storie che ti portano a credere che va tutto bene nel mondo… che ti fanno capire perché ci sono le stelle nel cielo".

BEVERLY
Qual è la cosa più bella che ha rubato?

PETER
Sto iniziando a credere di non averlo ancora fatto.

Quando era un ragazzo nelle strade di Brooklyn, Peter Lake è stato preso sotto l'ala protettrice di Pearly Soames che gli insegna a rubare.  Ma quando lo incontriamo nel 1916, Peter ha capito quanto brutale e crudele sia il suo mentore e decide di lasciare la città e sfuggire così alle sue grinfie.
"Peter non vuole più essere il tipo di ladro che è stato per Pearly, spietato e brutale", sostiene Goldsman.  "Vuole continuare a rubare, penso solo che, in un certo senso, sia più il tipo alla Robin Hood che alla Al Capone.  Ma che soprattutto voglia un futuro diverso".
"L'amore che Beverly e Peter vivono è qualcosa per lui inaspettata", dice Farrell.  "Lui è arrivato in quella casa che credeva vuota per svaligiarla, non per trovare un amore che le forze celesti dell'universo faranno vievere per 100 anni. Il loro amore è così forte che turba le luci e le ombre che manipolano l'esistenza di tutti gli esseri umani sul nostro pianeta – continua l'attore -. E' molto coinvolgente e diventa una questione di vita o di morte". 
Platt aggiunge: "Peter Lake è finito tra le persone sbagliate ed è cresciuto con una banda di delinquenti che si fanno chiamare gli Short Tails, ma la sua innata bontà lo allontanano a poco a poco da quella gang. Ora, per la prima volta nella sua vita, scopre il vero amore con una donna bellissima che sembra irraggiungibile.  Che dipenda dal caso o dal destino, queste due persone si incontrano e si innamorano immediatamente".
Peter non aveva mai pensato a quale fosse il suo scopo nella vita.  "Ha sempre combattuto", dice Farrell.  "Ha combattuto contro il sistema sociale, contro la legge e anche contro se stesso.  Ma quello che Beverly risveglia in lui e la forza dell'amore che nasce tra loro gli fa scoprire di avere uno scopo straordinario nella vita".
"Colin è assolutamente perfetto per il ruolo di Peter", afferma Goldsman.  "Puoi sentire la sua sincerità.  E' sempre pronto e attento, ma, nello stesso tempo, misterioso.  E' bello e fisico e trasmette al personaggio tutte queste qualità".
Farrell pensa che Peter sia semplicemente "sopraffatto dalla vitalità di Beverly.  C'è un'aura di splendore intorno a lei.  E il ritratto che ne fa Jessica esprime tutta quella radiosità".
Goldsman è consapevole che la chimica fra i due protagonisti era un elemento chiave.  "Nel libro c'è una notevole differenza di età tra Peter e Beverly.  Ma quando vediamo Colin e Jessica insieme sullo schermo non ci si pensa nemmeno perché, anche se lei è più giovane, lui sembra non avere età.  Questo è l'aspetto sorprendente di Colin. Lui ha questo potere, ti attira a sé, fa sì che tu ti affidi a lui, vuoi ascoltarlo.  E questo è un dono magnifico".
Comunque non passa molto tempo prima che Peter e Beverly si rendano conto di avere qualcosa in comune: nessuno di loro due ha niente da perdere.  "Beverly sa fin da piccola che non avrà molto da vivere – dice Goldsman – e Peter non ha mai amato prima.  Improvvisamente si incontrano e da quel momento le cose cambiano".
"Beverly è giovane, splendida e appassionata", continua il regista.  "E' pura e non è distratta dal mondo, come una persona che sia sempre vissuta in una torre d'avorio, che in questo caso è un palazzo di Manhattan.
Jessica Brown Findlay, che interpreta il ruolo di Beverly Penn, aggiunge: "Prima di incontrare Peter, la malattia aveva costretto Beverly ad accettare l'idea che tante cose che vivono gli altri, come una storia d'amore, a lei non sarebbero mai state permesse.  Ha molto chiara la propria vita e vede le cose con semplicità, perché non ha mai avuto motivo di pensare a lungo termine.  Ma poi incontra lui e tutto il resto scompare; niente ha più importanza, se non questo rapporto che è nato tra loro".
L'attrice ammira la capacità del suo personaggio di capire immediatamente chi è davvero Peter.  "Beverly intuisce subito che Peter non è una persona cattiva, anche se fa cose sbagliate.  E poi, cosa può farle?  Lei sta già morendo.  Non avere paura della morte, secondo me, significa che molte cose non la spaventano come probabilmente dovrebbero.  Quindi lei è disponibile abbastanza da accoglierlo con calore, non gli dice di andarsene e rapidamente la loro relazione sboccia, nasce l'amore.  Suppongo che lei non possa perdere tempo".
"C'è qualcosa in Jessie che infonde entusiasmo", sostiene Goldsman.  "E' l'immagine della grazia ed è adorabile, una combinazione molto rara.  Cogli questo aspetto quando sei con lei, poi la inquadri con la macchina da presa e quella macchina la trasforma, sembra che lei stia fluttuando nell'aria di fronte a te.  E' sorprendente.  Ha qualcosa di unico".
Peter e Beverly si innamorano in un mondo in bianco e nero, dove il bene è bene e il male è male.  E nessuno è più malvagio di Pearly Soames.  "Pearly è quello che ti ritrovi davanti e che osserva come affronti il lato oscuro", dice Goldsman.  "Non è il diavolo, ma lavora per lui.  Lui cancella la speranza e i miracoli.  Se qualcosa va male, se esiste un punto vulnerabile o la possibilità di cedere alla tentazione, Pearly è lì".
Per la sua evidente abiezione – la cicatrice sul suo volto è solo un'allusione all'orrore che nasconde dentro di sé – Pearly brama, e ruba, qualsiasi cosa bella, compresa la luce.  Incute timore anche ai suoi uomini, che non capiscono chi sia in realtà, ma preferiscono non chiederlo.
Russell Crowe, osservando questi elementi dal punto di vista del suo personaggio, dice: "Secondo Pearly, lui ha salvato quel ragazzo da una vita miserabile, gli ha insegnato un mestiere, rubare, il che gli ha permesso di vivere, poi Peter ha deciso di non aver più bisogno di Pearly; pensa di potersela cavare da solo.  Poiché Pearly ha dedicato tanto tempo a sviluppare l'abilità e il talento di Peter, ora prova risentimento.  Non è il tipo che cerca di affrontare l'argomento per chiarire le divergenze, per lui o se non sei con me sei contro di me, quindi deve morire".
"Ho scritto il personaggio di Pearly per Russell", dice Goldsman.  "Abbiamo lavorato molto insieme e conosciamo i ritmi l'uno dell'altro.  Lui è uno dei più grandi attori del nostro tempo.  Si trasforma, è una di quelle rare combinazioni di star del cinema e caratterista, nel senso più vero del termine".
"Pearly Soames è un diavolo di personaggio", dice Crowe.  "Ho iniziato a pensare 'Quanto posso rendere immorale questo momento?'. Interpretarlo ha significato per me divertirmi un po'.  E Akiva mi ha circondato di attori di cui amo il lavoro e di cui ho apprezzato moltissimo la compagnia".
Farrell è stato molto felice della possibilità d trovarsi fianco a fianco con Crowe.  "E' stato bello lavorare con Russell.  Lui è incredibilmente preparato e rilassato durante le riprese.  Quando arriva sul set ha già fatto tutto il lavoro, infonde respiro e movimento, e poi è attendo all'ultimo dettaglio".
"Mi sono divertito molto a lavorare con Colin", dice Crowe.  "E' molto concentrato nel far emergere tutte le caratteristiche del suo personaggio e ha lavorato duramente sull'aspetto fisico per imparare a cavalcare bene.  Fa sempre effetto vedere una persona così dedita al lavoro. Ed era sereno e a suo agio ogni giorno".
Goldsman ha apprezzato molto anche il modo in cui i due protagonisti maschili si sono preparati per la sequenza che li ha visti affrontarsi.  "Ancora prima che iniziassimo a girare, durante le prove, pensavo 'certo loro due sono molto diversi da me, io sarei già finito in ospedale'", dice ridendo.  "La lotta era una sorta di danza di cui dovevano imparare i passi e poi arrivare a ripeterli, come se non avessero mai fatto altro nella vita.  E' formidabile quello che quei due sono stati capaci di fare con i loro pugni".
La loro guerra trascende gli anni perché Pearly insegue Peter fin nel nuovo secolo, dove incontra la madre single Virginia Gamely, interpretata da Jennifer Connelly, un'altra veterana dei film di Goldsman.
"Io ho accettato soprattutto per Akiva", dice Connelly.  "Siamo amici da oltre dieci anni e sento parlare di questo progetto da sempre.  E' un film molto importante per lui, quindi quando è riuscito a realizzarlo è stato un onore per farne parte". Connelly ricorda il suo primo giorno di riprese.  "E' un progetto molto ambizioso, ma lui l'ha immaginato in ogni suo aspetto e quindi aveva una lucidità straordinaria sul set".
"Virginia è il personaggio più simile a noi tutti ed è lei che porta il film nel mondo reale", afferma Goldsman.  "Jenny non solo è una delle donne più belle e ricche di talento del mondo, ma è anche una madre incredibile ed è questo aspetto che mostra nel film.  Lei ha quell'aria materna e sincera di cui avevamo assolutamente bisogno".
Al fianco di Connelly, nel ruolo della figlia Abby, l'esordiente Ripley Sobo, e un'altra giovane che appare sullo schermo per la prima volta, Mckayla Twiggs, che interpreta la sorella minore di Beverly, Willa.  "C'è qualcosa in Mckayla, il modo in cui ti guarda, possiede una saggezza sorprendente per una ragazzina della sua età", dice Goldsman.  "E Ripley è stata grande, non poteva essere più dolce e gentile e poi ha lavorato con grande impegno.  Sono state tutte e due una vera scoperta".
Per interpretare Isaac Penn, il padre di Beverly e Willa, Goldsman ha voluto William Hurt.  "La recitazione di William è così ricca di sfumature, complessa e profonda", dice.  "Il suo non è un ruolo di primo piano, ma lui ha dato il massimo.  E' un vero punto fermo e noi eravamo emozionati per la sua presenza".
Altri grandi talenti che i realizzatori hanno avuto la fortuna di avere in ruoli piccoli, ma decisivi, sono Eva Marie Saint, Graham Greene e Matt Bomer.
Per Platt il merito di aver attirato un cast stellare di questa portata è dello sceneggiatore/regista del film.  "Siamo riusciti ad avere con noi tutti questi attori di grande talento per due motivi, uno, ovviamente, è legato ai personaggi del romanzo che Akiva ha nella sua sceneggiatura.  L'altro è che, conoscendo la mole del suo lavoro come produttore e scrittore, hanno volute cogliere l'opportunità di essere con Akiva nel suo esordio come regista".

PEARLY
Il vostro è quell'amore che scalda e illumina il mondo,
l'amore che può salvarla.

Nel girare "Storia d'inverno", Goldsman e il suo team di creativi hanno dovuto affrontare la sfida di radicare una storia fantastica nel mondo reale.  Per Naomi Shohan e Caleb Deschanel, rispettivamente scenografa e direttore della fotografia, ha significato cogliere l'essenza di ciascun periodo storico per il pubblico di oggi. Ha significato anche usare location, set e luci e caratterizzarli per ogni personaggio. Per le scene di Beverly, Deschanel ha progettato luci che indugiassero e fluttuassero intorno a lei, per esaltarne le caratteristiche eteree.  Nello stesso modo le luci hanno accompagnato il personaggio di Peter.
"Nel romanzo di Mark, la luce è un personaggio che non indica il bene o il male", dice Goldman. "E' solo forza.  Anche Beverly dice che siamo tutti messi in contatto dalla luce e questa idea si concretizza nel film in termini di gamma di colori, luce naturale e, in post produzione, con gli effetti visivi.  Abbiamo introdotto l'uso di bagliori che appaiono quando interviene la magia; è solo un modo di suggerire che forse c'è più di quanto riusciamo a vedere.  La mia teoria era che anche se i personaggi non possono vedere la magia nella scena, la macchina da presa può".
Come regista esordiente, Goldsman è stato felice di poter avere al suo fianco uno dei migliori direttori della fotografia del mondo del cinema.  "Quando ci siamo incontrati, gli ho detto solo 'posso spiegarti come voglio che appaia questa scena'.  E lui mi ha risposto 'è tutto quello di cui ho bisogno'.  Ed è stato perfetto".
Il team non ha usato solo la luce, ma anche le ombre per evocare il male che caratterizza il personaggio di Pearly Soames.  Shohan ha progettato il suo ambiente con toni molto cupi, con un tocco noir.  Per le scene in cui Pearly incontra un personaggio chiamato The Judge nei suoi appartamenti sotto il Ponte di Brooklyn, la squadra di Shohan ha costruito dei doccioni attorno a una piattaforma che riflette l'acqua, con l'idea di creare una sorta di inferi.  "E' un luogo sotterraneo che è molto, molto profondo e solo i prescelti possono accedervi, nelle viscere della città", spiega la scenografa.
Uno dei set più fiabeschi è la tenda sul tetto dove dorme Beverly.  Malata di tubercolosi, lei è sempre febbricitante e trova un po' di sollievo solo stando all'aria aperta. "Abbiamo esaminato tanti tipi di tende", ricorda Shohan, "ma fortunatamente per noi in epoca vittoriana andavano di moda il Marocco, l'Africa orientale e l'Asia.  Allora abbiamo studiato alcuni dipinti dell'epoca che ritraevano quelle aree in modo romantico.  Il padre di Beverly, Isaac Penn, è un uomo di mondo e sicuramente avrebbe seguito la moda del tempo. La tenda per la sua amata figlia doveva essere la più bella, ma le doveva fornire anche tutto il comfort possibile per la sua breve vita".
"Naomi è una vera artista", dice Goldsman.  "E' andata oltre le mie aspettative in ogni ambientazione".
"Storia d'inverno" è stato girato in tutti i cinque distretti di New York.  "L'aspetto interessante e forse unico di New York, sia nel film che nella realtà, è che ciò che esisteva agli inizi del XX secolo esiste ancora oggi", osserva Platt.  "L'architettura, i parchi, sono stati testimoni del percorso della città e dei suoi abitanti.  La struttura è la stessa e noi abbiamo girato in luoghi molto familiari, come Brooklyn, come Red Hook, dove le strade sono ancora pavimentate di ciottoli, e gli edifici sono gli stessi da 100 anni, basta metterci davanti i veicoli del tempo e ci ritroviamo nel 1915.  Le facciate sono rimaste uguali, ma gli interni sono stati trasformati in bellissimi loft e in gallerie, parte integrante del mondo vivace e attuale della Brooklyn odierna.  E il nostro film coglie tutto questo".
Shohan e il suo team hanno usato quello che New York aveva da offrire come edifici storici, riuscendo a mescolare la sensibilità vittoriana con gli elementi insoliti che la storia richiedeva.  Ad esempio, location storiche come l'edificio delle Beaux Arts di Lower Manhattan, Surrogate's Courthouse, è diventato il Mouquins, un grande ristorante dove è ambientata la scena in cui Peter e Beverly danzano.  Il nascondiglio di Peter, nel sottotetto del Grand Central Terminal, era una libera interpretazione del vero sottotetto del Terminal, dove non è stato possibile girare.  Per creare il punto di vista di Peter dal suo nascondiglio, il team di Deschanel ha agganciato una macchina da presa a un pallone che poteva essere controllato e ottenere così l'immagine di ciò che avrebbe visto Peter da una porticina (immaginaria).
Una vasta galleria d'arte di Red Hook, con i suoi mattoni a vista e le grandi finestre, è stata usata per gli interni del magazzino di Pearly Soames, che Shohan ha modificato a seconda del periodo storico.
Altri luoghi caratteristici usati per le riprese sono stati Lyndhurst Castle a Tarrytown, che ha fornito gli interni della residenza della famiglia Penn a Central Park.  L'edificio di stile Gothic Revival, venne progettato nel 1838 ed ha ospitato l'ex sindaco di New York City William Paulding, il commerciante George Merritt, e il tycoon delle ferrovie Jay Gould.  Gli esterni di casa Penn sono stati girati alla Brooklyn Society for Ethical Culture.  La casa di campagna della famiglia, Coheeries, è stata girata a Coe Hall, a Old Westbury.
Appaiono poi South Street Seaport, DUMBO, Prospect Park, City Hall Park, Central Park, Calvary Cemetery nel Queens, e il Caumsett State Historic Park di Lloyd Harbor.  Goldsman aveva sperato di poter girare sul Ponte di Brooklyn, ma, a causa della temperature andata sotto lo zero, non è stato possibile.  Così una porzione di ponte è stata ricostruita in teatro a Oyster Bay, con il blue screen per cogliere lo skyline della città.
"Adoro girare film a New York", ammette il regista.  "Sono cresciuto lì e sono convinto che il luogo in cui giri influisce non solo sulle location o l'estetica, ma anche sul tono della piéce e l'umore delle persone con cui stai lavorando.  Secondo me, New York è davvero una presenza forte in un film, nel senso che modifica ciò che appare sullo schermo. Noi abbiamo voluto tante location reali per presentare la vera New York".
Colin Farrell è d'accordo.  "Con i suoi otto milioni di abitanti di tutte le razze e di tutte le religioni, la città è il perfetto esempio di come sia possibile per gli esseri umani vivere insieme.  E' un'isola che potrebbe affogare nell'Atlantico sotto il peso di così tanti conflitti e invece la gente vive in pace.  Credo che sia uno degli elementi dell'amore, l'idea di coesistere in armonia.  Beverly viene da una famiglia di aristocratici eruditi che emanano cultura e dignità, mentre Peter è l'opposto.  In questo senso New York appare come lo sfondo perfetto".
L'idea di andare avanti malgrado i problemi si è affacciata nei primi giorni di lavoro, quando la produzione ha dovuto affrontare un grosso ostacolo, l'uragano Sandy.  Michael Tadross ricorda: "Abbiamo avuto Sandy.  Abbiamo avuto una tempesta di vento che soffiava a 85-miglia all'ora.  Abbiamo avuto il blizzard.  E allora?  Bisogna andare avanti e basta".
"Durante l'uragano molte strutture sono state travolte e le abbiamo perdute", ricorda Goldsman.  Le fabbriche sono state occupate da FEMA per la gente rimasta senza casa.  Non si sapeva cosa sarebbe successo, ma questa è New York.  Lentamente siamo tornati alla vita normale".
Tadross rivela che la produzione ha contribuito in tutti i modi per dare aiuto, ad esempio donando il legname da costruzione dei set per ricostruire le case di Breezy Point.  "Abbiamo contribuito per quanto potevamo, come avremmo potuto fare altrimenti?"

BEVERLY
Ti sta bene quel vestito.

PETER
Tu… sei incredibilmente bella.

Per vestire gli attori, Goldsman si è rivolto al suo vecchio amico Michael Kaplan.  "Michael ha un senso estetico impressionante. È anche testardo e ostinato e spero di non dover mai fare un film senza di lui," dice il regista ridendo.
Kaplan ha vestito Peter Lake con abiti che si adattassero allo stile di vita della sua professione, semplici, dark; non esiste cappotto che si possa trascinare durante una fuga. Beverly non indossa mai il cappotto, nonostante il fatto che tutti gli altri intorno a lei lo portino, la febbre continua la costringe a indossare solo tessuti leggeri, luminosi, estivi.
"Vediamo Beverly uscire di casa in un dicembre nevoso senza cappotto, né guanti, né sciarpa. Akiva è dell' idea che lo spettatore debba essere in grado di vedere attraverso i vestiti e sentire che c'è solo uno strato sottile, in modo da entrare in empatia con la sua condizione".
Kaplan ha basato il look di Pearly Soames sullo stile dei gangster del ventesimo secolo. "Quando disegnavo i costumi per Pearly ho fatto ricerche su Diamond Jim Brady. Un dandy, proprio il tipo di personaggio cui pensavo per gli abiti di Russell, bei tessuti di lusso, camicie fatte a mano, abiti di lana e cappotti. Non indossa mai lo stesso cappotto due volte".
"Michael capisce veramente gli attori," dice Goldsman. "Ricordo un incontro con lui e Russell e Russell diceva che Pearly si muove come uno squalo, e improvvisamente spuntarono i tessuti per creare quegli eleganti vestiti di pelle di squalo".
I membri della gang di Pearly sono chiamati Short Tails e i loro abiti ricordano l'abbigliamento indossato da una vera banda con lo stesso nome che Kaplan ha scoperto durante le sue ricerche. "Non indossano cappotti, tutti hanno quelle giacche nei toni del nero e carbone, e tutti indossano una bombetta nera. È la loro uniforme".
La prima metà del film è ambientata nel secolo scorso, la seconda è invece ambientata ai giorni nostri. Kaplan era particolarmente interessato a ricreare il look dei primi anni del novecento, anche se era una sfida. "Gli abiti femminili dei primi decenni del secolo erano bellissimi, ma i vestiti da sera erano molto delicati e ne sono rimasti pochi, perché il tessuto era fragile. È stato veramente difficile mettere insieme i cento abiti da sera necessari per le comparse che ballavano durante la festa di Capodanno. Gli uomini indossavano la marsina e il cilindro e le signore abiti di velluto e seta con pellicce e accessori e gioielli vintage", dice. "Volevamo mostrare gli abiti eleganti di quel periodo e la ricchezza dell'ambiente in cui viveva la famiglia Penn".
Goldsman voleva che lo stile del film fosse lo stesso per i due periodi storici e suggerire così l'idea che passato e presente fossero in qualche modo intercambiabili.
In linea con queste indicazioni, il supervisore degli effetti visivi Richard Hollander precisa: "Abbiamo due tipi di effetti in questo film: la riproduzione storica della New York del 1895 e del 1916 e gli elementi magici della storia. Per la riproduzione storica lo scopo era creare effetti invisibili per far immergere gli spettatori in quel luogo e in quel tempo. E poiché Akiva voleva mantenere più realismo possibile, i momenti magici sono delicati quando li presentiamo e poi diventano visivamente più forti col procedere della storia".

BEVERLY
C'è una grande festa da ballo e tutti noi abbiamo la nostra parte.
E quando abbiamo finito qui, dopo una o mille vite, saliamo in cielo
e diventiamo stelle.

"Uno dei temi principali della storia è che tutti noi abbiamo un destino, abbiamo un miracolo dentro ed è per una persona sola", racconta Goldsman.  "Quando inizi a capirlo, l'universo ti aiuta con gli spiriti guida, o angeli custodi, uno dei quali è un cavallo bianco o un cane bianco. Nel film ci sono due Angeli Custodi. Uno è Cecil Mature, interpretato da Maurice Jones, che sembra seguire Peter per tutto il tempo.  L'altro è Athansor, il cavallo bianco di Peter. Credo che per quelli di noi che hanno letto il libro, lui sia una delle cose che colpiscono di più l'immaginazione. E' bello, regale, intelligente, ma non completamente antropomorfo, non ha attributi umani sebbene ami chiaramente Peter. C'è qualcosa di importante in Peter, qualcosa che riguarda la sua capacità di compiere il suo destino, e questo cavallo, questo angelo, arriva per aiutarlo".
Con l'assistenza degli istruttori Rex Peterson e Cari Swanson, la produzione ha addestrato quattro stupendi cavalli andalusi per la parte di Athansor, che sono stati sottoposti a otto settimane di addestramento e ce n'erano almeno due per ogni sequenza. Il cavallo numero uno, Listo, un animale molto tranquillo, ha lavorato con Colin Farrel in tutte le scene in cui Peter e Athansor sono insieme.
"Listo è un cavallo straordinario con cui lavorare e da cavalcare. Ha potenza, freni potenti e uno sterzo ABS", dice sorridendo Farrel.
Goldsman ammette, "Non ne so molto di cavalli, ma adoro quel cavallo; è un animale speciale.  E' intelligente e docile, e ora capisco perché la gente si affezioni tanto a loro". E sull'interazione fra gli attori umani e i loro colleghi a quattro zampe Goldsman dice: "Russell e Colin sono dei veri cavallerizzi, quindi non hanno avuto problemi nelle scene con i cavalli. Erano perfettamente a loro agio".
I cavalli hanno anche lavorato con la squadra degli effetti speciali per alcuni movimenti di fronte al green screen usato in molte scene. Mentre i cavalli reali eseguono gran parte delle azioni nel film, la squadra degli effetti speciali usava immagini computerizzate per ricreare la natura surreale di alcune scene.

PETER
E' possibile amare tanto qualcuno
da impedirgli di morire?

L'elemento finale di "Storia d'inverno" è stata la colonna sonora, composta da Hans Zimmer e Rupert Gregson-Williams.  Goldsman definisce la musica che hanno creato "follemente romantica, perfettamente evocativa delle relazioni fra i personaggi. Penso che sia semplicemente geniale".
Platt è d'accordo.  "Eravamo entusiasti che fossero Hans e Rupert a comporre la musica per il film.  Hanno veramente trovato la pienezza, il senso epico del tempo e del destino, e il romanticismo che è al centro della storia, l'azione, la magia, tutti elementi che si fondono in questa avventura incantata".
"Nel cuore di 'Storia d'inverno' c'è il vero amore," conclude Goldsman.  "Per tutte le sue infinite possibilità e delusioni, è questa emozione che viviamo per tutta la vita. É la nostra speranza d'amore vero, o la nostra memoria di un amore vero, che ci rende umani. Ho cercato di raccontare questa storia al di fuori della mia speranza – o della mia fede cieca – che tutto accade per una ragione, che tutto è collegato, e non importa cosa oggi potremmo perdere, un giorno capiremo il bene immenso che ne trarremo da qualche parte nel mondo".

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Storia d’inverno disponibile in DVD da giovedì 19 Giugno 2014
info: 13/02/2014.


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