Locandina Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta
Locandina Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta
Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta (The Music of Strangers) è un film del 2015 prodotto in USA, di genere Documentario e Musica diretto da Morgan Neville. Il film dura circa 96 minuti. Il cast include Yo-Yo Ma, Kinan Azmeh, Kayhan Kalhor, Cristina Pato, Wu Man. In Italia, esce al cinema giovedì 24 Novembre 2016 distribuito da I Wonder Pictures.

Il potere universale della musica: un percorso che unisce i popoli oltre i limiti geografici, una strada che collega tutti i paesi del mondo, come una moderna Via della Seta. Il Silk Road Ensemble, il gruppo di musicisti e artisti fondato da Yo-Yo Ma, nasce proprio per esplorare questo potere che travalica ogni confine. Morgan Neville segue i pellegrinaggi di alcuni di questi artisti dando vita a un'intensa cronaca personale di passione, talento e sacrificio. Tra gli altri, oltre a Yo-Yo Ma, sono protagonisti del film Cristina Pato, suonatrice di cornamusa galiziana detta "la Jimi Hendrix della Galizia", Kinan Azmeh, clarinettista siriano sfuggito alla guerra, Kayhan Kalhor, virtuoso dello strumento tradizionale iraniano kamancheh, costretto ad abbandonare sua moglie e il suo Paese dopo la "rivoluzione verde", e Wu Man, suonatrice di pipa, strumento a corde della tradizione cinese considerata una rockstar di livello internazionale. Le incredibili vicende professionali, umane e politiche dei protagonisti e le trascinanti musiche di altissimo livello artistico accompagnano lo spettatore in un incontro con l'altro e in un'esperienza straordinariamente emozionante. Il film è il ritratto vivido di un esperimento musicale coraggioso e rivoluzionario, alla ricerca degli indissolubili legami che uniscono l'umanità intera. E che rendono evidente la futilità delle convenzioni che la vorrebbero divisa. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 24 Novembre 2016
Uscita in Italia: 24/11/2016
Genere: Documentario, Musica
Nazione: USA - 2015
Durata: 96 minuti
Formato: Colore
Produzione: Tremolo Productions, Participant Media (in associazione con)
Distribuzione: I Wonder Pictures

Cast e personaggi

Regia: Morgan Neville

Cast Artistico e Ruoli:

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI PRODUZIONE

"È solo attraverso l'intersezione di differenti culture che si può creare qualcosa di nuovo".
Yo-Yo Ma, violoncellista e fondatore del Silk Road Ensemble

La leggendaria Via della Seta univa i più remoti angoli dell'Asia alle via dell'antica Roma attraverso una complessa rete di sentieri, rotte e antichi percorsi commerciali che mettevano in contatto tra di loro alcune delle civiltà collocate nelle zone più estreme del mondo, tra cui Cina, India, Persia, Africa, Medio Oriente e le civiltà del Mar Mediterraneo. Formata da una rete di rotte commerciali che ricoprivano una distanza pari a 4.600 miglia, la Via della Seta è stata considerata per molto tempo il percorso più sicuro per avventurieri, pellegrini e commercianti, permettendo così un produttivo interscambio di merci, tecnologie e idee che nei secoli hanno trasformato le diverse culture e dato forma al mondo moderno che noi oggi conosciamo.
Nel documentario Yo-Yo Ma e i Musicisti della Via della Seta – The Music of Strangers, il regista Morgan Neville presenta la figura del leggendario violoncellista Yo-Yo Ma e assieme a lui indaga le molteplici modalità attraverso le quali l'arte e la cultura continuano a contribuire in modo rilevante a creare legami tra persone provenienti da tutto il mondo, come testimoniato anche dal lavoro svolto dall'innovativo collettivo di artisti internazionali a cui il violoncellista ha dato vita, il Silk Road Ensemble. Si tratta di un folto gruppo formato da artisti e musicisti di incredibile talento che suonano strumenti più o meno noti – come il violoncello, il clarinetto e il banjo, ma anche altri estremamente particolari ed esotici come l'oud arabo, la pipa cinese e il kamancheh persiano – e che da 15 anni accoglie gli artisti più dotati al mondo e consente loro di confrontarsi con culture diverse, di imparare da queste ultime e di diffondere a loro volta la cultura del loro paese di origine.
Yo-Yo Ma e i Musicisti della Via della Seta – The Music of Strangers è un film ricco di idee ed emana un'incredibile energia, proprio come il personaggio che lo ha ispirato. La pellicola narra il ventennale viaggio di questo musicista visionario alla ricerca di una musica che abbracci e unisca tutto il mondo. "Io vengo dalla musica classica" afferma Ma. "Quando incontro qualcuno che possiede delle tradizioni diverse dalle mie, noto subito che la sua modalità di approccio alla musica differisce dalla mia. Un musicista romano o un violinista degli Appalachi può esprimersi in modo libero, ma possiede comunque delle regole specifiche provenienti dalla tradizione di origine e dal background culturale. Lo spirito nazionale riecheggia nelle note della musica di una specifica regione. Una musica che rievoca ricordi, immagini, riferimenti storici e tutti quegli elementi che uniti creano la cultura di una nazione".
L'interesse di Ma per le altre culture deriva, come è solito affermare, dai numerosi anni passati ad esplorare le connessioni culturali presenti all'interno del mondo della musica. Ad esempio, Ma ricorda che quando si è trovato all'interno del Palazzo Imperiale del Giappone ha notato uno strumento a lui del tutto sconosciuto, che emanava un'aura speciale e portava i segni di un viaggio fuori dal comune. "Era molto simile alla pipa cinese ma aveva cinque corde, e non quattro come gli altri strumenti a corda. Non esistono altri esemplari di questo strumento, ad eccezione di un dipinto rupestre che si trova nelle grotte di Dunhuang in Cina. Questo misterioso strumento era adornato con la raffigurazione di un uomo persiano a cavallo di un cammello e alle sue spalle si intravedeva un paesaggio di montagna. Il retro dello strumento era intarsiato con decorazioni in madreperla e due pietre rosse provenienti esclusivamente dall'Africa dell'Est. Lo strumento arrivò in Giappone all'incirca nella stesso periodo in cui si sviluppò il Buddismo. Si trattava quindi di uno strumento che aveva all'incirca 1.500 anni e che conservava traccia dentro di sé dei differenti paesi attraverso i quali aveva viaggiato, gli stessi percorsi anche dal Buddismo, e adesso questo unico esemplare risiede in Giappone".
Neville, le cui precedenti opere includono adattamenti cinematografici di popolari icone della musica occidentale come Rolling Stones, Johnny Cash e Ray Charles, desiderava esplorare le collaborazioni cross-culturali createsi all'interno del collettivo. "Tutti sappiamo che la musica è un linguaggio internazionale capace di creare ponti tra le persone" afferma Neville. "Ma ciò che mi chiedo è cosa significa esattamente e in quale modo si creano tali legami? Yo-Yo ha intrapreso un viaggio ventennale per provare a scoprire in che modo è possibile utilizzare la musica per far sì che il mondo sia un posto migliore. Volevo accompagnarlo in questo suo incredibile cammino e vedere cosa potevo fare in concreto."

LA SFIDA

"Le tradizioni nascono sempre dall'innovazione. Quando però la cultura fallisce e non genera innovazione, allora è destinata a morire."
Yo-Yo Ma

Per il Silk Road Project, l'organizzazione che sovrintende le attività del collettivo, si trattava di un'opportunità unica per riuscire a raggiungere uno scopo molto più di ampio respiro rispetto alla realizzazione di un convenzionale film che raccogliesse i suoi migliori concerti. "Da sempre desideravamo realizzare qualcosa di unico che fosse in grado di coinvolgere profondamente gli spettatori e mostrare il nostro complesso lavoro in tutti i suoi aspetti" precisa Cristin Canterbury Bagnall, Direttore del Programma Artistico ed Educativo del Silk Road Project. "Come Yo-Yo Ma è solito affermare, la musica è solo la punta dell'iceberg del grande progetto del Silk Road. Alla base di tutto ci sono le connessioni generate al suo interno tra i membri che lo compongono. Yo-Yo crede che osservando con molta attenzione qualcosa che a prima vista sembra avere caratteristiche prettamente locali, ci si possa accorgere di come in realtà vi siano anche degli elementi globali al suo interno. Spesso però fingiamo di non accorgerci di quanto siamo costantemente influenzati gli uni dagli altri. Morgan ha colto perfettamente questa idea e si è immerso da subito nel progetto."
A distanza di meno di una settimana dal loro primo incontro, Neville si recò a Hong Kong per incontrare il collettivo e assistere a una loro performance dal vivo. Da quel momento Neville ha seguito il collettivo nei loro spettacoli in Cina. "Mi sono ritrovato a chiedermi che cosa ci facessi lì e in che cosa mi fossi imbarcato" ride Neville. "Durante questo primo viaggio pensavo in continuazione alla realizzazione del film e a ciò che avrei potuto creare. Mi resi presto conto che il classico formato da concerto non sarebbe stato all'altezza di tutta la storia e del contesto che caratterizza il collettivo. Tutti i temi toccati nel film sono gli stessi che Yo-Yo ha indagato per anni. Osservare il collettivo attraverso i suoi occhi ha reso possibile il racconto di questa incredibile storia che parla di cultura e di musica".
Dopo il viaggio in Cina nell'ottobre 2013, i registi hanno proseguito il viaggio accompagnando il collettivo in Giordania, Turchia, Spagna e negli Stati Uniti e documentando il viaggio e prendendo parte anche ai progetti indipendenti seguiti dai singoli membri del gruppo. "Si tratta del film più difficile che io abbia realizzato finora" afferma Neville. "Girare in alcuni paesi è stato particolarmente difficile. Ci siamo trovati in grosse difficoltà durante le riprese nel campo profughi e alla fine ci è stato chiesto di andarcene. In Cina invece eravamo costantemente sorvegliati dal governo".
Dopo aver visto le prime scene girate da Neville, nel 2014, Participant Media, compagnia la cui missione è di creare un tipo di spettacolo che ispiri e porti all'accelerazione del cambiamento sociale, ha deciso di prendere parte al progetto. "Uno degli elementi fondamentali per la costruzione di un mondo pacifico e prospero è certamente la comunicazione" afferma Diane Weyermann, Vice Presidente Esecutivo di Participant Media, documentarista e produttore esecutivo di Yo-Yo Ma e i Musicisti della Via della Seta – The Music of Strangers. "Dobbiamo cercare di essere disponibili e aperti verso il prossimo e compiere uno sforzo sempre maggiore per cercare di comprendere gli altri. Questo film parla di un gruppo di persone che cercano di fare proprio questo mentre creano, compongono e suonano musica insieme".
Il grande impegno profuso da parte di Neville va oltre la semplice cronaca degli eventi riguardanti il Silk Road Ensemble e ha fatto sì che diventasse parte integrante del collettivo, come ribadisce Laura Field, Amministratore Delegato e Direttore Esecutivo del Silk Road Project. "Neville ha seguito il collettivo in numerosi tour e ha lavorato moltissimo con i singoli artisti per poter raccontare al meglio le loro storie personali" afferma Laura. "Consideriamo Neville come uno dei nostri artisti. Si è trovato a suo agio a lavorare con il genere musicale ed è stato molto abile nel raccontare queste storie attraverso la musica. È stato emozionante osservare il nostro mondo raffigurato attraverso il suo sguardo".
Yo-Yo Ma ci tiene ad aggiungere che: "Siamo immensamente felici che la nostra storia sia stata raccontata da una persona così artisticamente sensibile e creativa come Morgan. É stato coinvolgente vederlo all'opera mentre dava forma alla narrazione della storia. Non si tratta semplicemente della narrazione di chi ognuno di noi musicisti è e di come è arrivato fino a qui. C'è un significato importante dietro quello che essi fanno. Si tratta d una storia che parla delle responsabilità che ognuno di noi ha verso l'altro. Questa è una parte fondamentale della nostra storia".

DOVE TUTTO È COMINCIATO

"L'inizio della storia comincia quando un gruppo di musicisti si riunisce insieme e osserva cosa accade quando degli estranei si incontrano".

Yo-Yo Ma e i Musicisti della Via della Seta – The Music of Strangers è ambientato nel 2000, anno in cui Yo-Yo Ma riunisce insieme per la prima volta a Lennox, in Massachusetts, più di 50 tra i migliori musicisti provenienti dalle terre che in passato formavano la celebre Via della Seta. L'incontro è il risultato di anni di preparazione e di studi svolti assieme a musicologhi, etnografi e antropologi per indagare le tradizioni musicali dei paesi posti lungo l'antica rotta commerciale. Si tratta di un incontro unico nel suo genere, e viene ricordato dal precedente Direttore Esecutivo del Silk Road Project Ted Levin con il nome di "Manhattan Project of Music".
Dopo dieci giorni di stretta collaborazione e numerose ore di improvvisazione, l'inusuale seminario si concluse con un concerto in cui vennero suonati sedici pezzi inediti di fronte a un'entusiasta platea formata dai maggiori esperti di musica. Una volta che tutti in partecipanti furono tornati nei loro paesi di origine, Ma e i responsabili del Silk Road Project si trovarono davanti a una decisione. "Quando un progetto giunge a termine, sai che ce ne saranno altri altrettanto magnifici da realizzare in futuro", afferma Ma. "Questo però era un progetto diverso da tutti gli altri. Ci trovammo di fronte a una decisione delicata: proseguire con il progetto o lasciare che finisse così?"
Negli anni successivi, il Silk Road Ensemble ha portato avanti i propri progetti fino ad evolversi in un'organizzazione composta da musicisti e artisti accomunati dal desiderio di esplorare i temi della connessione culturale, della storia e della tradizione in un ambiente famigliare e accogliente capace di ospitare persone provenienti da situazioni ed esperienze personali totalmente differenti, ma accomunate dalla volontà di celebrare la comunione e la condivisione con il prossimo.
"All'interno di questo processo è stato essenziale trovare un modo per capire l'Altro", precisa Neville. "Se c'è qualcosa che dovremmo fare oggi, beh, è proprio questo. Anche per via delle sempre più numerose forze al mondo che ci spingono ad avere paura dell'Altro".
Secondo Ma, la chiave del successo di questo gruppo risiede nel fatto che sono proprio le persone a sostenerlo e a mantenerlo vivo. "Ogni membro è un grande virtuoso del proprio strumento, ma all'interno del gruppo non è solo questo", afferma Ma. "Il loro modo di esprimersi musicalmente è una parte del loro modo di essere. Il Silk Road Ensemble è un gruppo composto da persone estremamente creative che eccellono nella loro arte. Ma oltre a questo, tutti loro amano profondamente lavorare insieme e farlo nel migliore dei modi. Ognuno possiede una conoscenza profonda di qualcosa, ma lavorando in gruppo possono condividere le loro conoscenze arricchendosi a vicenda. È stato incredibile osservare l'evoluzione personale di ognuno di loro, parallelamente all'evoluzione artistica e alla comprensione di un ampio contesto di comunione, di cultura e di tradizioni. Abbiamo imparato a collaborare e ad avere fiducia reciproca nonostante le differenze".
Tenendo bene a mente queste parole, Neville si è dedicato con la sua telecamera a un piccolo ma significativo gruppo di membri del Silk Road Ensemble provenienti da Cina, Iran, Siria e Spagna. "Una delle ragioni per cui abbiamo scelto i musicisti provenienti da questi paesi è che queste persone hanno vissuto sulla loro pelle il pericolo che la loro cultura andasse perduta per sempre", afferma Neville. "Spesso nei paesi che hanno vissuto delle rivoluzioni culturali, gli artisti hanno vita difficile e vengono messi a tacere, emarginati, imprigionati, esiliati o peggio. L'arte fa sperare le persone e le porta a pensare a loro stesse e alla loro situazione. L'arte fa paura ai governi repressivi".
"In Cina e in Iran", prosegue il regista, "la rivoluzione non consisteva solamente nella repressione di qualsiasi influenza di stampo occidentale. La rivoluzione mirava a estirpare qualsiasi forma di cultura tradizionale. La musica della tradizione era particolarmente presa di mira. Uno dei principali scopi del collettivo è proprio la preservazione e la diffusione delle diverse culture. All'apparenza il concetto di tradizione può sembrare semplice, ma in realtà è più difficile di quanto possa sembrare comprenderlo e indagarlo in profondità. Non si tratta di una mera dichiarazione formale di intenti o della costruzione di un museo. Si tratta di una presenza e di un organismo in costante crescita ed evoluzione. Ognuno dei musicisti che abbiamo scelto di raccontare in questo film ci mostra, in modo diverso, come le tradizioni crescono e sopravvivono nel tempo.

UN APPROCCIO RIVOLUZIONARIO

"L'idea centrale della cultura non consiste nella semplice preservazione della tradizione, ma nel cercare di mantenerla viva nelle sue caratteristiche e di supportarla nella sua evoluzione".

All'interno del film tutti i protagonisti – rispettivamente Kayhan Kalhor dall'Iran, Wu Man dalla Cina, Cristina Pato dalla Galizia e Kinan Azmeh dalla Siria – parlano della musica che suonano secondo molteplici prospettive – pubblica e privata, professionale e famigliare – e dell'influenza che la partecipazione al progetto del Silk Road Ensemble ha avuto sulle loro vite. "Abbiamo deciso di focalizzare il nostro racconto sui musicisti che più di altri potevano ricordarci che essere un artista significa anche essere disposti al sacrificio e ad affrontare una serie di avversità, oltre al poter godere dei sentimenti di gioia e di meraviglia che la musica è capace di suscitare" commenta Neville. "Sono uomini e donne caratterizzati da differenze geografiche e stilistiche. Le loro storie sono diverse, ma complementari".
Uno dei temi principali ad emergere nel film è l'idea di "casa". Quale luogo possiamo considerare come casa? Cosa significa? In che modo essa definisce chi noi siamo? "Tutti i musicisti parte del collettivo, incluso Yo-Yo Ma, hanno lasciato le loro case e le tradizioni della loro terra per incamminarsi verso luoghi ignoti" racconta Neville. "Alla fine ognuno di loro è tornato più ricco, con nuove conoscenze e un nuovo modo di vedere il mondo. Questa è in breve la trama di Hero's Journey di Joseph Campbell".
Kayhan Kalhor, acclamato suonatore di kamancheh e musicista persiano di fama internazionale, nominato tre volte ai Grammy, ha lasciato l'Iran all'età di 17 anni. Ha attraversato l'Europa per miglia e miglia solo con il suo zaino in spalla e il suo strumento in mano. "Kayhan è un esponente di spicco e di lungo corso della musica e della cultura persiana", racconta Neville. "Kayhan ha avuto una vita difficile mentre cercava di perseguire lo scopo di preservare e portare avanti l'arte del kamancheh. Lui è il simbolo di quanto la vita può essere complicata se vivi in un posto come l'Iran".
Quando successivamente è riuscito a tornare in Iran per insegnare la tradizionale arte persiana del kamancheh, si è trovato di fronte a una nuova generazione che ignorava la storia e la tradizione del paese. "Lo scopo che mi prefiggo è di rappresentare la mia cultura e di mostrare quanto questo antico patrimonio di sapere e di tradizioni abbia contribuito alla vita di oggi" afferma Kayhan nel film. "Lo strumento che suono, il kamancheh, non viene più insegnato. Mi reputo molto fortunato ad aver avuto la possibilità di lavorare con l'ultima generazione di musicisti che coltivava questa arte".
Durante il suo soggiorno in Iran, Kalhor si è sposato e ha deciso di stabilirsi poco fuori Tehran. Non molto tempo dopo però è stato costretto dal governo a lasciare nuovamente il paese a causa del suo orientamento politico. "Non so chi sia il regista che sta dietro le quinte delle diverse rivoluzioni, ma ai miei occhi sono tutte uguali", afferma. "E ogni rivoluzione colpisce la vita delle persone nello stesso modo".
Per Wu Man, suonatrice di pipa (liuto cinese) famosa in tutto il mondo e ambasciatrice della musica cinese, lasciare la Cina è stata un'opportunità che le ha permesso di realizzare collaborazioni con partner non ortodossi e instaurare nuovi standard nell'arte della pipa. Al suo ritorno in patria, Wu ha assistito alla rapida scomparsa della musica tradizionale cinese e ha deciso così di intraprendere un percorso mirato a documentare la presenza della musica folk cinese.
"Wu aveva la spiacevole sensazione che la gente avesse davvero poco rispetto per la tradizione, così ha deciso di diventare paladina della tradizione" afferma Neville. "Wu è passata dall'essere una fuorilegge della musica a essere una convinta conservatrice delle tradizioni culturali".
I registi hanno seguito Wu Man nella regione dello Xian, dove Wu ha presentato loro la Zhang Family Band, ovvero l'undicesima generazione di un clan che si esibisce in spettacoli che vedono come protagoniste le turbolente ed energiche esibizioni delle ombre di marionette di carta realizzate a mano e che si muovono a suon di musica. Quando Wu è venuta a sapere che questo incredibile clan difficilmente avrà una dodicesima generazione per portare avanti la loro arte, ha deciso di organizzare per loro uno spettacolo a New York.
Wu Man ammette che passare continuamente da una cultura all'altra può rendere difficile provare un sentimento di apparenza a un luogo specifico. "In America tutti mi considerano cinese perché suono uno strumento cinese e vengo dalla Cina. Ma in Cina tutti mi considerano americana e mi accusano di non sapere nulla della Cina di oggi".
Tra gli ultimi membri giunti a far parte del collettivo, c'è il clarinettista Kinan Azmeh, stella nascente del panorama musicale siriano. Purtroppo nel 2012, il conflitto siriano lo ha costretto all'esilio. "Prendere coscienza della situazione in cui si trova Kinan, del suo attuale rapporto con lo stato in cui è nato e venire a conoscenza di quello che sta attraversando in questo momento è davvero intenso e toccante", afferma Neville. "Tutto ciò ha spinto Kinan a domandarsi se l'arte ha davvero qualche significato. Ed egli è arrivato alla conclusione che sì, l'arte ha sempre un significato. In questo sono totalmente d'accordo con lui".
I registi hanno seguito Azmeh in un campo profughi per rifugiati siriani situato in Giordania, dove il musicista ha incontrato un altro membro del collettivo, l'artista Kevork Mourad, per realizzare insieme una serie di workshop dedicati ai bambini ospitati nel campo. "Le persone di solito pensano che non ci sia tempo per la musica" racconta Azmeh. "Ma in questo momento sentono che ne hanno bisogno. Le persone meritano almeno un momento di felicità, ma la realtà all'esterno non lo rende affatto semplice".
"Quando la rivoluzione siriana ha avuto inizio", prosegue Azmeh, "ho provato un insieme di emozioni così complesse che era estremamente difficile per me perfino tradurle in musica. Non riuscivo a comporre niente. Allora intrapresi un viaggio alla ricerca di una nuova voce e, a volte, ho pensato anche di averla trovata. Ma successivamente tutto è cambiato di nuovo".
Come Wu Man, anche Cristina Pato è una donna ribelle che ha deciso di diventare paladina della tradizione del proprio paese. Pato è la migliore suonatrice in tutto il mondo di cornamusa galiziana (gaita) ed è grazie al suo stile non convenzionale e alle sue originali esibizioni che deve il soprannome di "Jimi Hendrix della gaita".
"Cristina ha portato una nuova energia all'interno del collettivo e ha dato molto di se stessa durante la realizzazione del film", afferma Nevile. "Cristina emana luce e gioia. Nonostante le difficoltà, crede fermamente che la musica porti sempre gioia e Cristina è una persona genuinamente gioiosa. La cultura galiziana combatte da 2000 anni contro coloro che la vorrebbero cancellare dalla Spagna. La Spagna di Cristina infatti non è la Spagna del flamenco e delle corride che siamo soliti vedere. Assomiglia molto di più alle coste meridionali dell'Irlanda. Tutti in Galizia mangiano pesce e suonano la cornamusa".
Tempo fa la Galizia era un vero e proprio stato e mantiene ancora oggi la sua lingua locale, ma Pato ha provato una profonda costernazione nell'osservare negli anni l'irrefrenabile erosione dei caratteri tipici di questa regione. Nel ricoprire il ruolo di fondatrice del Galician Connection, un festival che include numerose discipline e che si tiene annualmente in Galizia, Pato ha seguito i principi guida che ispirano il Silk Road Ensemble e ha cercato di replicare nel suo piccolo l'iniziativa anche nel suo paese d'origine.
"Fare parte di questo esperimento mi aiuta comprendere cosa significa voler mantenere la tua identità viva", afferma Cristina. "Sogno di avere in futuro un ruolo per quanto riguarda lo stato delle arti in Galizia".
I musicisti raccontano senza remore lo spirito battagliero che li motiva e le relazioni creative che danno loro la forza di proseguire nel progetto. "Osservi Cristina mentre parla della musica che ha composto per sua madre", riflette Ma. "Oppure pensi a Kinan, una persona così ottimista, e a tutto quello che sta accadendo nel suo paese d'origine – cosa può farci lui? Abbiamo instaurato relazioni di fiducia molto forti e ci aiutiamo a vicenda. Che si tratti di Cristina che si occupa del suo festival in Galizia, oppure di Sandeep Das e del suo lavoro in India, siamo soliti invitarci a vicenda ai nostri rispettivi spettacoli e questo ha rafforzato la collaborazione tra di noi".
Tutti questi sforzi individuali e collettivi hanno lo scopo di aprire le porte ad un nuovo mondo più espansivo e inclusivo, secondo Weyermann. "La storia del Silk Road Ensemble è composta da persone che hanno deciso di riunirsi insieme e di riflettere su come muoversi in un mondo sempre più complesso e caratterizzato dall'incubo della guerra. È un racconto che parla di come intorno a noi si possano trovare ovunque inattesi elementi di comunione e condivisione e che ha il chiaro intento di celebrare la nostra umanità condivisa.
Per Rogers, le vicende personali dei singoli musicisti sono il cuore pulsante del film e del Silk Road Ensemble stesso. "Ascoltarli mentre raccontano del lavoro e degli sforzi che stanno compiendo per supportare la loro cultura è la parte di maggiore interesse per me" afferma Rogers. "La cooperazione tra di loro è davvero ispiratrice. Le persone interagiscono a livelli differenti e in un modo che non avevo mai visto prima".

IL FUTURO DELLA MUSICA

"Spesso mi ritrovo a riflettere su chi sono e su qual è il mio ruolo nel mondo. Si tratta di un quesito che condivido con altri 6 miliardi di persone".

Sostanzialmente, le nuove tradizioni che il Silk Road Ensemble sta creando potrebbero essere ancore di salvezza per le tradizioni più antiche che il progetto si propone di proteggere. "Ogni tradizione è il risultato di un'invenzione di successo", afferma Yo-Yo Ma. "Purtroppo, non appena qualcosa diventa di successo, le persone vogliono qualcos'altro che riesca a ottenere un successo ancora maggiore, così le tradizioni diventano di volta in volta sempre meno significative. L'idea di cultura non comprende solo il tema della preservazione della tradizione, ma soprattutto riguarda la volontà di far sì che le cose si mantengano vive e possano evolvere. Gli esseri umani crescono attraverso la loro curiosità e il loro essere ricettivi e aperti verso il mondo che li circonda. Molte persone hanno paura del cambiamento, e non hanno tutti i torti ad esserne impauriti. Ma se sposi l'idea del cambiamento, allora puoi diventare tu stesso terreno fertile capace di portare allo sviluppo di qualcosa di buono".
Essendo egli stesso un musicista, Neville si è sentito molto privilegiato di poter condividere la storia del collettivo con il mondo intero. "La musica è come un incredibile cavallo di Troia", afferma il regista. "Al suo interno si possono esplorare in profondità moltissimi temi. Ogni film sulla musica che ho realizzato, in realtà, parla anche di altro. Per esempio, il film 20 Feet from Stardom tratta il tema dell'ego e della fama. Il film su Stax Records parla del movimento per i diritti civili. La musica ingloba sempre al suo interno numerose storie ed emozioni, è un mezzo di lavoro incredibile per un regista. Ci permette di far intraprendere alle persone viaggi che non avrebbero mai pensato di poter fare".
Weyermann è d'accordo con le parole di Neville, e aggiunge: "Morgan ha svolto un ottimo lavoro e si è concentrato molto sulla musica, ma toccando anche altri temi importanti. Il film parla del potere e dell'ispirazione che la musica sa generare e della capacità di connettere le persone attraverso le differenze".
L'elemento comune che lega i film girati da Neville è che tutti affrontano sotto diversi aspetti il tema della cultura. "I miei film parlano di come l'arte e la cultura possono avere ancora un ruolo essenziale nel mondo contemporaneo, che, purtroppo bada solamente agli aspetti concreti e misurabili della vita. L'arte invece è difficile da quantificare. Cerchiamo di esplorare il significato del termine cultura per ricordare alle persone che non è altro che uno specchio che riflette noi stessi e il nostro modo di essere. Lo scopo del film è di ricordare alle persone che la cultura non è un semplice rivestimento, come la glassa che ricopre una torta. La cultura è il piatto da portata, la base su cui la torta poggia".
"Poter raccontare questa storia è stato incredibilmente appagante, oltre a essere veramente impegnativo e complesso", ammette il regista. "Nessuna scena di questo film è stata facile da realizzare. Si tratta di un mondo a parte, privo di limiti e che offre infinite possibilità e spunti di riflessione. Uno dei motivi che mi hanno spinto a fare questo film è stata la curiosità verso questo tipo di mondo. La storia avrebbe potuto essere narrata da molteplici prospettive e punti di vista. Ci sono numerosi protagonisti e moltissime idee valide. Per girare la pellicola abbiamo attraversato l'intero pianeta. È stato come riuscire a completare un puzzle. C'erano tantissime persone interessanti che raccontavano storie molto vere e istruttive, ma a mio parere non si potevano paragonare alla potenza dell'esperienza musicale. Volevo che la musica parlasse ed esprimesse se stessa.
"Volevo che le persone dopo aver visto il film si sentissero sorprese di avere imparato qualcosa che non immaginavano che avrebbero imparato", prosegue il regista. "Spero che le persone possano riconoscersi in uno dei protagonisti e comprendere che tutti noi siamo accomunati dalla costante ricerca della definizione del nostro essere. Questi artisti hanno trovato il modo di farlo attraverso la musica".
Per Ma, il progetto del Silk Road Ensemble racchiude in sé alcuni elementi che portano in qualche modo alla chiusura del cerchio che rappresenta la sua vita. "Mio padre è nato nel 1911 e ha lasciato la Cina quando aveva venticinque anni per dirigersi in Francia a completare gli studi. Egli scrisse di come la musica cinese risultasse all'orecchio se suonata seguendo le tecniche di composizione francesi. Non è strano? Dopo tutti questi anni, mi rendo conto che la mela non cade mai troppo lontano dall'albero".
Yo-Yo Ma considera il Silk Road Ensemble come la sua casa. "Tutto è iniziato grazie a un gruppo di musicisti che ha deciso di riunirsi e stare a vedere cosa accadeva quando degli sconosciuti si incontrano. Ora, quando mi trovo con loro, sento crescere dentro di me una rigogliosa creatività e un profondo sentimento di fiducia. Lavorare con loro mi fa sentire supportato, ispirato e mi dona un'energia nuova. È un vero piacere aver potuto assistere al loro percorso di evoluzione artistica e al loro ruolo di cittadini che contribuiscono allo sviluppo della cultura nel mondo. Si tratta di persone che hanno a cuore le loro comunità di origine. Alcuni di loro sono professori, altri organizzano festival culturali. Tutti sono riusciti a fare sì che le loro vite siano ricche e piene di significato, e anche io mi sento un essere umano migliore grazie alle conoscenze che abbiamo condiviso e al lavoro che abbiamo svolto insieme".

I MEMBRI DEL COLLETTIVO

YO-YO MA è un violoncellista la cui vastissima e sfaccettata carriera è il testamento virtuale della sua continua ricerca verso nuovi modi per comunicare con gli ascoltatori e testimonia il suo desiderio personale di crescita artistica e di continuo rinnovamento. Yo-Yo Ma è riuscito a mantenere un equilibrio tra le sue partecipazioni in tutto il mondo come solista all'interno di un'orchestra e le altre sue attività, come le esibizioni da solista e le composizione per musica da camera.
La discografia di Ma conta più di 90 album (tra cui 18 premi ai Grammy Awards) e rispecchia i suoi molteplici interessi. Ha inciso numerosi pezzi che sfuggono alla classificazione per categorie, ad esempio "Hush" con Bobby McFerrin, "Appalachia Waltz" e "Appalachian Jouney" con Mark O'Connor e Edgar Meyer, i tributi alla musica del Brasile vincitori di due Grammy "Obrigado Brazil" e "Obrigado Brazil – Live in Concert". Tra i suoi pezzi più recenti troviamo "Mendelssohn Trios" con Emanuel Ax e Itzhak Perlman, "The Goat Rodeo Session" con Edgar Meyer, Chris Thile e Stuart Duncan (che ha ricevuto nel 2013 un Grammy come Best Folk Album); "A Playlist Without Borders" registrato con il Silk Road Ensemble e pubblicato nel 2013; e il recente brano "Songs From The Arch of Life" con Kathryn Stott. Con il suo vastissimo repertorio, Ma è uno dei musicisti più venduti nel panorama della musica classica. Tutti i suoi ultimi album sono stabili nella classifica Billboard dei pezzi di musica classica più venduti e sono rimasti presenti in classifica tra i primi quindici per periodi molto lunghi, spesso con quattro titoli in classifica contemporaneamente.
Nel 2009 la Sony Classical ha pubblicato un box contenente più di 90 album per celebrare i 30 anni di Ma come artista sotto contratto con la Sony. Ma ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Avery Fisher (1978), la Medaglia Nazionale delle Arti (2001) e la Medaglia Presidenziale della Libertà (2011). Sempre nel 2011 Ma ha ricevuto l'Onorificenza del Kennedy Center. Ma si è esibito di fronte a otto presidenti americani e recentemente è stato invitato dal Presidente Obama alle celebrazioni in occasione della 56esima Cerimonia Inaugurale.
Ma riveste il ruolo di Direttore Artistico del Silk Road Project, organizzazione fondata per promuovere spettacoli cross-culturali e collaborazioni sempre più estreme, dove l'unione di educazione, economia e arte possano agire insieme per trasformare il mondo. Al Silk Road Ensemble sono stati commissionati più di 80 lavori, senza contare i tour annuali che organizza. Ma ricopre anche il ruolo di Consulente Creativo di Judson and Joyce Green per l'Orchestra Sinfonica di Chicago. Il suo impegno è incentrato sul potere di trasformazione che la musica può avere sulla vita degli individui e si propone di aumentare di volta in volta il numero e la varietà delle opportunità per il pubblico di ascoltare la musica all'interno delle loro comunità.
Ma è conosciuto a livello internazionale anche per l'impegno profuso nei programmi educativi d'avanguardia che mirano a "portare il mondo dentro alle classi e le classi all'interno del mondo". Quando ha del tempo a disposizione, Ma tiene anche Master Class e lezioni meno formali per studenti (musicisti e non musicisti). Ma è riuscito perfino ad avvicinare gli spettatori più giovani grazie alle sue apparizioni in "Arthur", "Mister Rogers' Neighborhood" e "Sesame Street".
Ma è nato a Parigi da genitori cinesi che successivamente si sono trasferiti a New York. Lì all'età di quattro anni ha iniziato a studiare violoncello, ha frequentato la Juilliard e nel 1976 si è laureato all'Università di Harvard. Negli ultimi anni Ma ha preso parte alla Consiglio dell'Aspen Institute di Trustees. Ma e la moglie hanno due bambini. Gli strumenti suonati da Ma sono nello specifico un violoncello Montagnana del 1733 proveniente da Venezia e un Davidoff Stradivarius datato 1712.

CRISTINA PATO suonatrice di cornamusa galiziana, pianista e docente che ha intrapreso un'attiva carriera professionale dedicata al jazz, alla musica classica e alla musica tradizionale galiziana. La sua duplice carriera l'ha portata ad esibirsi sui palchi più importanti e ad attraversare Stati Uniti, Europa, India, Africa e Cina. Pato è fondatrice e membro del Consiglio del Silk Road Ensemble di Yo-Yo Ma e si occupa anche dell'organizzazione di collaborazioni con l'Università di Harvard.
Nel 1999 Pato ottiene la fama come prima musicista donna di gaita (cornamusa siciliana) ad aver realizzato un album da solista e da allora collabora con artisti del calibro di Yo-Yo Ma, la Chicago Symphony Orchestra, Osvaldo Goljov, la New York Philharmonic, Paquito D'Rivera e Arturo O'Farrill e la Afro Latin Jazz Orchestra.
Dopo anni vissuti da pop star della gaita nella natia Spagna, Cristina decide di trasferirsi a New York per ottenere un dottorato e dare nuova vita alla sua carriera e spostarla in una direzione differente. Pato riesce a combinare la sua passione per la gaita con una miscela inedita di ritmi jazz e suoni latini. Oltre ai numerosi tour per il mondo, Pato si spende in modo appassionato per ciò che riguarda l'educazione e lo scambio culturale.
Pato si esibisce e compone brani dall'età di 12 anni, ha pubblicato sei assoli con la gaita e due come pianista. Pato ha collaborato anche alla realizzazione di più di 30 brani con importanti artisti, tra cui ricordiamo il premiato ai Grammy "Yo-Yo Ma and Friends: Songs of Joy and Peace" (SONY BMG 2008); "Miles Espanol: New Sketches of Spain" (Entertainment One Music 2011); l'album del Silk Road Ensemble nominato ai Grammy "Off The Map" (World Village 2010). Pato si è esibita a oggi in più di 600 concerti con la propria band, molti dei quali registrati e trasmessi da emittenti televisive come RAI, BBC, TVG, CNN e RTVE.
Pato possiede un Dottorato in Arti Musicali ottenuto alla Rutgers University, dove è stata insignita dell'Irene Alm Memorial Prize come rappresentante dell'eccellenza nella ricerca accademica. Appassionata docente ed insegnante, Pato è stata insignita del titolo di Mellon Visiting Artist in Residence nella stagione 2014 – 2015 presso il College of The Holy Cross. Pato è stata anche docente e membro del Comitato presso l'Università di Harvard, UCSB, SohinxCon l'Università di Princeton e altre prestigiose istituzioni.
Pato collabora regolarmente con il Vail International Dance Festival, l'Arts Program dell'Aspen Institute e con il programma educativo del Turnaround Arts. Nel 2014 al suo rivoluzionario Gaita and Orchestra Commissioning Project è stata accordata una sovvenzione dal New Music USA. Pato ha creato una rete di provvigioni e commissioni finalizzate a creare un nuovo genere musicale che combini le sue due più grandi passioni: la musica internazionale e la musica classica. Due dei suoi concerti, con Emilio Solla e Octavio Vazquez, sono stati registrati nel 2015 in collaborazione con la Sphinx Orchestra a Detroit, con la Chicago Sinfonie a Chicago e con la Orchestra Sinfonica del Vall a Barcellona.
Pato ricopre anche il ruolo di fondatrice e Direttore Artistico della Galician Connection, festival multidisciplinare che si celebra annualmente in Galizia. Attualmente risiede a New York City.
WU MAN è una nota musicista nominata ai Grammy, riconosciuta in tutto il mondo come prima virtuosa dello strumento della pipa e ambasciatrice della musica cinese. Wu Man ha costruito negli anni un'incredibile carriera da solista, docente e compositrice e ha saputo dare al proprio strumento, appartenente al gruppo dei liuti e risalente a più di 2000 anni fa e originario della Cina, un nuovo ruolo sia nella musica tradizionale sia nella musica contemporanea. Wu è stata protagonista di numerosi tour e concerti ed è alla guida di importanti progetti multimediali finalizzati a sviluppare la consapevolezza delle antiche tradizioni musicali cinesi.
Lo spirito avventuroso e l'innato temperamento artistico di Wu Man l'hanno portata a realizzare collaborazioni con artisti provenienti da diverse discipline, permettendole così di raggiungere un pubblico molto vasto e variegato, anche grazie al suo originale modo di lavorare rompendo ogni tipo di barriera culturale e musicale. Gli sforzi di Wu Man hanno ottenuto un riconoscimento ufficiale quando, nel 2013, è stata nominata Musicista Strumentista Americana dell'Anno, occasione in cui per la prima volta il premio è stato conferito ad un musicista che suona uno strumento di origine non occidentale.
Wu Man ha imparato a suonare la pipa alla Scuola Pudong, una delle scuole più prestigiose e di impostazione classica dell'Impero Cinese, ed è oggi riconosciuta come una brillante artista capace di esibirsi con la propria pipa sia in repertori tradizionali sia in composizioni contemporanee scritte da giovani e promettenti compositori. Nel 1998 è stata premiata ad Harvard con il Bunting Fellowship ed è stata la prima musicista tradizionale cinese a ricevere l'Artist Fellowship degli Stati Uniti nel 2008. Wu ha il primato anche di essere la prima artista cinese ad essersi esibita alla Casa Bianca.
La discografia di Wu Man conta più di 40 album, inclusi i brani nominati ai Grammy "Our World in Song", "Traditions and Transformations: Sounds of The Silk Road Chicago" e la registrazione del Concerto per pipa di Tan Dun con Yuri Bashmet e i Moscow Soloists, oltre al brano "You've Stolen My Heart" con il Kronos Quartet.
Durante la stagione 2015-2016 Wu Man si è imbarcata in un impegnativo tour nel Nord America assieme ai suoi amici e colleghi del Shanghai Quartet. Il tour ha toccato dodici città degli Stati Uniti e si è concluso con un concerto al Royal Conservatory of Music di Toronto. Wu Man si è esibita anche a Bruxelles e Ginevra, dove ha collaborato con il cantante uiguro Sanubar Tursun durante l'Aga Khan Music Initiative, un programma educativo interregionale dedicato all'arte e alla musica. Tra i momenti più belli della stagione troviamo sicuramente l'esibizione durante il Concerto Numero 2 per pipa con la West Michigan Symphony di Zhao Jiping, che ha composto appositamente per lei, e tutte le esibizioni con la New York Philarmonic e la San Francisco Simphony (per le celebrazioni del Nuovo Anno Cinese).
Nata in Hangzhou, Cina, Wu Man ha studiato con Lin Shicheng, Kuang Yuzhong, Chen Zemin e Liu Dehai al Central Conservatory of Music di Pechino, dove entrò all'età di 13 anni e fu la prima a ottenere un Master nell'arte della pipa. Il successo di Wu Man fu ripreso dalla stampa nazionale, venne considerata una bambina prodigio e acclamata come un modello da seguire per tutti i suonatori di pipa. Successivamente ha ricevuto, tra i numerosi riconoscimenti, il primo premio alla First National Music Performance Competition e ha collaborato con numerosi promettenti talenti appartenenti alla nuova generazione di compositori cinesi.
Il primo approccio di Wu Man con la musica classica occidentale risale al 1979 quando vide uno spettacolo di Seiji Ozawa e la Boston Simphony Orchestra a Pechino. Nel 1980 ha partecipato a un corso tenuto dal violinista Isaac Stern e nel 1985 si recò per la prima volta negli Stati Uniti nel ruolo di membro rappresentante della Chia Youth Arts Troupe.
Wu Man si è trasferita negli Stati Uniti nel 1990, oggi risiede in California con il marito.

KINAN AZMEH ha ottenuto in breve tempo numerosi riconoscimenti internazionali per aver creato un tipo di musica e sonorità incredibilmente distintivi attraverso generi musicali diversi. Azmeh ha partecipato come solista, compositore e improvvisatore a numerosi spettacoli in tutto il mondo. Tra le sue esibizioni più intense ricordiamo: Opéra Bastille di Parigi; Tchaikovsky Grand Hall di Mosca; Carnegie Hall, Alice Tully Hall e durante l'assemblea generale delle Nazioni Unite a New York; Royal Albert Hall di Londra; Teatro Colòn di Buenos Aires; Philharmonie di Berlino; Library of Congress e Kennedy Center di Washington; Mozarteum University di Salisburgo e il suo concerto di apertura alla Damascus Opera House in Siria, la sua terra di origine.
Azmeh vanta numerose collaborazioni come solista con Bavarian Radio Simphony Orchestra, West-Eastern Divan Orchestra, NDR Bigband, Kyvi Camerata, Knights Orchestra, Izmir State Opera Orchestra, Corasara Orchestra, Osnabrück Symphony, Morgenland Festival Orchestra, Qatar Philarmonic, New Juilliard Ensemble e Syrian Symphony Orchestra. Azmeh ha condiviso il palcoscenico con artisti internazionali come Yo-Yo Ma, Marcel Khalife, Aynur Dogan, Daniel Barenboim, Djivan Gasparyan, Zakir Hussein, François Rabbath, Simon Shaneen, Solhi al-Wadi, il Calefax Reed Quintet e artisti della Berlin Philharmonic Orchestra.
Tra le sue opere troviamo numerosi assoli, composizioni per orchestra e musiche da camera, ma Azmhe si interessa di cinema, illustrazione ed elettronica. La sua discografia conta tre album realizzati con il suo collettivo Hewar, numerose colonne sonore per produzioni cinematografiche e di danza, un album dedicato ai duetti con il pianista Dinuk Wijeratne e un album pubblicato di recente con il New York Arabic/jazz Quartet.
Azmeh ricopre il ruolo di Direttore Artistico del Damascus Festival Chamber Music Ensemble, con il quale ha pubblicato un album dedicato alla nuova musica siriana da camera con brani scritti da numerosi compositori. Azmeh è anche regolarmente ospite della facoltà alla Apple Hill Center for Chamber Music e fa parte del Comitato Consultivo della Nuova Scotia Youth Orchestra.
Nato a Damasco, Azmeh è stato il primo artista arabo a vincere nel 1996 la Competizione Internazionale Nikolai Rubinstein a Mosca. Si è laureato presso la Jiuilliard School di New York (dove è stato studente di Charles Neidich) e ha ottenuto un diploma anche alla Damascus High Institute of Music (dove ha studiato con Shukry Sahwki, Nikolai Viovanof e Antony Moratof) e alla Damascus University School of Electrical Engeneering. Azmeh ha ottenuto, inoltre, un dottorato in Musica alla City University di New York nel 2013.

KAYHAN KALHOR è un acclamato virtuoso del kamancheh di fama internazionale e tre volte nominato ai Grammy. Attraverso le sue numerose collaborazioni, Kalhor è stato fondamentale nel rendere noto anche al pubblico occidentale la musica tradizionale persiana e continua anche oggi, grazie alla sua forza creativa, ad essere un punto fermo all'interno della scena musicale odierna. Le esibizioni di Kalhor mantengono viva la tradizionale musica siriana e le numerosi collaborazioni che è riuscito a realizzare hanno attratto spettatori provenienti da ogni parte del mondo. Kalhor ha studiato le tradizioni musical di molte regioni dell'Iran, in particolare quella delle regioni del Khorason e del Kordestan, mentre ha girato il mondo prendendo parte a numerosi collettivi e orchestre, tra cui la New York Philharmonic e l'Orchestre National de Lyon.
Kalhor è co-fondatore del noto collettivo Dastan, Ghazal: Persian & Indian Improvisations ed è Maestro della Musica Persiana. Kalhor ha composto numerosi brani per i celebri vocalist iraniani Mohammad Reza Shajarian e Shahram Nazeri, oltre a essersi esibito con i più grandi strumentisti iraniani. Kalhor ha composto inoltre brani per la televisione e per il cinema, ad esempio la colonna sonora del film di Francis Ford Coppola Un'altra giovinezza, all'interno del quale ha collaborato con Osvaldo Golijov.
Nel 2004 Kahlor è stato invitato dal compositore americano John Adams ad esibirsi in un assolo al Carnegie Hall durante lo spettacolo Adam's Perspectives Series. Nello stesso anno si è esibito anche in un doppio spettacolo al Lincoln Center's Mostly Mozart Festival assieme alla Festival Orchestra suonando il Requiem di Mozart.

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