Buffy The Vampire Slayer: abbiamo davvero bisogno di un reboot?


Il reboot di 'Buffy - The Vampire Slayer' è in lavorazione per 20th Century Fox, con Joss Whedon nei panni di produttore esecutivo. Ma la domanda è: avevamo davvero bisogno di questo nuovo reboot?

Variety ha confermato la voce che stava già riempiendo la rete da qualche tempo: quella secondo cui la 20th Century Fox aveva dato il via alla lavorazione di un reboot di Buffy – The Vampire Slayer, la serie fantasy degli anni '90 che vedeva come protagonista l'ormai nota Sarah Michelle Gellar.

Il creatore dello show originale, Joss Whedon, prenderà parte al progetto come produttore esecutivo, mentre la sceneggiatura è stata affidata a Monica Owusu-Breen, che aveva già lavorato per serie come Fringe, Streghe e Alias. Non si sa ancora chi interpreterà l'eroina del titolo: tutto ciò che si sa è che sarà un'attrice afroamericana, in quella che sembra quasi essere una risposta ala politica razzista del presidente Trump.

L'annuncio di questo nuovo progetto si inserisce, senza alcuno sforzo, in un'ottica d'intrattenimento volta eccessivamente al recupero di prodotti di grandi successo negli anni '90. Una forza produttiva che ha fatto della codardia davanti al rischio innovativo il proprio marchio di fabbrica. Siamo ormai sommersi di prodotti che cavalcano la nostalgia di un pubblico smarrito che non riesce a trovare appigli nelle nuove produzioni e che, dunque, rimane ancorato a prodotti che ha amato negli anni passati, permettendo alle produzioni di giocare al rilancio, cercando di far soldi e ascolti grazie alla nostalgia, a quel disperato bisogno del ritorno di cose, storie e personaggi che sono stati amati quando raccontare storie era, forse, più facile. Quando lo spoiler era un'entità aliena e lontana, quando guardare era qualcosa che si amava fare, non qualcosa che si sentiva di dover fare. L'idea di questo nuovo reboot si inserisce in questa ottica economica e, in qualche modo, ne diventa l'emblema, almeno per quel che riguarda la serialità televisiva.

Buffy – The Vampire Slayer è stata una serie spartiacque. Nata dal film del 1992 che lo stesso Whedon aveva scritto, si trattava di una delle prime serie dedicate ad un pubblico di teenagers a trattare temi come il bullismo, l'omosessualità e che, soprattutto, si basava su un cambio di prospettiva quasi epocale.
Buffy Summers, che di giorno si metteva abiti colorati e lucidalabbra vistosi e di notte andava a caccia di eserciti vomitati fuori dall'ormai famigerata Bocca dell'Inferno, era la risposta di Whedon alla moda dei film horror delle bionde belle e sciocche, di quelle che venivano immortalate a morti sciocche e vanesie per permettere ai film di avanzare. Dall'aspetto fragile, sciocco, superficiale e biondo, Buffy rispondeva con una forza oltre la media, una lealtà cieca, fragilità umane e immortali. Joss Whedon aveva dato alle ragazze adolescenti un modello a cui puntare, un modello grazie al quale non erano chiamate a scegliere tra la propria femminilità e la propria forza, tra la seduzione di un bell'aspetto e l'irruenza di una bella personalità. Buffy Summers poteva – come possono tutte le donne – essere tutto quello che voleva: non più uno stereotipo, non più una bella bambolina da esporre come un trofeo.

La serie originale era una serie che era fortemente contestualizzata negli anni che l'hanno fatta nascere, al punto di diventare un vero e proprio cult da binge-watching selvaggio, facendo della sua protagonista, Sarah Michelle Gellar un volto iconico difficilmente sostituibile. E se anche, come si è detto, la scelta di un'attrice afroamericana potrebbe rispondere agli orrori che Trump sta perpetrando nel suo mandato dell'orrore, il dubbio sul bisogno di un progetto rimane. La nuova Buffy potrebbe rappresentare comunque un punto di snodo, un nuovo modo per combattere il razzismo e la xenofobia e, in questo senso, potrebbe avere comunque un forte impatto su nuove generazioni di spettatori. Ma ciò che lascia basiti è l'intenzione di privare la Buffy originale della sua identità, della sua stessa natura. Non sarebbe stato, allora, più saggio creare una sorta di sequel? Un avanzamento della storia in cui una nuova cacciatrice si sollevava contro le orde del male? Non sarebbe stato più saggio cavalcare di nuovo l'onda di Buffy – The Vampire Slayer come una sorta di ideale, come un mentore a cui guardare, invece che farlo a pezzi?

 L'idea del reboot appena annunciato ha fatto storcere il naso a moltissimi spettatori, uniti sotto l'unico interrogativo sensato ad accompagnare questa notizia: ce n'era davvero bisogno?

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