National Geographic
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California – Paradiso In Fiamme, Covid19 – Lotta al Virus, Venezia: il futuro del pianeta sui canali National Geographic


In onda sui canali National Geographic a novembre 2020: California - Paradiso In Fiamme, Covid-19 - Lotta al Virus e Photo Ark - Sull'orlo Dell'estinzione 2. E a dicembre 2020: Venezia: il futuro del pianeta e I Misteri di Keros.

Nel mese di novembre e dicembre 2020 sui canali National Geographic cinque appuntamenti da segnarsi sul calendario: California: Paradiso In Fiamme, Covid-19: Lotta al VirusPhoto Ark: Sull'orlo Dell'estinzione 2Venezia: il futuro del pianeta e I Misteri di Keros.

CALIFORNIA: PARADISO IN FIAMME
su National Geographic lunedì 30 novembre alle 20.55
Documentario diretto dal regista premio Oscar Ron Howard in cui si ripercorrono i sacrifici della comunità di Paradise, in California, una città ai piedi della Sierra Nevada, che tenta di ricostruire dopo i devastanti incendi nel 2018.

COVID-19: LOTTA AL VIRUS
su National Geographic martedì 17 novembre alle 20:55
I ricercatori di tutto il mondo sono impegnati della missione più difficile e critica degli ultimi decenni. Covid-19: Lotta al Virus è un viaggio tra i continenti per incontrare gli scienziati e ricercatori impegnati ogni giorno nella missione di comprendere e fermare l'epidemia di COVID-19, ma anche di studiare i modelli alla base delle crisi sanitarie globali per prevenire la prossima pandemia.

PHOTO ARK: SULL'ORLO DELL'ESTINZIONE 2
su National Geographic Wild il 6 e 13 Novembre alle 22.05
Un nuovo in viaggio con il fotografo di National Geographic Joel Sartore, che questa volta porta gli spettatori in Brasile e Indonesia. Qui continua la sua missione per fotografare le specie a rischio estinzione con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di preservarle e proteggerle. Che si tratti di immergersi, scalare una montagna, o trovare soluzioni creative per cogliere uno scatto, Sartore è pronto a tutto per raggiungere il suo obiettivo.

VENEZIA: IL FUTURO DEL PIANETA
su National Geographic lunedì 14 dicembre alle 20.55
Venezia è una delle città più iconiche al mondo. Adagiata su 118 piccole isole, è da sempre facile preda di ogni variazione del livello del mare, ma oggi si trova ad affrontare la furia di alluvioni sempre più minacciose e frequenti, dovute ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale.  L'acqua alta del novembre 2019 ha letteralmente messo in ginocchio la città. Cosa sta succedendo? E' un fenomeno locale o Venezia sta affrontando per prima gli effetti di una crisi ambientale che sta colpendo tutto il pianeta? Riusciremo a salvare questa città garantendo così anche un futuro all'intera umanità? National Geographic va alla ricerca delle risposte a queste e altre domande con la produzione DocLab per National Geographic Venezia: il futuro del pianeta, in onda su National Geographic lunedì 14 dicembre alle 20:55.
Il rapporto che da sempre lega Venezia alla sua laguna è un ecosistema delicato messo a rischio dalla mano dell'uomo. La città poggia su un substrato di detriti fluviali non ancora consolidato che provoca lo sprofondamento progressivo del terreno. Ma l'impatto di un fenomeno locale come questo si va sommando agli effetti dell'innalzamento del livello dei mari provocato dal riscaldamento globale, trasformando un fenomeno familiare come l'acqua alta in alluvioni di immani proporzioni che provocano un grido di allarme in tutto il mondo.  Di fronte a questi scenari, gli scienziati hanno fatto della città un grande laboratorio a cielo aperto dove capire e misurare l'effetto dei cambiamenti climatici sul pianeta e mettere a punto soluzioni capaci di salvare Venezia e con lei, le altre città costiere del mondo minacciate dall'innalzamento del livello degli oceani. 
Per arginare la furia del mare e salvare Venezia, gli esperti sono inoltre alle prese con la più monumentale opera di ingegneria idraulica mai costruita dall'uomo: il MOSE. Un sistema che lo scorso 3 ottobre, entrando in funzione, è riuscito per la prima volta nella storia della città a bloccare una mareggiata. Venezia è finalmente al sicuro? Quali saranno gli effetti dei cambiamenti climatici che si profilano all'orizzonte?  

I NUMERI
• Dal 1850 al 1950 ci sono state ogni decennio da 2 a 8 acque alte al di sopra dei 110 centimetri. Dal 1950 in poi c'è stata un'escalation paurosa. Nel decennio 2000-2009 abbiamo avuto circa 50 acque alte, ma dal 2010 al 2019 sono state addirittura più di 90.
• I ricercatori hanno datato la nascita della laguna a soli 7000 anni fa, un batter d'occhio nella storia del pianeta. Questi fondali così giovani e instabili sono la causa del progressivo abbassarsi del suolo a Venezia e nella laguna. • In 2000 anni di storia, Venezia e le sue isole sono sprofondate di qualcosa come 2 metri
• Il MOSE, è uno dei più imponenti progetti di ingegneria idraulica mai realizzati: 35 cassoni in cemento alti come palazzi di 3 piani, 78 barriere mobili d'acciaio, concepite per bloccare maree alte fino a 3 metri, ancorate al fondale con 156 enormi cerniere del peso di 34 tonnellate l'una. • Il cuore nevralgico del MOSE si trova a 19 metri sotto il livello del mare con  un complesso di corridoi in cemento armato lungo 1.600 metri. Qui sono situati gli impianti, i cavi, i tubi dell'aria compressa, la vera forza motrice del sistema.
• L'oceano sta crescendo di circa mezzo centimetro l'anno. E questo vale anche per il Mediterraneo e per l'Adriatico. A livello mondiale dovremo fare i conti con una crescita di mezzo metro – 1 metro nei prossimi 50/100 anni. • Se l'intera calotta della Groenlandia dovesse sciogliersi, avremmo un aumento del livello dei mari di 7 metri.  In piazza San Marco a Venezia l'acqua arriverebbe fino al leone che sovrasta il portale, simbolo stesso della città.

GLI ESPERTI
Fantina Madricardo / Fisica ISMAR CNR Venezia
Fantina Madricardo e il suo team del centro di studi marini del CNR tengono sotto stretta osservazione lo stato di salute di canali e della banchine. Periodicamente misura l'impatto della navigazione sui fondali della laguna. "Si vedono i solchi dovuti al dragaggio. Soporattutto è interessante vedere come i solchi corrispondo proprio alla corrente delle navi"

Antonello Pasini / Fisico del clima CNR
Antonello Pasini è uno scienziato del clima del CNR, docente di Fisica del clima a Roma Tre e di Sostenibilità ambientale – aspetti scientifici all'Università Gregoriana di Roma. Si occupa in particolare di elaborare e applicare modelli matematici nell'ambito dello studio del clima, con lo scopo principale di individuare le cause dei cambiamenti climatici e studiarne gli impatti. "Oggi la scienza ci dice che le cause dei cambiamenti climatici sono soprattutto di origine umana.Questo non è un dramma, ma una buona notizia. Perché se fossero naturali non potremmo far altro che difenderci, così invece sappiamo cosa fare, abbiamo tutti gli strumenti e le conoscenze per farlo. Facciamolo. Per Venezia e per il mondo intero."

Francesco Sauro / Geleogo Università di Bologna
Speleologo e geologo, in oltre trenta spedizioni, ha esplorato grotte e canyon dal Sud America all'Asia  Centrale, guidando team multidisciplinari di ricercatori in alcuni dei più remoti angoli del  pianeta. Si è calato nelle grotte di ghiaccio della Groenlandia con l'obbiettivo di capire i meccanismi che portano allo scioglimento della calotta. "Gli scienziati stanno cercando di capire la velocità con cui i ghiacci si sciolgono. La questione non è se succederà o meno, che si sciolgano è certo. Il problema è quanto ci metteranno."

Pier Vellinga / Professore Cambiamenti Climatici Vrije Universiteit, Amsterdam
Pier Vellinga è professore in Cambiamenti climatici presso la Vrije Universiteit di Amsterdam. E' nel board di diversi studi di ricerca e organizzazioni ambientali in Olanda e all'estero.  E' impegnato nello studio di sistemi per la difesa di metropoli quali New York, Miami, Saigon. "Se salviamo Venezia, salviamo tutte le città costiere del mondo"

Luca Zaggia / Geologo IGG CNR Padova
Luca Zaggia è un ricercatore del CNR che da anni studia le conseguenze degli interventi dell'uomo sull'ambiente naturale della laguna di Venezia. "Con l'entrata in funzione del sistema di barriere  mobili del progetto MOSE finalmente possiamo iniziare a porre rimedio a quegli interventi operati dall'uomo sulla morfologia della laguna.
Di fronte a un problema così complesso, come quello del continuo innalzamento del livello dei mari, occorre ricordarci che anche questa sarà una soluzione temporanea." 

I MISTERI DI KEROS
su National Geographic venerdì 25 dicembre alle 20:55
Un vera e propria missione di investigazione nel cuore del Mar Egeo. In I Misteri di Keros, in onda su National Geographic (Sky, 403) venerdì 25 dicembre alle 20:55, un team di archeologi scopre quello che potrebbe essere il più antico santuario marittimo del mondo. 


National Geographic è al canale 403 di Sky e in streaming su NOW TV. National Geographic Wild è al canale 409 di Sky.


Articolo del 4 novembre 2020 aggiornato il 29 novembre con la programmazione del mese di Dicembre 2020 di National Geographic.

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