Locandina Veloce come il vento

Veloce come il vento (2015)

Veloce come il vento
Locandina Veloce come il vento
Veloce come il vento è un film del 2015 prodotto in Italia, di genere Drammatico diretto da Matteo Rovere. Il film dura circa 119 minuti. Il cast include Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Roberta Mattei, Paolo Graziosi, Lorenzo Gioielli, Giulio Pugnaghi. In Italia, esce al cinema giovedì 7 Aprile 2016 distribuito da 01 Distribution. Disponibile in homevideo in DVD da martedì 2 Agosto 2016. Al Box Office italiano ha incassato circa 2101764 euro.

Giulia De Martino è una giovane e promettente pilota di auto da corsa. Ad aiutarla ad affrontare il Campionato GT a soli 17 anni è il fratello Loris, ex-pilota fallito e tossicodipendente, ma di dotato di grande talento per l'automobilismo.

In Veloce come il vento, la passione per i motori scorre da sempre nelle vene di Giulia De Martino. Viene da una famiglia che da generazioni sforna campioni di corse automobilistiche. Anche lei è un pilota, un talento eccezionale che a soli diciassette anni partecipa al Campionato GT, sotto la guida del padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e Giulia si trova a dover affrontare da sola la pista e la vita. A complicare la situazione il ritorno inaspettato del fratello Loris, ex pilota ormai totalmente inaffidabile, ma dotato di uno straordinario sesto senso per la guida. Saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che gli farà scoprire quanto sia difficile e importante provare ad essere una famiglia.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 7 Aprile 2016
Uscita in Italia: 07/04/2016
Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2015
Durata: 119 minuti
Formato: Colore
Produzione: Fandango, Rai Cinema, Morato Pane Spa (in associazione con), QMI Interactive (in associazione con), CLAV Srl (in associazione con)
Distribuzione: 01 Distribution
Box Office: Italia: 2.101.764 euro
Note:
Film realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema ed il sostegno della Regione Lazio Fondo regionale per il Cinema e l'Audiovisivo.
In HomeVideo: in DVD da martedì 2 Agosto 2016 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: Matteo Rovere
Sceneggiatura: Matteo Rovere, Filippo Gravino, Francesca Manieri
Musiche: Andrea Farri
Fotografia: Michele D'Attanasio
Scenografia: Alessandro Vannucci
Montaggio: Gianni Vezzosi
Costumi: Cristina La Parola

Cast Artistico e Ruoli:
foto Stefano Accorsi

Stefano Accorsi

Loris De Martino
foto Matilda De Angelis

Matilda De Angelis

Giulia De Martino
foto Lorenzo Gioielli

Lorenzo Gioielli

Ettore Minotti
foto Giulio Pugnaghi

Giulio Pugnaghi

Nico De Martino



Produttori:
Domenico Procacci (Produttore)

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI REGIA – Matteo Rovere

L’idea di “Veloce come il vento” è nata qualche anno fa, incontrando casualmente Antonio Dentini, detto Tonino, un vecchio meccanico esperto di preparazione ed elaborazione di motori. Ormai in pensione, Tonino frequentava un’officina di quartiere, dando consigli ai giovani meccanici che pendevano dalle sue labbra. Il suo attaccamento quasi affettivo agli strumenti del mestiere mi ha colpito subito; vederlo lavorare era incredibilmente affascinante. Mi incuriosiva soprattutto la sua eccezionale capacità, simile all’orecchio assoluto dei musicisti, di riconoscere il tipo e lo stato di salute di qualsiasi motore ascoltandone semplicemente il suono. Tonino raccontava molte storie e tra queste mi aveva colpito in particolare la vicenda di Carlo Capone. Chi era stato, cosa gli fosse successo, e dove si trovasse ora. Da quel racconto, insieme agli sceneggiatori, è partita l’idea del film. Ho parlato con Domenico Procacci proponendogli un film di “azione e sentimenti”, che immergesse lo spettatore in una vicenda piena di ritmo e adrenalina, ma anche di cuore. La Fandango ha subito creduto in quest’idea, sostenendola. Si trattava di un progetto molto difficile da realizzare, soprattutto per le tante sequenze action che ho voluto fossero girate interamente dal vero, mantenendo però sempre al primo posto il fattore umano. Credo che siamo riusciti, tutti insieme, a dare vita a un film che in qualche modo è un prototipo coraggioso, complesso da realizzare e molto spettacolare: una pellicola capace di aprire le porte su un universo avventuroso fatto di donne, uomini e auto da corsa, pieno di storie e sentimenti. “Veloce come il vento” è un film d’azione ma anche e soprattutto di personaggi, approfonditi, ispirati a fatti e incontri reali. Nei racconti del meccanico Tonino (interpretato da Paolo Graziosi) i piloti non erano campioni, ma eroi, e le macchine non correvano, volavano, e io volevo ricreare quell’atmosfera leggendaria che Tonino trasmetteva attraverso i suoi emozionanti racconti. La famiglia De Martino, protagonista del film, ha le vene piene di olio e benzina da generazioni, e il ritorno di Loris (Stefano Accorsi), campione dimenticato dal tempo e ormai perso nel tunnel della tossicodipendenza, mi sembrava l’occasione giusta per raccontare il mondo che avevo incontrato. Lo chiamavano il “Ballerino”, perché sapeva danzare sulle curve con la morbidezza dell’acqua, senza imporsi, senza violenza, ma affrontandole in continuità, come in una danza appunto (definita “inarrestabile” dai suoi avversari), elegante e leggiadra ma anche estremamente veloce, con un andamento dinoccolato e un po’ imperfetto che assecondando la strada non lasciava scampo agli altri piloti. Al centro della storia c’è Giulia De Martino, che con i suoi “quarantanove chili” di nervi e dedizione riassume in un unico carattere il mondo e le motivazioni delle diverse donne pilota che ho incontrato e che Matilda De Angelis è riuscita, con tanto lavoro di preparazione, ad incarnare. Matilda l’ho incontrata tra i “non attori” lo scorso anno, durante un casting condotto a Bologna e provincia: ero assolutamente convinto di realizzare il film “in lingua originale”, ovvero nel dialetto emiliano – romagnolo caratteristico del mondo delle corse d’auto. Matilda De Angelis di Pianoro, Stefano Accorsi di Budrio, Paolo Graziosi di Rimini: tutti hanno riportato alla luce la lingua dei loro nonni, per restituire la verità di un mondo che parla, e ha sempre parlato, in quel modo. Loris, Tonino e Giulia sono stati per me incontri emotivamente unici, che ho provato a unire in una storia solo in parte immaginata: erano piene di sentimento le loro vicende, tragiche, comiche, continuamente a cavallo tra la vita e la morte, e in “Veloce come il vento” ho cercato di raccontarne una, provando a farla vivere al pubblico dall’interno, come se fosse lì con me, insieme a loro.

INTERVISTA A MATTEO ROVERE

“Come è nata l’idea del film?”
“Direi che nasce da suggestioni diverse. Da una parte ho sempre avuto voglia di fare un film d’azione che fosse emozionante ma anche d’intrattenimento per il pubblico. Dall’altra, da un punto di vista drammaturgico, mi ha sempre affascinato l’idea di raccontare mondi che abbiano proprie regole specifiche e, in questo senso, il mondo delle auto da corsa era perfetto. Per conoscerlo più a fondo sono andato con gli sceneggiatori, Francesca Manieri e Filippo Gravino, a scavare in questo universo, conoscendo persone, facendo incontri e cercando storie. In questo percorso mi sono imbattuto in un meccanico che si chiamava Antonio Dentini, per tutti Tonino, purtroppo scomparso recentemente. Antonio era stato un grande preparatore di auto da rally, conosceva tutte le storie degli ultimi decenni di quel mondo e mi ha raccontato le vicende del pilota Carlo Capone, campione talentuosissimo e irregolare del mondo del rally. La sua vita è ai limiti dell’incredibile e noi, attraverso il nostro racconto, lo abbiamo voluto ricordare e omaggiare. Dopo aver lasciato la carriera da pilota, negli anni ’90, Carlo Capone aveva accettato di lavorare come trainer per una pilota, mentre tragicamente scivolava nel tunnel della dipendenza, e così abbiamo deciso di prendere questi personaggi veri e costruirci attorno una vicenda di fantasia ispirata alla loro storia.”

“Che cosa ti stava a cuore raccontare?”
“Il tema in campo è il grande legame che c’è fra fratelli e, più in generale, il senso di protezione: quanto sei disposto a rischiare per salvare chi ami? I due protagonisti sono costretti a gestire insieme grandi e piccoli problemi, e mi affascinava ed emozionava che questo rapporto familiare, molto simile a quello che c’è in tante famiglie, con la sua “ricostituzione”, fosse raccontato nel “vestito” di un film d’azione, un action movie adrenalinico e realistico sul mondo delle auto da corsa. Mondo che incredibilmente sembra offrire molte suggestioni che possono ispirare la vita quotidiana di ognuno. I film legati al mondo dell’automobilismo mostrano spesso solo “avventure di macchine”, ma il divertimento e l’energia che pervadono questo universo non sono nulla se non supportati da sentimenti più universali”.

“Che rapporto si è instaurato con il vero Capone?”
“Capone al momento si trova in una struttura psichiatrica in Piemonte. Lo abbiamo incontrato più volte, ci ha raccontato le sue avventure, ma il rapporto non è stato semplice e ho vissuto le sue gesta soprattutto attraverso i racconti di Tonino Dentini. Capone è stato un pilota controcorrente, ha detto dei no sbagliati ed è stato mandato via anche se era il più forte.”

“Perché ha scelto Stefano Accorsi come protagonista e che rapporto si è creato tra voi?”
“Ho pensato a lui fin dalla sceneggiatura, ma sapevo che l’attore che si sarebbe avvicinato a questo personaggio doveva essere disponibile ad una grande trasformazione. Stefano per dare vita a Loris De Martino si è sottoposto ad un enorme lavoro di preparazione fisica. Ha perso 11 chili, partendo da un fisico peraltro già magro. Ha messo per giorni la sveglia alle tre di mattina per sembrare più emaciato e “sfatto”, oltre a farsi crescere i capelli. Da un punto di vista linguistico invece, il suo percorso è andato verso la ricerca della propria lingua madre. Ha affrontato un personaggio difficile e impegnativo con grande coraggio, riuscendo ad essere allo stesso tempo comico, tenero e vero. Tra noi due è nata una relazione profonda e di grande stima.”

“Come ha scelto invece la protagonista femminile Matilda De Angelis?”
“Con Matilda c’è stato un percorso diverso. È un’attrice esordiente e l’abbiamo notata durante un casting a Bologna, segnalataci da un suo amico. Assieme ai miei responsabili casting, Francesca Borromeo e Federico Mutti, l’abbiamo convocata ai provini. Lei non era troppo entusiasta, abbiamo dovuto convincerla. Ma dopo il primo provino si è rassicurata e ha superato una dura selezione (oltre 400 incontri). Matilda aveva un’energia e uno sguardo magnetici e in lei vedevo nitidamente il personaggio di Giulia che avevo in mente.”

“Dove avete girato?”
“L’Italia è il teatro mondiale delle corse automobilistiche, ci sono i templi del racing come Monza, Imola, Vallelunga, il Mugello, tutte piste dove si svolge il vero campionato GT e dove abbiamo girato a lungo, sfruttando al massimo i teatri di posa naturali che quei luoghi sono. In particolare il film è ambientato a Imola, i De Martino sono una famiglia dell’Emilia Romagna.

“Che spazio c’è oggi per questo genere di film?”
“Mi sono fatto trasportare da una storia che volevo raccontare, e per farlo ho scelto il cinema di genere. Sono consapevole quindi di aver realizzato un film anomalo nel panorama del cinema italiano, dove i concetti di intrattenimento e divertimento sono spesso identificati solo con la commedia. Penso però che il pubblico abbia voglia anche di nuovi stimoli e di un intrattenimento declinato in altri termini.”

INTERVISTA A STEFANO ACCORSI

“Come sei stato coinvolto in questo progetto?”
“Mi ha cercato Domenico Procacci, un produttore a cui sono molto legato avendo realizzato insieme film importanti come “Radiofreccia” di Luciano Ligabue, “L’ultimo bacio” e “Baciami ancora” di Gabriele Muccino. Mi ha subito incuriosito. Ho trovato il copione bellissimo e scritto davvero molto bene, mi sono accorto che Matteo Rovere voleva fare un film molto personale e quando lui mi ha parlato di Loris ci siamo trovati d’accordo subito sulla necessità di un lavoro da fare sul corpo: una dieta ferrea per perdere una decina di chili di peso, la necessità di apparire in scena con i capelli lunghi e mal curati e i denti ingialliti. Con Matteo abbiamo lavorato duramente in fase di preparazione aiutati anche da Anna Redi, una coach con cui collaboro, ci siamo documentati su ragazzi e uomini con problemi di droga, poi ho seguito vari corsi di guida ed ho avuto la fortuna di avere Paolo Andreucci come istruttore per la gara di rally.”

“Che cosa ti è piaciuto del personaggio di Loris, come ti sei rapportato a lui?”
“La sua storia secondo me è quella di un lentissimo risveglio, mi ha affascinato il fatto che fosse un personaggio forte ed estremo, ma anche che non fosse il tossicodipendente che tante volte si è visto al cinema (magari ben rappresentato). Loris De Martino ha un passato da campione sportivo e tutto questo cova sotto la cenere, è come se nel suo sguardo tutto quello che ha vissuto continuasse ad essere presente, riesce a mantenere una specie di orgoglio che gli dà una tenuta diversa e questa caratteristica mi ha davvero “intrigato”. È uno che comunque ti tira fuori qualcosa e ti fa anche sorridere, non perché sia un “battutaro” ma perché ha una sua verve affascinante. Quello che mi è piaciuto soprattutto è che travestito da film di genere “Veloce come il vento” è la storia di una famiglia, è quello il suo cuore emotivo”.

“Come ti sei rapportato con il vero Carlo Capone che ha ispirato il tuo personaggio?”
“Non l’ho mai incontrato, ho visionato diversi materiali di repertorio che lo riguardavano e ho parlato con persone che lo avevano conosciuto. Il personaggio di Loris si ispira a lui e intende omaggiarlo insieme al suo mondo anche se il racconto del film è stato notevolmente rielaborato rispetto ai fatti reali”.

“Hai dovuto sottoporti ad una preparazione particolarmente dura e complessa?”
“È stato forse il film più faticoso che io abbia mai girato ma ho capito subito che ne valeva la pena. Abbiamo iniziato la preparazione e lo studio diversi mesi prima delle riprese, c’è stato un lento percorso di avvicinamento al film, mentre il dimagrimento è dovuto essere piuttosto veloce e brutale, non potevo mantenere quel peso per troppo tempo. Andavamo a seguire il campionato GT nei circuiti di Vallelunga, Mugello, Imola e Monza, filmando tutto con la troupe. Il lunedì e il martedì, in particolare, le macchine correvano per noi. Nel film ci sono molti momenti ad alto tasso di adrenalina, perché anche se stai girando solo le scene di un film, quando i piloti veri scendono in pista il loro istinto prende il sopravvento e la voglia di vincere regna sovrana. La velocità che c’è nel film è tutta vera e si sente”.

“Che rapporto si è creato con Matteo Rovere prima e durante le riprese?”
“Un rapporto di grande complicità e fiducia, credo che lui sia un grande direttore di attori, più andavamo avanti e più mi rendevo conto della sua attenzione a costruire il mio personaggio, abbiamo fatto un grande lavoro sul corpo oltre che sulla costruzione psicologica del personaggio. C’era il rischio di un personaggio macchiettistico, ma invece non è stato così. Matteo mi dava sempre grande fiducia, è un regista davvero ispirato, chiedeva molto a tutti e ha dato a sua volta tantissimo, sia in fase di preparazione che di riprese”.

“Come ti sei trovato con Matilda De Angelis?”
“Benissimo, lei proviene dalla musica, è una cantante, ed è una persona che ha un bel rapporto con le proprie emozioni. Quando abbiamo fatto i provini insieme al regista ci siamo detti subito: “E’ lei!” Con Matilda si è creata nel tempo una forte complicità fraterna e lei si è trovata subito a proprio agio con me, con Rovere e con tutti gli altri”. “Ci sono stati momenti particolari della lavorazione che ti sono rimasti più impressi di altri?” “Ricordo varie cose, è stato un film in cui diverse scene richiedevano un impegno fuori dal comune. Ricordo il primo giorno di riprese, la prima scena che abbiamo girato fuori Roma: era una delle prime uscite del personaggio, faceva un gran freddo, ero in pantaloncini e maglietta a maniche corte, e mi è venuta fuori l’esclamazione “vacca boia” che si è rivelata quella giusta per Loris. Matteo l’ha capito subito e ha sostituito in corsa quello che in sceneggiatura era più esplicito, è stato come se il personaggio avesse detto all’improvviso: “io ci sono”. È stato un bel momento, sentivo tutti davvero coinvolti. Un’altra giornata difficile è stata quella delle riprese a Vallelunga. Ero vestito e preparato come il personaggio di Loris richiedeva e nessuno mi riconosceva, anzi la gente mi teneva a distanza”.

“Che spazio pensi ci possa essere oggi in Italia per i film di genere oltre alla commedia?”
“Certi casi come quello recente di “Lo chiamavano Jeeg Robot” o di altri film che hanno successo in sala fanno pensare che la gente abbia anche voglia di vedere un film “spettacolare” sul grande schermo. Oggi la tv ha un’offerta vastissima e per uscire di casa una persona deve avere uno stimolo preciso. Ben venga anche la commedia che in Italia c’è sempre stata per cultura e tradizione, ma il problema è che se un produttore guadagna tanti soldi, dovrebbe differenziare la sua offerta e i suoi prodotti, un rischio deve pur prenderselo! Il pubblico che va al cinema spesso vuole vedere film con una componente cinematografica importante sia da un punto di vista dei contenuti che della forma”.

INTERVISTA A MATILDA DE ANGELIS

“Come sei stata coinvolta nel progetto?”
“Mi sono presentata all’incontro del tutto ignara della situazione, non avevo mai fatto un provino e non sapevo si trattasse del ruolo della protagonista. Una volta lì sono piaciuta e sono andata avanti nelle selezioni, sono stata chiamata una seconda e poi una terza volta, fino ad incontrare Matteo Rovere e Stefano Accorsi”.

“Che cosa ti ha interessato di questa esperienza?”
“Mi incuriosiva l’ipotesi di sperimentare qualcosa di nuovo, che non avevo mai fatto, ovviamente con tutte le paure e le preoccupazioni relative. In realtà quando ho letto il film tutta l’ansia è passata: il personaggio di Giulia era bellissimo, una ragazza intelligente, brillante, “tosta”, un personaggio femminile come se ne vedono pochi al cinema.”

“Che relazione si crea tra Giulia e Loris?”
“All’inizio c’è tra loro un muro che sembra insormontabile, ma col tempo i due impareranno a conoscersi, a riconoscersi, a vedere il proprio fratello negli occhi dell’altro. Sono una famiglia e la famiglia forse è una cosa difficile, ma è anche una grande avventura. Lei ha bisogno di lui per migliorare, per vincere il campionato. Lui ha bisogno di lei per riscattarsi. Strada facendo lui le insegna ad osare di più, ad essere un po’ più folle e spericolata, a non controllare tutto. Lei invece trasmette al fratello il rispetto per gli altri, l’amore, la fratellanza, il piacere della condivisione e del sacrificio.”

“Che rapporto si è creato con Matteo Rovere?”
“Matteo è un regista solido, sicuro della propria visione e capace di trasmetterla con sincerità, con il cuore, sempre in modo estremamente diretto e comprensibile. Con lui è nato un rapporto di grande fiducia reciproca.”

“Come ti sei trovata con Stefano Accorsi?”
“All’inizio, non conoscendolo, non sapevo che persona fosse, ero intimorita dalla sua fama, ma lui si è rivelato straordinario, mi ha permesso di lavorare divertendomi, mi ha accolto a braccia aperte e mi ha anche insegnato tanto.”

“Hai qualche ricordo particolare?”
“Sicuramente le emozioni vissute, ma anche la paura, soprattutto le tante scene d’azione che ho interpretato senza controfigure. Avevo appena preso la patente e mi sono ritrovata a fare corsi di guida veloce su pista, conducendo auto da quasi 600 cavalli, dei veri mostri!


interviste dal pressbook del film

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Veloce come il vento disponibile in DVD da martedì 2 Agosto 2016
info: 07/04/2016.


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