I Testamenti, il seguito de Il Racconto dell'Ancella
I Testamenti, il seguito de Il Racconto dell'Ancella

5 motivi per leggere I Testamenti, il seguito de Il Racconto dell’Ancella


'I Testamenti' è il libro con cui Margaret Atwood riprende in mano le redini della storia iniziata con Il Racconto dell'Ancella: il risultato è un romanzo ottimamente scritto e così attuale da essere quasi spaventoso. Ecco allora 5 motivi per cui dovreste leggerlo

I Testamenti è il nuovo romanzo di Margaret Atwood edito da Ponte Alle Grazie che ha la particolarità di riportare il pubblico della scrittrice canadese nella Repubblica di Gilead già presentata nel bellissimo Il racconto dell'ancella, romanzo del 1985, riportato in auge dall'ottima serie televisiva The Handmaid's Tale.

Prima di parlarvi dei cinque motivi per cui dovreste leggere questo splendido romanzo, permetteteci il tempo e lo spazio di due brevi premesse. La prima: per quanto dispiaccia arginare il pubblico che questo libro dovrebbe avere, per leggere I Testamenti è necessario leggere prima Il Racconto dell'Ancella. Sebbene le storie non siano propriamente collegate, c'è il ritorno di personaggi che sono fondamentali nel primo e assolutamente imprescindibili nel secondo. Senza contare che forse non capireste rimandi a situazioni e personaggi raccontati ne Il racconto dell'ancella o il funzionamento della Repubblica. La seconda premessa: nel fruire della storia che Margaret Atwood ci ha dedicato, di sicuro vi aiuterà conoscere anche la serie televisiva. Questo perché l'autrice non è affatto sciocca, ed è stata molto abile a legare i due universi, quello su carta e quello sul piccolo schermo, "costringendoci" a fruire di entrambi per avere l'occasione di godere al meglio della lettura del nuovo romanzo.

Detto questo ecco i cinque motivi per cui vi consigliamo di leggere I Testamenti:

1. Conoscere l'avanzata degli eventi

Naturalmente il motivo principale per procedere con la lettura di un romanzo che si presenta come l'inaspettato secondo capitolo di quella che è diventata una duologia, è la curiosità. Si legge perché si vuol conoscere, si vuol sapere, si vuol scavare all'interno di quegli elementi che la serie televisiva non ci può dare. Attenzione allo spoiler su Il Racconto dell'Ancella: il primo libro, infatti, finiva con una fine che non era una vera fine. Una conclusione che era perfettamente in linea con la storia raccontata e il metodo narrativo utilizzato per farlo; ma che non era in linea con la curiosità del lettore. Leggendo l'ultima parola dell'ultima pagina, quando non si sapeva se Difred fosse nelle mane degli Occhi o di Mayday, con le musicassette come ultimo lasciato della sua testimonianza, era inevitabile fermarsi a riflettere su come potessero essere andate le cose. FINE SPOILER. Quindi il primo motivo per leggere I Testamenti è forse anche il più banale: scoprire cosa è successo e l'avanzata degli eventi.

2. Entrare più a fondo nella Repubblica di Gilead

L'elemento per cui I Testamenti, oltre ad essere un esempio di ottima letteratura, risulta un testo da cui è impossibile staccarsi è il fatto che Margaret Atwood ci permette di entrare ancora di più all'interno dei meccanismi di Gilead. E questo lo fa attraverso la scelta di tre punti di vista che permettono al lettore di perdersi nelle moltissime regole della Repubblica, ma anche nell'immagine che essa dà al di fuori dei suoi tristi confini. Questo perché, come dicevamo poco più sopra, la storia è raccontata da tre voci distinte, ma precise: la figlia di una Moglie e un Comandante che ha piena fiducia nel Credo di Gilead, una Zia e, infine, una ragazza canadese che odia profondamente Gilead. Tre voci che sembrano non avere nulla a che vedere l'una con l'altra, se non quella Gilead che è dittatoriale e precisa. Storie che sembrano scollegate, ma che in realtà tendono tutte verso un unico punto e che ci permettono di entrare all'interno di questo mondo distopico dove le donne non hanno più alcun diritto se non quello di essere brave mogli e, nell'occasione, riuscire a rimanere incinte.

3. Riscoprire il passato

Come abbiamo detto nel primo punto di questo articolo, la spinta maggiore per affrontare una lettura – qualsiasi lettura, a voler essere onesti – è la curiosità. Nel primo punto vi abbiamo parlato di cosa significa iniziare un libro per scoprire cosa è successo dopo la fina de Il Racconto dell'Ancella. Qui, invece, sottoliniamo la curiosità che Margaret Atwood ci fa nascere sul passato, su quello che è successo prima, su come siamo arrivati a muoverci in una Repubblica dove le donne non hanno più mestiere, passioni, libertà o anche solo il diritto di far sentire la propria voce. E in queste pagine c'è il lato più agghiacciante del racconto, dove la finzione si miscela alla Storia e in alcune parti sembra di leggere i resoconti del Velodromo di Parigi durante la seconda guerra mondiale, ma anche quell'homo homini lupus che viene nascosto con l'istinto alla sopravvivenza.

4. L'Estrema Attualità

Non è un mistero che Margaret Atwood, per I Testamenti, si sia ispirata non tanto alla storia che l'aveva lanciata nel 1985, ma alla situazione politica e sociale attuale. Non è un mistero che ci troviamo in un mondo dove l'odio sembra farla da padrone, dove l'indifferenza verso il prossimo ci sta spingendo verso una realtà dove non interessa più a nessuno che venga fatta giustizia e che, soprattutto, questa sia uguale per tutti. Viviamo in una realtà dove moltissimi account social – alcuni, e questo è agghiacciante, appartenenti a donne – non fanno altro che denigrare le donne che studiano e che lavorano, quelle che scelgono di non avere figli. Ci sono persone che dicono che l'unica cosa che la donna debba fare è restare a casa per prendersi cura dell'uomo, per pulire i suoi vestiti e cucinare i suoi pasti. Intesa, questa, non come scelta di vita personale (e per questo meritevole di tutto il rispetto del mondo), ma come dogma che tutte dovrebbero seguire e chi non lo fa è una poco di buono. Un'Ancella, come direbbero nel mondo di Margaret Atwood. Leggendo le pagine di questo romanzo si ha, dunque, come l'impressione di guardare in faccia il mondo in cui viviamo, sentendo l'odio che lo caratterizza che ci striscia sulla pelle. E questo è uno dei meriti più evidenti del romanzo.

5. Lo stile di Margaret Atwood

Come abbiamo scritto più su, è indubbio il valore letterario di I Testamenti. Questo, naturalmente, grazie allo stile della sua autrice. Margaret Atwood ci regala un romanzo con una scrittura sempre molto limpida e scorrevole, che pesa con perfezione quasi chirurgica le parole che usa, consapevole che esse hanno un loro potere intrinseco. Inoltre, essendo il libro diviso in tre punti di vista di tre donne diverse per età, contesto sociale ed educazione, la Atwood si mostra molto abile nel riuscire a scendere nella pelle di queste tre protagoniste, dando a loro sempre un timbro specifico, facendo sì che sia facile riconoscere chi sta parlando anche senza bisogno di fare riferimento a nomi o specifiche più precise.

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