Dobbiamo parlare
Dobbiamo parlare

Dobbiamo parlare, Sergio Rubini parla del suo nuovo film


Sergio Rubini porta sul grande schermo un'intensa riflessione sull'amore e le sue ombre. Nel cast Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese.

Nella sesta giornata della decima edizione della Festa del Cinema di Roma, mercoledì 21 ottobre, viene presentato l'ultimo film di Sergio Rubini, Dobbiamo parlare. L'attore, sceneggiatore e regista porta sul grande schermo un'intensa riflessione sull'amore e le sue ombre: la discussione su un tradimento conduce due coppie a una lunga fila di recriminazioni che durerà per una notte intera, e farà emergere rancori inattesi in entrambe.

Vanni, cinquant'anni, è uno scrittore affermato. Linda, trenta, collabora nell'ombra ai suoi romanzi. Hanno un attico in affitto, nel centro di Roma. Forti del loro amore, al matrimonio hanno preferito la convivenza.
I loro migliori amici, invece, Costanza e Alfredo sono sposati, benestanti, e gestiscono il loro matrimonio come una SpA. Una sera, il Prof e Costanza irrompono in casa di Vanni e Linda. Costanza ha scoperto che Alfredo ha un'amante. Parte così una lunga fila di recriminazioni che durerà per tutta la notte, e farà emergere rancori inattesi in entrambe le coppie. Quale delle due, l'indomani mattina resterà in piedi?

"L'amore, quello con la A maiuscola, è sufficiente a tenere insieme due persone per la vita? Siamo portati a credere che siano i beni materiali, le proprietà da condividere e poi da dividere, a venare le relazioni di segreti, egoismi e meschinità. Ma non potrebbe essere vero anche il contrario?" si chiede il regista Sergio Rubini . "Quei 'beni materiali' non sono delle maniglie a cui aggrapparsi di fronte ad una crisi? L'amore e basta invece espone ad un rischio strisciante e insidioso, che oggi s'è fatto ancora più marcato, organico. L'individualismo. Così può capitare che nel corso di una nottata tra due coppie di amici, venga fuori tutto il non detto di anni. Anche l'amore è messo alla prova, sotto una nuova luce. Certo in natura l'amore esiste, nella sua naturalità ogni essere è spinto incontro a un altro; ma se arrivano le parole c'è il rischio che si cominci a scavare fino a raggiungere pericolosamente quella linea d'ombra, in cui forse l'unico amore è quello per se stessi, per la vita che ci è stata data. Allora bisognerebbe non parlare? Muti come i pesci? E se anche i pesci parlassero?"

L'idea del film nasce da uno spunto di commedia: in un attico nel centro di Roma vive in affitto una coppia di intellettuali. "Una sera mentre i due si accingono ad uscire si ritroveranno di fatto sequestrati per il resto della serata perché all'improvviso irrompono in casa i loro migliori amici, in piena crisi coniugale. " spiega il regista. "Il progressivo tentativo di tirar fuori la verità provocherà una sorta di contagio che avvolgerà anche gli altri due amici: la notte, farà emergere una lunga fila di recriminazioni e rancori inattesi in entrambe le coppie e si trasformerà in una sorta di showdown di un'amicizia, della coppia borghese prima, della coppia di intellettuali poi".

Il titolo del film "Dobbiamo parlare" deriva dall'incipit più temuto nei discorsi di ogni coppia: quella frase che spesso prelude al momento in cui ci si deve chiarire. "è qualcosa che terrorizza perché annuncia che dovranno venir fuori le parole e con esse le verità sottaciute fino ad allora" spiega il regista, "Ma è meglio parlare o tacere? Forse se si avesse la forza di parlare di meno e abbandonarsi di più alla naturalità delle emozioni senza paura e senza nasconderle le cose sarebbero più semplici. Dentro tutto questo parlare ci si scopre e scoprendosi tutto si complica".

Attore, regista e sceneggiatore Sergio Rubini nasce in provincia di Bari nel 1959. Si trasferisce a Roma nel 1978 per frequentare l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico". Nel 1986 viene chiamato da Federico Fellini, per Intervista, a interpretare il suo alter ego da giovane. Nel '90 dirige e interpreta La Stazione, film che segna il suo esordio come regista cinematografico, vincendo numerosi premi, tra i quali il Nastro d'Argento, il David di Donatello, il Globo d'Oro. Come attore lo ricordiamo in: Mortacci di Sergio Citti (1989); LA lupo al lupo di Carlo Verdone (1991); Una pura formalità di Giuseppe Tornatore (1993); Nirvana di Gabriele Salvatores (1996); e più di recente in La scoperta dell'alba (2012) di Susanna Nicchiarelli; Qualunquemente di Guido Manfredonia (2011); L'ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi (2013); Che strano chiamarsi Federico di Ettore Scola (2013); La nostra terra di Giulio Manfredonia (2014).

A seguire il trailer di Dobbiamo parlare:

Festa del Cinema di Roma 2015
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