Ascanio Celestini
Ascanio Celestini

Rai Cultura celebra Ascanio Celestini e il suo teatro


Ad Ascanio Celestini e al suo teatro Rai Cultura dedica il ciclo di cinque appuntamenti dal titolo 'Celestini, un passo avanti, uno di lato' in onda da sabato 1 luglio su Rai5.

Ad Ascanio Celestini e al suo teatro Rai Cultura dedica il ciclo di cinque appuntamenti dal titolo "Celestini, un passo avanti, uno di lato" in onda da sabato 1 luglio alle 21.15 su Rai5.

Ascanio Celestini è il maggiore autore e interprete del teatro di narrazione della sua generazione. Romano, nato e cresciuto nella periferia della Capitale, da quella angolazione marginale ha osservato e raccontato i cambiamenti della città e del Paese, rielaborando con gli elementi dell'oralità popolare la memoria di un passato ormai dissolto (la Guerra, l'occupazione tedesca di Roma, l'epica operaia dal boom alla desolazione dell'oggi) e il presente provato dalla violenza economica e morale e dal cinismo di una vita precaria.

LAIKA

Si comincia con lo spettacolo "Laika", in cui l'autore porta in scena, in maniera grottesca e ironica, un Gesù improbabile che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo e che si confronta coi propri dubbi e le proprie paure. Chiuso in un appartamento di qualche periferia, dalla sua finestra osserva il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l'elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con Cristo c'è Pietro che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l'umanità, ma solo per osservarla.

Il ciclo di spettacoli prosegue sabato 8 luglio con uno degli spettacoli più intensi di Ascanio Celestini, "Roma clandestina", in cui l'artista ricostruisce i giorni dell'eccidio nazista delle Fosse Ardeatine a Roma. Segue sabato 15 luglio con "Fabbrica" e con "Scemo di guerra" in onda sabato 22 luglio. A concludere il ciclo sabato 20 luglio con lo spettacolo "Discorsi alla nazione".

Celestini pur essendo un artista di primo piano nel panorama nazionale e di grande qualità attoriale e autoriale, a teatro come nel cinema o nella forma del romanzo, tutti ambiti che ha attraversato, continua a defilare il proprio punto di fuga drammaturgico: sono ancora i margini ad interessarlo e nutrire il suo immaginario e la sua lingua drammatica, forse perché, nel presente più che mai, essi raccolgono l'esperienza di un numero sempre maggiore di persone, di storie. La parola di Celestini, potente, scabra, spiazzante e sovente chirurgicamente acuminata ma irrimediabilmente umana, sonda la realtà dei semplici, che spesso sono anche gli "ultimi" e che spesso non sono buoni e per questo sembrano così simili ai "primi".

RADIO CLANDESTINA

Considerato come uno degli spettacoli più intensi di Ascanio Celestini, ricostruisce i giorni che precedono e seguono l'eccidio nazista delle Fosse Ardeatine a Roma. È lo spettacolo "Radio Clandestina", secondo appuntamento con il ciclo teatrale "Celestini, un passo avanti, uno di lato" che Rai Cultura dedica all'artista romano, in onda sabato 8 luglio alle 21.15. Il tragico evento è il cuore di un racconto che si allarga nei tempi e nei contorni geografici; una piccola storia di Roma e d'Italia fatta di incontri e di trasformazioni urbanistiche violente, di guasti irreparabili e di ferite inferte dal fascismo. Celestini evoca un collage palpitante e vivo di ricordi orali raccolti in famiglia, di incontri dal giornalaio o al bar, con estratti dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli "L'ordine è stato eseguito". La ricostruzione di uno degli episodi neri della storia italiana del Novecento, costringe anche i più distratti ad entrare nel clima tragico di quei giorni del '44, il 23 e il 24 di marzo, due giornate che racchiudono una traiettoria inesorabile, compresa tra l'attentato partigiano di via Rasella e la ritorsione nazista delle Fosse Ardeatine, una rappresaglia che costò la vita a 335 civili innocenti. Senza retorica ma con l'aiuto di un sorriso sano e sommesso, un candore trasognato, Ascanio Celestini dà voce a un flusso di raccapriccianti e tenere ricostruzioni di quella strage, fra preamboli economici ed etici e commoventi parentesi di commedia. Un racconto reso severo da un allestimento essenziale, struggente dalle musiche popolari e originali composte per lo spettacolo da Matteo D'Agostino. Lo spettacolo è stato registrato nel 2004, in occasione del 61° anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, presso il Museo Storico della Liberazione di via Tasso, a Roma, ex carcere nazista durante l'occupazione tedesca della città.

FABBRICA

Fra cronaca e leggenda, "Fabbrica" di Ascanio Celestini è un lungo viaggio nella storia di uno dei luoghi simbolo di tutto un secolo: la fabbrica, cuore e laboratorio di epocali cambiamenti sociali, ambientali, culturali. Lo spettacolo, che Rai Cultura propone sabato 15 luglio alle 21.15 su Rai5 per il ciclo teatrale "Celestini, un passo avanti, uno di lato", scorre la storia operaia italiana con le sue epoche e i suoi modelli di lavoro sotto forma di una "lettera", che l'autore immagina scritta da un operaio alla madre, a oltre cinquant'anni dal suo ingresso in fabbrica. Celestini racconta così gli "operai-giganti", creature quasi mitologiche dai nomi potenti come Guerriero, Libero, Veraspiritanova; l'età di mezzo, detta della "aristocrazia operaia", dove anche i lavoratori comunisti e anarchici, se capaci, non venivano licenziati; l'età contemporanea, l'oggi, che ha bisogno di fabbriche senza operai, abitate solo da chi non si può cacciare via perché "disgraziato" e in fabbrica ha lasciato un braccio, un dito o una gamba. Ascanio Celestini ha allestito "Fabbrica " nell'area delle ex acciaierie di Sesto San Giovanni, il luogo ideale, non solo per la suggestione dell'archeologia industriale e per il valore simbolico di una zona dismessa, ma anche per ripercorrere, in video, quel tragitto che Ascanio aveva fatto sul campo, andando nelle fabbriche, osservandole in presa diretta, raccogliendo interviste dai protagonisti e rielaborando poeticamente una storia, una delle tante possibili che, in fondo, le contiene tutte. Nella struttura di "Fabbrica" l'epica si intreccia con la favola, una favola nera, che attinge al racconto popolare e che mette al centro del rapporto con lo spettatore quell'ascolto che è fascinazione, incantamento innescato dalla parola narrata che si trasforma in un flusso magico. Celestini ha la straordinaria capacità di fondere la tradizione con la contemporaneità, individuandone gli elementi comuni, sotterranei: la reiterazione, la cantilena, la ripresa e la continua variazione dello stesso tema, l'ironia e la crudeltà, senza le quali la verità del raccontare non potrebbe essere autentica. Così il protagonista del racconto e il narratore si confondono e vagano nei capannoni, negli uffici, negli spogliatoi, negli altiforni e riscoprono con lo sguardo i frammenti di un paesaggio dell'anima, ripercorrendo a ritroso la vita e il lavoro, quello di fabbrica e quello di ricerca e di scrittura del testo. Il ciclo di spettacoli dedicato a Celestini proseguirà sabato 22 luglio con "Scemo di guerra", e si concluderà sabato 29 luglio con lo spettacolo "Discorsi alla nazione".  

SCEMO DI GUERRA

La guerra vissuta dal ragazzino di borgata Nino, padre di Ascanio Celestini, che il 4 giugno del 1944, giorno della liberazione di Roma, attraversa la città a piedi da Nord a Sud per tornarsene a casa insieme al padre, il Sor Giulio. È l'opera "Scemo di guerra", che Rai Cultura propone sabato 22 luglio alle 21.15 su Rai5 per il ciclo teatrale "Celestini, un passo avanti, uno di lato". Filo conduttore dell'opera è la voce della memoria, da cui prendono vita e si modellano personaggi e storie che Nino ascolta e vive in prima persona. E come Nino. anche Ascanio Celestini prende parte al racconto che ascolta oramai da trent'anni: "Per tanto tempo questa – dice – è stata per me l'unica storia concreta sulla guerra. Era concreta perché conoscevo le strade di cui parlava mio padre. Conoscevo il cinema Iris dove aveva lavorato con mio nonno e poi era concreta perché dopo tante volte che la ascoltavo avevo incominciato a immaginarmi pure i particolari più piccoli del suo racconto". Regia televisiva di Andrea Bevilacqua. Il ciclo di spettacoli dedicato a Celestini si concluderà sabato 29 luglio con "Discorsi alla nazione". 

DISCORSI ALLA NAZIONE

In un metaforico paese contemporaneo o futuro che attraversa una surreale guerra civile, alcuni cittadini rivelano pensieri, paure e violenze quotidiane, in attesa che un tiranno li liberi dalla guerra e dalla democrazia (e dall'aspirazione alla democrazia). È lo spettacolo "Discorsi alla nazione" che Rai Cultura propone sabato 29 luglio alle 21.15 su Rai5, ultimo appuntamento con il ciclo teatrale "Celestini, un passo avanti, uno di lato". Nella luce scura e blu del palco, con il rumore di una pioggia incessante resa dal cadere cadenzato di una goccia d'acqua, si snodano le storie di cinque condomini di uno stesso palazzo, cittadini-sudditi di uno stato in rovina, dilaniato da una guerra tra aspiranti tiranni. Tra la scarna scenografia, i cinque personaggi, tutti interpretati da Ascanio Celestini, si raccontano, dandi un quadro della loro vita privata e della violenza che alberga nel loro animo, figlia e allo stesso tempo madre della realtà che si trovano a vivere. "Ho immaginato alcuni aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione" spiega Celestini. Registrato al Teatro Bonci di Cesena nel 2014.

Impostazioni privacy