Suite francese (2014)

Suite francaise
Locandina Suite francese
Suite francese (Suite francaise) è un film del 2014 prodotto in UK e Francia, diretto da Saul Dibb. Il cast include Margot Robbie, Ruth Wilson, Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Sam Riley, Kristin Scott Thomas. In Italia, esce al cinema giovedì 12 Marzo 2015 distribuito da Videa-CDE. Al Box Office italiano ha incassato circa 1315670 euro.

Ambientato in Francia nel 1940, Suite francese racconta la storia della bellissima Lucile Angellier che nell’attesa di ricevere notizie del marito prigioniero di guerra, vive un’esistenza soffocante insieme alla suocera, donna dispotica e meschina. La sua vita viene stravolta quando i parigini in fuga si rifugiano nella cittadina dove vive. Subito dopo la città viene invasa dai soldati tedeschi che occupano le loro case. Inizialmente Lucile ignora la presenza di Bruno, un raffinato ufficiale tedesco che è stato dislocato nella loro abitazione…ma ben presto vengono travolti dalla passione e dall’amore.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 12 Marzo 2015
Uscita in Italia: 12/03/2015
Prima Uscita: 13/03/2015 (UK)
Nazione: UK, Francia, Canada - 2014
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Alliance Films, Qwerty Films, Scope Pictures, TF1 Films Production
Distribuzione: Videa-CDE
Box Office: Italia: 1.315.670 euro

Recensioni redazione

Suite francese, la recensione
Suite francese, la recensione
Giorgia Tropiano, voto 7/10
Suite francese è una pellicola tratta dal romanzo di Irène Némirovsky pubblicato postumo nel 2004 e racconta un'appassionante storia d'amore tra un comandante tedesco e una giovane donna francese durante l'occupazione nazista. Un film semplice e delicato, diverso dalle solite pellicola sulla Seconda guerra mondiale.
Suite Francese: il capolavoro di Irène Némirovsky
Suite Francese: il capolavoro di Irène Némirovsky
Erika Pomella, voto 8/10
'Suite Francese' è il capolavoro di Irène Némirovski che oggi rivive al cinema grazie ad una pellicola con Michelle Williams e Mathias Schoenaerts.

Immagini

[Schermo Intero]

LE ORIGINI DI SUITE FRANCESE

La storia che c’è dietro la pubblicazione, nel 2004, del romanzo Suite Francese di Irène Némirovsky è di per sé tragica. Il romanzo fu ritrovato da Denise Epstein, figlia di Irène Némirovsky, molti anni prima che iniziasse la produzione del film e circa mezzo secolo dopo che sua madre Irène venisse deportata dai nazisti e morisse di tifo ad Auschwitz nel 1942.

La Némirovsky aveva affidato i suoi quaderni a Denise e a sua sorella Elisabetta, che morì nel 1996. Ma pur custodendo quelli che lei credeva essere i diari della madre, non li lesse fino agli anni ’90, quando infine si dedicò alla prima lettura di quelle pagine scritte con la minuscola calligrafia di sua madre. Denise Epstein iniziò quindi faticosamente a trascrivere ciò che si rivelò poi essere le prime due parti di un romanzo strutturato in cinque parti.

Le due prime e complete novelle sono state intitolate Tempesta in giugno e Dolce. La prima raffigura lo straziante e caotico esodo dei civili da Parigi dopo l’arrivo dei nazisti nel giugno 1940. Dolce è invece ambientato in una piccola città alle porte di Parigi, chiamata Bussy. Descrive la vita dei suoi abitanti e del loro tentativo di far fronte sia all’afflusso dei rifugiati provenienti da Parigi, sia alle forze di occupazione dei soldati tedeschi. Al centro c’è la storia d’amore tra una giovane donna francese, Lucile Angellier, e un soldato tedesco, Bruno von Falk. Némirovsky aveva lasciato uno schema per la terza parte, che avrebbe dovuto essere intitolata Prigionia, ma per quanto riguarda le ultime due indicò solamente i titoli Battaglie e La pace. Acutamente aveva aggiunto dei punti interrogativi dopo entrambi i titoli; non visse abbastanza per vedere la fine della guerra.

Al momento della sua morte, all’età di appena 39 anni, Irène Némirovsky era già una nota scrittrice ucraina di origine ebraica. Visse a Parigi con il marito e due figlie prima che l’invasione tedesca li costringesse a rifugiarsi in un villaggio in Borgogna, che fu di ispirazione per la fittizia località di Bussy. Credeva che il paese fosse un luogo piuttosto sicuro e fu proprio mentre viveva lì che iniziò a scrivere il suo romanzo immaginandolo come una storia epica di un paese in guerra, evocativa di Guerra e Pace di Lev Tolstoj.

Denise Epstein portò il libro incompiuto ad un editore francese e le due novelle complete furono pubblicate in Francia nel 2004 con il titolo Suite Francese che diventò rapidamente un fenomeno editoriale internazionale. Si tratta di uno dei romanzi più famosi degli ultimi 10 anni in Francia; tradotto in diverse lingue costituisce e una delle “esportazioni letterarie” di maggior successo. La versione in lingua inglese è stata pubblicata nel 2006 e i precedenti romanzi della Némirovsky sono stati ripubblicati ottenendo tutti un grande successo.

“È una sensazione straordinaria quella di aver riportato in vita mia madre”, disse Denise Epstein. “Dimostra che i nazisti non sono veramente riusciti ad ucciderla. Non è vendetta la mia, ma è una vittoria.”

Denise Epstein è morta in Francia nell’aprile del 2013, pochi mesi prima che iniziasse la produzione della versione cinematografica di SUITE FRANCESE.

Per Saul Dibb questo film ha rappresentato un’occasione molto allettante per fare un tipo diverso di film di guerra. “In innumerevoli occasioni abbiamo potuto vedere nei film ciò che la guerra rappresenta per gli uomini. SUITE FRANCESE è risolutamente focalizzato sull’esperienza delle donne, tratto direttamente dal lavoro di un’autrice che è stata uccisa, mentre lo scriveva, dalle forze di occupazione, di cui stava appunto scrivendo.”

Il romanzo di Irène Némirovsky è una descrizione contemporanea e vissuta in prima persona del modo in cui i Francesi vivevano sotto l’enorme pressione dell’occupazione tedesca. È questo spirito – l’onestà di documentare le dolorose verità di quello che è successo in una società così significativamente classista e rigidamente gerarchica – che l’adattamento cinematografico si impegna di catturare: le numerose denunce dei cittadini; l’enorme livello di collaborazione; le relazioni segrete e clandestine da cui sono nati circa 100.000 bambini alla fine della guerra.

Saul Dibb ha visto in questo adattamento anche un modo per onorare Denise Epstein. “Denise non voleva ricordare le difficoltà del suo passato, né tantomeno la morte di sua madre,” spiega Dibb. “Ma alla fine, ci si rende conto che questo libro è sopravvissuto e che è diventato un bestseller tale che, come dice Denise, è un vero trionfo.”

Dibb, che risede a Londra, tra i cui crediti ricordiamo l’acclamato film inglese LA DUCHESSA e BULLET BOY, è entrato a far parte del progetto fin dal 2007 quando la TF1 francese ha acquisito i diritti cinematografici del romanzo. Desideroso di fare il film in lingua inglese per rivolgersi ad un pubblico più ampio, la TF1 ha scelto di lavorare con un regista britannico. La visione di Dibb per SUITE FRANCESE, che prevedeva di unire le due novelle così diverse della Némirovsky in un unico lungometraggio, ha incontrato perfettamente le intenzioni della TF1.

“Quello che ho sostenuto è stato che si doveva creare questo nucleo al cui centro c’era il personaggio di Lucile,” ricorda Dibb. “A seguire dovevamo estrapolare alcuni elementi della prima novella per poi incorporarli alla seconda.”

“Il mio approccio è stato quello di prendere da Dolce l’ambientazione nelle campagne e di consentire ai profughi di Tempesta in giugno diattraversarla e inserirsi nell’essenza di Dolce, spiega Dibb. “Poi ho voluto sfruttare e incorporare le note che Irène aveva scritto per le parti successive del romanzo, affinché la fine del film risultasse più dura di quella del racconto Dolce. Sentivo che era ciò che Irène aveva progettato di fare.
Considerato la storia di quello che è accaduto in Francia e anche di ciò che Irène ha vissuto, il film non poteva essere un racconto “soft”, doveva contenere tutti gli elementi di cui lei aveva preso nota. Si può accettare un romanzo incompiuto, ma non un film senza conclusione.”

LA PRODUZIONE

Il film inizia durante la caduta della Francia sotto la Germania nel giugno del 1940 con l’esodo da Parigi. La sconcertata popolazione della città di Bussy si sta preparando all’arrivo di un battaglione tedesco che vivrà nelle loro case. Lucile Angellier (Michelle Williams), lei stessa una rifugiata Parigina, vive con l’austera suocera, Madame Angellier (Kristin Scott Thomas), mentre il marito è stato fatto prigioniero.

Il giovane ufficiale tedesco, Bruno von Falk (Matthias Schoenaerts) viene alloggiato presso di loro. Lucile gradualmente “si risveglia” e inizia a esplorare sentimenti che la turbano e che aveva sepolto durante il suo infelice matrimonio. Inizia ad innamorarsi di Bruno e quindi a lottare con i sentimenti verso il suo paese per sentirsi infine disillusa.

Sullo sfondo del villaggio si osserva come ogni personaggio vive e affronta l’occupazione tedesca. È una reazione che viene determinata dalla classe di appartenenza. Il Visconte (Lambert Wilson) e la Viscontessa Montmort (Harriet Walter) fanno affari con i tedeschi in cambio di un trattamento di favore, mentre Benoit (Sam Riley), un contadino che ha affittato la loro terra, reagisce diventando membro della Resistenza.
Il modo in cui gli abitanti del villaggio reagiscono è determinato anche dal sesso; i comportamenti della moglie di Benoit Madeleine (Ruth Wilson), di Celine (Margot Robbie) e di Lucile nei confronti dei soldati sono molto diversi.

“Ciò su cui volevo concentrare l’attenzione era il senso della guerra raccontata dal punto di vista di un civile e, in particolar modo, dal punto di vista di una donna”, dice Dibb.

La prospettiva unica della Némirovsky ha reso il romanzo particolarmente coinvolgente per la produzione e il cast. Il romanzo è un documento di storia vera, è stato scritto da una donna che ha visto e vissuto quegli avvenimenti e in quel preciso momento. Chi lo ha scritto non l’ha fatto in retrospettiva, con il senno di poi: non visse abbastanza per vedere la fine della guerra o per conoscere il destino della Francia.

“Il romanzo non è esattamente un reportage; è così ben scritto e costruito ma ha quello stesso senso di immediatezza”, dice Dibb. “Il mio background è nella realizzazione di documentari, quindi per me il fatto che fosse incredibilmente autentico, quasi come una capsula del tempo nascosta per 60 anni, è stato molto emozionante.”

Dibb assapora la sfida di trasferire sullo schermo la chiarezza del romanzo della Némirovsky, amato da milioni di persone.

“C’è sempre un senso di responsabilità quando si adatta il lavoro di qualcun altro”, riconosce. “E quando quella persona non è solo morta ma è anche stata uccisa ad Auschwitz, la cosa porta un ulteriore senso di responsabilità.”

La produzione ha dovuto scendere un po’ a compromessi durante l’adattamento cinematografico. “È un libro molto complesso e ci sono un gran numero di personaggi, troppi per un lungometraggio,” dice il produttore del film Andrea Cornwell. “Inevitabilmente alcune persone possono non essere d’accordo con le scelte di Saul, ma abbiamo sempre cercato di rimanere fedeli allo spirito del libro. Nella ricerca dei personaggi e delle ragioni che li muovono, tutti quanti – e soprattutto Michelle Williams – abbiamo sempre tenuto a portata di mano il romanzo.”

SUITE FRANCESE è una co-produzione europea tra Francia, Regno Unito e Belgio. Il film è prodotto da Andrea Cornwell e Michael Kuhn della Qwerty Films, stessi produttori de LA DUCHESSA di Dibb, insieme a Xavier Marchand di eOne, e Romain Brémond di TF1. Produttori esecutivi sono Harvey Weinstein della The Weinstein Company e Christine Langan della BBC Films.

Il cast e la troupe hanno girato interamente in esterni, soprattutto in Belgio, con alcune scene chiave in Francia. Anche se fin dall’inizio si era stabilito di girare il film in inglese, si è discusso a lungo se fosse meglio che i personaggi recitassero in inglese ma con accento straniero. La produzione ha esaminato i  film che hanno adottato questo approccio, come The Reader di Stephen Daldry, in cui i personaggi tedeschi parlano inglese ma con accento tedesco.

Alla fine si è deciso di far parlare personaggi francesi in inglese senza accento, in parte perché così il pubblico di lingua inglese avrebbe potuto sottilmente cogliere le differenze di classe tra i personaggi francesi.

“Abbiamo cercato di mantenere la sensazione di un film molto francese”, spiega Cornwell. “Ogni volta che si sente una radio è in francese. Ogni volta che vedrete qualcosa di scritto, che si tratti di giornali o lettere scritte a mano, è in francese. La segnaletica è in francese. È un richiamo costante che vuole sottolineare che non siamo in un paese di lingua inglese.”

Dibb ha deciso che i personaggi tedeschi avrebbero parlato tedesco con i sottotitoli in modo da sottolineare il loro essere stranieri.

“Abbiamo voluto veri attori tedeschi, per quanto possibile”, dice Cornwell. “Per Matthias, visto che è di madre lingua fiamminga, abbiamo avuto un coach, ma tutti gli altri ruoli dei tedeschi sono stati interpretati da attori di madrelingua tedesca.”

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