Tutte le storie di Piera (2013)

Tutte le storie di Piera
Locandina Tutte le storie di Piera
Tutte le storie di Piera è un film del 2013 prodotto in Italia, di genere Documentario diretto da Peter Marcias. Il film dura circa 80 minuti. Il cast include Piera Degli Esposti, Lina Wertmüller, Giuseppe Tornatore, Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Riccardo Milani.

In un vecchio teatro degli anni '60, Piera Degli Esposti, una delle più grandi e importanti attrici italiane e all'estero, inizia a ripercorrere con la memoria la sua lunga e straordinaria vita. Le sue parole si alternano alle testimonianze di amici e colleghi: da Marco Bellocchio a Paolo Sorrentino, ai fratelli Taviani, passando per Lina Wertmuller e Tornatore. È stato un grande amore, ricambiato, quello di Piera verso il mondo dell'arte, che ha conosciuto un connubio perfetto quando l'attrice ha incontrato Marco Ferreri, regista geniale e outsider, con cui ha vissuto una travolgente storia d'amore. 

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: Documentario
Nazione: Italia - 2013
Durata: 80 minuti
Formato: Colore
Produzione: Madeleine, Studio Nobile Scarafoni (in collaborazione con), Cineteca del Comune di Bologna (supporto), Fondazione Anna Ruggiu (supporto), Cineteca Sarda (supporto)

Note di Regia

Un documentario su Piera Degli Esposti nasce dalla volontà di raccontare, in modo inedito e creativo, la vita e il percorso di una delle attrici più amate e anticonvenzionali che sia il cinema che il teatro italiano abbiano mai conosciuto, Un viaggio all'interno della sua vita segreta, cercando di far comprendere la difficoltà, gli scandali, gli affetti, le gioie e le malinconie di un'attrice che fin da bambina ha dovuto vivere e affrontare situazioni drammatiche ma anche dense di passioni, che hanno contribuito a formare la sua complessa personalità indomabile. I ricordi di Piera spaziano dalla casa colonica nella campagna emiliana, al laboratorio di sartoria frequentato dopo la scuola, fino a raccogliere tra i frammenti delle sue "memorie fluttuanti" i ricordi dei suoi primi amori e del teatro bolognese, dove già sognava di vestire i panni di Cleopatra, della signorina Giulia e delle protagoniste di Joyce. Piera è stata la musa ispiratrice di tanti scrittori e registi dell'avanguardia, protagonista, tra i tanti, di Serata d'Amore, Molly cara, Prometeo incatenato, Rime di Michelangelo, Edipo a Colono, Pas d'oubli dans mon coeur. Opere e personaggi teatrali che hanno reso "grande" e indimenticabile l'interprete di questi e di molti altri ruoli, tanto da regalarle un posto nell'Olimpo dei grandi artisti controversi, tra coloro che si sono confrontati sia con un repertorio classico che con quello d'avanguardia, uscendone sempre da artisti vincenti, tanto da meritare da Eduardo la definizione di "o' verbo nuovo". E la sua vita – mai come in questo film così scandagliata- è raccontata attraverso l'uso di alcune parole chiave su cui riflettere, come le "voci" che hanno influenzato tutta l'esistenza dell'attrice, l' "amicizia" con le sue amiche Lina Wertmuller e Dacia Maraini, l' "amore" controverso e difficile con Marco Ferreri (suo compagno per molto tempo oltre che regista anarchico e ribelle del cinema italiano, autore, tra l'altro, di Storia di Piera, il film che racconta l'amarezza dell'infanzia e le ombre della giovinezza di Piera), il "teatro" d'avanguardia e d'autore, il "cinema" con i maestri Bellocchio, Sorrentino, Tornatore, Moretti ma anche quello con i nuovi cineasti. Per la prima volta, tornando sui luoghi che l'hanno vista crescere sia professionalmente che umanamente – da Bologna a Roma, passando per Cagliari, a cui l'attrice è legata – Piera svela i segreti della sua vita, dei suoi incontri, ricorda il suo bel rapporto col padre, sindacalista impegnato, e con la madre, detta la "moraccia", donna carismatica, affascinante, ma dal carattere instabile e difficile, dalla quale Piera ha sempre desiderato essere amata e con cui ha condiviso morbosamente i suoi primi amanti ma anche tanti momenti difficili, come quando da bambina l'accompagnava a fare gli elettroshock negli ospedali di Bologna. I suoi ricordi, così ricchi di spiritualità (tema che Piera affronta per la prima volta), insieme a quelli dei grandi registi intervistati, mettono in luce la sua personalità, i suoi sogni ma anche un passato drammatico, denso di emozioni, unico e irripetibile. Come lei.

Tutte le storie di Piera

Il palco della memoria
"Sto in braccio a mio padre e il dondolio mi dà piacere. Lui è forte, caldo. Io indico col dito la luna e chiedo: La luna mi segue? Cammina dietro di me?" "Certo – mi rassicura papà – e gli astri sono i miei amici"

Memorie fluttuanti
"All'epoca abitavo a Bologna, non studiavo. Lavoravo in un laboratorio di sartoria, ma volevo recitare. La ma passione era il teatro… fin da piccola… forse da quando con i miei genitori partivo da via Orfeo per vedere gli attori al teatro Duse. Poi è arrivato il buio. Le discussioni con i miei, i rimproveri, gli ostacoli ai miei desideri…io volevo andare a Roma, volevo studiare per diventare un'attrice". "La mia casa era molto teatrale, un grande teatro con le sue finestre, i suoi personaggi, i suoi spazi, si respiravano grandi volumi d'aria … e dentro mia madre, mio padre, mio fratello e mia sorella. Io sono stata molto legata agli affetti familiari, sempre, moltissimo, in un modo quasi incredibile … anche se l'ho sentita tutta frantumata questa famiglia, e io nell'immaginazione sempre a cercare di legarla, come se io fossi stata la legatora di questa cosa che si sfascia, si rompe".

Una grande mamma
"La mamma era enorme, oltretutto come personalità… e io nella volontà di accudirla?, chissà cosa mi è venuto… una cosa di amore, di protezione." "Sentii dire che avrei potuto ereditare quel suo eccitamento maniacale. Ho lottato per tenere l´equilibrio, scansando tutte le tentazioni e facendo a lungo analisi: mi ha dato la concretezza del mio cammino. E soprattutto lavorando in teatro, per dare forma alle immagini".

Il teatro
"Io quando lavoro sto bene…ecco potrei stare, se lavorassi sempre senza interruzione anche senza amore… be', giocherei magari sempre ma senza darci troppo peso…" "Quel ruolo (Molly, in un monologo tratto dall' Ulisse di Joyce) segnò la possibilità di essere me stessa in scena. Molly fu qualcosa di diverso." "Quando recito, quando faccio le prove, sono come in un altro mondo. Alle pause non vado al bar con gli altri, niente, me ne sto lì attenta a tutto, felicissima, anche di aspettare, seduta sulla mia seggiola come nel banco di scuola, sì perché a scuola ci sono andata poco, forse c'è anche questo, una nostalgia, la voglia di apprendere. ..faccio disegni, scrivo, vado a fare una passeggiata, penso a me come a una bimba". Studia sempre, "anche quando sono già in scena da un mese, due, un lavoro che non faccio da sola, ma col regista."

Piera Degli Esposti raccontata dai suoi registi

Marco Bellocchio
"Prende quello che le si comunica in profondità (…) per me è una donna molto affascinante per come racconta." "Questi grandi attori soffrono quando sono distribuiti in piccoli frammenti. A lei devi dare una scena importante. Va come contenuta in uno spazio nel quale darle un'ampia libertà."

Laura Delli Colli
"Quando attraversa la scena comunque lascia una firma. (…) Nel cinema è stata capace di riuscire a trovare una chiave che è quella della professionalità assoluta dal punto di vista teatrale e però di una capacità naturale di alleggerire, di sottrarre. Quello che spesso molti attori che vengono dal teatro non riescono a fare. "

Dacia Maraini
"Piera è molto attenta, l'ho vista anche preparare semplicemente una lettura, ed è capace di stare quattro giorni a fare i giochi sulle parole. Ma più che "giochi" sono delle analisi precise sui ritmi e sulle parole. È una comunicazione non selvaggia, non casuale. È una comunicazione di un grande talento, che da una parte si esprime attraverso la simpatia, la conversazione, la gioia di raccontare, e dall'altra attraverso la disciplina del teatro."

Riccardo Milani
"Credo che Piera tiri fuori da tutte le cose che fa un elemento di crescita (…) e questo deriva dal fatto che ha dentro di sé quel guizzo in più che hanno i grandi attori, le grandi attrici, i grandi registi." "In lei c'è curiosità e una gran desiderio e voglia di affrontare una sfida. Credo che anche questo sia sinonimo di una forte personalità."

Nanni Moretti
"È una donna molto forte, molto fragile. È una ragazza speciale e un'attrice di talento vero. E poi naturalmente è dotata di grande personalità. Abbastanza unica." "L'avevo vista a teatro. Quello era un periodo molto ricco dal punto di vista del teatro meno convenzionale, e Piera Degli Esposti era senza'altro tra le attrici uno dei talenti più originali."

Paolo Sorrentino
"È una donna molto affettuosa. Dà priorità al sentimento prima ancora che fare dei calcoli o delle valutazioni di altro tipo."
"Appartiene a quella categoria di attori superiori, che ti portano dove vogliono. Piera Degli Esposti appartiene alla categoria degli inarrivabili."

Paolo e Vittorio Taviani
"Forse è l'attrice più umile che abbiamo mai incontrato. È una grande, e ha coscienza di esserlo, ma non ha bisogno di dimostrare niente, lei è . C'è una frase di Leonardo Da Vinci che dice "Chi è forte, intelligente e bravo, genera umiltà."
"È una personalità talmente forte che in un film bellissimo come IL DIVO, questa donna riesce a distruggere la sua personalità in una maniera così profonda, così totale che molti non hanno riconosciuto in lei Piera (…) È divenuta talmente spoglia, talmente semplice e in questa assoluta anonimità è riuscita a dare il senso di una grande fedeltà, di un grande dolore ma anche di un grande giudizio, senza fare niente (…) Ha la capacità di distruggere la propria personalità per costruirne un'altra."

Giuseppe Tornatore
"Lei avverte se tu le vuoi bene o no (…) e se lo avverte che tu le vuoi bene, l'hai conquistata per sempre."
"Piera è una di quelle attrici che anche quando sono chiamate a interpretare un personaggio che non è quello principale, lo affronta come se fosse l'ideale protagonista di una storia attigua o in parte sovrapposta a quella che si sta realizzando e della quale è protagonista (…) Per cui quando lei entra in scena , anche se il suo non è un personaggio principale della storia, senti immediatamente un'energia speciale."

Lina Wertmüller
"Il monologo di Molly credo che rimarrà nella storia del nostro teatro. Credo che Joyce sarebbe stato molto felice di sentire quel monologo fatto da Piera. Quell'interpretazione è stata veramente indimenticabile."

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