Locandina The Elevator

The Elevator (2019)

The Elevator
Locandina The Elevator
The Elevator è un film del 2019 prodotto in Italia, di genere Drammatico diretto da Massimo Coglitore. Il film dura circa 89 minuti. Il cast include James Parks, Caroline Goodall, Burt Young, Katia Greco, Niccolò Senni, Sara Lazzaro. In Italia, esce al cinema giovedì 20 Giugno 2019 distribuito da Europictures.

The Elevator è ambientato nella città di New York, città dove vive e lavora Jack Tramell, 50 anni, single, famoso per il suo TV show, che fa impazzire gli americani. Il set principale è l’ascensore del palazzo dove vive Jack, luogo di espiazione delle colpe. Di quali colpe è accusato Jack? Lo scopriremo nella battaglia che dovrà affrontare con Katherine che chiede vendetta. Katherine, è affascinante, autoritaria, cinica, scientifica ma anche a volte spaesata. Katherine blocca Jack nell’ascensore la sera del labour day, lungo week end in cui la città si svuota, e lì inizierà un logorante gioco di tensione psicologica.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 20 Giugno 2019
Uscita in Italia: 20/06/2019
Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2019
Durata: 89 minuti
Formato: Colore
Produzione: Lupin Film
Distribuzione: Europictures

Recensioni redazione

The Elevator, recensione del film di Massimo Coglitore
The Elevator, recensione del film di Massimo Coglitore
Matilde Capozio, voto 6/10
Un uomo e una donna chiusi in un ascensore, una serata che potrebbe cambiare per sempre le loro vite: thriller claustrofobico con cui debutta alla regia l'italiano Massimo Coglitore.

Immagini

[Schermo Intero]

“ISPIRATO A UNA STORIA VERA” – LA STORIA

“The Elevator” è ambientato nella città di New York, città dove vive e lavora Jack Tramell, 50 anni, single, famoso per il suo TV show, che fa impazzire gli americani. Il set principale è l’ascensore del building dove vive Jack, luogo di espiazione delle colpe. La donna, Katherine, è affascinante, autoritaria, cinica, scientifica ma anche a volte spaesata. Katherine blocca Jack nell’ascensore la sera del labour day, lungo week end in cui la città si svuota, e lì cerca la sua vendetta…

“The Elevator” è un thriller psicologico, inquietante, avvincente che spiazza di continuo lo spettatore, spostandone il punto di vista nei confronti del colpevole e della vittima.
E’ veramente Jack responsabile di tutto ciò, o la donna è pazza e lui è innocente?
I dialoghi serrati, gli effetti sonori e visivi, la luce fredda alternata al calore degli esterni e la claustrofobia che le scene suscitano all’occhio dello spettatore, terranno alta la tensione fino alla fine.
Jack è ricco, famoso, conduce il quiz show più seguito della TV, non gli manca nulla, apparentemente.
La donna è disperata, spietata, folle. Ha studiato a lungo ogni mossa, ogni dettaglio, il sistema di funzionamento dell’ascensore, la pianta del building, l’orario migliore, è stata in casa di Jack, ne conosce le abitudini, conosce a memoria il suo show, ed è proprio il quiz il mezzo della “tortura”, domande su domande per illudere Jack su una possibile salvezza della propria vita.
Due esseri umani al cospetto, vittime delle loro debolezze, della loro forza, dei loro misfatti, della loro vita, con la quale pagheranno a caro prezzo il loro incontro.
Tutto si consuma in tempo reale, 2 ore, 2 esseri umani, 2 storie, 2 segreti, 1 colpevole, 1 vittima e nessun vincitore.

CAST

Il ruolo di Jack, personaggio televisivo americano, cinico e furbo, è affidato a James Parks, attore della galassia di Quentin Tarantino. Il giusto volto, tipico americano, molto televisivo, non bello. E’ un attore di grande talento, con il giusto timbro di voce, utile per questo ruolo. Oltre a “Django Unchained”, ha lavorato nel recente “The Hateful Eight” e sarà nel prossimo film di Tarantino. Visto al fianco di Val Kilmer ed Elizabeth Shue in “The Hard Ride” e nella serie “The Son” per AMC con Pierce Brosnan.
Il ruolo di Katherine è interpretato da Caroline Goodall. Nata a Londra, ha calcato i palcoscenici teatrali a lungo, collaborando con la Royal Shakespeare Company e il National Theatre, prima di essere scelta da Steven Spielberg per recitare in “Hook” nel 1991. Da allora ha lavorato in film e progetti televisivi negli Stati Uniti, Canada, Europa e Australia. E ‘stata nominata come miglior attrice dall’Australian Film Institute nel 1990 per “Cassidy”, e nel 1995 per “Hotel Sorrento”. E ‘stata nominata per il Logie Award come miglior attrice per “A Difficult Woman”, che nel 1998 ha vinto anche miglior mini serie TV al New York Festival. Tra i suoi film ricordiamo “The Shindler’s list” al fianco di Liam Neeson & “Disclosure” al fianco di Michael Douglas. Ultimamente vista nella serie “The White Queen” per BBC Drama. Il ruolo del guardiano, George, un ex pugile in pensione, è affidato a Burt Young, icona del cinema americano, celebre per il ruolo di Paulie, cognato di Rocky Balboa per il quale fu nominato agli Oscar nel 1977, ma anche impegnato in “C’era una volta in America” di Sergio Leone e in più di 100 film.

REGIA

La regia è affidata a Massimo Coglitore, classe 1970, già autore di cortometraggi di genere. Nel 1998 Coglitore gira “Uomo di carta”, primo corto in 35mm; successivamente, nel 2002 produce, scrive e dirige “Deadline”, nuovo corto in 35mm, in concorso in 143 festival nazionali e internazionali, e vincitore di 64 premi. Sua la regia di diversi documentari, videoclip, spot commerciali e sociali. Nel 2007 gira il film tv “Noi Due” per Rai Fiction e nel 2008 scrive la sceneggiatura di un nuovo film tv. Come opera prima realizza “The Elevator” prodotto dalla Lupin Film di Riccardo Neri.

NOTE DI REGIA

Il “thriller psicologico”, suscita sempre ampi consensi di spettatori ed è dotato di una sua specifica qualità ed importanza artistica. “The Elevator” si rivolge a un pubblico molto vasto, ed è un film in linea con le principali tendenze del genere thriller di oggi su scala internazionale. Spesso la violenza in pellicole di questo tipo è finalizzata al compiacimento del sangue e del macabro, basti pensare a film come Martyrs di P. Laugier, Hostel di E. Roth, Saw di J. Wan, Frontiers di X. Gens e À l’intérieur di A. Bustillo e J. Maury. Per “The Elevator” niente horror o splatter per spaventare o irritare lo spettatore. Niente effetti speciali fini a se stessi, ma un racconto fatto di sguardi, dubbi, vendetta e paura della morte. Il respiro angosciante dei protagonisti, dentro l’ascensore, sarà il “tappeto sonoro” del film. Voglio raccontare un dramma, un’ossessione che sfocia in lucida follia. Quando nella vita ti rimane solo la vendetta, l’odio ti devasta il cervello, non resta nulla se non il gusto sadico della sofferenza altrui. Ma anche essendo pura finzione cinematografica, abbiamo tutti la consapevolezza che tutto ciò non è impossibile, e quindi ci angoscia. In “The Elevator” la violenza sarà “catartica”, senza istigare all’aggressività, ma alla riflessione. Sarà proprio “il vedo, non vedo” che darà rigore stilistico al film. “The Elevator” si svolge dentro un ascensore, che qui più che mai gioca un ruolo quasi da co-protagonista e diventa “metafora di vita”. Un susseguirsi di accadimenti lascerà senza respiro i protagonisti e lo spettatore. Raccontare la paura, raccontare come questo isolamento si trasformi in una prigione essa stessa angosciante e causa di paura ulteriore. Pericolo, oscurità e claustrofobia sono gli ingredienti di “The Elevator”. Leggeremo sul volto di Jack il terrore di stare in quel luogo senza vie di fuga, e la trepidazione che, più passa il tempo, più c’è il rischio di non uscirne vivo. La storia procede svelandoci sempre più indizi e come tutti i thriller, la comprensione totale arriva alla fine. In una società gravida di incubi, e di effetti spettacolari a tutti costi, qui la suspense si formerà sugli schemi del classico cinema di genere. Due protagonisti, due realtà e due obbiettivi differenti. Jack lotta per salvare la propria vita, la donna per togliergliela. Ma alla fine, non ci sarà nessun vincitore. I dialoghi serrati mi ispirano un montaggio ritmato, ma non caotico. A volte respireremo un’atmosfera quasi “surreale”.

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