Locandina Waves Trey Edward Shults

Waves (2019)

Waves
Locandina Waves
Waves è un film del 2019 prodotto in USA e Canada, di genere Drammatico e Romantico diretto da Trey Edward Shults. Il film dura circa 135 minuti. Il cast include Kelvin Harrison Jr., Taylor Russell, Sterling K. Brown, Renée Elise Goldsberry, Lucas Hedges, Alexa Demie. In Italia, esce al cinema giovedì 4 Giugno 2020.

Tyler è un atleta liceale che fa wrestling, messo sotto pressione dal dispotico padre per ottenere un'importante borsa di studio. Tyler però è a un passo dal crollo, e le sue azioni rischiano di infrangere l'armonia familiare trascinando con sé la sorellina intenta a trovare la propria strada, e l'amore.

Ambientato nel vivace paesaggio del sud della Florida e interpretato da uno straordinario e ben assortito gruppo di pluripremiati attori e giovani esordienti, Waves segue l'epico ed emozionante percorso di una famiglia afro-americana, guidata da un padre tanto pieno di buone intenzioni quanto dominante: un viaggio fra amore, perdono e una ritrovata unione dopo un lutto. Dall'apprezzato regista Trey Edward Shults, Waves è una straziante storia sull'universale capacità di compassione e crescita anche nei momenti più bui della vita.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 4 Giugno 2020
Uscita in Italia: 04/06/2020
Data di Uscita USA: venerdì 15 Novembre 2019
Prima Uscita: 15/11/2019 (USA)
Genere: Drammatico, Romantico, Sport
Nazione: USA, Canada - 2019
Durata: 135 minuti
Formato: Colore
Conosciuto anche come: Waves - Le Onde Della Vita [Italia]

Immagini

[Schermo Intero]

La produzione del film

Dallo scrittore e autore Trey Edward Shults arriva la straziante storia di una famiglia spinta sul baratro dell'autodistruzione e sulla capacità di rinascere e affrontare la vita attraverso l'amore, il confronto, la comunicazione e l'espiazione.

A comporre il cast Kelvin Harrison, Jr., Sterling K. Brown, Taylor Russell, Lucas Hedges, Alexa Demie e Renée Elise Goldsberry: Waves ha una struttura unica per presentare una storia di vita Americana, seguendo le differenti traiettorie e strategie di due fratelli del sud della Florida che cercano la propria identità attraverso la gestione di un trauma.

Il terzo lungometraggio di Shults è una profonda e personale affermazione sui temi dell'amore e della perdita, alimentata da una travolgente colonna sonora, che include tracce di Frank Ocean e Radiohead, oltre a un'ipnotica partitura composta da Trent Reznor e Atticus Ross, il duo vincitore del Premio Oscar con The Social Network.  L'approccio di Shults, nelle sue parole, negli aspetti visivi e nelle collaborazioni musicali, è determinato, con l'obiettivo di sottolineare quanto profondamente l'amore e la perdita possano intaccare le nostre vite e famiglie.

Centrato sulle vicende di una famiglia afro-americana del sud della Florida, Waves è anche un'analisi dei limiti della pressione e dell'amore genitoriale, sui mezzi per trovare un canale di comunicazione fra figli e genitori, nell'essenziale consapevolezza che entrambi hanno i propri punti deboli.  

"Mia madre mi diceva sempre, 'Devo essere dura con te, così non sarà il mondo a farti soffrire'", dice Sterling K. Brown, che interpreta il severo e rigido patriarca Ronald Williams. "Questo è l'approccio iniziale di Ronald con il proprio figlio, convinto che così riuscirà a portarlo lontano dai problemi. Ronald si muove con le migliori intenzioni, ma si troverà a comprendere, esattamente come è successo a me, che è meglio vivere la genitorialità con amore piuttosto che con la paura."

Waves affronta l'amore in una miriade di sue espressioni, mostrando come, in momenti diversi, sia in grado di dividere e riavvicinare le persone. "Questo film affronta gli alti e bassi dell'amore – l'amore romantico, quello familiare, il significato di avere una passione per qualcosa, e cosa succede quando tutto crolla davanti ai tuoi occhi," spiega Shults. "Waves richiama il flusso dell'acqua del mare, esattamente come mi immagino la vita nei suoi diversi passaggi."

La realizzazione di Waves

Waves è stato in gestazione per quasi dieci anni, frullando nella testa del regista di origini texane ma di base in Florida, anche prima della realizzazione di It Comes At Night (2017) e Krisha, il suo debutto nel 2016 acclamato dalla critica, che ha vinto il Gran Premio della Giuria al South by Southwest ed è stato proiettato al Festival del Cinema di Cannes. Centrato su un'altra storia famigliare, con un approccio più vasto e generale, Waves segna un approfondimento nel percorso di Shults, che riprende molti dei suoi temi e motivi familiari.

"Ero molto più giovane quando ho iniziato a pensare a questo film, ma si trattava di sole immagini nella mia testa per una versione contemporanea di La Vita È Un Sogno – Dazed & Confused," spiega Shults. "A un certo punto si è materializzata la storia di Tyler Williams, un diciassettenne che deve affrontare un'incomprensibile tragedia. Da lì diventa la storia della sorella più giovane, Emily, che sta vivendo le emozioni del suo primo vero amore."

Waves è un film che affronta un bivio, che lo divide in due segmenti tenuti insieme da un virtuoso passaggio di mezzo, un ponte che rende Shults uno dei più ambiziosi e visionari registi in attività. I toni virano dalla spirale verso il basso di Tyler alla romantica rinascita di Emily, in due sezioni che si specchiano e sono arricchite dalla presenza dei due genitori, gran lavoratori ed esigenti con i propri figli, interpretati da Sterling K. Brown e Renée Elise Goldsberry.

"Ho visto il film di Wong Kar-Wai Hong Kong Express, e mi sono convinto che Waves avrebbe potuto essere un film a due tempi, focalizzato sul fratello nella prima parte e sulla sorella nella seconda, con due situazioni sentimentali in entrambi i casi, con i genitori da fare tramite in tutto il suo divenire," spiega Shults.

Aggiunge Sterling K. Brown, che ha prontamente firmato il contratto del film nonostante la sua impegnata agenda per le riprese di This Is Us: "L'energia frenetica nella prima porzione di film si oppone ai tempi più languidi e riflessivi della seconda, con il risultato di aver illuminato i fratelli nel loro percorso, nel loro rapporto e nella loro ricerca di un'identità. Esplosiva già dalla lettura della sceneggiatura  è la prima sezione, mentre la seconda è bella e soddisfacente tutta in un'altra maniera."

Le dinamiche di famiglia

Come nei due precedenti film di Shults, in entrambi i casi storie di famiglie americane che devono affrontare il fallimento, il caos e i problemi di comunicazione, Waves pone un nucleo di persone nel bel mezzo di dinamiche che sono tipicamente il tema centrale del lavoro del regista. Al cuore del film c'è la famiglia Williams, lavoratori determinati e motivati dell'alta borghesia del sud della Florida, che, nelle parole di Brown, il rigido e ben intenzionato padre di famiglia, deve "lottare dieci volte più duramente di tutti gli altri" per ottenere i propri obiettivi.

"La famiglia Williams ha lavorato duro per raggiungere la propria posizione: hanno una bella casa, delle carriere riuscite e hanno cresciuto i propri figli con coscienza," spiega Shults. "I loro figli, come nel loro caso, hanno un'enorme etica del lavoro." Ma come gran parte delle famiglie americane, ci sono segreti e conflitti dietro la facciata. Nei primi passaggi della pellicola, ci imbattiamo nel diciassettenne Tyler (Harrison), promettente atleta della squadra di wrestling del liceo, atteso da un grande futuro. È follemente innamorato della propria fidanzata, Alexis (Alexa Demie), ma è messo sotto pressione dalle tensioni in casa con il padre, che lo spinge a impegnarsi in tutte le aree, scuola, sport e lavoro part-time, in un momento cruciale in cui deve fare i conti con la propria identità in formazione. E, come altri adolescenti, Tyler non sa a chi rivolgersi per esprimere le proprie paure, debolezze e vulnerabilità.

"Tyler si ispira molo al padre, è probabilmente il lavoratore più serio che abbia mai conosciuto," spiega Harrison, che ha creato il personaggio insieme a Shults nei mesi precedenti alle riprese, partendo da molti elementi del proprio rapporto con un padre esigente, "Quando idealizzi qualcuno così tanto, è difficile convincerti nel momento in cui ti guardi dentro, di essere in grado di arrivare a quei livelli. Questa è uno dei principali crucci di Tyler."

Ronald spinge Tyler ad eccellere nella lotta, con lunghe sessioni di allenamento nel sollevamento pesi nella casa di periferia della famiglia. È il paradosso di una relazione complicata – a volte momenti di grande legame fra padre e figlio, in altri conflitti brutali che vedono Ronald accecato dai propri demoni, capaci di superare l'amore paterno. "Ronald ama Tyler in maniera estrema, si preoccupa eccessivamente per lui," spiega Brown. "Questo amore è così intenso che Tyler, ferito e sofferente, perde il controllo, amplificando la tragedia che termina il primo atto del film."

Ad aggiungere pressione su Tyler c'è il rapporto con Alexis che si va via via disintegrando dopo un disaccordo sul loro futuro. Questi fatti, combinati con le rigorose pretese del padre, lo spingono verso l'autodistruzione, rendendolo uno dei film più commoventi e memorabili per la capacità di affrontare il tema del caos, della distruzione e della comunicazione nelle famiglie. Come Shults è capace di affrescare i lati più oscuri dell'amore e delle emozioni in Waves, è allo stesso modo capace di mostrare la forza della redenzione e del rinnovamento che prendono vita dalle ceneri dei traumi e della rabbia, spesso tramandati da generazione a generazione.

"È la tragedia che si dipana nella vita della famiglia Williams," spiega Shults, la cui esperienza personale ha contribuito nello sviluppare tutti i suoi lungometraggi. "Quello che succede a Tyler fa crollare tutto il complesso di duro lavoro e speranza." Per questo il passaggio nella storia alle vicende di Emily serve da contrasto a quanto è successo, lasciando un elemento di speranza per tutti quando non sembra essercene più. "Waves è un film sulla famiglia e sul perdono," spiega Shults. "È sul riuscire ad andare avanti."

Grazie alle diverse traiettorie di Tyler ed Emily, Shults modella un'esperienza cinematografica fresca, credibile e accessibile a livello emotivo, mostrando come un adolescente possa soccombere alle pressioni e richieste che subisce, mentre un altro possa trovare la propria strada navigando fra le difficoltà e i fallimenti individuando una direzione che è piena di gioia, affetto e positività.

La ricerca della speranza

Mentre i protagonisti del film vivono un passaggio di devastazione quasi impossibile da tollerare a metà film, Shults cambia completamente il tono nella seconda porzione spingendo su un'altra direzione che guarda a Emily (Taylor Russell), la tranquilla sorella più piccola di Tyler che appare solo fugacemente nella prima parte.

"Emily vive un grande momento di transizione nella propria vita, alla ricerca di un'affermazione nel nucleo famigliare, dopo essersi sentita a lungo invisibile all'ombra del fratello," spiega Russell. "Molto dello sguardo in Waves è concentrato sull'immensa pressione subita da Tyler, ma nel corso del film Emily vive l'opportunità di scoprirsi e fare le proprie decisioni, trovando una bella sensazione di liberazione per essere un'adolescente."

Emergendo da un tunnel di agitazione e dolore, Emily trova la propria via verso la luce. È inatteso l'approccio del compagno di scuola Luke (Lucas Hedges), già nella squadra di lotta di Tyler, per cui Emily si invaghisce rapidamente e con intensità. Sembra uno specchio della relazione fatta di alti e bassi fra Tyler e Alexis, vista nelle prime scene del film, vissuta però con un'innocenza e una grazia che mette una certa distanza fra le due storie.

"È potente poter vedere Emily sbocciare: è una ragazza aperta all'amore, capace di creare legami. Vivere questa esperienza durante una tragedia che colpisce non solo la famiglia ma l'intera comunità, avrebbe potuto devastarla. Ma la sua scelta è di non farsi travolgere da quanto ha distrutto Tyler."

Aggiunge Russell: "Quando prende il via la seconda parte del film, Emily è isolata, ancora incapace di emergere dall'ombra che le fa Tyler anche per le sue recenti azioni, bloccata dall'immagine che viene associata alla sua famiglia. Questa paura arriva a influenzare il suo approccio alla vita. È sul precipizio e rischia di poter diventare qualsiasi cosa. È un momento cruciale della sua vita, e lei sceglie l'amore."

L'attore e l'autore

Shults ha redatto la prima versione di Waves dopo che It Comes At Night è stato distribuito nell'estate del 2017 e lo ha immediatamente spedito al suo attore Kelvin Harrison, Jr. offrendogli la scelta del ruolo da interpretare. "Ero rimasto colpito ed estasiato dal lavoro fatto con Kelvin sul mio secondo film," racconta Shults. "C'erano diverse scene che ho dovuto tagliare, ma ero consapevole del suo talento e volevo assolutamente dargli l'opportunità di lavorare su un ruolo ancora più ricco."

Harrison è rimasto attratto dalla complessità del ruolo di Tyler, e una volta che ha ufficialmente accettato, i due hanno cominciato a lavorare fianco a fianco per la costruzione del personaggio dalla prospettiva di entrambi. Il giovane attore ha contribuito con un grosso carico di materiale grezzo frutto delle sue esperienze personali, iniziando uno scambio di messaggi con Shults mentre era impegnato su altri set condividendo le proprie dinamiche di famiglie, inclusi i rapporti con le sorelle e il padre.

Harrison, in particolare, è tornato alle conversazioni con il padre durante gli anni della giovinezza, arrivando a inserirle negli ingranaggi del film nei passaggi di formazione dell'identità di un giovane adolescente. Come Tyler, Harrison ha dovuto a suo modo combattere per quanto riguardava il futuro, con il padre che ha tentato invano di spingerlo verso un percorso musicale, mentre Harrison, prendendo in prima persona la scelta, ha scelto la recitazione, permettendogli di rafforzare il proprio io.

Nel corso della scrittura della sceneggiatura, con gli input di Harrison, il personaggio di Ronald Williams ha preso le vesti di regista e padre. "La prima versione era chiaramente frutto del mio passato con mio padre," dice Shults. "Quando ho iniziato a confrontarmi con Kelvin su suo padre, è stato chiaro che c'erano delle dinamiche in comune perfette per questa storia."

Waves esamina le pressioni della vita di un adolescente americano ai giorni d'oggi, affrontando il modo in cui gestisce l'ambizione, la volontà, il controllo paterno e poi riuscire a trovare la propria identità. In una scena memorabile si tinge i capelli di bianco, nello stile di Frank Ocean, l'unica maniera a sua disposizione per riuscire a distanziarsi dalla rigidità paterna; in un'altra scena condivide un flusso di sms con la sua fidanzata sulla direzione del loro futuro.

In una delle prime conversazioni che Shults e Harrison hanno affrontato sul rapporto fra i due fidanzati, hanno entrambi espresso l'esigenza di essere migliori amici e che il loro amore fosse un sentimento profondo e genuino. "Ho visto persone essere incredibilmente insicure e provare un amore infinito per la propria compagna," dice Harrison. "Molto riguarda il vuoto che Tyler tenta di riempire, da quando sua madre ha abbandonato lui e la sorella da giovanissimi, lasciandoli con una madre adottiva che non poteva riempire quell'assenza."

Per offrire un alto livello di autenticità alla loro stretta relazione, Harrison e la coprotagonista Alexa Demie (Euphoria) hanno passato molte ore insieme, condividendo segreti e addirittura frequentando un corso online sulla codipendenza. Harrison si è anche allenato per diventare credibile nella lotta e poter esprimere al meglio il dolore e la rabbia che lo riempiranno.

Quando Tyler si infortuna, come qualsiasi altro adolescente non si sente abbastanza sereno da poterlo ammettere, anche alle persone che gli sono più vicine. Non è in grado di mostrare la vulnerabilità o la debolezza, a causa del modo in cui è stato cresciuto dal padre. Spiega Shults, "Tyler è stato modellato a immagine e somiglianza del padre. La sua sicurezza si fonda sul primeggiare e sull'essere sempre in controllo. Credo sia questo il motivo per cui non riesce a dire al padre, alla madre o alla sua fidanzata dell'infortunio alla spalla, e di conseguenza del modo in cui reagisce alle cose. Se gli eventi di questa storia non avvenissero in un lasso di tempo così breve, credo che Tyler sarebbe stato in grado di affrontarli e lavorarci. Invece tutto va in rovina e lui non sa come chiedere aiuto perché è stato cresciuto per essere sempre il più forte di tutti."

Aggiunge Harrison, "I film di Trey hanno un approccio naturalistico e realistico. Ho dovuto mettere in gioco il mio bagaglio personale e le mie insicurezze per questo ruolo, oltre a tutto ciò che non mi piace di me stesso. Non sono Tyler, senza alcun dubbio, ma aver fatto un'intensa preparazione atletica fatta di esercizio, gestione del testosterone, contenimento dell'ego, assunzione di bibitoni proteici, tinta dei capelli, mi hanno fatto sentire con una maschera indosso. La gente mi guardava in maniera differente."

Shults e Harrisono sono stati molto determinati per mostrare le tante dimensioni e complessità di Tyler Williams. Il personaggio raccoglie le frustrazioni adolescenziali dei nostri tempi, e Harrison ha affrontato il ruolo di questo giovane uomo con empatia e dolcezza, anche nei passaggi più bui, trasformandolo da un soggetto conflittuale e confuso in un essere umano comprensivo ed empatico. Nelle mani esperte di Harrison, Tyler è diventato un emblema delle pressioni dell'età moderna, mostrando come i giovani di questi tempi tentano, e a volte falliscono, nell'affrontare questo mondo pieno di rischi e pericoli.

"Tyler non è un mostro," racconta Harrison. "Le persone possono sbagliare ma devono essere sempre viste come esseri umani. Dobbiamo fare nostra l'empatia e non abbandonarci a giudizi rapidi. Credo di essere diventato molto protettivo nei suoi confronti."

Il patriarca

Per il complesso e cruciale ruolo di Ronald Williams, Shults ha scelto l'attore, vincitore di Emmy e Golden Globe, Sterling K. Brown soprattutto per il lavoro fatto nei panni dell'avvocato Christopher Darden in "American Crime Story: The People vs. O.J. Simpson." In Waves, il talentuoso attore ha portato sfumature e profondità per uno sfaccettato personaggio che suo malgrado capisce come essere buoni genitori significhi accettare le debolezze e la comunicazione.

"Quando Sterling ha letto la sceneggiatura, ha detto di conoscere bene Ronald, e di aver avuto al suo fianco generazioni di uomini di questo tipo, i cui tratti e comportamenti sono tramandati da padre a figlio," afferma Shults. "Il suo contributo è stato eccezionale per i dettagli e la comprensione del ruolo, è stata una collaborazione fruttuosa fin dall'inizio."

Nella prima parte del film, Ronald spinge Tyler oltre i suoi limiti, senza realizzare i propri errori; nella seconda metà trova pace e un canale di comunicazione con Emily, senza aver paura di mostrare la propria vulnerabilità, che non avrebbe potuto mostrare al figlio. Perso Tyler, abbandonato da Catherine, salvato dalla sola Emily: Ronald è costretto a ripensare il proprio modo di essere. Abbandona la severità del passato, che credeva espressa solo nell'interesse di Tyler, e segue l'esempio di Emily nel dare voce all'amore, alla trasparenza e all'onestà.

"Si ha l'opportunità, vedendo questo film, di osservare l'evoluzione di un genitore, e riconoscere come sia un gioco di spazi, in cui devi fidarti di tuo figlio dopo un certo punto, perché altrimenti rischierai di soffocarlo e lo porterai a ribellarsi o a scappare," riflette Brown. "Solo quando Ronald vedrà dal vivo i risultati sarà in grado di trovare una nuova via di essere al fianco della figlia. Se fosse stato in grado di condividere questo livello di onestà e vulnerabilità con Tyler, sarebbe stato in grado di mostrare che la forza non risiede nella perfezione o nel controllo, ma nella capacità di potersi affidare alle persone che ti vogliono bene quando i momenti si fanno difficili, nella possibilità di comunicare e di chiedere aiuto."

Per interpretare Ronald Williams, Brown ha volato destinazione Florida durante i fine settimana da Los Angeles, dove si trovano i set della serie NBC "This Is Us", dove interpreta Randall  Pearson da ben quattro stagioni. Da lunedì a venerdì era impegnato sul set, per poi salire su un aereo di sera e lavorare su Waves e toranare domenica notte: un'esperienza che l'attore descrive come schizofrenica, stancante e rinvigorente.

"L'agenda era folle, tre settimane di fila, con un fine settimana che prevedeva dodici scene, perché impegnati nelle riprese all'interno della casa prima di passare a un passaggio molto emozionante della seconda metà," dice Brown. "Un giorno perdevo le staffe con mio figlio per i suoi allenamenti e lui si infuriava con me, quello dopo cerco di stare al fianco di una giovane donna che, come me, non sa come affrontare la vita."

Primo Amore

Con un'interpretazione sorprendente, Taylor Russell cattura il flusso di emozioni vissuto da una giovane innamorata colpita da un dolore insopportabile. Russell è stata scelta dopo un'audizione, seguita da una telefonata Skype con Shults, che ha totalmente colpito il regista per la sua capacità immediata di comprendere la prospettiva con cui andava raccontata questa storia.

"Abbiamo visto in Taylor, sin dalla prima audizione, quello che cercavamo per il suo ruolo: ha una grande forza interiore, un elemento che pochi attori hanno," spiega Shults. "Sembra che non facciano nulla prima del ciak, ma in realtà c'è un'energia e un carisma che devono smuovere per indovinare ogni sfumatura ed è molto raro individuarlo in una giovane attrice."

Per Russell, che è principalmente apparsa in televisione, Emily è il ruolo più importante della sua giovane carriera: "Sto aspettando questo momento praticamente da sempre, mi sono immediatamente sentita legata ad Emily sin dalla prima lettura della sceneggiatura, sapendo che la sua voce parlava anche per me," dice Russell. "Questa connessione mi ha tolto tutta la pressione, ed è stato molto bello poter lavorare sul personaggio, su ogni sua sfumatura e sentendolo sempre così vicino."

Durante la fase di scrittura, Lucas Hedges è entrato in contatto con Shults, per discutere eventuali future collaborazioni. L'autore e regista aveva apprezzato il giovane attore nel film di Kenneth Lonergan, Manchester By The Sea, per il quale ha ottenuto una nomination al Premio Oscar nel 2016. Considerando la sua età era rimasto impressionato per la maturità e profondità di Hedges nel gestire quel ruolo.

"Ci siamo incontrati e c'è stata un immediato feeling fra noi due," racconta Shults. "È stato un misto di eccitazione e felicità." Quando ho finito di scrivere Waves, ho spedito la sceneggiatura ad Hedges, offrendogli il ruolo di Luke, l'interesse sentimentale di Emily. Alla fine della pellicola, i due dividono la scena per uno dei passaggi più emozionanti e durante il racconto i due si aiutano: Luke troverà pace e accettazione di sé, mentre lei sarà in grado di riconciliarsi con i genitori grazie all'amore.

Hedges è rimasto attratto dall'intensità delle emozioni che emergevano dalla sceneggiatura e aveva già avuto modo di apprezzare i precedenti film di Shults. "È un film che affronta ogni emozione in maniera cruda – rabbia, disagio, frustrazione, gioia, libertà e liberazione," afferma Hedges. "È semplicistico definirlo un film sugli adolescenti americani alla ricerca di loro stessi, ma si tratta di un'esperienza cinematografica più primordiale. Le scelte prese dagli autori vanno oltre all'identità e scavano nell'intimo. Chi lo vede si troverà davanti a qualcosa di reale."

La Pressione dei Genitori

A intervenire in entrambe le parti del film ci sono Ronald e Catherine Williams, costretti a gestire il panico e il caos della prima metà, per poi ritrovarsi trasformati dall'amore e dall'espiazione nella seconda. Aggiunge sfumature e complessità alla situazione il fatto che Catherine non sia la madre biologica dei due ragazzi, abbandonati quando erano ancora molto piccoli.

"Catherine non si sente una matrigna, il suo legame con Tyler ed Emily è stato rapido e completo al punto di sentirli propri figli, con una complessità nel legame tipica di ogni madre," spiega Renée Elise Goldberry. "È una fonte di affetto per tutta la famiglia, il posto per i ragazzi in cui trovare riposo e amore. È convinta che Ronald metta troppa pressione su Tyler, e dedichi a Emily poca attenzione, così da portarla a essere troppo dura con la ragazza e troppo morbida con il fratello in un inatteso meccanismo di compensazione delle disparità." In tutto ciò, anche lei deve trovare un modo per mantenere saldo il proprio amore per Ronald.

Waves tratta tanto il tema della genitorialità quando dell'adolescenza in cui si cerca di sopravvivere e fiorire in un mondo pieno di sfide. "In Ronald, dopo aver perso la moglie, vive la paura di poter perdere chiunque, e certamente di poter perdere uno dei figli in un mondo che sa essere crudele," chiarisce Brown. "Molto del suo modo di essere padre, specialmente con il figlio, dipende da questa paura, nel tentativo di essere sempre in controllo così da non rischiare più."

Aggiunge Shults: "Puoi provare un senso di speranza alla conclusione del film, come quando emergi vittorioso da una battaglia. Al cuore della storia c'è il senso di vuoto quando pensi di affondare e l'energia di quando ti fai largo per sopravvivere."

Il Suono dell'Oceano

Fin dalla sua ideazione, Shults ha immaginato Waves come un film guidato dalla colonna sonora, come Boogie Nights – L'Altra Hollywood o Quei Bravi Ragazzi – Goodfellas, con canzoni e brani scelte per aiutare la narrazione. Waves è ampiamente sincronizzato con scelte contemporanee che spaziano dagli Animal Collective a Kendrick Lamar per arrivare ai Radiohead, poi integrate da una colonna sonora originale composta dal duo vincitore del Premio Oscar, Trent Raznor e Atticus Ross.

Grande appassionato di musica, Shults ha gestito con grande cura la selezione dei brani del film, per una corrispondenza con gli stati d'animo e la soggettività dei personaggi. "Durante la scrittura, in alcuni casi anche prima, visto che questo film mi ronza nella testa da sempre, ho costruito un'enorme scaletta, e ho iniziato a inserire i titoli e i testi nella sceneggiatura così da offrire uno spunto sul ritmo e sui modi dei personaggi," confessa Shults.

Un artista in particolare, Frank Ocean, ha modellato Waves fino alla sua essenza. Non solo i personaggi ascoltano la sua musica durante il corso del film, con canzoni come "Mitsubishi Sony", "Rushes", "Sideways", "Florida" e "Seigfried", ma Tyler Williams si tinge i capelli come il cantante in un tentativo di emulazione, e l'atipica struttura del film, in contrasto a una formula a tre atti più classica, riflette il rifiuto di Ocean di scrivere brani sul modello strofa-coro-strofa.

"È uno dei miei artisti preferiti, e  durante la realizzazione dei miei precedenti album, sono usciti gli album Blonde e Endless: li ho ascoltati a ripetizione durante quelle riprese," racconta Shults. "Blonde è uno dei miei album preferiti di sempre, e trovo il suo lavoro da artista semplicemente straordinario. Sono capolavori che mantengono un forte elemento personale, quasi artigianale, pur in un equilibrio perfetto."

Quando Shults ha iniziato a spedire la sceneggiatura agli attori, hanno trovato una vasta collezione di note non convenzionali che collegavano alle canzoni per aiutare la comprensione della sceneggiatura e dei personaggi. "Cercavo una corrispondenza fra musica e immagini per facilitare l'ingresso nel mondo di Tyler ed Emily, e così mostrare il mondo dalla loro prospettiva," spiega il regista. "Waves è un racconto sugli alti e bassi della vita e la musica è sempre presente."  

La Colonna Sonora di Waves

Uno degli album più formativi nella gioventù musicale di Shults è l'opera dei Nine Inch Nails "The Downward Spiral", e per la gioia dell'autore,  Trent Reznor era un fan dei suoi precedenti lavori. Shults ha inviato la sceneggiatura di Waves a Reznor al suo compagno di scrittura Atticus Ross, seguita poi dalle scene del film del dettaglio e dopo ancora da una messa in fila di quattro ore. Reznor e Ross hanno cominciato a rispondere mandando indietro brani musicali.

Reznor è rimasto molto felice di questa opportunità di collaborazione. "Avevamo una lista delle persone che pensavamo stessero facendo cose interessanti e il nome di Trey era fra quelli presenti," spiega Reznor. "Io e Atticus abbiamo amato It Comes At Night e lo abbiamo trovato eccezionale. Così abbiamo recuperato Krisha e ci ha lasciato senza fiato. È stato organizzato un incontro con Trey, non so cosa mi aspettassi, ma la persona che ho incontrato non era quella che mi ero immaginato, in una prospettiva positiva. Abbiamo sentito un immediato feeling."

Reznor prosegue, "Poco dopo che era iniziata la produzione di Waves e abbiamo ricevuto la versione definitiva della sceneggiatura, ci siamo ritrovati un testo completamente diverso da tutto quello che avevamo visto nella nostra vita. Ci è bastata una lettura per capire che non si trattava di un esperimento casuale, ma la testimonianza viva di una persona che mette il sangue nel progetto, spendendo tutto il proprio tempo sul film e sviluppando una visione e una prospettiva decisamente interessante. Trey è un talento ai primi passi di quella che sarà una lunga carriera, e questo uno splendido progetto in cui essere coinvolti."

Come le canzoni del film, la colonna sonora esprime il subconscio di Tyler ed Emily Williams mentre combattono con il proprio percorso e le scelte della propria vita. La prima volta che un brano arriva nella parte dedicata a Tyler è quando riceve la notizia dal dottore che la sua carriera da atleta è interrotta dall'infortunio alla spalla, dando il via alla spirale che lo risucchierà.

Shults non ha mai voluto rendere le due parti del film separate e distinte, perciò parte del lavoro di Reznor e Ross è stata rivolta all'obiettivo di collegare le storie con una struttura melodica funzionale alla luce e al buio, per una linea coerente a tutta la storia.

Il duo ha iniziato a raccogliere e sintetizzare suoni dalle vite quotidiane di entrambi i personaggi, man mano che ricevevano scene e tagli del film, creando una colonna sonora che si discostava dalla melodia più tradizionale e lasciasse alle canzoni il ruolo più emozionale.

"Abbiamo usato le voci dei personaggi e messo in moto un processo di destrutturazione, per un risultato che mantiene le sensazioni ma non cerca la comprensione," spiega Reznor. "Abbiamo sviluppato brani di oltre dieci minuti composti interamente di suoni del film, con piccoli accenni su cui abbiamo giocato con varie elaborazioni di ogni tipo."

La Ricerca della Soggettività

Shults lavora in ogni suo film con l'obiettivo di far emergere la ricca vita interiore dei propri personaggio, studiando ogni singolo movimento di camera, fino alla scelta della lente, per raccogliere le differenti emozioni. La scelta di lavorare al fianco del proprio direttore della fotografia, Drew Daniels, ha dato a Waves l'opportunità di investire sulla soggettività dei protagonisti in modi molto coraggiosi.

"Abbiamo puntato tutto sulla volontà di entrare nelle teste dei personaggi e ogni scelta tecnica ha risposto a questa esigenza," spiega Daniels. "Sapevamo che il linguaggio visivo e la grammatica sarebbero stati diversi per ogni sezione del film, quindi abbiamo affrontato le cose in maniera naturale."

Waves lascia la sensazione a volte di poter andare ovunque, e in alcuni casi ci riesce, per offrire quello spirito indomabile della gioventù contemporanea, che ha cercato di catturare. Molto si può attribuire al lavoro di macchina di Daniels, per un taglio netto da tutti i precedenti film di Shults, caratterizzati da uno stile più claustrofobico e per un'ambientazione più intima.

"In Waves hai la sensazione che Tyler possa essere in grado di fare tutto, che sia il re di un mondo aperto, libero e pieno d'amore," spiega Shults. "Ma con l'inizio dei problemi, cambia anche l'approccio della camera che si adegua a un'atmosfera più cupa."

La storia di Emily, di contrasto, è ingolfata dal dolore che si è concretizzato a metà film. Per lei, invece, le cose si aprono quando ritorna alla vita e all'amore con la comparsa di Luke.

"Waves rappresenta una sorta di liberazione esplosiva rispetto ai miei precedenti film, sia per l'impianto narrativo che per lo stile," confessa Shults. "È il mio primo film che non sia ambientato in una sola location: ci siamo mossi fra oltre 50 ambienti per 35 giorni di riprese. In alcuni passaggi sembra claustrofobico e soffocante, ma poi lascia questa sensazione di apertura e libertà con il proseguire della storia. È stata una grande opportunità poter affrontare tutto l'universo dei personaggi, le loro relazioni e dinamiche."

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