55 Giorni. L'Italia senza Moro, orazione civile di e con Luca Zingaretti
55 Giorni. L'Italia senza Moro, orazione civile di e con Luca Zingaretti

55 Giorni. L’Italia senza Moro, orazione civile di e con Luca Zingaretti su Rai1


Zingaretti rievoca l'Italia dei 55 giorni che più misero alla prova l'Italia, attraverso un mosaico di vicende e ritratti, nomi, racconti di storia e di costume per illuminare il contesto.

La mattina del 9 maggio 1978 le immagini del corpo di Aldo Moro nella Renault 4 rossa in via Caetani hanno segnato la tragica fine dei 55 giorni del sequestro del presidente della Dc.  A quarant'anni da quell'avvenimento, in apertura di una serata dedicata al ricordo dello statista, martedì 8 maggio alle 20.30 su Rai1 va in onda "55 Giorni. L'Italia senza Moro": un'orazione civile diretta e interpretata da Luca Zingaretti e tratta dall'omonimo libro di Stefano Massini che, partendo dai luoghi in cui avvennero i drammatici fatti del sequestro, l'attore rievoca l'Italia dei 55 giorni che più misero alla prova l'Italia, attraverso un mosaico di vicende e ritratti, nomi, racconti di storia e di costume per illuminare il contesto.

Oltre al sequestro, "55 Giorni. L'Italia senza Moro" prova a rispondere a domande quali: cosa accadde in quei quasi due mesi in Italia? E quanto di quei fatti può servire a fare luce sulla condanna a morte di Moro? Che Italia era quella che assisteva alla prigionia dello statista democristiano? Che volti aveva? Cosa pensava? Cosa cantava? Per chi tifava?

Attraverso l'interpretazione di Zingaretti, gli estratti del libro di Massini, documenti, video e immagini di grande impatto – come quella della Renault 4 rossa ricollocata per l'occasione in via Caetani – "55 giorni" ricostruisce la cronaca del sequestro riportando alla luce emozioni e umanità.

Nel corso della lettura anche un ricordo di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, lo stesso giorno di Aldo Moro. Al fianco di Luca Zingaretti in "55 giorni. L'Italia senza Moro", l'attrice Alessia Giuliani e il pianista Arturo Annecchino.

"L'eccidio di via Fani e i 55 giorni che ne seguirono è qualcosa che ha cambiato direzione alla mia vita come a quella di milioni di italiani" dichiara Luca Zingaretti qui anche nella veste di regista. "Mi ricordo perfettamente cosa facevo e dov'ero quando ne arrivò la notizia, dov'ero e cosa stavo facendo quando arrivò la notizia del ritrovamento del corpo dentro una R4 rossa a via Caetani…. Perché allora parlare ancora di Moro e della barbara uccisione della sua scorta dopo 40 anni? Perché dopo 40 anni ancora non sappiamo quasi nulla di quella tragedia che ha modificato il corso della storia del nostro paese".

Del libro omonimo che ha ispirato "55 Giorni. L'Italia senza Moro" Stefano Massini afferma «Questo non è un libro sul calvario di Moro, ma su ciò che si muoveva sullo sfondo, mentre quei fatti accadevano; perché non esiste storia senza ciò che vi sta dietro».

55 Giorni. L'Italia senza Moro è una produzione Bibi Film Tv – Zocotoco per Rai1 e Rai Fiction. Da un'idea di Luca Zingaretti, tratto dal testo 55 Giorni. L'Italia senza Moro di Stefano Massini, edizioni Il Mulino. Le musiche sono composte ed eseguite dal Maestro Arturo Annecchino. La regia è di Luca Zingaretti

NOTE DI REGIA di LUCA ZINGARETTI

Luca Zingaretti: "Credo che sia doverosa non solo la ricerca della verità, ma anche celebrare, dando loro voce, le vittime di quella tragedia" 

"I tragici fatti di via Fani e i 55 giorni che ne seguirono è qualcosa che ha cambiato direzione alla mia vita come a quella di milioni di italiani.

Mi ricordo perfettamente cosa facevo e dov'ero quando arrivò la notizia del sequestro, dov'ero e cosa stavo facendo quando arrivò la notizia del ritrovamento del corpo dentro una R4 rossa a via Caetani.

Mi ricordo lo sgomento, la paura, lo sconforto, ma soprattutto lo sconcerto nel leggere la prima lettera dello statista rinchiuso nella sua cella che si rivolgeva a Cossiga e il mio 'non capire' perché tutti dicessero che Moro non avrebbe mai potuto scrivere quelle cose: 'ma perché?!?!' mi chiedevo? 'Perché non dovrebbe essere lui?!?!'

Mi ricordo Roma, la mia città, in stato di assedio: posti di blocco ovunque, perquisizioni continue e una gran paura ad uscire di casa.

Mi ricordo il comunicato BR che indicava che il corpo dello statista giaceva in fondo al lago della Duchessa e il momento in cui si cominciò a dubitare dell'autenticità degli autori di tale comunicato.

Mi ricordo la scoperta del covo BR di via Gradoli dovuta a una stupida perdita d'acqua, dopo che quasi mille uomini erano andati a Gradoli grazie a una seduta spiritica.

Mi ricordo le prese di posizione dei nostri politici: Andreotti, Berlinguer, Cossiga e ancora Craxi, Zaccagnini, Fanfani e La Malfa.

Mi ricordo il comunicato finale in cui le BR annunciavano la pubblicazione dell'interrogatorio di Moro che avrebbe rivelato al proletariato delle notizie esplosive sulla DC e su come era stata governata l'Italia.

Mi ricordo tutto perfettamente.

E credo che tutti quelli che hanno vissuto quella esperienza ricordino come me quanto ho sopra scritto e che quelli venuti dopo abbiano avuto modo di informarsi.

Perché allora parlare ancora di Moro e dell'eccidio della sua scorta dopo 40 anni?

Perché dopo 40 anni ancora non sappiamo quasi nulla di quella tragedia che ha modificato il corso della storia del nostro paese.

Se la seconda commissione Moro, che ha chiuso i suoi lavori a dicembre 2017, ha sentenziato 'In via Fani c'erano ANCHE le Brigate Rosse' credo che sia doverosa non solo la ricerca della verità, ma anche celebrare, dando loro voce, le vittime di quella tragedia".

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