Locandina La teoria del tutto

La teoria del tutto (2014)

The Theory of Everything
Locandina La teoria del tutto
La teoria del tutto (The Theory of Everything) è un film del 2014 prodotto in USA, di genere Biografico diretto da James Marsh. Il film è basato sulle memorie di Jane Hawking 'Travelling to Infinity: My Life with Stephen'. Il cast include Eddie Redmayne, Felicity Jones, Tom Prior, Sophie Perry, Finlay Wright-Stephens, Harry Lloyd, Alice Orr-Ewing, David Thewlis, Thomas Morrison, Michael Marcus, Gruffudd Glyn, Paul Longley. In Italia, esce al cinema giovedì 15 Gennaio 2015 distribuito da Universal Pictures. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 29 Aprile 2015. Al Box Office italiano ha incassato circa 5259669 euro.

Nel 1963, da studente di cosmologia della leggendaria università inglese Cambridge, Stephen sta facendo grandi passi ed è determinato a trovare una “spiegazione semplice ed eloquente” per l’universo. Anche il suo mondo privato si schiude quando si innamora perdutamente di una studentessa di lettere della stessa Cambridge, Jane Wilde . Ma, all’età di 21 anni, questo giovane uomo sano e dinamico riceve una diagnosi che gli cambia la vita: la malattia del motoneurone attaccherà i suoi arti e le sue capacità, lasciandolo con una limitata capacità di linguaggio e di movimento e con circa due anni di vita da vivere. L’amore di Jane, il suo combattivo supporto e la sua determinazione sono incrollabili – e i due si sposano. Con la sua nuova moglie che lotta instancabilmente al suo fianco, Stephen si rifiuta di accettare la sua diagnosi. Jane lo incoraggia a finire il suo dottorato, che include la sua teoria iniziale sulla creazione dell’universo. La coppia mette su famiglia e con il suo dottorato da poco guadagnato e accolto con grande gioia, Stephen si imbarca nel suo lavoro scientifico più ambizioso, lo studio della cosa di cui possiede meno: il tempo. Mentre il suo corpo affronta limitazioni sempre più grandi, la sua mente continua a esplorare i limiti estremi della fisica teorica. Insieme, lui e Jane sfidano l’impossibile, aprendo nuovi territori nel campo della medicina e della scienza, e realizzando più di quello che avrebbero mai sognato di realizzare.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 15 Gennaio 2015
Uscita in Italia: 15/01/2015
Data di Uscita USA: venerdì 7 Novembre 2014
Prima Uscita: 07/11/2014 (USA)
Genere: Biografico
Nazione: USA - 2014
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Working Title Films
Distribuzione: Universal Pictures
Budget: 15.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 35.050.000 dollari | Italia: 5.259.669 euro
Soggetto:
Il film è basato sulle memorie di Jane Hawking 'Travelling to Infinity: My Life with Stephen'.
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 29 Aprile 2015 [scopri DVD e Blu-ray]

Passaggi in TV:
• lunedì 04 Dicembre ore 18:50 su Sky Cinema Drama
• martedì 05 Dicembre ore 07:15 su Sky Cinema Drama

Cast e personaggi

Regia: James Marsh
Sceneggiatura: Anthony McCarten
Musiche: Jóhann Jóhannsson
Fotografia: Benoît Delhomme
Scenografia: John Paul Kelly
Montaggio: Jinx Godfrey
Costumi: Steven Noble

Cast Artistico e Ruoli:
foto Eddie Redmayne

Eddie Redmayne

Stephen Hawking
foto Felicity Jones

Felicity Jones

Jane Hawking
foto Tom Prior

Tom Prior

Robert Hawking (17 anni)
foto Sophie Perry

Sophie Perry

Lucy Hawking (14 anni)
foto Finlay Wright-Stephens

Finlay Wright-Stephens

Timothy Hawking (8 anni)
foto Alice Orr-Ewing

Alice Orr-Ewing

Diana King
foto David Thewlis

David Thewlis

Dennis Sciama
foto Paul Longley

Paul Longley

Barista, Rowing Club
foto Emily Watson

Emily Watson

Beryl Wilde
foto Guy Oliver-Watts

Guy Oliver-Watts

George Wilde
foto Simon McBurney

Simon McBurney

Frank Hawking
foto Lucy Chappell

Lucy Chappell

Mary Hawking
foto Charlotte Hope

Charlotte Hope

Philippa Hawking
foto Abigail Cruttenden

Abigail Cruttenden

Isobel Hawking
foto Brett Brown

Brett Brown

Fisico 2
foto Christian McKay

Christian McKay

Roger Penrose
foto Adam Godley

Adam Godley

Dottore senior, Cambridge Hospital
foto Lottie Hamilton

Lottie Hamilton

Robert Hawking (Nuova Nascita)
foto Enzo Cilenti

Enzo Cilenti

Kip Thorne
foto Rufus Taylor

Rufus Taylor

Robert Hawking (2 anni)
foto Delilah Sexton

Delilah Sexton

Lucy Hawking (Nuova Nascita)
foto Eileen Davies

Eileen Davies

Eileen Bond
foto Simon Chandler

Simon Chandler

John Taylor
foto Georg Nikoloff

Georg Nikoloff

Khatatnikov
foto Oliver Payne

Oliver Payne

Robert Hawking (8 anni)
foto Raffiella Chapman

Raffiella Chapman

Lucy Hawking (6 anni)
foto Charlie Cox

Charlie Cox

Jonathan Hellyer Jones
foto Sam Houston

Sam Houston

Timothy Hawking (baby)
foto Victoria Emslie

Victoria Emslie

Sarah (Studente Geneva)
foto Frank Leboeuf

Frank Leboeuf

Dottore svizzero
foto Maxine Peake

Maxine Peake

Elaine Mason
foto Nicola Victoria Buck

Nicola Victoria Buck

Ospite Cockroft 2
foto Stuart Benson

Stuart Benson

Ospite Cockroft 3
foto Andrew Bridgmont

Andrew Bridgmont

Ospite Cockroft 5
foto Jamie Edwards

Jamie Edwards

Ospite Cockroft 4
foto Jumaane Brown

Jumaane Brown

Ospite Cockroft 1



Produttori:
Tim Bevan (Produttore), Eric Fellner (Produttore), Lisa Bruce (Produttore), Anthony McCarten (Produttore), Amelia Granger (Produttore esecutivo), Liza Chasin (Produttore esecutivo), David Kosse (Produttore esecutivo)

Recensioni redazione

La teoria del tutto, la recensione
La teoria del tutto, la recensione
Erika Pomella, voto 8/10
Fresco vincitore di un Golden Globe, Eddie Redmayne regala un ritratto intimista e intenso dell'astrofisico Stephen Hawking, in un film commovente dalla regia classica ma non per questo meno solida. Ottima la colonna sonora.
La teoria del tutto, recensione Blu-Ray
La teoria del tutto, recensione Blu-Ray
Erika Pomella, voto 8/10
Per 'La teoria del tutto' la universal propone un formato homevideo in alta definizione che alla relativa povertà dei contenuti speciali, controbilancia con una resa video e audio davvero notevole.

Immagini

[Schermo Intero]

Una breve storia

Il Tempo è sempre stato un argomento che ha affascinato il brillante astrofisico Stephen Hawking: quando ha avuto inizio l’universo, quando finirà, e tutto quello che c’è in mezzo a questi due punti. Il famoso libro del professore A Brief History of Time (Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo) ha venduto più di 10 milioni di copie in tutto il mondo.

Ma il concetto di tempo lo ha colpito a livello molto più personale quando, nel 1963 all’età di 21 anni, gli sono stati dati due anni di vita dopo una diagnosi di malattia del motoneurone (MND, che è legata alla sclerosi laterale amiotrofica, SLA, comunemente nota come morbo di Lou Gehrig).

Lui voleva vivere, anche con gli incombenti limiti legati al linguaggio e al movimento. Voleva l’amore, con la donna che sarebbe diventata sua moglie. Sfidando ogni probabilità, avrebbe avuto tutto questo e più ancora.

A prescindere da quanto fosse forte la sua volontà, non avrebbe potuto farcela da solo; nel suo viaggio è stato accompagnato da Jane Wilde, che presto sarebbe diventata Jane Hawking. Mente brillante anche lei, si è dedicata a Stephen, al loro matrimonio e alla loro famiglia.

Sopravvivendo alla sua diagnosi decennio dopo decennio, Stephen ha continuato a esplorare i limiti estremi della fisica teorica, arrivando a nuove scoperte fondamentali. Prima dell’inizio del 21mo secolo, il suo nome veniva pronunciato nella stessa frase in cui compariva quello di Albert Einstein.

Lo sceneggiatore e produttore Anthony McCarten è da tempo affascinato dal Professor Hawking, in particolare dal tempo e dallo sforzo che la scrittura del suo libro seminale hanno richiesto a quest’uomo severamente compromesso nel corpo. “Lui ha illuminato la fisica per il mondo; in tutta la sua opera c’è un senso di profondità che è accresciuto dalla condizione fisica dello stesso Stephen, che gli permetteva di comporre le sue comunicazioni alla straziante ‘velocità’ di una parola al minuto,” dice McCarten.”In un uomo solo c’era una giustapposizione senza precedenti di una capacità mentale straordinaria e di una incapacità fisica altrettanto straordinaria.

“La sua mente ha continuato a schiudere un confine dopo l’altro in un’esplorazione senza posa. Lui si contraeva e insieme espandeva – cosa assolutamente appropriata per un uomo la cui vita è dedicata allo studio dell’universo.”

McCarten era molto curioso di leggere il memoire di Jane Hawking Travelling to Infinity: My Life with Stephen. Ha scoperto “una meravigliosa storia d’amore tra due persone, incredibilmente intensa e estremamente impegnativa, a causa prima del declino fisico e poi dall’avvento della fama nelle loro vite. Quando la notizia dell’imminente morte di lui si è dimostrata esagerata, e i due anni sono diventati 10, poi 20, la loro situazione ha richiesto al loro amore di assumere forme coraggiose e non ortodosse se voleva sopravvivere, La loro è stata una storia d’amore senza precedenti.”

Immaginando la storia di questa coppia come film, senza avere alcuna garanzia ha cominciato a scrivere un adattamento del libro, poi ha incontrato Jane a casa sua per discutere il progetto. “Le sarò sempre grato per aver risposto al citofono e avermi fatto entrare a casa sua. Quel giorno non sono state fatte promesse, e il nostro dialogo è continuato nel tempo,” dice McCarten.

Dopo numerose stesure della sceneggiatura, gli è stata presentata la produttrice Lisa Bruce dal loro reciproco agente della ICM, Craig Bernstein. Conoscendo Stephen Hawking solo come l’uomo geniale sulla sedia a rotelle motorizzata che comunicava attraverso un apparecchio meccanico con attivazione vocale, Bruce ha trovato il copione una rivelazione.

La produttrice osserva: “Molte persone non pensano proprio alla vita domestica di Stephen Hawking, molte altre non sanno che lui camminava e parlava, e di certo non sanno che ha fatto dei figli. Quando si guarda più in profondità nella sua vita, si vede molto di più del genio: si trova un padre, un marito e – sotto a tutto questo – un eterno ottimista.

“Per me, però, l’elemento più forte e potente di questa storia è la sensazione che lui non avrebbe mai realizzato quello che ha fatto senza una compagna come Jane.”

Un’altra cosa che ha colpito Liza Bruce è stata quanto la storia d’amore di Stephen e Jane fosse contemporaneamente unica e universale. La produttrice spiega: “Nessuno ha mai vissuto quello che hanno vissuto gli Hawking come coppia. Erano due giovani con le loro vite davanti, piene di promesse e speranze e poi la bomba gli è caduta addosso con Stephen con due anni di vita rimasti – in effetti, una condanna a morte consegnata a 21 anni. Ora, invece di fuggire, loro scelgono di affrontare questa vita impossibile insieme; sotto questo aspetto credo che la loro sia una delle storie d’amore più ispiratrici e incoraggianti del nostro tempo.”

Il matrimonio si sarebbe evoluto e adattato mentre Stephen faceva passi significativi nel suo lavoro. Bruce nota: “La relazione di Jane e Stephen in questo film abbraccia 25 anni, anni nei quali li vediamo realizzare cose che la maggior parte di noi fisicamente abili non riesce nemmeno a immaginare. Da questo punto di vista, è unica. Allo stesso tempo, quello che è completamente universale è l’amore e il prendersi cura di qualcuno.”

“Jane aveva fatto questa cosa straordinaria,” dice McCarten. “Ha detto a Stephen, sì io ti sposerò e affronterò il problema con te. Questo è stato fondamentale per Stephen perché, come ammette lui stesso, in quel periodo si sentiva proprio in un buco nero. La sua vita stava proprio cominciando quando gli è stato detto che sarebbe finita molto presto. Nonostante l’incertezza, con Jane è entrato nella vita matrimoniale con gioia e ottimismo.

“E’ stato un punto di svolta personale e professionale allo stesso tempo. Con l’aiuto di Jane, ha superato la depressione e l’orologio ticchettante della sua prognosi ha acceso i suoi processi mentali. In un tempo molto breve ha cominciato a realizzare appieno il suo potenziale come astrofisico.
La teoria del tutto traccia questa scalata intellettuale accanto al deterioramento fisico; attraverso tutto questo Stephen trova in qualche modo il coraggio e la spinta interiore non solo di resistere ma anche in realtà di vincere – e questo è incredibile.”

Ci sono voluti alcuni anni perché McCarten e Bruce si assicurassero i pieni diritti legali, e la benedizione e il permesso di Jane e Stephen, perché questa storia diventasse un film. Nel corso di questi anni di attesa hanno lavorato insieme instancabilmente sulla storia, promettendo di evitare la sensazionalizzazione o la sentimentalizzazione della relazione della coppia e impegnandosi a trasmettere la complessità del matrimonio.

McCarten afferma: “Per loro aver marciato attraverso questi terreni impervi insieme e aver avuto un matrimonio durato decenni non è niente di meno di un trionfo. Stephen e Jane ci mostrano entrambi di cosa sono capaci gli esseri umani quando si mettono in testa qualcosa. Ma nello scrivere la sceneggiatura, ho dovuto lasciarli mostrare i loro umori e le loro frustrazioni che erano assolutamente comprensibili. Il nostro film celebra Stephen, ma non tenta di mitizzarlo; lui ha avuto emozioni forti molto negative riguardo alla perdita delle sue capacità fisiche e noi lo facciamo vedere, insieme agli alti e bassi del matrimonio.

“La teoria del tutto è tanto sulla fisica dell’amore quanto sull’amore della fisica.”

Il cineasta premio Oscar James Marsh si è unito al progetto. Anche i pluripremiati produttori della Working Title Films, Tim Bevan e Eric Fellner, con i quali Bruce ha fatto il telefilm Mary and Martha, sono saliti a bordo.

Bruce nota: “Tim e Eric tenevano profondamente a questa storia, e al fatto che noi la raccontassimo in modo da trasmettere la verità e la forza emotiva che hanno caratterizzato le vite degli Hawking. Il supporto della Working Title è stato immenso.

“Tutti hanno pensato che, visto il modo in cui ha empatizzato con persone reali nei suoi film, James avrebbe avuto la sensibilità necessaria a raccontare questa storia.”

Marsh, che ha vinto l’Oscar per il suo documentario Man on Wire – Un uomo tra le torri, stava continuando a lavorare sia su film narrativi che su documentari. Quando ha ricevuto il copione, ammette il regista: “Avevo l’immagine fissa di Stephen Hawking come una grande mente scientifica con la sedia a rotelle e la macchina per la voce.

“Ma mi sono velocemente infatuato del punto di vista di Anthony, che era quello di raccontare la storia dalla prospettiva della donna che si stava innamorando di un uomo fisicamente abile e che poi fa la scelta difficile di rimanere con l’uomo che ama anche quando gli viene diagnosticata una malattia terminale. La commovente e insolita storia d’amore che Anthony ha scritto era piuttosto originale nel dimostrare cosa vuol dire vivere con qualcuno che è sia un disabile che un genio, e l’onere che questo ha significato per la carriera di Jane e per lei stessa come moglie e madre. Questo era un territorio molto ricco.”

Il regista è stato attratto da La teoria del tutto perché lo spirito del film gli ricordava Man on Wire – Un uomo tra le torri; entrambi parlano di uomini che superano i limiti e i confini umani convenzionali. Il regista dice: “C’è chiaramente un’affinità, e anche un’ironia cosmica: Stephen è limitato fisicamente ma mentalmente è in grado di andare dove vuole. La sua mente può e viaggia fino ai limiti più lontani dell’universo, ma il suo corpo è prigioniero.”

L’idea di base sulla quale Marsh si è concentrato era che “la storia di Stephen Hawking, anche se dolceamara, non è una tragedia anche se una malattia quasi fatale che colpisce un giovane uomo abile di belle speranze ne ha tutti gli elementi. E’ il personaggio di Stephen che fa sì che non lo sia; la sua resistenza alla malattia con umorismo, perseveranza e determinazione rende questa storia, alla fine, il contrario di una tragedia.

“Sono passati cinquanta anni e Stephen è ancora vivo – e questo è incredibile.”

Essendo già l’uomo che ha capovolto la nostra idea della creazione dell’universo, il Professor Hawking continua a sfidarci e a stimolarci anche in questo nuovo millennio.

Essere Stephen

“Interpretare Stephen Hawking avrebbe intimidito qualsiasi attore,” ammette lo sceneggiatore e produttore Anthony McCarten. “Lui è una figura pubblica molto conosciuta, un’icona. Il mio copione prevedeva un attore che fosse in grado di mostrare al pubblico un uomo che si trasforma nell’arco di più di 25 anni, partendo dall’essere completamente funzionale fino ad arrivare ad avere l’uso solo di pochi muscoli – per lo più quello di una sola mano e alcuni limitati movimenti facciali – e la voce sostituita da quella di una macchina.”

Il regista James Marsh aggiunge: “Chiunque avesse interpretato questa parte avrebbe dovuto prepararsi moltissimo. Avrebbe anche dovuto essere convincente nei panni dello Stephen che solo gli intimi dello scienziato conoscono: il timido studente universitario.”

I produttori Tim Bevan e Eric Fellner avevano recentemente lavorato con una delle stelle nascenti britanniche, Eddie Redmayne, nel grande successo Les Misérables, e l’attore era al corrente del copione di McCarten. Marsh dichiara: “Ero entusiasta quando è stato fatto il nome di Eddie, e sapevo che lui era una scelta perfetta. Il livello di impegno che ha messo nel ruolo è stato straordinario e lui è stato completamente dentro non solo per la preparazione fisica ma anche per quella psicologica.”

La produttrice Lisa Bruce dice: “Eddie ha avuto un’inarrestabile energia sin dal primo giorno. E’ stato davvero stupefacente guardare la sua trasformazione mentre catturava i molti strati sia dello Stephen che pensiamo di conoscere che dell’uomo dietro l’immagine.”

Redmayne nota: “Quando ho letto il copione sono rimasto stupefatto dalle esperienze che quest’uomo aveva avuto e da quello che aveva fatto, dal 1963. E’ stata una delle cose più incoraggianti e ispiratrici che io abbia mai letto. Stephen Hawking è un simbolo di speranza.

“Ma questo film parla anche dell’essere umano che sta dietro l’icona. Quando lo conosciamo in questa storia, ha 21 anni ed è vivace e atletico. Va avanti vivendo una vita intensa con una scintilla negli occhi, e continua a farlo. In lui ci sono lati diversi: l’ingegno, la genialità, la testardaggine… ho avuto l’impressione che lui avesse un carattere da rockstar.”

Nel corso delle sue ricerche sulle vite di queste due persone, Redmayne ha scoperto che il professore veniva da una famiglia di intellettuali, mentre la decisione di Jane Wilde di perseguire la carriera accademica era ancora considerata una scelta coraggiosa per una donna negli anni ’60. “Loro erano persone molto diverse, entrambe straordinarie ma ai due poli opposti,” dice l’attore. “L’idea di due esseri umani che si completano a vicenda e sfidano la sorte avversa per me era avvincente… e così romantica!”

Gli sforzi fisici necessari per interpretare Stephen Hawking si profilavano incombente. Come ha detto l’amico e collega di Redmayne – poi membro del cast di La teoria del tutto – Charlie Cox, quando Redmayne gli ha raccontato del ruolo: “Non hai scelta, devi impegnarti al 3000 %.”

E infatti Redmayne ha analizzato anche i dettagli più piccoli dell’uomo che avrebbe interpretato. L’attore dice: “Nel suo libro Jane parla di come fossero espressive le sopracciglia di Stephen. Questo è stato un aspetto sul quale ho lavorato per mesi davanti allo specchio.

“Quando ho conosciuto Stephen, ho notato come il ‘sì’ sia una sorta di sorriso e il ‘no’ quasi una smorfia che in lui si manifestano solo con un paio di muscoli facciali che io ho imparato a isolare.”

Redmayne aggiunge: “La produzione mi ha circondato di una squadra straordinaria. James Marsh ha incoraggiato tutti a collaborare e mi ha dato la libertà di lavorare a stretto contatto con i diversi reparti.

“Una delle cose più elettrizzanti nell’interpretare questo ruolo è stato lavorare con persone che, nel loro campo, sono al top. E tutti insieme stavamo facendo una cosa che non avevamo mai fatto prima, e questo è piuttosto speciale.”

La coach vocale Julia Wilson-Dickson e il regista del movimento Alex Reynolds sono stati ingaggiati molto presto dai realizzatori del film per lavorare con Redmayne. Reynolds ha coordinato con l’attore solo come le varie fasi degenerative della malattia del motoneurone sarebbero state pienamente espresse sullo schermo, come richiesto dal copione.

Redmayne ha ottenuto il permesso di fare visita a pazienti malati di MND sia in una clinica che a casa, e spiega: “Ho sentito di avere la responsabilità di ritrarre questa come una situazione reale.” L’attore si ritiene fortunato ad aver avuto la possibilità di incontrarsi anche con Stephen e subito “si è scusato con il Professor Hawking per aver scelto di studiare storia dell’arte.”

Dato che non esiste alcuna documentazione di Stephen nelle prime fasi della degenerazione, Redmayne e Reynolds hanno consultato un medico specializzato nella malattia del motoneurone per delinearne più precisamente la progressione. Redmayne ha anche condiviso queste ricerche con Wilson-Dickson. Per portare i risultati nei 48 giorni di riprese, Redmayne ha creato un grafico con numeri ascendenti che avrebbe misurato quanto la MND fosse avanzata in una particolare scena – metodo che si è dimostrato preziosissimo perché, come la maggior parte dei film, La teoria del tutto non è stato girato in sequenza.

“Eddie si è preparato per mesi per essere pronto a dare multipli livelli all’ interpretazione,” dice meravigliato McCarten. “Doveva essere cosciente e consapevole ogni giorno per ogni scena, ‘Questa è la fase 4 della mia voce?’ ‘Questo significa fase 3 del mio corpo?’

“Andava da ‘un giorno 4.3’ in un giorno di lavoro, a ‘un giorno 2.7’ per una scena ambientata 10 anni prima e filmata il giorno successivo. Ogni giorno richiedeva tutto il suo talento, la sua disciplina e la sua intelligenza.”

Marsh si è servito del grafico come ‘un testo sacro, perché mostrava cosa fosse possibile e cosa non lo fosse per Stephen in un preciso momento nel tempo. Questo aveva un grosso impatto su come [il direttore della fotografia] Benoît Delhomme girava una scena, e su come doveva essere l’inquadratura.

“Abbiamo fatto attenzione alla capacità di Eddie di coinvolgere il pubblico con niente più che un minuscolo battere di palpebra e un minuscolo spostamento del corpo. Non è cosa facile da fare per un attore, e ha avuto un prezzo a livello fisico. Ogni giorno Eddie doveva stare in una qualche sorta di posizione di tensione fisica che doveva mantenere per varie ore di seguito continuando sempre a recitare facendo comunque emergere il personaggio fuori dalla disabilità.”

McCarten afferma: “Guardando Eddie giorno dopo giorno nel girato, non vedevo più lui ma Stephen Hawking.”

Marsh conclude: “Per quanto gli elementi tecnici dell’interpretazione di Eddie siano impressionanti, il fatto che lui dia a tutti una vita emotiva lo è ancora di più.”

Diventare Jane

Per interpretare Jane Hawking, i filmmaker avevano bisogno di un’attrice che avrebbe affrontato minori difficoltà a livello fisico ma tantissime a livello psicologico, incarnando le emozioni di una persona che è stata un pilastro di forza.

Il regista James Marsh nota che: “Le reazioni di Jane nella storia sono dettate dall’emotività. Sentivo che Felicity Jones sarebbe stata bene con Eddie Redmayne come attori, cosa che si è dimostrata vera, e da regista pensavo che lavorare con lei sarebbe stato emozionante.

“Ci sono state molte scene difficili in cui Eddie era esposto fisicamente e Felicity emotivamente. Lei doveva mostrare sentimenti paradossali, e questo è tosto da fare. Tutto insieme, doveva trasmettere cosa significasse amare qualcuno che soffre di una malattia debilitante e i limiti che questo pone su di lei come amante e anche sulla sua carriera.”

Nella sceneggiatura, Jones ha ammirato l’ “empatia per gli esseri umani. Come attrice, sono stata contenta di avere l’opportunità di interpretare un personaggio attraverso così tanti anni.”

Lo sceneggiatore e produttore Anthony McCarten dice: “Felicity ha costruito una caratterizzazione profonda di Jane, mantenendo un precario equilibrio tra fragilità e forza.”

Mentre studiava attentamente sia la sceneggiatura che il memoire, l’attrice ha voluto incontrare Jane Hawking. “Lei è una persona che non si è mai arresa,” dice Jones. “Ha dedicato la sua vita a Stephen ma, nello stesso tempo, ha mantenuto il suo proprio senso d’identità. Per lei era importante essere riconosciuta in quanto se stessa e per questo ha continuato a studiare mentre si prendeva cura di lui e della famiglia. Quello che questa donna è riuscita a fare è straordinario!”

McCarten dice: “Jane ha incontrato Felicity varie volte, e io so che questo ha influenzato la sua interpretazione. Felicity avrebbe trasmesso quello che Jane ha passato proprio sotto la superficie – il ricco e torbido mondo delle emozioni interiorizzate. Fare e rifare certe scene l’ha fatta entrare nell’assetto mentale di Jane e nella sua forte capacità di tenere insieme le cose.

“Credo che Felicity abbia catturato la Jane che io ho imparato a conoscere. C’è autenticità e disciplina nel suo ritratto e queste rispecchiano i punti di forza della stessa Jane.”

La produttrice Lisa Bruce aggiunge: “Felicity è stata straordinaria perché è stata sia delicata che forte allo stesso tempo. Per molti versi, il suo ruolo è il perno della storia proprio come Jane è stato il perno di Stephen durante il corso del loro matrimonio.”

L’amore tra Jane e Stephen è il cuore del film, e l’efficacia dell’ultima parte del film è intensificata dall’ardore dell’iniziale innamoramento, in particolare la sequenza del Ballo di Fine Anno che è il meraviglioso pezzo centrale del film. Marsh spiega: “Il loro matrimonio poi diventa complicato, per questo dobbiamo credere a quando follemente Stephen e Jane fossero innamorati uno dell’altra all’inizio. Ci doveva essere una grande vulnerabilità e tenerezza da entrambe le parti.”

Jones afferma: “Credo che ci fosse un’attrazione sessuale immediata tra Stephen e Jane, ma allo stesso tempo c’è stato un incontro delle menti. Credo che si siano anche messi alla prova reciprocamente; tra loro c’era competizione, cosa che spesso accade tra due persone che sono molto intelligenti e molto diverse – e tutto questo li ha aiutati a legarsi l’uno all’altra.”

Redmayne e Jones hanno legato sia come amici che come colleghi e hanno scoperto che, nonostante tutta l’attenta preparazione, si sarebbero entrambi ritrovati aperti alla serendipità del set. Redmayne ride: “Felicity talvolta improvvisava battute quando non era in scena o mi gridava cose per scombussolarmi. Queste sono cose che si possono fare solo con qualcuno di cui ci si fida, e io mi fidavo incondizionatamente di lei. Stimo molto Felicity, è sensazionale.

“Ci sono stati giorni durante le riprese in cui il nostro lavoro rispecchiava quello che Stephen e Jane hanno realmente attraversato. Io dovevo dire a Felicity, ‘Non riesco a fare quello che c’è scritto nel copione, dovrai essere tu ad alzarmi il braccio qui.’ E questo succedeva nel bel mezzo di una scena già emotivamente impegnativa; Felicity doveva bypassare le mie limitazioni. E’ stato difficile per lei, ma io e lei siamo usciti da La teoria del tutto con un grande affetto reciproco.”

Jonathan

La produttrice Lisa Bruce commenta: “Questo film è una storia d’amore molto matura perché non è propriamente convenzionale o pre-confezionata. Se tutti i matrimoni cambiano e si trasformano con il tempo, il colossale livello di pressione che il matrimonio degli Hawking ha dovuto affrontare avrebbe dovuto farlo scoppiare in una fase iniziale … invece loro sono stati insieme a lungo. Quello che loro hanno affrontato è diverso da tutto quello che noi abbiamo mai vissuto in una storia d’amore, e, per me, questo è il motivo per cui questo è stato un viaggio raro e potente che è valsa la pena di fare.”

Felicity Jones ammette di essere rimasta affascinata dal fatto che “mentre Stephen e Jane stavano insieme, Jane ha conosciuto un altro e Stephen lo ha accolto a casa loro. Da allora c’è stata una dinamica anticonvenzionale ma leale tra tre persone. Io ho dovuto esplorare sia il rapporto di Jane con Stephen che quello con Jonathan.”

Il maestro di coro vedovo Jonathan Hellyer Jones, interpretato da Charlie Cox, fa flettere l’arco emotivo di La teoria del tutto. Jones dice: “Credo che la relazione di Jane e Stephen avesse raggiunto un punto in cui non era più possibile continuare nello stesso modo. Questo viene anche affrontato direttamente quando più tardi arriva Elaine [Mason, l’infermiera interpretata da Maxine Peake]. E’ complicato – e meravigliosamente umano.”

Quando Jonathan entra nel quadro e ne diventa parte a livelli sorprendenti, Marsh vuole trasmettere “un’armonia piuttosto bella che si viene a creare tra tre adulti. Inesorabilmente, a causa delle loro comuni necessità, Jane e Jonathan cominciano a innamorarsi, e questa è una cosa che Stephen deve accettare.”

Cox osserva: “Jane non sa più dove sbattere la testa quando, per caso, conosce Jonathan. Lui comincia dando una mano alla famiglia Hawking, ma quando inizia a sviluppare sentimenti per Jane deve prendere delle decisioni inaspettate. Lui è un brav’uomo che cerca di fare la cosa giusta.
“Il bello del modo in cui Anthony ha costruito la sceneggiatura è che ci si sente emotivamente coinvolti da tutte e tre queste persone e dalle loro rispettive storie d’amore. Sul set, James ha creato un’atmosfera di libertà perché noi potessimo arrivare al cuore dei momenti vissuti tra i nostri personaggi.”

Marsh elogia Cox per aver “minimizzato l’attrazione di Jonathan per Jane. La sua interpretazione è estremamente ben ponderata e sfaccettata e questo era importante perché noi volevamo mostrare perché Stephen provasse simpatia per Jonathan.”

Luoghi del Cuore

Come co-presidenti di una delle società di produzione più importanti del mondo, i produttori Tim Bevan e Eric Fellner hanno fatto film in tutto il globo – e anche vicino casa. Per le riprese in location nel Regno Unito di La teoria del tutto, i cineasti hanno quindi avuto le porte quasi tutte aperte a Cambridge, sia in città che nel campus dove è cominciata la storia d’amore tra Jane e Stephen Hawking; Cambridge è anche il luogo in cui hanno messo su casa e famiglia.

I luoghi in cui si sono svolte le riprese hanno incluso il St. John’s College; veramente Stephen ha frequentato il Trinity Hall, ma 50 anni dopo questo si è dimostrato un luogo poco adatto dove girare un film. Lo sceneggiatore/produttore Anthony McCarten dice: “Il St. John è uno dei college più belli, se non il più bello, di Cambridge. La hall principale è conosciuta come ‘la torta nuziale’ per la sua grandeur.”

Un’altra location chiave era il Laboratorio Cavendish, dove è stato diviso l’atomo per la prima volta. A Stephen è stata affidata la chiave del Laboratorio perché ha superato la prova di aver fatto delle scoperte fondamentali. “Luoghi come il Cavendish aggiungono magia al film per quello che trasmettono attraverso il loro aspetto e il loro design,” dice McCarten.

Il regista James Marsh è d’accordo e aggiunge: “Girare a Cambridge ci ha dato coerenza, un senso di vita universitaria e di vita accademica. La maggior parte della vita di Stephen è trascorsa in accademia. Abbiamo potuto girare là interni ed esterni per una settimana, incluso fortunatamente l’ambiente fondamentale dove ha avuto luogo il Ballo di fine anno (May Ball) dell’Università, che segna una svolta romantica nella vita di Stephen e Jane.”

Il Professor Stephen Hawking era presente durante le riprese della sequenza del Ballo, lo stesso vale per Lucy e Timothy Hawking – due dei suoi figli con Jane, che era anche lei lì con Jonathan Hellyer Jones. In altri giorni, Jane ha accompagnato i filmmaker in giro per i luoghi di Cambridge che erano significativi per lei e Stephen.

L’architettura medievale e la bellezza senza tempo di Cambridge sono rappresentate sullo schermo anche da Trinity Lane e dall’auditorium dell’Arts School, all’interno del quale sono state girate anche scene del laboratorio e dell’aula magna Rutherford.

Complessivamente, lo scenario di Cambridge ha dato coerenza all’aspetto generale del film e al suo abbracciare più di due decenni nelle vite degli Hawking, anche se lo scenografo John Paul Kelly e la sua squadra hanno dovuto ricreare la biblioteca Cavendish in un altro interno, visto che l’originale è stata trasferita all’inizio degli anni ’70; fortunatamente c’erano documentari e cinegiornali a cui fare riferimento.

Le scene di apertura e chiusura di La teoria del tutto, che si svolgono a Buckingham Palace, sono state in realtà girate a Lancaster House a Londra e a Hampton Court Palace a Richmond upon Thames. Un’altra location di Londra è la Royal Opera House a Covent Garden, che ha doppiato la Bayreuth Opera di Ginevra. Gli interni del college di Stephen, il Trinity Hall, sono stati ricreati alla storica Harrow School a Londra nordovest.

A prescindere da quale fosse la location, Marsh riconosce al suo direttore della fotografia Benoît Delhomme di aver creato dei momenti memorabili puramente visivi. Marsh fa notare: “In alcune parti del film non c’è molto dialogo; semplicemente si osservano delle persone. Io e Benoît abbiamo avuto l’idea di utilizzare alcuni filmini della famiglia Hawking per far avanzare la storia. Benoît ha girato queste scene in Super 8 e con pellicola da 16-millimetri per creare un tipo diverso di atmosfera nel film che è più intima e ci permette di conoscere meglio la famiglia. Per esempio vediamo che i figli giocano molto col padre anche se lui sta su una sedia a rotelle; sono naturali e hanno accettato la situazione.”

Le sequenze in casa sono state migliorate grazie a Stephen che ha dato il permesso a Kelly di usare per lo schermo i suoi certificati, diplomi, le sue medaglie e i suoi premi. Inoltre, Jane vive ancora nella prima casa dove hanno abitato lei e Stephen quando erano sposati; lei ha garantito a Kelly libero accesso così lui e la sua squadra hanno potuto ricrearla fedelmente in un teatro di posa. La loro seconda casa è stata invece demolita, il reparto scenografia ne ha quindi ricreato gli interni usando foto di famiglia come riferimento.

Sullo schermo, “gli ambienti domestici sono dall’inizio piuttosto restrittivi,” nota Kelly. “Ci sono molte scale che presto Stephen non sarà più in grado di usare. Mentre la storia va avanti e lui comincia a diventare una celebrità, gli spazi interni iniziano a diventare più grandi, rispecchiando così il percorso emotivo di Stephen.”

Un altro elemento chiave della scenografia è stata la progressione delle sedie a rotelle che Stephen usa nel corso della sua vita, e Kelly si è sforzato di essere accurato nel ricrearle tutte. Lo scenografo dice: “Stephen ha cominciato con una sedia a rotelle normale, poi è stato su una sedia a rotelle elettrica, e alla fine ha avuto una sedia a rotelle che è stata fatta apposta per includere un computer e un apparecchio per la voce. Abbiamo fatto tantissime ricerche per averle il più somiglianti possibile a quelle vere.

“Avevamo anche bisogno di un numero di tecnici che si assicurassero che le sedie a rotelle si muovessero quando e dove avrebbero dovuto – e che il computer e l’attivatore della voce funzionassero precisamente al momento giusto.”

L’aspetto caldo e romantico del film è stato reso ancora più ricco dal costumista Steven Noble. Avendo il compito di scomporre il copione in decenni e, nello stesso tempo, di creare una progressione di stili d’abbigliamento in Inghilterra dagli anni ’60 agli ’80 senza soluzione di continuità, Noble ha utilizzato per i personaggi una palette di colori coerente.

Nel vestire Felicity Jones come Jane, Noble è stato attento allo sviluppo psicologico del suo personaggio, da giovane studentessa a moglie e madre e badante full-time. Il costumista dice: “Jane attraversa un brutto periodo in cui è un po’ depressa negli anni ’70, e noi abbiamo usato colori più spenti. Dopo aver conosciuto Jonathan, esce dalla depressione e si veste in maniera leggermente più glamour.”

Per la sequenza del Ballo di fine anno, Noble e il suo reparto hanno dovuto vestire più di 200 comparse. “E’ stato molto divertente,” dice entusiasta il costumista. “La palette era estiva e piena di colori pastello. Abbiamo scelto abiti interi da ballo, e funziona. Sono stato molto contento, soprattutto dell’aspetto di Felicity che indossava un abito da ballo blu chiaro attillato e senza maniche. Era semplice ma sullo schermo faceva una gran figura.”

Come Stephen Hawking, Eddie Redmayne ha 77 cambi costume in La teoria del tutto. I completi che la squadra di Noble ha creato erano fedeli all’eccentrico stile sartoriale del professore. Noble riflette: “Lui era sempre un po’ scompigliato. Le sue cravatte non erano mai dritte. Era sempre slightly untucked o con un bottone mancante. Questo gli dava l’aspetto accademico da persona che vive in un altro mondo.

“Abbiamo cominciato con Stephen studente nel 1963 con un abbigliamento di misura giusta e normale e poi abbiamo fatto abiti più grandi per una fase successiva della malattia. Con le giacche che diventano più larghe, lui appare più emaciato. Abbiamo anche chiesto a Jan Sewell [trucco, parrucca e protesi] di creare delle protesi per quelle che noi chiamavamo le parti ‘ossute’ del suo corpo: ginocchia, gomiti, spalle – e tutto questo gli dava una leggera deformità.”

Sewell, che ha avuto il compito di creare trucco, parrucco e protesi – e varie combinazioni di questi – per Eddie Redmayne, da usare per palesare le varie fasi della malattia di Stephen, fa notare che: “Stephen non è invecchiato nello stesso modo in cui invecchiamo noi perché non è stato in grado di usare i muscoli, e questo ha cambiato la sua faccia e il suo corpo. Quando Eddie ha conosciuto persone affette dalla malattia del motoneurone, ha preso nota di come cambiavano le loro mani e noi ne abbiamo tenuto conto nel nostro procedimento.”

“Una cosa che ho fatto è stato cambiare la forma delle orecchie di Eddie. Se si ingrandiscono le orecchie o il naso di una persona, il resto della sua faccia cambierà forma e sembrerà più piccola. Abbiamo anche aggiunto denti di forma diversa per cambiare i contorni della sua bocca..”

Il lavoro che Sewell doveva fare per Felicity Jones era molto più convenzionale anche se non meno accurato. “Felicity voleva sempre trasmettere l’essenza di Jane Hawking, mentre io desideravo mostrare i vari periodi attraverso Jane,” commenta Sewell.
“Nella scena del Ballo, abbiamo fatto a Felicity un’acconciatura alla Audrey Hepburn. In generale, Jane passa dai capelli corti a un po’ più lunghi e, per rimanere fedeli alla realtà, abbiamo preso come riferimento delle foto.”

Oltre le stelle

Essendo una storia d’amore che comincia come tutte e poi vira verso territori inesplorati, lo sceneggiatore e produttore Anthony McCarten osserva che La teoria del tutto alla fine ha “dei limiti imposti dalla Storia. Il nostro film si occupa solo di un po’ più di metà della vita di Stephen; quello che sappiamo di lui e Jane – e da lui e Jane – è che si sono innamorati perdutamente, che il loro amore è stato messo alla prova ed è sopravvissuto, che hanno cresciuto un famiglia e alla fine hanno visto un cambio di rotta nella loro relazione che hanno affrontato insieme. Non è la tradizionale ‘Hollywood ending, ma è comunque una happy end.”

Il regista James Marsh afferma che “Jane è totalmente non sentimentale, e io volevo fare un film che fosse ugualmente tosto e dettagliato; non volevo tirarmi indietro davanti alle difficoltà del matrimonio o alle sofferenze della malattia perché queste aiutano a rendere la storia d’amore così profonda e incoraggiante.”

La produttrice Lisa Bruce dice: “L’amore e l’universo sono stati entrambi posti sotto il microscopio da queste due persone straordinarie che hanno trovato le risposte che cercavano guardando le stelle e oltre, ma anche in loro stessi.”

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La teoria del tutto disponibile in DVD da mercoledì 29 Aprile 2015
info: 15/01/2015.

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