Valerian e la citta' dei mille pianeti

Valerian e la città dei mille pianeti (2017)

Valerian and the City of a Thousand Planets
Locandina Valerian e la città dei mille pianeti
Valerian e la città dei mille pianeti (Valerian and the City of a Thousand Planets) è un film del 2017 prodotto in USA, di genere Azione e Avventura diretto da Luc Besson. Il film dura circa 129 minuti. Basato sulla graphic novel 'Valerian e Laureline' di Pierre Christin e Jean-Claude Mezieres, pubblicata da Dargaud. Il cast include Dane DeHaan, Cara Delevingne, Clive Owen, Rihanna, Ethan Hawke, Herbie Hancock, Kris Wu, Sam Spruell, Rutger Hauer, Alain Chabat, Elizabeth Debicki, John Goodman. In Italia, esce al cinema giovedì 21 Settembre 2017 distribuito da 01 Distribution. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 4 Gennaio 2018. Al Box Office italiano ha incassato circa 2372039 euro.

Nell'anno 2740, Valerian e Laureline sono Corpi Speciali incaricati dal governo di mantenere l'ordine in tutto l'universo. Seguendo gli ordini del loro comandante, Valerian e Laureline si imbarcano per una missione nella città intergalattica di Alpha, metropoli in continua espansione e dimora di migliaia di specie diverse provenienti da ogni angolo della Galassia. Questa importante e storica città, è sotto l'attacco di un nemico sconosciuto. Valerian e Laureline dovranno combattere contro il tempo per trovare l'origine di questa forza maligna e fermarla prima che distrugga il nostro universo. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 21 Settembre 2017
Uscita in Italia: 21/09/2017
Data di Uscita USA: venerdì 21 Luglio 2017
Prima Uscita: 21/07/2017 (USA)
Genere: Azione, Avventura, Sci-Fi
Nazione: USA - 2017
Durata: 129 minuti
Formato: Colore
Produzione: Valerian Sas E Tf1 Films Production, Ocs e TF1 (con la collaborazione di), Fundamental Films (in associazione con), Bnp Paribas (in associazione con), Orange Studio (in associazione con), Universum Film Gmbh (in associazione con), Novo Pictures (in associazione con), River Road Entertainment (in associazione con), Belga Films (in associazione con)
Distribuzione: 01 Distribution
Budget: 209.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 402.201.085 dollari | Italia: 2.372.039 euro
Soggetto:
Basato sulla graphic novel 'Valerian e Laureline' di Pierre Christin e Jean-Claude Mezieres, pubblicata da Dargaud.
In HomeVideo: in DVD da giovedì 4 Gennaio 2018 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: Luc Besson
Sceneggiatura: Luc Besson
Musiche: Alexandre Desplat
Fotografia: Thierry Arbogast
Scenografia: Hugues Tissandier
Montaggio: Julien Rey
Costumi: Olivier Bériot

Cast Artistico e Ruoli:
foto Dane DeHaan

Dane DeHaan

Maggiore Valerian
foto Cara Delevingne

Cara Delevingne

Sergente Laureline
foto Clive Owen

Clive Owen

Comandante Arun Filitt
foto Rihanna

Rihanna

Bubble
foto Ethan Hawke

Ethan Hawke

Jolly The Pimp
foto Herbie Hancock

Herbie Hancock

Ministro della Difesa
foto Kris Wu

Kris Wu

Sergente Neza
foto Sam Spruell

Sam Spruell

Generale Okto - Bar
foto Rutger Hauer

Rutger Hauer

Presidente Federazione degli Stati Mondiali
foto Alain Chabat

Alain Chabat

Bob il Pirata
foto Elizabeth Debicki

Elizabeth Debicki

Haban - Limai (voce)
foto John Goodman

John Goodman

Igon Siruss (voce)



Voci italiane (doppiatori):
Davide Perino (Valerian), Valentina Favazza (Laureline), Fabio Boccanera (Comandante Filitt), Domitilla D'Amico (Bubble), Oreste Baldini (Jolly), Massimo De Ambrosis (Generale Okto-Bar), Laura Romano (Haban-Limai), Chiara Colizzi (Aloi), Rossella Acerbo (Tsuuri)


Produttori:
Virginie Besson-Silla (Produttore), Camille Courau (Produttore), Mark Gao (Produttore esecutivo), Gregory Ouanhon (Produttore esecutivo), JC Cheng (Produttore esecutivo)


Progettazione: Patrice Garcia, Ben Mauro, Marc Simonetti, Feng Zhu, Sylvain Despretz, Alain Brion | Supervisore Effetti Visivi: Scott Stokdyk | Produttore Effetti Visivi: Sophie A. Leclerc | Supervisione Montaggio Suono: Shannon Mills, Guillaume Bouchateau | Produzione Mix Suono: Stephane Bucher | Re-Recordisti Mix: Tom Johnson, Juan Peralta, Didier Lozahic | Colorista: Yvan Lucas | Supervisore Post-Produzione: Agnes Berger Sebenne.

Recensioni redazione

Valerian e la città dei mille pianeti, la recensione
Valerian e la città dei mille pianeti, la recensione
redazione, voto 6/10
Valerian è un validissimo film capace di intrattenere magistralmente e allo stesso tempo di far riflettere, offrendo spunti notevoli, in un film adatto davvero a tutti e capace di soddisfare qualunque palato, dai più piccoli fino agli appassionati di fantascienza. 

Immagini

[Schermo Intero]

INTRODUZIONE ALLA STORIA

Questa esperienza in 3D è ambientata in un universo che va oltre ogni immaginazione e racconta la storia di Valerian e della Città dei Mille Pianeti che inizia nell'anno 2740. Classica e familiare, anche se straordinariamente esotica ed emozionante, segue le avventure del maggiore Valerian (DeHaan), un agente governativo piuttosto scanzonato, ma anche stella nascente nell'esercito degli umani. E' un guerriero straordinario con un sesto senso per la tattica ed è famoso per il suo coraggio.
Al fianco di Valerian in questo viaggio nello spazio c'è la sua intrepida partner, il sergente Laureline (Delevingne), che unisce intelligenza superiore e determinazione a una fiera indipendenza e una grande forza. Concentrata sulla sua carriera, Laureline è un po' all'antica e ingenua nella vita personale – vuole innamorarsi, sposarsi e creare una famiglia. Oltre a essere un eccellente agente dello spazio, ovviamente.
Quando inizia la loro avventura, Valerian e Laureline sono diretti verso il pianeta deserto di Kirian, con il compito di infiltrarsi nel ventre molle dell'intradimensionale e affollatissimo Big Market. Il Ministro della Difesa (Hancock) ha ordinato loro di mettere in salvo l'ultimo Mül Converter sopravvissuto – una minuscola creatura dotata di poteri miracolosi che può aiutarli a salvare una civiltà pacifica.
Con il prezioso Converter a bordo della loro astronave, "The Intruder", Valerian e Laureline si dirigono verso Alpha, la grande stazione spaziale conosciuta in tutta la galassia come la Città dei Mille Pianeti. Il loro compito primario è garantire la sicurezza del comandante Arun Filitt (Owen), ma il mistero al centro di Alpha presto diventa sempre più inquietante e Valerian e Laureline devono decidere se affidarsi al loro istinto rispetto alle informazioni che sono state fornite loro sulla missione.
Quando Laureline viene rapita dall'imperatore Boulan Bathor III, Valerian deve avventurarsi nel quartiere a luci rosse conosciuto come Pleasure Alley alla ricerca di informazioni e improbabili alleati. Lì incontra Jolly the Pimp (Hawke) e Bubble (Rihanna), una performer la cui capacità di modificare il proprio aspetto si rivelerà di grande aiuto per Valerian impegnato a salvare Laureline.
Dopo aver affrontato un'epica battaglia, Valerian e Laureline entrano nella radioattiva Red Zone al centro di Alpha, dove scoprono l'oscuro segreto che si cela dietro la loro missione e devono tentare di salvare la Città dei Mille Pianeti in una frenetica corsa contro il tempo… e impedire che una civiltà sia distrutta per sempre.
Nel corso della loro avventura intergalattica, visivamente straordinaria, Valerian e Laureline devono sfuggire a creature implacabili e affrontare inseguimenti con macchine volanti, sparatorie con alieni criminali e battaglie spaziali diverse da tutto quello che si è visto finora sul grande schermo.

LA PRODUZIONE

Dalla pagina allo schermo: Valerian prende il volo
Molto prima di diventare uno dei migliori realizzatori di film d'azione del mondo – ha scritto, prodotto e diretto una serie di successi che sono diventati cult – Luc Besson era un ragazzino appassionato di una serie di fumetti intitolati "Valerian e Laureline".  "Quando avevo 10 anni, ogni mercoledì andavo dal giornalaio", ricorda il regista, "e una volta ho scoperto una rivista che si chiamava 'Pilote' e al suo interno aveva i fumetti di 'Valerian e Laureline'.  Ho pensato 'Oh mio Dio, cos'è questo?' Da quel giorno mi sono innamorato di Laureline e ho desiderato tanto essere Valerian".
Besson si è appassionato subito alla serie scritta dal francese Pierre Christin e illustrata da Jean-Claude Mézières, e si è letteralmente divorato tutti i 22 volumi. "Erano gli anni '70, era la prima volta che si vedeva una ragazza così tosta", dice. "Non era il solito supereroe con il mantello, era tutto più leggero, libero e piacevole, perché Laureline e Valerian erano due poliziotti normali – a parte il fatto che le storie sono ambientate nel 28° secolo, e tutto è insolito e sorprendente".
Pubblicati per la prima volta nel 1967 da Dargaud, quei fumetti da cui è tratto il film non hanno ispirato solo Besson nella creazione dell'universo di Il quinto elemento, ma hanno influenzato altri cineasti nella realizzazione dei più famosi film di fantascienza degli ultimi cinquant'anni.
Pur pensando sempre a "Valerian e Laureline", Besson è stato la forza creativa che ha realizzato film d'azione autorevoli e potenti come Nikita e Léon. Ma solo dopo aver iniziato a girare il cult Il quinto elemento, su una società futuristica e distopica, ha cominciato a prendere in considerazione l'idea di adattare in un film i fumetti che avevano avuto tanta importanza nella sua infanzia.  "Jean-Claude Mézières, che ha collaborato alla realizzazione de Il quinto elemento, mi diceva 'Perché stai facendo questo? Dovresti fare Valerian!", dice ridendo Besson.
Consapevole dei limiti che la tecnologia degli effetti visivi aveva negli anni 90, Besson ha dovuto aspettare per poter portare sul grande schermo l'impressionante e magnifico universo di "Valerian e Laureline". "Quando ho ricominciato a leggere i fumetti", ricorda, "ho deciso che era impossibile realizzare il film. La tecnologia di allora non era ancora in grado di ricreare quel mondo e quegli alieni".
E' stato necessario un enorme balzo in avanti degli effetti visivi per permettere al regista di portare sullo schermo "Valerian e Laureline". Quando James Cameron ha invitato Besson sul set del suo epico Avatar, il regista francese prese una decisione. "Quando è apparso Avatar, tutto è diventato possibile. Ricordo di aver pensato 'Un giorno tornerò alla fantascienza con questi nuovi strumenti, l'unico limite è l'immaginazione. E' stato in quel momento che ho deciso di fare Valerian".

Ecco i nostri eroi: Valerian e Laureline
Qualche minuto dopo aver incontrato Dane DeHaan, esploso sullo schermo nel ruolo della nemesi di Spidey in The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro, Besson ha capito di aver trovato l'attore perfetto per interpretare il personaggio che aveva tanto colpito la sua immaginazione nell'infanzia. "Avevo visto un paio di film di Dane e mi era piaciuto come attore", dice Besson. "La prima volta che l'ho incontrato in un ristorante, mi ha sorriso e ha detto 'Salve', ed è stato subito lui, l'ho sentito. Il tono della voce, lo scintillio dello sguardo e il sorriso – ho pensato 'Mio Dio, è Valerian'".
DeHaan era attirato dal ruolo perché gli offriva l'opportunità di interpretare un eroe d'azione, un investigatore del futuro che è anche un inguaribile romantico. "Valerian ha una bella cotta per Laureline, ma ha anche la fama di essere un po' leggero", rivela l'attore. "Non si tratta solo di salvare l'universo, Valerian deve anche convincere Laureline che potranno vivere insieme per il resto della loro vita".
Poiché un agente interstellare deve essere in ottime condizioni fisiche, DeHaan ha dovuto lavorare sette mesi per raggiungere la forma fisica richiesta dal ruolo. "Quasi ogni giorno c'erano scene d'azione ed era importante supportare la mia performance con l'energia superpositiva che caratterizza Valerian­", spiega. "Ho dovuto lavorare molto, perché prima di entrare nel cast il mio aspetto non era davvero quello di uno che può salvare l'universo!"
Forte del suo nuovo fisico muscoloso, DeHaan si è lanciato nelle spettacolari sequenze d'azione incoraggiato da un energico ed esuberante Besson. "L'entusiasmo di Luc sul set era fantastico", ricorda l'attore. "Si divertiva da pazzi, era un momento che aspettava da tanto tempo, e questo ha avuto un grande effetto su tutti noi. Non avevo mai recitato in un film che era divertimento puro realizzare".
Per quanto riguarda entrare nel personaggio e indossare l'iconica tuta spaziale di Valerian, DeHaan rivela: "E' stato bellissimo. Risveglia il bambino che c'è in te, ti fa sentire tosto: te ne vai al lavoro con la tuta spaziale, ti senti davvero un supereroe".
Per il ruolo dell'intrepida Laureline, Besson aveva bisogno di un'attrice che potesse esprimere la forza e l'autorità del personaggio, che non è una mammoletta, non è una damigella in pericolo – è esattamente uguale a Valerian: coraggiosa, forte, acuta, che partecipa attivamente alla lotta contro il crimine. Doveva essere assolutamente unica per incarnare il personaggio di cui si era innamorato Besson da bambino.
Da Natalie Portman a Milla Jovovich, Besson ha sempre dimostrato di saper individuare attrici con un potenziale particolare per imporsi come star dei film d'azione. Scegliendo la Laureline dei suoi sogni, Besson l'avrebbe immediatamente inserita tra le prossime star.
Alla fine ha scelto la modella Cara Delevingne, che ha lasciato il segno in piccoli film come Città di carta e blockbusters come Suicide Squad. "Conoscevo Cara come modella e la mia prima preoccupazione era assicurarmi che facesse sul serio", afferma Besson. "Cara è bellissima, ma dovevo sapere se aveva le competenze necessarie. Poteva recitare? Voleva farlo davvero?"
Dopo aver sottoposto Delevingne a una rigorosa audizione, Besson ha deciso che la risposta era un sonoro "sì". "Luc mi ha sottoposto a un vero e proprio esame, come quelli dell'accademia", ricorda l'attrice inglese. "Mi ha chiesto di diventare un animale e cose del genere, la vecchia scuola. E' stato molto interessante".
Delevingne ha sempre voluto recitare e quindi era emozionata all'idea di lavorare con un regista di cui amava il lavoro. "Ricordo che da bambina ero ipnotizzata dai colori e dai personaggi de Il quinto elemento, come lo straordinario alieno blu", afferma. "Me ne sono innamorata e ancora oggi è uno dei miei film preferiti".
La produttrice Virginie Besson-Silla, che da tempo lavora con Besson, condivide la reazione di Delevingne: "Nel corso del tempo Il quinto elemento è diventato un cult, e molta gente ha apprezzato il fatto che Luc sia tornato a lavorare a un film di fantascienza".
In un'epoca di spoiler online e rivelazioni sui social-media, Besson e Besson-Silla hanno voluto mantenere il segreto sulla storia del film e quindi hanno sviluppato un protocollo top-secret degno di un'agenzia internazionale di spionaggio; Delevingne ha letto la sceneggiatura in una seduta… con un assistente che aspettava lì vicino. "Sono rimasta seduta in una stanza per un'ora e mezza, ma mi sono immersa completamente nella lettura perché era affascinante", ricorda.
Attirata dall'atteggiamento 'non si fanno prigionieri' della poliziotta dello spazio, Delevingne descrive Laureline molto semplicemente, "è una dura. Una donna intelligente e forte, padrona di se stessa". Eppure il personaggio ha anche un lato più morbido. Laureline sopporta (e apprezza) il continuo flirtare di Valerian, ma rimane sempre concentrata sulla missione che le è stata assegnata. L'amore deve aspettare, bisogna proteggere la galassia. "Lei ha un cuore d'oro ed è romantica, ma non intende abbassare la guardia". L'attrice fa una pausa. "Laureline finisce con l'innamorarsi mentre salva il mondo".
La nostra eroina non sta ad aspettare che le cose accadano, ma lotta insieme a Valerian, e questo ha richiesto un grosso impegno fisico a Delevingne. "Ho dovuto tirare un pugno in faccia a Clive Owen almeno cento volte", dice con una smorfia. "Sono sicura di averlo colpito sul naso un paio di volte… perché la mia percezione della profondità non è delle migliori. Mi sono scusata e fortunatamente Clive è uno sportivo".
Ma ne è valsa la pena, perché Valerian e la Città dei Mille Pianeti sarà una delizia per il pubblico di tutto il mondo, secondo Delevingne. "Visivamente è un film mozzafiato", sostiene. "Il pubblico sarà travolto da tutti i personaggi che vede. La quantità di sforzi che sono stati compiuti in ogni singolo aspetto – i costumi, il design, l'arte – hanno dato vita a un film incredibile".
Consapevole che il cuore della storia è nel rapporto del suo personaggio con Laureline, DeHaan ha stabilito un rapporto immediato con la sua partner. "E' importante che la relazione appaia vivace, Cara è così ricca di energia che è facile restarne incantati", dice l'attore della Incantatrice di Suicide Squad. "In genere mi prendo sul serio, ma Cara ed io ci siamo ritrovati a cantare e a fare gli scemi tra una ripresa e l'altra. Questo è stato di grande aiuto, perché il rapporto tra Valerian e Laureline è molto giocoso".

Alleati e nemici: il cast di un'avventura epica
Separato da Laureline, Valerian si avventura nel quartiere a luci rosse di Alpha, Paradise Alley, dove conosce la "glampod" Bubble. "E' un'aliena che ha la capacità di trasformarsi come vuole", spiega Besson. "Nel nostro film, i glampod sono artisti che padroneggiano Shakespeare, Molière e Rimbaud. In questo senso, Bubble è l'attrice perfetta".
Per Besson, Rihanna, la pop star che è anche un'icona della moda, è stata la prima e unica scelta per interpretare Bubble. "Tutti mi dicevano 'Lascia stare, è impossibile'", rivela il regista. "Io rispondevo che provare non costa niente'".  Besson ha quindi organizzato un incontro con la megastar ed è stato felice di scoprire che era interessata a interpretare il suo primo ruolo cinematografico in un film fantasy.
"Ovviamente Rihanna non è intimidita dalla macchina da presa, è abituata a esibirsi di fronte a migliaia di persone", continua Besson. "Ma mi ha detto 'Sono un'esordiente in questo campo e se non lavoro con una persona competente non posso imparare'.  Sono stato colpito dalla sua franchezza e onestà, perché se avesse detto 'Sono una superstar, non riprendermi da questa angolatura', cosa avrei potuto fare? Invece seguiva perfettamente tutte le indicazioni, faceva attenzione a ogni dettaglio ed è stato magnifico lavorare con lei".
Valerian incontra Bubble per la prima volta quando lei si sta esibendo in una danza che poi diventa un caleidoscopio di trasformazioni. "E' stato divertentissimo per me cambiare così tanti look", dice. "Ci sono stati innumerevoli cambiamenti di trucco e di acconciatura e quello di Cleopatra è stato il più complicato, perché aveva tanti dettagli e il trucco doveva essere resistente all'acqua. Ma il mio preferito è quello dell'infermiera, tutto in latex".
Rapidamente Bubble da semplice performer del Glam Club si trasforma in alleata di Valerian e gioca un ruolo significativo nella sua missione di salvataggio. "Bubble è un'artista e quello che la fa sentire libera è esibirsi e far felice la gente", continua Rihanna. "E' sensibile e stabilisce un legame forte con Valerian".
Parlando della sua collaborazione con Besson, Rihanna sottolinea con ammirazione la continua attenzione ai dettagli del regista. "Controllava il trucco, mi diceva cosa pensava di ogni mio travestimento e mi chiedeva cosa ne pensavo io. Se non mi piaceva qualcosa e desideravo cambiarlo, lui era sempre molto disponibile, perché voleva che io amassi il personaggio e lo facessi mio. Era la prima volta che recitavo in un film, quindi Luc è stato molto paziente e io ho apprezzato questa sua delicatezza. Lui sa esattamente come ottenere la performance che vuole da te".
Il film è popolato da migliaia di specie aliene, ma presenta anche un consistente gruppo di umani, a partire dall'attore inglese Clive Owen, nel ruolo del comandante Arun Filitt – il cui misterioso passato arriva a incombere sul presente.
"Ha funzionato tutto perfettamente fin dall'inizio, sono entrato subito nel ruolo e ho fatto il mio lavoro", afferma Owen. "E' stato facile perché Luc è assolutamente tranquillo e preciso. Quando fai un film così legato al digitale devi essere incredibilmente attento a ciò che stai girando e tutto deve essere perfetto. Ma Luc si era preparato molto e sapeva esattamente cosa fare ogni giorno".
Ma Owen non era nuovo a questo tipo di film, grazie al suo lavoro in successi come Sin City, quindi ha accettato tranquillamente la sfida di recitare con il green-screen. "Sei in una specie di limbo, nel senso che reciti in uno spazio in cui il mondo che ti circonda sarà creato dopo", dice. "E' stato straordinariamente eccitante".
Ethan Hawke, che interpreta il protettore di Bubble, Jolly, ricorda così le istruzioni creative di Besson. "Luc mi ha detto che, se fosse stato vivo Dennis Hopper, avrebbe scelto lui per interpretare Jolly, così sono partito da lì", dice ridendo l'attore. "Mi sono concentrato sul Dennis Hopper che c'è dentro di me e mi sono divertito tantissimo. Stare sul set di Luc è stato esattamente come pensavo: follemente creativo e divertente, ma organizzato e meticoloso".
"Luc ha un modo di guardare l'universo che è nel contempo buffo e gioioso, scatenato e spontaneo – amore e divertimento mescolati all'arte", aggiunge l'attore. "I suoi film sono diversi da tutti gli altri, come quelli di Spike Lee, Martin Scorsese o Tarantino. Con lui è la stessa cosa, sai quando stai guardando un Luc Besson, e Valerian è molto Luc".
Besson ha attinto alle passioni e alle influenze della sua adolescenza per le scelte del casting. Per interpretare il Ministro della Difesa, ha voluto Herbie Hancock, delle cui musiche il regista si è innamorato fin da quando era un ragazzino di 13 anni.
Durante una visita a casa di Hancock a Los Angeles, Besson lo ha convinto a entrare nel progetto. "E' un ruolo molto piccolo, ma mi piaceva l'idea di interpretare un ministro", rivela questa leggenda del jazz. "Sono stato ambasciatore di buona volontà per l'UNESCO per sei anni, quindi ho voluto partecipare a un progetto che promuove una visione globale. A questo punto del nostro sviluppo nel 21° secolo, è importante per gli umani aspirare a una civiltà globale".
Mentre si trovava a Los Angeles, Besson ha corteggiato anche l'attore premio Emmy John Goodman, che presta la sua voce al personaggio del criminale alieno Igon Siruss. Goodman ricorda di essere stato intrigato da Besson e dai suoi disegni. "Luc ha un'immaginazione fervida, davvero incredibile", afferma meravigliato l'attore. "Non sapevo assolutamente cosa volevano fare di me, ma con Luc a guidare le danze ero sicuro che tutto sarebbe stato fantastico… qualsiasi cosa fosse".
Con una scelta che sicuramente sarà apprezzata dagli appassionati di fantascienza, Besson ha voluto Rutger Hauer per interpretare il Presidente della Federazione Mondiale degli Stati. "Rutger era così emblematico in Blade Runner, è stato emozionante lavorare con lui in Valerian", dice entusiasta Besson.  Secondo le regole del protocollo di segretezza che proteggevano la sceneggiatura, Hauer non ha visto prima lo script, ma ha ricevuto semplicemente le battute del dialogo il giorno prima di iniziare le riprese.
"Luc segue l'istinto nel suo lavoro e io sono molto a mio agio con le persone che lavorano in questo modo", afferma il leggendario attore olandese. "Sapeva che sarebbe stata un'avventura, ma come tutti gli altri membri del cast si è messo in gioco. E' stata un'esperienza magnifica".
In una sorta di omaggio alla comunità dei cineasti francesi cui è molto legato, Besson ha assegnato ruoli di ufficiali dell'esercito a registi come LOUIS LETTERIER (L'incredibile Hulk), BENOÎT JACQUOT (Addio, mia regina) e OLIVIER MEGATON (Taken 2). "Appaiono brevemente, sono solo dei piccoli cammei, ma è stato divertente", dice Besson-Silla.

Un approccio visionario: il mondo di Valerian
Per dare la sua visione della vita, Besson ha adottato un approccio unico alla concettualizzazione, alla creazione e alla realizzazione concreta dei mondi e delle creature che fanno parte dell'universo di Valerian. Molto prima di iniziare le riprese, Besson ha scelto un metodo nuovo per formulare l'arte concettuale che fa da sfondo al film, dividendola in due fasi distinte. La prima fase, iniziata nel 2010, ha mobilitato centinaia di appassionati e artisti perché presentassero le loro idee.
Poi alla fine del 2010 è stato selezionato un piccolo gruppo di circa 20 disegnatori che hanno incontrato Besson sia in Francia che a Los Angeles, o via Skype, per condividere con lui la loro visione del mondo del fumetto. Gli artisti hanno poi lavorato in modo indipendente allo sviluppo della loro interpretazione del sogno di Besson, una specie di test per valutare se potevano accedere alla seconda fase.
Infine Besson ha scelto sei artisti per passare alla Fase 2 e sviluppare ulteriormente i disegni che aveva selezionato come parte della prima fase del processo di arte concettuale. Da quel momento in poi, Besson ha fornito le direttive e le linee guida ai sei artisti su come unire, affinare e moltiplicare i disegni scelti. Alla fine della seconda fase, i disegni erano in gran parte frutto della collaborazione tra Besson e i sei artisti, a eccezione di molti della prima che erano rimasti inalterati.
In seguito c'è stato un lento e accurato processo per inserire e adattare i disegni in una visione complessiva.

Uno stravagante circo: le specie della stazione spaziale Alpha
Conosciuta come la Città dei Mille Pianeti, la stazione spaziale Alpha è un vero hub intergalattico. "Raccoglie tutta la conoscenza dell'universo. C'è Wall Street, la Città della Scienza, le Nazioni Unite, Broadway-c'è tutto", spiega Besson. "E questa la rende il luogo più importante dell'intero universo".
E' una metropoli in continua espansione ed è popolata da migliaia di specie provenienti da tutta la galassia, molte delle quali derivano direttamente dalla mitologia delle graphic novels. La fervida immaginazione di Besson ha poi generato decine di sorprendenti personaggi intergalattici, come le meduse Mylea, gli enormi Bromosauri marini da 300 tonnellate e il cattivissimo Igon Siruss – che ha la voce di Goodman – la temutissima mente criminale che gestisce i traffici del Big Market.
Altri alieni memorabili sono i Doghan Daguis – una sorta di informatori multilingue che esistono come un trio e fanno una grande impressione, anche se sono alti solo poco più di un metro. "Vendono informazioni e parlano 8000 lingue", spiega Besson. "Uno di loro inizia a parlare, poi prosegue l'altro e il terzo conclude, perché hanno un cervello in tre parti. Nessuno ama i Doghan Daguis, ma non si possono uccidere, se ne uccidi uno uccidi l'informazione".
Besson ha poi creato una squadra di spietati ed efficientissimi soldati chiamati K-Trons, le guardie del corpo personali del comandante Filitt. Secondo il regista, "Non parlano mai e hanno solo due funzioni.  Quando la luce è verde va tutto bene, quando diventa rossa hai solo cinque secondi per buttarti a terra, perché stanno per sparare a tutti. Sono molto semplici, se controlli i K-Trons, allora puoi dire di avere il potere".
L'artista concettuale BEN MAURO, che ha lavorato in tanti film, da Lucy alla serie Lo Hobbit, ha avuto un ruolo chiave nel disegnare il serraglio della stazione spaziale Alpha. Ispirandosi all'artista di video-game Yoji Shinkawa e al disegnatore francese Mobius, ha basato le sue specie spaziali sulla fisiologia degli animali. "Una volta che hai capito come funziona la biologia, prendi queste leggi fondamentali e le trasformi in qualcosa di completamente diverso", dice Mauro. "Alcuni degli alieni del film sono basati su rinoceronti o elefanti. Li studi nel loro ambiente naturale e pensi a come ottenere qualcosa di strano e insolito… mantenendo quel qualcosa che li rende familiari".
Oltre agli alieni, Besson ha popolato l'affollata sequenza di Paradise Alley di creature che vediamo solo per un attimo. E ha stimolato la creatività di tutti gli appassionati di fantascienza invitandoli a inviare i loro disegni. La gara ha avuto più di 3000 partecipanti da tutto il mondo e tra le opere inviate Besson ne ha scelte 20 e ha incaricato il suo team di trasportarle sullo schermo.
L'inclusione di tante diverse creature e alieni rispecchia il messaggio che è alla base del film. Creature come le Pearls sono un esempio di specie pacifica e progressista che subisce l'impatto e le conseguenze di comportamenti non empatici – sottolineando così l'importanza della compassione verso gli estranei.

Un audace mondo nuovo: gli effetti visivi del film
Un elemento chiave di cui Besson aveva bisogno per il suo dream team era un supervisore degli effetti visivi che potesse affrontare una sfida di dimensioni megagalattiche: supervisionare un'azione che si svolge in una miriade di ambienti, compreso il tragico paradiso conosciuto come Mül, il pianeta deserto chiamato Kirian e l'affollatissimo Big Market, il parco acquatico di Pooulong, il regno marino di Galana e Paradise Alley, oltre a un'altra infinità di cose che si trovano sulla stazione spaziale Alpha.
Besson ha trovato la persona giusta con il supervisore degli effetti visivi premio Oscar Scott Stokdyk. "Se sei un supervisore degli effetti visivi e leggi la sceneggiatura di Valerian, ci sono solo tre reazioni", dice ridendo Besson. "La prima: muori di infarto. La seconda: scappi via. Poi c'è la terza: sul tuo viso appare un grande sorriso e dici 'Oh mio Dio, non so se posso farlo… ma è fantastico'. Ed è stata questa la reazione che ha avuto Scott. Si è grattato la testa e dopo dieci minuti era già al lavoro. E' un tipo pragmatico e ben organizzato".
Stokdyk, che ha vinto un Oscar per la supervisione degli effetti di Spider-Man 2, ha iniziato analizzando le necessità di ogni scena. "Abbiamo studiato gli storyboards di ogni ripresa – per veder quali specie di alieni erano presenti, quanti erano, quanto rimanevano in scena e quali movimenti facevano", spiega.
Il processo di motion-capture ha spesso messo alla prova la determinazione degli attori. In una scena molto importante, Valerian e Laureline incontrano una specie pacifica, conosciuta come The Pearls, interpretata da attori che indossano body motion-capture pieni di sensori… e permettere così agli artisti digitali di trasformare i loro movimenti in post-produzione. "C'era il blue screen ovunque", dice Stokdyk. "Weta Digital ha un fantastico team di mo-cap, composto da oltre 30 persone, quindi avevano sistemato le macchine dappertutto e a volte hanno persino praticato dei fori sul set per nascondere gli obiettivi".
Dopo che i realizzatori avevano girato i personaggi umani che interagivano con gli alieni, Stokdyk incaricava la Weta di estrarre un "clean" pass, con solo i personaggi umani. "E' complicato, perché gli attori devono interagire con qualcuno che non c'è", dice Stokdyk. "Si recita e si agisce nel nulla, senza qualcuno che faccia da spalla, ma gli attori di Valerian hanno fatto un lavoro fantastico".
Oltre alla neozelandese Weta Digital, Besson ha richiesto l'intervento di ILM, con cui aveva già collaborato per Lucy. "Tutte e due le compagnie erano entusiaste del progetto, ma c'era troppo lavoro per un'azienda sola e quindi hanno accettato di dividerselo", afferma Besson, che si è avvalso anche della collaborazione della Rodeo FX di Montreal, che si era occupata già delle sequenze dell'inseguimento in macchina in Lucy. Vista l'ampiezza e la complessità della visione di Besson, il loro intervento è stato importante. "Rodeo si è occupata dell'astronave, della stazione spaziale, di tutto ciò che era meccanico", dice.
Lavorando insieme, le tre compagnie hanno prodotto 2734 riprese di effetti speciali per Valerian e la Città dei Mille Pianeti, rispettando così il piano di Besson. "Ho detto loro che volevo girare la storia di due poliziotti che indagano per le strade di New York", dice. "Non ho voluto sentir parlare di blue screen. Ho voluto vedere prima l'astronave, la stazione spaziale e gli alieni. Poi mi sono messo la macchina in spalla sapendo esattamente cosa fare e cosa stava succedendo".

Obiettivo sulla Cité du Cinema: spazio cosmico, fuori Parigi
"Non è possibile realizzare rapidamente questo genere di film", riassume Besson. Per tre anni ha visionato artisti, illustratori e designer che sviluppavano una meticolosa arte concettuale, poi per un altro anno e mezzo si è occupato degli storyboards.
Le riprese sono iniziate il 5 gennaio del 2016 e sono terminate in giugno. "Sono felice perché ci siamo presi il tempo necessario per fare bene le cose", dice Besson. "Corro sulle lunghe distanze, non faccio i 100 metri; la mia distanza sono le 10 miglia, quindi sono abituato a lunghi tempi di ripresa. Per Le grand bleu, abbiamo passato 24 settimane sott'acqua e 22 sulla terra. Giovanna d'Arco ha richiesto 24 settimane di lavorazione. Sono ostinato, quindi 100 giorni di riprese per Valerian sono stati piuttosto facili".
Valerian è stato girato interamente alla Cité du Cinema di Besson, alla periferia di Parigi. Fondata nel 2012 da Besson e i suoi partners, è il più grande complesso cinematografico francese, progettato per competere con Cinecittà e i Pinewood Studios inglesi. Con nove teatri che si estendono su una superficie di 65 acri, la Cité du Cinema fornisce tutto quello che è necessario a costruire un fantastico universo cinematografico, secondo la produttrice Besson-Silla.
Il vantaggio di avere tutti nello stesso posto e sulla stessa lunghezza d'onda, se non nello stesso teatro, permette una collaborazione ideale. "Non ci sono locations fuori della Cité, e questo è stato fantastico", dice Besson-Silla. "In un attimo avevamo a disposizione 80 persone del team dei VFX, il costumista, l'arredatore e gli attori per lavorare insieme. Le riprese sono andate lisce e questo è piuttosto sorprendente per un progetto di queste dimensioni".
In genere le grandi produzioni hollywoodiane coinvolgono una decina di produttori e invece Besson-Silla – è anche una testimonianza delle sue capacità – è l'unica produttrice di Valerian e la Città dei Mille Pianeti. "Non c'era bisogno di 10 produttori", sostiene. "Parlo molto con Luc, quindi ho chiaro quello che vuole. E' molto più facile per tutta la squadra, perché se qualcuno ha una domanda da fare non deve andare da mille persone, ma rivolgersi direttamente a Luc e me. Questo è il vantaggio di lavorare con EuropaCorp, che è iniziata con noi due e poi si è ampliata".
La produzione di Valerian e la Città dei Mille Pianeti ha occupato sette dei nove teatri della Cité du Cinema, sempre in piena attività. "Un edificio era ricoperto interamente dal blue screen", racconta Besson-Silla. "Poi c'era un teatro dove il team costruiva un set mentre noi giravamo in un altro, era una continua rotazione da un set all'altro".
La creazione dell'ambiente fantastico per le creature, compresi i Doghan Daguis, ha richiesto sforzi notevoli. "Erano a grandezza naturale, come delle statue sul set", dice Besson-Silla. "Ogni volta che giravamo una scena con i Doghan Daguis dovevamo prima filmare loro, poi toglierli e far entrare quelli che indossavano la tuta per la motion capture. Anche per gli enormi K-Tron abbiamo dovuto fare la stessa cosa, far entrare i grandi robot neri per la ripresa, portarli via, poi lasciare spazio agli attori per la motion capture".
Progettata da Besson, la Cité du Cinema comprende tre scuole di cinema, un ristorante e un asilo, per contribuire a creare un'atmosfera rilassata e piacevole per il cast e la troupe. "Invece delle solite roulotte, noi abbiamo preferito fornire delle stanze ammobiliate, dei miniappartamenti dove rilassarsi", dice con orgoglio Besson-Silla. "Le pareti erano decorate con i disegni del film, così gli attori potevano vedere le diverse scene, poi bastava prendere un ascensore per arrivare direttamente sul set".
L'atmosfera indaffarata e comunicativa ha riservato una serie di sorprese del tutto inaspettate, come quando Natalie Portman è passata davanti a Besson-Silla vestita come Jackie Kennedy per il ruolo che stava interpretando in Jackie. "Ricordo poi una notte molto speciale", dice la produttrice, "Herbie Hancock aveva girato durante la giornata e la sera gli abbiamo detto 'Herbie, c'è un pianoforte qui…' E quel genio si è messo a suonare per tutta la troupe. Ma sono stati tanti i momenti speciali come questo. Erano tutti lì per girare un film, ma in un modo piacevole e gioioso".

Benvenuti nel 28° secolo: un'omogenea visione d'insieme
Per portare sullo schermo il fumetto che lo ha tanto affascinato da bambino, Besson ha riunito il suo team di sempre. "La cosa più importante era la coordinazione tra lo scenografo, il costumista e il direttore della fotografia", afferma Besson. "Se si affrontano separatamente questi tre elementi si finisce nei guai. La sinergia deve derivare da tutti e tre, quindi, ogni giorno, volevo che il direttore della fotografia vedesse i costumi, che il costumista vedesse i set, ci scambiavamo informazioni di continuo".
Il team era composto dal costumista Olivier Bériot, che aveva già lavorato in Lucy e nel thriller prodotto da Besson, Taken; dal direttore della fotografia Thierry Arbogast; e dallo scenografo Hugues Tissandier, che aveva anche lui lavorato in Lucy.

Le scenografie
Creare set enormi, come quelli del Big Market, di Paradise Alley e di Mül – l'etereo pianeta di The Pearls – oltre a varie astronavi, sale di controllo e bus volanti, è stata un'impresa titanica. Anche se gli effetti visivi avrebbero in seguito ingrandito quei set, basati sui disegni originali, lo scenografo ha dovuto affrontare una sfida supplementare, quella di muoversi nel tempo – cioè passare dagli anni 70 al 2740. 
La stretta collaborazione con gli altri dipartimenti ha permesso di evitare ritardi tecnici durante le riprese, perché in genere servono cambi di luce. "Era importante integrare le luci in tutto il set e per questo abbiamo lavorato con il direttore della fotografia Thierry Arbogast e il suo capo elettricista, e con GREG FROMENTIN.   Abbiamo messo tutto a LED, così potevamo modificare le luci e la loro intensità prima di iniziare a girare", continua lo scenografo. "In questo modo, quando Thierry arrivava sul set, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno in termini di sequenza…e nello stesso tempo poteva cambiare i colori, ad esempio se volevamo mettere tutto al rosso e creare delle zone nere, offrendo a Luc un ventaglio più ampio di possibilità".

I costumi
Prima che Bériot incominciasse a mettere mano a qualcosa, Besson aveva già pensato a tutta una serie di dettagli dei costumi. "Avevamo cominciato fin dai disegni, quando io dicevo agli artisti concettuali 'Mi piacciono le maniche, ma non il dorso' oppure 'Non mi piacciono i piedi, invece mi piacciono i pantaloni'", spiega Besson.
Bériot ha iniziato a lavorare nel giugno del 2015, sette mesi prima che iniziassero le riprese e ha supervisionato decine di persone che lavoravano nei tre dipartimenti. "Luc aveva già lavorato a lungo con gli illustratori, quindi è stato in grado di mostrarmi disegni molto dettagliati di Valerian e Laureline con le loro tute spaziali e mi diceva 'Voglio questo'", ricorda Bériot. "Si trattava di trasformare le informazioni del fumetto per ottenere quei particolari e quella visibilità di cui hai bisogno per il grande schermo".
Forse i costumi più importanti sono le tute spaziali indossate dai protagonisti. "Nei fumetti originali le tute spaziali sono super importanti", dice il costumista. "Valerian e Laureline indossano tute spaziali bianche – molto anni '70.  Secondo Luc, avevamo bisogno di un look più futuristico, la tuta di un supereroe tecnologico doveva essere nel contempo funzionale e accattivante. Una parte del costume appare simile a un'armatura, ma è morbida come una tuta da sub, perché è di gommapiuma dipinta con colore metallico. Le parti rigide sono di resina epossidica e il colletto è brillante. La mia idea era che la vita apparisse il più stretta possibile sia per Dane che per Cara, così le loro sagome appaiono più belle sullo schermo".
Delevingne si è innamorata della sua tuta spaziale fin dal primo momento in cui l'ha indossata. "Non mi avevano mai fatto tante fotografie in vita mia", dice ridendo. "E' la cosa più bella del mondo, in fondo è fatta di plastica cucita su una tuta da sub, ma è bellissima, incredibile".
I costumi sono stati disegnati perché ci si potesse combattere agevolmente. "E' stata dura tenere attaccate e connesse tutte le piccole luci LED nel corso dell'azione", dice Delevingne. "Mentre io avevo paura che le scene d'azione fossero impossibili, in realtà è stato facile muoversi con quella tuta".
Ispirato da una visita al workshop di Mission to Mars di Budapest, Bériot ha stabilito il suo quartier generale a Parigi – che comprendeva un atelier, un dipartimento dedicato alle sculture di resina epossidica, gomma o plastica, un team che si occupava di tingere e invecchiare i tessuti e anche due elettricisti. Simile a una casa di mode, ma specializzata in haute couture intergalattica. "Volevamo cose bizzarre, mai viste prima e abbiamo spinto i dipartimenti del trucco e delle acconciature in questa direzione", conclude Bériot.

La luce e le riprese
Per dare forma all'ambiente visivo per Valerian, Besson ha voluto al suo fianco come sempre Arbogast che, a partire da Nikita negli anni '90, è sempre stato il direttore della fotografia di tutti i suoi film, eccetto uno.
A differenza di molti registi, Besson preferisce lavorare lui stesso con la macchina da presa e si affida a Arbogast per la fotografia. Dopo aver visionato gli storyboards e il materiale fotografico durante la pre-produzione, Arbogast ha capito immediatamente che il film sarebbe stato straordinariamente ricco di colori. "Abbiamo deciso di usare nuove tecnologie che hanno luci LED nei tre colori primari, rosso, verde e blu", dice. "Quei proiettori ci hanno permesso di variare il colore fino a trovare l'esatta sfumatura che volevamo per ogni set. Abbiamo inserito strisce di luci nel décor e le controllavamo da una console, quindi potevamo modificare i colori, un po' come gestire la tavolozza di un pittore. Tutto questo ha permesso a Luc una enorme flessibilità, al punto che poteva arrivare sul set e dire 'Non mi piace questo blu, lo voglio così'".
Naturalmente ogni ambiente aveva bisogno di un tono diverso e riconoscibile. Nella scena in cui Bubble si esibisce per Valerian, Arbogast ha creato un'aura dorata. "Abbiamo preparato delle strip RGB e usato il proiettore per illuminare in modo tenue la scena", dice il direttore della fotografia. "Come nella sequenza dell'opera de Il quinto elemento, ma la luce era più dolce e setosa".
Completamente diverso l'ambiente di Paradise Alley, che si ispira al quartiere per adulti di Pigalle. "Paradise Alley aveva bisogno di tanto neon, insegne luminose e luci intermittenti – doveva essere ricca di colori", afferma Arbogast. "Abbiamo inserito anche fari mobili, come se elicotteri o droni fossero alla ricerca di qualcosa lungo le strade".
Nel corso del film, Arbogast ha variato le luci accompagnando lo stato d'animo della scena. "Non ho cercato di avere 'continuità' come si fa nei film inglesi", conclude, "per me si va scena per scena. Quando la luce varia allora le scene possono scontrarsi l'una con l'altra. Ad esempio passiamo da una spiaggia inondata di sole e – bam! – siamo nell'interno blu dell'Intruder. Oppure sotto le luci calde del Big Market, poi invece con le luci fredde in qualche altra atmosfera. E' proprio questo che mi piace davvero: la diversità della luce".

La creazione di un Virtuoso: La musica di Desplat nello spazio
Uno spettacolo così visivamente stupefacente aveva bisogno di una colonna sonora che si integrasse con l'esotica maestosità dei mondi alieni e delle varie specie – accompagnando il pubblico verso pianeti remoti. Ed ecco Alexandre Desplat, compositore delle colonne sonore di tanti film famosi, come i premi Oscar Argo e Il discorso del re. Ma Desplat vanta poi una antica familiarità con Valerian, perché anche lui quando era un adolescente e viveva in Francia adorava leggere i fumetti della rivista "Pilote".
Rispetto alle direttive di Besson per la colonna sonora, Desplat spiega: "Luc ha detto che voleva una colonna sonora orchestrale, con tante melodie. Tutto qui, quindi dovevo scrivere belle melodie per una grande orchestra sinfonica".
Le registrazioni si sono tenute a Radio France, ed era la prima volta di Desplat con un'orchestra sinfonica a Parigi. Anche se all'inizio il compositore aveva delle riserve sul lavorare in uno studio che non conosceva, presto ha cambiato idea. "Fin dal primo momento in cui sono salito sul podio è stato tutto fantastico", dice. "Il suono e il pezzo erano belli".
Anche se all'inizio del processo Desplat tende a rimanere solo, questa volta ha invitato Besson ad ascoltare lo sviluppo della sua composizione. Questa collaborazione con Besson ha significato condividere i demo orchestrati e avere una visione completa di quello che sarebbe stato il lavoro finito. "Se a Luc non piaceva qualcosa, poteva dirlo e sarei potuto intervenire", sostiene Desplat. "Se non gli fosse piaciuto il flauto, il clarinetto o il piano, o qualsiasi altra cosa, io avrei operato immediatamente delle modifiche".
Anche se nel corso della sua carriera Desplat ha affrontato una grande varietà di generi cinematografici, ha apprezzato molto l'opportunità di diversificare il tipo di suoni per un universo fantascientifico. "Le immagini che Luc ha creato erano belle, brillanti e varie e a livello tecnico incredibilmente ricche", dice il compositore.
Per catturare l'essenza della varietà dei personaggi di Valerian, evidenziare le scene di combattimento o quelle emotive, Desplat ha creato temi specifici.
Quando gli è stato chiesto se non avesse paura di cadere nei cliché dei film fantascientifici, ha risposto semplicemente: "No, perché il film ha una sua voce propria".
Oltre alla colonna sonora di Desplat, Besson ha utilizzato anche nuove registrazioni vocali per sottolineare emotivamente il suo viaggio intergalattico.
Il film si apre con una sequenza mozzafiato dell'incontro della navicella americana Apollo con la sovietica Soyuz nel 1975, e poi vediamo centinaia di altre navi spaziali, da altre nazioni e poi da altri mondi che si uniscono nei secoli per formare la stazione spaziale Alpha.
Per questa scena Besson ha scelto "Space Oddity" di David Bowie, per emozionare gli spettatori mentre li trasporta dal mondo contemporaneo alla sua spettacolare visione del futuro.
Nel film ci sono anche "Jamming," di Bob Marley e Wyclef Jean con Refugee All Stars con la loro versione di "Stayin' Alive" dei Bee Gees; il nuovo brano di DJ Mustard "Bubble Dance" accompagna la performance di Bubble per Valerian; e pezzi nuovi come "A Million On My Soul" di Alexiane e "I Feel Everything", composta da Pharell Williams e interpretata da Cara Delevingne.

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Finita la produzione, il ragazzo che aveva sognato quella saga spaziale tanti anni fa è soddisfatto del risultato di "Valerian e Laureline".
Besson dice di aver sempre immaginato Valerian e la Città dei Mille Pianeti come un grande film d'intrattenimento in 3D: "Vorrei che la gente che lavora tutto il giorno andasse al cinema a vedere questo film e dimenticasse tutto per un paio d'ore, come se andasse in vacanza".
Anche se spunti vintage sono inestricabilmente presenti nel film, Besson ha permeato il genere fantascientifico con la sua inconfondibile e vivace estetica.
Con una tecnologia che ha finalmente soddisfatto la visione di Besson, dopo Avatar è un'esperienza 3D che lascia gli spettatori senza fiato.
"Vi mostreremo questo pazzo mondo del 28° secolo, ma le vite dei personaggi, i sentimenti e le emozioni sono sempre gli stessi" conclude. "Amerete Valeriane e Laureline per quello che sono e per quello che fanno insieme".


Extra dal pressbook del film

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info: 21/09/2017.

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