The Danish Girl (2015)

The Danish Girl
Locandina The Danish Girl
The Danish Girl è un film del 2015 prodotto in USA e UK, di genere Biografico e Drammatico diretto da Tom Hooper. Il film dura circa 120 minuti. Il cast include Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Ben Whishaw, Sebastian Koch, Amber Heard, Matthias Schoenaerts. In Italia, esce al cinema giovedì 18 Febbraio 2016. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 8 Giugno 2016. Al Box Office italiano ha incassato circa 3698734 euro.

Quando Gerda chiede a suo marito Einar Wegener (Redmayne) di travestirsi da modella per un ritratto, i sentimenti dell'uomo a lungo repressi riaffiorano ed Einar inizia a vivere come una donna. Di fronte a una prova rivoluzionaria e impossibile senza l'amore incondizionato di sua moglie, Einar decide di diventare Lili Elbe, pioniera del movimento transgender.

Copenaghen, 1926. Einar Wegener, sposato con Gerda Wegener, è un apprezzato pittore paesaggista. Anche Gerda è un’ artista, meno nota ma comunque valida ed impegnata ritrattista di eminenti cittadini. Il loro è un grande matrimonio d’amore, tuttavia nuove epifanie personali e professionali li faranno allontanare. Tutto comincia a cambiare il giorno in cui, per completare un ritratto, Gerda chiede a suo marito di posare con un abito femminile. Quest’esperienza è illuminante, perché Einar si rende conto che negli abiti di Lili emerge una nuova consapevolezza, l’espressione del suo vero sé, e comincia a vivere la sua vita di donna. Gerda scopre inaspettatamente di avere una nuova musa ispiratrice, ed un rinnovato fermento creativo. Ma la coppia ben presto si trova di fronte la disapprovazione della società. Decidono quindi di lasciare la loro terra per una Parigi dalla mentalità più aperta. Qui, la carriera di Gerda continua a prosperare. Il matrimonio della coppia si evolve – e non senza tensioni. Tuttavia Gerda supporta sempre di più Lili durante il suo viaggio da donna transgender. Attraverso l’altra, ciascuna di loro trova il coraggio di essere liberamente sé stessa.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 18 Febbraio 2016
Uscita in Italia: 18/02/2016
Data di Uscita USA: venerdì 22 Gennaio 2016
Prima Uscita: 22/01/2016 (USA)
Genere: Biografico, Drammatico
Nazione: USA, UK - 2015
Durata: 120 minuti
Formato: Colore
Produzione: Focus Features
Box Office: USA: 8.693.637 dollari | Italia: 3.698.734 euro
Note:
Presentato in Concorso al Festival del Cinema di Venezia 2015.
Classificazioni per età: ITA: 18+
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 8 Giugno 2016 [scopri DVD e Blu-ray]

Recensioni redazione

The Danish Girl, la recensione
The Danish Girl, la recensione
Erika Pomella, voto 8/10
'The Danish Girl' è un film dall'impianto classico e dall'anima commovente, che non mancherà di irretire il pubblico. Ottimi gli interpreti e la regia di Tom Hooper; qualche smorfia in meno, e la pellicola sarebbe stata un capolavoro.
The Danish Girl, la storia emozionante di Einar Wegner
The Danish Girl, la storia emozionante di Einar Wegner
redazione, voto 9/10
The Danish Girl racconta in modo splendido, delicato ed emozionante la storia dell'artista danese Einar Wegner e della sua decisione di diventare a tutti gli effetti una donna.

Termini da Conoscere

Cisgender (alias “cis”) – Una persona cisgender è qualcuno la cui identità di genere (la consapevolezza interiore di sé stessi come uomo o donna) corrisponde al sesso assegnato al momento della nascita. “Cis-” è un prefisso latino “dalla stessa parte/ entro”, ed è quindi un antonimo di “trans-“. Il modo più comunemente utilizzato per descrivere le persone che non sono transgender, è semplicemente “non-transgender”.

Transgender (alias “trans”) – Una persona transgender è qualcuno la cui identità di genere (la consapevolezza interiore di sé stessi come uomo o donna) è diversa dal sesso assegnato al momento della nascita. Transgender è un aggettivo e non un sostantivo; quindi: “Scott è un uomo transgender” è corretto, mentre “Scott è un transgender” non è corretto. Per il plurale, “le persone transgender” è corretto, e “i transgender” non è corretto.

Transizione – La transizione non è una procedura che avviene in un’unica tappa: è un processo complesso che si verifica nel lasso di un lungo periodo di tempo. La transizione è quel processo che affrontano le persone trans per adeguare il loro corpo e la loro espressione di genere alla percezione che si ha di sé. Tale procedura include tutte o alcune delle seguenti fasi che riguardano l’ambito personale, medico e legale: la descrizione del proprio nucleo familiare, le amicizie e l’ambiente lavorativo; l’utilizzo di nomi diversi e di nuovi pronomi; il vestirsi in modo diverso; il cambio delle proprie generalità sui documenti legali; la terapia ormonale; ed eventualmente (ma non sempre) uno o più tipi di interventi chirurgici. Gli esatti passaggi che completano la transizione variano da persona a persona.

Chirurgia per Conferma di Genere – Un termine aggiornato di riassegnazione chirurgica del sesso, una fase medica del processo di transizione, a cui alcune persone trans si sottopongono. Questa terminologia è preferibile alla frase datata “cambiamento di sesso”.

LGBTQ – Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer / Questioning community.

Come mostrato in The Danish Girl, a Lili Elbe è stato assegnato il genere maschile alla nascita anche se la sua identità di genere era di sesso femminile. Usando la terminologia contemporanea, può essere descritta come una donna transgender; di conseguenza, per descrivere Lili non sono stati utilizzati pronomi maschili. Ogni riferimento a Lili prima della transizione è pertanto definito come segue: “Prima della transizione, Lili viveva come Einar Wegener”. Sarebbe inesatto riferirsi a Lili come uomo, ed inappropriato riferirsi a lei come un uomo trans fino al momento della sua identificazione di donna.

The Danish Girl

Eddie Redmayne: Questa è una storia di autenticità, identità, e coraggio, ma al suo cuore è una storia d’amore. Riguardo il coraggio che ci vuole per trovare sé stessi – per essere sé stessi.
Tom Hooper: Per me,The Danish Girl proprio come Il Discorso del Re affronta il tema dei muri che si trovano tra noi e la migliore versione di noi stessi – e come superare quei muri stessi.

Il film racconta la straordinaria storia di Lili Elbe, una delle prime persone al mondo che si è sottoposta ad un intervento chirurgico per conferma di genere, e la potente storia d’amore di due persone che vivono insieme il percorso di Lili. E’ il ritratto commovente di un matrimonio che attraversa una profonda trasformazione.

Eddie Redmayne: Si tratta della rappresentazione degli ostacoli che si affrontano nella vita e come, in coppia, si possono superare.

Alicia Vikander: I due protagonisti di The Danish Girl sono realmente delle anime gemelle.

The Danish Girl (nell’edizione italiana La Danese) è il romanzo d’esordio di David Ebershoff. Pubblicato la prima volta nel 2000, il libro ha vinto il Lambda Literary Award nella categoria Transgender Fiction, tra gli altri riconoscimenti. E’ stato tradotto in quasi 20 lingue. I produttori Gail Mutrux ed Anne Harrison, insieme alla produttrice esecutiva Linda Reisman hanno lavorato sul film per oltre un decennio. Gail Mutrux ha opzionato il libro nel 2000, e si è messo subito al lavoro per la sua trasposizione cinematografica, coinvolgendo Linda Reisman nel 2003. Nel 2005 Anne Harrison ha aderito al progetto con il mandato di ottenere la scrittura dell’adattamento cinematografico, per il quale è stata ingaggiata Lucinda Coxon.

Lucinda Coxon: Gail e Anne mi hanno inviato il libro. Quando l’ho letto, mi sono resa conto che la straordinaria storia di Lili era stata travolta dalla portata della storia. Il loro era un momento incredibilmente importante, di quelli di cui non avevo mai sentito parlare. Dopo aver letto il romanzo, ho analizzato un po’ più approfonditamente la storia. Quello che mi ha particolarmente colpito è stato che questa era la storia di un matrimonio, di una storia d’amore tra due artiste coraggiose e visionarie. E suppongo che quel che mi ha affascinato è stata la narrazione di una storia universale attraverso un evento molto particolare.

Ad esempio, quando Gerda e Lili – quando lei era ancora un uomo – decidono di lasciare Copenaghen per Parigi, non è solo per la ricerca di una società più liberale, ma assomiglia più al distacco dalla famiglia che crescendo si necessita, alla volta della scoperta del mondo.

Le considero non solo una coppia che si è molto amata, ma anche una coppia di artiste che hanno condiviso la loro creatività. Hanno costantemente cercato di aprirsi l’una all’altra e liberarsi, e la difficoltà è solo una questione di accettazione di un cambiamento all’interno del matrimonio.

Alicia Vikander: Lo script è onesto nel mostrare come a volte dicendo le cose giuste, ci si ritrova.

Eddie Redmayne: E’ stata una sfida, un bel pezzo di scrittura.

Lucinda Coxon: Quando si scrive un adattamento, tanto per cominciare si deve amare il materiale, ma poi bisogna assumersene la proprietà. Ho preso giusto degli spunti dal libro di David per rimanere fedele alla storia originale, ma credo che comunque l’essenza del suo libro è assolutamente presente nel mio lavoro. I personaggi sono stati sviluppati e brillantemente rappresentati da David nel suo libro, e questo per me è stato un dono.

Una delle sfide è stata l’intimità tra queste due persone che emerge dalla storia, e che man mano si sviluppa prendendo varie e complicate direzioni. Le loro vite insieme erano insulari, chiuse, fino a quando poi non lo sono più state.

Paco Delgado: E’ una storia intima tra artiste che apre delle prospettive completamente nuove. Questa è l’impressione che ho avuto dopo aver letto la sceneggiatura: si assumono costantemente entrambi i punti di vista, seguendo Lili prendere una decisione coraggiosa dopo l’altra.

Ben Whishaw: Quando leggo un copione, seguo la mia reazione istintiva ed emotiva. Ho letto questo script tutto in una volta, a tratti riprendendo fiato. Riflettendoci mi sono reso conto che si trattava di un argomento che raramente è stato affrontato in una grande produzione cinematografica. Ma i temi sono universali: si tratta di una relazione di coppia, e di una persona che sta cercando di essere onesta con entrambi.

L’ho trovata la storia più potente e commovente, come il vaglio che si affronta quando in una coppia uno dei due dice: “Ho bisogno di un cambiamento”, e di come la coppia lo affronterà. La sceneggiatura di Lucinda mostra affetto, speranza, e sensibilità – ma anche che non si tratta certo di ‘una passeggiata nel parco’.

Amber Heard: Lucinda ha dato vita ad una storia avvincente con molta grazia. Ha gestito magistralmente il difficile compito di raccontare una storia unica in un modo estremamente umano. Mi è davvero arrivata dritta al cuore. Non ci si immedesima in un solo personaggio: ci si connette a tutti.

Lucinda Coxon: Ho intrapreso un viaggio di scoperta personale con Lili e Gerda, e spero che il pubblico possa fare altrettanto. Per tutto il tempo ho cercato di tenere il passo.

Eve Stewart: sono rimasta colpita dalla delicatezza con cui ci si è avvicinati al tema – da quanto sia stato interessante ritrarre la vena artistica di questa coppia, e da come sia stata influenzata dal loro mondo.

Dopo che la direttrice casting Nina Gold gli ha sottoposto la sceneggiatura di Lucinda Coxon, Tom Hooper ha letto il copione ed ha accettato di far parte del progetto.

Tom Hooper: Nina ha detto: “So di questa grande sceneggiatura provvisoria”. Appena l’ho letta me ne sono letteralmente innamorato: ed era il 2008, l’anno in cui stavo preparando Il Discorso del Re. Era la migliore sceneggiatura che avessi mai avuto tra le mani. Ho pianto tre volte quando l’ho letta – e io non sono un tipo sentimentale. Da allora è nato il desiderio di farne un film.

Alicia Vikander: C’è sempre una delicata intelligenza emotiva nelle storie raccontate da Tom, quindi se qualcuno avesse dovuto dirigere questa storia d’amore, senza alcun dubbio lui è la persona giusta.

Lucinda Coxon: In un certo senso è stato un bene non aver fatto subito il film. Tom è un regista incredibilmente audace, e voleva fare un film che potesse riguardare le vite di alcune persone. Da autrice, si combatte sempre per difendere il proprio script, ma al fianco di questi colleghi talentuosi ho dato spazio ai loro istinti forti e veri. Solo così il nostro film sarebbe potuto arrivare alle persone.

Paco Delgado: ci sono paesi oggigiorno che culturalmente non sono pronti ad accettare il cambiamento di una persona. Questo film rende omaggio ad una persona eccezionale, ma anche alle persone coraggiose che oggi affrontano quel viaggio.

Amber Heard: Provate ad immaginare la situazione di Lili. Anche ora, in parecchi stati degli USA, si rischia il licenziamento per essere una persona LGBTQ. Lili è un’eroina per sé stessa, per l’individuo; ha scelto qualcosa di nuovo. Sempre più persone oggigiorno lo fanno, ma è triste e terrificante sapere che possono incorrere a delle conseguenze drammatiche.

Eddie Redmayne: E’ sconcertante constatare che a distanza di quasi 100 anni dalla storia di Lili, i diritti civili di questo movimento non siano granché progrediti.

Alicia Vikander: Sono molto orgogliosa di raccontare questa storia in un momento in cui le persone iniziano a prendere parte liberamente a questo movimento.

Eddie Redmayne: Bisogna ancora fare un lavoro enorme.

Eddie Redmayne è stato scelto per ritrarre Lili ancor prima che il film avesse ottenuto il “via libera” dai produttori della Working Title Films, Tim Bevan ed Eric Fellner.

Tom Hooper: Fin dalla prima lettura della sceneggiatura ho pensato ad Eddie per il ruolo. Ho detto a Gail Mutrux: “E’ la persona con cui voglio fare il film”. Avevamo già lavorato insieme in qualche episodio della miniserie Elizabeth I. Ma solo dopo averlo diretto nel 2012 in Les Misérables della Working Title, gli ho dato il copione in mano.

Eddie Redmayne: Ero impegnato in Les Misérables, quando Tom mi disse: “Vorrei farti leggere una cosa”. Così Tom mi ha dato la sceneggiatura e mi sono seduto a leggerla, non sapendo nulla al riguardo. Mi ha profondamente commosso; mi ha sconvolto. L’ho trovata straordinariamente appassionante e profonda. Ho detto a Tom avrei voluto raccontare anche io questa storia.

Tom Hooper: Si impegnò a fare il film con me, semmai ne avessi avuto la possibilità.

Eddie Redmayne: Se mi ha intimorito? Certo! Ma tanto mi intimorisce qualsiasi cosa! Ma ho cominciato a rendermi conto che la paura di interpretare un personaggio o di rendere giustizia ad una storia, è stimolante – mi sprona e mi fa lavorare ancora meglio.

Lili Elbe è una donna coraggiosa; è complicata, variopinta, e vibrante. Speravo di essere in grado di immergermi nel suo mondo, per cercare di rivelare le difficoltà incontrate nella sua vita. La cosa emozionante dell’essere un attore è che, con ogni personaggio, si evolve continuamente come persona.

Lucinda Coxon: Ero felice e sollevata quando Eddie ha accettato la parte. Questo è un ruolo di trasformazione, che deve essere affrontato con intelligenza, delicatezza ed abilità. Ho capito fin da subito che con Eddie avremmo fatto centro: si sarebbe preso cura del personaggio ed avrebbe ritratto una Lili sorprendente. Eddie è molto rigoroso e disciplinato; ha svolto per conto suo delle ricerche approfondite sulla storia e sul mondo delle persone transessuali.

Eddie Redmanye: La cosa più importante di tutte, per me, è stata incontrare persone della comunità trans ed ascoltare le loro vite, i loro punti di forza, le loro realtà. Lili ha subìto un intervento chirurgico per diventare donna quasi 100 anni fa, ed oggigiorno le persone che vivono questa transizione sono molto più informate di quanto lo fosse lei all’epoca. Così, ascoltare i membri anziani della comunità, vuol dire conoscere l’esperienza della gente trans di 40-50 anni fa.

Molte delle donne trans con cui ho parlato hanno descritto come, prima della transizione, per sopravvivere nella società, si sono dovute creare dei loro modi di vivere la vita che rispecchiassero la loro identità. Questo significava costruirsi un’impalcatura.

Ogni storia trans è unica ed individuale; non esiste un’esperienza trans. Ma ogni singola persona transessuale che ho incontrato, mi ha rivelato di aver capito fin dall’adolescenza di non appartenere al sesso della propria identità.

Tom Hooper: Eddie ed io siamo stati entrambi enormemente ispirati dall’autobiografia eccezionale e squisitamente scritta da Jan Morris, Conundrum.

Eddie Redmayne: Tom ed io ci siamo immersi nella sceneggiatura e nel suo complicato processo di preparazione alla trasposizione cinematografica. Ho raccolto molte informazioni dal libro di David Ebershoff, e mi sono guardato dentro – per vedere se riuscivo a trovare delle similitudini in me stesso – e ho fatto le mie scelte.

Lucinda Coxon: Eddie durante tutto il percorso è stato affiancato da una dialect coach, Julia Wilson-Dickson e dalla movement choreographer Alex Reynolds, con la quale aveva già lavorato ne La Teoria del Tutto.

Eddie Redmayne: Alex è una persona molto capace, e conosce i miei punti di forza. Questo percorso lavorativo insieme ad Alex, serviva a liberare alcuni lati di me stesso. Anche se le movenze sono visibili ed esterne, il nostro è stato anche un lavoro interiore: liberare me stesso per far posto alla storia di Lili, nel modo più autentico possibile.

La fisicità di un personaggio è sempre qualcosa che mi piace ritrarre, perché rappresenta gran parte di quel che siamo. Sono stato sempre attento alla gestualità delle mani. Volevo mostrare alcuni atteggiamenti della vera Lili, anche quando era ancora Einar. Fosse anche solo il modo in cui dormiva? Si, anche quello.

Tom Hooper: Il linguaggio del corpo, anche con piccoli gesti, doveva far emergere il vero io. Molte conversazioni si sono incentrate su come Lili da donna vivesse all’inizio la vita di Einar, ma avevamo bisogno di seguire un processo di ricerca del vero io, piuttosto che costruire una nuova identità.

Il lavoro di Eddie con Alex sul linguaggio del corpo ha contribuito a sbloccare l’universo emotivo del personaggio.

Eddie Redmayne: Jan Sewell [make-up e hair designer] ed io abbiamo lavorato insieme ne La Teoria del Tutto. Jan è molto attenta alle sfumature nel suo lavoro. Lei ed io abbiamo iniziato a valutare le caratteristiche fisiche di Lili quasi un anno e mezzo prima dell’inizio delle riprese.

Jan Sewell: La ricerca è stata interessante, perché la transizione di Lili si manifesta attraverso piccoli cambiamenti. Prima di essere Lili poteva apparire un po’ goffa, poi pian piano con piccoli aggiustamenti di trucco le abbiamo apportato femminilità, come del mascara leggero sulle ciglia, e lasciandole cadere delle piccole ciocche di capelli, aggiungendogliene alcune. Eddie ed io ci siamo trovati d’accordo su quelle piccole cose impercettibili, ma che fanno la differenza.

Eve Stewart ha iniziato ben presto il suo lavoro, e Paco Delgado ed io ci siamo attenuti a tutti i suoi riferimenti bibliografici. E’ quello che ogni team del design dovrebbe fare: collaborare in modo compatto.

Eve Stewart: Paco ed io ci siamo divertiti da matti. E’ stata una gioia portarlo a fare dei sopralluoghi in Danimarca per la scelta delle location, e vedere insieme come la luce danese si sarebbe adattata con i colori e le texture che avevamo scelto.

Tom Hooper: Sono stato molto fortunato ad aver avuto Eve al mio fianco per la realizzazione di The Danish Girl. Questo è il nostro quinto progetto insieme. La cosa meravigliosa dei rapporti lavorativi fedeli – come quello con la mia brillante montatrice del film, Melanie Ann Oliver, al nostro sesto progetto insieme – è che sono come un discorso che va sempre più approfondendosi. Più si lavora insieme, più si ottengono risultati audaci; ti rendi conto che, a meno che non debba fare un’osservazione particolare, spesso non hai praticamente bisogno di dire nulla.

Michael Standish: Ho lavorato per la prima volta con Eve nel 1998, in Topsy-Turvy Sottosopra. Eve era a capo del dipartimento artistico. Una volta che si fissa su qualcosa, ottiene dei risultati strepitosi. Sappiamo esattamente che ogni oggetto sarà nel posto più appropriato.

La ricerca è essenziale; non solo quella illustrativa – avendo riferimenti visivi per ogni set – ma soprattutto la ricerca di particolari relativi al quel periodo tramite i colloqui con le persone. Per le scene dell’operazione, Eve si è recata alla clinica che ora è a Dresda, costruita sui resti dell’ospedale originale delle donne; l’archivista presso [l’Istituto della Storia della Medicina] Dresda [Università Tecnologica] ha tirato fuori tutte le foto di quel periodo. In questo modo siamo stati in grado di duplicare la sala operatoria effettiva del Dott. Warnekros.

Eve Stewart: Per l’ospedale delle donne, i toni di colore sono di un bianco quasi celestiale.

Michael Standish: Abbiamo affrontato tutto: dalla sensazione che doveva emergere, a quali livelli, e quali dovevano essere i colori dominanti. Abbiamo optato per una gamma di colori che seguisse tutto il percorso in maniera compatta e vincolante.

Jan Sewell: Ogni make-up designer analizza uno script e dà continuità ed approfondimento ai dettagli – cosa che faccio per ogni personaggio in un film. Facciamo sempre più fotografie e finiamo per avere una versione fotografica del film.

Sul set, mentre mi occupavo del suo trucco, Eddie ripassava quella bibbia per ricordare a sé stesso dove era stato e cosa aveva fatto. In più aveva una sua copia personalizzata della sceneggiatura, che aveva addirittura firmato.

Eddie è appassionato, preparato, e preciso – qualità che adoro. E’ pronto a sottoporsi a qualsiasi cosa gli viene proposto. Dal mio punto di vista come creativa, è un piacere lavorare con una persona che sperimenta tutto.

Osservava sua moglie mettersi il rossetto, e poi la imitava. Mi guardava mentre truccavo gli altri. Un giorno eravamo seduti vicini, ed era determinato a voler ripetere le stesse movenze nel film – cosa che ha fatto!

Paco Delgado: Eddie prende molto seriamente il suo lavoro, e lavora a stretto contatto con tutti i reparti; lo fa per il personaggio, non per sé stesso, il che ci aiuta tutti a portare a termine il nostro impegno.

Alicia Vikander: La voglia di Eddie di renderle giustizia interpretando Lili, l’ha trasmessa a tutti coloro che hanno lavorato nel film.

Jan Sewell: Aleggiava sempre una certa tensione: quella tipica del pensare di non aver fatto abbastanza, o di poter fare di più.

Eddie Redmayne: Recitare è la ricerca della perfezione con la consapevolezza di non raggiungerla mai.

Tom Hooper: l’ansia di Eddie è il carburante che lo spinge a livelli incredibili di coscienza e di impegno lavorativo. Nel momento della prestazione, esprime una meravigliosa libertà creativa. Questa è una delle cose che fa di lui un grande attore – la capacità di togliersi completamente di dosso l’ansia dal momento in cui si accendono le telecamere.

Eddie Redmayne: Se si è così fortunati ad avere la possibilità di interpretare Lili Elbe e raccontare la sua storia, bisogna essere pronti a dare il massimo. E’ un grande privilegio ma allo stesso tempo  una grande responsabilità.

Lucinda Coxon: Eddie doveva prepararsi a recitare in tre atti: nel primo, è per la maggior parte Lili prima della sua transizione, e nel terzo e’ Lili. La sezione centrale, l’ha tracciata con enorme talento.

Alicia Vikander: Eddie ha individuato con grande delicatezza quanto Lili dovesse reprimere prima della transizione. Si deve esser sentita come in catene.

Eddie Redmayne: Quanto all’aspetto fisico, c’è la Lili che vive nel corpo di Einar, e la Lili che scopre sé stessa – abbattendo quei muri che si erano innalzati intorno a lei.

Paco Delgado: Il risultato che volevamo ottenere era quello di una donna vera, non una artefatta, utilizzando poco trucco. Per evitare una caricatura, abbiamo sperimentato forme, colori ed acconciature – e Lili stessa doveva sentirsi a proprio agio nel look, scegliendo ciò che le stava meglio. Cosa esalta la donna? In un primo momento è un eccesso di femminilità, seguito da – dopo aver acquisito fiducia – una certa naturalezza. La sequenza della sala da ballo è in un certo senso un primo tentativo con un abito elegante, che a poco a poco le appartiene sempre più. Questo è l’approccio che abbiamo scelto per i vestiti e per l’acconciatura.

Eddie Redmayne: la iper-femminilizzazione è un concetto che mi hanno descritto alcune donne trans. Nelle prime fasi della transizione, si iniziano ad indossare gli abiti del genere a cui ci si sente di appartenere. Alcune persone l’hanno descritto come il passaggio all’adolescenza, quando si ostenta col trucco o con un abbigliamento più succinto o addirittura una parrucca. Si cerca di svelare la propria identità. Ho parlato molto con Jan su questo argomento.

Lucinda Coxon: Lili non ha necessariamente bisogno di emergere apparendo come una donna bellissima; nella fattispecie, Eddie è bello nel ritratto di Lili. Ma quel che Eddie doveva fare, era entrare nella testa di Lili, trovare il suo spirito, il suo umorismo, e la sua vulnerabilità – e la cosa più bella è come è riuscito ad esprimere le difficoltà dell’emergere in una nuova identità, tornando in un certo senso ad essere un adolescente.

Eddie Redmayne: Quando Gerda le ha dà la possibilità di vestirsi con abiti femminili, Lili si  illumina. Quando entrano nella sala da ballo, c’è stato quello che un amico ha descritto come ‘un brivido di fusione’ – ma anche l’emozione di vivere un nuovo ruolo, soprattutto quando incontra Henrik.

Alicia Vikander: Lili e Gerda sperimentano l’emozione dell’indulgenza come una squadra, ma poi Gerda si sente messa da parte quando Lili vive i suoi momenti ​​con Henrik.

Ben Whishaw: Il loro incontro non è liberatorio solo per Lili, ma lo è anche in qualche modo per Henrik. Tra i due nascono momenti di grande tenerezza, perché entrambi non possono esprimere apertamente chi sono e come si sentono. Le persone LGBTQ a quell’epoca dovevano trovare dei modi indiretti per interagire, magari parlando in codice.

Eddie Redmayne: Alcune donne trans mi hanno detto di non sentire il bisogno di integrarsi, o di mettersi in luce. Ma per il nostro racconto, ci sono stati momenti in cui Lili lo fa. Il suo voler andare al ballo fa parte del suo progresso.

Ben Whishaw: Nel corso della storia, diventa abbastanza evidente che Henrik e Lili vogliono cose diverse.

Ora abbiamo una comprensione più chiara dei problemi. Ma è stato un punto focale non apportare modernità, per rimanere fedeli al periodo.

Eddie Redmayne: Verso la fine del film, Lili non indossa più la parrucca rossa della sala da ballo, ma lascia sciolti i suoi capelli e trascura il trucco– appare così evidente il suo sentirsi a proprio agio.

Certo, io sono cisgender, una persona non-transessuale. La prima volta che ho camminato sul set nei panni di Lili, mi sono sentito osservato e giudicato. Ero in un ambiente sicuro, ma mi sono reso conto di come si debbano sentire le persone transessuali o le persone la cui sessualità è non conforme al genere.

Ho iniziato quest’ esperienza da profondo ignorante. Non mi rendevo conto che il genere e la sessualità non sono correlate. Non ho capito il concetto di fluidità e mutevolezza sia del genere che della sessualità. Ogni giorno, tutto ciò che riguardava questo processo è stato un insegnamento.

Le persone che ho incontrato, e le loro esperienze che hanno condiviso con me, mi hanno cambiato. Ed esprimo loro tutta la mia gratitudine.

Amber Heard: Eddie si è messo a nudo, ma allo stesso tempo ha assunto varie sfaccettature. Guardarlo ci toglieva il fiato, fin dalle prove: mostrava la purezza e le sfumature di ogni dettaglio fisico. Ci ha messo tanto impegno per capire i lati emotivi della femminilità.

Ben Whishaw: Eddie ha ritratto Lili nel modo più completo possibile: con onestà e duro lavoro, stando attento alle movenze ed al portamento. Lavorando con Eddie, ho sentito che la sua performance veniva proprio dal profondo.

Alicia Vikander: Recitando alcune scene con Eddie, mi veniva voglia di conoscere meglio Lili, perché era davvero reale. E’ stata una gioia lavorare con Eddie perché non sapevo mai veramente quale direzione avrebbe preso la ripresa successiva: ascoltavo e reagivo seguendo un lavoro di squadra.

Paco Delgado: Il film è anche la storia di un cambiamento di qualcun altro: Alicia Vikander ci mostra l’apertura mentale di Gerda ed il suo incoraggiamento a Lili. Anche lei va verso l’ignoto. Gerda è pronta ad amare nuovamente, ma perde la persona che ama profondamente.

Eve Stewart: Sostiene l’amore della sua vita durante l’intero viaggio, dimostrando un immenso amore e fedeltà.

Tom Hooper: Il nostro film esplora l’amore incondizionato, una generosità ed una compassione che è veramente rara. Durante le riprese, il livello di compassione di Gerda è stato il nostro principio guida, splendidamente rappresentato nella sceneggiatura di Lucinda.

Alicia Vikander: Gerda è consapevole del fatto che il loro rapporto sarebbe potuto cambiare, che avrebbe dovuto rinunciare per sempre alla persona che ama più di ogni altra cosa al mondo. E malgrado ciò è meraviglioso come Gerda sproni Lili ad intraprendere la transizione.
Amber Heard: Davvero, quel che fa Gerda, è la dimostrazione dell’amore vero. Alicia è un’attrice di talento, e mi è piaciuto molto lavorare con lei.

Eddie Redmayne: Alicia è un’attrice formidabile, ed interpreta un essere umano straordinario con tanta vivacità e vitalità.

Tom Hooper: Alicia ha davvero un gran cuore, e ne ha messo molto in The Danish Girl. Spero di esser riuscito a mostrarlo.

Eddie Redmayne: Non dimenticherò mai la sua audizione: abbiamo letto una scena insieme, e quando mi sono rivolto verso Tom, stava singhiozzando. Ho pensato: “Colpito!” Sette o otto mesi prima dell’inizio delle riprese, lei, Tom ed io abbiamo cominciato ad avere delle lunghe, lunghe conversazioni sui personaggi e sui libri Man Into Woman e La Danese (The Danish Girl).

Si parla spesso di Alicia per il suo passato da ballerina, e la sua postura. Ma non è solo questo: ha anche la capacità di andare a toccare le emozioni con una naturalezza sbalorditiva.

Tom Hooper: La formazione di danza di Alicia amplia la sua capacità di trasmettere forza e disciplina.

Jan Sewell: Gerda è un personaggio forte nella sceneggiatura, ma Alicia ne ha fatto uno suo. La vera Gerda è piuttosto robusta, cosa che Alicia non è. Ma è il ritratto di una donna molto forte, caratteristica che invece appartiene ad Alicia.

Alicia Vikander: Gerda si prende cura di Lili, al punto di sacrificarsi – che in realtà non considera un sacrificio, in nome di un amore così evidente.

Tom Hooper: Gerda rappresenta la forza dell’amore che rende possibile il cambiamento.

La produzione è iniziata nel febbraio del 2015. L’unità era piazzata presso gli Elstree Studios nel Regno Unito – dove gli interni, tra cui l’appartamento di Parigi della coppia, sono stati ricreati nei teatri di posa – mentre le riprese delle location esterne hanno portato il cast e la troupe in giro per la Gran Bretagna, così come a Copenaghen e Bruxelles.

Tom Hooper: siamo stati supportati da una squadra di livello mondiale a Copenhagen – una squadra fantastica e delle strutture ricettive che ci hanno fornito tutto ciò che volevamo e di cui avevamo bisogno. E’ una città straordinaria, e molto ben conservata. Eravamo entusiasti fin dal primo giorno, e siamo riusciti a girare con gli stessi ritmi di Londra, ottenendo la stessa qualità.

Eddie Redmayne: Abbiamo imparato molto dalla troupe danese. Sono stato contento di aver girato delle scene lì, e ho anche avuto modo di incontrare uno dei parenti di Lili. Adoro Copenhagen. C’è bellezza e quiete – e ha una luce molto particolare.
Jan Sewell: Danny Cohen [Direttore della Fotografia] ha lavorato splendidamente, trovando la giusta illuminazione e le perfette angolazioni per Lili.

Tom Hooper: C’era una certa austerità a Copenaghen, che mi ha fatto capire da dove veniva Lili quando viveva come Einar.

La più bella sorpresa sono stati gli artisti di supporto, le comparse; Copenhagen è piena di attori in cerca di visibilità. Ognuno di loro ha fatto una bella performance per la sequenza del ballo, che abbiamo girato allo Charlottenborg Palace.

Jan Sewell: Siamo stati in grado di dare alle comparse un look meraviglioso, ed abbiamo avuto molte chiamate aggiuntive.

Tom Hooper: Abbiamo reclutato comparse transessuali, ed attori transgender a cui abbiamo affidato un ruolo nel film.

E’ sorprendente quanto sia integro il centro della città, che ci ha offerto un posto più bello dell’altro per le riprese. Il mio preferito è probabilmente il porto principale, dove abbiamo ricreato la sua gloria del 1920, completo di barche a vela, pescatrici e cappelli realizzati col giornale.
Mi è molto piaciuta anche la Royal Danish Academy of Fine Arts, nei pressi del canale principale, il Nyhavn; è stato emozionante girare nella scuola di Belle Arti, dove la coppia aveva effettivamente studiato. E’ lì che si sono incontrate.

Michael Standish: Susannah Brough [artista di scena]ha avuto il compito sovrumano di supervisionare i dipinti, e ce ne sono centinaia nel film. La creazione dei dipinti è particolarmente complessa. E’ come seguire un fiume in piena, perché finché non abbiamo iniziato, nessuno sapeva quale sarebbe stato il risultato finale. Ci siamo emotivamente legati con gli artisti originali.

Eve Stewart: La conoscenza personale di Eddie per l’arte è stata un vantaggio, in quanto sia lui che Alicia si sono dovuti preparare duramente per essere in grado di dipingere per davvero.

Alicia Vikander: Non ho mai saputo dipingere. Gli artisti mi hanno preso sotto la loro ala, e mi hanno iniziato a far esercitare col carboncino. Ero intimorita, ma piano piano iniziava a piacermi. Una delle cose meravigliose nel fare un film, è riuscire a provare delle cose che normalmente non faremmo.

Michael Standish: Susannah ha scelto le tonalità, ed abbiamo convocato dei pittori di grande esperienza per ottenere degli ottimi lavori. Abbiamo dovuto fare degli adattamenti, abbiamo cambiato il dipinto dell’eroe che apre il film, per farlo come voleva Tom Hooper. Ma alla fine, si entra in una galleria d’arte realizzata da loro, che fa venire i brividi.
Paco Delgado: Quando fai un film con Tom, ti dice cosa vuole dai personaggi lanciando solo delle idee: non si limita a dire “la voglio vestita di rosso, con una gonna ed una camicetta …”.

Amber Heard: Durante il nostro primo incontro, abbiamo parlato di una scena specifica. Non c’è mai stata una volta che abbia detto come voleva che apparisse un personaggio. Gli unici appunti che faceva riguardavano ciò che quel personaggio aveva in mente.

Ben Whishaw: Le scene si evolvono al momento, cambiando spesso sullo stesso set. Non ero sorpreso, ma stupito dall’attenzione che Tom dava ai dettagli.

Paco Delgado: Si entra in un processo intellettuale con Tom: che tipo di persona deve esser ritratta, il come e il perché. Questo ti sprona a dare il meglio e lavorare più intensamente.

Eddie Redmayne: Tom segue un certo rigore nel modo in cui lavora. Considera tutte le opzioni, e tuttavia acconsente un’ampia libertà creativa. Si affida totalmente all’istinto.

Jan Sewell: Tom tiene molto all’immagine e vuole vedere tutto prima di riprendere con la telecamera, che poi è così che dovrebbe essere. Se non posso mettergli un attore di fronte, faccio delle foto e gliele mostro.

Eddie Redmayne: Per essere un buon attore cinematografico, bisogna essere molto rilassati perché le telecamere riprendono tutto. Eppure, tutto ciò che riguarda il processo di produzione cinematografica lo trovo profondamente non-rilassante. Quindi, per rendere al meglio il mio lavoro, devo avere la libertà di mandare tutto all’aria, e riprovare le cose che non mi riescono. Alcuni registi non lo permettono, mentre Tom assolutamente mi lascia questa libertà. E inoltre, è un acuto osservatore: non gli sfugge nulla di ciò che si sta facendo, ma lo rimette in discussione oppure lo incoraggia.

Amber Heard: Tom vede tutto: “Hai intenzione di fare questo?”

Ben Whishaw: “Che cosa succede con quella battuta? Non è così”. E realizzi:”In effetti neanche io dico che è così”. Molto spesso è una cosa che non accade con i registi, perché magari pensano a tante cose. Mentre Tom è capace di farlo.

Alicia Vikander: Tom è attento a tutti i passaggi della produzione, ed ha anche un certo intuito emotivo.

Eddie ed io a volte ci siamo bloccati, per cercare di fare le cose al meglio. Tom è quel buon regista che entra nella stanza e ti dà un piccolo input che da solo è certo che cambierà l’andamento della scena. Questo è successo tante volte: la piccola annotazione che ci dava era la chiave che ci serviva. Ha il quadro completo sott’occhio, e sa di cosa abbiamo bisogno.

Amber Heard: E’ un perfezionista che ti spinge a fare del tuo meglio; preferisco di gran lunga lavorare per un perfezionista piuttosto che con un’alternativa. Conosce tutti gli aspetti tecnici della regia, ed è molto bravo a raccontare delle storie umane: non perde mai di vista i personaggi. E’ raro lavorare con una persona come lui, e quando accade si fa di tutto per non deluderlo.

Nel libro, Ulla è una cantante lirica, ma nella sceneggiatura è una famosa ballerina classica. Non sono un’attrice ballerina, perciò mi sono dovuta allenare per sei ore al giorno. Georgina Connolly, una ballerina eccezionale, ha fatto sì che l’imbranata che ero si è trasformata per lo meno in una persona che sa fare una paio di movimenti. Ho apprezzato la disciplina, ed avere quella connessione fisica al mio personaggio è stato gratificante – e, si dorme bene dopo aver ballato per sei ore!

Lucinda ha descritto molto bene Ulla come colei che rappresenta l’emergente Jazz Age. Ulla l’incarna perfettamente per il suo modo di essere vivace, a volte esagerato, amante del divertimento, ed energica. E’ sempre radiosa e fa tutto col cuore. E’ stato facile appassionarsi al personaggio quando l’ho letta, e spero che la gente faccia altrettanto quando la vedrà sul grande schermo.

Si potrà anche notare perché è vicina a Lili e Gerda, e perché loro le vogliono bene. Non si è mai permessa di giudicare Lili. Prova un affetto incondizionato verso entrambe.

Alicia Vikander: Questo è uno dei miei pezzi preferiti della storia: loro come coppia entrano a far parte di questo centro culturale e sono molto vicine ad Ulla.

Eddie Redmayne: Amber apporta una carica meravigliosa di energia a questo personaggio audace. Ho avuto delle conversazioni molto interessanti con lei.

Amber Heard: Ulla si presenta con un abbigliamento un po’ differente, con dei monili strepitosi, che rappresentano la nuova cultura emergente Bohémienne europea, tesa ad una vita anticonformista. Per le donne, il cambiamento non è evidente solo nell’abbigliamento – si abbassa il punto vita con la cintura, e si alzano gli orli – ma nelle loro aspettative e nei loro atteggiamenti. Le donne stesse rappresentano il cambiamento della società.

Con Paco Delgado, ho cercato di fare in modo che Ulla fosse un passo avanti coi tempi, pur sempre inserendola organicamente nella storia; è famosa, e può godere di molti privilegi. Ad un certo punto, Paco mi ha messo un foulard intorno al collo per vedere se la tonalità fosse giusta per me, e semplicemente è diventato il mio vestito.

Alicia Vikander: Gerda non è una femminuccia: è molto femminile. Mi piace il fatto che tende a mettersi tutto ciò che le è più comodo in base a quello deve fare; non credo che le importi avere le scarpe all’ultima moda.

Tutte le sensazioni che ho provato calandomi nel personaggio, Paco le ha messe nel mio abbigliamento, a completamento del personaggio di Gerda. Questo è uno dei migliori e più utili strumenti per un attore.

Jan Sewell: I colori scelti da Paco sono sensazionali. Nel 1920 le donne si sentono più libere, ed iniziano a prendere le distanze dal look Edoardiano – che è come ha esordito il personaggio di Alicia, Gerda. Poi Alicia indossa una parrucca corta quando Gerda si taglia i capelli. Nella storia, diventa un po’ più celebre.

Tom Hooper: Oltre alla pittura, Gerda cura le illustrazioni per alcune riviste di moda francesi. Le foto sono la testimonianza che è più avanti del suo tempo, e Paco credo che l’abbia evidenziato.

Alicia Vikander: Quando Gerda arriva a Parigi, sperimenta: si trova in una città che indulge e incoraggia le persone ad esprimersi. I vestiti iniziano a riflettere i suoi dipinti in un certo senso.

Eddie Redmayne: Tra le due Guerre emerge il divertimento e la scoperta – e la questione urgente: di fronte a tanta morte ed alla brevità della vita, si inizia a sottolineare la consapevolezza che si vive una volta sola. Come si intende viverla? Si vuole vivere all’ombra, o in maniera autentica? Molto spesso gli artisti sono in prima linea per il cambiamento, ma soprattutto per la sperimentazione e la libertà.

Paco Delgado: All’inizio del film, sono una coppia di sposi in una società repressa della Danimarca, e ciò si riflette nelle forme più Edoardiane. Quando vanno a Parigi, emerge il colore ed il cambiamento.

Michael Standish: La tavolozza dei colori diventa più ricca ed esuberante per Parigi, soprattutto con il successo dei ritratti di Lili per mano di Gerda. E’ come un fiore che sboccia dopo essere stato annaffiato.

Eve Stewart: Ci sono colori pastello e colori caldi a Parigi. Ho immaginato che la Parigi dove sbarca la coppia è più femminile; mi sono ispirata allo stile liberty dell’Art Nouveau parigina.

Eddie Redmayne: La femminilità dell’architettura dell’Art Nouveau, è forse una reazione alla guerra? Parigi ha subìto un grande cambiamento a partire dalla fine del XIX° secolo. La questione dell’identità e del genere iniziava a porre degli interrogativi.

Paco Delgado: La scoperta personale di Lili si riflette nella scelta di una società più libera; a Copenaghen, la società – pur avendo un lato Bohémien – in realtà non è adatta a lei. Quella è stata anche una guida all’estetica per noi.

Michael Standish: Nelle scene della Danimarca, la tavolozza dei colori è raffinata e minimale soprattutto negli interni. Lili, quando vive come Einar, lavora in un ambiente leggermente più oscuro.

Alicia Vikander: Si tratta di due persone che esprimono delle intense emozioni a porte chiuse, quindi si avverte un certo senso di claustrofobia. Eddie ed io abbiamo davvero condiviso degli spazi limitati nello studio, che ci hanno consentito però di scavare in profondità il rapporto.

Paco Delgado: Tom voleva che Lili fosse introversa quando viveva come un uomo, ed in una delle prime immagini di Lili come Einar, appare come un uomo costretto in un abito pesante con un colletto alto e rigido.

Eddie Redmayne: Questo è l’abbigliamento dell’epoca – con dei colletti incredibilmente inamidati e degli abiti molto formali. A mio avviso ha contribuito a sviluppare la rigidità di Lili.

Paco Delgado: Quel tipo di vestito si usava quasi come un’armatura; era la protezione contro il mondo, ma imprigionava anche le emozioni.

Lili spiega che fin dalla sua infanzia era certa che qualcosa sarebbe dovuto accadere. Ma che di fatto ha soffocato quest’idea, immagino come un meccanismo di difesa.

Lucinda Coxon: Secondo me, anche attraverso la pittura. Quando dipinge come Einar, le sue opere sono ‘controllate’, e talvolta fredde.

Tom Hooper: La mancanza di variazione del soggetto e la dourness dell’arte … sono un processo di continuo ri-occultamento, di chiusura.

Alicia Vikander: La sua è un’arte molto dettagliata, diversa da quella di Gerda, anche se non così tanto all’inizio quando Gerda eseguiva ritratti.

Eve Stewart: Per le scene di Copenaghen, mi sono concentrata sui colori che Lili usa prima della transizione, e su quelli di un artista danese di nome Vilhelm Hammershøi.

Tom Hooper: le tonalità di Hammershøi vanno dal blu al grigio. Una volta che si entra nel suo mondo, si scopre quanto sia incredibilmente ricco; la bellezza emerge in ogni dettaglio.

Eve Stewart: L’arte danese esprime spesso solitudine: si lascia molto spazio intorno ai soggetti.

Tom Hooper: C’é una grande quantità d’espressione artistica di quel periodo, che mi ha aiutato a trovare i toni giusti per la prima parte del film.

Alicia Vikander: Le protagoniste si conoscono alla scuola d’arte, essendo entrambe delle artiste. Ma all’inizio Gerda fa fatica ad emergere in quel mondo. C’era quel vecchio pregiudizio che diceva che una donna non sarebbe mai stata una brava artista come invece lo erano gli uomini. Avendo Lili come sua modella ed in un certo senso musa ispiratrice, Gerda trova la sua ispirazione personale, la sua espressività, ed è diventata l’artista che ha sempre pensato di poter essere. I dipinti esprimono sempre lo stato d’animo dei nostri personaggi, nelle diverse fasi della loro vita.

Eddie Redmayne: Se si osserva il lavoro di Lili prima della transizione, i dipinti sono molto ordinati e della vecchia scuola – e riscuotono più successo delle opere di Gerda. La pittura di Gerda è più sgargiante, piena e viva. Lili dipinge in maniera meticolosa, come se lei non osasse ancora liberare sé stessa.

Alicia Vikander: Deve essere un piacere immenso sentirsi liberi di amare, di essere sé stessi – ed al contempo deve esser piuttosto difficile realizzare che c’è una parte di te che hai nascosto per così tanto tempo.

Lucinda Coxon: La loro è una vera e propria alleanza: due artiste che supportano la carriera dell’altra. Gerda è per molti versi avanti coi tempi, ed è un’icona per la generazione di donne a venire.

Il rapporto con Gerda è sempre stato libero ed intenso – ricco di una passione non necessariamente di natura sessuale.

Se Lili fosse nata 20 anni prima, dubito che avrebbe potuto effettuare la transizione. Solo le ricerche fatte in tema di sessualità e genere in Germania a quel tempo l’ ha resa possibile. E’ stato anche un periodo impressionante per l’evoluzione della chirurgia; con la prima guerra mondiale, la medicina ha fatto grandi passi avanti, e così sono aumentati gli interventi chirurgici. Dopo Lili, i medici di Dresda hanno fatto molti progressi.

C’è un libro, Man Into Woman, che a livello nozionistico è l’autobiografia di Lili, anche se penso che sia un lavoro fatto a più mani ed in alcuni tratti sia finzione.

Eddie Redmayne: Abbiamo una panoramica dettagliata fatta da alcuni storici brillanti in Man Into Woman. Il libro raccoglie gli scritti di Lili, ma i nomi sono stati cambiati e le date sono state modificate. Non si capisce quanto ci sia della vera Lili, e quanto invece sia frutto della fantasia dell’autore su Lili.

Lucinda Coxon: Ma a lei è chiarissimo il sentirsi donna. Questo concetto va oltre la libertà di espressione, questo è un concetto all’avanguardia.

Quando Lili nei panni di Einar posa per Gerda, il vestirsi da donna la mette a proprio agio, dandole un senso di appartenenza. E’ l’inizio del cambiamento, ma non volevo che sullo schermo apparisse come un momento destabilizzante. Invece, si alimenta e cresce in uno spazio che hanno creato nel loro rapporto, che gestiscono fino a quando diventa incontrollabile. Perché poi entrambe inizialmente cercano di reprimerlo? Perché nel 1920 non esisteva il termine “transgender” o qualcosa di simile, e Lili non vede questa sua natura riflessa da nessun’altra parte.

Alicia Vikander: Gerda attraversa questo momento insieme a Lili, come una coppia, senza avere alcun riferimento.

Eddie Redmayne: Non c’erano predecessori di cui erano a conoscenza.

Paco Delgado: I vestiti si assegnano in base al genere; questo è ciò che appare e che ci definisce. L’ idea che le calze siano un accessorio femminile – un cliché di quel periodo – non consentiva agli uomini di indossare tali indumenti delicati, dato che l’abbigliamento maschile era fatto con tessuto grezzo, proprio perché potevano anche danneggiarsi. Penso che sia scattato qualcosa nella mente di Lili quando Gerda le porta le scarpe, il vestito e le calze che deve indossare.

Alicia Vikander: Nella scena in cui posa, nasce la prima consapevolezza; entrambe vedono Lili per la prima volta.

Lucinda Coxon: Prima che Lili potesse essere lei stessa, il mito della creazione a cui lei, come Einar, e Gerda avevano aderito, apparteneva al passato; se si osservano i dipinti di Gerda, Lili è una donna assolutamente idealizzata – è difficile l’identificazione con una persona reale. Successivamente, si rendono conto che devono preoccuparsi di quello che mostrano, come un lascito per il futuro.

Scrivere la sequenza della sala da ballo mi ha reso piuttosto nervosa; Lili va ad un evento proprio come Lili, anche se altri potrebbero riconoscerla in modo diverso. All’inizio, è più solo frutto della complicità della coppia, ma poi c’è una vera e propria paura di una catastrofe. Si va oltre qualsiasi loro previsione o aspettativa.

Ben Whishaw: E’ qui che il mio personaggio, Henrik, si mette in mostra: è anche attratto da ciò che non è chiaro. L’ambiguità infatti è ciò che attrae sia Henrik che Lili.

Alicia Vikander: Gerda, è durante le conversazioni della mattina dopo con Lili, che si rende conto della profondità di ciò che stanno attraversando insieme.

Lucinda Coxon: Le storie radicate nella verità, come quella di Lili, non sono mai solo eroiche o tragiche. Abbiamo voluto raccontare la storia completa, mostrando cosa è accaduto sia a Gerda che a Lili. The Danish Girl è certamente una storia d’eroismo, ma loro sono persone in anticipo sui tempi, e questo si riflette in ciò che il progresso della medicina aveva o non aveva raggiunto. La tragedia entra nella storia non a causa della sovraesposizione di qualcuno.

Alicia Vikander: Gerda sa che Lili potrebbe non farcela. Ma si rende anche conto che la persona che ama più di ogni cosa sta cadendo nella spirale emotiva peggiore e più oscura, ed in questo stato di ansia e dolore qualcosa va fatto.

Lucinda Coxon: Ci sono persone che pensano che il dottor Warnekros sia colpevole di terribile ambizione, o che si fosse illuso dei risultati attesi. Ma è un pioniere; non ha a disposizione tutti gli strumenti utili, e tutte le competenze necessarie del processo. Quello che è certo, a mio avviso, è che se Lili non avesse avuto le possibilità di diventare sé stessa, si sarebbe suicidata. Detta così Warnekros le ha salvato la vita.

Tom Hooper: Non smetterò mai di dire quanto sia stata coraggiosa a sottoporsi in quel periodo ad un tale intervento chirurgico. Prima dell’avvento degli antibiotici, prima della penicillina, dove il rischio infezioni era altissimo e le terapie erano appena in fase iniziale di ricerca e comunque estremamente pericolose. Lili ha dimostrato una forza straordinaria nell’affrontare tutti questi rischi.

Eddie Redmayne: Il suo coraggio è diverso da qualsiasi cosa io possa immaginare. Un mio amico l’ha descritto come la disponibilità di Lili a fare qualsiasi cosa pur di vivere una vita autentica.

Lucinda Coxon: E’ un onore presentare questa storia ad un pubblico più ampio, andando a toccare le coscienze di tutto il mondo.

Le riprese principali di The Danish Girl sono terminate il mese di Aprile del 2015. La post-produzione è terminata nel Settembre 2015, data che segna il culmine dell’odissea della storia durata  15 anni, sullo schermo.

Alicia Vikander: Credo che tutti coloro che usciranno dalle sale dopo aver visto questo film, saranno toccati dal viaggio di Lili. E’ una storia d’amore tra due persone, ma soprattutto una storia d’amore che ci insegna ad amare noi stessi.

Eddie Redmayne: Anche se questa è la particolare storia di una donna molto determinata a trovare la propria strada per essere sé stessa, sento che tutti noi abbiamo delle barriere davanti. Dobbiamo affrontarle? Abbatterle? Oppure – nel peggiore dei casi – conviverci? L’audacia ed il coraggio che ci vuole per essere sé stessi, non devono essere mai sottovalutati.

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The Danish Girl disponibile in DVD da mercoledì 8 Giugno 2016
info: 18/02/2016.


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